Cap 1

Cap 33 – Finale Tragico

Dopo un bel po’ di tempo Sasuke si risvegliò e subito prese a guardarsi intorno con aria spaesata. Era tutto buio lì, fatta eccezione per qualche piccolo barlume tremolante delle fiammelle di alcune candele. Ricordò così di esser stato portato via da Itachi qualche ora prima e ora che aveva il tempo di osservare meglio la zona circostante intuì che fossero in qualche caverna dato che non c’era nemmeno una piccola finestrella. Tentò successivamente di alzarsi e vi riuscì con un po’ di fatica dato che Itachi dormiva sopra di lui. Pensò poi che quello fosse il momento buono per cercare di andarsene da lì, non voleva trattenersi oltre e doveva tornare dal suo Naruto. Scivolò lentamente giù dal letto senza fare il minimo rumore, recuperò i suoi vestiti per poi indossarli, si avvicinò ai pantaloni del fratello tastando nelle tasche fino a che ritrovò il suo anello e in punta di piedi andò verso la porta con l’intento di scappare da quel posto. Così preso com’era dal suo tentativo di fuga, non si era nemmeno accorto che Itachi si era svegliato e osservava ogni suo minimo movimento e quando lo vide aprire l’ingresso di quella stanza, si alzò velocemente dal letto ancora completamente nudo e si piazzò dietro di lui per poi sbattere una mano sulla porta vicino al suo viso, richiudendola “Dove credi di andare… Fratellino?…” Per quel colpo a Sasuke venne quasi un infarto tanto che sentì il suo cuore battere all’impazzata e voltandosi di scatto si ritrovò a fissare quel ragazzo biascicando “Da nessuna parte…” Non gli andava di dire che stava scappando dato che non sapeva come il fratello avesse reagito, tuttavia sembrava che Itachi non volesse lasciarlo andare via tanto facilmente da lì quella volta.

Quest’ultimo gli leccò il collo lentamente per poi risalire verso le sue labbra e baciarlo “Bene, perchè non ti lascerei scappare tanto facilmente e comunque… Ridammi quell’anello, subito.” Disse tutto ciò fissandolo negli occhi in modo non molto amichevole al che Sasuke capì che si era accorto di tutto. Lui non voleva ridarglielo ma data la situazione e il suo atteggiamento capì che era meglio farlo, così glielo porse a malincuore, aveva sempre più una brutta sensazione. L’Uchiha maggiore ghignò divertito e glielo strattonò via di mano sbottando “Vedo che stiamo diventando accondiscendenti, bravo” e detto questo andò a rivestirsi nascondendo nuovamente l’anello nella tasca dei pantaloni per poi rilegarsi i capelli. Si alzò dal letto e si avvicinò nuovamente a lui con passo rapido finché non gli fu davanti e gli sfilò prepotentemente dalla fronte la fascetta del villaggio della foglia. Il ragazzino rimase ad osservarlo restando immobile ed in silenzio sulla porta, non capendo perchè gli avesse tolto quell’oggetto. L’atmosfera era tesissima e con un po’ di coraggio chiese “Co…Cosa vuoi fare con quella??” Non aveva compreso affatto che in realtà si era cacciato in un bruttissimo guaio e la sua vita stava per cambiare totalmente, per sempre. L’altro però non rispose, limitandosi a lanciargli un’occhiatina malevola. Posò l’oggetto sul tavolino della stanza e si voltò a guardare Sasuke con uno strano ghigno stampato in faccia. Estrasse poco dopo un Kunai dalla custodia che aveva sulla gamba e velocemente incise un segno abbastanza profondo e grosso nel mezzo della targhetta. Non si sprecò in parole, sicuramente il fratello sapeva bene cosa significava quel segno. Infatti quest’ultimo spalancò occhi e labbra nel vedere quello che aveva fatto. Si fiondò subito vicino a Itachi e riprese la fascetta ormai rigata mentre le lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi, guardò il fratello e con voce rotta disse “Perchè l’hai fatto! Non dovevi!” Quello era il simbolo dei traditori, se fosse tornato al villaggio senza fascetta o con la stessa così rigata sarebbero stati guai grossi per lui. Non poteva più tornare.

Il mukenin ripose l’arma nella custodia e con tutta calma andò a sedersi sul letto “Tu non tornerai più indietro. Resterai qui con me, diventerai uno di noi e metterai al nostro servizio i tuoi poteri come jinchurichi. Puoi iniziare a scordarti quel Naruto. Ora ci sarò io al suo posto”.

