Only for you

Capitolo 21

Passarono velocemente altre tre settimane, settembre lasciò il posto al mese di ottobre e Sasuke, in quel lasso di tempo, quando non si allenava e non aveva missioni da svolgere, si recava al villaggio della Pioggia per farsi notare. Tuttavia, nei giorni in cui ciò accadeva, Sakura stava male finché non lo vedeva varcare l’uscio della porta di casa, ed allora gli si buttava tra le braccia, stringendolo e baciandolo con forza e disperazione. Cercava di non dirgli niente e di non far gravare le proprie ansie su di lui visto che aveva già tanti pensieri, ma non era affatto semplice tener fede al proprio intento ed ogni volta, senza trattenersi, lo baciava come se fosse l’ultima in cui si sarebbero visti nonostante lo shinobi fosse tornato sano e salvo e che ad aspettarli c’era un pasto caldo, un letto ed un’intera notte che poteva passare al suo fianco. In più aveva anche un altro motivo per affliggersi, infatti, dopo l’ultima volta in cui si era trattato di un falso allarme, non aveva più avuto il ciclo. Lei che era sempre stata regolare! Il mestruo infatti era in ritardo di oltre una settimana, ciò nonostante cercava di rassicurarsi dicendosi che in fondo quello era stato e continuava ad essere un periodo particolarmente stressante e che, a parte il rapporto consumato il primo giorno che avevano messo piede in quella casa, era stata sempre attenta. Così, seguendo tale linea di pensiero, giungeva sempre alla stessa conclusione, ovvero che non doveva preoccuparsi troppo o avrebbe aggiunto ulteriore stress a quello già accumulato e non ne sarebbe più uscita.

Dal canto suo l’Uchiha, ogni qual volta che la compagna lo abbracciava a quel modo, cercava di rassicurarla dicendole che non faceva nulla di pericoloso, solo un giro per farsi vedere e che era venuto a conoscenza del fatto che il fratello in quel momento era in missione, sorvolando ovviamente sul fatto che presto sarebbe tornato. Difatti, anche se non lo esternava, notava perfettamente quanto Sakura fosse tesa e che quei baci e quelle strette non erano un bentornato normale ed era anche per quello che, spesso, si ritagliava lunghi momenti da dedicare unicamente a lei. Essi però si concentravano unicamente la mattina e la sera, quando stavano in casa, dato che anche la kunoichi il resto giorno era impegnata. La ragazza infatti continuava a lavorare all’accademia e, quando poteva, si faceva impartire lezioni di cucina dall’amica, grazie alle quali migliorava sempre di più, tanto che una sera, dopo aver gustato una deliziosa cenetta, non appena i due si misero a letto, abbracciandola da dietro lo shinobi le disse:

“Ma sai che sei diventata davvero brava in cucina?”.

“Veramente? È tutto merito di Ayame che mi aiuta spesso, sai lei è davvero brava nelle faccende di casa!” esclamò felice che le avesse fatto quel complimento, il primo a riguardo da quando vivevano insieme, lei ce la stava mettendo tutta per imparare certe cose, anche se a volte le risultavano quasi più difficili degli allenamenti a cui si era sottoposta. Non vi era proprio abituata.

“Sì, da un po’ di tempo è sempre tutto ottimo…” affermò e, nel mentre, iniziò a baciarle il collo.

“Allora domani proverò a farti un’altra ricetta che ho in mente e che è un po’ più elaborata…” mormorò chiudendo gli occhi per gustarsi meglio quelle attenzioni e il suo abbraccio.

“Mhh” mugolò Sasuke contro il suo collo, per poi iniziare a toccarle il ventre introducendole una mano sotto la maglietta risalando verso il seno che, come sempre, iniziò ad accarezzare ma, sentendo che era più gonfio del solito, onde evitare di essere fermato più avanti quando la cosa sarebbe stata difficile, domandò “Sakura, sei in quel periodo del mese?”.

