Only for you

Capitolo 20

Il giorno dopo, come aveva previsto, Sasuke fu svegliato alle prime luci dell’alba da un Kisuke che, non appena gli fu aperta la porta, lo mise al corrente del fatto che il villaggio era circondato dai ninja del Suono. Una volta che ebbe finito di parlare, l’Uchiha tornò nella sua stanza per prepararsi, seguito dalla compagna a cui diede il compito di avvertire i paesani di chiudersi nelle proprie case e, successivamente, di dirigersi all’abitazione del medico per proteggere la sua famiglia da eventuali intrusi mentre lui si occupava del resto. Difatti aveva intenzione di portarsi dietro alcuni degli shinobi più forti, tra cui Kisuke stesso, per scoraggiare qualsiasi tentativo di attacco, ma a cui diede l’ordine di aspettare un suo ordine prima di intervenire nonché di non uccidere se possibile quindi, arrivati alle porte del villaggio, attivando lo sharingan, spalancandole urlò:

“Io ho ucciso Orochimaru e farò altrettanto con chi si parerà di fronte al mio cammino o contro questo villaggio. Se siete sicuri di battermi fatevi avanti, ma in caso contrario sparite!”.

Gli altri rimasero leggermente spiazzati dal suo comportamento. Infatti conoscendo il soggetto, ed ancora meglio chi era stato il suo maestro, si aspettavano una battaglia non una semplice intimidazione tuttavia, tra lo sconcerto generale, si fece avanti Hitoshi, un ninja che Sasuke conosceva molto bene dato che aveva alloggiato al covo varie volte, ed il quale amaramente disse:

“Come hai potuto eliminare Orochimaru, cosa faremo ora senza il nostro Kage? È stato lui a fondare il villaggio e a darci una speranza. Cosa credi che ci rimane oltre il dovere di batterti e di vendicare la sua morte, anche se così facendo dovessimo determinare la nostra?!”.

“Quante stupidaggini… Se avete tante energie perché non le usate per difendere il vostro villaggio? Vi dava speranza? Io direi più che altro che incuteva paura” rispose guardandolo freddamente “cosa pensi che avrebbe fatto per il villaggio se fosse stato attaccato? Lo avrebbe salvato? Io non penso proprio, si sarebbe limitato a portare in salvo quelli che lui dichiarava buoni elementi e basta…chissà, forse tu saresti stato uno di questi, ma la tua famiglia?” chiese lo shinobi toccando un tasto assai dolente soprattutto perché vero.

“Come fai a dire una cosa del genere? Secondo il tuo ragionamento per quale motivo avrebbe fondato il villaggio allora?”.

“Per i suoi scopi, come copertura, per darvi l’illusione che vi avrebbe protetti. Quell’uomo non ha mai fatto nulla se non per il suo tornaconto, scommetto che a nessuno di voi è stato concesso l’onore di visitare il laboratorio sotterraneo finché era vivo… Beh, ora che potete vi consiglio di farci un salto…scommetto che ci troverete molte persone misteriosamente scomparse…”.

“No, non può essere vero!” esclamò Hitoshi addolorato mentre si faceva avanti Masanori, il suo braccio destro, dicendo:

“Forse dovremmo dargli ragione, lo sai che molti non hanno voluto seguirti perché nutrivano dei dubbi nei confronti di quell’uomo, parandosi dietro il fatto di non voler abbandonare il villaggio”.

“Se vuoi posso venire al laboratorio con te, solo noi due. Se mento mi affronterai e darai voce a quella che chiami vendetta” si intromise Sasuke.

“No, ma se non è come dici tornerò e te la farò pagare, te lo giuro!” rispose il primo.

“Tornerai, eccome se tornerai, ma sarà per dirmi che ho ragione…c’era tuo fratello là dentro e non solo lui purtroppo” affermò l’Uchiha guardandolo, mentre Hitoshi, rabbuiandosi, replicò:

“Staremo a vedere chi ha ragione…”.

