Only for you

Capitolo 11

Il giorno seguente, nonostante si potesse riposare tutto il tempo che voleva, Sasuke si svegliò presto a causa dell’abitudine e così decise di andarsi a fare un tuffo rinfrescante al fiume. Rimase a bagno per quasi mezz’ora poi, una volta tornato in stanza, vedendo che Sakura si era girata dalla parte opposta a quella in cui dormiva di solito, dandogli quindi le spalle, le si sdraiò accanto e, dato che era sempre lei ad abbracciarlo, decise che quella volta sarebbe stato lui a farlo. Piano la cinse e, in quel preciso istante, capì che la voglia di farlo non era stata dettata dal fatto che gli era mancata o che aveva iniziato a fare particolari sogni su loro due, ma che era il suo stesso corpo ad averglielo chiesto e lui, per la prima volta, non si era opposto a quell’istinto. Tuttavia cercò di astenersi dallo stringerla troppo per non destarla e così rimase immobile al suo fianco assaporando quel momento. Con quel semplice gesto infatti poté sentire il profumo dei suoi capelli perennemente dolce, nonostante i suoi allenamenti, e la sua pelle liscia e perfetta. Difatti la ragazza, che ai suoi occhi voleva comunque apparire un minimo femminile, quando andava al villaggio cercava di comprare saponi leggermente profumati ed idratanti con cui si lavava sempre accuratamente soprattutto perché, anche se la grotta era leggermente più fresca, faceva comunque caldo e per quel motivo dormivano seminudi. I due infatti indossavano solo lo stretto indispensabile ovvero, Sakura la maglia con sotto la biancheria e Sasuke i boxer. Nella stanza regnava il silenzio assoluto tuttavia, quello che il giovane ninja non aveva previsto era che la compagna, nel dormiveglia, avrebbe potuto avvertire le sue forti braccia avvolgerla e, poiché fu ciò che avvenne, Sakura si mosse per potersi sistemare meglio. Avvicinandosi premette la propria schiena contro il petto dell’altro, mentre una sensazione di benessere e protezione le sbocciava nel cuore. Rimase in quella posizione qualche minuto dopo di che aprì gli occhi e, felice di trovarsi al sicuro nella cerchia delle sue braccia, gli posò un bacio sul polso sussurrando:

“Buongiorno”.

“Non volevo svegliarti” affermò dolcemente lui dandogliene uno sul collo.

“Se lo fai sempre così potrai rifarlo ogni volta che vuoi” mormorò ancora un po’ intontita dal sonno, visto che altrimenti non avrebbe mai detto nulla di tanto audace.

Sasuke a quella risposta la strinse un po’ più forte e poi prese a dargliene altri. Non sapeva bene perché si stesse comportando in tale modo, alquanto dolce e delicato per i suoi standard, ma vederla addormentata con solo la maglia e quelle mutandine di pizzo bianco indosso gli aveva fatto venire voglia di stringerla a sé, e non solo. Dal canto suo Sakura, felice per quel paradisiaco inizio di giornata, richiudendo gli occhi inarcò un po’ il collo per godersi meglio quei baci, lasciandosi trasportare dalle belle sensazioni che il suo Sasuke le stava facendo provare e questi, vedendo che le piaceva, continuò. Nel frattempo con una mano prese a lisciarle il braccio e, una volta arrivato alla spalla, scese sul decolté che iniziò a sfiorare con le dita andando sempre più vicino al seno per poi risalire verso il collo. Il tutto, ovviamente, carezzandola dolcemente per non essere mai troppo invasivo difatti, a quei leggerissimi tocchi, la ragazza sentì un gran calore pervaderla. Era la prima volta che provava certe cose e, anche se sapeva benissimo quanto accadeva tra un uomo e una donna che vivevano assieme da molto tempo, non credeva che Sasuke l’avrebbe mai toccata in quel modo. Era vero che l’aveva già accarezzata e baciata una volta, ma non pensava che si sarebbe mai spinto oltre dato il suo carattere e, sempre più contenta per quanto stava accadendo, si sistemò un po’ meglio nel suo abbraccio però, così facendo, gli sfiorò accidentalmente il bacino. Il ragazzo, sentendola muoversi, cercò di ignorare il sussulto che inesorabilmente ebbe a quel contatto e in un sussurrò le chiese:

“Ti da fastidio?”.

“No, mi piace…” bisbigliò lei avvertendo le guance farsi roventi per aver dato una risposta così diretta, cosa che invece piacque non poco a Sasuke il quale, rassicurato, continuò fino a che, facendosi più ardito, non scese a toccarle un seno.

