Only for you

Capitolo 12

Il mattino seguente Sasuke si svegliò, come al solito, molto presto. Aveva ancora Sakura tra le braccia e la ragazza lo stava stringendo fortissimo. Rimase a fissarla per un tempo indeterminato rammentando quanto successo solo qualche ora prima e, essendo ormai a mente lucida, capì di aver esagerato ad averla sgridata in quel modo dopo lo spavento che si era sicuramente presa. Delicatamente la scostò per non destarla e, dopo essersi lavato la faccia nel catino, con ancora indosso i vestiti del giorno prima dato che la sera non si era spogliato, uscì subito per andare a parlare con Orochimaru. Sapeva che il sannin, nonostante fosse piuttosto indebolito avrebbe comunque ripreso in mano il comando del covo e che quindi lui, a parte qualche missione, avrebbe avuto alcuni giorni liberi, ma gli voleva comunque parlare subito per mettere in pratica la sua proposta.

Tuttavia Orochimaru era molto più provato di quanto Sasuke potesse immaginare, il suo corpo stava iniziando a rifiutarlo, a degradarsi e quella volta per riprendersi avrebbe dovuto riposare assai più di qualche giorno. Inoltre, date le circostanze, stava pensando di non andare più in missione per preservare le forze il più a lungo possibile e, essendo ormai la fedeltà di Sasuke comprovata, pensò di dirglielo, anche se omettendo le vere cause ed inventando una scusa nonostante la situazione fosse ben chiara a tutti. Infatti non voleva certo che, arrogante e superbo come era, si montasse la testa e decidesse di commettere un atto inconsulto come quello di voler attentare alla sua vita o decidere di scappare con la ragazza, tuttavia prima voleva sapere il motivo per cui l’aveva cercato e così, quando se lo ritrovò davanti, col solito tono disse:

“Allora che vuoi?”.

“Metterti al corrente che intendo portare Sakura in missione con me…” rispose lui impassibile.

“E per quale motivo?” indagò inarcando un sopracciglio cercando di capire dove volesse andare a parare, magari l’idea poteva risultare interessante.

“Ryuji non c’è più, nelle condizioni in cui sei Kabuto dovrà prestarti più cure del solito e quindi non le potrà stare dietro, in più penso che le abbia insegnato quasi tutto quello che doveva. Gli altri ninja sono ancora troppo forti per lei e a me serve un medico quando affronto le missioni dato che Kisuke non sempre può seguirmi… Ritengo sia la scelta migliore, soprattutto perché in questo modo potrebbe fare esperienza e se ci sono io non le accadrebbe nulla”.

Orochimaru lo squadrò un attimo riflettendo, tutto quello che il ragazzo aveva detto in effetti era vero così rispose:

“Va bene, ma non sarò responsabile per qualsiasi cosa le accadrà e inoltre che non vi venga l’idea di fuggire o altro, lo sai che ti ritroverei e allora…” ghignò senza finire la frase, non ce n’era bisogno.

“Se avessi voluto scappare lo avrei già fatto…”.

“Meglio mettere subito le cose in chiaro, non si sa mai… Allora la lascio nelle tue mani, allenala pure come vuoi. Ti chiamerò non appena ci sarà una missione” replicò e, dopo avergli riferito anche quanto aveva deciso prima che entrasse, lo congedò.

Sasuke soddisfatto, sia per aver ottenuto quanto si era prefissato che nell’apprendere che ormai era arrivato a fidarsi completamente di lui, uscì ma, mentre tornava in stanza, pensò che non aveva mai visto Orochimaru in quelle condizioni, tanto stanco e debilitato. Una volta rientrato, notando che la compagna dormiva ancora, si stese sul letto cercando di non svegliarla ma Sakura, avvertendo il materasso abbassarsi leggermente sotto il suo peso, si mosse . A quel gesto però la schiena le inviò delle fitte dolorose. Mugolando sommessamente aprì gli occhi e Sasuke, sentendola, chiese:

“Cos’hai?”.

“La schiena mi fa male, devo averla sbattuta forte ieri” mormorò un po’ intontita cercando di mettersi a sedere.

“Mhh…alzati la maglia e fammi vedere” replicò lui.

