Only for you

Capitolo 19

I giorni seguenti furono praticamente identici a quello appena trascorso in cui dovettero dormire con un occhio aperto e fare pause sempre più brevi. Infatti sapevano che ormai i ninja tornati dalla missione dovevano aver scoperto il loro tradimento e ciò li costringeva a stare con i sensi ancora più all’erta. Fortunatamente per loro però, grazie soprattutto al vantaggio che avevano accumulato, non ebbero grandi problemi se non qualche incontro indesiderato con dei briganti che Kisuke mise fuori combattimento senza alcun problema e dopo tre giorni, come ipotizzato, giunsero al villaggio dell’Erba.

Quando arrivarono a varcare la grande entrata tra le mura, costituita da un enorme portone di legno massiccio, era l’imbrunire ma i viaggiatori poterono ammirare con gioia e soddisfazione l’emozione riflessa negli occhi di Kisuke il quale, infatti, a parte qualche sporadico contatto col padre per assicurarsi che stessero tutti bene e che Orochimaru continuasse a mantenere fede alla parola data, non aveva più avuto contatti con la sua famiglia e la patria natale. Al contempo però, facendo il loro ingresso, Sasuke e Sakura non poterono fare a meno di paragonare quel villaggio con quello del Suono, notando sì che quello dell’Erba era molto più piccolo, probabilmente addirittura un quarto di Konoha a ben vedere, ma al contrario del primo in cui regnavano la paura e l’angoscia, atmosfera a cui ci avevano messo non poco per abituarsi, in questo la gente sembrava allegra e serena.

Così in silenzio, ma con una sorta di sorriso sulle labbra, il quartetto si diresse verso l’ufficio del capo villaggio dove, una volta giunti davanti alla porta, Kisuke pregò i compagni di aspettare fuori mentre lui parlava col padre. I ragazzi ovviamente non obbiettarono, ben sapendo che quello doveva essere un incontro assai importante per il ninja e che sicuramente doveva spiegargli l’accaduto perciò, esausti, si sedettero su una panca appositamente messa per coloro che si trovavano a dover attendere mentre il medico entrava. Passarono in quel modo una quarantina di minuti e i tre stavano quasi per addormentarsi quando la porta finalmente si riaprì mostrando un sorridente Kisuke che diceva:

“Venite”.

A quelle parole il terzetto, rinfrancato dal suo sorriso, lo seguì e, una volta dentro lo studio, si trovarono davanti un signore sulla cinquantina dai i capelli già tutti bianchi, chiaro segno di infinite preoccupazioni, e con un paio di penetranti occhi azzurri tali e quali a quelli del figlio.

“Salve, io sono Satoru Kurosaki!” esclamò l’uomo andandogli incontro e, prendendogli le mani, rivolgendosi a Sasuke e Sakura, continuò “vi ringrazio per averci liberato da quella mostruosa presenza e aver permesso a Kisuke di tornare, ma di sicuro vi saranno grati in molti” disse con voce profonda che contrastava leggermente con lo sguardo vivace ed il modo di fare, nonché di accoglierli, che avevano fatto immediatamente capire ai ragazzi che quella era una persona molto energica e giusta viste le ottime condizioni in cui versava il villaggio e la serenità della popolazione.

Sasuke leggermente interdetto da tale accoglienza, poiché poco avvezzo a certe cerimonie, una volta che l’uomo gli ebbe lasciato la mano, fece un leggero inchino e quindi, col suo solito tono serio e composto, disse:

“Aspetti a ringraziarci, sicuramente nei prossimi giorni il villaggio subirà un attacco da parte dei ninja del Suono che vorranno vendicare il loro Kage…anche se naturalmente sono disposto ad occuparmene di persona se mi permetterete di restare abbastanza a lungo per farlo”.

“Sì, Kisuke mi ha detto che non avete eliminato le tracce di quanto successo in quella grotta… Non so perché tu abbia agito in questo modo ma immagino che, non trovando il corpo di mio figlio e capendo quindi che è un superstite, potrebbero pensare che vi ha aiutato e, di conseguenza, che questo sarà il villaggio a cui avreste fatto ritorno. In più mi ha accennato qualcosa a proposito dei tuoi progetti, Uchiha Sasuke, e devo dire che hai parecchio fegato a voler affrontare un avversario tanto temibile quale un membro dell’Akatsuki, almeno secondo quanto ho appena appreso. Purtroppo, essendo un villaggio molto piccolo e pacifico, cerchiamo di tenerci sempre ben distanti ed evitiamo qualsiasi scontro con quelli della Pioggia, però ho un debito nei tuoi confronti e in quelli della tua compagna quindi, se volete restare, per me non vi è problema. Anzi, penso che un ninja abile come te ci sarà di grande aiuto se vorrai integrarti tra noi per il tempo necessario a portare a termine quanto devi e, per quanto riguarda gli shinobi del Suono, beh…devono solo provare ad attaccarci, visto che li aspettiamo ci troveranno ben preparati. In più, se volesse, anche Haruno Sakura potrebbe darci una mano. Kisuke mi ha detto che sei un eccellente medico, magari potresti insegnare alle nostre reclute. Queste sono le mie offerte, pensateci pure su, in fondo sarebbe uno scambio equo…” concluse dopo di che fece una pausa e li scrutò in volto per cercare di capire cosa stessero pensando.

