Only for you

Capitolo 6

I giorni seguenti passarono più tranquillamente, Sakura era alle prese sia con le lezioni di Kabuto che con quelle assai più pesanti e stressanti di Ryuji il quale, dal pomeriggio in cui era avvenuto il litigio con Sasuke dove era dovuto intervenire Orochimaru a dividerli, si mostrava ancora più inflessibile ma lei migliorava rapidamente e, se ancora non riusciva a tenergli testa e ferirlo, arrivava comunque a schivare i suoi attacchi e prendere l’iniziativa. Sasuke naturalmente appena poteva andava a controllarli tuttavia, come gli era stato velatamente ordinato, non interferì più anche se ogni tanto i due ragazzi si lanciavano delle occhiate d’odio puro. In tutta quella situazione, già di per sé delicata e mantenuta solo grazie ad un effimero equilibrio, l’Uchiha stava facendo i conti con un pensiero che gli si era infilato in testa e lo martellava continuamente: si era reso conto che sia lui che l’amica stavano crescendo, ma soprattutto che lei sarebbe diventata presto una donna a tutti gli effetti e sperava che ciò non costituisse un problema. Difatti, anche se lui c’era abituato perché era da sempre stato corteggiato dalle sue compagne e ammirato da qualsiasi ragazza lo incontrasse per il suo bell’aspetto, andando in paese aveva iniziato a fare caso alle occhiate che altri uomini della sua età e non solo le lanciavano, i quali però distoglievano lo sguardo non appena lui si avvicinava un po’ di più, e ai complimenti che le facevano alcune vecchiette che incontravano abitualmente. Queste appunto le dicevano che diventava ogni giorno più carina e che avrebbe dovuto smetterla di indossare quella robaccia larga ed informe o non avrebbe mai trovato un fidanzato.

Sakura ridacchiava e sorrideva senza dare peso alle loro parole al contrario del compagno che, essendo lei solo la seconda kunoichi che vi era al covo, si impensieriva. Difatti, a parte Tatuya, le altre donne che vi si poteva talvolta trovare erano prostitute e per questo molto più appetibili ed affabili dell’amica, senza contare che tutti sapevano che la ragazza era sotto la sua protezione ma, nonostante questo, lui si preoccupava. Lo inquietava soprattutto Kabuto, aveva infatti notato che lo scienziato la guardava sempre più intensamente ma, a rassicurarlo un minimo, c’era il fatto che Sakura non aveva ancora le curve di un’adulta o almeno così credeva, ignaro del fatto che la ragazza si fasciava ogni giorno più stretta e, sebbene gli dispiaceva che si trascurasse, era sollevato poiché così non avrebbe avuto problemi. Infatti tra la compagna e le giovani del paese vi era un’immensa differenza, anche se dettata unicamente dal fatto che lei non voleva essere attraente o meglio, sarebbe voluto esserlo solo per il suo Sasuke ma questo era impossibile perché i due non avevano mai un appuntamento e comprarsi un bel vestito per indossarlo solo durante la cena le pareva una cosa stupida, per non parlare del fatto che l’altro l’avrebbe presa per pazza.

Così passò ulteriore tempo e giunse nuovamente l’estate finché un giorno Orochimaru, parlando con Kabuto, osservò:

“Ormai è più di un anno che quei due sono qui. Sasuke ha fatto dei progressi enormi e se volesse potrebbe battere le mie quattro guardie del corpo molto facilmente ma cosa mi dici della ragazza?”.

“Anche lei è migliorata molto…anzi penso che potrei definirla un buon ninja, sa usare molte arti mediche e Ryuji ha fatto un ottimo lavoro, credo che ci sarà molto utile”.

“Mmhh….si ma vorrei sapere esattamente a che livello è” insisté il sannin.

“Per me ha raggiunto un ottimo grado, però non immagino una volta davvero in difficoltà come potrebbe reagire, non è mai stata mandata in missione, al contrario del vostro diletto, e non saprei dire con sicurezza quale sarebbe il suo comportamento. Suppongo che cerchi di dimostrarsi forte ma, se presa dal panico, potrebbe diventare imprevedibile…perché non la mettete alla prova?” suggerì il medico.

