Only for you

Capitolo 7

La notte trascorse rapidamente e l’indomani, come al solito, Sasuke si alzò molto presto e con gli altri si diresse al nascondiglio delle spie, aspettando che calassero nuovamente le tenebre per attaccarlo e uccidere tutti, senza risparmiarsi. Fu uno scontro terribile e sanguinoso, tuttavia la squadra del suono sapeva fin troppo bene che quello era solo uno dei tre covi nemici e di dover fare irruzione prima che questi si avvertissero e organizzassero una fuga mandando all’aria giorni e giorni di dure ricerche. Finita la prima battaglia, dato che avevano sterminato l’intero accampamento, approfittarono del mattino e di gran parte del pomeriggio successivo per riprendersi e la sera attaccarono il secondo ma, siccome un ninja era riuscito a scappare, dovettero cercare una nuova soluzione a causa quel risvolto inaspettato che avrebbe potuto costargli la vita, difatti erano esausti e, in seguito a quello scontro, rimasti solo in sette. Dopo un’accurata consultazione tra di loro giunsero alla conclusione che era meglio non muoversi ed aspettare che fossero i nemici stessi a raggiungerli, così da risparmiare energie e mettere a punto un piano per farli fuori al loro arrivo.

Durante quel lasso di tempo alla grotta, ignara di quanto stava accadendo a Sasuke, Sakura continuava a sottoporsi a continui allenamenti sfiancanti. La ragazza ce la metteva sempre tutta nonostante spesso le sembrasse che Ryuji ci godesse a portarla allo stremo e quando finivano, dato che era sudicia, andava a lavarsi al fiume, inconsapevole del fatto che ormai questi la spiava continuamente iniziando inoltre a nutrire, nei suoi confronti, pensieri e desideri sempre più perversi. Il jonin infatti, osservandola, pensava a cosa i due giovani potessero fare in quella stanza visto che, nonostante fosse cresciuto, Sasuke non accennava a voler andare con nessuna donna offertagli da Orochimaru, il quale gli riservava le più belle e voluttuose prostitute per spronarlo ma senza raggiungere lo scopo.

Nel frattempo, a qualche centinaia di chilometri di distanza dal covo, la notte dello scontro finale per il gruppo del sannin era finalmente giunta. Difatti, come la squadra si era aspettata, lo shinobi scampato al secondo massacro aveva avvertito i propri compagni, fino a quel momento ignari degli attacchi portati alle loro basi segrete, e questi si erano messi in marcia. Una volta giunti sul posto, dopo aver tenuto debitamente d’occhio il loro ex-nascondiglio ed essersi assicurati che Orochimaru e gli altri non si fossero allontanati, non appena calò il sole, attaccarono. Ovviamente i ninja del suono, avendoli aspettati, furono ben preparati a riceverli o meglio, tutti tranne Sasuke il quale sobbalzò nel trovarsi di fronte il fratello.

“Oh ci sei anche tu, non contavo di rincontrarti…evidentemente questo è il tuo giorno sfortunato” lo apostrofò questi prima di lanciarsi all’attacco sferrandogli una serie di pugni allo stomaco che il ragazzo ricevette in pieno.

Infatti il minore degli Uchiha non si aspettava di vederlo, o più precisamente, non di ritrovarselo davanti così all’improvviso ed Itachi, approfittando del suo stato di smarrimento, continuò a martellarlo di colpi e, per umiliarlo ulteriormente, buttandolo a terra chiese:

“Allora non sei migliorato nemmeno un po’? Si vede che non mi odi abbastanza, c’è forse qualcosa che ti distrae?”.

‹‹Non ti odio abbastanza? Grazie a te ho perso tutto, la famiglia, gli amici, presto perderò il mio corpo e anche Sakura…›› pensò il ragazzo cercando di rialzarsi, dire che lo odiava era altamente riduttivo.

Tuttavia, pur nel mezzo della battaglia e con addosso diversi ninja, Orochimaru, avendo visto chi era l’avversario del suo contenitore, furioso si chiese:

‹‹Maledizione e lui che ci fa qui? Sasuke non è ancora pronto….non posso permettergli di attaccarlo›› quindi con tono minaccioso urlò “Kisuke, affronta tu Itachi, qui me la cavo da solo. Se succede qualcosa a Sasuke ti ammazzo!”.

A tali ordini il ninja si frappose prontamente tra i due così che il sannin, dopo aver rapidamente fatto fuori gli avversari, corse dall’allievo e disse:

“Andiamo via, questo non è più posto adatto a te”.