A quelle parole Sakura ci provò ma, poiché le faceva troppo male, disse:

“Fallo tu” e gli diede le spalle.

Il ragazzo allora si tirò a sedere a sua volta e, quando lo fece, poté vedere un gran bel livido proprio in mezzo alla schiena.

“Te la levo così ti applico qualcosa, d’accordo?” le domandò.

“Si, così vedo se riesco a guarirla” rispose lei.

Sasuke allora gliela tolse anche se con non poca fatica visto quanto era piccola ma, una volta che la compagna rimase in biancheria, vedendo che si portava la mano alla schiena, per farsi un po’ perdonare per come l’aveva trattata il giorno prima disse:

“Lascia stare, uso il tuo kit. Sdraiati” e si girò verso il comodino prendendolo “quale di queste boccette?” chiese guardandole.

“Quella con l’etichetta rossa” rispose stendendosi con la pancia contro il materasso, in fondo le piaceva l’idea che Sasuke si prendesse cura di lei anche se era in grado di curarsi da sola.

Il ragazzo gliene versò qualche goccia sulla pelle e poi iniziò a massaggiare per spandere l’unguento, difatti voleva starle vicino e quello era l’unico modo che conosceva visto che non era certo avvezzo a coccole o smancerie. Per quel motivo, appena ebbe finito, invece di ridarle quella maglia tanto piccola si alzò ed andò al cassetto della compagna per prendergliene un’altra delle sue, assai più larga e comoda, non capiva perché si fosse intestardita con quella. Nel frattempo Sakura, che aveva chiuso gli occhi e si era rilassata enormemente sotto quei tocchi, emise un impercettibile gemito di disappunto quando finì dato che le dispiacque molto. Tuttavia, sentendolo armeggiare con i cassetti, girò la testa verso di lui per osservarlo e, così facendo, lo guardò avvicinarsi con quell’indumento che successivamente si vide porgere e quindi, incuriosita, chiese:

“Perché?”.

“Come perché …te l’ho detto, la maglia che usi per dormire è diventata troppo stretta…”.

“Mi va ancora bene questa” rispose lei mettendosi seduta e prendendo il piccolo indumento adagiato sul materasso stringendolo tra le mani.

“Perché fai così? Lo sai anche tu che è piccola” disse non riuscendo a capirne il motivo.

“Perché mi piace, non ne voglio un’altra” replicò testarda.

Tuttavia, non trovando una ragione, Sasuke spazientito scosse la testa e sospirando affermò:

“Fa come vuoi”.

Sentendo il tono però Sakura si mordicchiò le labbra incerta poi, prendendo coraggio, soprattutto per non apparire irragionevole, mormorò:

“Non voglio cambiarla perché questa era tua…ti ricordi quando me l’hai data?”.

A quelle parole il ragazzo la guardò leggermente sorpreso rispondendo:

“Certo che me lo ricordo ma…” poi pensò che in fondo quello era l’unica cosa che le avesse mai dato di suo e finalmente capì “e se te ne regalassi un’altra?” chiese usando quella parola apposta.

Sentendolo Sakura arrossì, aveva capito al volo anche quello che non gli aveva confessato così, tenendo un po’ la testa bassa, mormorò:

“Mi piacerebbe molto”.

Sorridendo appena per quella reazione Sasuke andò al proprio cassetto, prese una sua maglia, dopo di che, tornando a letto sul quale si sedette, gliela porse. La compagna allora, sebbene con le gote ancora leggermente imporporate, la prese e provò a mettersela anche se con non poca fatica visto che, nonostante la medicina, era ancora dolorante ma capendolo l’altro la aiutò, cercando comunque di non toccarla troppo viste le circostanze. Poi, una volta che se la fu infilata, Sasuke chiese:

“Non stai più comoda così?”.

“Si, grazie” rispose sempre più rossa “però l’altra non la butto comunque”.

“Va bene” disse e, dopo averla piegata, gliela mise nel cassetto “contenta?”.

“Molto” replicò ‹‹come sempre quando mi riservi certe attenzioni›› pensò sentendosi al settimo cielo e sperando che si sdraiasse per poterlo stringere.

Per sua fortuna il ragazzo ritornò sul letto e, quando se la trovò tra le braccia, ricambiò, dopo di che disse:

“Ho parlato ad Orochimaru stamani, ha accettato la mia proposta”.