“Oh e come? Dovrei sbatterla forse nel bel mezzo di qualche battaglia?” chiese leccandosi le labbra al pensiero del sangue.

“Mhh no…proporrei qualcosa di meno invasivo, se non altro per non far distrarre Sasuke…”.

“Mmmhh vediamo un po’….” mormorò Orochimaru pensieroso battendosi un dito sulla bocca “potrei…potrei…ma si! Potrei spingere Sasuke fino al limite combattendo contro di lui seriamente senza trattenermi… È diventato forte ma non tanto da contrastarmi e, mezzo morto come sarà, lo spingerò ad andare da lei a farsi curare così vedrò sia quanto la piccola è in grado di mantenere il sangue freddo e di curarlo, sia come si comporta il mio allievo dato che non vorrei che si montasse troppo la testa…” ridacchiò.

All’idea di attuare quel diabolico piano Kabuto sogghignò a sua volta però, valutando attentamente la proposta, disse:

“Ma non sarà un po’ troppo pericoloso? Ricordatevi che se ci lascia le penne saremo nei guai”.

“Ovviamente tu dovrai essere pronto a intervenire, non posso certo permettere che il mio prezioso contenitore corra troppi rischi. Voglio che ti prepari accuratamente per fronteggiare qualsiasi evenienza” rispose l’altro.

“Mphf ero sicuro… Allora domani stesso mi metterò all’opera per creare una medicina molto potente. Ovviamente Sakura per questo periodo si allenerà solo con Ryuji…”.

“Ma si, certo non le farà male…inoltre io stesso devo prepararmi, questo corpo si sta degradando e mi stanco più facilmente”.

“Perfetto, mi metto a lavoro… Ah era un po’ che volevo dirvelo, non sarebbe ora che vi portiate Sasuke in missione?” propose Kabuto.

“Si, ci stavo pensando anch’io e, visto che Sakura si allenerà solo con Ryuji, suppongo sia meglio allontanarlo, è vero che non è più successo nulla ma meglio non rischiare” rispose il sannin ricordando quanto accaduto durante quel piccolo scontro.

“Lo credo anch’io…spero solo che il gattino non tiri fuori gli artigli” disse il medico ridendo.

“Se lo farà dovrà vedersela con me” sghignazzò di gusto congedando lo scienziato.

La serata terminò tranquilla e, dopo aver cenato, come di consueto i due ragazzi, ignari di quanto li aspettava, crollarono esausti fino a che, il giorno dopo, quando fuori erano solo le prime luci dell’alba Orochimaru li fece convocare.

“Bene, avete fatto presto… Vi ho fatto chiamare perché volevo informarvi su quanto avverrà nelle prossime settimane” disse e, senza neanche dargli il tempo di rispondere, continuò “Kabuto è impegnato in una ricerca importante quindi Sakura da oggi non dovrai più recarti in laboratorio, bensì alla radura dove Ryuji ti sta aspettando. Mentre per quanto riguarda te Sasuke…” e nel dirlo ghignò nel notare l’espressione del ragazzo più glaciale del solito “…da domani verrai con me in missione…” poi, capendo che stava per replicare, alzò un dito “…inutile che ti agiti, sono ordini. Ma sta tranquillo non capiterà spesso che resteremo via a lungo, molte le risolveremo in giornata” dopo di che li congedò per la mattinata.

I due uscirono senza dire nulla e, sebbene entrambi avessero una faccia tirata, la più preoccupata era Sakura. Non le piaceva l’espressione del compagno e non voleva certo gettare benzina sul fuoco anche se non le dispiaceva affatto stare lontana da Kabuto per un po’ e così, mentre usciva dal covo, pensò:

‹‹In fondo posso sempre studiare sui rotoli ed esercitarmi nell’arte medica da sola al livello a cui sono arrivata››.