Purtroppo per il sannin però, il giovane shinobi, vedendo Itachi combattere con un avversario che non era lui, ripresosi dalla botta e dallo shock procuratogli da quelle parole oltre a quello di esserselo ritrovato davanti senza preavviso, urlò:

“No!” e, senza dargli il tempo di fare nulla, si lanciò contro il fratello che, in quel modo, si ritrovò ad affrontare sia lui che Kisuke, ma questo non costituiva certo un problema anche se erano entrambi piuttosto forti, specie Sasuke.

Infatti, nonostante quello che gli aveva detto, si era perfettamente accorto che era migliorato molto anche se, ovviamente, non era ancora alla sua altezza e quindi lo schernì ancora:

“Hai bisogno di aiuto per potermi fronteggiare?”.

“Sta zitto!” gridò furioso l’altro che, spingendo via Kisuke per poter combattere da solo, afferrò un kunai mirando dritto alla gola dell’avversario e con odio affermò “ti ammazzo!”.

Sfortunatamente per lui però Itachi si dissolse non appena gli conficcò la lama affilata nel collo, infatti quella non era che una stupida illusione e Sasuke, che ci era cascato in pieno, sentì la sua voce beffarda dietro di sé dirgli:

“Non ci siamo, te l’ho detto sei debole…non c’è quasi gusto ad ucciderti” dopo di che fu lui a piantargli un pugnale nella schiena.

Il ragazzo, che non aveva neanche fatto in tempo a girarsi, urlò per il dolore e Kisuke, che fortunatamente era anche un ninja medico, si precipitò per soccorrerlo.

Nel frattempo Itachi e il suo braccio destro, Kisame, si erano volatilizzati con altri cinque dei loro compagni ma, prima di sparire, l’Uchiha maggiore dichiarò:

“La prossima volta che ci vedremo ti ucciderò fratellino, tu non potrai mai battermi” difatti lo aveva ferito ma, come sempre, senza mirare ad un punto vitale anche se avrebbe potuto farlo benissimo e questo solo perché voleva prolungare la sua agonia ancora per un po’, gli piaceva troppo quel suo sguardo carico d’odio.

Intanto Sasuke, rimasto a terra inerme, sentì il proprio rancore rinnovarsi e, il non riuscire a muoversi per il dolore, non fece che infervorarlo ulteriormente mentre il ninja medico al suo fianco si affannava per arrestare l’emorragia e salvare la pelle ad entrambi visto quello che gli sarebbe capitato se lo shinobi fosse morto. Contemporaneamente, poco distante, un Orochimaru alquanto infuriato per quanto successo, gli si portò davanti e, squadrandolo sprezzante dall’alto in basso, gli disse:

“Sei pazzo o cosa? Vuoi ammazzare Itachi quando non riesci ancora a sconfiggere me! Mi fai ridere”.

Il giovane ninja, ancora impietrito dal dolore e pervaso dal risentimento, non poté far altro che mordersi la lingua. Era furioso, tutti i mesi passati ad allenarsi sembravano non essere serviti a nulla. Il fratello lo aveva messo al tappeto con i primi colpi e ferito quasi a morte poco dopo, mentre lui non era riuscito ad opporre la minima resistenza e, la cosa che più gli bruciava, era il fatto che, ancora una volta, era stato l’altro a decidere di non ucciderlo.

‹‹Perché ogni volta dice che sarà la prossima e poi non lo fa? Per quale motivo continua a tenermi in vita?›› si chiedeva però ovviamente non disse nulla.

Difatti faticava non poco a respirare e, se avesse aperto bocca, sicuramente sarebbe stato per mandare a quel paese Orochimaru ma, non essendo nelle condizioni di poterselo permettere, tacque aspettando che Kisuke finisse di medicarlo e gli desse almeno il sollievo fisico visto che quello morale non poteva donarglielo. Nel frattempo il sannin lo fissava divertito pensando che, nonostante le parole che gli aveva rivolto poco prima, i tempi fossero quasi maturi e che ben presto il ragazzo sarebbe diventato imbattibile. Durante la medicazione anche il resto del gruppo si riposò ma, non appena Sasuke poté muoversi, si spostarono dal campo di battaglia accampandosi più lontano per poter trascorrere la notte. Il giorno seguente, quando furono tutti in grado di sostenere diverse ore di cammino, si misero in marcia arrivando al covo nel tardo pomeriggio.

