Only for you

Capitolo 13

Il mattino dopo, come promesso, Sasuke accompagnò Sakura al villaggio e lì la ragazza comprò un altro reggiseno e un vestitino che aveva deciso di indossare quando stavano soli dato che il compagno le aveva rivelato che le piaceva quando si curava. Una volta terminati gli acquisti andarono alle terme dove fecero un bagno rilassante in una delle vasche comuni costruite apposta per distendersi e non per lavarsi e, dopo una lunga passeggiata, tornarono al covo. Tuttavia, a differenza delle altre volte, in quella Sasuke non le aveva mai lasciato la mano così che fosse chiaro a tutti che stavano insieme e difatti nessun ragazzo del Suono, nonostante le occhiate colme di desiderio che lanciavano alla bella e radiosa Sakura, osò avvicinarsi.

Le giornate seguenti trascorsero tranquillamente. Orochimaru, che stava ancora recuperando le forze, non si era fatto vivo con nuove disposizioni così come Kabuto il quale era impegnato a guarirlo, quindi i due ninja ebbero tutto il tempo per esercitarsi. Gli allenamenti furono abbastanza duri, Sasuke infatti aveva deciso di non limitarsi troppo per non agevolare più di tanto la compagna visto che avrebbe dovuto portarla in un campo di battaglia dove non sempre lui sarebbe potuto intervenire e proteggerla, indi per cui non voleva correre rischi. Così non si risparmiò anche se, ovviamente, al contrario del suo vecchio maestro le concedeva molte pause per curarsi e riprendersi durante le quali però lui continuava ad esercitarsi. La sera naturalmente erano stremati, ma quando si mettevano a letto alla fine non resistevano e quasi sempre trasformavano un casto bacio in un vero e proprio travolgente momento di intimità. Tuttavia Sasuke non si spingeva mai oltre la vita se non per carezzarle le gambe e, quando vedeva il proprio corpo reagire, si fermava. Si comportava in quel modo un po’ perché anche per lui erano le prime volte e non sapeva bene come controllarsi, un po’ perché non voleva che la ragazza si sentisse costretta a fare qualcosa di cui non era pienamente convinta solo per fargli piacere visto che pure lei al di là delle carezze sul petto o sulla schiena non andava, ma soprattutto perché ogni giorno si accorgeva di desiderarla sempre di più, e non solo fisicamente. Difatti, il solo fatto di averla al suo fianco e di vedere il suo sorriso appena si svegliavano, riusciva a metterlo di buonumore per tutta la giornata.

In tutto ciò, sebbene la vita in quella grotta lontano da tutti e da tutto fosse piena di pericoli e brutture, Sakura era felicissima, più di quanto fosse mai stata a Konoha in quanto le pareva quasi che i suoi sogni stessero diventando realtà: Sasuke la ricambiava ed era pieno di attenzioni nei suoi confronti. Ogni istante cercava di impegnarsi al massimo per non deluderlo e non si risparmiava durante gli allenamenti sentendo con gioia e soddisfazione la propria forza, nonché resistenza, aumentare di giorno in giorno. La sera poi, quando si scambiavano carezze, era sempre più bello e, sebbene sentisse di iniziare a desiderare qualcosa di più, si vergognava troppo per chiederlo o anche solo ammetterlo con se stessa e così per il momento, vedendo che anche l’altro non andava oltre e che anzi si limitava, ben sapendo che lo faceva per lei, decise che andava bene. In fondo non doveva avere fretta, in quel modo infatti poteva gustarsi fino in fondo tutte le gioie derivanti dalla scoperta dei piaceri del sesso imparando a conoscere il proprio corpo considerato fino a quel momento solo come uno strumento per diventare un ottimo ninja.

Passò un mese a quel modo e Orochimaru, che ancora non aveva forza a sufficienza per scontrarsi con Sasuke, non volendo mostrarsi ulteriormente debole agli occhi dell’allievo, mascherava la cosa evitando di farsi vedere e permettendogli di allenarsi con la ragazza con cui da quel momento avrebbe fatto coppia, consapevole che ciò avrebbe giovato ad entrambi. Tuttavia, non appena messo al corrente dei miglioramenti della giovane decise che era arrivato il momento di affidarle una missione, non era difficile e quindi andava bene per la prima volta della kunoichi, così da metterla alla prova e vedere come si comportava sul campo di battaglia. Con tali intenzioni convocò Sakon per far chiamare Sasuke e quando questi entrò, dato che non aveva più visto il sannin dal giorno in cui gli aveva comunicato la sua decisione di voler portare Sakura con sé, con sorpresa si avvide che la stanza era molto più buia del solito e che, nonostante l’uomo fosse seduto sulla solita poltrona, in quel modo non poteva osservarlo molto bene. Il ragazzo si chiese se non fosse perché l’uomo volesse celargli il suo aspetto ma i suoi pensieri furono interrotto dall’odore tremendamente sgradevole che quel posto emanava ed Orochimaru, una volta che lo ebbe di fronte, con voce dura disse:

“Domani tu e la ragazzina partirete per il villaggio che si trova al confine tra il paese del suono e quello della cascata, la vostra missione sarà quella di rubare il rotolo di tecniche segreto nascosto nel palazzo del capo villaggio, più precisamente nel suo studio privato. Cercate di non farvi scoprire ma se ciò accadesse uccidete chiunque si pari sul vostro cammino”.

Sasuke assentì senza controbattere e poi andò da Sakura per metterla al corrente degli ordini.

“Capisco, non sembra difficile. Saremo solo io e te?” chiese lei dopo aver ascoltato con attenzione.

“Si”.

“Bene, direi che la cosa migliore sia agire di notte e partire comunque domani mattina per arrivare sul posto con un largo anticipo e studiarne i dintorni, cosa ne dici?” propose pensierosa.

“Che la mia presenza sembra quasi superflua” la prese in giro.

“Ma non dire stupidaggini” ridacchiò lusingata andandogli vicino per abbracciarlo “cosa farei senza di te?”.

‹‹Dovrei essere io a chiedertelo›› pensò l’altro che invece rispose ” sicuramente molti allenamenti in meno”.

“E non solo….” sussurrò prima di baciarlo sulla bocca.

Sasuke la ricambiò stringendola ma poi lasciandola mormorò:

“Dai mettiamoci a letto che dobbiamo partire all’alba” era un po’ preoccupato, in fondo era la loro prima missione e, anche se sembrava molto facile, sapeva che era meglio non fidarsi.

Una volta sotto le lenzuola Sakura lo abbracciò di nuovo facendo aderire il proprio petto alla sua schiena, in effetti anche lei era un po’ nervosa però era fiduciosa e si ripeteva che sarebbe andato tutto bene infatti, prima di addormentarsi, si disse:

‹‹Ogni missione ha la propria dose di rischi ma non per questo mi farò spaventare, gli dimostrerò quanto sono capace››.

Così i due riposarono ed il giorno dopo, come previsto, all’alba partirono. Arrivati sul posto, perlustrarono la zona notando che vi erano più protezioni di quanto si aspettavano e, quando calò la notte, agirono. Il furto avvenne senza grandi difficoltà ma, una volta usciti dal palazzo dove era custodita la refurtiva, furono scoperti mentre scappavano nel bosco e di conseguenza si videro costretti a fermarsi per combattere. In breve furono circondati da sette jonin che riuscirono però a sconfiggere facilmente. Difatti Sakura era diventata molto veloce ed agile e non le era stato difficile schivare tutti i loro attacchi, inoltre in quel momento più che mai le era tornata alla mente la prima lezione di Tsunade secondo la quale il primo dovere di un ninja medico era quello di evitare gli attacchi perché, qualora fosse morto, nessun altro avrebbe potuto curare i suoi compagni. Sasuke dal canto suo non aveva avuto il minimo problema, per lui quelli non erano che moscerini e così, dopo averne stesi quattro, era corso da Sakura che ne aveva già affrontati e vinti due ed era alle prese con un altro sbucato fuori da dietro un albero che era riuscito a ferirla ad un braccio con un kunai ma, nel momento stesso in cui la colpiva, lei già si curava e quindi non aveva risentito del colpo affibbiandogliene invece uno che lo aveva mandato al tappeto.

“Presto scappiamo” disse ansimante al compagno non appena il nemico giacque svenuto a terra.

Sasuke assentì compiaciuto ed entrambi si dileguarono continuando a correre senza fermarsi per paura che qualcun altro potesse mettersi sulle loro tracce. Sakura sentiva l’adrenalina continuare a scorrerle nel corpo e non avvertiva la fatica tuttavia, quando si furono allontanati a sufficienza, tanto da sentirsi sicuri, l’Uchiha decise di fermarsi per riprendere fiato e bere. Stava albeggiando e, data la sosta, la ragazza ne approfittò per sedersi sotto un albero e finire di medicarsi il braccio chiedendo:

“È andata bene, no?”.

“Si, sei stata brava” rispose porgendole la borraccia.

“Grazie” disse prendendola e bevendo “in realtà non erano niente di che”.