Nel sentire quelle parole Sasuke s’immobilizzò completamente e fissò il fratello terrorizzato. Non riuscendo più a trattenersi, scoppiò a piangere molto forte e urlò “Non voglio farlo! Io voglio tornare da Naruto! Lasciami andare!” Era totalmente disperato. Istintivamente si gettò verso la porta, aveva perso tutta la sua libertà nel giro di pochi minuti e la sua vita era totalmente cambiata, anche se se ne fosse andato da lì non avrebbe più potuto tornare al villaggio di Konoha, Itachi l’aveva condannato ad un destino come traditore per sempre, benché lui non lo avesse mai desiderato. L’altro però non si fece di certo impietosire da quelle lacrime e gli si parò davanti prima che potesse uscire da quella stanza e trovandosi in trappola Sasuke si lasciò cadere a terra completamente rassegnato, sfogando tutte le sue lacrime mentre si stringeva tra se e se. Sembrava del tutto sotto shock. Quella volta Itachi era stato veramente crudele.

L’Uchiha maggiore però non lo lasciò in pace nemmeno in quel momento. Lo sollevò di peso per un braccio e lo trascinò in bagno dove lo spogliò nuovamente abbandonando i suoi vestiti da un lato. Preparò l’acqua della vasca e lo cacciò letteralmente dentro non appena fu pronta. S’inginocchiò poi accanto a lui ed iniziò a lavarlo passando le mani insaponate su tutto il suo corpo approfittando pure per toccarlo un po’. Quest’ultimo non sapeva neppure perchè Itachi stesse addirittura lavando, ma al momento non gli importava nulla, era talmente spaventato che continuava a piangere e pensare al suo Naruto.. Soprattutto al fatto che non l’avrebbe rivisto mai più per tutto il resto della sua vita.

Il ragazzo dai capelli lunghi lavò per bene il fratello e una volta ripulito lo fece alzare ed uscire ma non prima di avergli levato tutta la schiuma di dosso. Gli mise un asciugamano attorno al corpo e lo lasciò lì un attimo tornando nella stanza precedente per prendere i vestiti che gli sarebbero serviti. Sasuke dal canto suo rimase completamente immobile e con la testa bassa mentre continuava a versare lacrime amare per tutto quello che era successo. Non sapeva proprio come fare e scappare sarebbe stato inutile, sperò davvero che Naruto riuscisse a salvarlo ma sapeva che era impossibile e dopo la loro ultima litigata pensò che probabilmente non si era neppure accorto che mancava da casa… Tormentato da quei mille pensieri non si era nemmeno accorto che il fratello era tornato. Infatti il ragazzo rientrò nella stanza con dei panni in mano. Per un attimo li accantonò da una parte, gli sfilò l’asciugamano di dosso e lo asciugò quel che bastava, strofinandogli poi i capelli per levarne via l’acqua in eccesso finché poco dopo iniziò a vestirlo… Gli fece indossare un paio dei suoi slip neri ed attillati, dei pantaloni dello steso colore e una canottiera a rete. Afferrò il mantello nero con le nuvole rosse e glielo posò sulle spalle allacciandolo sul davanti. Lo prese poi per mano e lo trascinò letteralmente nella camera aprendo l’armadio dove vi era uno specchio, costringendolo a guardarne il riflesso sussurrandogli in un soffio “Tu ora sei uno di noi, non puoi più sottrarti” Gli morse poi il lobo dell’orecchio tutto fiero di ciò che aveva fatto. Sasuke si ritrovò uguale a suo fratello. Sentì montare una forte tristezza dentro nel vedersi così ridotto e scoppiò a piangere disperatamente e tremando urlò istintivamente, come se lui potesse sentirlo,“narutoooooooooo!”. Nel sentire quel nome Itachi lo guardò male per un momento ma non vi diede poi tanto peso. Così andò verso un cassettino e ne estrasse una piccola scatolina, la aprì e ne tirò fuori un anello identico al suo. Se lo era fatto dare in precedenza sapendo fin dall’inizio che avrebbe trascinato Sasuke lì con lui. Gli afferrò poi il braccio sinistro ed al posto della fede che aveva prima gli mise a fatica quello con il simbolo dell’organizzazione. Il ragazzino infatti nel vedere che stava facendo aveva tentato di ribellarsi chiudendo la mano a pugno, però dato che il fratello faceva pressione sul polso non riuscendo a mantenere la presa salda l’aveva riaperta permettendogli di mettergli l’anello al dito. Dal canto suo Sasuke non riuscì a far altro che piangere disperatamente fino a che non ebbe più lacrime e tutte le energie l’abbandonarono svenendo e restando inerme, come se non volesse mai più svegliarsi, tra le braccia di Itachi.

