Cap 1

Cap 5

Arrivò così il giorno della partenza.

Naruto si alzò presto quella mattina. Non era per niente riuscito a dormire a causa dell’eccitazione per la nuova missione assegnata alla sua squadra, ma soprattutto perché continuava a pensare e ripensare alle parole che il compagno gli aveva detto il giorno prima.

Sistemò alcuni oggetti di prima necessità per il lungo viaggio che li attendeva verso il villaggio dell’erba in uno zaino abbastanza capiente. Si vestì poi in tutta fretta, prese la sacca e uscì da casa camminando completamente soprappensiero. Era stranamente tutto mogio. Sospirò intensamente e si portò una mano sul collo, dove il giorno prima Sasuke lo aveva baciato. Stava pensando talmente tanto che non si accorse nemmeno si esser arrivato a destinazione e visto che era distratto andò a sbattere contro qualcosa, o meglio… qualcuno. “Oh… Scusa…” Ma appena sollevò lo sguardo incrociò i suoi occhi azzurri con quelli neri del compagno di squadra che prontamente non esitò a rimproverarlo Possibile che non guardi mai dove cammini? Sei sempre il solito sbadato testa quadra…Rimanendo a fissarlo intensamente.

A quelle parole però, Naruto lo guardò parecchio male voltandogli le spalle ed incrociando le braccia al petto ribattendo Non è vero! Sei sempre tu che stai tra i piedi!E poi si appoggiò con la schiena al muretto senza più dire una parola restandosene tra i suoi pensieri che continuavano ad affollare la sua mente… Si poteva dire che quello era un momento più che raro.

Attesero quindi l’arrivo di Sakura ed il loro maestro Kakashi che, come al solito, era in ritardo e li fece aspettare per diverso tempo. Ma finalmente dopo un interminabile mezz’ora li raggiunse assieme all’uomo che dovevano scortare. Si trattava di un uomo abbastanza anziano e Sasuke pensò subito che quella missione si sarebbe rivelata molto più difficile del previsto dato che un uomo di età avanzata come quello doveva riposarsi parecchio e quindi sarebbero stati costretti a fermarsi molto spesso e ci sarebbero voluti molti più giorni per raggiungere la loro destinazione.

Così, dopo aver accettato le scuse del maestro per il ritardo ed aver fatto le presentazioni, uscirono tutti e quattro dal villaggio mettendosi in cammino per la stradina sterrata circondata da rigogliosi alberi. Rimasero in silenzio facendo attenzione ad ogni minimo rumore che percepivano, ma a confronto di Sasuke e Sakura, Naruto era terribilmente agitato. Non era mai uscito dal villaggio prima d’ora ed era nervoso. Si guardava continuamente in giro e faceva letteralmente casino, senza pensare alle conseguenze che il suo comportamento poteva provocare e per quel suo atteggiamento venne rimproverato severamente dal ragazzo moro Ma vuoi fare silenzio e porre un po’ di attenzione per le cose attorno a te? Gli urlò dietro completamente infastidito dalla condotta poco consona del compagno per quella missione.

Naruto sbuffò sonoramente sentendosi rimproverato da lui. Quando c’era Sasuke nei paraggi non poteva fare niente. Continuò però a distrarsi e camminava tranquillamente davanti a tutti anche se non sapeva per niente qual’era la strada giusta da seguire.