“Emh… sì…” mentì pensando ‹‹meglio non dirgli che in realtà mi sono saltate questo mese. Non voglio che si preoccupi inutilmente dato che sono sicura che sia a causa dell’agitazione››.

“Mhh…quindi è per questo che sei così pallida?” chiese, visto che lo era nonostante lui non fosse stato alla Pioggia dato che, solitamente, il suo pallore coincideva con le visite a quel villaggio.

“Già, proprio per questo!” mentì di nuovo ‹‹pallida? Non me ne ero accorta…chissà perché››.

“Riferirò al capo villaggio che stai poco bene, così puoi restare a casa domani, d’accordo?”.

“No non preoccuparti, vedrai che con una notte di sonno starò meglio” rispose sentendosi un po’ in colpa per avergli raccontato delle bugie anche se erano a fin di bene.

“Non eri tu quella che diceva che bisognava prendersi cura del proprio corpo? Che fai, predichi bene e razzoli male?” la prese in giro.

A quelle parole però Sakura gli prese la mano e, facendola uscire da sotto l’indumento, se la portò alla bocca, gli diede un piccolo morso su un dito e poi, girandosi a guardarlo, disse:

“Molto, molto spiritoso!”.

“No, molto, molto preoccupato…” replicò fissandola seriamente, sapeva che la ragazza spesso mentiva per non farlo preoccupare, era già successo.

“Non devi, sono cose naturali…succede ogni mese” lo rassicurò, sentendo le guance arrossarsi leggermente dato che gli aveva mentito nuovamente ma cercando di sorridergli e pensando ‹‹no, finché questa storia non sarà finita non starò affatto bene visto che, oltre a saltarmi il ciclo, ho perso anche l’appetito. Fortuna che tu ci sei poco e quindi non puoi accorgertene››.

“Va bene…” rispose lui credendole e dandole un bacio sulla fronte.

“Comunque grazie, ti sono grata di tutte queste attenzioni…sei veramente dolcissimo” disse guardandolo con occhi adoranti.

“Mhh” mugolò spegnendo la luce, nonostante tutto ancora non era abituato a sentirsi dire certe cose, ma a quel punto Sakura, divertita dalla sua reazione, gli si avvicinò posandogli le mani sotto la maglia per carezzargli il torace e quindi sussurrargli a fior di labbra:

“Lo sai che ti amo, vero?”.

“Impossibile che me lo dimentichi…me lo dici ogni notte” dichiarò unendole, dando così modo alla campagna di cercare la sua lingua per approfondire quello che era nato come un casto bacio fino a quando, senza fiato, staccandosi maliziosa chiese:

“Ti dispiace forse?”.

“Affatto!” rispose lui.

“Bene, allora continuerò a ripetertelo” mormorò scendendo a baciargli il collo facendolo inspirare sonoramente e Sasuke, come sempre quando le era tanto vicino, iniziò a perdersi nel suo profumo bloccando però la mano che, pericolosa, avanzava verso il basso dicendo:

“Non provocare…”.

“Ssshhh….” sussurrò posandogli un dito sulle labbra e, divincolandosi dalla leggera presa, ricominciò a scendere intrufolandosi nei pantaloni, voleva farlo stare bene visto che sapeva perfettamente quanto gli mancasse quando non potevano fare l’amore dato che mancava molto anche a lei.

Sentendo quel palmo caldo toccarlo così in basso però, a causa del piacere che gli aveva procurato, Sasuke sobbalzò leggermente, ormai Sakura non era più la ragazza timida di un tempo e ciò lo faceva impazzire. Adorava quando prendeva l’iniziativa tuttavia, sapendo che sarebbe stato l’unico in quel frangente a ricevere, sfiorandole il viso sussurrò:

“Aspetta, lo sai che non voglio quando non possiamo farlo insieme…”.

“Lasciati andare stavolta…” mormorò sfiorandogli le labbra, continuando ad accarezzarlo e, a quel punto, il ragazzo non oppose ulteriore resistenza ma, nel frattempo, le prese il volto con entrambe le mani ed iniziò a baciarla con passione.

