Only for you

Capitolo 9

Il giorno seguente passò presso modo come quello prima, Sasuke sparì tutto il tempo per allenarsi da solo mentre Sakura, che non si sentiva bene, rimase a letto. Il ragazzo non si risparmiò minimamente dando fondo a tutte le sue energie e quando ebbe finito, nel tardo pomeriggio, andò a farsi un bagno al termine del quale rimase steso sul prato a riflettere sui propri progetti di vendetta e sulle ultime battute che si era scambiato con la compagna la sera prima. Era così concentrato che Kabuto dovette chiamarlo più volte prima di avere la sua attenzione e solo allora poté finalmente dirgli che Orochimaru voleva vederlo. Senza proferire parola, Sasuke si alzò e si diresse nella solita stanza dove il sannin, appena fu entrato, come al solito non perse tempo in convenevoli e, venendo subito al punto, disse:

“Domani mattina io, te e Kabuto partiamo per una missione”.

“Ah!” esclamò sorpreso “in cosa consiste? E quanto staremo fuori?” domandò.

“Credo non più di un paio di giorni…dipende da quanto ci metteremo ad eliminare il nostro obbiettivo”.

“Un solo uomo e ci vogliono tre persone del nostro calibro?” chiese sbalordito Sasuke che a tale risposta non aveva potuto fare a meno di inarcare un sopracciglio.

“È un soggetto piuttosto pericoloso e non voglio correre rischi. In quanto a Kabuto, di un medico c’è n’è sempre bisogno e Kisuke è impegnato in un’altra missione…perché? Hai qualche obiezione?”.

“No” rispose anche se, dopo quello che era successo, si fidava ancora meno di prima di Orochimaru e inoltre gli rodeva soprattutto perché, a differenza di altre volte, la compagna sarebbe rimasta completamente da sola con quel Ryuji in quanto a tutti i ninja del covo era stato affidato qualche incarico.

“Bene allora va pure” lo congedò la serpe.

Così, senza aggiungere altro, il giovane shinobi uscì da quella stanza per dirigersi nella propria ancora più irritato del giorno prima. Nel frattempo in camera Sakura, sdraiata sul letto, cercava di studiare dal momento che era stata male tutta la giornata, infatti i dolori alla pancia e alla schiena si erano acuiti. Aveva provato a curarsi ma non aveva funzionato, per questo si era messa a spulciare i suoi rotoli per cercare di capirci di più perchè di una cosa era certa: piuttosto che chiedere aiuto a Kabuto sarebbe morta. Tuttavia il silenzio che regnava nella stanza fu interrotto dal cigolio della porta che Sasuke richiuse alle sue spalle una volta entrato. Il ragazzo vide la compagna china sul tavolo e, notando che non aveva mangiato neanche quella sera, l’apostrofò:

“Hai deciso di metterti a dieta ora?”.

“Emh no aspettavo te…” mentì lei visto che, nonostante non avesse affatto fame, sentendo quel tono arrabbiato, aveva deciso che era meglio non stuzzicarlo oltre.

Ripiegati i rotoli sparsi sul materasso, li ripose nei cassetti e quindi si sedette a tavola prendendo la ciotola di riso mentre il compagno faceva lo stesso, cercando di farsela passare visto che tanto doveva partire comunque. Sakura non disse nient’altro però cercò di sforzarsi di mandare giù più bocconi possibili anche se, ad un certo punto, dovette smettere perchè le stava venendo la nausea ma Sasuke, notando che era anche leggermente pallida, iniziò a preoccuparsi. Negli ultimi tempi mangiava veramente poco ed in più quel pallore non era affatto rassicurante. Il giorno prima l’aveva attribuito al grande sforzo che aveva sostenuto ma adesso iniziava a dubitarne, soprattutto rammentando il rotolo che stava consultando così, senza troppi giri di parole, domandò:

“Che hai?”

“Niente di che, perchè?” chiese stupita, dato che in pratica era dalla sera precedente che non avevano una vera conversazione e non aspettandosi un tale interessamento.

“Perché sei pallida e stai mangiando poco e nulla” rispose.

“Non mi va molto, sono più che altro stanca e poi mi fa un po’ male la schiena. Forse è per questo che sono pallida” cercò di sdrammatizzare.

“Perché non ti fai vedere da Kabuto?” propose sebbene la cosa non gli andasse molto a genio.

“Non voglio, mi passerà non è niente di grave” replicò sentendosi solo peggio al pensiero che quello potesse metterle le mani addosso.

