Only for you

Capitolo 10

L’indomani Sasuke si svegliò molto presto e, leggermente stanco per essersi allenato tutto il pomeriggio precedente che avrebbe dovuto invece dedicare al riposo vista la difficoltà e le ferite riportate nella missione appena svolta, decise che sarebbe stata quella la giornata in cui si sarebbero diretti al Suono. Dopo essersi andato a lavare al fiume, tornò in camera non fermandosi neanche a prendere la colazione poiché aveva deciso che ne avrebbero fatta una decente non appena giunti al villaggio e, senza perdere ulteriore tempo, avvicinandosi al letto la chiamò:

“Sakura”.

“Mmmhh si, cosa c’è?” domandò lei mentre si metteva a sedere stropicciandosi gli occhi, incuriosita dal tono del compagno ma con voce ancora impastata dal sonno.

“Dai alzati che andiamo al villaggio”.

“Eh?! Veramente?” chiese felice, era davvero tanto che non vi si recavano ed inoltre, nonostante glielo avesse detto il giorno prima, non pensava che sarebbe successo così presto.

“Certo, avanti preparati” affermò girandosi per preparare i soldi che gli sarebbero serviti e lasciarle il tempo di vestirsi.

Appena il ragazzo le ebbe dato le spalle, Sakura schizzò fuori dal letto e, dopo essersi cambiata ed aver preso il necessario, corse al fiume. Quasi non le pareva vero, una giornata intera con Sasuke in giro da soli! Grazie a quel pensiero si preparò in fretta e, quando rientrò, si pettinò con cura osservandosi allo specchio dicendo:

“Sono pronta, andiamo!” ed uscirono.

Una volta arrivati al villaggio fecero colazione dopo di che iniziarono a guardare i negozi. Sasuke aveva bisogno di pantaloni nuovi e per questo chiese alla compagna di aspettarlo fuori dalla bottega ma quando uscì, vedendo che dei ragazzi poco più grandi le stavano parlando, le si avvicinò dicendo:

“Ho fatto possiamo andare”.

“Si certo” rispose lei con un sorriso prendendolo per un braccio e incamminandosi.

Era grata che fosse tornato, difatti quei ragazzi non le stavano dicendo niente di particolare ma non gradiva ugualmente le loro attenzioni poiché l’unico da cui voleva riceverne era il suo Sasuke. I due andarono in un altro paio di negozi in cui i commessi riempirono la giovane di complimenti e carinerie, un fruttivendolo le regalò addirittura una succosissima mela rossa che la ragazza gustò dopo averla sciacquata ad una fontanella. Finito il giro delle botteghe pranzarono ma la cosa non cambiò, i ragazzi non distoglievano lo sguardo dalla bella Sakura e Sasuke, che fino ad allora non ci aveva badato, non poté non notare coloro che la puntavano tuttavia, siccome ogni volta gli lanciava sguardi di fuoco, quelli intimoriti si giravano dall’altra parte o riprendevano a parlare tra loro. Dopo pranzo fecero una passeggiata e poi, quando i negozi riaprirono, passando davanti ad uno che vendeva abiti ed accessori femminili, senza voler entrare nei particolari, Sasuke disse:

“Perché non vai dentro? Magari trovi qualcosa che ti piace”.

“Beh si…in effetti mi servirebbe qualcosa…mi aspetti qui?” chiese un po’ in difficoltà pensando a cosa doveva prendere.

“Si a quell’emporio” disse indicandolo e porgendole i soldi.

Senza aggiungere altro ma tuttora stranita poiché doveva ancora abituarsi al fatto che dipendeva dal compagno in tutto e per tutto, dato che Orochimaru non voleva che avesse denaro proprio per paura di un possibile contatto tra lei e qualcuno della foglia, Sakura entrò e chiese aiuto ad una commessa per comprare un paio di reggiseni ed altra biancheria. A questi aggiunse una maglia ed un pantalone più stretti e femminili, pensando che poteva indossarli in stanza, e altri tre larghi come quelli che aveva indosso esclusivamente per gli allenamenti. Difatti aveva comprato una coppia d’abiti diversi dal solito solo per esaudire il desiderio di Sasuke, se voleva vederla un po’ più carina lo avrebbe accontentato ma non si sarebbe mai mostrata a quel modo anche agli altri del covo. Quando ebbe finito raggiunse l’amico al negozio che le aveva indicato e poi i due uscirono da lì per riprendere la passeggiata. Nel tardo pomeriggio si presero un gelato e nel mentre Sasuke non smetteva di guardare le ragazze che c’erano al villaggio. Ovviamente non perché gli piacessero ma per osservare come erano vestite e come si comportavano. Tutte sembravano molto allegre, ben curate ed indossavano vestiti carini e in quel momento gli venne spontaneo chiedersi se l’amica fosse felice. Certo la vedeva speso sorridere e notava il modo in cui il suo viso si illuminava non appena incrociava il suo sguardo ma si domandava se fosse sufficiente o, se anche la compagna, non volesse essere come loro. Tuttavia, nonostante tali pensieri, il suo volto rimase impassibile e freddo. Però per cercare di non rimuginare troppo e per scaricarsi un po’ di colpe dalla coscienza si diceva che, in fondo, lui non l’aveva mai costretta a seguirlo e che la ragazza si era scelta da sola il proprio destino così, senza aprire bocca, finì di mangiare.