L’amava, l’amava più di qualunque altra cosa o persona al mondo, eppure non riusciva a dirglielo come faceva lei, non finché tutto non sarebbe finito e non le avesse chiesto di sposarlo, ed era per quel motivo che dalla sua bocca parole d’amore uscivano raramente, ma quelle poche volte che lo faceva erano dette col cuore. Tuttavia Sakura lo sapeva, o meglio lo sentiva, sentiva tutti i suoi sentimenti grazie alle attenzioni che le riservava, al suo modo di porsi che era estremamente diverso da quello di pochi anni prima e, consapevole di come con lui ogni cosa avesse il suo tempo, aveva deciso di dargli sempre tutta se stessa per l’amore che provava nei suoi confronti. Come sempre ricambiò il suo bacio con altrettanta passione, mentre più in basso lentamente gli tirava giù pantaloni e boxer per poterlo accarezzare più comodamente.

Essere amata da lui era bellissimo, la faceva sentire unica, speciale, protetta e desiderata come se fosse stata un tesoro prezioso, e fu per tali sentimenti che decise di andare oltre. Infatti, dopo essersi staccata dalle sue labbra, iniziò a baciarlo sul torace, il ventre e poi sempre più in basso fino ad arrivare al membro a cui dedicò la propria attenzione, anche se lo fece con estrema lentezza dato che era la prima volta che gli dava piacere in quel modo. Difatti prima non vi era mai riuscita a causa dell’imbarazzo ma quella sera, un po’ perché voleva ripagarlo in qualche modo di tutto il suo amore, un po’ perché voleva farsi perdonare per quelle piccole bugie, aveva preso il coraggio a due mani e si era lasciata guidare dall’istinto e dal piacere che era sicura di donargli. In effetti a Sasuke, come previsto, si mozzò il fiato nel sentire quello che la compagna stava facendo, tuttavia l’impulso ebbe il sopravvento e così, mettendole le mani sulle spalle per fermarla, leggermente agitato e, scomponendosi per la prima volta mentre facevano certe cose, chiese:

“Sakura che fai?” non voleva che si sforzasse a quel modo, sapeva bene quanto certe cose la imbarazzassero, nonostante si fosse sciolta.

“Non…non ti piace?” mormorò sentendosi morire e dicendosi ‹‹ecco lo sapevo, sono sempre la solita imbranata››.

“Co-cosa? No, non dire così è solo…è solo che non voglio che lo fai…per te…” cercò di spiegarle.

“Io…io sono felice se…se ti piace, voglio solo farti stare bene” replicò imbarazzata, sentendo le guance andare a fuoco e ringraziando che fossero al buio..

“Tu mi fai stare bene” rispose accarezzandole la gota che sentiva scottare.

“E allora lasciami fare, lo voglio…in fondo tu lo fai con me” ribatté e, a quelle parole, Sasuke non poté controbattere e così la lasciò fare, assaporando quella nuova e bellissima sensazione che fece riecheggiare nell’aria i suoi ansimi di puro piacere fino a che, giunto al limite, con voce strozzata disse:

“F-fermati” ma Sakura invece di assecondarlo, avendo capito per quale motivo glielo avesse detto, andò fino in fondo accogliendo nella propria bocca il caldo piacere del compagno e, solo una volta che tutto fu finito, si scostò per poterglisi sdraiare sopra posando la testa sul suo torace così da poter sentire il cuore che batteva furiosamente in quel petto, proprio come il proprio.

Infatti Sasuke sentiva quel muscolo picchiare all’impazzata, mai si sarebbe immaginato che la compagna arrivasse a tanto e, se da un lato era estremamente felice, dall’altro, appena si fu un po’ calmato, abbracciandola stretta ribaltò la posizione e le salì sopra dicendo con tono serio:

“Non avresti dovuto”.

“Ti è piaciuto?” chiese invece lei, stringendogli forte la maglia e ringraziando per l’ennesima volta l’oscurità che la circondava dato che doveva essere sicuramente bordeaux, e pensando che probabilmente non sarebbe riuscita a farlo con la luce accesa.