“Ok, ma sappi che domani parto per un’altra missione e lui verrà con noi, quindi dovrai restare sola visto che Kisuke non tornerà prima di un paio di giorni…e anche gli altri sono impegnati”.

“Non è un problema, se sto male mi curerò io stessa. Pare che ti dimentichi che sono un medico anch’io. Piuttosto sai quanto starete via?”.

“Due o tre giorni al massimo non credo di più…anche se non capisco per quale motivo dobbiamo andare in tre per catturare una persona” rispose scrutandola per vedere se era davvero in grado di stare da sola, ci mancava solo che partisse con il pensiero che si potesse sentire male.

“Orochimaru avrà i suoi motivi” disse decisa e più tranquilla nel sapere che erano tre contro uno, almeno così Sasuke non avrebbe corso troppi pericoli.

“Mhhh” mugugnò “beh andiamo a letto”.

A quelle parole Sakura si alzò e, dopo essersi svestita, si stese abbracciandolo forte chiedendosi:

‹‹Sparirà mai la paura che possa accadergli qualcosa di male? No, non finché vivrò perchè lo amerò per sempre››.

Tuttavia il compagno, sentendosi stringere più forte del solito, si girò e, guardandola dritto negli occhi, disse:

“Lo sai che sei strana? Sei sicura di farcela? Non è che stai più male di quanto vuoi farmi credere?” era più forte di lui, non riusciva ad essere totalmente indifferente come invece avrebbe voluto, poteva fregarsene di tutti e tutto ma non di lei.

“No, sono preoccupata per te…come sempre” confessò.

“Non esserlo, non ne hai motivo. È una missione semplice…piuttosto sta attenta a quel Ryuji. Non che le altre volte la presenza di Kabuto con voi mi desse affidamento, ma siccome sarete completamente soli non mi sento tranquillo”.

“A parte urlarmi continuamente che sono una schiappa, che non valgo niente ed allenarmi non fa altro, te l’assicuro” scherzò.

“Lo so ma non vorrei che esagerasse, ho visto le ferite che avevi quando sono stato via e non credo che fossero solo perché non ti sei curata… Io gli metto soggezione e se non ci sono si lascia prendere la mano”.

“Andrà tutto bene” gli disse Sakura cercando di trattenere un sospiro visto che non poteva dargli torto ma sperando di tranquillizzarlo.

“Lo credo bene, anche perché conto di parlarci prima di partire…”.

“E cosa vorresti dirgli? Non credo sia una buona idea, sai?” dichiarò impaurita dal fatto che poi potesse incattivirsi di più, in quanto aveva capito benissimo che non sopportava le interferenze di Sasuke.

“Non preoccuparti” la rassicurò, dopo di che le accarezzò una guancia e si girò per spegnere la luce.

Sakura lo abbracciò di nuovo cercando di credergli e di trarre conforto dalla sua presenza anche se, quella sera, fece molta fatica ad addormentarsi al contrario del compagno che, sicuro di sé e di quanto avrebbe detto al jonin, lo fece quasi subito.

Come programmato, la mattina dopo si svegliò qualche ora prima di quella stabilita per la partenza e si diresse nella stanza d Ryuji. Una volta arrivato davanti la porta bussò attendendo risposta ed il ninja, che in quel momento si stava vestendo, borbottò un irritato:

“Avanti” chiedendosi chi potesse mai essere a quell’ora e, ritrovandosi di fronte Sasuke, pensò che la mattina era cominciata proprio male vedendo quella faccia da schiaffi così chiese sgarbato “che vuoi?”.

“Solo avvertirti che Sakura sta poco bene e di andarci piano” disse molto semplicemente ma fissandolo negli occhi con il volto come sempre impassibile.

“Mmhhh…paura che ti si rovini il giocattolino?” lo schernì il jonin sentendo l’irritazione crescere al pensiero che dividesse la camera con quel bocconcino e immaginando che succedesse chissà cosa tra i due.

A quella risposta Sasuke, seppur innervosito, non si scompose ed avvicinandosi, con tono ancora più freddo di quello che aveva usato poco prima, rispose:

“Forse non mi sono spiegato bene…vediamo di essere più precisi… Se calchi troppo la mano ti restituisco i colpi…ma cento volte più forti”.

“Senti un po’ chi ti da diritto di parlarmi con tanta arroganza?” chiese l’altro minaccioso, quel ragazzino non gli andava veramente giù.

“Nessuno…semplicemente me lo prendo visto che sono molto più forte di te!”.