Quel giorno, ovviamente, fu assai più dolce e romantico rispetto alla prima volta che lo aveva fatto, spinto solo dal desiderio che non si facesse del male ed inoltre, a quel contatto, poté avvertire che finalmente sotto la maglia la compagna portava un altro indumento, assai più femminile e sensuale delle bende, ma non per quello smise, anzi nel frattempo non smetteva di baciarle il collo. A quel punto però Sakura girò la testa per riuscire a posare le proprie labbra sulle sue mentre gli posava una mano su quella che la stava carezzando come a fargli capire che andava tutto bene, che poteva spingersi oltre. Sasuke allora approfondì per la prima volta quel bacio, insinuando la propria lingua nella sua bocca continuando ad accarezzarla, sentendo così che il suo seno reagiva sotto ai suoi tocchi seppure indiretti e stupendosene, non aveva mai provato nulla di tanto bello prima. Tuttavia non era il solo a provare certe sensazioni, difatti anche Sakura si meravigliò nel sentire quella lingua che cercava la gemella, era tremendamente strano ma allo stesso tempo davvero bellissimo e così, seppure timidamente, lo ricambiò. Era la primissima volta che si ritrovava alle prese con cose di quel tipo e non aveva ben chiaro come comportarsi, sapeva solo che voleva donargli tutta se stessa, lo amava ed il suo cuore scoppiava di gioia nel capire che non la vedeva più come una ragazzina ma per quello che era, una donna. Intanto Sasuke, ignaro di quanto avveniva nell’animo della ragazza, ma ben consapevole di quanto capitava nel suo, continuò a toccarla per poi far risalire la mano ad accarezzarle il viso e permetterle di voltarsi, difatti sentiva il fondoschiena della compagna premere contro il suo bacino e questo gli faceva uno strano effetto. In fondo era la prima volta anche per lui e non sapeva bene cosa doveva fare, si stava lasciando guidare dall’istinto e quello gli diceva che era meglio se la faceva staccare. Così Sakura si ritrovò con le spalle appoggiate al materasso con lui di fianco che non aveva smesso di baciare un attimo. Poi, capendo di non poter limitarsi solo a quello, allungò una mano tremante per poggiargliela sulla guancia, per poter iniziare ad accarezzarlo anche lei in qualche modo. Dal canto suo Sasuke, sentendola tesa, poggiò la propria sulla sua e piano la fece scendere fino al petto per fargliela posare sul proprio cuore e darle modo di sentire che batteva forte, esattamente come il suo. A quel dolcissimo gesto, sebbene non lo avesse ritenuto possibile fino ad allora, Sakura si rese conto che il suo amore per il compagno era aumentato ancora di più e decise che si sarebbe impegnata con tutte le sue forze pur di renderlo felice come stava facendo lui con lei. Delicatamente prese a muovere piano quella mano sul suo torace meravigliandosi della sua pelle liscia e dei muscoli perfetti che vi erano al di sotto e Sasuke, sentendola molto più tranquilla, gliela lasciò per riprende ad accarezzarle le gote ma, avvertendo che sotto quei tocchi qualcosa in lui cominciava a smuoversi, si abbassò nuovamente su di lei poggiando la testa sul suo petto, fermando così quel bacio travolgente e, facendo riscendere un braccio per accarezzarle un fianco da sotto la maglietta, pensò:

‹‹Tutto questo è davvero strano… Nonostante lei sia la stessa ragazza con cui ho dormito, mangiato e parlato ogni giorno da quando siamo arrivati…è come se in questo momento la vedessi per la prima volta››.

Intanto Sakura, che non aveva assolutamente certi pensieri, anzi era al settimo cielo, leggermente tranquillizzata prese a lisciargli i capelli corvini, inarcando leggermente la schiena per i brividi che i tocchi dell’altro le stavano procurando ma, nonostante tutto, sempre un po’ impaurita di fare o dire qualcosa di sbagliato. Nel frattempo il compagno, sentendola fremere, decise di andare avanti. Difatti voleva toccare il suo seno ancora una volta e quindi prese a far risalire lentamente la mano da sotto la maglia ma, in quel momento, bussarono alla porta per cui si fermò. Infatti, a causa di quelle piacevoli effusioni, Sasuke aveva perso la cognizione del tempo e così, senza preoccuparsi di vestirsi e ricoprendo invece la ragazza con il lenzuolo, andò a vedere chi fosse.

Una volta aperta la porta, ritrovandosi Ryuji davanti, scocciato per essere stato interrotto da lui, lo accolse con un secco:

“Che vuoi?”.

Il jonin, già di per sé irritato a causa del ritardo dell’allieva, vedendolo così conciato poté solo immaginare cosa stesse facendo. Sentendo la rabbia montargli dentro, specialmente perché l’altro aveva sempre la stessa espressione impassibile, inasprito rispose:

“Non sono qui per stare ad aspettare i vostri comodi, fa uscire la ragazzina. Dobbiamo iniziare l’allenamento”.

