Love & Comics 2

Vivere insieme ma non vedersi – Kaito

La lezione è finita. Ora faccio su le mie cose e finalmente vado a casa.

– Kurosawa-senpai, posso disturbarla?

Una studentessa del corso che sto seguendo. Vediamo si chiama Namiya Shizuka se non sbaglio.

– Dimmi pure… Namiya Shizuka, giusto?

– Sì, si ricorda già il mio nome?

– Sì, sto cercando di ricordarmi i nomi di tutti. Per ora il tuo credo sia uno dei pochi che mi ricordo.

– Veramente?

È così strano che un insegnante si ricordi il nome dei suoi studenti?

– Ehm, sì. Ma cosa volevi? Hai bisogno?

– Sì, giusto. Non ho ben capito una cosa nella lezione di oggi e non riesco a completare gli esercizi per la prossima lezione. Non è che potrebbe aiutarmi?

– Certamente, sono qui per questo. Possiamo fare domani pomeriggio se vuoi.

– Veramente speravo che potessimo parlarne adesso. Domani ho la giornata piena di lezioni.

– Ma è tardi. Qui non possiamo stare. E poi a casa mi stanno aspettando.

– Possiamo andare alla biblioteca che c’è qui vicino. So che è aperta fino a tardi.

– Provo ad avvisare a casa e vedo cosa mi dicono. Aspetta un attimo. Però non ho molto tempo a disposizione.

Hiro a casa mi aspetta. Però è anche vero che non posso abbandonare una studentessa in difficoltà. Lo avverto e vedo cosa mi dice.

‹‹HIRO, SCUSAMI MA PENSO CHE FARÒ TARDI STASERA. CERCO DI SBRIGARMI IL PRIMA POSSIBILE››

– Non si preoccupi senpai, dovrebbe essere una cosa veloce.

– Però sono già le 18:30. D’accordo, ti aiuto.

Ricevo la risposta da Hiro.

‹‹RIESCI AD ESSERE A CASA PER CENA? VOLEVO PREPARARTI IL SUSHI››

Accidenti, mi vuole preparare il sushi. Devo cercare di sbrigarmi in fretta.

‹‹CERCHERÒ DI SBRIGARMI ALLORA, MA NON SO QUANDO RIESCO A VENIRE A CASA. SE VEDI CHE TARDO MANGIA PURE E NON ASPETTARMI››

– Namiya-chan, ti aiuto. Ma vorrei riuscire ad essere a casa per cena.

– Va bene Kurosawa-senpai. A questo punto è meglio sbrigarsi.

Arrivati in biblioteca iniziamo a ripassare tutta la lezione.

Non ho capito se veramente non ha capito oppure se è solo una scusa per provarci.

So solo che continua a cambiare discorso e ad invitarmi a cena.

– Namiya-chan, io dovrei andare.

– La prego senpai, ancora un attimo. Finiamo gli esercizi per favore.

– Però basta distrazioni. Ti concentri sullo studio e basta. Avverto a casa di non aspettarmi per cena.

Mi spiace tanto Hiro, ma ormai ho detto che l’avrei aiutata e devo finire.

‹‹HIRO, MI CI VUOLE ANCORA UN PO’. SCUSAMI TANTO. TI AMO››

– Senpai, ma perché non vuole accettare il mio invito a cena? Forse non le piaccio?

– Ma cosa stai dicendo? Per prima cosa tu sei una mia studentessa e poi io sono già impegnato. Ho fatto finta di non accorgermi delle tue avance fino ad adesso ma ora basta. Se hai intenzione di studiare andiamo avanti, altrimenti smettiamo qui.

– D’accordo senpai, mi scusi. Forse mi sono comportata male. Ora finiamo gli esercizi e poi la lascio libera.

Finalmente abbiamo finito. È tardissimo. Spero che Hiro non mi abbia aspettato e che abbia mangiato.

– Bene Namiya-chan. Ci vediamo a lezione allora.

– Senpai, allora non vuole proprio accettare i miei inviti? Peccato.

– No e ti ho spiegato il perché. Ora vado. Ciao.

– Arrivederci senpai.

È tardissimo. Devo sbrigarmi ad andare a casa. Oggi io e Hiro praticamente non ci siamo visti.

Eccomi a casa. Che tesoro, mi ha lasciato la cena pronta sul tavolo. È buonissima.

Hiro si è addormentato sul divano per aspettarmi. Lo porto su, devo cercare di non svegliarlo però.

Lo appoggio sul letto e vedo che si muove.

– Hiro, sei sveglio?

Non volevo svegliarlo. Dormiva così bene.

– Kaito, sei tu?

– Sì. Grazie per la cena.

– Mi hai portato tu qua? Non me ne sono neanche accorto. Sarò stato pesante.

– Sì, e mi dispiace che ti sei svegliato. Non preoccuparti, non eri affatto pesante. È tardi, dormiamo ora.

Entro anche io nel letto. Sono stanchissimo. Non mi sarei mai immaginato che sarebbe stata una giornata così pesante.

– Kaito, ti amo.

Dopo avermi detto questo si riaddormenta vicino a me tra le mie braccia.

– Hiro, anche io ti amo.

Gli do un bacio sulla fronte e mi metto a dormire pure io.