Tuttavia Sakura che a quell’ora era alle prese con Ryuji che come al solito la incalzava senza sosta, non si accorse del loro ritorno così Sasuke, una volta rientrato nella grotta, si recò nella stanza di Orochimaru, ritirò la somma pattuita ed esausto, nonché ancora visibilmente irritato, non andò neanche a cercare la compagna bensì si ritirò immediatamente in camera dove, lavatosi il viso con l’acqua del catino, si buttò sul letto a rimuginare. Nel frattempo, poco distante da lui, l’allenamento continuava, difatti Ryuji lasciò libera la sua allieva solo verso l’imbrunire e questa, distrutta, senza nemmeno curarsi si trascinò dentro chiedendosi quando sarebbe tornato il suo amore. Era veramente preoccupata per lui, specialmente per quanto le aveva detto prima di partire e, per questo, la sua sorpresa fu grande quando lo vide.

“Sasuke sei tornato!” esclamò felice.

Nel sentire la sua voce il ragazzo si tirò a sedere e, dato che la compagna non si era curata, potendo vedere tutte le ferite che in realtà aveva probabilmente ogni giorno, la sua rabbia aumentò poiché ancora una volta si trovava a fare i conti con la sua debolezza.

‹‹Se fossi stato più forte non sarei dovuto diventare un traditore, non avrei costretto Sakura ad affrontare prove così pesanti e soprattutto non avrei ferito Naruto›› pensò furioso.

L’odio che provava verso se stesso ed il mondo intero era talmente grande che si dovette mordere la lingua per non rispondere male anche a lei che chiaramente non centrava nulla ma questa, vedendo il suo sguardo duro nonché la direzione su cui esso si posava, capì che aveva notato le abrasioni. Pacatamente si andò a sciacquare il viso dopo di che, usando il suo miglior sorriso, si sedette al suo fianco iniziando a curarsi con noncuranza e chiedendogli:

“Allora tutto bene?”.

“No, nulla va bene e pare che solo tu non te ne accorga!”.

“C-che vuoi dire?” chiese incerta.

“Ma non lo vedi come sei ridotta?” gridò ‹‹e come continuo ad essere debole?››.

“Ma non è niente, veramente!” sdrammatizzò maledicendosi per non essersi curata prima di rientrare, anche se non era colpa sua in quanto non poteva sapere che era tornato.

“Niente certo! Per te basta starmi vicina, vero? Il resto non è niente!” urlò più forte, dando sfogo a tutto il suo rancore.

“Si è a posto così!” gridò lei a sua volta alzandosi dal letto “si può sapere che hai tutto ad un tratto?”.

“Ho che mi sono stufato della tua presenza!” rispose malamente e, sollevandosi anche lui, se ne andò sbattendo la porta ‹‹come può andarle bene in questo modo? Ma soprattutto come posso aver sprecato questi mesi, i nostri mesi? Come faccio a diventare più forte…? Per quanto migliori sembra che mio fratello sia sempre irraggiungibile…›› si chiedeva dirigendosi verso il ruscello per potersi lavare.

Intanto nella grotta, a quella che per lei era una scenata insensata, Sakura rimase senza parole, non lo capiva proprio e così non poté fare a meno di domandarsi:

‹‹Andava tutto bene finché non è partito, possibile che sia successo qualcosa?›› e nel mentre andò a prendere l’occorrente per poter fare un tuffo nel fiume ‹‹almeno sott’acqua posso piangere senza che nessuno mi senta›› pensò uscendo e sentendo un grande peso gravarle sul petto ‹‹e se si fosse veramente stufato di me?›› si chiedeva con orrore avvicinandosi al corso d’acqua ma, così facendo, vide l’oggetto dei suoi pensieri uscirne per arrivare alla riva, dritto davanti a lei e a pochi passi di distanza.

C’era solo la luce della luna piena ad illuminare la radura ma, nonostante ciò, la ragazza poteva vedere benissimo che era cresciuto. Le spalle ora erano larghe, il torace ben modellato e i muscoli sul ventre tesi mentre le goccioline d’acqua sulla sua pelle brillavano alla pallida luce lunare come fossero cristalli. Di fronte a tale visione Sakura rimase per un attimo paralizzata a contemplarlo, tuttavia si riscosse dicendosi che era nudo e soprattutto che si sarebbe arrabbiato ancora di più se avesse pensato che lo stava sbirciano apposta o qualcos’altro del genere perciò, con le guance in fiamme, indietreggiò di qualche passo tenendo la testa piegata verso terra con l’intenzione di andarsene ma il ragazzo, anch’esso a capo chino, udendo il rumore di un ramoscello spezzarsi alzò subito lo sguardo. Così facendo notò la compagna a pochi passi da lui che teneva il viso basso ma, senza scomporsi troppo e continuando a camminare nella sua direzione, chiese:

“Che fai qui?”.