“Veramente? Non ci speravo” replicò felice ma poi, rabbuiandosi un po’ pensando alla propria debolezza, chiese: “non è che ti sarò solo d’impiccio?”.

“Ma che dici? Al contrario! In questo modo potrai fare esperienza, inoltre ho deciso di riprendere io stesso ad allenarti, vedrai che in breve tempo diventerai molto forte”.

“Lo spero” sospirò, non voleva più essere un peso e così, dopo qualche istante, guardandolo negli occhi aggiunse “grazie”.

Intenerito da quel dolce sguardo, Sasuke allungò una mano e le accarezzò il viso. Anche se la compagna non se ne accorgeva, aveva fatto notevoli progressi da quando erano arrivati lì e non voleva che si buttasse giù per una storia come quella quindi mormorò:

“Sta tranquilla” poi, ripensando al reggiseno strappato che le aveva visto la notte prima, continuò “che ne dici se andiamo al villaggio e ti compri qualcosa? Con Orochimaru non mi potrò esercitare prima di un paio di settimane e non ci sono missioni in vista… Magari nel pomeriggio possiamo iniziare anche gli allenamenti”.

“Possiamo riposare stamattina? Altrimenti più tardi non mi reggo in piedi, sono ancora un po’ indolenzita. Magari al villaggio andiamo un’altra volta” rispose.

“Eh? Certo!” replicò anche se preferiva uscire, non sapeva perché ma quella stanza gli sembrava tremendamente stretta in quel momento.

“Grazie” sussurrò dandogli un bacio sulle labbra.

Il ragazzo non si scansò ma, al contempo, neanche lo approfondì poi, quando lei si fu messa giù, decise di alzarsi per studiare qualche tecnica dai rotoli. Si abbassò per prenderli visto che erano in un cassetto del suo comodino e quindi si sedette al tavolino però, così facendo, vide che accanto ad una sedia, a terra, c’era una maglietta. Non l’aveva notata la sera prima poiché ci era finita sotto e per l’ira ma prendendola e vedendo che era strappata chiese:

“E questa?”.

“Emmhh…” esitò la compagna avendo paura di dirgli la verità per timore che si infuriasse di nuovo ma, pensando che non poteva tacergliela, sussurrò “quella, me…me l’ha rotta Ryuji durante l’allenamento”.

“Ah!”.

“Già…si…non ti arrabbiare” bisbigliò terrorizzata.

“Non sono arrabbiato” mentì ‹‹ma perché non lo ho ammazzato prima?›› pensò per l’ennesima volta.

Tuttavia Sakura, guardandolo in viso, vide benissimo che era una bugia così si rimise giù mormorando solo un triste:

“Scusa”.

Nonostante l’avesse udita però l’Uchiha non disse nulla, si limitò a buttare la maglietta nel cestino per non averla più sotto agli occhi e poi si mise a studiare. La mattinata trascorse quindi in silenzio e il pomeriggio, quando l’unguento ebbe fatto il suo effetto e la ragazza si fu ripresa, anche grazie alle sue stesse cure ed al riposo, i due si trovarono uno di fronte all’altro sul campo d’allenamento. Sakura era un po’ in apprensione ricordandosi dei precedenti combattimenti avuti con il compagno ma non per quello demorse o si perse d’animo e Sasuke, avendo deciso di non essere troppo pesante ma neanche di sottovalutarla, decise di farla attaccare. Al termine dell’allenamento, che non durò moltissimo visto che comunque la kunoichi non era nella sua massima forma, il ragazzo poté constatare che era più che migliorata e fu felice della decisione presa. Il momento dello scontro con il fratello si avvicinava e lui voleva essere sicuro che Sakura potesse cavarsela anche dopo la sua morte, per quello voleva fare di lei un ninja completo. Rimase così fermo a rimuginare per qualche minuto e, al termine di tali riflessioni, vedendo che erano entrambi sudati, disse:

“Andiamo a lavarci?”.

