Only for you

Capitolo 5

La mattina seguente Kabuto li informò che Orochimaru voleva vederli entrambi e, mentre si dirigevano nella sua stanza, i due non poterono fare a meno di chiedersene il motivo anche se Sasuke una mezza idea l’aveva già vista la conversazione avuta con lui il giorno prima. Una volta giunti a destinazione, entrarono e qui videro come sempre il sannin seduto al centro della camera però, con stupore, notarono che non era solo ma con qualcuno mai visto prima. Difatti al suo fianco c’era un ragazzo piuttosto alto, evidentemente più grande di loro probabilmente sulla ventina con i capelli rossi e lunghi raccolti in una coda e gli occhi neri che risaltavano sulla sua pelle bianca. Indossava una semplice maglia scura a maniche lunghe e dei pantaloni dello stesso colore che arrivavano quasi alle caviglie, calzava dei sandali e, come tutti gli abitanti del covo a parte i due ragazzi, aveva il coprifronte del Suono attorno alla testa. Non appena i due giunsero al centro della sala, senza badare alle espressioni dipinteglisi sul viso da quando avevano varcato la soglia, per rispondere alla loro domanda inespressa Orochimaru disse:

“Questo è Ryuji, un jonin del villaggio del suono che da oggi in poi si occuperà del tuo allenamento. Purtroppo non rimarrà sempre con noi visto che spesso andrà in missione ma quando ci sarà alloggerà qui, così la mattina studierai con Kabuto mentre il pomeriggio ti allenerai con lui, sono stato chiaro?” chiese scrutando la ragazza.

“Certo” rispose l’interpellata << addirittura un jonin? Speriamo bene…>> pensò osservandolo.

Tuttavia non era la sola poiché, anche Sasuke, aveva preso a fissarlo con il suo solito sguardo freddo ma al contempo penetrante mentre rifletteva:

<< È arrivato a scomodare nientemeno che un jonin… Vorrei sapere cosa ha in mente…è sicuramente forte, al contrario di Sakura che è ancora alle prime armi e per di più il suo aspetto è poco rassicurante… Li terrò d’occhio>> .

“Qualcosa non va marmocchio?” lo apostrofò il ninja che non gradiva essere squadrato in quel modo.

“Bada a come parli, posso farti fuori in meno di un minuto” rispose lui senza scomporsi.

“Calmi, calmi, non intendo certo perdere due preziosi collaboratori quali entrambi siete…” li redarguì Orochimaru e poi rivolto a Sakura “Kabuto ti sta aspettando”.

Così la giovane senza dire una parola uscì, seguita dal nuovo arrivato al contrario di Sasuke che rimase ad allenarsi col sannin. La mattina trascorse come al solito, il ragazzo cercò di sconfiggere il suo imbattibile avversario mentre nel tetro laboratorio, nonostante tutto quello che faceva Sakura per apparire il meno femminile possibile, lo scienziato non le staccava gli occhi di dosso e cercava di starle quanto più vicino poteva, se non altro per metterle pressione visto che la cosa lo divertiva alquanto, specie quando la vedeva sull’orlo di scappare. Fortunatamente per lei la lezione finì ed il pomeriggio si ritrovò invece nella radura vicino al ruscello dove era solita allenarsi anche con Sasuke. Si sentiva un po’ in apprensione nel trovarsi di fronte quello sconosciuto dall’apparenza molto forte ma, per incoraggiarsi, si disse:

<<Cretina che vai a pensare?! Tu sei un ninja e ti farai valere!>>.

“Allora ragazzina, cosa stai aspettando un invito scritto?” chiese Ryuji vedendo che non attaccava.

A quelle parole Sakura tirò rapidamente degli shuriken per vedere la sua agilità ed iniziare a farsi un’idea di chi aveva di fronte ma il ragazzo li schivò senza neanche doversi muovere, spostando solo leggermente a testa.

<<Come immaginavo, nonostante la sua età è molto forte…non basta certo una cosa del genere per intimorirlo…>> pensò mentre si lanciava all’attacco concentrando il chakra nelle mani per poterlo colpire con più forza.