“Se non sbaglio deve venire il pomeriggio…cos’è tutta questa fretta?”.

“Visto che non c’è Kabuto ne approfitto…ed inoltre ho solo oggi e domani per allenarla perché poi devo partire e non so quando torno. Mi spiace molto se ho interrotto qualcosa” terminò sarcastico.

“Non spiacerti, tanto continuiamo visto che stavamo facendo un discorso importante. Puoi aspettarla fuori” replicò e, senza aspettare la sua risposta, gli sbatté la porta in faccia facendolo infuriare più di quanto già non fosse.

Intanto Sakura, che nel sentire la voce di Ryuji si era alzata per vestirsi, rimase sbalordita nell’udire quelle parole e, quando il compagno accese altre candele oltre all’unica che aveva illuminato la stanza sino ad allora, rimase a bocca aperta a fissarlo. Certo non lo stava facendo solo per quella replica alquanto imprevista, ma anche e soprattutto perché era bellissimo ed ancora non riusciva a credere che solo fino a qualche minuto prima la stesse toccando e baciando.

“Cos’è quella faccia?” chiese Sasuke notando la sua espressione.

“Non mi aspettavo che gli rispondessi così” disse avvicinandosi e abbracciandolo omettendo la seconda parte di risposta, ovvero quella in cui avrebbe dovuto confessargli che era uno schianto.

“E come dovevo rispondergli?” domandò dato che neanche si era reso conto di aver usato la parola ‹importante› visto che gli era uscita spontanea.

“Pensavo che gli avresti detto che l’avrei raggiunto subito”.

“Ma figurati” ribatté col suo solito tono arrogante, dopo di che le mise una mano sotto il mento e la baciò.

A tale gesto Sakura gli buttò le braccia al collo e quella volta fu lei ad approfondire e a cercare la sua lingua cosicché il compagno la ricambiò con altrettanta passione fino a quando non fu ora di lasciarla andare poi, una volta che la ragazza fu uscita, andò ad allenarsi con Kisuke.

La settimana passò pressappoco nella stessa maniera poiché Sasuke la mattina iniziò a trattenere Sakura quando non era impegnato ad andare da qualche parte e ciò, naturalmente, accrebbe a dismisura il disappunto di Ryuji. Il ninja si immaginava benissimo quello che facevano anche se non poteva certo sapere che i due non si erano ancora mai spinti oltre a quanto fatto quella mattina, dato che comunque il ragazzo non era ancora pratico e Sakura non se la sentiva di prendere l’iniziativa per paura di commettere errori. Così il jonin si infastidiva ogni giorno di più nel vedere l’indisponenza e l’autorità di Sasuke che come al solito gli appariva inespressivo e glaciale. A causa della frustrazione si sfogava con Sakura, sottoponendola ad allenamenti sempre più sfiancanti tanto che spesso, alla fine della lezione, la ragazza rimaneva a terra e rientrava tardi per non far vedere a Sasuke le ferite che dopo ogni combattimento si curava per non farlo arrabbiare e litigarci per timore che, non essendoci Orochimaru, potesse succedere qualcosa tra lui e Ryuji. Difatti era sicura che il compagno non sarebbe rimasto con le mani in mano una volta venuto a conoscenza della faccenda e lei non poteva permettere che gli accadesse qualcosa, o meglio che il sannin se la prendesse con lui visto che in uno scontro tra il giovane shinobi e Ryuji, non sarebbe stato certo quest’ultimo ad avere la meglio. Come scusa inventava che si fermava a fare bagni rilassanti e il ragazzo le credeva, soprattutto perché spesso il giorno non c’era e a volte tornava talmente tardi che la compagna già dormiva. Ovviamente per non lasciarla completamente sola diceva a Kisuke di controllarla ma questi non interveniva se non nei momenti di necessità, specialmente perché anche lui aveva il suo bel da fare.