“Lei è veramente molto gentile” lo ringraziò prontamente la kunoichi facendo un inchino, ma senza sbilanciarsi dato che certe decisioni spettavano a Sasuke, lei lo avrebbe semplicemente seguito qualsiasi cosa avrebbe scelto.

“Accettiamo volentieri” rispose invece questi.

“Mi fa molto piacere…piuttosto, presuppongo che siate esausti e quindi ne parleremo con più calma domani, per il momento spero vogliate essere miei ospiti questa sera” replicò pacatamente e poi rivolto al figlio “Kisuke, tua madre e le tue sorelle non crederanno ai loro occhi, soprattutto perché sei tornato accompagnato” disse facendo un largo sorriso ad Ayame che arrossì vistosamente.

A quelle parole e soprattutto nel vedere la sua reazione, il ragazzo sghignazzò cercando di non farsi notare troppo per non metterla in ulteriore imbarazzo e, una volta usciti, incamminandosi disse:

“Ragazzi, domani vi troverò una piccola casa dove potrete stare tranquilli” e poi, rivolto a quella che solo fino a qualche giorno prima era stata la sua compagna di stanza, ridacchiando continuò “mi spiace, tu invece dovrai sorbirti il terzo grado delle donne di famiglia”.

“Non ho paura” scherzò lei stringendogli la mano, difatti quei giorni avevano contribuito a farli avvicinare ancora di più aumentando l’affiatamento che si era creato sin da subito tra di loro mentre Sakura, che non riusciva a credere alle proprie orecchie, estasiata pensò:

‹‹ Una casa? con Sasuke? Non mi pare vero! ››.

Il resto del tragitto fu più o meno costellato di battute tra i due, anche se il medico non vedeva l’ora di varcare la soglia di casa cercando di tenere a bada il nervosismo dato dall’emozione che lo pervadeva ad ogni passo tuttavia, quando arrivarono, non ebbe il tempo di fare o dire nulla perché furono le donne di famiglia ad andargli incontro lasciando libero sfogo alle loro lacrime. Specialmente la madre che aveva dovuto vedere sacrificarsi il suo unico figlio maschio per il bene del villaggio. Ovviamente passati i primi momenti di commozione, in cui quasi non si accorsero degli ospiti, accolsero con garbo anche gli altri visitatori preparando per loro un bagno caldo e degli yukata puliti visto come erano sporchi e che avevano i vestiti ridotti a pezzi. Poi, non sapendo bene come stessero le cose, misero le due ragazze nella stessa camera mentre Sasuke assieme a Kisuke in quella che una volta era stata la sua stanza e, quando anche il padre tornò, fu lui a spiegare molto sommariamente la situazione alla famiglia assai curiosa. Naturalmente si soffermò di più sul figlio e Ayame che sulle faccende degli altri due o sull’imminente pericolo, se non altro per non rovinare quel momento idilliaco e così la cena fu un continuo di domande alla ragazza che cercò di rispondere come meglio poteva vista la timidezza finché non fu Kisuke stesso a salvarla intimando scherzosamente alla madre di farle riprendere fiato. A quelle parole la donna e gli altri scoppiarono a ridere, tutti tranne Sasuke che naturalmente pensava al da farsi. Molti dubbi gli affollavano la mente, primo tra tutti se fosse giusto trascinare per la seconda volta la compagna in un incubo ma dandosi sempre la stessa risposta:

‹‹ Non posso evitarlo…è il mio destino… ›› mentre la diretta interessata non si poneva affatto certi problemi, ormai aveva deciso da tempo che l’avrebbe seguito ovunque.

Non appena la cena si fu conclusa, restarono ancora un poco nella grande sala per scambiarsi le ultime parole e poi andarono subito a letto visto che i neo arrivati erano esausti tuttavia, stendendosi sul morbido futon, l’unico rammarico di Sakura era che non potesse dormire con Sasuke, ma quello fu un pensiero fugace dato che, a consolarla, c’era la consapevolezza che il giorno dopo, per la prima volta, sarebbero stati in una casa tutta loro mentre, nel frattempo, Kisuke e l’Uchiha, anch’essi stesi, si mettevano d’accordo sui compensi e la piccola casa che il medico gli avrebbe affittato. Difatti Sasuke, avendo bisogno di soldi in quanto la maggior parte dei suoi li deteneva il sannin per non permettergli di scappare e che aveva nascosto chissà dove data l’ingente somma di denaro che il ragazzo aveva racimolato in poco tempo grazie alle missioni, non solo aveva accettato di proteggere il villaggio dall’attacco dei ninja del Suono ma si era anche reso disponibile per svolgere qualunque missione fino a quando non si sarebbe scontrato con il fratello. Così i due arrivarono ad un buon accordo ma poi, ripensando a quella sera, per cambiare discorso, l’Uchiha disse:

“E tu e Ayame? Resterete qui o prenderete una casa anche voi? In più ci tengo a precisare che non voglio assolutamente che tu ti senta obbligato a seguirmi quando sarà il momento, non hai alcun debito con me”.