A tale sfrontata, quanto vera, affermazione Ryuji avrebbe voluto appiccicarlo al muro, non sopportava il suo atteggiamento soprattutto perchè era il più piccolo del covo e si riteneva chissà chi ma, non potendo mettergli le mani addosso, poté solo dire:

“Ah si? Non darti tutta questa importanza soltanto perchè sei il cocco di Orochimaru-sama”.

“Forse non sei al corrente del fatto che qui nessuno è il cocco di Orochimaru… Io mi limito ad allenare quello che, presto o tardi, diventerà il suo corpo”.

“E allora pensa a quello e non venirmi a rompere su Sakura, lei non è affar tuo. È stata affidata a me e basta!” esclamò Ryuji a voce alta.

“Vedo che non sono stato ancora abbastanza convincente…” rispose seccato l’altro che, nel dirlo, lo sbatté al muro e, attivando lo sharingan, beffardo continuò “forse non ti ricordi bene la paura che hai provato…vuoi che ti rinfreschi la memoria?”.

“Bastardo…” sibilò a denti stretti.

Leggendo il terrore nei suoi occhi Sasuke, soddisfatto, lo mollò e, dopo aver disattivato lo sharingan, dandogli le spalle dichiarò:

“Se le succede qualcosa ti ammazzo!” e, senza neanche attendere risposta, uscì.

“Quel maledetto ragazzino” ringhiò il jonin vedendolo andar via e sapendo benissimo di non poter far altro se non ciò che gli era stato ordinato. Era a conoscenza del fatto che la ragazza era importante, l’aveva avvertito persino Orochimaru di questo e così, dopo essersi finito di preparare, si recò al luogo dove si allenavano di pessimo umore e comunque deciso ad incalzarla senza sosta finché non fosse caduta a terra stremata. Alla radura Sakura, che quella mattina stava piuttosto male, non appena lo vide capì che tirava una brutta aria e cercò di farsi forza anche se a volte le fitte erano così forti da toglierle il fiato. Dal canto suo il ninja, osservandola, notò subito che non portava più le bende e non poté fare a meno di domandarsene il motivo, ma immediatamente pensò:

‹‹Sasuke deve essersene accorto…gliele avrà fatte togliere lui…certo che quel bastardo è davvero sicuro di sé… Già anche troppo. Beh meglio, almeno in questa maniera non mi sembrerà di combattere con una ragazzina…›› convinto che in quel modo sarebbe stato più divertente e stimolante.

La giornata quindi passò abbastanza in fretta anche se Ryuji capì subito che non stava bene dato che non riusciva a stargli dietro come al solito, ma non per questo si risparmiò e poi a fine allenamento come sempre la seguì al lago, bramandola ogni giorno di più. Ad attirarlo era la consapevolezza che quello fosse un frutto proibito ma soprattutto il sapere che, qualsiasi cosa le fosse successa, avrebbe scalfito l’espressione di quello shinobi impassibile.

‹‹Mi chiedo davvero cosa ci trovi questa ragazza in quell’involucro di ghiaccio…che con lei sia diverso? Non credo…almeno non più di quanto le dimostri davanti a me…sono sicuro che quel ragazzino non è capace di provare altri sentimenti oltre l’odio… Chissà se, almeno quando se la porta a letto, la sua espressione cambia o resta imperturbabile e fredda come sempre?›› si chiedeva e nel mentre si gustava quella pelle chiara e perfetta.

Sakura quella sera si trascinò a letto a fatica, l’unica cosa che desiderava era stendersi dopo quella giornata infernale e così, senza nemmeno mangiare, si mise sotto le lenzuola domandandosi con quali forze avrebbe affrontato il giorno successivo visto che ora i dolori erano talmente forti che neanche riusciva ad addormentarsi.

Il mattino seguente infatti, pur essendosi svegliata, non ce la fece a scendere dal letto e cercò di curarsi nuovamente ma senza risultato, sperando allora che le passasse almeno quel tanto che le avrebbe permesso di stare in piedi ed andare al campo d’allenamento ma Ryuji, che ovviamente era già sul posto, vedendo che non arrivava si irritò:

‹‹Pensa che bastino le minacce di quel ragazzino per fare come le pare?›› e si diresse verso la sua stanza dove, senza neanche bussare, entrò urlando un “allora? Abbiamo deciso di far festa oggi?”.