Al suo contrario, visto che avrebbe avuto la mattina libera e il suo umore era pessimo, Sasuke decise di ritirarsi in camera per sbollire un po’ e, dopo essersi sdraiato sul letto, iniziò a rimuginare:

‹‹Che avrà in mente quel maledetto sannin stavolta? Se ha mandato via Sakura vuol dire che Kabuto starà architettando qualcosa…e poi in missione…sarà la prima volta… Finalmente potrò vedere quanto sono migliorato…››.

Nel frattempo la ragazza era arrivata alla radura che usavano per gli allenamenti e, notando che il jonin era già sul posto, lo salutò ma, vedendo la sua espressione perennemente imbronciata, tirò un sospiro non potendo fare a meno di pensare:

‹‹Da sola con questo? Speriamo non succeda nulla…››.

“Te la sei presa con comodo, eh? Sappi che non tollero ritardi se non perché tu debba intrattenerti con Kabuto” disse Ryuji gelido senza neanche ricambiare il saluto.

“Non preoccuparti sarò puntuale, ero stata convocata da Orochimaru-sama… Allora iniziamo?” rispose lei il più pacatamente possibile ‹‹mmmhhh cominciamo bene…››.

“Vieni” disse soltanto.

A quell’invito Sakura si lanciò all’attacco gettandogli contro degli shuriken per distrarlo mentre creava dei cloni per avere più possibilità di avvicinarsi e colpirlo con uno dei suoi fortissimi colpi, infatti stava sviluppando uno stile di lotta basato soprattutto sulla velocità e sulla potenza ma l’altro, come al solito, la atterrò. Ovviamente notava i progressi fatti dalla sua allieva sebbene si allenassero solo il pomeriggio e per questo era sicuro che ora, avendo molto più tempo a disposizione, sarebbe migliorata ulteriormente e intanto si chiedeva:

‹‹Vorrei sapere cosa ha in mente Orochimaru-sama per lei…›› e così il combattimento andò avanti fino a tardo pomeriggio dato che, siccome in genere Sakura era stanca e debilitata per aver utilizzato troppo chakra la mattina con Kabuto, il loro allenamento durava solo poche ore. Per questo, adesso che ne aveva la possibilità, Ryuji aveva deciso di approfittarne ma, quando vide che la ragazza non aveva più un briciolo di forza, disse:

“Da domani preparati perché sarà anche peggio” dopo di che, senza neanche aspettare una risposta, se ne andò.

“E come ti sbagli?” borbottò lei rialzandosi un po’ dolorante per tornare dentro a prendere l’occorrente con cui lavarsi essendo tutta sporca di terra e sudata, in quanto aveva iniziato a fare molto caldo ‹‹speriamo che passi presto l’estate›› pensò aprendo la porta della stanza sebbene fosse appena iniziata, infatti quella era la stagione che le piaceva di meno.

Quando entrò nella camera ovviamente la trovò vuota poiché Sasuke si stava ancora allenando con Orochimaru, il quale era sempre più compiaciuto nel costatare i repentini progressi che il ragazzo faceva e soprattutto per l’imminente avvicinarsi della realizzazione dei propri progetti e, prima di mandarlo via, gli spiegò i dettagli della missione:

“Domani dovremo scovare delle spie ed eliminarle…il compenso è molto alto e se vuoi la tua parte dovrai impegnarti. Non accetto errori di alcun tipo!” disse categorico, dopo di che lo congedò.

Sasuke appena fu tornato in stanza, notando che Sakura non era ancora rientrata, uscì a cercarla e, non trovandola nemmeno alla radura, andò al fiume dove la scovò che, dopo essersi lavata anche i capelli, si era avvolta un asciugamano attorno al corpo e si stava frizionando la testa. Difatti un po’ per questo e un po’ perchè immersa nei propri pensieri, la ragazza non si accorse dell’altro che si avvicinava e questi, vedendola conciata in quel modo, la sgridò:

“Ma quante volte ti ho detto di non venire al fiume da sola?”.