I due continuarono a battersi ancora per un po’ fino a che il jonin non fece un salto all’indietro e poi, fermandosi, disse:

“Va bene, per oggi può essere sufficiente” difatti aveva raccolto abbastanza informazioni ed ora voleva programmare un piano d’allenamento adeguato, la ragazza prometteva bene e nel giro di qualche anno, come aveva detto Orochimaru, sarebbe diventata un ninja più che ottimo.

“Eh?” esclamò incredula.

“Hai capito, per stasera può bastare… Da domani inizieremo l’allenamento vero e proprio”.

“Va bene” rispose fissandolo, ancora un po’ sconcertata dal suo modo di fare.

Ryuji ovviamente non vi badò e, con un paio di rapidi salti, se ne andò.

Intanto Sasuke, non appena finì di allenarsi, andò a cercarli. Aveva avvertito la forza del jonin e voleva assicurarsi che non facesse troppo sul serio con la compagna, in più era curioso di vedere come aveva intenzione di agire ma, per sua sfortuna, quando arrivò sul posto Sakura era sola e quindi le chiese:

“E lui dov’è? “.

“È andato via, ha detto che per oggi bastava quanto abbiamo fatto e che inizieremo a fare sul serio da domani”.

“Ah” rispose con una punta di delusione <<ed io che ero venuto apposta…vabbè mi tocca aspettare…>>.

“Visto che è presto ne approfitterò per lavarmi al fiume” disse lei prima di incamminarsi verso la grotta visto che quella mattina non ne aveva avuto il tempo.

A quelle parole, dato che comunque sarebbe dovuto tornare perché non si fidava a lasciarle fare il bagno da sola, il ragazzo non si mosse anzi ne approfittò per stendersi sull’erba e recuperare un po’ di energie visto che, come al solito, Orochimaru non si era risparmiato, ma così facendo, grazie alla brezza primaverile, si assopì.

Nel frattempo Sakura, avendo preso l’occorrente, tornò fuori e, vedendolo addormentato, sorrise. Era veramente bellissimo e sembrava un bambino innocente con quell’espressione tranquilla dipinta sul viso. Lo contemplò qualche minuto poi, anche se un po’ a malincuore, si allontanò di quel tanto che bastava per essere nascosta da dei cespugli, si tolse i vestiti e, con un sospiro di soddisfazione, le bende respirando così a pieni polmoni. Prese diverse boccate d’aria fresca dopo di che iniziò a lavarsi sentendosi al sicuro sapendo che Sasuke era lì vicino seppure addormentato e, appena ebbe finito, si rivestì mettendosi le odiate strisce di cotone attorno al seno e gli andò vicino. Inginocchiandosi gli diede un bacio sulla fronte, cosa che non avrebbe mai osato fare se fosse stato sveglio, e riprese ad ammirarlo in silenzio. Ovviamente il compagno, stanco com’era, non si accorse di nulla difatti si svegliò solo qualche ora dopo e, vedendola accanto a lui, stropicciandosi gli occhi le domandò:

“Beh? Perché non mi hai svegliato?”.

“Dormivi talmente bene che non me la sono sentita di farlo” gli rispose sorridendo.

“Tu e il tuo altruismo…” mormorò scuotendo la testa mentre si metteva in piedi “dai rientriamo” e le porse la mano per aiutarla a rialzarsi.

Sakura accettò di buon grado il suo aiuto e, dopo aver raccolto le sue cose, lo seguì ma camminando disse:

“Beh avevi un’espressione così serena…” infatti lei ne aveva approfittato e l’aveva contemplato per tutto il tempo visto che normalmente non poteva farlo poiché quando dormivano le dava le spalle.

“Mhh” mugugnò senza guardarla poi, una volta rientrati e seduti a tavola, chiese “allora che te ne pare del jonin?”.

“Mi sembra molto forte, per il resto non saprei cosa dirti, non sono riuscita a capirlo affatto” rispose ma il compagno non replicò e così, finito di mangiare, andarono a letto.