Passarono in quel modo altre due settimane, Orochimaru ancora non tornava e una mattina Kisuke disse a Sasuke che un ricercato, che qualche tempo prima gli era sfuggito durante un inseguimento, si era fatto vivo nel villaggio vicino a quello del suono e che era il caso di finire quanto aveva iniziato. Il ragazzo, venuto a conoscenza di tutti i dettagli, non potendosi sottrarre gli ordinò come sempre di tenere d’occhio la compagna e quindi partì ma, durante il pomeriggio, il medico fu richiamato da Jirobo che era rimasto ferito in un combattimento e quindi si dovette allontanare così che Sakura si ritrovò completamente da sola e Ryuji, che lo sapeva bene, non sopportando più il comportamento di Sasuke, decise di andare oltre. Difatti era determinato a sfiancarla talmente tanto che il giorno dopo non si sarebbe alzata dal letto, non perché aveva da fare con il moccioso ma perché sarebbe stata stremata a tal punto da non riuscire a fare un passo. Così, con tali pensieri ed un ghigno malefico dipinto sul volto, l’attaccò fin da subito con le tecniche più potenti di cui era a disposizione senza darle il tempo di reagire. Sakura ovviamente provò a pararsi in tutti i modi, non riuscendo però a prendere l’iniziativa neanche una volta, quel giorno il suo allenatore era decisamente più spietato del solito tanto che, anche quando cadeva a terra, non smetteva di incalzarla e la ragazza era costretta a rotolare via per non essere colpita. Il combattimento continuò a lungo, fino a quando non arrivò allo stremo e, non riuscendo più a muoversi, alzò semplicemente un braccio per pararsi dal kunai che il suo maestro le aveva lanciato contro e che neanche fermò facendola ferire. Poi, vedendola così a terra e priva di forze, sprezzante disse:

“Se continui in questo modo Orochimaru-sama ti farà fuori presto” e, avvicinandosi, preso il pugnale da terra, dato che lei era spalle a terra con il busto verso di lui, per sfregio le strappò la maglietta.

A tale mossa Sakura, anche se esausta, prese immediatamente i lembi lacerati dell’indumento per coprirsi e si mise a sedere portandosi le ginocchia al petto chiedendo:

“Che diavolo stai facendo?” la sua voce era dura ma in realtà era spaventatissima.

Il jonin divertito da quella faccia e pensando a cosa avrebbe fatto Sasuke se lo avesse visto, compiaciuto, rispose:

“Ti dimostro fino in fondo quanto sei debole, se basta così poco per metterti in crisi…”.

Incredula la ragazza si rialzò a fatica, sempre cercando di coprirsi alla bell’e meglio e poi, guardandolo freddamente, disse:

“Hai esagerato” e si girò per tornare dentro.

“Che paura” le urlò dietro il ninja sempre più divertito, soprattutto al pensiero che non si sarebbe

fermato lì. Infatti lui voleva vederla piangere, disperarsi e così, sicuro che come al solito di lì a poco sarebbe andata al fiume, decise che l’avrebbe attesa al varco.

Intanto Sakura, giunta in stanza, si tolse quello che ormai era diventato uno straccio e lo buttò a terra con rabbia per l’umiliazione subita e poi prese immediatamente a curarsi la ferita sul braccio che era la più grave e non smetteva di sanguinare mentre le altre avrebbero dovuto attendere, in quel momento non ce l’avrebbe fatta. Non appena finì si mise un’altra maglia e, presi degli indumenti puliti e l’occorrente per lavarsi, andò al fiume sistemandosi al solito posto, dopo di che prese a levarsi di dosso i restanti abiti ancora intrisi di sangue e sudore per poi gettarsi in acqua.

Nel frattempo Ryuji, ben nascosto su un albero, si gustava lo spettacolo. Gli piaceva quella faccia imbronciata e ormai la sua mente lasciva si domandava sempre più spesso fin dove la sua allieva si spingesse con Sasuke e se il ragazzo avesse la stessa espressione impassibile anche mentre godevano delle loro perversioni.

‹‹Sicuramente non l’avrebbe se venisse a sapere che l’ho fatta mia… Ma si, anche se fa tanto il temerario Orochimaru-sama è stato più che chiaro: se dovesse fare qualcosa di avventato a rimetterci sarebbe la ragazzina e lui non lo permetterebbe mai… Poi vorrei proprio vedere il suo sguardo spavaldo posarsi su di me mentre io godo per il fatto che lui non saprebbe che io ho toccato la sua donna, perché sono sicuro che se anche la palpassi un po’ Sakura non gli direbbe nulla… Ma si, mi divertirò a spaventarla…›› pensò e così, quando l’allieva venne fuori dall’acqua e si mise la biancheria e la maglia, uscì allo scoperto.

“Cosa ci fai tu qui? Vattene!” esclamò Sakura che, avendo sentito dei rumori, si era girata e lo aveva visto.

“Ti dimostro che un vero ninja deve sapersi difendere in qualsiasi momento ” rispose lanciandole contro degli shuriken che la ragazza schivò ma, così facendo, inciampò nei sandali poggiati lì vicino cadendo stesa sull’erba così che il jonin le si avvicinò e, guardandola dall’alto al basso, continuò “se fosse stato un vero attacco saresti già morta… Però visto che non lo è….” e nel frattempo scrutava le sue gambe lisce.

Sakura, vedendo la direzione del suo sguardo, cercò di mettersi a sedere per alzarsi e, sforzandosi di non badare al panico che iniziava a serpeggiarle nel corpo, disse:

“E allora vattene…”.