L’altra annuì e, dopo aver preso il necessario in stanza, andarono al solito posto ma, una volta lì, la ragazza vide che c’erano ancora delle macchie di sangue sull’erba e i ricordi del giorno prima le affollarono la mente. Tuttavia decise che non si sarebbe fatta influenzare da quanto avvenuto e che se lo sarebbe lasciato alle spalle, una cosa del genere non doveva condizionarle la vita ma Sasuke si era accorto del suo turbamento e così, prendendola per mano, propose:

“Andiamo più in là, ok?”.

“No, va bene qui” disse lei girandosi per guardarlo negli occhi “quello che è successo ieri è stato orribile ma non mi fermerà, né mi spingerà ad agire diversamente. Non sono più una mocciosetta, sono un ninja e non ho paura” rispose per poi levarsi maglia e pantaloni sporchi buttandoli a terra.

Sasuke la guardò indeciso su cosa fosse meglio ma, vedendo che si stava spogliando, si girò per poterlo fare a sua volta e tuffarsi in acqua poco distante.

Intanto Sakura, entrata anche lei nel fiume, lavandosi si stava chiedendo se non era stata un po’ troppo sfrontata a svestirsi davanti a lui ma, riflettendoci con calma, decise che andava bene così. Sasuke doveva capire che tra di loro nulla era cambiato, non le era certo sfuggito il fatto che non si era spogliato la sera precedente o che non la stringeva forte come faceva prima e soprattutto che non aveva approfondito il bacio quella mattina. Gli era molto grata perché quelle erano accortezze che solo una persona sensibile e interessata poteva avere, tuttavia lei non voleva che tra di loro le cose cambiassero ma che, al contrario, andassero avanti. Sasuke invece, dal canto suo, pensava che la ragazza si stesse sforzando notevolmente per lasciarsi tutto alle spalle e per quello si comportava così. In fondo anche lui l’aveva toccata negli stessi punti in cui lo aveva fatto Ryuji anche se sapeva di averlo fatto in modo più dolce e che la compagna aveva acconsentito, quindi riteneva che in quel momento fosse meglio evitare. Non voleva minimamente farle tornare alla mente quell’uomo, né tanto meno ricordare lui stesso quella scena poiché, ogni volta che lo faceva, gli risaliva una rabbia immensa.

Nel frattempo Sakura, che aveva finito prima di lui, tornata dentro si cambiò mettendosi la maglia e i pantaloncini più carini che aveva comprato l’ultima volta al villaggio e che non era ancora riuscita ad indossare neanche una volta dopo di che andò a prendere la cena e lo aspettò mentre l’altro, che si era perso nei propri pensieri, era rimasto a bagno più a lungo per potersi rinfrescare. Quando uscì non trovandola si preoccupò così, dopo essersi vestito, corse al covo e non appena la vide chiese:

“Perché non mi hai aspettato?”.

“Non volevo disturbarti, pensavo ti stessi rilassando. Dai vieni a sederti”.

“Hai pensato male” disse accomodandosi, notando però che si era vestita meglio del solito.

“Scusa” rispose sorridendo, come poteva dirgli che si voleva mettere un po’ più carina per lui?

I due mangiarono e, portati via i vassoi, Sasuke si buttò letteralmente sul letto mentre Sakura prima si cambiò e poi, seguendolo, lo abbracciò chiedendo:

“Domani continuiamo gli allenamenti?”.

“Si e il pomeriggio ti accompagno al villaggio” rispose lui.

“Va bene” mormorò un po’ delusa che non avesse detto nulla su come si era vestita, che si fosse sbagliata e non gli importasse niente di come si conciava?

“Bene, dormiamo” disse il ragazzo spegnendo la luce e senza spogliarsi come la notte prima.

Sakura allora si girò dandogli le spalle, si sentiva una vera cretina per aver pensato di curarsi un minimo per piacergli di più e non sapeva cosa fare per fargli capire che, nonostante tutto, lo desiderava come prima mentre Sasuke, pur accorgendosene, fu incerto sul da farsi. Non voleva che credesse che il suo interesse nei suoi confronti fosse scemato dopo quanto accaduto ma voleva anche evitare di farla sentire oppressa, quindi si girò verso di lei per abbracciarla delicatamente. A quel gesto la compagna rimase un po’ sorpresa, non immaginava l’avrebbe fatto visto come erano andate le cose ma, felice, gli prese le braccia e se le strinse più forte attorno al corpo dicendo:

“Così è meglio”.