Sentendolo Sakura si girò a guardarlo e l’altro poté notare il volto estremamente pallido ed il sudore freddo che le imperlava la fronte tuttavia lei, cercando di fare una voce tranquilla, disse:

“No scusami sto male, ma vedrai che tra poco mi passa e potremo cominciare” ed intanto si tirava il lenzuolo fin sotto il mento dato che addosso aveva la maglietta che usava per dormire, diventata ormai veramente aderente, e la biancheria.

Il ninja vedendola in quello stato si preoccupò, se non altro perché gli tornò in mente l’intimidazione di Sasuke e, soprattutto, perché era consapevole del fatto che il giorno prima non si era minimamente risparmiato nonostante avesse capito che era debole. Andando vicino al letto le mise una mano sulla fronte e, constatando così che era abbastanza fresca, si tranquillizzò un minimo ma poi, vedendo che non aveva toccato cibo, disse:

“Vado a chiamare Kisuke” e, dirigendosi nella stanza del medico che fortunatamente per lui era tornato un po’ prima del previsto, pensò ‹‹ci manca solo che tiri le cuoia quando Orochimaru non c’è e poi sono a posto!››.

Appena il ninja fu uscito, con non poca fatica, Sakura si alzò per vestirsi e nel mentre pensava: ‹‹Non bastava che stessi male, anche questa ora…se non altro Kisuke è più affidabile e soprattutto non è viscido e disgustoso come Kabuto… Qui dentro pare l’unico con un briciolo di umanità oltre me e Sasuke…›› e, quando ebbe finito, si sdraiò nuovamente tirandosi su le coperte e attendendo il ritorno dell’altro.

La sua attesa non durò molto difatti, qualche minuto più tardi, la porta si aprì ed il medico fece il suo ingresso. Questi le diede una prima occhiata e, dopo aver detto a Ryuji di uscire, la visitò attentamente e, capito finalmente cosa aveva, con un sorriso la rassicurò:

“Stai solo per diventare una donna… Il dolore può essere perché è la prima volta o perché ti stai sottoponendo a degli sforzi troppo intensi… Basterà un po’ di riposo per stare meglio”.

“Ah…” rispose lei presa alla sprovvista e un po’ nel pallone, sapeva che doveva succedere prima o poi ma un simile pensiero non le aveva concretamente mai attraversato la mente. Era soltanto un pensiero nebuloso e lontano tuttavia, tornando lucida, guardò l’altro mormorando “grazie allora” e si disse che in effetti quello era stato un periodo molto stressante.

Il ninja, intenerito, le scompigliò un po’ i capelli dopo di che si alzò ed uscì. Una volta fuori mise Ryuji al corrente delle sue condizioni, raccomandandosi di non sottoporla ad allenamenti troppo pressanti almeno per i primi giorni se non voleva che stramazzasse al suolo e poi se ne andò.

Nel frattempo, nella stanza, Sakura si stese nuovamente riflettendo sugli inconvenienti che quella novità avrebbe portato nella sua vita e in quella del compagno, sperando al contempo che il medico si tenesse la cosa per sé, meno persone sapevano e meglio era. In effetti avrebbe dovuto aspettarselo, ormai era cresciuta, aveva quindici anni. Tuttavia quel pensiero le fece venire in mente che a giorni sarebbe stato il compleanno di Sasuke e che lei avrebbe potuto fargli solo gli auguri come gli anni precedenti visto che non era sicura di avere il tempo per fargli un regalo ma, così facendo, pensando all’amico inevitabilmente si chiese:

‹‹Devo dirgli di questa cosa? E se poi lo facessi solamente preoccupare di più? No, meglio di no›› decise alla fine.

Così il giorno passò e la ragazza appena si sentì un po’ meglio uscì per allenarsi. Ryuji, come gli era stato detto, ci andò leggero e la sera Sakura, nonostante fosse stanca ed affaticata, riuscì a mangiare qualcosa dopo di che se ne andò a letto.

Nel frattempo Sasuke era alle prese con la missione che si era rivelata più ardua di quanto avesse immaginato. Il fuggitivo era un assassino di alto livello e molto prudente quindi ci misero più del dovuto per scovarlo e, una volta trovato, Orochimaru lo lasciò combattere da solo dicendo che sarebbe stato un ottimo allenamento. Difatti l’uomo era estremamente forte e Sasuke fece molta fatica a batterlo riportando così non poche ferite e, per questo motivo, ritardarono la partenza di un giorno durante il quale Sakura ebbe un netto miglioramento poiché Ryuji non calcava la mano. Infatti stando meglio, si rallegrava del fatto che l’amico non fosse tornato e non l’avesse trovata in quelle condizioni pietose, anche se era molto preoccupata per lui visto che le aveva detto che era una missione facile e ancora non era rientrato. Tuttavia, nonostante si sentisse abbastanza bene, una volta stesa e poco prima di addormentarsi, avvertì anche un certo indolenzimento al seno e si rammaricò che le fosse cresciuto così tanto pensando, in quell’occasione più di altre, che quella parte del corpo in quel momento della sua vita potesse esserle solo d’ostacolo. Inoltre, quando si era sciacquata nel fiume, spogliandosi aveva pensato che le sembrava ancora più grande del solito anche se aveva constatato con piacere che tutti i segni dell’irritazione erano spariti da quando non si fasciava più.