Dopo una lunga camminata di qualche ora, giunsero ad un fiumiciattolo decidendo di fermarsi lì per far riposare la persona che stava con loro. Il tempo stava cambiando e si rannuvolò in un batter d’occhio e come al solito Naruto si lamentò per il brutto tempo in arrivo. Si avvicinò poi al fiume riempiendo la sua borraccia, bevendo poi un lungo sorso di quell’acqua così fresca e limpida visto che era parecchio assetato. Sasuke lo seguì a sua volta abbeverandosi senza però mai smettere di guardare male il biondino. Non lo sopportava più. Dopo una pausa di circa un’oretta ripartirono ed il viaggio durò tranquillo per diverse ore, fino a che nel pomeriggio scoppiò una forte tempesta che li sorprese in pieno e nonostante fossero attrezzati per ripararsi dall’acqua tutto ciò che avevano sembrava non bastare. Cercarono di procedere a tentoni alla ricerca di una grotta o qualche rifugio naturale tra i rami degli alberi e foglie per ripararsi da quella pioggia fitta ed insistente, ma in quel preciso momento da dietro degli alberi, ai margini del sentiero che stavano percorrendo, Sasuke intravide delle ombre e si fermò dicendo ad alta voce tentando di superare lo scroscio della pioggia che faceva un rumore tremendo “Vedo qualcuno tra quegli alberi!” Ma per tutta risposta Naruto, che non vedeva assolutamente nessuno, lo ammonì dicendo che probabilmente aveva visto solamente qualche animale selvatico. Ma l’Uchiha era certo che non si trattava unicamente di un animale selvatico.

Infatti pochi istanti dopo una pioggia di Kunai li sorprese ma prontamente si gettarono tutti a terra schivandoli per un pelo. Sasuke si alzò velocemente da terra guardandosi attorno.

Erano circondati da circa una decina di ninja completamente vestiti di nero ed incappucciati, non sembravano avere buone intenzioni, così disse a Naruto che era abbastanza vicino a lui “Per fortuna che mi ero sbagliato e avevo visto solo un animale selvatico vero?” Lo guardò male sentendolo sbuffare, ma non c’era tempo di stare a discutere con il compagno, erano nei guai!

Per proteggere la persona che stava assieme a loro, formarono una barriera circolare attorno all’uomo e non appena videro che i nemici stavano per attaccare nuovamente iniziò quella dura lotta per tentare di dar protezione a quella persona.

Continuarono a combattere per lungo tempo, non potevano fare grandi movimenti o rischiavano di lasciar allo scoperto quel vecchietto e Sasuke non riusciva proprio a capire il motivo per cui li avessero attaccati, probabilmente volevano a tutti i costi uccidere quel ministro scortato da loro anche se non sapeva perché.

Riuscirono a sconfiggere un discreto numero di avversari unendo le loro forze, usando le loro tecniche migliori e le armi ninja. Tuttavia stremati e feriti di striscio, rimasero in cerchio attorno a quell’uomo mentre tentavano di riprendere un po’ di fiato, il combattimento era assai difficile date le pessime condizioni atmosferiche, tanto che Sasuke fu costretto ad usare lo Sharingan per riuscire a vedere gli spostamenti dei nemici. Ci fu una discussione tra il maestro Kakashi e uno dei nemici e d’improvviso si ritrovarono totalmente immersi nella nebbia a causa di una tecnica speciale di quest’ultimo.

Naruto vedendo alzarsi quella fitta nebbia si lamentò come al solito in protesta a quello che stava accadendo “Uffaa! Ci mancava solo questa adesso!” Però fece l’errore di muoversi in mezzo a quella coltre densa e bianca allontanandosi di conseguenza dal gruppo invece che avvicinarsi a loro. Ma fortunatamente per lui Sasuke, che non aveva problemi a vedere attraverso quella bruma consistente, lo intravide dalla parte opposta a loro. Mugolò contrariato pensando che fosse soltanto uno stupido per muoversi in quelle condizioni atmosferiche, si voltò rapidamente verso Sakura, Kakashi e il ministro che stavano fermi vicino ad un albero avvertendoli che sarebbe andato a recuperare il compagno e appena li vide annuire corse velocemente da lui prima che quell’impiastro si allontanasse troppo e lo perdesse definitivamente di vista. Ma ben presto nell’inseguirlo si ritrovarono completamente isolati in mezzo alla foresta e alla nebbia che non accennava a diminuire. I nemici sembravano spariti anche se percepiva la loro presenza distintamente e pensò quindi che si fossero nascosti per bene prima di sferrare un altro attacco. Raggiunse così Naruto e gli disse “Fermati! Ti stai allontanando troppo! Non dovresti muoverti con questa nebbia!”. A quelle parole il biondino si voltò verso di lui pensando di averli raggiunti, sbraitando poi come al solito “Non mi sto allontanando uffa! Vi stavo cercando!” Si era completamente distratto e così non si accorse di un uomo alle sue spalle.