“Ecco io, io ero venuta a lavarmi…non pensavo di trovarti qui…non ti ho seguito, scusami” rispose e, sentendo la sua voce più vicina, avvertì il cuore batterle più velocemente.

Non era la prima volta che lo guardava senza maglia dato che lo curava spessissimo ma in quei frangenti non ci faceva molto caso in quanto, ovviamente, era preoccupata per la sua salute e soprattutto quella era la prima volta che lo vedeva completamente nudo ed in più, a farle avere quella reazione, c’era il fatto che in quello scenario era una visione davvero mozzafiato. Nel frattempo Sasuke, arrivato ormai a pochi centimetri da lei, si chinò per prendere la biancheria e, dopo essersela messa, le si parò di fronte e, mettendole un dito sotto al mento, glielo fece alzare per poterla guardare in volto. Era rossissima e sentiva perfettamente che stava tremando leggermente. Vedendola in quello stato sentì tutta la sua rabbia dissolversi e fare posto alla tenerezza tuttavia non poté fare a meno di prenderla in giro, se non altro per smorzare la tensione, e così disse:

“Come mai tutta rossa? Mica è la prima volta che mi guardi, no?”.

“No…ecco io….” balbettò confusa guardandolo negli occhi “non- non è questo” riuscì a dire alla fine.

“E cos’è?”.

“Non voglio che pensi che ti ho seguito, ti starò lontana se è questo che vuoi” mentì, o meglio, dicendo solo una parte di verità perchè era vero che vederlo in quello stato le aveva fatto un certo effetto.

“Lo so che non mi seguivi…o non avresti portato sapone e asciugamano…” disse lasciandola.

“Mmhh scusami ancora” mormorò girandosi per inoltrarsi tra i cespugli e lavarsi a sua volta sperando di calmarsi.

“Non preoccuparti” rispose e, una volta vestito, si mise seduto poco lontano per aspettare che finisse.

Nel frattempo Sakura si spogliò in fretta e si buttò in acqua pensando:

‹‹Non sembrava arrabbiato…chissà cosa gli è successo…›› non riuscendo però a togliersi dalla mente quella visione incantevole. Rimase a mollo per qualche minuto finché, anche se non era molto più calma di quando vi era entrata, non appena finito di lavarsi uscì e, dopo essersi asciugata, si rivestì senza scordare le bende ma, sbucando fuori dai cespugli, nel vedere Sasuke seduto in terra, sorpresa gli chiese “che ci fai qui?”.

“Quello che faccio sempre…ti aspetto” disse guardandola e stupito da quella domanda.

“Oh! Non credevo l’avresti fatto…” mormorò.

A quella risposta, sapendo perfettamente di essersi sfogato ingiustamente con lei, Sasuke sospirò e poi disse:

“Ho incontrato Itachi”.

A Sakura parve che qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco nel sentire quella notizia tuttavia, cercando di apparire il più calma e tranquilla possibile e sedendosi sull’erba al suo fianco, chiese:

“Ah! Vuoi raccontarmi?”.

“C’è poco da raccontare, mi ha steso nel giro di un minuto” rispose gelido.

“Però sei ancora vivo, no?” replicò non sapendo bene cosa dire né come comportarsi, anche perchè non si aspettava che le rispondesse ancora.

“Già ma solo perché lo ha deciso lui…come al solito….”.

“Non abbatterti, impegnati e vedrai che riuscirai a sconfiggerlo la prossima volta, ne sono sicura!” lo incoraggiò posandogli una mano sulla spalla.

“Impegnarmi…pensi che non lo stia già facendo?” e nel dirlo la guardò dritta negli occhi.

“Non-non intendevo questo ma solo di continuare” mormorò abbassando lo sguardo imbarazzata e circondandosi le gambe con le braccia ‹‹lo sapevo, che parlo a fare? Combino solo casini››.

Il ragazzo sospirò di nuovo e, alzandosi, disse:

“Torniamo dentro”.

A quelle parole Sakura si mise in piedi e, senza aggiungere altro per paura di poter peggiorare le cose, lo seguì però mentre camminava pensava:

‹‹Ma che scema! Sono venuta qui per aiutarlo, per sostenerlo ed ora non sono nemmeno capace di dirgli due parole di conforto? Sono proprio inutile…››.