“Sì, penso che per il momento staremo qui, in fondo non le ho ancora fatto nessuna proposta…” affermò pensoso e poi, dopo un secondo, ripensando alle ultime parole dell’altro aggiunse “mentre per quanto riguarda il resto non preoccuparti…ho deciso che ti lascerò solo quando sarà finito tutto perciò, fino ad allora, dovrai sopportare il mio aiuto. È il minimo per aver fatto fuori quel mostro ed avermi ridato la possibilità di tornare qui, e sono io a volerlo non il mio onore” lo rassicurò sorridendo.

“Fa come ti pare, l’importante è che non ti senti in dovere di farlo” rispose seccamente anche se quelle parole gli avevano fatto molto piacere.

“Tranquillo, pensa a riposare piuttosto…sono stati dei giorni allucinanti questi! Buonanotte” replicò il medico spegnendo la luce e mettendosi su un fianco per dormire, certo che dietro quella risposta fredda e apparentemente disinteressata si celasse la felicità di non essere solo.

La notte volò finalmente tranquilla e senza angosce e, il giorno dopo, i due vennero svegliati da Sakura e la compagna di stanza che gli portarono la colazione. Tuttavia, nonostante entrambe avessero un bel sorriso stampato sulle labbra, si poteva notare la leggera differenza di espressione dipinta sui loro volti difatti, mentre la kunoichi era radiosa per via della loro futura sistemazione, Ayame, che ormai si era abituata a dormire con Kisuke, non era riuscita a non rabbuiarsi al pensiero che, se fossero rimasti in quella casa, avrebbe dovuto farlo da sola visto che l’amica se ne sarebbe andata, ma ovviamente cercò di non darlo a vedere per non sembrare inopportuna. Quei due si meritavano proprio un po’ di felicità.

Finito di mangiare con calma i quattro si prepararono e quindi uscirono diretti all’alloggio che il capo villaggio aveva riservato ai nuovi arrivati e, una volta che vi furono giunti, Kisuke disse:

“Ha solo una camera, cucina e bagno, ma a confronto della grotta…beh, penso che sia un lusso anche se, sinceramente, mi spiace non potervi offrire di più”.

“Ma non dirlo nemmeno, è già tantissimo così!” esclamò Sakura entrando e, notando che era perfettamente pulita, stupita non poté fare a meno di chiedere “ma è passato qualcuno qui prima di noi?”.

“Sì, mio padre l’ha fatta sistemare ieri stesso” rispose.

“Grazie, è fantastica!” disse con occhi sognanti ma poi, tornando coi piedi per terra, domandò “tuo padre ieri parlava di insegnare ai ninja adatti l’arte medica, giusto? Posso cominciare quando vuole”.

“Va bene non preoccuparti, inizierai con calma da domani…per ora rilassatevi” le sorrise.

“Va bene” sorrise a sua volta e quindi, avendo notato in precedenza l’espressione triste di Ayame, dato che ne aveva l’occasione, la prese per mano e la portò fuori con la scusa di vedere il giardino e, una volta lì, chiese “perché quel musetto mogio?”.

“Eh? Ma no, non è vero che vai a pensare…” disse la ragazza sorpresa, lei ce l’aveva messa tutta per nasconderlo, specialmente quando, finita la cena, il ninja medico le aveva detto che si sarebbero fermati dai suoi, capendo a quel modo che avrebbe passato anche le altre notti senza di lui.

“E allora cosa c’è? Lo sai che puoi dirmi tutto, no?”.

“Ma no nulla…” però, non volendole mentire, timidamente mormorò “è solo che mi ero abituata a dormire con Kisuke accanto…ad abbracciarlo…ed ora che non potrò più farlo mi sembra di essere tornata un po’ sola la notte in quella stanza… ma non sono triste anzi…le sue sorelle sono tutte gentile e anche sua madre. Sono una scema a lamentarmi” disse abbassando lo sguardo.

“Mi stai forse dicendo che ti piace e che magari te ne sei innamorata?” indagò Sakura pensando che in effetti insieme stavano proprio bene.

“I-innamorata? Ma che dici?” balbettò arrossendo, difatti non lo era mai stata quindi non sapeva se il suo fosse amore o un semplice capriccio dettato dall’affetto che indubbiamente provava per lui.

“Oh secondo me sì, ne vedo tutti i sintomi” ridacchiò “vedrai che con un po’ di pazienza si sistemerà tutto, in fondo ora è appena tornato dalla sua famiglia, dagli il tempo per ambientarsi e poi vedrai che si farà avanti, secondo me anche lui è cotto!”.

A quelle parole però l’amica avvampò ulteriormente e, quando tornarono dentro, trovandosi l’oggetto della discussione davanti, se possibile divenne ancora più rossa tanto che questi, notandolo, preoccupato chiese:

“Stai bene?”.

“S-sì tranquillo” riuscì a dire a stento e, chiaramente, senza guardarlo in viso.

“Ok, allora andiamo? Voglio farti vede il villaggio così potrai ambientarti e magari se hai bisogno di qualcosa…” borbottò a quel punto anche lui un po’ imbarazzato.

La ragazza ovviamente annuì e così i due uscirono ma, appena rimasti soli, Sasuke perplesso dal quell’atteggiamento domandò:

“Ma che le è preso?”.