Ad ogni modo le preoccupazioni di Sasuke erano infondate poiché Sakura, in realtà, non rimpiangeva affatto di averlo seguito, certo non poteva negare che la sua vita ora fosse molto dura e difficile ma, vedere anche solo una delle piccole attenzioni che l’altro le riservava, la ripagava per ogni sforzo specialmente le rare giornate come quella, tanto che esclamò sorridendo:

“Sai sono stata benissimo oggi!”.

“Mi fa piacere” disse lui posando il bicchiere vuoto “cosa vuoi fare ora?”.

“Ho visto che fuori dal villaggio c’è una grande distesa di papaveri rossi, ti va di andarci?” chiese sperando di non apparire troppo frivola o peggio ancora infantile.

“Va bene andiamo, fammi strada” rispose alzandosi.

Così i ragazzi si incamminarono. Arrivati, posarono le buste al limitare del campo e Sakura vi entrò iniziando a correre tra i fiori, erano i suoi preferiti e da quando lo aveva visto tempo addietro aveva sempre desiderato farlo. Una volta arrivata nel mezzo si stese a terra guardando il cielo mentre Sasuke, che ovviamente non aveva il suo entusiasmo, la seguì lentamente sentendosi però bene nel vederla così felice e, appena raggiunta, le si mise davanti e la fissò pensando:

‹‹È la solita bambina…›› ma in fondo gli piaceva anche per quello e così si stese al suo fianco, godendosi quella giornata che sembrava talmente normale da fargli dimenticare che erano due traditori e che poco dopo sarebbero dovuti tornare in quella grotta buia.

Vedendolo così vicino Sakura gli si accostò ulteriormente, timidamente lo abbracciò posando la testa sul suo petto sperando che non la respingesse e, quando questo non avvenne, mentre continuava ad ammirare quella distesa rossa intorno a loro mormorò:

“È bellissimo qui… Sai, mi piacerebbe vivere in una casetta in cui, aprendo le finestre ogni mattina, li vedrei” confessò.

Tuttavia a quelle innocenti, quanto per lui tristi parole l’altro si incupì ma, per non rovinare quella bellissima giornata, carezzandole la schiena disse:

“Lo farai…”.

“So bene che rimarrà solo un sogno e non mi importa, io sono felice anche così” ribatté alzando la testa per guardarlo negli occhi sorridendo dolcemente e pensando ‹‹senza di te potrei stare anche in una reggia ma non sarei mai felice››.

Sasuke la guardò, se la fece più vicina per baciarla come aveva già fatto e poi, staccandosi, affermò:

“Ed io invece sono sicuro che succederà prima o poi…”.

“Solo se ci sarai tu al mio fianco” rispose e, detto ciò, gli si riavvicinò timidamente per dargli un altro bacio che il compagno ricambiò, se non altro per non replicarle che quella era una fantasia irrealizzabile.

Vedendo che non veniva fermata, Sakura gli poggiò le mani sul petto stringendogli forte la maglia, sapeva benissimo anche lei che non sarebbe mai successa una cosa simile ma si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato nel lasciarsi andare a un sogno una volta tanto però, sentendo gli occhi pizzicarle, continuò a tenerli chiusi e a ricambiarlo e così Sasuke la strinse forte, sfiorandole la guancia liscia con una mano ed asciugandole una lacrima che inevitabilmente le era uscita. Poi dolcemente si staccò e, facendole poggiare la testa sul proprio petto, iniziò ad accarezzarle i capelli e a quel gesto Sakura sospirò:

“Grazie di tutto”.