Sasuke ovviamente non si oppose anzi le diede un bacio sulla spalla e alla fine, lasciandosi un po’ andare, sussurrò:

“Vorrei che ti vestissi sempre come stasera”.

“Ti-ti piaccio in quel modo?” chiese col cuore in gola.

“Mi piaci sempre” rispose per rassicurarla stupendosi lui per primo di quanto gli fosse uscita naturale quella frase.

A tali semplici, quanto stupende parole Sakura sentì i battiti del proprio cuore accelerare di colpo e, stringendogli una mano, portandosela al viso per deporvi un bacio, piano disse:

“Anche tu, ma ho paura di infastidirti se te lo dimostro”.

“Non pensarlo più”.

Rassicurata, la ragazza abbassò quella mano fino a posarsela sul seno morbido e quindi mormorò:

“Non sai quanto mi rendi felice dicendomi una cosa del genere”.

“Sakura…” sussurrò sentendo dove gli aveva postato il palmo.

“Non avere paura, toccami….” gli rispose.

Voleva cancellare i brutti ricordi del giorno precedente, voleva che fosse lui l’unico e il primo a cui poter donare il proprio corpo. Aveva deciso di consacrargli la sua intera esistenza e non aveva certo cambiato idea, al contrario, lo amava ancora di più dato che, a differenza di prima, adesso il suo era un amore maturo e consapevole di tutte le angosce ed i pericoli che comportava, non era più il semplice sogno di felicità di una ragazzina. Così, sentendo che era la compagna stessa a desiderarlo, Sasuke non la tolse anzi iniziò ad accarezzarlo come era solito fare, sentendo la sua pelle d’oca quando arrivò al decoltè. Gli piaceva la sua pelle profumata e gli piaceva quella ragazza che piano, giorno dopo giorno, si era fatta strada nel suo cuore senza chiedere né pretendere nulla, grazie solo alla sua forza di volontà e alla determinazione. Nel frattempo sotto quei tocchi Sakura inarcò la schiena per il piacere e non sentendo alcuna paura, era totalmente diverso da quanto accaduto con Ryuji, non si poteva assolutamente mettere a confronto.

“Sasuke vai avanti…” sussurrò dolcemente e così il ragazzo iniziò ad accarezzarle il braccio, per poi arrivare alle gambe, anch’esse lisce e morbide.

Lentamente fece risalire la mano passandola sotto la maglietta per toccarle il ventre e poi il seno coperto ancora da quell’indumento che mai aveva toccato direttamente prima di allora. Difatti non si era mai spinto tanto oltre, finora si erano limati ai baci e alle carezze che lui le faceva da sopra la maglia. Sakura, sentendo quei palmi caldi su di sé, avvertì dei brividi di piacere e inarcò ancora di più la schiena muovendosi leggermente sotto quei tocchi. Tutto ciò era bellissimo soprattutto perché lo stava facendo con la persona giusta, era sicura che con nessun altro al mondo sarebbe potuto essere così. Ma a quel punto Sasuke si alzò leggermente per farla girare, voleva baciarle il viso, le labbra, il collo. Desiderava sentire il suo profumo, inebriarsene e, avendolo capito, Sakura lo assecondò. Quando gli fu di fronte, gli intrecciò le braccia attorno al collo per abbassargli la testa per poi poggiare la bocca sulla sua e quello che iniziò come un dolce bacio, divenne ben presto molto più infuocato. Le lingue si cercavano incessantemente come se non fossero mai sazie di scoprire il sapore della propria gemella e, presa dall’irruenza del momento, la ragazza prese a passargli le mani sulla schiena mentre Sasuke, ancora al suo fianco, le sfilò la maglietta per poi poggiare il proprio petto contro il suo e quindi riprendere ad accarezzarla lungo i fianchi, la pancia e poi, spostandosi leggermente di lato, nuovamente il seno. Voleva conoscere ogni dettaglio di quella parte del suo corpo, tuttavia anche Sakura fece scendere le mani sotto alla maglia dell’altro per toglierla e carezzargli comodamente la schiena, sentendo sotto le dita i fasci di muscoli e pensando, ancora una volta, che non erano più bambini e che nemmeno quello che stavano facendo lo era. Staccatasi dal bacio piegò la testa e posò le labbra un po’ tremanti sulla sua spalla ed il compagno, sentendola, dolcemente le chiese:

“Hai paura?”.