Intanto a Konoha, Naruto era sveglio da un bel pezzo e quando si era accorto che Sasuke non era più nel letto assieme a lui si preoccupò un pochino. All’iniziò però non ci fece molto caso pensando che fosse ancora arrabbiato e andato da qualche parte. Ma non vedendolo tornare nemmeno verso il tardo pomeriggio si allarmò non poco. Decise di andare a cercarlo, così corse fuori guardando ovunque e chiedendo in giro se qualcuno l’aveva visto nei dintorni ma non ricevette mai una risposta positiva. Da solo però non ce l’avrebbe mai fatta a trovarlo e cercò aiuto presso Sai. Correndo come un matto arrivò a casa sua e subito bussò energicamente forte alla porta come se volesse buttarla giù chiamandolo a gran voce.

Il moretto sentendo tutti quei colpi sobbalzò sul divanetto dov’era seduto in tranquillità e andò ad aprire sorridendo al nuovo arrivato “Cosa diavolo stai facendo? Hai intenzione di distruggermi la porta?” Restò a fissarlo interrogativamente, il compagno gli sembrava sconvolto. Infatti Naruto era letteralmente in lacrime e si buttò addossò a Sai afferrandolo per le spalle, iniziando a scuoterlo con forza “Ti prego aiutami! Non lo trovo più!” Però si era dimenticato di specificare che cosa non trovava e il ragazzo inizialmente non capì a che si riferisse. Tentò comunque di calmarlo e alzando un po’ la voce per farlo fermare disse “Calmati! Cosa non trovi? Dov’è Sasuke?” Gliel’aveva chiesto come se intuisse che fosse capitato qualcosa al compagno ed era come pensava. Infatti sentendo quel nome, Naruto scoppiò a piangere come una fontana senza riuscire a fermarsi un attimo venendo interrotto solo ogni tanto da singhiozzi non riuscendo quasi più a parlare. Sai lo abbracciò istintivamente e tentò di rassicurarlo con qualche piccola carezza “E’ successo qualcosa a Sasuke vero? Ma cosa?!”. Il biondino si strinse forte a lui bagnandogli tutta la maglietta con le lacrime per poi biascicare con voce rotta “No…n Lo…so!! Ieri… abbiamo litig…ato… e stamattina quando mi sono svegliato… Non c’era più…. E poi.. Ho una brutta sensazio..ne…” Continuava a singhiozzare senza mai fermarsi anche se ci stava provando con tutto se stesso finché proseguì “Ti prego…Aiiutami.. A cercarlo…” Sollevò lo sguardo verso il suo incrociando così gli occhi pieni di lacrime con i suoi.

A quella richiesta Sai non fu molto contento e quindi rimase serio guardandolo. Di solito non gli sarebbe importato nulla di Sasuke ma in quel frangente non poteva rifiutarsi di aiutare il compagno che era veramente disperato. Annuì e mentre tentava ancora di calmarlo disse “Ti aiuterò a cercarlo ma tu adesso smetti di piangere d’accordo?” E gli asciugò le lacrime che continuavano a scendere copiose dai suoi occhi azzurri. Sentendo le dita del ragazzo su di essi Naruto li chiuse appena e subito dopo fece un lieve cenno di assenso con il capo tirando dei sospiri piuttosto lunghi e profondi prima di riuscire a tranquillizzarsi un pochino fino a che finalmente uscì con Sai alla ricerca di Sasuke che sembrava essere totalmente sparito nel nulla.