Sasuke gli si piazzò davanti fissandolo con i suoi occhi rossi “Ci stavi cercando dici? Peccato che eravamo dalla parte opposta alla tua direzione!” Si guardò attorno comprendendo che si erano allontanati un po’ troppo ma non disse niente a riguardo. Pensò che fosse meglio attendere che la nebbia si diradasse… Del resto non sarebbe potuta durare per sempre.

Ma all’improvviso notò un movimento velocissimo dietro la schiena del compagno. Vide uno dei nemici che teneva in mano una serie di spiedi, sicuramente era intenzionato a colpire, così del tutto istintivamente saltò in alto e aprì il suo Shuriken gigante pronto sferrare il suo attacco, ma l’altro fu più veloce e riuscì ad impiantargli una serie di spiedi in vari punti del corpo, al che si lasciò sfuggire un grido di dolore ma resistette. Velocemente colpì il nemico con lo Shuriken provocandogli un profondo taglio alla gola e questo morì poco dopo dissanguato di fronte ai loro occhi.

Ricadde poi in ginocchio di fronte a Naruto, l’aveva protetto ma subito capì che qualcosa non andava. La sua vista iniziò a giocargli un brutto scherzo, vedeva le immagini sdoppiate e completamente sfuocate mugolando in un sussurro appena accennato “Credo…Fossero avvelenati….” Inoltre non era ancora finita, percepiva altri chakra attorno a loro e lo informò “E ci sono altri… nemici…”. Tentò di resistere e parlare normalmente ma ebbe appena la forza di levarsi tutti gli spiedi dal corpo prima che essi peggiorassero la situazione.

Era totalmente fuori gioco, riuscì a fissare Naruto per alcuni lunghi istanti e gli disse “Penso che… Dovrai cavartela da solo…” Si sentiva mancare le forze sempre di più e poco dopo svenne proprio di fronte a Naruto che in quel momento, vedendo Sasuke proteggerlo, era rimasto un po’ stupito, però nel vederlo ferito a quel modo si spaventò letteralmente non riuscendo a muoversi per la paura. Era in panico e non sapeva che fare rimanendo imbambolato lì in piedi con lo sguardo perso tentando almeno di osservare i movimenti rapidi dei nemici. Però sentendo le ultime parole dell’amico, si voltò di scatto verso di lui e vedendolo a terra in quello stato sentì qualcosa scattare dentro di sé.

Subito chiuse gli occhi e riprese la concentrazione senza far il minimo caso alla pioggia incessante che scendeva su di loro. Era notevolmente arrabbiato. Dal suo corpo iniziò a sprigionarsi uno strano chakra rosso, i canini divennero molto più appuntiti ed affilati del normale e lo stesso le sue unghie diventarono veri e propri artigli.

Alzò il volto di scatto verso uno dei nemici riaprendo e mostrando gli occhi divenuti rossi e le pupille sottili come quelle di un gatto. Attorno a sé quel chakra rosso aveva formato una sagoma precisa e ben distinta, era riuscito a sprigionare il potere di kyuubi, la volpe a nove code. Senza pensarci due volte si avventò contro i nemici colpendoli con furia e tenacia uccidendoli tutti velocemente con una facilità mai vista prima. Tutto ciò avvenne a causa del demone che aveva dentro di sé, i suoi poteri erano notevolmente aumentati e una volta sistemati tutti gli avversari tornò da Sasuke ancora steso a terra e privo di sensi.

