Love & Comics 2

Ha detto sì – Hiroshi

È già passata una settimana da quando Kaito mi ha chiesto di andare a vivere con lui, ma non ho ancora trovato l’occasione di parlarne con la mamma. Pensavo che sarebbe stato facile arrivare da lei e dirle “Che ne dici se andassi a vivere per conto mio?” ma tutte le volte che ci provo mi faccio prendere dal panico e ci rinuncio. Fatto sta che è circa una settimana che non riesco a parlare con la mamma. Mi limito ai saluti e a dirle “Vado a studiare”.

– È inutile, non riesco proprio a concentrarmi oggi. Meglio che vada a fare uno spuntino.

Toc Toc

– Hiroshi, posso entrare?

– Sì, mamma.

Entra in camera mia con un piatto con dei tramezzini.

– Ti ho preparato uno spuntino. Non puoi continuare a studiare ininterrottamente. Fai una pausa.

– Sì, grazie.

È inutile. Pensavo di poterci parlare adesso ma non ci riesco. Non riesco a cominciare il discorso.

– Tesoro, va tutto bene?

– S-sì, perché?

– Mi sembri strano. Sembra quasi che tu mi stia evitando. È successo qualcosa?

– Ecco, io avrei una domanda da farti.

– Lo sai che puoi dirmi tutto. Parla, ti ascolto.

Si siede sul mio letto, di fronte a me. Ora o mai più. Non posso tirarmi indietro.

– Mamma, senti. Che ne diresti se andassi a vivere per conto mio?

Ecco, gliel’ho detto. Avanti, dì qualcosa.

– Perché mi chiedi una cosa simile così all’improvviso? Non ti piace più vivere qui con me?

– No, non è questo. Comunque è un po’ che ci penso. Ormai ho 18 anni e ho bisogno dei miei spazi.

– E dove andresti a vivere? Non è facile trovare un appartamento ultimamente.

– Per questo non ci sarebbero problemi. Un amico sta cercando un coinquilino. Fino a poco fa abitava con un’altra persona che però ora si è trasferita per studi e mi ha chiesto se mi va di andare a vivere con lui.

– E come pensi di pagare l’affitto? Hai deciso di non andare all’università e metterti a lavorare?

– Nono, all’università ci vado. Inoltre la casa è sua, quindi dovrei solo contribuire per le spese. Potrei cercarmi un lavoro part-time per questo.

Rispondi di sì, dimmi che ti va bene.

– Hiroshi, se questo è quello che vuoi, non sarò io a fermarti.

Ho sentito bene? È un sì?

– Davvero?

– Sì, però ti impongo alcune condizioni.

Delle condizioni? Farò qualunque cosa pur di ottenere il suo consenso.

– Quali condizioni?

– Innanzitutto, non ti trasferirai prima di aver dato gli esami di ammissione all’università e di averli superati. Non voglio che tralasci lo studio proprio adesso.

– D’accordo mamma, lo farò.

– Secondo ti devi cercare un lavoro part time che possa coprirti la maggior parte delle spese. Io ti aiuterò in caso di necessità, ma dovrai essere il più possibile indipendente economicamente.

– Certo, hai ragione.

– Terzo, voglio conoscere l’amico col quale andrai a vivere e vedere la casa in cui andrai. Non che non mi fida, ma mandarti in un posto che non conosco con un perfetto estraneo non mi piace molto.

– Sì, d’accordo. Appena vedo Kaito-kun gli chiedo quando è disponibile.

– Kaito-kun? Lo chiami per nome? Da quanto vi conoscete? Non ne avevo mai sentito parlare.

– Ah, sì. Lo conosco da circa 6 mesi. Mi ha detto lui di chiamarlo per nome, preferisce così. Davvero non ti ho mai parlato di lui?

– No, non credo. Comunque, ritornando alle condizioni, ne ho ancora una. Devi impegnarti nello studio. Se vedo che i risultati universitari non saranno buoni, tornerai immediatamente a vivere a casa. Non voglio che ti rovini il futuro solo perché preferisci il divertimento allo studio.

– Va bene mamma. Posso andare a riferire tutto a Kaito-kun?

– Sì, vai. Ma ricordati le condizioni!

– Sì, certo.

Mi ha detto sì, non vedo l’ora di riferirlo a Kaito. Se è un sogno non svegliatemi. Devo dirlo anche a Chiaki-chan. La chiamo mentre vado da Kaito. Ha detto sì, ha detto sì, ha detto sì.

Eccomi al negozio. Kaito è alla cassa. Entro nel negozio e urlo.

– Kaito-kun, mi ha detto di sì!

Credo che mi abbia sentito tutto il negozio, ma non sono riuscito a trattenermi. Doveva saperlo al più presto.