“Quando avrete appurato la verità, sarete i benvenuti se vorrete discutere insieme del vostro futuro…” ribatté il ragazzo che però non ricevette risposta in quanto il ninja si limitò a fare un gesto del capo e a dileguarsi in fretta tra gli alberi seguito dai compagni.

“Avranno una triste realtà con cui confortarsi” osservò Sasuke.

“Lo so, era raccapricciante stare là dentro” disse Kisuke che, essendo un ninja medico, come Sakura aveva dovuto passarci molto tempo ed operare persino alcuni esperimenti.

Detto ciò, non essendoci più pericolo, si apprestarono a rientrare e quindi si diressero verso casa dello shinobi dove, come le era stato detto, la kunoichi stava di guardia. La ragazza, nascosta sopra un albero da cui poteva tenere d’occhio tutta la zona che circondava l’abitazione, vedendoli arrivare da lontano e notando il loro atteggiamento tranquillo, si rilassò poi, quando furono più vicini, con un balzo scese chiedendo:

“Allora? Tutto bene?”.

“Sì” disse Sasuke.

“Meno male” sospirò e poi, rivolta a Kisuke “i tuoi sono dentro. Se è tutto a posto possiamo andare a parlare con tuo padre per quanto riguarda i nostri compiti”.

“Meglio aspettare di vedere se torneranno i ninja del Suono” rispose questi.

“Mi sembrava di aver capito che fosse finita qui, comunque sì…forse è meglio prendere qualche precauzione in più” replicò.

“Tranquilla non aspetteremo molto” disse l’Uchiha che, vedendo l’espressione interrogativa della compagna, continuò “penso che torneranno presto per finire la chiacchierata” dopo di che si incamminò in direzione della propria casa, seguito da Sakura che, dopo aver salutato un tranquillissimo Kisuke, raggiuntolo chiese:

“Ehy si può sapere cosa vi da tutta questa sicurezza?”.

“Perché gli ho detto di fare una capatina nel laboratorio sotterraneo del covo… Non ho distrutto la grotta apposta perché potessero vedere con i loro occhi cosa si celava dietro ad Orochimaru, affinché se ne rendessero conto” dichiarò.

“Ah! Già…il laboratorio di Kabuto era un vero e proprio museo degli orrori” mormorò, rabbrividendo nel pensare a tutto il tempo che ci aveva dovuto passare.

“Sì, e posso assicurarti che oltre la porta posta sul fondo è anche peggio” disse.

“Non lo metto in dubbio” rispose camminando al suo fianco, dopo di che continuarono a passeggiare in silenzio fino a che non arrivarono alla loro abitazione nella quale entrarono insieme, e quel piccolo gesto emozionò terribilmente la ragazza che non poté fare a meno di pensare ‹‹casa nostra, nostra…sì perché siamo una coppia!›› al contrario di Sasuke che, non essendo avvezzo a certe cose, senza considerare quel fatto era andato in camera da letto dove si era buttato sul grande materasso e, quando la compagna lo raggiunse, se la portò appresso per baciarla e carezzarla.

Come previsto la giornata continuò senza sorprese, come quelle a venire d’altronde, dato che erano in attesa di avere notizie o visite da parte di quelli del Suono, nonostante le proteste, ai due shinobi erano stati lasciati dei giorni in cui potersi riposare. Questi infatti gli furono imposti senza diritto di replica da Kisuke e da suo padre che, volendo lasciargli un po’ di tempo per ambientarsi e stare da soli, avevano adottato la scusa che da lì a poco sarebbe potuta scoppiare una nuova battaglia e che entrambi erano ancora provati da quella già avvenuta, specialmente la kunoichi che ancora doveva rimettersi completamente.