La settimana trascorse abbastanza in fretta, Sasuke si impegnava con tutte le sue forze per sfiancare Orochimaru e ogni giorno ci riusciva di più. Lo faceva per andare a vedere gli allenamenti di Sakura e valutare quel ninja che non gli piaceva affatto. Difatti a volte si comportava in modo talmente esagerato che sembrava quasi si scordasse di avere di fronte un’avversaria che era ancora a livello di un chuunin e spesso la insultava dicendole che non sarebbe mai diventata una vera shinobi se bastava tanto poco per atterrarla. Ovviamente agiva in quel modo per spronarla ma anche perché si divertiva a trattarla male soprattutto perché, se lo faceva in presenza di Sasuke, vedeva sbocciare una punta di rabbia su quel viso quasi sempre inespressivo e questo lo gratificava. Non sopportava quel ragazzino che, solo perché era un Uchiha, era entrato nelle grazie di Orochimaru scavalcandolo e così un giorno, quando questi arrivò, decise di calcare maggiormente la mano. Dopo aver prodotto numerosi cloni di sé, lanciò verso l’allieva parecchi kunai da tutte le direzioni, ovviamente anche Sakura creò velocemente delle copie per potersi parare con esse e respingere più pugnali possibili tuttavia, essendo a corto di chakra, poté farne solo due riuscendo così a parare la maggior parte delle armi ma una la colpì di striscio ad un braccio e l’altra le si conficcò invece nella coscia facendola cadere a terra in ginocchio.

Sasuke sentendo il suo urlo di dolore e vedendo che il jonin, nonostante fosse ferita, le aveva lanciato addosso degli shuriken, gli mandò contro dei kunai che li bloccarono e poi, scattando giù dall’albero dove si era piazzato per osservare meglio il combattimento, si mise davanti alla ragazza guardandolo fisso negli occhi e dicendo con tono intimidatorio:

“Cosa credi di fare?”.

“Si può sapere che vuoi tu?” rispose l’altro minaccioso fissandolo a sua volta, certo lo aveva provocato ma non tollerava le sue continue interferenze.

Nel frattempo dietro il compagno che le faceva da scudo, Sakura stava estraendo l’arma così da potersi curare immediatamente e, per rassicurarlo e non far scoppiare una rissa, affermò:

“Sasuke è tutto a posto”.

“No, non lo è affatto…forse qui qualcuno si dimentica che questo è un allenamento e non un incontro ufficiale”.

“Se non ti fossi messo in mezzo, quegli shuriken li avrei bloccati io stesso nel caso in cui non fosse riuscita a schivarli, non farei un favore a nessuno uccidendo la mia allieva, no? Ora togliti dai piedi” disse Ryuji continuando a guardarlo.

“Stai forse cercando di darmi ordini? Tu? Ma non farmi ridere” replicò sarcastico pensando <<già non avrebbe fatto un favore a nessuno…e allora perché? Quelle armi non erano dirette a dei punti vitali e per questo sono sicuro che non le avrebbe fermate…che sia un trucchetto del sannin per mettermi alla prova? No, cosa gliene fregherebbe se mi scontrassi con questo pivello?>>.

“Beh visto che interferisci col mio allenamento direi proprio di si! Se c’è qualcosa che non ti sta bene vatti a lamentare con Orochimaru-sama, anche se l’unico a lagnarsi dovrei essere io visto che devo stare dietro a una schiappa del genere, ma dico dove l’avete trovata?!”.

A quelle parole il ragazzo si infuriò, la compagna ce la stava mettendo tutta per migliorare, da quando erano arrivati aveva fatto dei notevoli progressi e quel bastardo si permetteva di trattarla a quel modo, no non poteva perdonarglielo. Senza preavviso scattò in avanti e, focalizzando il chakra nelle mani, iniziò ad attaccarlo ma l’altro riuscì a difendersi e a parare i suoi colpi mentre Sakura, reggendosi nuovamente in piedi, si slanciò contro il compagno per trattenerlo e gridando:

“Basta Sasuke!”.

“Lasciami!” urlò lui scrollandosela di dosso, dopo di che diede un pugno ben assestato nello stomaco del suo avversario ed attivò lo sharingan, ora notevolmente potenziato, inviandogli forti e tremende allucinazioni tuttavia, in quel momento, un’esclamazione gelida alle sue spalle lo ammonì:

“Sasuke finiscila!” era il sannin che, attirato dalle grida, era uscito a vedere cosa stava succedendo.

Questi, riconoscendo la voce, disattivò immediatamente lo sharingan ma, vedendo la faccia spaventata dell’altro e sapendo di aver raggiunto lo scopo, sprezzante disse:

“Ma tu guarda da che pulpito viene la predica… Qui l’unico tremante sei tu e sei un jonin…”.