“Sì…” affermò con voce dolce, dopo di che la baciò facendo però una lieve smorfia nel sentire per la prima volta il suo stesso sapore anche se la compagna, al tocco delle sue labbra, si scansò in fretta per non farglielo avvertire oltre e quindi rispose:

“Allora è tutto a posto, va bene così!”.

A quelle parole Sasuke la strinse e poi iniziò a darle dei baci sulla guancia, sul collo, la spalla ed il petto, come se non ne fosse mai sazio ed allora Sakura lo abbracciò fortissimo, le piaceva da morire sentirlo sopra di sé, col suo corpo forte e muscoloso che copriva il proprio più esile, le pareva di essere al sicuro, quasi in una fortezza inespugnabile. Vedendo che non lo lasciava il ragazzo continuò ancora a lungo fino a che, stanco per la giornata e la forte emozione provata, non appena la compagna allentò la presa, si lasciò scivolare di lato, si rialzò i pantaloni e poi, traendosela vicino, le sussurrò:

“Buonanotte”.

“Buonanotte” bisbigliò lei di rimando. Rimase quindi in silenzio ad ascoltare il suo respiro e, quando lo sentì farsi più lento e profondo, chiaro segno che si era addormentato, silenziosamente scivolò fuori dal letto e andò in bagno a sciacquarsi. Lì, vedendosi allo specchiò, notò che effettivamente era un po’ pallida e quindi mentre si lavava pensò:

‹‹Accidenti, tutta questa storia è ancora più pesante da sopportare di quando eravamo da Orochimaru, forse perché ora ho la prospettiva di un futuro pieno di aspettative e speranze da poter perdere›› e, dopo essersi asciugata, se ne tornò in camera dove si ristese a fianco del suo amore, rannicchiandosi contro il suo corpo e sperando che il sonno arrivasse presto visto che ultimamente dormiva anche poco e male ma, sfortunatamente, il suo desiderio non si realizzò.

Il giorno dopo, come sempre, il primo a svegliarsi fu Sasuke poiché fu destato dai primi raggi di sole che filtravano attraverso le persiane appena accostate colpendolo in pieno viso. Lentamente si voltò a guardare la compagna e, vedendo che dormiva beata, decise di non destarla. Piano la scostò visto che erano ancora abbracciati, si alzò e, una volta preparata la colazione, la mise su un piccolo vassoio per portarla a letto cosicché, tornato in stanza, sedendolesi accanto dolcemente la chiamò:

“È ora di alzarsi”.

Nel sentirlo Sakura mugolò contrariata dato che si era addormentata solo qualche ora prima tuttavia, anche se a fatica, aprì i suoi bellissimi occhi dalle iridi verdi e, notando la flebile luce entrare nella stanza, mettendosi a sedere borbottò un:

“Ma che ore sono?”.

“Quasi le otto. Ero tentato di lasciarti dormire ancora, ma poi ho pensato che ti saresti arrabbiata se me ne fossi andato senza salutarti e così…in più ti ho preparato la colazione visto che mi sembri un po’ dimagrita”.

“Oh grazie… sei veramente premuroso” disse allungandosi per sfiorargli la guancia con un bacio per poi stropicciarsi gli occhi “e poi non è vero che sono dimagrita sono sempre uguale” mentì.

“Guarda che lo conosco alla perfezione il tuo corpo” replicò lui mettendole davanti il vassoio con la colazione.

“Non dire cose simili” lo ammonì Sakura che a quella risposta divenne color pomodoro, per poi iniziare a sorseggiare il the anche se non le andava molto.

“Dico solo la verità!” affermò prendendo a sua volta la tazza e quindi dire “tieni, mangia anche qualche biscotto” porgendoglielo.

La ragazza stava per rifiutare, difatti si sentiva nauseata anche solo a guardarli ma, vedendo l’espressione un po’ preoccupata del compagno, ne prese uno che, dopo essersi portata alla bocca, iniziò a masticare molto lentamente per farlo contento e nel mentre disse:

“Probabilmente ho solo meno muscoli visto che è un po’ che non mi alleno”.