Nel frattempo, i ninja che erano tornati al covo di Orochimaru, inorriditi dallo spettacolo che gli si era parato di fronte non appena varcata la soglia del laboratorio, avevano portato fuori i corpi che esso conteneva per dar loro degna sepoltura ma, non appena concluso quel triste compito, ebbero inizio i primi conflitti. Difatti due dei cinque ninja più forti del Suono avevano cominciato a discutere su chi dovesse detenere il potere, senza riuscire ad arrivare ad una soluzione se non quella di arrivare addirittura a sfoderare le spade. Fortunatamente però furono fermati da Hitoshi e Masanori, i quali proposero loro di far ritorno al villaggio dell’Erba per discutere di una possibile alleanza, nonché protezione, volendo avere anche un parere da quel ragazzo di ghiaccio che, da solo, era riuscito a sterminare gran parte del covo di Orochimaru. O meglio, solo le persone a lui strettamente connesse dato che aveva agito quando molti erano in missione, evitando forse un vero e proprio massacro, anche se indubbiamente aveva agito a quel modo principalmente per il proprio tornaconto.

Naturalmente non furono tutti d’accordo ma, sistemati i dissapori interni, gli interessati ripartirono e, dopo due giorni di cammino, arrivarono nuovamente all’Erba dove, al contrario della volta precedente, si apprestarono ad entrare con intenzioni pacifiche. Così, annunciatisi, andarono direttamente dal capo villaggio e, quando furono ricevuti, gli chiesero di poter fare una riunione in cui potessero partecipare anche Kisuke e Sasuke. L’uomo ovviamente accettò, felice che quei ninja avessero optato per una possibile alleanza, e quindi, dato che il figlio era già a palazzo, mandò un sottoposto a chiamarlo ed un altro a cercare l’Uchiha, che trovarono ad allenarsi in un parco vicino casa. Non appena gli recapitarono il messaggio, il ragazzo si diede una veloce sciacquata alla fontanella lì accanto e, indossata la maglia di ricambio che si portava dietro, si diresse a palazzo seguito da Sakura, la quale gli stava sempre vicino anche se solo per curarlo visto che ancor non poteva combattere a causa del braccio.

Una volta entrati, tutti si scambiarono dei formali inchini e, dopo essersi accomodati su delle sedie accostate attorno a un tavolo ovale, il primo a rompere il silenzio fu Sasuke che, con voce bassa, profonda e come al solito estremamente fredda, esordì:

“Se siete tornati è perché avete appurato con i vostri occhi che, quanto ho detto, era vero, dico bene?”.

“Sì…” affermò Hitoshi a fatica nel ripensare a quel macabro momento “…ma siamo tornati anche perché volevamo un consiglio da te” era dura da ammettere, ma doveva farlo per il bene del villaggio e dei suoi abitanti che tanto amava.

“Un consiglio?” chiese l’altro perplesso.

“Sì, noi siamo ninja abituati a ricevere ordini e combattere, non siamo avvezzi a gestire un villaggio o cose del genere. Difatti abbiamo già iniziato a litigare tra di noi sul da farsi o su chi debba essere il capo, quindi vorremmo rimetterci al tuo giudizio, dato che spesso hai preso le veci del Kage e conosci bene il nostro villaggio…per favore” mormorò, chinando il capo e stringendo i denti per la vergogna, mentre anche gli altri facevano lo stesso.