Il mattino seguente, essendo crollata molto presto, si svegliò prima dell’alba sentendo che però c’era qualcosa di strano. Accesa la lampada ad olio, alzando il lenzuolo scese dal letto e, vedendo che aveva la biancheria macchiata di sangue, con un po’ di angoscia pensò:

‹‹Alla fine è arrivato…›› e nel mentre si cambiò, mettendosi nelle mutandine una delle pezze di stoffa che aveva preparato il giorno precedente sperando che bastassero per poi uscire di corsa diretta al fiume per sciacquarsi, non pensando minimamente di aver potuto sporcare anche le lenzuola. Nello stesso momento però Sasuke era tornato e, distrutto poiché ancora accusava i colpi ricevuti, si era diretto alla stanza ma quando, una volta entrato, notò la luce accesa e che la compagna non c’era rimase alquanto stupito.

‹‹È solo l’alba, possibile che si stia già allenando?›› si domandò dirigendosi verso il letto ma, alzando le lenzuola per potercisi infilare e vedendo una chiazza di sangue, si preoccupò.

Dato che era unica e non molto grande capì subito che non poteva trattarsi di una ferita derivante dall’allenamento e quindi il suo pensiero volò immediatamente al fatto che stava male e si pentì amaramente di averla lasciata sola. Immediatamente uscì per cercarla e, sapendo che non sarebbe mai andata in giro per il covo senza di lui, pensando che si fosse diretta al fiume corse in quella direzione e quando vi fu arrivato, vedendola di spalle che si stava infilando la maglia, la chiamò. La ragazza nel sentire una voce sobbalzò ma, avendola riconosciuta, si girò con un sorriso stampato in volto, era davvero felice che fosse tornato e così, andandogli incontro, esclamò:

“Sasuke finalmente! È tutto a posto? Ero preoccupata per te”.

Il giovane Uchiha, ora che le era di fonte, tirò un profondo sospiro di sollievo nel constatare che stava bene e poi disse:

“Tu preoccupata per me? Semmai è il contrario? Che ti è successo! Perché ci sono le lenzuola macchiate di sangue?”.

Sakura a quelle parole sbiancò, non immaginava di aver macchiato il letto né tanto meno che il compagno potesse tornare tanto presto e così, imbarazzatissima, iniziò a balbettare:

“No…io, ecco…” come poteva dirgli una cosa del genere? E meno male che aveva deciso di tenerselo per sé!

“Allora? È stato Ryuji? Eppure lo avevo avvertito!” disse girandosi per andare dal jonin.

“No, no fermati! Non è stato lui” dichiarò frettolosamente lei afferrandolo per un braccio.

L’altro si girò a guardarla e, vedendo che era leggermente rossa, le mise una mano sulla guancia per carezzarla dopo di che, cercando di essere più delicato siccome la vedeva abbastanza imbarazzata, domandò:

“Allora cosa è successo?”.

“Io-io sono diventata una donna….capisci?” chiese abbassando la testa al colmo della vergogna per non guardarlo negli occhi e sperando di non dover essere costretta a spiegargli la cosa più dettagliatamente.

A quella dichiarazione Sasuke rimase letteralmente a bocca aperta. Non aveva mai pensato a quell’eventualità, non si era neanche mai posto il problema nonostante le sue forme fossero ormai assai evidenti. Rimase quindi senza dire nulla dato che non sapeva cosa rispondere e poi, riprendendo a carezzarle la gota, disse:

“Ho capito…era per questo che stavi male quindi…”.

La ragazza annuì incapace di parlare, se avesse potuto si sarebbe sotterrata volentieri e vedere quanto lui fosse gentile la faceva vergognare ancora di più pensando che voleva tenergli tutto segreto ma l’altro, capendo che era in difficoltà, ritrasse la mano per poi prendere la sua e dire:

“Torniamo dentro?” in fondo era ancora molto presto.