A tali velenose quanto vere parole, Ryuji lo guardò con gli occhi pieni d’ira mentre Orochimaru avvicinandosi lo avvertì:

“Sasuke non tollero certi comportamenti, non puoi fare queste cose ad un mio ninja, sai…non se ne trovano molti fedeli come lui quindi datti una regolata o prenderò provvedimenti”.

Il ragazzo non disse nulla ormai il suo obbiettivo lo aveva raggiunto, aveva visto il terrore negli occhi dell’avversario e questo gli bastava.

“Mi aspetto che tu non interferisca più in questioni del genere” continuò il sannin.

“Non mi sarei intromesso se non avesse cercato di far fuori il mio compagno nonché medico di fiducia…” rispose a quel punto il ragazzo senza scomporsi.

A quell’affermazione Orochimaru inarcò un sopracciglio per poi dire:

“Sono sicuro che fosse tutto calcolato giusto Ryuji?” e nel mentre guardò l’interpellato.

“Proprio così Orochimaru-sama, non le sarebbe successo nulla” rispose lo shinobi.

“Bene e mi aspetto che non le venga fatto nessun male visto che sto investendo molto anche su di lei…” rispose umettandosi le labbra con la lingua e, avvicinatosi a Sakura, le passò una mano sulle guance facendola rabbrividire.

Sasuke, nel vedere quel gesto, avrebbe voluto levargliela ma sapeva bene fin dove poteva spingersi e quando invece doveva abbassare la testa e così non fece nulla sperando però che la smettesse al più presto.

“Bene la giornata è finita, riprenderete domani” concluse Orochimaru che però, prima di andarsene, leccò una gota della ragazza procurandole delle vere e proprie ondate di disgusto facendola sentire come se le avesse fatto quel gesto su tutto il corpo poi, compiaciuto per i brividi che l’avevano percorsa, ridacchiò e tornò all’interno del covo.

Intanto, divertito da quello che aveva visto, Ryuji si alzò ridendo dentro di sé al pensiero che Sasuke dovesse essere furioso per quanto appena avvenuto e desiderando che stesse mille volte peggio, doveva pagargliela cara per quello che gli aveva fatto ma a suo tempo…la vendetta era un piatto che andava servito freddo e così saltò via lasciando i due da soli.

Sakura si sentiva ancora come paralizzata tuttavia, con uno sforzo, riuscì a muoversi e si diresse verso il fiume, ai cespugli dove era solita ripararsi quando si lavava visto che desiderava togliersi di dosso quella sensazione che l’aveva fatta sentire sporca. Ovviamente Sasuke la raggiunse e, vedendo come si sciacquava freneticamente il viso, riuscì solo a dire:

“Smettila”.

“Sto bene, lasciami giusto un attimo da sola” mormorò lei dato che voleva immergersi completamente.

“No, vieni rientriamo” rispose, non gli piaceva quello che Orochimaru aveva fatto ma soprattutto non gli andava di lasciarla sola in quel momento, aveva visto l’espressione di disgusto sul suo viso e come poteva darle torto…non voleva neanche immaginare il ribrezzo che aveva provato.

“Per favore, sono sporca e sudata voglio soltanto lavarmi, faccio subito” disse pensando che, anche se non fosse stato ancora d’accordo, si sarebbe spogliata comunque, persino davanti a lui, per il desiderio bruciante di tuffarsi in acqua e ripulirsi.

“Va bene, ti aspetto qui dietro però” acconsentì per poi sedersi con le spalle al cespuglio e in quel momento, ripensando al gesto del sannin, inevitabilmente si mise a riflettere <<cosa avrà in mente quel pazzo nei confronti di Sakura? Effettivamente se le sta dedicando così tanto tempo è perché avrà sicuramente qualcosa in testa…che sia collegato con la sua rinascita? No, sa benissimo che non accetterebbe mai, ma allora cosa? E poi perché si sarà comportato così? Possibile che volesse vedere una mia reazione?>>.