“Capisco…beh io stesso non ho mai guidato un intero villaggio, ma come hai detto spesso ho preso le veci di Orochimaru… Non so cosa sia meglio per voi, ma i miei consigli sono i seguenti e prego il signor Satoru di intervenire qualora le mie parole dovessero essere errate o dannose per entrambi i paesi. A voi del Suono ordino tassativamente di non fare parola alcuna sulla morte del sannin, né tanto meno che sono stato io ad eliminarlo per almeno un paio di mesi per due ragioni. La prima è che il vostro villaggio verrebbe letteralmente raso al suolo da tutti coloro che odiavano quella serpe e bramano la conquista del Suono. La seconda è che alcune persone probabilmente mi stanno cercando e, se qualcuno rivelerà la mia posizione, sarò io stesso ad attaccarvi ed uccidere tutti coloro che possano rivelarla” disse guardandoli ed attivando lo sharingan per qualche secondo, giusto il tempo di vederli rabbrividire a causa dei suoi occhi ed assicurarsi che capissero che faceva sul serio “poi vi consiglio di eleggere un nuovo Kage e io direi che tu Hitoshi saresti il più adatto a questo ruolo, in quanto uno dei più forti e saggi ninja del Suono. Sono sicuro che sia stato tu a spingere gli altri a venire e chiedere consiglio, nonostante la cosa non ti aggradi ed il tutto perché hai saputo mettere il bene del villaggio davanti al tuo orgoglio. Poi suggerisco di nominare i tuoi compagni qui presenti come tuoi subordinati, spartendo equamente la carica ed il potere, così da non creare disparità tra loro ed infine io proporrei di stipulare un’alleanza tra il villaggio del Suono e quello dell’Erba” e quindi, alla fine di quel lungo discorso, tacque per dare la possibilità agli altri di rispondergli.

“Un’alleanza dici? Beh potrebbe risultare una cosa vantaggiosa visto che comunque gli shinobi del Suono sono conosciuti come guerrieri molto forti ed il loro villaggio è prosperoso” assentì Satoru guardando Hitoshi che solo allora rispose:

“Ringrazio molto entrambi e credo di parlare a nome di tutti, dicendo che accetteremo e metteremo in pratica i vostri consigli. Solo che, se c’è in gioco la nostra vita, vorremmo sapere chi è che ti cerca e magari potremmo farlo fuori per te se ti crea così tante noie” e guardò gli altri quattro che annuirono, ma Sakura a quelle parole non si trattenne ed urlò:

“No! Non pensateci nemmeno!”.

“Sono dei compagni che vogliono riportarci al nostro villaggio natio, Konoha, e quindi non ho alcuna intenzione di ucciderli. Solo che non devono sapere dove mi trovo, altrimenti verrebbero ed io ho una vendetta da portare a termine ed essa porta il nome di mio fratello, Itachi Uchiha!” rispose fermo.

A tale affermazione i ninja del Suono rimasero a bocca aperta, cosa poteva mai essere successo perché si desiderasse uccidere un proprio consanguineo? Ma tale pensiero fu ben presto cancellato da un altro che immediatamente balenò nella testa di quelli del Suono:

‹‹Beh potrebbe risultare a nostro vantaggio se ci toglie di mezzo qualcuno dell’Akatsuki›› ma ovviamente fu ancora Hitoshi a parlare:

“Capisco…allora stanne certo, manterremo il segreto!” e la sua risposta fu subito approvata e vistosamente accettata dagli altri tuttavia, a quel punto, il capo villaggio si schiarì la voce e, rivolto a Sasuke, disse:

“Bene, ora che il problema silenzio è chiarito posso chiedere come avresti in mente di portare avanti quest’alleanza?”.

“Pensavo che potreste scambiarvi tecniche segrete come segno di fiducia e combinare dei matrimoni fra i due villaggi, senza costrizione alcuna ovviamente…”.

“Mi sembra una buona idea… non c’è niente di meglio di matrimoni tra due fazioni opposte per rinsaldare amicizie e creare nuovi legami” rispose entusiasta Satoru, che non riusciva a credere che quel ragazzo tanto maturo e saggio avesse solo sedici anni.

“Già ma ricordate, i matrimoni non dovranno essere imposti o succederebbero solo catastrofi” rispose.

“Sì certo, a questo scopo proporrei che alcuni ninja del Suono e dell’Erba vadano uno nel villaggio dell’altro per un po’ di tempo, così da integrarsi e magari fare conoscenze” rispose l’anziano.

“Credo sia la miglior cosa da fare, ci si potrebbe anche scambiare gli insegnati per l’accademia” propose a quel punto Masanori.

“Sì” annuirono tutti e, dopo un momento di silenzio, Sasuke disse:

“Se non avete più bisogno di me mi ritirerai…voglio finire l’allenamento”.