“Mhh” mugugnò l’altro.

“E non fare quella faccia poco convinta…pensi sempre al peggio tu!” lo rimbeccò facendogli un sorriso, anche se si sentiva lo stomaco completamente sottosopra solo per quel poco che aveva mandato giù.

A quel punto però Sasuke non rispose, non voleva certo aprire una discussione viste le sue condizioni e così, quando ebbero finito, riportò il vassoio in cucina e poi andò in bagno dove cominciò a prepararsi mentre Sakura, in preda a una nausea terribile e ancora seduta sul letto, si stava sforzando di mantenere la calma e convincersi che sarebbe riuscita a tenere tutto nel suo stomaco. Tuttavia, ad un conato più violento, desistette e, ringraziando il fatto che il compagno fosse chiuso in bagno, corse sul retro della casa per rimettere tutto ciò che aveva ingurgitato tra i cespugli. Però, dato che l’Uchiha teneva la finestra socchiusa e che questa non era poi così lontana da dove la ragazza si trovava, calcolando poi che a quell’ora non vi era alcun rumore se non quello degli uccellini che cinguettavano, la sentì e, uscendo di corsa, non appena la vide chinata a terra urlò:

“Ma che cavolo…?”e nel mentre la raggiunse sebbene non avesse ricevuto alcuna risposta.

Difatti la kunoichi non riusciva a proferire parola e, piegata sulle ginocchia, continuò finché i conati non scemarono e solo allora si sentì leggermente meglio ma, a quel punto, si portò una mano tremante alla testa che le scoppiava forse per tutti i pensieri che la affollavano, primo tra tutti:

‹‹Ed ora cosa gli dico? Mi ha beccata! Non lo volevo assolutamente…non posso crede di aver vomitato di fronte a lui!!››.

Tuttavia Sasuke, che non badava certo a quelle sciocchezze, velocemente le si accovacciò accanto per sorreggerla e, dopo averla aiutata ad alzarsi, stringendola la portò dentro, le fece sciacquare la bocca e, una volta portata in camera da letto, abbassandosi per guardarla negli occhi dato che l’aveva fatta sedere sul materasso con tono serio domandò:

“Mi vuoi dire che sta succedendo?”.

“Non lo so Sasuke, forse è solo un po’ di malessere per il ciclo” mentì mentre i suoi sospetti si facevano sempre più concreti.

“Non sei mai stata così male” rispose l’altro che iniziava a preoccuparsi sul serio.

“Non è vero, quando ero molto nervosa o preoccupata per qualcosa stavo anche peggio, solo che sono sempre riuscita a nascondertelo” confessò abbassando lo sguardo.

“Cosa?!” esclamò incredulo.

“Hai sentito bene” disse in un sussurro pensando ‹‹ecco ora si arrabbierà da morire››.

“Sei una gran scema! Ma come ti salta in mente di nascondermi le cose? Non capisci che così mi preoccupo di più?”disse alzando leggermente la voce.

“Non volevo darti ulteriori pensieri… Lo sai che non voglio essere un peso per te” rispose giocherellando nervosamente con il bordo della propria maglia.

“Come devo dirtelo che non sei un peso, eh?” disse abbassando il tono e prendendole le mani tra le proprie, sentendo che erano fredde.

“Ecco…ma tu hai già tante cose a cui pensare…” balbettò leggermente confusa perché la testa le girava un po’.

“La prima cosa a cui penso sei tu e se so che stai male e non me lo dici mi fai preoccupare il doppio” replicò e, mentre la sdraiava, continuò dicendo “non solo oggi tu te ne stai a casa, ma anche domani se ce ne sarà bisogno, intesi?”.

“Va bene…” mormorò guardandolo con occhi lucidi, era veramente straordinario!

A quel punto Sasuke le sorrise, le diede un bacio sulle labbra e poi, rialzandosi, disse:

“Non voglio che stai da sola, chiederò a Kisuke di far venire Ayame ed io stesso finirò prima gli allenamenti”.