“Quanta fretta… Cos’è, vuoi riservare la vista delle tue grazie solo a quel ragazzino dal viso inespressivo?” chiese l’altro accucciandosi per poterla guardare negli occhi, leggendovi così la paura che la pervadeva e compiacendosene visto che stava raggiungendo lo scopo desiderato.

“Non so di che parli, lasciami in pace” rispose indietreggiando e non accorgendosi che la voce le tremava un po’.

“Ah no? Vediamo allora se in questo modo ti torna la memoria” replicò atterrandola e mettendosi a carponi sopra di lei, afferrandole i polsi con entrambe le mani per impedirle di muoversi.

Nonostante la paura e le scarse forze, Sakura cercò comunque di dimenarsi per tentare di sfuggire alla sua presa ma, debole come era, i suoi furono solo fiacchi tentativi e in quel momento la sua mente fu pervasa da un orribile pensiero:

‹‹Che abbia pianificato tutto?›› e a quel punto, incapace di reagire, iniziò ad urlare “lasciami andare!”.

“Perché fai tanto la ritrosa? Non farò né più né meno di quello che ti fa il tuo caro amichetto” affermò impassibile l’uomo prendendole i polsi con un’unica mano per portare l’altra sul suo basso ventre ed alzarle la maglietta arrivando a scoprirle una parte di reggiseno.

“Smettila di dire idiozie! Sasuke non farebbe mai così! Levati, levati!” esclamò lei sempre più in preda al terrore.

“Ma dai? Non dirmi che non ti ha mai toccata? Che sei ancora vergine?” domandò, poi vedendo la sua faccia e capendo di averci preso in pieno, disse “in tal caso sarà ancora più divertente” e nel mentre prese a palparle il seno con forza.

Intanto Sakura, sotto di lui, continuava a dimenarsi e a gridare, augurandosi che qualcuno la sentisse anche se non ci sperava molto. In fondo il jonin aveva ragione, era debole e dipendeva sempre dagli altri e quello non faceva altro che aumentare ancora di più il senso d’impotenza e la paura che la pervadevano nel constatare che i suoi appelli non avevano sortito alcun effetto ma che, al contrario, lui andava avanti imperterrito. Ryuji infatti, se aveva iniziato solo per spaventarla, vedendola così tremante si era eccitato e la cosa era aumentata nel momento in cui aveva scoperto che era intatta. ‹‹Chissà che farebbe il glaciale Sasuke se sapesse che le ho rubato la verginità… Potrei farlo e sparire fino al ritorno di Orochimaru-sama, sicuramente se dessi la colpa a lei il sannin mi crederebbe›› pensò prendendo a leccarle il petto per poi affermare “inutile che urli tanto, non potrà sentirti nessuno… Fai tanta scena ma sono sicuro che qui sotto sei già bagnata” e nel dirlo fece scendere la mano tra le sue gambe toccandola da sopra gli slip ma in quel momento un corpo gli piombò sopra e lo atterrò.

“Io ti ammazzo!” si sentì gridare.

Era Sasuke che essendosi accorto di come ultimamente la compagna fosse stremata, come al solito non si era fidato a lasciarla sola e così si era sbrigato a portare a termine la missione ed era tornato subito indietro. Una volta al covo, era andato dove si allenavano rimanendo sorpreso che non vi fossero visto quanto solitamente facevano tardi, così si era immediatamente diretto nella grotta e, quando aveva capito che Sakura non era neanche lì, era corso da Kisuke al quale aveva detto di tenerla d’occhio ma questi gli aveva riferito che l’ultima volta che l’aveva vista si stava allenando e andava tutto bene e che, essendo stato chiamato da Jirobo, aveva dovuto soccorrerlo e quindi allontanarsi. A quelle parole Sasuke, ormai allarmato e pervaso da un brutto presentimento era uscito a cercarla seguito dal medico che non si capacitava di tanta agitazione. Automaticamente il giovane ninja era andato in direzione del fiume dove, successivamente, si era precipitato nel sentire le grida delle ragazza e, intravedendo Ryuji sopra di lei, non vedendoci più dalla rabbia gli si era lanciato contro.

“Che cazzo vuoi tu?!” urlò il jonin cercando di toglierselo di dosso, rabbioso per essere stato interrotto anche se da una parte era felice nel vedere i lineamenti dell’altro distorti dall’ira.

Senza rispondere Sasuke iniziò a prenderlo a pugni e, non appena Kisuke si avvicinò per fermarlo, lui girandosi attivò lo sharingan e, con gli occhi che sembravano iniettati di sangue, gli intimò:

“Non intrometterti” e poi riprese a pestare l’avversario.