“Sì, penso che potremo cavarcela anche da soli ora, Kisuke tu rimani” disse il padre.

Il ragazzo naturalmente annuì e così, dopo l’uscita dell’Uchiha e della sua compagna, la conversazione continuò per approfondire i dettagli di quell’alleanza. La discussione andò avanti a lungo, tanto che si fece sera ed i ninja, ormai alleati, accettarono di buon grado l’offerta di restare a dormire e l’indomani ripartirono per il Suono con la promessa di inviare presto alcuni dei loro migliori uomini, così come il capo villaggio gliene aveva già concessi dato che a protezione del proprio c’erano Kisuke e Sasuke.

Dopo di quello altri giorni presero a trascorrere tranquillamente all’Erba, Satoru concesse a Sakura e Sasuke un’altra settimana per riprendersi e i ragazzi la passarono tra scambi di dolci effusioni e finalmente passeggiate per il villaggio, così da conoscerlo un po’ meglio e fare altrettanto con i suoi abitanti, anche se Sakura ne approfittò soprattutto per impegnarsi in cucina, facendo a volte dei veri e propri disastri, altre azzeccando le dosi per la felicità di Sasuke. Difatti, impegnandosi molto, poté vedere fin da subito i primi miglioramenti e, per la sua pace mentale, ebbe anche il ciclo, così le fu possibile dire che in quei giorni non c’era nulla fuori posto, se non il pensiero che quella pace non poteva durare sempre. Tuttavia decise che, finché avesse potuto, si sarebbe goduta ogni singolo istante perché non poteva essere certa di quello che il futuro le riservava, difatti più di una volta anzi, quasi sempre, le sue previsioni si erano rivelate errate. Non per niente in quel momento viveva insieme a Sasuke di cui era riuscita a conquistarne l’amore sincero, cosa che riteneva impossibile sino a qualche tempo prima.

Appena finito il periodo di riposo però, come d’accordo, Sakura iniziò ad insegnare ai genin le arti mediche mentre Sasuke, che non aveva missioni da svolgere, dato che erano giunti i ninja del Suono e che essi erano molto forti, riprese con loro gli allenamenti intensivi che servivano ad entrambi. In questo modo lui non perdeva il ritmo e cercava di abituarsi all’assenza del segno maledetto, che indubbiamente lo rendeva più forte, mentre questi imparavano nuove tecniche come stipulato dal contratto. Così combatteva senza sosta, portandosi ogni giorno allo stremo per la disperazione della compagna che ogni volta si ritrovava a curare ferite terribili finché una sera, mentre era sul letto, medicandolo lo ammonì dicendo:

“Ma possibile che devi spingerti fino a questo punto? Vacci con più calma…non è un bene ferirsi e curarsi in continuazione in questo modo”.

“Cos’è…paura di non riuscire a mantenere le energie per dopo?”.

“Scemo!” disse dandogli un buffetto sulla testa e arrossendo, difatti da quando si erano dichiarati reciprocamente, il ragazzo era un po’ cambiato ed era diventato un pochino più aperto e scherzoso e tutto ciò le piaceva, visto che così riuscivano a parlare molto di più infatti rispose “comunque lo dico per te, sono preoccupata”.

“Ma smettila…”.

“Sono seria, non devi maltrattarti così…va bene allenarsi duramente, ma devi prenderti più cura del tuo corpo” lo rimproverò, sedendosi sul letto al suo fianco avendo finito.

“Ma per quello ci sei tu, no?” disse prendendola per un braccio e trascinandosela sopra per darle un bacio.

“Lo sapevo…non mi prendi sul serio!” sospirò ricambiandolo.

“Al contrario” la rassicurò “è che trenta persone sono dure da battere anche per me…” aggiunse pensando ‹‹specialmente senza quel segno, nonostante tutti i tonici e le tecniche che quel maledetto mi ha insegnato e questo non me lo posso permettere…››.