“Grazie, ma non serve che fai tutto questo per me…starò bene anche solo con Ayame, piuttosto potresti scusarti con Satoru a nome mio visto che salterò le lezioni?”.

“Certo” la rassicurò dopo di che, prendendo la giacca visto che ormai iniziava a fare freddino, continuò “tranquilla, non avevo molta voglia di allenarmi quest’oggi”.

“Farò finta di crederci” gli sorrise, già si sentiva meglio!

“Bene allora a stasera” la salutò per poi uscire.

Come detto, una volta fuori casa, passò da Kisuke scusandosi con il capo villaggio per l’assenza della compagna, informandolo sul che Sakura stava poco bene e poi, rivolto al ragazzo, gli chiese se poteva mandarle Ayame per farle compagnia. Questi ovviamente fu ben felice di acconsentire e, mentre si dirigevano dalla giovane, gli domandò cosa avesse e Sasuke, che non voleva entrare troppo nei dettagli, cercando di credere lui per primo alle sue parole dato che l’altra gli aveva già mentito in passato, gli disse semplicemente che era un problema prettamente femminile. A quella spiegazione il medico non domandò altro e, arrivati da Ayame, spiegatale la situazione, uscirono per svolgere ognuno i propri compiti. Nel frattempo la ragazza, un po’ preoccupata dato che sapeva che quel periodo del mese all’amica non creava alcun problema, si sbrigò a rassettare la stanza in cui ormai dormiva con Kisuke per correre da lei. Poi, una volta davanti alla porta di casa sua, bussò e, quando ebbe il permesso, entrando disse:

“Ciao”.

“Ciao, mi dispiace di averti disturbato” le sorrise Sakura che, dopo essersi vestita, si era seduta in cucina aspettando il suo arrivo.

“Ma figurati…mi aspettavano ore ed ore di noioso ricamo” sorrise di rimando.

“Ricamo?!? Oh mio dio che barba! Ma non stare lì in piedi, siediti e raccontami un po’ come ti va la vita…è da parecchio che non abbiamo tempo per farci una bella chiacchierata” disse indicandole la sedia vicino a lei.

“No, prima dimmi che hai… Sasuke era preoccupato anche se cercava di non darlo a vedere ed anche io ti vedo piuttosto pallida” rispose accomodandosi.

“No, dai prima tu, raccontami come va con Kisuke” replicò un po’ in difficoltà, non era ancora sicura di volerle parlare dei suoi sospetti anche se sentiva un gran bisogno di sfogarsi.

“Beh, dopo la dichiarazione che mi ha fatto a pochi giorni dal nostro arrivo, dato che continuavamo a dormire insieme di nascosto, ha detto ai suoi della nostra storia ed ora progettano il matrimonio” scherzò.

“Solo loro, eh? Mi vuoi far credere che tu non lo fai forse?” disse ridacchiando.

“In realtà non vedo l’ora…non dirlo a nessuno ma ho già provato un abito…non sto nella pelle…” sghignazzò.

“Non vedo l’ora che arrivi quel giorno, sarai di sicuro magnifica e mi raccomando, devi lanciarlo a me il bouquet!” rise Sakura a sua volta.

“Certo, puoi contarci!” le assicurò sorridente per poi tornare seria e domandare “ora vuoi dirmi cos’hai?”.

“Ecco io….” iniziò ma si bloccò chiedendosi ‹‹faccio bene a dirglielo? Non voglio che Sasuke lo sappia…e se si lasciasse sfuggire qualcosa anche se le chiedessi di non dire nulla?››.

“Tu?” la incalzò la ragazza che poi, vedendola esitante, la rassicurò “non preoccuparti, tutto ciò che mi dirai resterà tra queste mura”.

A quelle parole Sakura la guardò negli occhi e, decidendo di fidarsi dato che in fondo era la sua migliore amica nonché l’unica, le rivelò:

“Credo di essere incinta”.

“Cosa?!” urlò l’altra incredula.