Facendo cenno di si Sakura lo seguì e, una volta in stanza, si diresse al cassetto dal quale, estratte delle lenzuola pulite, si mise a disfare il letto, il tutto sempre senza guardarlo dato che sapeva benissimo di essere bordeaux. Dal canto suo Sasuke non sapeva che fare per spezzare quell’imbarazzo e così, quando ebbe finito, dato che comunque era stanco si stese sul materasso. Poi, pensando che la cosa migliore fosse cambiare discorso, le disse:

“Sai, il combattimento è stato più duro di quanto immaginassi…”.

“È per questo che ci avete messo più del previsto? Ero molto preoccupata, in fondo mi avevi detto che era una missione facile” continuò lei sedendosi al suo fianco, grata che stesse parlando di altro.

“Si, e per la prima volta Orochimaru mi ha fatto combattere da solo. È stato difficile batterlo ma la cosa buona è che non solo ho valutato la mia forza ma che, essendo stato io a portare a termine l’incarico, mi sono preso tutto il compenso… Anzi appena possiamo facciamo un salto al villaggio e ci compriamo qualcosa che ne dici?” propose pensando che ora aveva bisogno di biancheria nuova oltre che di una maglia.

“Va bene, allora riposati oggi… Io tra poco devo andare da Ryuji” rispose guardandolo finalmente in volto e, vedendo che aveva un taglio su una guancia, allungò una mano e glielo guarì “Kabuto non è stato molto accurato, hai altre ferite?”.

“No non preoccuparti… Tu piuttosto non sforzarti troppo” e, mentre lo diceva, chiuse gli occhi assaporando quella strana sensazione che non riusciva a capire cosa fosse, era come se pace, calma e tranquillità si fossero fuse non appena erano entrati in quella stanza insieme.

Sakura lo guardò addormentarsi e poi, silenziosa, scivolò via per recarsi al suo allenamento, sperando che Ryuji non le facesse storie se ogni tanto avrebbero dovuto fare delle pause un po’ più lunghe del solito per permetterle di cambiarsi e pensando di aver bisogno di un reggiseno che le sostenesse il petto poiché, senza le bende, le dava parecchio fastidio a lasciarlo libero. Quando arrivò il ninja prese subito ad allenarla sbuffando quando dovevano fermarsi e, nel primo pomeriggio, interruppe definitivamente gli allenamenti e l’informò degli ordini del sannin:

“Per oggi basta così…ho da fare. Inoltre domani non ci vedremo, ho una missione e da dopodomani ricominceremo gli allenamenti solo il pomeriggio… la mattina devi riprendere quelli con Kabuto”.

“Va bene, ho capito. Comunque ti ringrazio per essere stato così paziente con me in questi giorni” disse pensando ‹‹infatti non me lo aspettavo proprio››.

“Ho solo eseguito gli ordini” rispose freddo.

“Ti ringrazio lo stesso, ci vediamo ciao” replicò girandosi e tornando dentro felice di avere un po’ di tempo libero.

Il ninja la osservò attentamente andare via e poi si dileguò a sua volta. Nel frattempo Sasuke continuava a dormire, come aveva detto la compagna, Kabuto non era stato molto accurato e lui doveva recuperare e così Sakura, rientrando e trovandolo addormentato restò a contemplarlo un po’, era sempre più bello. Poi, cercando di non fare alcun rumore, prese una cosa dall’armadio che aveva preparato per lui e la posò sul letto, pronta a dargliela quando si fosse svegliato e quindi silenziosamente si stese al suo fianco ma l’altro, avvertendo la sua presenza, aprì gli occhi e, vedendola sdraiata, guardandola negli occhi chiese:

“È già sera?” visto che non vi erano finestre e che la stanza era illuminata solo dalle lampade era facile perdere la cognizione del tempo, soprattutto perché sapeva che la compagna si allenava tutto il giorno.

“No, è ancora pomeriggio…Ryuji aveva da fare e mi ha lasciata libera prima. Penso che dovesse prepararsi per la missione di domani”.

“Mhh capisco…” mugolò ancora assonnato.

La ragazza, divertita dalla sua espressione, sorrise ma poi, non volendo più aspettare, tirò fuori il pacco che aveva dietro la schiena e, mettendoglielo davanti, sorridendo disse:

“Buon compleanno Sasuke”.