Entrambi perlustrarono nuovamente tutto il villaggio e non trovandone alcuna traccia si fiondarono nella foresta urlando a squarciagola il suo nome. Guardarono dappertutto, anche nei posti dove i due amanti si rintanavano spesso per stare da soli in tranquillità lontani dalla cittadina, ma di Sasuke non c’era neppure l’ombra. Anche Sai cominciò a temere il peggio per il compagno. Non sapeva davvero dove si potesse essere cacciato ed inoltre notava Naruto sempre più distrutto dal dolore nel vedere che l’Uchiha non si trovava da nessuna parte. Si avvicinò a lui e per incoraggiarlo disse “Non devi preoccuparti Naruto… Io sono sicuro che sta bene… Forse si è allontanato troppo e tornerà quando gli sarà passata la rabbia”. Sentendo le sue parole Uzumaki riprese a piangere ancora più forte stringendo saldamente la presa sulla sua maglietta “E’ solo colpa mia!! Sono uno stupido! Non dovevo dirgli quelle cose!!” Si lasciò poi ricadere a terra continuando a versare lacrime. Lui sapeva che Sasuke tornava sempre poco dopo anche se litigavano in modo acceso… Ma ora non l’aveva fatto, pensò quasi che non gli importasse nulla di lui. Il moro si accucciò per terra di fianco all’amico e lo strinse forte a sé accarezzandogli i capelli. Non sapeva più come consolarlo ormai, le sue parole sembravano del tutto inutili contro il suo dolore. Sospirò e disse “Calmati Naruto, non è colpa tua… In una coppia può succedere di litigare… Vedrai che tornerà e poi potrete fare pace… Se ti danni l’anima così è peggio…”.

Non fece ora a finire quella frase che dietro di loro comparve Itachi assieme a Sasuke vestito nel suo stesso modo. Il primo teneva bloccato il fratello per un braccio dietro la schiena così che non potesse scappargli via e correre in contro al biondino e per far si che entrambi si accorgessero della loro presenza disse in tono gelido “Ci si rivede… Naruto”. Non appena udì quella voce familiare, già sentita in precedenza, Uzumaki si alzò velocemente e si voltò di scatto. Spalancò gli occhi non appena vide la scena davanti a sé. Ignorò volutamente Itachi guardando intensamente l’amato e lo strano modo in cui era vestito. In un primo momento non riuscì a dire assolutamente nulla. Sasuke aveva ripreso a piangere copiosamente da quando Itachi l’aveva risvegliato per portarlo chissà dove, era ancora sotto shock e disperato, solo quando sentì quel nome uscire dalla bocca del fratello si risvegliò come tutto d’un tratto. Alzò gli occhi e lo vide proprio davanti a sé. Tentò subito di andare verso di lui ma Itachi lo teneva ben saldo e così disse “Aiuto Naruto! AIUTAMI!!!! NARUTOOOOOOOOOOOOOO!”.

In un primo momento Sai, vedendo quei due strani tizi si mise in posizione d’attacco ma solo dopo un po’ capì che uno dei due era il ragazzo che da lungo tempo stavano cercando quel giorno. Anche l’altro gli era famigliare ma non ricordava dove l’avesse visto, così guardò l’amico e chiese “Cosa diavolo ci fa Sasuke con quel tizio? La sua faccia non mi è nuova!” Per quella domanda Naruto voltò appena la testa verso di lui e gli spiegò che quello era il fratello di Sasuke, ma quando sentì la richiesta d’aiuto da parte di quest’ultimo non ci vide più dalla rabbia e si avventò contro di lui “Cosa gli hai fatto ancora?? Lascialo andare!!”. Itachi però vedendo si stava avvicinando un po’ troppo afferrò velocemente degli Shuriken e glieli lanciò contro colpendolo in pieno su entrambe le gambe costringendolo a fermarsi sentendolo poi urlare letteralmente di dolore “Sta lontano ragazzino. Sasuke non ti appartiene più, ormai è mio e non potrà più tornare indietro” Ghignò e per fargli capire cosa intendesse gli scoprì la targhetta rigata che il moretto aveva tentato di nascondere con alcune ciocche di capelli. Quest’ultimo tentava il tutto per tutto per cercare di sfuggire dalla salda presa del fratello per andare ad aiutarlo ma non vi riuscì affatto e non appena vide quel gesto da parte sua si sentì letteralmente morire, era un traditore agli occhi del mondo ninja, soprattutto di Konoha, urlò poi “Mi ha costretto… Non vuole più che torno da te! Aiutami Naruto te ne prego!” Anche se sapeva che per Naruto era impossibile muoversi dato che era stato ferito. Urlò dalla tristezza, un urlo lancinante e tremendo che riecheggiò nella foresta.