Tuttavia il compagno, vedendo che si era nuovamente intristita e sapendo bene di essere intrattabile quando si parlava del fratello, le prese la mano e gliela strinse per farle capire che andava tutto bene. Lei, un minimo rasserenata, ricambiò la stretta e poi, facendogli un debole sorriso, disse:

“Vado a prendere la cena” in quel momento si sentiva la persona più insignificante della terra e non riusciva a sostenere il suo sguardo.

“No, resta qui” replicò precipitosamente lui senza lasciarla.

“V-va bene, come vuoi” rispose stringendo la presa e domandandosi ‹‹perché è così gentile visto tutti i guai che gli procuro?››.

Così i due entrarono nella loro stanza e, solo una volta richiusa la porta, Sasuke le liberò la mano dopo di che le spiegò:

“Non volevo prendermela con te ma vedere quelle ferite mi ha fatto sentire ancora più impotente”.

“Impotente…ma che dici?!” esclamò stupita.

“Solo la verità” rispose pensando ‹‹desidero battere Itachi ma non riesco neanche a proteggere una persona a me cara…›› perché ormai era chiaro come il sole che le si era affezionato, era inutile continuare a mentire a se stesso. Quando era fuori non faceva che chiedersi se stesse bene e, ogni volta che tornava da una missione e la trovava addormentata, un leggero sorriso gli inarcava le labbra sul volto quasi sempre impassibile per il semplice sollievo di trovarla lì.

“Beh non è vero, tu puoi fare molto, hai tutte le capacità per riuscirci…devi solo insistere” disse lei sorridendogli dolcemente ‹‹come puoi dire una cosa del genere quando anche solo guardarti mi fa stare meglio?››.

Non sapendo come risponderle ma grato che lo sopportasse e non lo lasciasse, Sasuke la guardò negli occhi e poi le disse:

“Vado a prendere la cena, non muoverti” difatti sapeva che Orochimaru aveva fatto andare molte ragazze dal villaggio e non voleva che Sakura vedesse o sentisse qualcosa di strano per quanto era possibile.

“Va bene ti aspetto” rispose e lo vide uscire però, sedendosi a tavola, si chiese ‹‹perché non ha voluto che ci andassi io prima? Questa sera è veramente strano ma è normale dopo quello che ha passato, almeno spero…›› poi si ricordò che entrando aveva sentito canti e rumori insoliti e solo allora capì ‹‹non sarà perché il sannin ha fatto venire…oh Sasuke…›› pensò sorridendo.

Poco dopo il ragazzo tornò chiudendosi immediatamente la porta alle spalle, come previsto nel corridoio già iniziavano a riecheggiare le flebili voci degli altri abitanti e soprattutto quelle delle donne che si prestavano a soddisfare i loro desideri. Piano si diresse verso di lei e, poggiato il vassoio al centro della tavola, per fare conversazione disse:

“Sai…penso che dopo quanto successo Orochimaru sarà ancora più intransigente… “.

“Cioè? Spiegati meglio” chiese con un filo d’apprensione.

“Mi aveva detto di andare via ma io mi sono buttato addosso ad Itachi…”.

“Capisco, e quindi cosa credi ti farà fare? Allenamenti più duri?”.

“È possibile, mi lascerà meno autonomia e soprattutto credo che mi porterà in missione spesso”.

“Ah!” esclamò Sakura posando la ciotola, a quell’affermazione la poca fame che aveva le era completamente passata “vedrai che non ci sarà nessun problema ho fiducia in te” riuscì ad aggiungere dopo qualche istante.

Sasuke annuì ma, vedendo che aveva lasciato tre quarti di cibo nel piatto, disse:

“Finisci tutto”.

“Non mi va più, sono solo stanca” replicò ed era vero si sentiva a pezzi, quel giorno Ryuji era stato più pressante del solito.

“Se non mangi finisci che ti indebolisci…fai uno sforzo” insisté, non voleva certo che crollasse.

“Va bene” mormorò e, per accontentarlo, riprese a mangiare ma dopo qualche boccone posò nuovamente le bacchette, non ce la faceva proprio.

Sasuke vedendola non se la sentì di forzarla ulteriormente e così, preso il vassoio, lo portò alle cucine e, una volta rientrato, disse:

“Sarà meglio riposare”.

Sakura annuendo si alzò e, dandogli le spalle, sapendo che il compagno avrebbe fatto lo stesso, si avvicinò al suo cassetto, si cambiò infilandosi la maglia con cui dormiva e si mise sotto le coperte poi, quando Sasuke fece altrettanto, lo abbracciò sentendo però il cuore battere un po’ più veloce del solito visto che le tornava di continuo in mente la scena del fiume ma, data la stanchezza, poco dopo entrambi crollarono esausti.