Questi rimase un momento spiazzato, non solo la compagna stava male ma lui pochi giorni prima se l’era presa con lei e, da quando si conoscevano, non le aveva mai fatto un briciolo di regalo né le aveva mostrato troppo interesse, mentre lei si era sempre ricordata del suo compleanno e quella volta gli aveva persino fatto un regalo. Incerto su come comportarsi, un po’ imbarazzato si mise a sedere e, quando lo aprì, vide che la ragazza gli aveva forgiato un kit medico di primo soccorso. Osservando le boccettine capì che gli infusi li aveva preparati lei stessa e così, guardandola e abbozzando quello che più si avvicinava ad un sorriso, disse:

“Grazie…io…non me lo aspettavo” era da molti anni che non riceveva un regalo di compleanno e non sapeva davvero come comportarsi.

“Figurati, sai ho pensato che ti sarebbe stato utile visto che ora vai in missione… e non ci posso essere sempre io a curarti” rispose felice nel vederlo tanto sorpreso.

“Si, lo porterò con me” affermò ‹‹ora ho capito cosa ho provato prima…quella sensazione era la stessa che provavo quando i miei genitori erano in vita…una sensazione di appartenenza e protezione… Sapere che c’è qualcuno che mi aspetta, a cui basta la mia presenza per stare bene… Sono contento di non essere solo, che l’odio non mi abbia divorato…e questo lo devo solo a te›› pensò e, spontaneamente, allungò una mano per poterle toccare il viso e poi, vedendo che come al solito era arrossita, istintivamente ritrasse il braccio per avvicinarsi e baciarla sulle labbra.

Sakura rimase piuttosto stupita da quell’azione ma non si sottrasse affatto, lo aveva desiderato troppo e così, quando le bocche si incontrarono, chiuse gli occhi e cercò di catturare ogni minima sensazione che quel gesto le stava donando, la stessa cosa che stava facendo l’altro. Questi infatti si ricordava alla perfezione il bacio avvenuto per sbaglio con Naruto e doveva ammettere che quello che stava avvenendo ora con la ragazza era completamente diverso, era molto dolce ed intenso e talmente piacevole che piano iniziò a muovere le labbra. Non aveva mai pensato a certe cose, fino a quel momento la sua unica ragione di vita era stata la vendetta e, solo allora, capì cosa in realtà stava perdendo. E non si trattava solo dell’affetto ma anche di tutto il resto. Aveva tradito i suoi amici, nonché compagni di vita, aveva trascinato Sakura in quell’inferno e la cosa che più lo feriva era che, nonostante lo avesse capito, sapeva benissimo che non sarebbe mai cambiato. Itachi era sempre nei suoi pensieri, anche se ora poteva finalmente ammettere con se stesso di essere davvero felice di non aver respinto l’amica la notte in cui era scappato. Difatti la sua vicinanza gli dava la sensazione che ci fosse ancora un briciolo di umanità in lui e vederla dolce ed imbarazzata riusciva a scaldargli il cuore che, in quel momento, sentiva battere più velocemente del normale.

Nel frattempo Sakura, sempre più stupita, lo ricambiò anche se timidamente e gli passò le braccia attorno al collo, non avrebbe mai pensato che tra di loro sarebbe successo qualcosa ma ora quel bacio la stava ripagando di tutto e, anche se non ce ne fossero stati altri, sarebbe stata contenta anche solo così. Sasuke, sentendo quelle esili braccia intrecciarglisi al collo, ovviamente non si sottrasse e le fece scendere una mano sulle spalle per poi passagliela dietro la schiena ed avvicinarla ulteriormente, pensando per la prima volta:

‹‹Non posso mettere la mia vendetta, la mia unica ragione di vita in secondo piano ma forse posso darti un minimo di felicità finché sono qui…››.

Sakura sentì il proprio petto morbido premere contro quello solido dell’amato e, anche se con un po’ di esitazione, gli passò le dita tra i capelli pensando a quante volte aveva desiderato saggiare la loro consistenza, sapere se erano veramente di seta come sembravano e sperando che quel momento non finisse mai. I due continuarono a baciarsi a quel modo per lungo tempo, senza ovviamente spingersi oltre visto che erano le loro prime esperienze e, quando si staccarono, Sasuke rimase a contemplarla. Gli sembrava così diversa dalla ragazzina viziata e superficiale pronta a litigare per un non nulla pur di attirare la sua attenzione che era solo fino a qualche anno prima e, dal canto suo, Sakura rimase a fissarlo sentendosi al settimo cielo continuando a ripetersi dentro di sé:

‹‹Mi ha baciata! Sasuke mi ha baciata! Il mio primo bacio è stato con Sasuke!›› per poi abbracciarlo e poggiare la testa sul suo petto.