Tuttavia il ragazzo non rispose, non si sentiva di meritare tali parole visto quanto la faceva soffrire così continuò a lisciarle i capelli in silenzio osservando il cielo farsi sempre più scuro e le prime stelle apparire ma a quel punto Sakura, seppure a malincuore dato che se fosse stato per lei sarebbe rimasta in quel posto in eterno, si staccò e, mettendosi a sedere, disse:

“Credo sia ora di tornare, non vorrei che ci facessero storie”.

“Tranquilla, se succede me le sorbisco io” rispose lui pacato, voleva restare lì, vedere quei puntini lontani che riuscivano comunque ad illuminare le tenebre della notte, illudersi ancora per un po’ che fossero due ragazzi normali, non voleva rintanarsi in quella stanza che in quel momento gli sembrava tremendamente stretta.

A quelle parole la compagna gli sorrise teneramente, aveva voglia di baciarlo ancora però non sapeva se fosse il caso perciò si limitò a sfiorargli la guancia con le labbra rimettendosi giù e così i due rimasero in quel luogo fino a tardi. Sasuke sapeva che ormai Orochimaru non dubitava più di loro e che quindi poteva permettersi di prendersi maggiori libertà. Quando scese il freddo tornarono alla grotta e il ragazzo andò dal sannin poiché aveva saputo che lo aveva cercato dando modo a Sakura di mettere a posto i propri acquisti da sola, senza che lui potesse vederli.

L’uomo, che intanto lo stava aspettava nella solita stanza, pensava al da farsi vista la sorpresa che gli aveva riservato la ragazzina diventando donna e decise che, se fosse successo qualcosa di spiacevole come una gravidanza, l’avrebbe lasciata nelle mani di Kabuto, per il resto Sasuke al momento poteva farci quello che gli pareva. Tuttavia i suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si apriva e, quando il giovane ninja entrò, con finto interessamento gli disse:

“Spero tu ti sia riposato oggi perché domani dovremo ripartire. Ti dico subito che probabilmente sarà una missione lunga e non so bene quanto durerà visto che dovremo rapire una persona, ma dobbiamo prima trovarla e al riguardo abbiamo solo delle informazioni vaghe”.

“Ah…ho capito…” rispose un po’ angosciato al pensiero di lasciare la compagna da sola per troppo tempo ma sapendo di non potersi opporre.

Il sannin non aggiunse altro, quindi Sasuke si congedò e tornò in camera dove Sakura si era già messa a letto dopo aver indossato per la prima volta in vita sua un reggiseno e stando in effetti molto più comoda. Dopo averla informata della missione e fatto delle raccomandazioni, si stesero e quando la ragazza lo abbracciò sentì che c’era qualcosa di diverso in lei ma non capì bene cosa, poco avvezzo com’era all’universo femminile.

Durante la sua assenza Sakura si divise tra Kabuto e Ryuji, col primo stava la mattina e questi notò subito il suo cambiamento dato che l’ultima volta che l’aveva vista si bendava ancora e gli vennero in mente degli esperimenti che gli sarebbe piaciuto fare su di lei per poter conoscere più a fondo i cambiamenti anatomici operati dalla pubertà. Ma dato che Orochimaru, fino a che non si sarebbe appropriato del corpo di Sasuke, non gliel’avrebbe mai permesso si limitava a fissarla immaginandoseli e fantasticando anche su cosa poter fare di lei una volta che quel ragazzino di ghiaccio non fosse più stato tra i piedi. Con Ryuji, invece, stava il pomeriggio e questi era ogni giorno più severo, la sottoponeva ad allenamenti sempre più duri durante i quali a causa delle sue forme, ora più delineate e per questo provocanti, spesso la toccava o ricercava un contatto fisico specie nel corpo a corpo. Difatti, quando la atterrava, nel vederla stesa sotto di lui la immaginava completamente nuda poiché, a forza di spiarla, la brama nei suoi confronti era cresciuta a dismisura, soprattutto perché ogni volta si chiedeva come avrebbe reagito lei se le avesse strappato la maglia e baciato i seni. Si domandava se sarebbe corsa dal suo Sasuke a spifferargli tutto o se si sarebbe vergognata e quindi avrebbe tenuto tutto per sé così da permettergli di abusare di lei a suo piacimento, se davvero il ragazzo la prendeva oppure se era ancora una verginella innocente da profanare e, più di ogni altra cosa, come quell’odioso moccioso si sarebbe infuriato nel sapere che il suo terreno di gioco privato era stato invaso da qualcun altro. Pensava che sarebbe stato veramente divertente poter vedere una qualche espressione del genere sul suo volto sempre impassibile e lo avrebbe fatto se non fosse stato certo che il sannin lo avrebbe severamente punito.