“Perché non si capisce?” chiese sorpresa la kunoichi che tuttavia, pensando che l’Uchiha non era avvezzo a certe cose, rispose “si è resa conto di essere innamorata e ora ha un po’ di paura”.

“Ah”.

A tale reazione Sakura ridacchiò e poi gli andò vicino per abbracciarlo ma, una volta buttategli le braccia al collo, continuò dicendo:

“Tanto sono sicura che anche lui è cotto, quindi non deve preoccuparsi!”.

“Li hai osservati ben bene a quanto vedo” osservò dandole un bacio sulla fronte.

“Beh lo trovo abbastanza evidente! Piuttosto cosa facciamo ora?” chiese sorridendo e abbracciandolo più forte.

“L’amore” le sussurrò all’orecchio.

“Così inauguriamo per bene questa casa” sorrise baciandolo sulle labbra e lasciandolo giusto il tempo di potergli prendere le mani e posarsele sul petto.

Aveva molta voglia di sentirlo dentro di sé e di dargli piacere, specialmente se ripensava alle parole che le aveva detto qualche giorno prima nella foresta mentre Sasuke, al suo assenso, piano la spinse in quella che d’ora in avanti sarebbe stata la loro camera da letto e quindi delicatamente la fece adagiare sul materasso dove, una volta che si fu stesa, le si sdraiò sopra riprendendo a baciarla ricambiato dalla ragazza che, data la posizione, iniziò a far scivolare le proprie mani sotto la sua maglia per potergli carezzare la schiena e alla fine, togliendogliela, maliziosamente disse:

“Questa era di troppo”.

A tale affermazione Sasuke le sorrise, estremamente felice di vederla così rilassata ed intanto cominciò a giocare con le bretelle del vestito che le avevano regalato le sorelle di Kisuke, stringendo tra le dita quella leggera stoffa che tirò dolcemente per qualche minuto e che alla fine abbassò, così da scoprire il decoltè che subito prese a baciare, sentendo la sua pelle più profumata e morbida del solito. Quel contatto però fece rabbrividire Sakura che, come sempre, fremeva sotto ai suoi tocchi e che aveva iniziato a passargli le dita tra i capelli ed avvicinare le labbra al suo orecchio per sussurravi:

“Lo senti come batte forte il mio cuore per te?” mentre più in basso dischiudeva le gambe per intrecciargliele attorno ai fianchi.

“Lo ho sempre sentito” rispose scendendo a baciarlo.

“Sasuke… ” sussurrò inarcando leggermente la schiena e, di conseguenza, muovendo il bacino e le gambe cosicché la gonna del vestito le risalì scoprendo ulteriormente le cosce che il ragazzo prese ad accarezzare, per poi sfilarle l’abito e lasciarla quindi in biancheria. A quel punto scese a baciarle il ventre piatto, soffermandosi a stuzzicare l’ombelico che leccò e morse molto dolcemente prima di risalire al volto e ricatturare le sue labbra, gesto che Sakura ricambiò di buon grado pensando che in fondo quella era la prima volta che gli aveva detto una cosa del genere. Difatti in passato si era sempre trattenuta per paura di risultare fastidiosa ma ormai si sentiva abbastanza sicura, tanto da potergli manifestare più apertamente i propri sentimenti.

I due continuarono a baciarsi a lungo fino a che non fu la kunoichi stessa a smettere per poter riprendere fiato e guardarlo. Era stupendo e lei voleva dargli tutta se stessa così, sorridendogli, gli mise una mano sulla spalla spingendolo leggermente in modo da fargli capire di alzarsi per poi invitarlo con i gesti a mettersi seduto poggiando la schiena alla testiera del letto e, quando lo ebbe fatto, lei scese a sua volta dal materasso per finire di spogliarsi davanti ai suoi occhi. Ovviamente lo fece molto lentamente dato che era rimasta solo con i due pezzi dell’intimo, ma quando ebbe finito risalì e gli si mise a cavalcioni sopra baciandogli prima le labbra e poi il collo sul quale lasciò qualche segno mentre l’Uchiha, rimasto piacevolmente colpito dal suo atteggiamento, riprese a sfiorarle le gambe.

Infatti la compagna non era mai stata tanto sfrontata e al contrario era molto timida, ma quel comportamento non gli era dispiaciuto affatto anzi, quella vista lo eccitò maggiormente dato che la ragazza aveva un fisco a dir poco mozzafiato. Difatti, nonostante i duri allenamenti, i suoi muscoli erano longilinei e le sue curve perfette mentre la pelle era priva di cicatrici e vellutata. Adorava toccarla, stringerla tra le proprie mani e così, quando lei gli slacciò i pantaloni, dolcemente risalì ad accarezzarle la schiena e poi, desideroso di farle capire come la vedeva, avvicinandosi all’orecchio le sussurrò:

“Sei così bella da mozzare il fiato” dopo di che iniziò a mordicchiarlo lasciandola per un attimo interdetta ma deliziata da quelle parole.