Ovviamente, colta alla sprovvista, Sakura saltò nel sentire la sua voce e, girandosi, con un sorriso rispose:

“Mi hai spaventata! Mica posso aspettare sempre te…anche tu hai le tue cose a cui badare senza stare a pensare a me. E poi nei prossimi giorni cosa dovrei fare? Non uscire mai dal covo visto che parti?”.

“Non ti ho mai detto di non uscire, solo di evitare di fare il bagno quando io non ci sono” rispose pensando ‹‹ma non capisce che anche se è solo una ragazzina è comunque pericoloso? ››.

“Ah, quindi mi stai dicendo che dovrò rimanere lercia finché non torni?” ridacchiò non capendo le sue preoccupazioni dato che erano unicamente loro due a usufruire di quel posto. Orochimaru e Kabuto in pratica non andavano mai fuori e, anche se c’erano degli altri ninja oltre a loro, si incrociavano talmente di rado che potevano quasi pensare di essere soli.

“Se sei sola in stanza di che devi preoccuparti?”.

“Va bene, cercherò di arrangiarmi in camera anche se lì non posso certo farmi il bagno, contento? Ora fammi vestire” replicò decidendo di accontentarlo.

“Guarda che io lo dico per te…” disse girandosi ed allontanandosi di qualche metro.

Difatti quello che impensieriva l’Uchiha non erano tanto i ninja del covo, quanto attacchi esterni dato che tutti gli abitanti della caverna sapevano che era una sua protetta e nessuno, per questo motivo, le si sarebbe avvicinato. Tanto più che non aveva neanche le forme di una donna, al contrario di quelle che Orochimaru faceva andare per tenersi buoni gli uomini.

Nel frattempo Sakura si stava fasciando sospirando come sempre per il disappunto, aveva iniziato a odiare quelle bende soprattutto perché, oltre a non permetterle di respirare profondamente, le avevano irritato tutta la pelle ma nonostante questo, infilandosi degli abiti puliti, si disse:

‹‹Vabbè che importa? Tanto lo devo vedere solo io››.

Successivamente uscì dai cespugli e si dovette trattenere dall’abbracciare il compagno infatti, ogni volta che le dimostrava di interessarsi a lei, la rendeva estremamente felice.

I due rientrarono ma quella sera, al contrario delle altre, cenarono nella sala comune con tutti poiché il sannin doveva dare le disposizioni per il giorno seguente poi, appena ebbero finito, si diressero in camera e, una volta messi sotto le coperte, come al solito si addormentarono abbracciati.

Tuttavia, la mattina seguente, Sasuke provò un senso di angoscia a doverla staccare e andarsene senza neanche salutarla, difatti non erano neanche le quattro quando dovette alzarsi. Dopo essersi preparato uscì e, con Orochimaru, Kidomaru e Sakon, le sue guardie del corpo, Kisuke ed altri dieci uomini si misero sulle tracce delle spie. Nel frattempo al covo Sakura, non avvertendo più la presenza dell’amico nel letto, si svegliò e, senza alzarsi, rimase a guardare con rammarico, al flebile chiarore di una candela lasciata da lui accesa, il vuoto lasciato dal suo corpo. Restò in quella posizione per un po’ finché non arrivò il momento di muoversi, allora si preparò velocemente ed uscì per aspettare il jonin sicura che, se non fosse stato per il ritardo, si sarebbe comunque lamentato per qualcos’altro e così la giornata passò rapidamente e la sera Sasuke tornò.

La settimana trascorse velocemente. Il gruppo partiva all’alba e rientrava la sera, ma col fatto che Ryuji non aveva l’Uchiha tra i piedi ne approfittava per portare la povera Sakura allo stremo delle forze tanto che spesso neanche riusciva ad aspettare il compagno sveglia. Sasuke ovviamente la lasciava riposare però, visto che la ragazza si curava prima del suo ritorno, nessun campanello d’allarme lo inquietò, semplicemente pensava che si stancasse perché non era abituata a tante ore di allenamento e così, dopo essersi messo a letto, invece di girarsi, dato che lei dormiva, rimaneva a guardarla per un po’ fino a che, anche lui esausto, non crollava per potersi rialzare il mattino seguente.