“Solo di non sapere bene cosa fare” confessò ringraziando che fossero al buio perché doveva essere di sicuro arrossita.

Sasuke udendo tale frase sorrise teneramente, quella dolcissima risposta gli fece capire tutto l’imbarazzo che la compagna provava, ma anche per lui era la prima esperienza. Non aveva mai pensato a certe cose, né tanto meno le aveva fatte, si lasciava guidare dalla voglia di toccarla, dal desiderio che aveva di starle vicino e così, per rassicurarla, rispose:

“Non devi fare nulla, solo baciarmi” quando sarebbe stata pronta le sarebbe venuta spontanea ogni cosa.

Sakura allora lo fece senza risparmiarsi, cercando ancora una volta le sue labbra e la lingua e intanto affondava le dita tra i suoi capelli che le piacevano tanto per poi scendere sulle spalle e la schiena che era così liscia che non riusciva a non toccarla. Sasuke ovviamente l’assecondò e, quando si staccò dalla sua bocca, iniziò a baciarle il collo e poi ancora il decoltè, nel frattempo la sua mano continuava ad accarezzarle il petto da sopra quell’indumento che infine si decise slacciare, voleva sentire la sua pelle e così riprese a sfiorarla sentendo che il suo seno a contatto diretto con il proprio palmo, se possibile, reagiva anche di più. Infatti a quei tocchi la compagna soffocò un mugolio, in quel modo era ancora più bello ed i brividi di piacere più intensi difatti, dopo un po’ che la toccava, avvertì i propri capezzoli farsi tremendamente sensibili così gemette il suo nome e, senza accorgersene, iniziò a muoversi sotto di lui. Il ragazzo udendola continuò, baciandola più vicino al seno che continuava a toccare estasiato da quei mugolii e da tutto il resto, sentendo che iniziavano già a fargli un certo effetto però, quando l’altra iniziò a strusciare il bacino contro il suo, avvertì questi reagire e quindi lo staccò ma, per non interrompere troppo bruscamente quello che stava facendo, fece risalire il viso riprendendo a baciarla sulle labbra e poco dopo anche la mano per poterle accarezzare le gote. Tuttavia Sakura aveva sentito la sua reazione e, se all’inizio non aveva capito subito di cosa si trattasse, quando si era levato aveva compreso tutto e pensò che forse anche lui era imbarazzato, quindi lo ricambiò senza chiedergli di andare oltre e, non appena l’altro si staccò completamente, lei gli appoggiò la testa sul petto e vi depose un bacio per poi stringerlo e sussurrare:

“Sasuke è bellissimo tutto questo”.

“Tu sei bellissima” rispose cercando di calmare il respiro.

A tali parole Sakura si sentì ancora più appagata, non avrebbe mai immaginato che tra di loro la situazione avrebbe preso una piega simile, lo aveva visto solo nei suoi sogni migliori così, immensamente felice e rinfrancata da tutto ciò, lentamente chiuse gli occhi e si addormentò sotto le sue carezze. Difatti il ragazzo aveva preso a lisciarle i capelli e poi, quando vide che si era assopita, coprì entrambi con il lenzuolo, soprattutto perché la compagna era praticamente nuda. Era una sensazione bellissima sentire il suo calore, la sua pelle ed il suo respiro a contatto con i propri, specialmente perché mai avrebbe pensato di provare sentimenti del genere. L’unico per cui provava qualcosa che più si avvicinava ad un sentimento d’affetto era Naruto che odiava ed ammirava e già quello lo spaventava, una cosa del genere non se la sarebbe mai minimamente immaginata ma non voleva rinnegarla né sottrarsi. Era scappato troppe volte, si era impedito di provare ogni tipo di emozione per troppo tempo, era arrivato il momento di affrontarle. Difatti si era affezionato alla compagna più di quanto lui stesso aveva creduto possibile e lo aveva capito nel momento in cui aveva visto Ryuji sopra di lei. Quel sentimento di odio, gelosia e paura di perderla non se lo sarebbe mai scordato.