“Solo perché non ti ho mai detto quanto lo sei tu” mormorò in risposta non appena si riprese dallo stupore ma al contempo, sentendo la propria eccitazione salire a quelle carezze, si apprestò ad intrufolargli le mani nella biancheria e a toccargli il sesso. Ormai essendo più sicura dei sentimenti che lo shinobi provava nei suoi confronti, anche lei si sentiva più libera di mostrargli i propri seguiti dai desideri più carnali celati fino ad allora.

“Mhhh…no, tu me lo dici spesso…sono io che non te lo dico abbastanza” mugolò a quel contatto per poi riscendere a baciarle il collo, la spalla ed infine un seno, mentre faceva scivolare una mano lungo la spina dorsale, oltre i glutei, per poterle donare altro piacere inserendo un dito dentro di lei.

Infatti, grazie a quel gesto, Sakura avvertì nuovi brividi percorrerle tutto il corpo, quel giorno le pareva ancora più meraviglioso del solito e ciò la portò a chiedersi se fosse dovuto al fatto che l’ombra di Orochimaru non li perseguitava più o perché erano soli in una casa tutta loro consapevoli entrambi dei sentimenti che li animavano. Naturalmente non sapeva rispondersi, l’unica certezza era quella che fosse tutto bellissimo difatti, man mano che il desiderio saliva, la ragazza prendeva a muoversi leggermente sopra di lui nonché a carezzarlo con un po’ più di decisione e Sasuke, sentendo la sua presa aumentare, prese ad ansimare contro il suo collo mentre cercava di stimolarla dall’interno per farle provare emozioni ancora più intense. Tutto ciò era bellissimo ed il non dover trattenere i loro versi di piacere per paura che qualcuno li sentisse era qualcosa di stupendo. Tuttavia, man mano che l’eccitazione cresceva, i suoi movimenti si rallentavano, il respiro si faceva più profondo e la mano con cui le stringeva una spalla aumentava la presa fino a che, arrivato al limite, non si lasciò andare nel suo palmo gemendo molte forte e dovendo interrompere il movimento delle dita dentro di lei. Poi appoggiò la testa al petto per cercare di riprendere fiato mentre Sakura, sentendo la sua mano bagnata, provò molta soddisfazione, come sempre il pensiero di avere quell’effetto su di lui, di potergli creare una tale eccitazione, l’accendeva ancora più di desiderio. Voleva che quel giorno fosse indimenticabile visto che era la prima volta che lo facevano sotto un vero e proprio tetto e come persone libere in grado di scegliere il loro destino così, con la mano pulita, lentamente gli abbassò ancora di più i pantaloni e la biancheria continuando quindi a massaggiarlo.

Sotto quei tocchi ovviamente Sasuke fu immediatamente ripervaso dal piacere e così, dolcemente, riprese a muoversi al suo interno inserendo anche un secondo dito e quando sentì di essersi eccitato nuovamente le estrasse, delicatamente la stese facendole aderire la schiena al materasso così da potercisi mettere sopra e togliersi definitivamente l’ingombro dei calzoni mentre, data la posizione, ricominciava a baciarle ed accarezzarle il seno che sentiva più grande e sodo del solito.

Quel gesto fece fremere una volta di più Sakura alla quale piaceva molto quando le toccava il petto tuttavia, capendo che voleva farlo in quel modo, gli mise una mano sulla spalla e quindi, ansimante, sussurrò:

“No aspetta, stenditi tu…”.

A quelle parole inaspettate l’Uchiha, ancora più stupito nonché stuzzicato dal suo comportamento, l’assecondò lasciandosi scivolare di lato per vedere cosa avesse in mente e, a quel punto, Sakura si alzò per poterglisi mettere nuovamente sopra, sedendosi sul suo basso ventre e quindi chinarsi per poterlo baciare intensamente sulle labbra. Provava un po’ d’imbarazzo per quello che stava per fare e sperava che il compagno non pensasse male visto che era più spregiudicata del solito ma, cercando di concentrarsi solo sul pensiero di quanto gli avrebbe fatto provare, dopo essersi staccata dalla sua bocca alzò il busto guardandolo dall’alto e, sollevando leggermente il bacino, guidò lentamente il suo membro dentro di sé spalancando gli occhi per il piacere che provò in quella nuova posizione mentre Sasuke, sotto di lei, si gustò tutte le espressioni di godimento che si dipingevano sul suo volto, provando una nuova e piacevole sensazione, ancora più diversa da quando era lui a penetrarla dato che, a causa della fretta e per la paura che il sannin li scoprisse, fino ad allora i due compagni non avevano mai assaporato altri modi di fare l’amore se non quello classico ma passionale che avevano usato la prima volta. Tuttavia, vedendola leggermente più rossa del solito, dolcemente le poggiò le mani sui fianchi che sorridendole iniziò ad accarezzare, scendendo poi alle cosce. Era davvero stupenda, anzi insieme erano stupendi.