“Eh, hai sentito bene” disse abbassando lo sguardo con le guance in fiamme, se lei aveva avuto tale reazione, non riusciva ad immaginare quella del compagno.

“Emh scusa, ma pensavo usaste qualche precauzione…in fondo sei un ninja medico…e Sasuke lo sa?” .

“Sì, infatti non lo credevo possibile nemmeno io…solo ultimamente sto prendendo seriamente in considerazione quest’ipotesi perché ci sono troppi indizi. No, Sasuke non lo sa e non deve saperlo per nessun motivo!” esclamò decisa guardandola finalmente in volto e la ragazza, sostenendo lo sguardo, anche se un po’ incerta per quella risposta, capì che doveva esserci un motivo più che valido che l’aveva spinta a parlare in quel modo così, alla fine, disse:

“Va bene, non preoccuparti. Sarai tu stessa a dirglielo quando sarà il momento…” e quindi, per smorzare la tensione, ridendo continuò “Sasuke padre…quasi non mi smembra vero”.

“Già…e io madre…” replicò con un sorrisino tirato “anche se non ne sono ancora del tutto sicura, per ora è solo un sospetto”.

“Sarai una bravissima mamma vedrai, e Sasuke un padre molto dolce anche se non lo si direbbe…” rispose sorridendo “ma posso sapere perché non vuoi dirglielo?”.

“Perché al momento lui ha una cosa più importante a cui dedicarsi, la sua vendetta, e, per quanto io la rinneghi e voglia che la lasci perdere, non posso chiedergli questo perché non riesco nemmeno ad immaginare tutto il dolore e la sofferenza che ha patito quando quel mostro del fratello ha ucciso i suoi genitori, capisci? Una volta che sarà tutto finito glielo dirò…o naturalmente se la situazione diventasse evidente prima che sia tutto concluso” disse con una specie di sorriso che poi scomparve dicendo “sai, potrei anche sbarazzarmene e risolvere il problema alla radice e lui non saprebbe mai niente, ma non so se ne sarei capace…” confessò.

“Ehhh? Non dire sciocchezze…o meglio, se vuoi farlo devi prima parlarne con lui! Se non potessi più avere figli o se malauguratamente lo scoprisse…penso che non te lo perdonerebbe. Non so perché, ma mi da l’aria di essere uno che le cose se le lega al dito…”.

“Non ha solo l’aria, lo è…” rispose ripensando a tutte le volte che si era infuriato quando gli aveva nascosto delle cose come quella mattina “lo so non potrei mai farlo, in fondo sarebbe il nostro bambino, ma ho comunque paura, mi sento così confusa…. sai, sto male al pensiero di non poterglielo dire…anche se so che lo sto facendo per il suo bene”.

“Capisco, ma ora ci sono io con te…sta’ tranquilla. Per prima cosa non puoi allenarti, i primi mesi sono i più pericolosi per il bambino poi, se dovessi stare male, possiamo parlarne con Kisuke, lui sicuramente saprebbe cosa fare…”.

“No! Kisuke non deve sapere nulla!” gridò scattando in piedi terrorizzata, quei due stavano spesso insieme e non poteva correre il rischio che il compagno venisse a sapere qualcosa.

“V- va bene” balbettò l’altra saltando a quell’urlo.

“S-scusami…” disse Sakura calmandosi e sedendosi nuovamente “scusami ancora, ho i nervi a fior di pelle e soprattutto mi fa impazzire sapere che non ho modo di essere certa della gravidanza se non aspettando, che non so quando finirà questo incubo, né tanto meno quando io e Sasuke potremo vivere in pace” mormorò con le lacrime agli occhi.

Vedendola così fragile e spaventata, Ayame automaticamente si rivide quando era entrata per la prima volta al covo di Orochimaru e così, abbracciandola nonché carezzandole la testa, sperando di riuscire a calmarla disse:

“Non piangere, presto sarete felici vedrai…per ora cerca solo di stare calma o sarà solo peggio. Da stasera fatti delle tisane rilassanti, poi vedremo se è la tensione o davvero una gravidanza. Io verrò da te spesso così potrai sfogarti e ci faremo compagnia…mi piace stare con te sai?”.