Si chinò verso di lui e se lo caricò in spalla allontanandosi da lì in cerca di una grotta saltando di albero in albero, facendo attenzione a non far cadere il compagno totalmente inerme dalla sua schiena. Lo sentiva respirare affannosamente ed il suo corpo era bollente, probabilmente a causa della febbre alta per via del veleno nel suo corpo. Sapeva bene che aveva bisogno di urgenti cure mediche, ma erano parecchio distanti da qualsiasi villaggio e ci sarebbero voluti giorni prima di raggiungerne uno. La vita del compagno era unicamente nelle sue mani.

Continuò così nella disperata ricerca di un riparo finché anche se con difficoltà a causa della pioggia e del forte vento riuscì ad intravedere una grotta. Subito scese dall’albero in cui era saltato e facendosi strada tra la boscaglia s’introdusse in quella cavità nella roccia adagiando il compagno a terra inginocchiandosi accanto a lui scuotendolo un po’ cercando di svegliarlo ma fu tutto inutile. Doveva fare qualcosa al più presto!

Ormai si era calmato un po’ e l’effetto del demone era quasi svanito del tutto. Quella grotta però, anche se non molto profonda, era notevolmente buia e fredda. Doveva accendere subito un fuoco. Raccolse velocemente qualche foglia secca e dei rametti più piccoli facendone un mucchietto, cercò poi qualche legnetto più grande e una volta trovato quello che faceva al caso suo iniziò a sfregarli velocemente riuscendo ad accendere un piccolo fuocherello dopo un bel po’ e con molta fatica visto che l’umidità dei rami a causa della pioggia non lo aiutava di certo, ma doveva riscaldare Sasuke in qualche modo. Stava sempre più male man mano che i minuti passavano, la febbre continuava ad alzarsi e quel dannato veleno gli stava procurando delle convulsioni facendolo tremare con sempre maggior intensità ma nonostante tutto il moretto cercava di lottare contro quella sostanza tossica nel suo corpo.

Naruto che per fortuna aveva ancora dietro lo zaino lo aprì rapidamente e ne estrasse il sacco a pelo sistemandolo vicino al fuoco. Prese in braccio il compagno e lo adagiò poi lì sopra e doveva assolutamente levargli quei vestiti fradici di dosso…

Anche se un po’ timidamente allungò le mani verso la sua maglietta, lo fece sollevare un po’ giusto per riuscire a sfilargliela e lasciarlo a petto nudo. Lo posò nuovamente a terra e gli afferrò poi i pantaloncini levandogli anche quelli, fino a lasciarlo con solo la biancheria. Sul suo corpo c’erano ferite ovunque e queste avevano un colorito strano a causa del veleno. Lo coprì con il sacco a pelo per farlo stare il più possibile al caldo e frugò nuovamente nel suo zaino, ma non trovò nulla di utile per la situazione. Passò quindi a quello del compagno trovando un bollitore, poteva tornargli sicuramente utile. Lo afferrò e corse fuori della grotta andando verso il fiume più vicino riempiendo quell’oggetto. Cercò poi nel bosco alcune erbe medicinali trovandole abbastanza facilmente soprattutto perché, per sua fortuna, il temporale si era un po’ calmato ed ora c’era solamente una pioggerellina fitta e fredda. In quel momento pensò che le lezioni che tanto odiava iniziavano a servirgli a qualcosa, così una volta recuperato tutto l’occorrente tornò in fretta da Sasuke mettendo quel piccolo bollitore sul fuoco per scaldarne l’acqua.

Tornò poi alla sua sacca afferrando un piccolo mortaio, vi depose all’interno le foglie che aveva raccolto pestandole un po’ così da estrarne tutta linfa, mentre attese che l’acqua si fosse per ben scaldata. Successivamente si spogliò a sua volta per non rischiare di prendersi un malanno visto che era totalmente zuppo e una volta che l’acqua si fu scaldata a dovere la versò in un bicchiere assieme alle foglie stesse che aveva preparato poco prima. Si avvicinò al compagno e lo sollevò da terra cercando di fargliene bere più che poteva. Ma Sasuke faticava a berlo. Anche se semi incosciente, riusciva a percepirne il sapore acre e non riuscendo a trattenere una parte di quel liquido rigurgitò però per fortuna la maggior parte riuscì a tenerlo giù. Egli Tentava inutilmente di riprendere conoscenza lottando contro gli effetti micidiali di quel veleno che gli stava procurando sempre più sofferenza.