Nel frattempo Sakura si svestì e si immerse nell’acqua fredda sentendosi subito meglio ma pensando:

<<Orribile, è stato orribile…spero che non mi si avvicini mai più>> infatti, in quel frangente, quanto avvenuto tra Sasuke e Ryuji era passato in secondo piano e riusciva solo a rimuginare su quello che era accaduto con Orochimaru.

Una volta uscita dal fiume, si ricordò di non avere un asciugamano visto che non aveva preso nulla dalla stanza e per questo si infilò i vestiti sul corpo bagnato riponendo le bende in tasca, in quel momento non ce la faceva proprio a fasciarsi e, ancora sconvolta, pensò che per una sera non sarebbe successo nulla se non lo avesse fatto così, uscendo dai cespugli, disse:

“Andiamo, ho finito”.

Nell’udire la sua voce Sasuke si girò a guardarla e, per la prima volta, si accorse delle sue forme femminili che, essendo lei con la maglia bagnata, spiccavano ancora di più. Rimase un momento a osservarla pensando che non lo aveva mai notato, addirittura quando lo abbracciava la notte il suo seno sembrava quasi inesistente ma poi, alzandosi, le disse:

“Si, così ti metti qualcosa di asciutto… “.

Arrivati in stanza Sakura prese un telo per strofinarsi i capelli mentre iniziava a togliersi di dosso i vestiti bagnati e, una volta che si fu messa la solita maglia con cui dormiva, Sasuke notò che iniziava a starle davvero piccola però in quel momento ciò che lo turbava era il suo stato d’animo così le si avvicinò, mise le mani sulle sue che tenevano ancora stretto l’asciugamano e, per la prima volta seriamente preoccupato da quando erano lì, le chiese:

“Come stai?”.

A quella domanda Sakura, stupita, alzò la testa per guardarlo negli occhi, non era certo abituata a tanti riguardi da parte sua ma, facendogli un sorriso, disse:

“Sto bene, grazie”.

“Non c’è bisogno che mi menti ora, voglio la verità” difatti sapeva fin troppo bene che la ragazza spesso si tratteneva per non risultare fragile.

“Sto bene ora, se mi stai vicino per me il resto del mondo sparisce” gli confessò arrossendo.

Il compagno a quelle dolci parole non poté fare a meno di abbracciarla, si sentiva impotente, ancora una volta si disse che se fosse stato più forte non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da quel maledetto sannin, non gli avrebbe mai permesso di toccarla ma, un secondo dopo, si stupì lui stesso di quel pensiero.

<<Da quando penso che voglio proteggerla? Da quando il diventare forte per me non è più una questione legata all’orgoglio e alla vendetta ma un atto fine ad aiutare qualcuno? Come hai fatto a far si che io pensassi questo?>> si domandò stringendo impulsivamente la presa, un po’ alterato da quei pensieri.

Sakura gli passò le braccia attorno al torace a sua volta godendosi tutte le sensazioni di quella stretta, era davvero bello…stare così la faceva sentire veramente protetta. Era la prima volta che la toccava di sua spontanea volontà a parte quella in cui, a suo avviso, l’aveva fatto perché sconvolto per il suo primo assassinio a sangue freddo, e lei si sentiva veramente felice. In quel momento non avrebbe potuto desiderare di più quindi sussurrò:

“Grazie”.

I due rimasero in quella posizione per qualche minuto poi Sasuke allentò la presa e disse:

“Vado a prendere la cena”

“Ok” mormorò lei lasciandolo andare.

Non appena uscì, Sakura si tolse di nuovo la maglia e, tranquillizzata, iniziò a fasciarsi come al solito, dicendosi che in fondo era meglio farlo visto che non poteva mai sapere se fosse capitato qualche imprevisto. Dopo essersi rivestita si sedette a tavola aspettando il ragazzo e ripensando a quanto era stato bello stare tra le sue braccia ma, quando fu tornato, i due mangiarono poco e nulla in quanto entrambi erano ancora scossi per quanto accaduto. Poi una volta andati a letto, nel momento in cui Sakura lo abbracciò, Sasuke ebbe come l’impressione che il suo seno fosse diminuito ma si disse con convinzione che era un’impressione dovuta alla posizione e, dato che non voleva avere certi pensieri sulla compagna, smise di rifletterci. Già non la vedeva più come una scocciatura, ci mancava solo che iniziasse a pensare che fosse una donna.