Dal canto suo Ryuji, spronato ed interessato dalla sua tenacia, calcava ogni giorno di più la mano per vedere fino a che punto avrebbe retto ma, allo stesso tempo, si domandava per quale motivo quella ragazzina avesse rinunciato a tutto per seguire uno che, a suo avviso, non la degnava della minima attenzione se non quando era strettamente necessario e così quel pomeriggio, senza accorgersene, andò troppo oltre. Difatti, nonostante Sakura fosse a terra, le lanciò comunque degli shuriken ma, notando che non riusciva ad alzarsi e che quindi non li avrebbe schivati, immediatamente ne tirò altri per deviarli anche se questo non impedì che qualcuno la colpisse. Fortunatamente la presero solo di striscio ma quanto bastava per romperle la maglietta. Il jonin, leggermente preoccupato di averla ferita ma soprattutto perché vedeva che la ragazza non si muoveva, le andò incontro, il sannin era stato chiaro: aveva carta bianca su tutto ma non doveva rimanere uccisa.

Sakura, ancora a terra, si sentiva a pezzi e per questo non ce la faceva ad alzarsi. Si era veramente spinta al limite quella settimana, non si era risparmiata neanche un po’ però, essendo arrivata allo stremo, quando era caduta aveva chiuso gli occhi lasciandosi andare e, per questo, non si era accorta di quelle armi lanciategli contro se non quando aveva sentito il rumore della stoffa lacerata. Tuttavia anche allora era rimasta immobile cercando di raccogliere le forze e, per quel motivo, non aveva visto l’altro avvicinarsi ma il ninja, quando le fu davanti, capendo di non averla colpita, anche se dentro di sé tirò un sospiro di sollievo, la ammonì:

“Se fossi stata in un vero combattimento saresti già morta” disse in tono duro per poi notare che sotto la maglia aveva delle bende ‹‹possibile che si sia fatta male in questi giorni e non lo abbia voluto dare a vedere?›› pensò, certo alla fine dei combattimenti entrambi erano pieni di ferite ma non gli era mai parso di avergliene inflitte di così pesanti da non riuscire a medicarsele, soprattutto in quella parte del corpo.

Sentendo la sua voce così vicina Sakura aprì gli occhi e, vedendo gli strappi sulla maglietta, tirò in fretta i lembi lacerati e poi, facendosi forza, si alzò in piedi tentando di coprirsi il più possibile dopo di che, comportandosi come se nulla fosse ma chiedendosi se l’altro avesse intravisto qualcosa, domandò :

“Ecco…si lo so, non ce la faccio più, abbiamo finito per oggi?”.

“Si” rispose guardandola e notando quanto si fosse ricoperta precipitosamente.

A quella risposta la ragazza, con le poche energie che le erano tornate, si girò e corse dentro per poi buttarsi esausta sul letto anche se era solo metà pomeriggio e, una volta chiuse le palpebre, per rassicurarsi si disse:

‹‹Ma no, che può aver mai visto? E anche se fosse cosa vuoi che gliene importi?›› .

In seguito il pensiero ricadde immancabilmente su Sasuke, le mancava tantissimo dato che le bastava stargli vicino per sentirsi bene e al sicuro ma, purtroppo per lei, il jonin aveva adocchiato quel tanto che gli bastava per esserne incuriosito e così si appostò fuori dall’entrata della grotta, in attesa che l’allieva uscisse nuovamente. Sapeva che dopo gli allenamenti si lavava e lui aveva deciso di seguirla e vederci chiaro, in fondo se le fosse successo qualcosa Orochimaru se la sarebbe presa con lui e non voleva certo imbattersi nella sua ira. Infatti Sakura aveva cercato di accontentare Sasuke lavandosi in camera ma una bacinella non bastava certo per i suoi bisogni visto quanto sudava per il gran caldo e così si faceva sempre un bagno, anche se cercava di fare comunque il più velocemente possibile. Quindi anche quel pomeriggio, dopo essersi ripresa un attimo, come di consueto andò al fiume, ignara che un paio d’occhi la stavano spiando poiché, come aveva programmato, Ryuji l’aveva seguita e, quando la ragazza si fu completamente spogliata, gli fu chiaro il motivo di tali bende.