Naruto, una volta che gli ebbe fatto bere quell’infuso, lo adagiò nuovamente a terra, prese poi una pezza e vi versò sopra un po’ d’acqua calda iniziando a passarla sul corpo tremante del moro cercando di ripulirlo almeno un pochino dal sangue che era colato dalle sue numerose ferite. Appena finì nel suo intento, afferrò il mortaio intingendone un dito all’interno raccogliendo così un po’ del denso liquido rimasto passandolo su tutte le ferite di Sasuke. Sperò che tutto ciò che stava facendo funzionasse, almeno per farlo resistere finché qualcuno non li avesse trovati.

Passò più di un ora da quando Naruto aveva somministrato quell’infuso curativo all’Uchiha e quest’ultimo finalmente riuscì ad aprire gli occhi, non era guarito, ma sembrava che le cure dell’amico avessero rallentato lo scorrere del veleno nel suo corpo alleviandogli un po’ i sintomi. Subito notò Naruto letteralmente indaffarato nel curarlo e ne rimase alquanto stupito. Ancora non riusciva a vedere bene le sagome attorno a lui e non capiva dove si trovavano “Na… Naruto…”.

Sentendosi chiamare, il biondino si voltò di scatto verso di lui sorridendo tutto contento, almeno i suoi sforzi non erano stati completamente vani. Gli posò un dito sulle labbra per farlo zittire, sussurrando “Non sei nelle condizioni adatte per poter affaticarti… Sta buono” E detto questo bagnò nuovamente la pezza con l’acqua posandola sulla sua fronte bollente. Si sentiva molto stanco, sia per il combattimento sia per tutta l’energia che aveva sfoderato liberando il demone. Ciò che lo teneva ancora sveglio era solamente il pensiero di dover curare al meglio l’amico per non farlo morire avvelenato.

Una volta che ebbe finito completamente di medicarlo ed accudirlo prese anche il suo sacco a pelo sistemandosi vicino a Sasuke. Stava scendendo ormai la notte e quel semplice fuoco non bastava per scaldare entrambi. Si fece così sempre più vicino all’amico così da potersi scaldare a vicenda ma nel sentirlo accanto a sé, Sasuke sussultò appena. Si voltò verso di lui rimanendo ad osservarlo intensamente, avrebbe voluto ringraziarlo per tutto ciò che stava facendo, ma era troppo debole perché vi riuscisse. A fatica tentò di stringersi a quel caldo corpo posando in seguito una mano sul suo volto accarezzandogli una guancia, lo vedeva con gli occhi chiusi e non sapeva se stesse dormendo oppure no e quasi in un sussurro disse “Mii piaci… Naruto…” Ma il suo momento di lucidità finì in quel preciso istante. Si era sforzato troppo nel parlare e nei gesti perdendo così nuovamente i sensi.

A quelle parole però Naruto aprì di colpo gli occhi sollevandosi di scatto, lo guardò male per un istante quasi a non credere ciò che aveva sentito. Afferrò il compagno per le spalle e lo scosse appena per cercare di risvegliarlo e chiedere spiegazioni ma non vi riuscì. Pensò poi che fosse solamente l’effetto del veleno a fargli dire quelle cose. Sospirò intensamente e si rimise accanto a lui, gli posò un braccio sotto la testa per farlo stare un po’ più rialzato da terra e si riposò un po’ sperando che qualcuno li trovasse al più presto, ma non fece ora a pensare ad altro che subito dopo cadde in un sonno profondo, completamente esausto.