In soccorso del biondino andò Sai che solo in quel momento aveva ricordato chi fosse il fratello di Sasuke; Itachi Uchiha era uno dei super ricercati del villaggio della foglia e ora l’aveva davanti, avrebbe dovuto intervenire come membro dell’ANBU ma da solo sapeva che sarebbe stato inutile così disse al ragazzo più grande “Lascia andare Sasuke razza di delinquente! Lui non ti appartiene affatto!” Sapeva però che anche se lo salvavano farlo rientrare a Konoha sarebbe stato impossibile.

Naruto intanto si levò a forza quelle armi piantate sulle gambe, senza far caso al dolore ed al copioso sangue che ne uscì dalle, avvicinandosi nuovamente a lui con passo tremante e lento. Non voleva cederlo alle mani di quell’essere e con tono minaccioso sbottò “Lascialo… Andare…” Il mukenin però stava davvero perdendo la pazienza sia per Sasuke che urlava sia per Naruto che sembrava non darsi vinto. Posò quindi una mano sulla bocca del primo mentre attivò lo sharingan, anche se momentaneamente quello normale come a volerlo spaventare “Mi hai scocciato ragazzino” Fissò poi tutti e due per intimorirli con quell’abilità. Sasuke di quello se ne accorse e cominciava ad avere timore che volesse attivare l’ipnotico per uccidere Naruto e solo pochi sapevano come spezzare le illusioni terribili che generava. Quando lo vide avvicinarsi sempre di più scosse la testa con energia nella speranza di fargli capire che non doveva farlo dato che il fratello si stava spazientendo e lo percepiva per bene. Tentava anche di parlare ma dalle sue labbra uscirono solo dei flebili mugolii.

Sai si accorse a sua volta di quegli occhi rossi e dall’atteggiamento di Sasuke comprese che Naruto stava rischiando grosso, così gli si fiondò addosso tentando di trattenerlo per la vita. Era ferito ma anche disperato, probabilmente il dolore lo stava facendo andare avanti ugualmente con la sola forza di volontà “Fermati Naruto! Itachi è pericolosissimo! Potrebbe ucciderti solo guardandoti! Il suo sguardo è letale! LASCIA PERDERE SASUKE! E’ UN TRADITORE!” Sapeva che quelle parole erano dure e fredde da dire al compagno in quella situazione ma sapeva anche bene che loro due contro Itachi non potevano nulla e lui non voleva perdere Naruto.

Quest’ultimo cercò di andare avanti ugualmente anche se lo stava trattenendo ma appena sforzò un po’ di più le gambe per scappare, sentì una fitta dolorosa su di esse per le ferite e non riuscendo a reggersi in piedi cadde a terra continuando a piangere e guardare negli occhi il fratello maggiore “Lascialo andare…” Ignorava totalmente anche le parole di Sai sapendo bene che il partner non era affatto un traditore e tanto meno si sarebbe mai alleato con il fratello. Ma Itachi non si lasciò certo impietosire da quella che per lui non era altro che una patetica scena. Fece solamente un ghigno divertito vedendolo in quello stato e nel sentire le sue parole. Portò poi una mano sotto al suo mantello e la infilò nella tasca dei pantaloni estraendo l’anello che precedentemente portava il fratello lanciandolo verso di lui “Questo non gli servirà più. Ti ho detto che Sasuke non ti appartiene ormai, è solamente mio. E se verrà il giorno che vi rincontrerete, sarà solo per ucciderti” E detto quelle parole sparì assieme al fratello così com’era arrivato lasciando i due soli nella foresta. Sai fissò tristemente l’anello che Itachi aveva tirato addosso a Naruto, sapeva che quell’oggetto era un pegno d’amore che il biondo aveva dato a all’amato. Lentamente si accucciò di fianco a lui e lo strinse a sé, gli sembrava esser finito in uno stato di profondo dolore così tentò di dargli conforto, aveva capito dalle parole di Itachi che Sasuke non sarebbe più tornato “Purtroppo dobbiamo avvisare la squadra speciale che anche lui ha seguito le orme del fratello…” Sapeva di essere crudele ma da un lato era contento che l’Uchiha se ne fosse andato per sempre. Ci fu un lungo momento di silenzio prima che Naruto si riprese un po’ da quello che era appena successo. Aveva osservato con sguardo vuoto e privo di qualsiasi emozione quell’oggetto rotondo di fronte a sé. Poco dopo allungò la mano verso di esso raccogliendolo da terra per stringerlo tra le dita portandoselo poi al petto finendo per raggomitolarsi tutto su se stesso piangendo sempre più forte urlando il nome di Sasuke come a sperare che lo sentisse e tornasse indietro ma non successe nulla di tutto ciò e alle parole di Sai si voltò di scatto guardandolo male, urlandogli contro con gli occhi ormai gonfi per le troppe lacrime versate “Non è un traditore! Lo odiava! Lo ha costretto con chissà quale mezzo! E tu non dirai proprio niente a nessuno” Si alzò infine da terra con le poche forze che gli rimasero correndo incurante del dolore lancinante alle gambe verso casa totalmente disperato ed affranto.