Dal canto suo Sakura si sentì riempire di gioia come succedeva ogni volta che vedeva il suo sorriso e, leggermente incoraggiata, iniziò a muoversi piano non sapendo bene come fare e intanto gli prese le mani tra le sue, gliele baciò dolcemente e poi se le posò sul seno che l’altro, guidato dalla ragazza, cominciò ad accarezzare gustandosi i dolci movimenti che lei stessa creava alzando ed abbassando il bacino finché, decidendo che voleva di più, non iniziò a muoversi a sua volta chiudendo gli occhi per l’intenso piacere che iniziava ad ottenebrargli la mente e Sakura, sentendo quelle spinte sotto di sé, iniziò a muoversi più velocemente lei stessa lasciando la presa dalle sue mani per potergliele portare alle spalle e darsi un po’ più di stabilità. Intanto quelle carezze la stavano facendo impazzire, era sempre bello ma in quell’occasione era più intenso che mai tanto che, senza accorgersene, iniziò a mugolare il suo nome aumentando sempre di più il ritmo finché, arrivata all’estasi, non lasciò uscire liberamente tutti i gemiti che in passato aveva dovuto trattenere. Sasuke, estasiato dalla sua voce, a sua volta non si risparmiò e, chiudendo gli occhi, prese a dare affondi sempre più intensi, ansimando come non mai e stringendo la presa sui suoi seni fino a che non si lasciò andare dentro di lei strappandole un nuovo grido che si mescolò al suo gemito.

Quando tutto fu finito rimase qualche secondo con ancora le palpebre abbassate a godersi la quiete ed il silenzio rotto solo dai loro respiri affannati e, quando li riaprì, osservò Sakura troneggiare sopra di sé, aveva il fiatone ed un sottile velo di sudore copriva il suo corpo come anche il proprio. Poi la vide abbassare lentamente il busto fino ad arrivare con la testa alle sue labbra e, dopo averle sfiorate, la sentì sussurrare:

“Ti amo, ora e per sempre…”.

“Anch’io… Non lasciarmi mai…qualsiasi cosa io faccia o dica” ansimò carezzandole una gota.

“Non lo farò stanne certo, perché senza di te nulla avrebbe più senso” rispose sorridendogli dolcemente, sentendo il cuore scoppiarle dalla gioia e pensando che tutte le difficoltà fino ad allora affrontate erano nulla se paragonate alla felicità provata in quel momento.

A tali parole Sasuke l’abbracciò forte, ancora non riusciva a credere di amare qualcuno, ma soprattutto non riusciva a credere di amare Sakura, così dolce e diversa dalla ragazzina petulante che era stata solo pochi anni prima e, sempre più spesso, si soffermava a chiedersi che ne sarebbe stato di lui senza quella angelica creatura al suo fianco, fin dove si sarebbe abbassato pur di raggiungere il proprio scopo. Lei ormai era tutto ciò di cui aveva bisogno e, una volta ammazzato il fratello, finalmente le avrebbe chiesto di passare il resto della sua vita assieme a lui. Intanto Sakura, ignara dei pensieri che scorrevano nella testa del suo amore, ricambiando la stretta appoggiò la testa sulla sua spalla beandosi di quei momenti di pace.
I due restarono in quella posizione per vari minuti fino a che non fu Sakura a muoversi per rialzare il viso e potersi riavvicinare al suo per posargli qualche bacio sul collo, dal quale risalì fino ad arrivare al suo orecchio dove bisbigliò:

“È stato bellissimo oggi, anche per te?” era imbarazzatissima e si sentiva le guance scottare a causa di quella domanda, ma era stato più forte di lei in quanto desiderava sapere se era stato lo stesso anche per il compagno visto che non si era mai comportata tanto audacemente prima.

“Lo è stato, anzi tu lo sei…” la rassicurò.

Udendolo la kunoichi sorrise, sentendosi decisamente confortata da tali parole e riflettendo su quanto ormai l’Uchiha fosse dolce e premuroso nei suoi confronti, in pratica un’altra persona rispetto a qualche anno prima o a come era con chiunque altro. Lentamente alzò il volto per riprendere a baciarlo sulla bocca e poi, guardandolo negli occhi e passandogli le mani nei capelli scuri e lisci, mormorò:

“Grazie, sei meraviglioso”.

“Tu lo sei” disse Sasuke dandogliene un altro, dicendosi per l’ennesima volta di non meritare affatto simili parole dopo quello che le aveva fatto passare ma, ciò nonostante, ben consapevole del fatto che era grazie a quelle se aveva mantenuto la sua umanità trasformando quel semplice bacio in uno molto più profondo. Poi, vedendo che la ragazza non si spostava, dolcemente ci pensò lui per farla mettere sotto di sé e così uscire dal suo corpo ma, non appena si sentì privata di lui, Sakura lo abbracciò e, nonostante avvertisse il suo seme colarle un po’ tra le cosce, disse:

“Non ti alzare, rimaniamo ancora un po’ così…mi piace sentirti sopra di me”.

“Piace anche a me” rispose l’altro che non si fece affatto pregare, anzi la strinse forte, poggiando la testa sul suo petto che successivamente sfiorò con le labbra.

“Adoro anche quando fai questo” affermò la compagna con un sorriso malizioso sulle labbra.

“Allora continuo…” disse facendolo.

Nel sentire la sua bocca e la lingua carezzarle quel punto così sensibile Sakura sussultò e, quando le sfiorò un capezzolo, le scappò un gemito piuttosto acuto e quindi, capendo che se fosse andato avanti il desiderio si sarebbe riacceso in lei, mormorò:

“Sasuke basta….”.

“Non avevi detto che lo adoravi?” la stuzzicò senza però smettere.

