Love & Comics – Another Story

Pranzo con Misaki

Da quando Misaki è tornato, le giornate trascorrono velocemente e tutto va a gonfie vele. Entrambi abbiamo ripreso a frequentare le lezioni e quindi riusciamo ad incontrarci spesso anche in pausa pranzo. Ed è quello che dovremmo fare pure oggi, se solo il professore si decidesse a finire la lezione.

–         Ma quando finisce?

–         Hai appuntamento con il tuo ragazzo?

–         Già. Ma non lo guarda l’orologio? Ha sforato da un pezzo.

Dopo più di un quarto d’ora di ritardo finalmente si accorge di che ore sono e smette. Pensavo andasse avanti all’infinito. Ora è meglio che mi sbrighi.

–         Chiaki-chan, guarda chi c’è?

–         Chi?

È Misaki. Probabilmente, non vedendomi arrivare mi è venuto incontro.

–         Ciao Chiaki, avete finito tardi?

–         Sì, il professore si è un po’ dilungato. Comunque ora ho finito. Andiamo?

–         Certo.

Mi mette un braccio sulle spalle, senza pensarci troppo. All’inizio non ci faccio molto caso, ma poi mi accorgo che tutti ci guardano.

–         Misaki, non siamo a Londra.

A quelle parole anche lui si guarda intorno e si rende conto che forse stava esagerando per essere in un luogo pubblico. Con un leggero imbarazzo sposta il braccio, mi prende per mano e usciamo velocemente.

Appena fuori scoppiamo a ridere.

–         Chiaki, scusami. Sei mesi a Londra e non so più come ci si comporta qua.

–         E cos’hai da scusarti? A dir la verità non ci avevo fatto molto caso. E io a Londra sono stata pochi giorni. Comunque, andiamo a pranzo che è già tardi. Non vorrei buttare il lavoro di stamattina.

–         Non buttiamo niente, mangerò tutto quello che mi offri.

Andiamo a mangiare in un posto appartato, fuori in giardino. Fa ancora freschetto, ma è piacevole passare un po’ di tempo all’aria aperta.

–         Non finirò mai di ripeterti che mi mancavano i tuoi pranzi. Sono sempre deliziosi.

–         Solo i miei pranzi ti mancavano?

–         Ovvio che no, mi mancavi anche tu.

Si avvicina a me e mi bacia. Poi cambia discorso.

–         Chiaki, per domenica. Che ne dici se andiamo nello stesso ristorante dell’anno scorso?

Non mi sembra vero, è già passato un anno. È un anno che sto con lui.

–         Va benissimo. E poi? Hai già qualcosa in mente?

–         Più o meno, ma devo vedere se è realizzabile. Però pensavo di ripetere quello che abbiamo fatto l’anno scorso, ovvero cinema e cena. Ti va bene?

–         Certo. Sarà come rivivere quella giornata. E magari metto lo stesso vestito. Credo di non averlo più usato. Così sarà proprio come quel giorno.

–         Già, come l’anno scorso. Allora organizzo tutto io. Sarà una serata fantastica.

Sembra nervoso. Che abbia in mente qualcosa?

–         Stai bene? Sembri agitato.

–         Sì, sto bene. Solo che è da molto tempo che non abbiamo un appuntamento vero e proprio e non vedo l’ora.

In effetti è un po’ che non usciamo da soli e andiamo a mangiare fuori. Però non sono convinta che sia agitato per questo, ma se non me lo vuole dire non posso obbligarlo. Non vedo l’ora che arrivi domenica.

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