‹‹Ma tu guarda che bel corpicino nasconde sotto i vestiti…non lo avrei mai detto… E così non vuoi far vedere le tue forme…divertente›› pensò ma nel mentre rimase a guardarla. Sebbene l’avesse sempre considerava una mocciosa, ora che la osservava in quel modo poteva benissimo vedere la sensualità che sprigionava la donna che era in lei ‹‹tra qualche tempo non riuscirai a nasconderlo neanche in quel modo…›› sghignazzò e, non appena la giovane se ne fu andata, dato che con l’assenza del sannin neanche le prostitute erano nel covo, decise di fare un salto al villaggio per sfogare la voglia che quel bocconcino gli aveva fatto venire.

Intanto Sakura, all’oscuro del fatto che il suo segreto era stato rivelato, tornò dentro cercando di aspettare il suo amore sveglia ma, come al solito, non vi riuscì e per la troppa stanchezza si addormentò quasi subito ma il ragazzo quella notte, quando rientrò, nonostante la vide dormire la chiamò.

“Mmhhh Sasuke….cosa c’è? È già mattina?” borbottò aprendo gli occhi e vedendolo alla luce delle candele.

“No, volevo informarti che ormai siamo riusciti a trovare il covo delle spie e che, per questo motivo, da domani non torneremo fino a missione completata”.

“Oh…lo avete trovato….” mormorò col cuore in gola pensando ai pericoli che avrebbe corso da allora.

Sasuke assentì con la testa ma poi, più serio che mai, disse:

“Non voglio essere melodrammatico però se succedesse qualcosa…se non dovessi tornare…voglio che tu te ne vada immediatamente da qui hai capito?”.

“Non-non dire così, non puoi lasciarmi dicendomi che questa potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo” sussurrò mentre lo guardava con gli occhi pieni di orrore.

“Lo so e questo non succederà te lo assicuro. Ma non voglio lasciare nulla al caso, se dovesse accadere d’ora in avanti voglio essere sicuro che tu sappia come muoverti”.

“Sasuke…” mormorò prima di slanciarsi per abbracciarlo sentendo di nuovo il suo calore e l’odore della sua pelle che tanto le erano mancati.

Il ragazzo non la scansò, non sapeva cosa lo aspettava e, anche se era praticamente sicuro che Orochimaru non avrebbe mai permesso che gli succedesse qualcosa di male, non poteva permettersi di non pensare alla compagna e a quello che sicuramente ne avrebbero fatto di lei tuttavia, per rassicurarla, sussurrò:

“Sta tranquilla…non volevo spaventarti ma sto più sereno se sai quello che devi fare”.

“Va bene, ho capito…scusa se sono stata impulsiva” rispose allontanandosi, pensando che sicuramente certe dimostrazioni d’affetto gli dessero fastidio.

“Tranquilla…” ripeté poggiandole una mano sulla testa “ora rimettiti giù”.

“Si, anche tu…” mormorò stendendosi nuovamente.

Il compagno si sdraiò e, dopo averle dato le spalle e spento la luce, quando si sentì abbracciare, visto che ormai era sveglia le chiese:

“Come vanno gli allenamenti?”.

“Bene, stancanti ma bene” rispose visto che non poteva negarlo in quanto crollava ogni sera.

“E con Ryuji?”.

“Sempre scontroso…come altro vuoi che sia?” sospirò.

“Mhh” mugugnò “se esagera dimmelo”.

“Non preoccuparti di questo, pensa solo a tornare al più presto sano e salvo” disse stringendolo un po’ più forte.

“Si…”.

Nonostante l’angoscia Sakura poco dopo si addormentò per la grande stanchezza, grata che l’avesse svegliata e avvertita a cosa andava incontro e, nel giro di qualche minuto, anche Sasuke la seguì nonostante gli innumerevoli pensieri che gli affollavano la testa.