Anche se molto lentamente in quel modo passarono due settimane, Sasuke finalmente tornò e la prima cosa che fece fu andare a cercare Sakura che ovviamente si stava allenando. Il ragazzo infatti non aveva perso l’abitudine e, ogni volta che poteva, andava a vedere i suoi combattimenti sia per tenere sotto controllo Ryuji, sia per constatare i progressi della compagna. Chiaramente rimaneva nascosto e si tratteneva dal dare addosso al jonin ma un giorno, vedendo come le sue pressioni sulla ragazza fossero più pesanti e violente del solito, uscì allo scoperto. Ryuji naturalmente lo aveva fatto apposta per farlo saltare fuori poiché, sebbene Sakura non avesse ancora la capacità di accorgersi di lui perché troppo concentrata sul combattimento, il jonin aveva avvertito benissimo la sua presenza e quindi, per provocarlo, aveva calcato la mano. Sasuke, infuriato, ovviamente gli diede addosso dicendogli che doveva darsi una regolata mentre l’altro gli rispose senza scomporsi che la ragazza ormai era in grado di cavarsela da sola. Iniziarono così a litigare furiosamente tanto che Kabuto, accortosi di ciò, andò ad avvisare Orochimaru che, data la situazione, vietò categoricamente al suo allievo di assistere agli allenamenti di Sakura in futuro. Dato il tono e soprattutto lo sguardo piuttosto irritato del sannin, Sasuke fu costretto a cedere, ben sapendo quali sarebbero state le conseguenze per l’amica se avesse continuato per poi allontanarsi ma non prima di aver lanciato a Ryuji uno sguardo tale da incenerirlo. Nei giorni successivi, per tenerlo il più lontano possibile dagli altri due, Orochimaru gli affidò una missione dopo l’altra che poteva svolgere da solo o con l’aiuto di Kisuke. Queste erano così facili che il più delle volte l’Uchiha andava e tornava in giornata anche se comunque non si poteva mai essere certi di quando ci fosse e quando no. Intanto l’estate avanzava e il caldo era sempre più torrido, tanto che Sakura nei momenti liberi andava al fiume per tenere almeno i piedi ammollo così da trovare un po’ di frescura e intanto studiava sui rotoli di arti mediche.

Era quasi finito agosto quando Orochimaru convocò Sasuke dicendogli che lui e Kabuto sarebbero partiti l’indomani per stare via come minimo due settimane e che quindi lasciava nelle sue mani il controllo del covo, raccomandandosi che non succedesse nulla in sua assenza ed ovviamente il ragazzo annuì impassibile come sempre. Una volta tornato in stanza raccontò tutto alla compagna e questa a quella notizia fu veramente felicissima, trovava la presenza di Kabuto molto soffocante e stava pensando seriamente di bendarsi di nuovo per lo meno in sua presenza. Inoltre sperava che, senza il controllo di Orochimaru, lei e Sasuke sarebbero riusciti a passare più tempo insieme visto che ultimamente si erano visti e parlati piuttosto poco poiché lui aveva degli orari assurdi. Così quella sera, una volta a letto, lo abbracciò stretto dato che erano parecchi giorni che non lo faceva visto che quando lui tornava lei si era già addormentata e gli disse:

“Sono felice che starai qui per un po’”.

“Già” rispose lui dato che in fondo le era mancata “come va con Ryuji?”.

“Al solito, per lui sarò sempre una schiappa” ridacchiò sapendo che in realtà ne aveva fatti di progressi.

“Beh, cambierà idea quando lo batterai” la rassicurò accarezzandole un braccio.

“Chissà…penso che anche allora dirà che è stato solo un caso” replicò sorridendo, felice che la stesse sfiorando.

“Mhh… non ammetterà mai l’evidenza… Dormiamo, da domani possiamo prendercela più con calma e, visto che Kabuto non c’è, possiamo riposare anche la mattina”.

“Si, finché Ryuji non lo scopre e non mi dirà di cominciare all’alba…” ridacchiò per poi posargli un bacio su una guancia “buonanotte allora”.

“Se dice qualcosa lo azzittisco visto che Orochimaru ha lasciato il comando a me e non a lui” rispose lui senza fare una piega e con tono deciso.

“Basta che non litighiate più perchè dopo è ancora più insopportabile e acido del solito” sbadigliò.

“Va bene…buonanotte” e così si addormentarono.