Il moro però non poteva di certo lasciare il compagno da solo così malridotto, era anche ferito. In tutta velocità gli corse dietro nel tentativo di raggiungerlo fino a che a sua volta non si ritrovò nei pressi di casa Uchiha, quella casa senza Sasuke non era più la stessa cosa e a sua volta si scoprì un po’ triste.

Per tutto il percorso Uzumaki non si era nemmeno accorto che qualcuno lo stava seguendo da tanto che era immerso nel dolore dei suo pensieri finché poco dopo entrò in casa sbattendo la porta d’ingresso a causa della rabbia, ma per il colpo troppo forte questa non si chiuse e rimbalzò semplicemente lasciandola semiaperta. Corse in camera da letto e si buttò su di esso continuando a piangere parecchio forte senza voler accennare a smettere tanto presto. Con il fiatone per la veloce corsa, Sai raggiunse definitivamente l’abitazione del ragazzo e trovandone la porta socchiusa vi entrò senza troppi complimenti avvertendo subito il pianto straziante di Naruto e nel solo udirlo gli si spezzò il cuore. Richiuse l’ingresso e salì lentamente in camera dove lo vide poi sdraiato nel letto che dava sfogo a tutto il suo dolore. Si avvicinò a lui e senza dire nulla gli si sdraiò accanto stringendolo a se per confortarlo “Calmati Naruto…” Preferì non dire nient’altro riguardo a Sasuke.

Il biondino sentendo la voce del compagno sussultò appena non capendo come fosse entrato e si raggomitolò tutto su se stesso “Vatte…Ne… Vi…A…” Stringeva sempre di più quell’anello che aveva nella mano pensando continuamente a Sasuke, era ancora incredulo per l’accaduto. Si disperava ancora di più nel pensare che il giorno precedente avevano pure litigato. Però il moro non lo lasciò affatto. Tra le altre cose era anche ferito gravemente e andava curato dato che stava sanguinando ancora, ormai aveva tutti i pantaloni zuppi di quel liquido rosso “Ascolta, devi curarti le ferite… Potrebbero essere rischiose… Se non vuoi andare all’ospedale te le curerò io qui, ma lasciamelo fare… Lasciati curare… Voglio solo aiutarti e starti vicino… Naruto…” E per tentare di convincerlo iniziò ad accarezzargli i morbidi capelli biondi.

Quest’ultimo sapeva di esser ferito ma in quel momento non gli importava nulla. Voleva solo piangere e sfogare tutto il suo dolore quindi non rispose alla sua richiesta, ma nel sentire quelle carezze ed il corpo caldo di Sai accanto a sé si voltò di scatto aggrappandosi a lui continuando a chiedere il perchè fosse successo tutto quello e soprattutto che non doveva finire a quel modo, inveendo pesantemente contro Itachi, giurando a se stesso che se l’avesse rivisto lo avrebbe ucciso veramente, anche se sapeva che di speranze ne aveva ben poche. L’altro vedendo la sua reazione del tutto normale lo strinse forte tra le braccia continuando a coccolarlo e baciarlo fra i capelli, sul viso e asciugando le sue lacrime con le proprie labbra. Non l’avrebbe lasciato fino a che non si fosse calmato, fino a che non avesse sfogato tutto il suo dolore a costo di restare sveglio giorno e notte, ma per lui avrebbe fatto questo ed altro dato che da sempre ne era innamorato, anche se mai l’aveva corrisposto.

Così Naruto continuò a piangere per diverse ore finché, ormai esausto per aver pianto praticamente un giorno intero, si addormentò tra le braccia del compagno senza lasciare mai la presa sull’anello di Sasuke. Il suo viso era completamente rigato dalle lacrime e un’espressione davvero triste e distrutta era marchiata su di esso.