“Mmmhh sì….non è quello il punto” mugolò inarcando la schiena e chiedendo gli occhi.

“E allora qual è?”.

“Che mi piace troppo, e se continui non resisterò” rispose sentendo le guance andare in fiamme, non sapendo neanche lei se per l’imbarazzo o il calore che le si stava propagando per tutto il corpo, ma probabilmente per entrambi.

“E quale sarebbe il problema se non lo fai?” domandò fermandosi.

“Perché…” ma si fermò, stava per rispondere che qualcuno poteva richiedere la loro presenza ma poi, pensandoci meglio, continuò “hai ragione, nessuno…finalmente” ed allargò le gambe strusciano il bacino contro il suo.

“Mhh… Sei sicura?” mugolò notando il suo tentennamento iniziale.

“Sicurissima! Se lo vuoi anche tu ovviamente…” disse maliziosa.

“Ti desidero da impazzire” affermò, difatti quel giorno Sakura lo aveva stuzzicato troppo e la bramava ancora più di prima.

“E allora dimostramelo” replicò leccandogli le labbra.

Sasuke allora accettò quella dolce quanto ammaliante sfida e piano riprese ad accarezzarla e baciarla su tutto il corpo senza risparmiarsi, per poter provare una seconda volta quelle intense sensazioni che solo lei sapeva donargli, ricambiato da Sakura che lo accolse con la stessa passione. Così i due si amarono per la seconda volta e quando l’Uchiha uscì nuovamente dal suo corpo, ancora ansimante, cingendole la vita con le sue forti braccia mormorò:

“Come hai potuto pensare che ti lasciassi una volta che tutto fosse finito?”.

“Perché avevo paura di illudermi, perché sono stata sempre io a cercarti e perché, se fosse stato per te, quella notte non mi avresti mai portato…ti ho costretto io a farlo” rispose commossa da quelle splendide parole che rivelavano una volta di più i suoi sentimenti.

“Hai ragione… Ed ora posso dire di essere davvero contento di non averlo fatto…mi sarei perso tutto questo”.

A quel punto però Sakura, non riuscendo a trattenersi, lasciò che le lacrime le scorressero liberamente giù per le guance mentre, con voce leggermente inferma ed un leggero sorriso che le incurvava le labbra, diceva:

“E pensare che non mi sopportavi, mentre io mi sono innamorata di te sin dalla prima volta che ti ho visto da bambini”.

“Non è che non ti sopportavo…è che ti ritenevo una persona frivola. Non capivo i tuoi sentimenti, né mi sforzavo di farlo… La felicità mi urtava” ammise mentre le carezzava un fianco.

“Sono felice che tu abbia cambiato idea…ma ti sarei rimasta vicino anche se non l’avessi fatto” sospirò asciugandosi gli occhi.

Tuttavia a quel gesto Sasuke alzò lo sguardo e, mettendo le mani sulle sue, serio eppure con voce dolce disse:

“Sakura, tu mi hai salvato e di questo io te ne sarò eternamente riconoscente. Mi hai fatto riprovare sentimenti che credevo perduti e grazie a te vedo un futuro dopo la morte di mio fratello”.

“Non credo di aver fatto così tanto ma comunque sia ti ringrazio, le tue parole sono bellissime e mi riempiono di gioia…la stessa che meriti anche tu”.

“Ti amo” sussurrò stringendola forte poiché non vi era altra risposta a quelle dolci frasi se non quella, che finalmente usciva ad emergere spontanea dalle sue labbra.

Udendolo Sakura lo strinse di rimando, stupita ma immensamente felice. Non credeva che avrebbe mai sentito quelle parole uscire dalla sua bocca e così, con voce strozzata sentendo la gola chiudersi e gli occhi pizzicarle nuovamente, mormorò:

“Ti amo anch’io”.

I due rimasero così abbracciati ancora a lungo senza più dirsi nulla, non ce n’era bisogno, i loro sentimenti erano stati manifestati e continuavano a farlo grazie alle carezze e gli abbracci che continuavano a scambiarsi tuttavia, nonostante la calma, essendosi fatto tardo pomeriggio, fu Sakura a spezzare quel silenzio dicendo con un sorriso:

“Cosa ne dici di farci una doccia e prepararci qualcosa da mangiare visto che abbiamo anche saltato il pranzo? Così magari dopo finiamo pure di esplorare il resto della casa…”.

“Mi pare un’ottima idea” rispose l’Uchiha alzandosi mentre la ragazza, sollevandosi a sua volta, corse verso il bagno incitandolo a fare altrettanto e lì quasi si commosse di nuovo nel vedere la doccia, nonché l’acqua corrente, e vi ci si infilò anche se non prima di aver notato che c’erano degli asciugamani puliti appesi a dei ganci mentre dentro la cabina trovò sapone e spugne.

‹‹ La famiglia di Kisuke ha pensato proprio a tutto… ›› si disse facendo posto anche a Sasuke che ormai l’aveva raggiunta.

Così i due fecero una bella doccia e, finalmente lavati ed asciugati, tornando in stanza lo shinobi chiese:

“Che dici, Kisuke avrà pensato anche a riempire la dispensa?”.

“Io penso proprio di sì” sorrise infilandosi il vestito rosso che aveva indossato pochissime volte e che era ancora come nuovo per poi andare a controllare.