“Perché te la prendi con me quando invece è stata la tua puttanella a stuzzicarmi? Dovresti vedere quante moine mi fa quando non ci sei!” continuò a stuzzicarlo Ryuji nonostante il dolore che quei colpi gli procuravano mentre Sakura, mettendosi a sedere, era indietreggiata finché non aveva sbattuto contro un albero e solo allora aveva tirato le ginocchia al petto, con le lacrime che le scorrevano sulle le guance offuscandole la vista.

“Sta zitto!” urlò Sasuke alzandolo a forza per poi lanciarlo in acqua dove, dopo averlo raggiunto, riprese a riempirlo di pugni mentre Kisuke, capendo che non sarebbe riuscito a farlo ragionare, si diresse dalla ragazza per assicurarsi che stesse bene, terrorizzato dalla furia dell’Uchiha che sembrava implacabile.

“Non mi credi, eh? Beh fai male, molto male” continuò il jonin cercando però di rispondere ai colpi visto che l’altro non si fermava.

Tuttavia quelle parole non fecero che infervorare maggiormente un Sasuke già accecato dalla rabbia, era sicuro che Sakura non avrebbe mai fatto nulla del genere visto che aveva tradito il villaggio e rinnegato tutti solo per amor suo ma era comunque arrabbiato con lei, le aveva detto di non avvicinarsi al fiume quando lui non c’era ma la compagna aveva fatto di testa sua e quello era il risultato. Così il giovane shinobi continuò a tempestare l’uomo con i suoi pugni ma, vedendo che l’avversario cercava di difendersi, gli scaraventò addosso delle palle di fuoco e poi gli diede un calcio che lo fece atterrare sulla riva.

“Sasukeeee basta!” urlò la ragazza vedendo la sua furia e che l’altro non riusciva a pararsi, ma questi non le diede retta, anzi la sua voce strozzata dal pianto ebbe il solo effetto di farlo arrabbiare maggiormente e così iniziò a torturare il jonin con delle terribili illusioni che lo fecero urlare dal terrore.

Tuttavia, vedendo che con le parole non riusciva a placarlo, Sakura capì di dover passare ai fatti e quindi facendosi forza si lanciò ad afferrare il compagno per le spalle e singhiozzando continuò ad implorarlo:

“Basta ti prego basta, non ucciderlo” era sconvolta per quanto accaduto e ancora di più da quanto stava avvenendo sotto ai suoi occhi.

L’Uchiha nel sentire quelle mani tremanti stringerlo, unite alle sue ulteriori suppliche rotte dal pianto e alla voce spaventata di Kisuke che, al contrario di Sakura, ovviamente non aveva avuto il coraggio di buttarglisi contro, si fermò affermando:

“Se ci riprovi, giuro che ti ammazzo!” e, finito di dirlo, i suoi occhi tornarono neri come la pece.

Sakura allora si staccò indietreggiando ma, non appena anche il ragazzo si fu alzato ed ebbe fatto qualche metro dandogli le spalle, Ryuji prese un kunai con l’intenzione di ucciderlo però Kisuke accorgendosene urlò:

“Sasuke dietro di te, attento!”.

A quel grido il giovane shinobi si girò fulmineo e, grazie allo sharingan, riuscì a scostarsi in tempo venendo ferito solo ad una spalla e a lanciargli il proprio pugnale che invece colpì l’avversario in pieno petto e a nulla valsero i soccorsi del ninja medico, il jonin era morto sul colpo.

A poca distanza Sasuke guardava la scena impassibile e, quando vide Kisuke alzarsi, disse:

“Seppelliscilo” poi, senza neanche aspettare una risposta, prese la compagna per un braccio e, raccolti i vestiti, in silenzio la condusse al covo.

Dal canto suo Sakura tremava ancora di paura e le lacrime continuavano a rigarle il viso pallido, difatti vedere quella scena non l’aveva certo aiutata, anzi, ora aveva anche paura che Sasuke avesse creduto a quelle parole e che se la prendesse con lei e così, non appena arrivati in stanza, si sedette sul letto o sarebbe sicuramente caduta visto che le gambe tremanti non la sorreggevano più.

L’altro, ancora terribilmente arrabbiato, prese il kit che la ragazza gli aveva preparato per il compleanno e quindi iniziò a medicarla, il tutto senza pronunciare una parola. Vedere Ryuji sopra di lei, toccarla e sentire quelle cose gli aveva fatto salire il veleno, soprattutto perché era sicuro che lo avesse fatto in quanto non poteva colpire direttamente lui. Tuttavia neppure Sakura disse nulla lasciando che le facesse tutto e, solo quando ebbe finito, mormorò:
“Grazie”.

“Si grazie…” replicò lui.