Vedendo che si era addormentato Sai ne approfittò. Si alzò dal letto e curiosò in giro per la casa cercando la cassetta del pronto soccorso finché non la trovò in bagno. Tornò in camera e lentamente per non svegliarlo gli levò i pantaloni iniziando a pulirgli le ferite, a disinfettarle e mettergli su uno speciale unguento cicatrizzante. Per fortuna non erano poi così tanto profondi come segni e non serviva l’ospedale. Appena finì di medicarlo, ritirò tutto e gli si rimise accanto coccolandolo lentamente per cercare di farlo rilassare.

Intanto Sasuke ed Itachi erano ormai ritornati nella caverna dell’akatsuki. Quest’ultimo non aveva mai lasciato la presa sul fratello fino a che non furono rientrati nella loro stanza. Sospirò e si levò il mantello buttandolo sul letto sedendosi poi su una sedia. Dal canto suo invece, Sasuke continuava a piangere disperatamente e adesso lo era ancora di più dato che aveva rivisto Naruto e non aveva neppure potuto dirgli addio come si doveva. Si lasciò quindi ricadere a terra raggomitolandosi su se stesso completamente distrutto.

L’Uchiha maggiore rimase in silenzio per un po’ sorseggiando dell’acqua fresca dalla sua borraccia. Ma in quella stanza vuota i piagnistei del fratello rimbombavano e tutto ciò lo stava infastidendo notevolmente. Per farlo smettere sbatté violentemente la mano sul tavolo, si alzò di scatto dalla sedia e guardandolo male disse “Smettila! Mi stai dando sui nervi!”.

Sasuke sussultò per la paura e smise di emettere qualsiasi suono per alcuni lunghi minuti. Si sentiva spaventato e smarrito, si era ritrovato con la vita completamente rovinata e cambiata dal detto al fatto, non era certamente facile da digerire, inoltre aveva perso per sempre l’unica persona che amava. Così si mise in un angolo tremando, cercando di non piangere più ma non ci riusciva, le lacrime cadevano dai suoi occhi da sole, aveva paura che il fratello lo picchiasse e gli facesse del male solo perchè gli dava fastidio. Non riusciva proprio ad immaginare come sarebbe riuscito a sopravvivere a lungo con Itachi, prigioniero di un’organizzazione che un giorno avrebbe preso anche Naruto per estrapolargli il cercoterio e infine ucciderlo. Il ragazzo dai capelli lunghi sbuffò nel vederlo a quel modo e si avvicinò a lui inginocchiandosi a terra. Gli afferrò il viso con una mano per costringerlo a guardarlo e poi disse “Vedi di darti una calmata, ormai non puoi più tornare indietro e soprattutto… Non provare a scappare o fare qualcosa di sbagliato, altrimenti potrai dire addio per sempre al tuo amichetto… Perché andrò ad ucciderlo con le mie stesse mani” Gli leccò infine lentamente una guancia assaporando il gusto acre delle sue lacrime lasciandolo poi lì da solo, uscendo dalla stanza. Il ragazzino si sentì gelare alle parole del fratello, l’aveva minacciato di uccidere Naruto se solo si fosse ribellato al suo volere. Non sapeva proprio cosa fare ormai se non rassegnarsi a diventare un assassino come suo fratello e nella solitudine di quella stanza completamente vuota non riuscì a fare altro che piangere.

***

Passarono così i giorni… Le settimane e gli anni…

Naruto ormai era cresciuto parecchio. Da quando Sasuke se n’era andato per sempre con il fratello era passato davvero tanto tempo… L’Uchiha non era più tornato da lui e ogni giorno che passava diventava sempre più triste. Per ben dieci anni aveva continuato a sperare e sperare che tornasse indietro in un modo o nell’altro. Uzumaki si era praticamente lasciato andare da quel giorno. Non aveva più voglia di fare nulla e mangiava pochissimo. Non voleva accettare la scomparsa dell’amato. Anche se ora stava assieme a Sai non era felice come avrebbe dovuto esserlo.

