Love & Comics 2

Rientro a casa – Hiroshi

– Kaito, ora è meglio che torni a casa.

– Aspetta Hiro, ti accompagno. Voglio vedere dove abiti.

– Ma non ce n’è bisogno.

– Non accetto un rifiuto. Finisco di prepararmi e usciamo.

Allora, avrò preso tutto? Dunque, lo zaino ce l’ho. Non l’ho neanche aperto quindi dentro la roba dovrebbe esserci tutta. Il cellulare c’è. Forse è meglio che lo riaccenda. Le chiavi di casa ci sono e anche la chiave che mi ha dato ieri Kaito.

Cosa posso dire alla mamma perché mi faccia venire ad abitare qui?

BEBEP BEBEP

Un messaggio. Oh, è di Chiaki-chan.

<<HIRO-KUN, COM’È ANDATA LA GIORNATA DI IERI?>>

A volte mi chiedo se si preoccupa per me o è semplicemente curiosa. Provo a chiederle se oggi è libera, così magari riesco anche a farmi consigliare sul trasferimento.

<<GIORNATA FANTASTICA, POI TI RACCONTO. A PROPOSITO, POSSIAMO VEDERCI OGGI. HO BISOGNO DI AIUTO PER UNA COSA>>

Vediamo se risponde.

– Eccomi, Hiro. Possiamo andare. Di chi era il messaggio?

– Eh? Ah, sì. Di Chiaki-chan. Voleva sapere com’è andata la giornata di ieri.

– Vi raccontate proprio tutto voi due. Devo preoccuparmi?

– Kaito, cosa dici. Lo sai che Chiaki-chan è come una sorella per me.

– Ahah, sisì lo so. Stavo scherzando. Non ti arrabbiare così.

Per fortuna. Se dovessi scegliere tra l’amicizia con Chiaki-chan e la relazione con Kaito non saprei proprio che fare.

Meglio uscire va.

– Aspetta, prima di aprire la porta.

Mi afferra per un braccio, mi gira verso di lui e mi bacia.

– Una volta fuori poi non potremo più farlo.

Già, è meglio che per ora non si sappia. Se ci vedesse qualcuno che conosciamo sarebbero guai.

Ci incamminiamo verso casa mia. Io continuo a pensare a un modo per chiedere alla mamma il permesso di trasferirmi e non dico una parola.

– Hiro, come mai sei così silenzioso?

– Scusami, ero assorto nei miei pensieri.

– Stai pensando a come convincere tua madre, vero?

– Già. Ecco, siamo arrivati. Io abito nella prossima via, quella che costeggia il parco.

– Davvero abiti qui? Ci passo tutte le mattine da questo parco per andare all’università.

– Lo so.

Accidenti, che ho detto. Non gli avevo mai detto che lo vedevo passare di qua tutte le mattine nascosto dalle tende della mia camera.

– E così mi osservavi?

– Già. Praticamente sapevo a memoria tutti i tuoi orari. Ogni giorno all’ora giusta mi mettevo a guardare fuori dalla finestra sperando di vederti.

A ripensarci adesso mi vergogno del mio comportamento.

– Sono contento che mi guardavi. Se avessi saputo qualche volta avrei alzato lo sguardo.

Per fortuna non mi ha giudicato male.

– Io sono arrivato. Grazie per la splendida giornata. Ci sentiamo.

– Certo. Fammi sapere per quella cosa.

– Sì, d’accordo.

Entro in casa. Non c’è nessuno. Arriva un messaggio. È la risposta di Chiaki-chan.

<<CERTO. SE TI VA BENE VENGO DA TE ANCHE SUBITO>>

Le rispondo

<<IO SONO ARRIVATO A CASA ADESSO, PUOI VENIRE SE VUOI>>

È inutile che continuo a pensare a una soluzione, meglio aspettare di parlarne con Chiaki-chan.

<<OK, DAMMI 10 MINUTI E SONO LÌ>>

Sempre tempestiva nelle risposte. Spero che lei abbia qualche idea.