Fortunatamente per loro, come previsto, il frigo e gli scaffali erano pieni di roba così Sakura cercò di preparare qualcosa di molto semplice visto che in quegli anni non aveva mai fatto da mangiare e le sue uniche nozioni di cucina erano quelle che la madre le aveva impartito da piccola. Difatti, mettendo in tavola, non poté fare a meno di mormorare:

“Spero sia commestibile”.

Dal canto suo Sasuke, guardando quella cianfrusaglia nel piatto, cercò di non ridere per non offenderla, soprattutto perché era più che consapevole del fatto che era colpa sua dato che l’aveva trascinata con sé in quello schifoso covo di assassini poco distante dal Suono e così, facendosi forza, afferrò le bacchette ed iniziò a mangiare ma, notando che se si tralasciava l’aspetto il contenuto era buono, disse:

“È ottimo”.

“Bugiardo, è appena passabile!” esclamò lei dopo il primo boccone “vedrai che imparerò anche questo, sempre se riuscirai a sopportare i miei primi disastri” ridacchiò rimproverandosi per non essere stata più attenta quando la madre aveva cercato di insegnarle qualcosa.

“Io dico che è buono” rispose lui “magari ti insegno” aggiunse poi visto che, dopo la morte dei suoi, aveva dovuto arrangiarsi da solo.

“Eh?!? Tu sai cucinare?” chiese stupita.

“Beh diciamo che me la cavo…nulla di eccezionale, sempre che mi ricordi come si fa” ammise.

“E allora perché mi hai lasciato fare? Forse non pensavi di correre il rischio di finire avvelenato?” scherzò.

“Perché speravo fossi più brava di me, in fondo dovresti averlo nel sangue… Avvelenarmi? Non lo faresti mai”.

“Aspetta a dirlo” ghignò pensando ai prossimi giorni ‹‹ no, mi impegnerò anche in questo, diventerò bravissima! ›› si ripromise.

“Al massimo mi verrà mal di pancia, ma tanto ho un medico in casa…”.

“Causa e rimedio tutto in una sola persona! Eccezionale proprio!” disse Sakura scoppiando a ridere notando che anche Sasuke aveva sorriso e che continuava a mangiare sereno. Infatti quell’atmosfera era bellissima e lui avrebbe voluto che durasse per sempre.

Poi, una volta finito, la kunoichi lavò i piatti. Stava davvero bene, momenti del genere erano rari ma era certa che da quel giorno in poi, grazie a quel piccolo nido d’amore, avrebbero avuto più occasioni per crearne e si sentì ancora più felice nel notare che il compagno era rimasto lì con lei ad aspettare che finisse invece di andare nell’altra stanza. Era davvero cambiato, non vi era alcun dubbio ed era stata lei a determinare tale cambiamento…ancora non riusciva a crederci! Velocemente fece tutto e poi con un sorriso lo prese per mano dirigendosi nella camera da letto e, quando si misero sotto le coperte, sospirando Sasuke disse:

“Probabilmente domani mi batterò contro quelli del Suono ma li manderò a casa in lacrime così che non si azzarderanno a farlo una seconda volta”.

“Dici che saranno riusciti a seguire le nostre tracce sino qui?”

“Beh, come ha detto il capo villaggio lo sanno che siamo stati noi e di logica questo sarà il primo posto in cui ci cercheranno, nonostante sappiano che li stiamo aspettando. L’orgoglio è una brutta bestia”.

“Già…ma non credo che ninja del genere ti possano creare problemi e poi se servisse aiuto sai che ci sono, no?”.

“Certo, ma sta tranquilla, voglio solo intimorirli. In fondo li conosco e non voglio fargli del male…ne ho già fatto abbastanza. Diciamo che lo prendo come un allenamento”.

“Capisco, sono felice che la pensi così è evidente che Orochimaru non ti abbia influenzato”.

“Solo perché ci sei tu” rispose baciandole la mano.

A quel dolcissimo gesto Sakura sorrise, lo baciò sulle labbra e poi, con voce dolce, disse:

“Dai ora riposa, domani sarà una giornata impegnativa”.

“Sì” replicò chiudendo gli occhi e crollando praticamente subito mentre Sakura, accoccolandosi al suo fianco, poggiò la testa al suo petto ripensando a quanto successo solo qualche ora prima su quel letto:

‹‹ È stato meraviglioso, non credevo potesse essere più bello di quanto già non fosse! Adoro vedere le sue espressioni mentre facciamo l’amore e viene dentro di me, ma…oh accidenti! Mi sono lasciata trasportare e non ho fatto caso a che periodo del mese è! ›› e a quel pensiero scattò su a sedere poi, toccandosi il seno gonfio, continuò ‹‹ accidenti di nuovo! Vabbè, per una volta non succederà mica nulla, le prossime però dovrò farci più caso… eh sì, non è ancora il momento adatto per una gravidanza. Abbiamo ancora troppe cose da fare prima di poterci dire completamente tranquilli. Ma sì, non serve che mi preoccupi…non sarà successo nulla… ›› si disse infine per rassicurarsi e, con quei pensieri, si stese nuovamente e poco dopo si addormentò.