“E allora combatti con dieci, no? Piccolo sbruffone!” replicò Sakura, sorridendo e dandogli un pizzicotto sul fianco che fece fare un piccolo salto all’altro che poi, portandosi sopra di lei, disse:

“No…”.

“Sei impossibile… sei più testardo di un mulo!” ribatté incrociando le braccia sul petto.

“Beh dato che quello che sono lo devo anche a questo non mi lamento affatto… E poi che hai da lamentarti tanto visto che ti piaccio così?” la prese in giro.

A tale affermazione Sakura sospirò, gli passò le mani tra i suoi bellissimi capelli neri e quindi disse:

“È solo che mi preoccupo per te…ecco perché”.

“Lo so” sussurrò prima di darle un dolce bacio che presto si tramutò in tenere carezze, che a loro volta cedettero il passo a ben altro.

E così i giorni continuavano a passare, le settimane ad accavallarsi e gli insegnamenti di Sakura a farsi più intensi, come anche gli allenamenti di Sasuke il quale quella sera, dopo cena, quando si furono sdraiati sul letto, come un fulmine a ciel sereno disse:

“Ormai è passato più di un mese da quando siamo qui…ho deciso che domani farò un salto al villaggio della Pioggia per far sapere ad Itachi della mia presenza…”.

“Di già?” chiese Sakura abbracciandolo forte, le pareva di stare vivendo in un bellissimo sogno ma, come sempre succede, era arrivato il momento del risveglio.

“Prima lo affronto prima torneremo a casa, no?”.

“Sì, questo è vero…” mormorò pensando invece ‹‹sarebbe perfetto se lo lasciassi perdere per sempre››.

“Cosa c’è?” domandò sentendo la sua voce triste.

“È che tremo nel pensare a quel giorno, ai pericoli che correrai…” gli confessò.

“Sta tranquilla te lo ho detto, no? Ho già affrontato Itachi e so per certo di poterlo battere” la rassicurò ‹‹con tutto quello che ho preso ed appreso non potrebbe essere diversamente›› pensò e difatti disse “sai, ho pensato addirittura di lasciar perdere, di tornare subito a Konoha, ma così vanificherei anni ed anni di sacrifici, supplizi causati ad entrambi e il rimorso mi tormenterebbe… Vorrei farlo per farti stare tranquilla, ma so che prima o poi scapperei per portare a termine la mia vendetta…e ti farei soffrire ancora…”.

A tali frasi Sakura alzò lo sguardo, lo fissò nei suoi occhi scuri, che ormai erano pieni di calore, e quindi allungò una mano per accarezzargli una guancia pensando:

‹‹Come sei cambiato, sono felice di aver aspettato e di aver dovuto sopportare tante sofferenze per poter avere finalmente il tuo affetto›› ma dicendo “lo so, lo capisco però non posso fare a meno di avere paura al pensiero di perderti…ti amo troppo”.

“Prima non avevo nulla e non mi importava di morire, ma ora ho te…per questo ti prometto che vivrò e che non permetterò che vinca mio fratello… Dovessi strisciare ma tornerò da te, ti riporterò a Konoha e ti renderò felice” la rassicurò, afferrandole la mano su cui poi depose un dolce bacio.

A quelle bellissime parole Sakura sentì gli occhi inumidirsi e piano si allungò su di lui per dargliene uno sulle labbra ma poi, tornando a guardarlo, rispose:

“Sono già felice, mi stai facendo toccare il cielo con un dito dalla prima volta che mi hai abbracciata….e non vedo l’ora di poter costruire la mia vita con te al nostro villaggio. Sai, non credevo che tutto questo sarebbe mai successo”.

“Non dirlo a me…” rispose accennando un sorriso.

“Eh già… non mi sopportavi e invece ora…” sussurrò strusciandosi un po’ sul suo petto.

“Non posso fare a me di te” rispose traendola a sé per baciarla di nuovo, cosicché l’ennesima discussione naufragò in un mare di carezze e dolci frasi ansimate nell’estasi.