In quel momento se ne stava sul terrazzo di casa Uchiha con lo sguardo totalmente perso nel vuoto, non aveva voluto abbandonare quell’abitazione piena di ricordi, soprattutto perché celava la speranza che se Sasuke fosse tornato l’avrebbe trovato in casa, ma ciò non era mai avvenuto. In quel preciso istante Sai uscì in terrazza solo con i pantaloni addosso dato che si era appena fatto una doccia e subito abbracciò da dietro Naruto appoggiandosi alla sua schiena con la testa. Come al solito lo vedeva distante, anche se erano trascorsi dieci anni e in quel periodo erano sempre restati accanto l’uno all’altro, Naruto continuava a non voler dimenticare Sasuke. Il moro si era trasferito apposta a casa Uchiha per stargli il più vicino possibile. Benché Naruto avesse sempre desiderato di diventare Hokage ora aveva rinunciato al suo sogno perchè gli mancava Sasuke. Sembrava veramente non avesse più voglia di vivere… Dopo un po’ disse “Rientriamo Naruto… Comincia a fare freddo qui…”.

Il biondino sussultò leggermente nel sentire quell’abbraccio visto che era soprappensiero. Si voltò verso di lui annuendo flebilmente per poi rientrare in casa come gli era stato chiesto. Si sedette sul letto e sospirò intensamente afferrando poi dal suo comodino la scatolina con i due anelli che anni prima aveva comprato e che stava ancora conservando come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Rimase poi lì steso a fissare quei due piccoli cerchietti giocando con essi con le dita con aria svogliata e del tutto passiva.

Sai poco dopo gli si avvicinò e lo guardò intensamente restando in silenzio. Anche se adesso stavano assieme, alle volte Naruto lo scambiava per Sasuke… Capitava spesso anche quando facevano l’amore. Ma ormai si era rassegnato, anche lui stesso avrebbe dovuto convivere con il ricordo del compagno scomparso per sempre e sebbene non gli andasse a genio, poteva capire come si sentisse Naruto, così non gli diceva mai nulla. Era soprattutto cosciente del fatto che non avrebbe mai potuto amare lui come aveva amato Sasuke in passato.

Naruto intanto rimase a fissare quegli oggetti per un po’ fino a che li ripose sopra al comodino e si raggomitolò tutto sospirando intensamente per poi abbracciarsi al cuscino. Era quasi ora di cena ma lui non aveva per niente fame e quindi rimase li immobile senza fare nulla. Sai però era sempre più preoccupato e fissandolo con aria assorta disse flebilmente “Naruto… Devi mangiare qualcosa… Continui a dimagrire… Non ti va neppure un po’ di Ramen?” Tante volte avrebbe voluto dire a Naruto che Sasuke non sarebbe più tornato ma ci rinunciò, non voleva causargli altra sofferenza, era davvero molto preoccupato per lui, lo vedeva fin troppo deperito e temeva di perderlo, così gli si gettò tra le braccia e piangendo disse “Ti prego Naruto… Non voglio perderti… Devi reagire…”.

Il biondo lo guardò un po’ spaesato vedendolo gettarsi su di lui a quel modo e lo strinse debolmente a sé carezzandogli rispondendo “Se morissi… Farei solo un piacere a tutti quanti… Forse è meglio così…” Tra il dolore di quella perdita e il sapere che ancora nessuno al villaggio lo guardava di buon occhio per quello che era, aveva solo voglia di lasciarsi andare e sparire completamente, però aveva detto tutto ciò senza pensare minimamente ai sentimenti di Sai che nel sentire quella frase si sollevò di scatto e gli urlò contro “Non dire sciocchezze Naruto! Possibile che non pensi mai a me?? Cosa farei io senza di te?” Pianse parecchio forte, ferito dalle sue parole e proseguì “Io ti amo e ti amerò per sempre! Non voglio perderti! Tu… Sei tutto quello che ho…… Sei tutta la mia famiglia…”.

Naruto s’intristì parecchio alle sue parole, soprattutto perché gli aveva urlato dietro e già depresso com’era lasciò che alcune lacrime scivolassero dai suoi occhi “Scusa…. Ma io non ce la faccio più…. Non riesco a vivere senza di lui… Soffro troppo… Non riesco a dimenticarlo anche se sono passati così tanti anni… Lo sai bene…” Lo fece poi stendere accanto a sé e si raggomitolò tra le sue braccia chiudendo gli occhi tentando di addormentarsi sperando con tutto se stesso di non risvegliarsi più l’indomani e dormire per sempre. Sai lo strinse forte a se e disse “Non ti lascerò mai Naruto… Io te lo giuro… A costo della mia stessa vita io starò sempre con te…” E gli diede un piccolo bacio sulla fronte. Gli sarebbe veramente restato accanto per sempre e gli avrebbe restituito a tutti i costi la voglia di vivere che purtroppo aveva perso con la scomparsa del suo primo, unico, vero amore.

-OWARI-