La ragazza alzò gli occhi e, vedendo il suo bel volto distorto dall’ira, li riabbassò in fretta dicendo:

“Scusa”.

“Scusa?” sbottò “cosa avresti fatto se non fossi arrivato io?” esclamò scomponendosi e lasciando per la prima volta che la rabbia prendesse il sopravvento.

“Niente, non sarei riuscita a fare niente, va bene?!” gridò portandosi poi le mani sul viso per coprirselo mentre riprendeva a singhiozzare maledicendosi per la propria debolezza, era proprio una buona a nulla.

“Se non sei capace di fare niente, almeno da retta a chi ne sa più di te! Se ti dico di non andare al fiume da sola ci sarà un motivo!” continuò ad urlare lui ma subito fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta così andò ad aprire e vide che era Kisuke che lo informava del ritorno di Orochimaru.

“Vengo subito…” rispose il ragazzo che dopo aver richiuso la porta continuò “perfetto! Ora si che siamo a posto….” e, senza aggiungere altro, uscì. Difatti era troppo arrabbiato per consolarla in quel momento, troppo impegnato a maledirsi per non essersela portata in missione ora che poteva farlo visto che il sannin non c’era.

Con tali pensieri si diresse in fretta nella sua stanza e questi, vedendolo, irritato gli urlò contro:

“Si può sapere cosa ti passa per la testa? Uccidere uno dei miei fedeli servitori?!”.

“Ho solo evitato di lasciarti senza un corpo in cui trasferirti” rispose secco il ragazzo dopo di che rimase in silenzio così che fu Kisuke a spiegare nei dettagli quanto avvenuto.

Orochimaru stette in silenzio ad ascoltare tutta la storia, sbuffando per la seccatura ma gioendo dentro di sé nel vedere con quanta freddezza il suo futuro contenitore avesse detto quell’unica frase e per il fatto che fosse riuscito a uccidere qualcuno tanto semplicemente e soprattutto senza alcun rimorso, infatti poco gli importava il motivo poiché, solo qualche tempo addietro, non ci sarebbe riuscito di sicuro. Poi, quando il ninja medico terminò, squadrò lo shinobi duramente e quindi sentenziò:

“Per stavolta passi, ma che non succeda più una cosa del genere o mi vedrò costretto a eliminare il problema alla radice se capisci bene cosa intendo…”.

Sasuke strinse i pugni sapendo bene cosa ci fosse dietro quella minaccia ma poi rispose:

“Non succederà” difatti era sicuro che non si sarebbe ripetuta l’esperienza dato che in breve tempo tutti sarebbero venuti a conoscenza del perché Ryuji era morto e allora nessuno avrebbe avuto il fegato di avvicinarsi alla ragazza, se non per buoni motivi.

“Per il momento basta così ma ne riparleremo…ora vai, sono stanco” lo congedò Orochimaru.

A quelle parole Sasuke uscì sospirando, quella volta aveva davvero temuto per Sakura, se solo non ci fosse stato Kisuke o non avesse detto la verità se la sarebbe vista davvero brutta e così, leggermente più calmo, si diresse nuovamente in camera.

Nel frattempo nella stanza, dopo che l’altro era uscito, Sakura si era stesa su un fianco rannicchiandosi più che poteva stringendosi con forza le braccia attorno al corpo, incapace di smettere di singhiozzare, nonostante le lacrime non scorressero più, mentre riviveva nella propria la mente quanto successo e fu per quel motivo che, quando entrò, Sasuke la trovò ancora in quelle condizioni. Piano richiuse la porta e, ormai a mente lucida, capendo che doveva essersi spaventata molto avvicinandosi al letto le disse:

“Avanti smettila di piangere…piuttosto ti ha fatto qualcosa?”.

Non sapeva cosa fosse successo e l’unica cosa che ricordava era di averla vista mezza nuda con l’altro sopra di lei che la toccava nonché baciava e tanto gli era bastato per fargli perdere la testa.

“No” bisbigliò lei agitata stringendosi ancora di più.

Infatti udendolo entrare si era sentita solo peggio, poiché sapeva bene quanto fosse furioso e che comunque alla fine era stata tutta colpa sua in quanto non era stata attenta nonostante fosse così debole. Però notando il suo atteggiamento Sasuke si abbassò e, cercando di essere il meno freddo possibile, le carezzò una guancia dicendo:

“Lo so che non è stata colpa tua”.

“Lasciami stare, lo so che lo è” mormorò lei ritraendo la testa per scansarsi da quella carezza.

Tuttavia l’altro a quel gesto, pensando che le avesse dato fastidio perché le ricordava le mani di Ryuji, la ritrasse e, sospirando, rispose:

“No, non avrei mai dovuto lasciarti sola senza la presenza di Orochimaru…avrei dovuto portarti con me o affidare quell’incarico a qualcun’altro”.