A quelle parole Sakura la strinse a sua volta, poggiandole la testa sulla spalla e piangendo liberamente senza trattenersi ora che poteva, lasciando che l’altra la tenesse stretta finché non si calmò e, solo allora, alzò la testa, si asciugò le ultime lacrime, e quindi disse:

“Grazie, grazie di tutto”.

“Figurati. Ascolta…vuoi che ti prepari qualcosa di leggero?”.

“Magari….” rispose sorridendole dato che, essendole passata la nausea, aveva un po’ fame, ma poi continuò proponendo “e che ne dici se dopo andiamo a comprare subito qualche tisana rilassante? Così magari dormirò anche meglio la sera”.

“Sarebbe perfetto” esultò dopo di che si mise ai fornelli per preparare, come aveva detto, dei piatti molto delicati.

Non appena finito le due ragazze pranzarono, continuando a scherzare e ridere fino a che non si fu fatta l’ora in cui aprivano i negozi e, fortunatamente per Sakura, l’erboristeria era proprio vicino casa cosicché non stettero fuori a lungo. Una volta tornate, la prima cosa che fecero fu mettere su l’infuso e poco dopo, come promesso quella mattina, Sasuke rientrò accompagnato da Kisuke e, dopo aver salutato Ayame, vedendo il viso della compagna più rilassato e colorito, sollevato le chiese:

“Tutto a posto?”.

“Sì, sto meglio vedi? Tu piuttosto com’è andato l’allenamento? Sei pieno di ferite come al solito scommetto” disse sorridendogli.

“Ed invece no…” rispose, difatti si era fatto curare dal medico poiché non voleva che la compagna si stancasse in quanto stava poco bene.

“Già…ma solo perché ti sei fatto aiutare da qualcun’altro e non perché ci sei andato piano, ne sono certa” replicò adocchiando Kisuke, il quale fece finta di guardare da un’altra parte facendo scoppiare a ridere le ragazze.

“Beh, oggi mi sono allenato meno…con l’accorciarsi delle giornate si accorcia anche la voglia di allenarsi…in più se attivo lo sharingan per vedere meglio al buio quei pivelli si spaventano” sbuffò Sasuke fingendosi scocciato.

“Sì, come no….faccio finta di crederci” ridacchiò ancora la kunoichi per poi guardare gli ospiti e chiedere loro “vi fermate a cena?”.

“Magari” rispose prontamente Ayame visto che in quel modo l’avrebbe aiutata a cucinare.

Così le due amiche si misero ai fornelli e poi apparecchiarono con i ragazzi che, seduti a tavola, le mettevano al corrente sulla giornata appena trascorsa. Alla fine passarono una bella serata tranquilla in cui persino Sasuke si lasciò un po’ andare, ridendo leggermente più del solito, mentre Sakura si sentiva molto meglio. Tuttavia, per essere sicura di non sentirsi nuovamente male, una volta che gli amici se ne furono andati a casa e Sasuke a farsi un bagno, lei si preparò un’altra tisana che restò a bere seduta in cucina pensando a cosa fare nei giorni a venire. I suoi pensieri però furono interrotti ben presto da Sasuke che, finito di rilassarsi nella vasca, la raggiunse e, vedendola, le andò incontro chiedendole:

“Allora, come è stata la giornata?”.

“Buona, mi sono riposata e goduta ogni singolo istante ed ora sto molto meglio” rispose sorridendogli.

“Bene, sono felice” e le diede un bacio sulla fronte.

“Anche io…” replicò e, bevuti gli ultimi sorsi, alzandosi domandò “andiamo a dormire?”.

“Sì” disse lui che, prendendola in braccio, tra le risatine divertite della compagna la portò in camera da letto dove, dopo averla stesa sul materasso, le si sdraiò accanto e, coprendo entrambi con il lenzuolo, si abbandonò al sonno che non le lasciò neanche il tempo di cambiarsi dato che lo seguì poco dopo.