Non sapeva bene cosa fare e soprattutto aveva paura di dire qualcosa di sbagliato che rovinasse tutto, come ad esempio chiedere cosa significasse tutto ciò e così si limitò a stringerlo e a gustarsi quelle nuove emozioni. A quel gesto, il ragazzo sentì il suo seno premergli sul petto, le braccia avvolgerlo e tutto quello non gli dispiaceva affatto. Non sapeva neanche lui perché l’aveva baciata, aveva voglia di farlo e, sapendo che l’avrebbe resa felice, senza pensarci troppo lo aveva fatto. In più la crescita influiva molto su di lui, la vedeva finalmente con gli occhi di un uomo e desiderava che anche lei si sentisse una donna. Non voleva però farla soffrire, era fin troppo consapevole che sarebbe durato poco ma, durante quel tempo, voleva che stesse davvero bene e che non si rattristasse così, stringendola leggermente, chiese:

“Che ne dici di sdraiarci un po’?”.

“Va bene, riposa io vado a darmi una sciacquata al fiume” disse alzandosi per prendere un asciugamano e il sapone.

A quella risposta Sasuke sospirò, la ragazza non aveva capito quello che intendeva e quindi disse:

“No, preferisco andarmi ad allenare…ho riposato abbastanza” e si alzò riponendo il kit sul comodino.

“Ok, ma non strafare” lo riprese bonariamente uscendo e facendogli un grande sorriso, era felice e si sentiva benissimo. Poi una volta giunta al fiume ed essersi spogliata, nascosta dai cespugli, si guardò il corpo vedendolo forse per la prima volta non solo come un semplice strumento per poter essere un ottimo ninja, ma anche come quello di una ragazza e allora iniziò a chiedersi ‹‹gli piacerò così? Oppure c’è qualcosa che non va?›› e nel mentre si passò la mano tra i capelli corti per poi guardare gli abiti laceri e sformati che indossava ricordandosi cosa le aveva detto Sasuke quando aveva scoperto delle bende a proposito della sua femminilità ‹‹che voglia che mi vesta diversamente? Che sia più carina?›› si domandò ancora ma rispondendosi che per quello poteva fare ben poco se non voleva che gli sguardi degli altri, a suo avviso specie quelli di Kabuto, si posassero su di lei più di quanto già non succedesse. Già, Kabuto…dopodomani lo avrebbe rivisto dopo un bel pezzo e la cosa non le andava molto a genio pensava lavandosi e stando attenta a non immergersi.

Nel frattempo Sasuke era uscito e si stava allenando con Kisuke, ovviamente trattenendo la sua forza, giusto per non pensare troppo a Sakura e a quello che provava, felice di non essere mai stato con qualcun’altra. Difatti spesso Orochimaru gli aveva offerto una donna fatta andare apposta per lui ma il ragazzo aveva sempre rifiutato, non gli piaceva il sesso a pagamento e tanto meno quelle donne. Poi tornò a pensare a Sakura:

‹‹Non mi sono mai soffermato a riflettere su quello che lei vuole… Sarà giusto costringerla a reprimere la sua femminilità? Certo se già la guardano ora, non oso pensare a cosa succederebbe se si vestisse decentemente…ma se la gente sapesse che stiamo insieme nessuno le si avvicinerebbe…›› e con questi pensieri continuò ad allenarsi fino a tarda sera.

Al contrario la ragazza, dopo aver finito, era tornata in camera e, guardandosi allo specchio, aveva cercato di pettinarsi con un po’ più cura del solito e di rammendare le maglie strappate cercandone una un po’ più decente ma alla fine desistette visto che erano tutte uguali, larghe e informi.

‹‹Beh forse è meglio così, se vede che cerco di essere un po’ più carina magari pensa che mi sono messa in testa chissà cosa›› pensò mentre andava a prendere la cena per poi sedersi a tavola e aspettarlo.

Tuttavia la sua attesa non durò molto poiché il compagno rientrò poco dopo. Senza molte parole mangiarono quanto avevano preparato per loro dopo di che si misero a letto. Come al solito Sasuke le diede le spalle aspettando che lo abbracciasse e, quando questo avvenne, mormorò:

“Buonanotte”.

“Buonanotte” sussurrò lei un po’ delusa dalla sua freddezza ‹‹brutta oca ma che pensavi? Che si sarebbe dichiarato e sareste stati felici per l’eternità?! Cretina! È stato un momento, niente di più!›› si disse mandando giù anche quella e cercando di addormentarsi il prima possibile.