“No, sono io che sono troppo debole e non so neanche badare a me stessa…aveva ragione Ryuji…” ribatté lei stringendo forte il lenzuolo.

“No, era semplicemente più forte… Doveva essere il tuo insegnate… Dopotutto non sei l’unica, anche io di fronte ad Itachi appaio come un debole. Non possiamo cambiare le cose ma possiamo prendere consapevolezza dei nostri limiti e diventare più abili…”.

“Si ma io sono sempre la solita, non sono migliorata nemmeno un po’. Sono voluta venire fin qui per aiutarti e starti vicino e invece? Sono solo un peso per te, ti creo soltanto problemi” sussurrò lei angosciata, quel pensiero era la cosa più terribile di tutte.

A quel punto però Sasuke, che non brillava certo per pazienza e soprattutto non sapendo cos’altro dirle per cercare di tirarla su, alzandosi replicò:

“Forza cambiati e mettiti sotto le coperte invece di dire stupidaggini”.

Sentendolo, come un automa, Sakura fece quanto le era stato detto e, dandogli le spalle, si tolse la maglia notando così che il suo bel reggiseno nuovo era stato strappato e prendendo a piangere nuovamente. Una delle poche cose carine che aveva era già distrutta, sapeva bene che era un pensiero stupido ma non riusciva a evitare di sentirsi male per quello. Tuttavia sentendola singhiozzare nuovamente il compagno, che come al solito si era girato, le si avvicinò e, sperando che non lo respingesse come poco prima, la abbracciò da dietro mormorando:

“Va tutto bene, non piangere più”.

“Oh Sasuke” gemette e, voltandosi, gli buttò le braccia al collo affondando il viso nel suo petto.

“Sta tranquilla…” disse senza stringere la presa ‹‹sapevo che quel maledetto jonin dovevo ammazzarlo prima…come dice Orochimaru bisogna estirpare il problema alla radice, se lo avessi tolto di mezzo appena arrivato non saremmo mai giunti a questo›› pensò freddamente, il sannin lo aveva influenzato più di quanto credesse difatti, se non fosse stato per la vicinanza della ragazza, sarebbe già diventato uno spietato assassino a sangue freddo.

Tuttavia tra le sue braccia a poco a poco Sakura si calmò e, dopo essersi asciugata le ultime lacrime, lo guardò negli occhi mormorando un po’ imbarazzata:

“Grazie di tutto”.

L’altro non disse nulla ma le diede un bacio sulla fronte e solo allora replicò:

“Dai mettiamoci sotto” ed indicò il letto con la testa.

Lei annuì e gli diede un delicato bacio a stampo sulle labbra per poi sciogliersi dall’abbraccio però, così facendo, permise al compagno di accorgersi del suo intimo strappato.

‹‹Quell’animale›› pensò subito il ragazzo ma poi arrossì leggermente, non l’aveva mai vista senza maglia, dato che generalmente la mattina la camera era illuminata solo dalla flebile luce di una candela e quando si spogliava lui era ancora solito girarsi, e doveva ammettere che era veramente bella.

Sakura ovviamente non lo notò perché si era voltata per prendere dal cassetto dell’altra biancheria e, dopo essersi tolta quella che aveva, se la infilò insieme alla maglia-pigiama al contrario di Sasuke che per delicatezza non si spogliò e si mise a letto cosi com’era ma, una volta sotto al lenzuolo, la compagna se ne accorse e, visto che di solito dormiva solo coi boxer, gli chiese:

“Ma non hai caldo in questo modo?”.

“Ve bene così” rispose girandosi verso di lei.

“Se lo fai per me non serve, non ho paura di te” disse pensando che forse era per delicatezza nei suoi riguardi che non si svestiva.

“Lo so che non hai paura ma voglio che stai tranquilla”.

“Lo sono con te…” rispose guardandolo negli occhi ‹‹ma quanto ti amo?››.

Sasuke se l’avvicinò e, con tono pacato, ammise:

“Mi hai fatto prendere un bello spavento, sai?”.

“Mi dispiace, ma non preoccuparti che l’ho preso anch’io” cercò di scherzare lei anche se ripensandoci rabbrividì.

Il ragazzo abbozzò una specie di sorriso e, dandole un altro bacio sulle labbra, cambiò discorso:

“Ho deciso di dire ad Orochimaru che ti voglio con me in missione, cosa ne pensi?”.

“Va bene, così ti potrò essere di sicuro utile visto che potrò curarti” rispose sorridendo.

Vedendola il compagno annuì complice, dato che puntava proprio su quello per convincere il sannin dopo di che la strinse più forte e, senza aggiungere altro, entro breve entrambi crollarono esausti.