“Beh ci hanno comunque attaccati, potevi farti prendere dal panico ed invece sei rimasta fredda e lucida. Non è cosa da poco in missione lo sai anche tu, specialmente perché pensavamo che sarebbe stata una passeggiata” la elogiò.

“Vedrai che alla prossima andrà ancora meglio e non ci scopriranno nemmeno” replicò strizzandogli l’occhio sollevata che non fosse successo nulla.

“Ne sono sicuro…che dici rientriamo?”.

“Si, è meglio farlo al più presto” affermò alzandosi e rimettendosi in marcia.

In tarda mattinata arrivarono al covo e si diressero entrambi da Orochimaru per consegnargli il rotolo, l’uomo fu molto soddisfatto della rapidità dei due e, rivolto alla ragazza, chiese:

“È andato tutto bene?”.

“Si, anche se mentre venivamo via ci hanno scoperti ma siamo riusciti in fretta a neutralizzare gli inseguitori e a darci alla fuga prima che altri ninja ci raggiungessero” rispose decisa senza nessuna traccia di paura o altro nella voce.

“Darvi alla fuga? Sasuke vuoi spiegarmi? Avevo detto di uccidere chiunque si fosse messo in mezzo” domandò il sannin con un sorriso poco rassicurante.

“Non è stato necessario” replicò l’interpellato che non voleva trasformare quella missione in uno sterminio per la compagna visto che era la prima e alla quale neanche lo aveva detto.

“Oh, non era necessario? Sai bene che mi aspetto che gli ordini vengano eseguiti alla lettera” disse irritato però, visto che si trattava del suo contenitore e pensando che comunque l’incarico era stato svolto velocemente e senza grossi intoppi, continuò “spero che la prossima volta non vogliate deludermi, e ora sparite!”.

Il ragazzo non aggiunse altro dato che non voleva certo contraddirlo ma, notando il suo tono, fu compiaciuto nel constatare che, ancora una volta, gli aveva dimostrato di quanta influenza era in possesso infatti, se si fosse trattato di qualcun altro, non avrebbe esitato ad ucciderlo per una stupidaggine del genere. Tuttavia, al contrario suo, Sakura era rimasta stupita e un po’ impaurita da quanto appena avvenuto così in stanza, con timore, chiese:

“Sasuke…ho combinato un guaio a parlare in quel modo, vero?”.

“Ma no, lo fa apposta per intimorirti” rispose cercando di sminuire l’avvenuto, in fondo poteva permetterselo visto che stava con lui.

“Lo spero, non posso negarti che mi mette addosso una fifa blu… È veramente repellente!”.

“Non dovresti, lui se ne accorge”.

“Lo so, ma non riesco proprio a farci nulla” replicò rabbrividendo nel pensare al suo volto cinereo.

“Imparerai” disse sdraiandosi sul letto.

Vedendolo, Sakura si mise velocemente al suo fianco domandando:

“Siamo liberi per il resto della giornata, vero?”.

“Si, vuoi fare qualcosa?” domandò guardandola.

“Fare un bagno e riposare” dichiarò abbracciandolo.

“E se prima riposassimo?” propose lui che non aveva affatto voglia di alzarsi.

“Va bene” rispose chiudendo gli occhi e poco dopo già crollava addormentata.

I due dormirono molte ore per recuperare e quando si svegliarono era ormai sera inoltrata. Il primo a destarsi fu Sasuke che, dopo averla contemplata qualche minuto al bagliore della candela, la chiamò ed insieme si diressero al fiume. I due, avvolti dal buio, si spogliarono come al solito leggermente distanti e poi entrarono nel ruscello che, dato il caldo di quella sera, sembrava tiepido. Sakura però non aveva molta voglia di stargli lontano soprattutto perché la luna era solo una sottile falce nel cielo e ci si vedeva veramente poco così, guidata dal rumore dell’acqua da lui smossa, gli si avvicinò chiamandolo:

“Ehi Sasuke”.

Sentendola il compagno si girò nella direzione della voce e stupito chiese:

“Cosa c’è?”.

“Niente, non mi andava di stare da sola con questo buio” rispose arrivandogli di fronte e tendendo le braccia per stringerlo.

A quelle dolci parole il ragazzo, che ci vedeva benissimo grazie allo sharingan, se la tirò vicino. Era la prima volta che si ritrovavano completamente nudi e, sebbene lui avesse già sentito i suoi seni a contatto col proprio petto, ebbe comunque un brivido tuttavia anche Sakura si rese conto della cosa ma non le dispiaceva affatto, anzi, trovava fantastico stargli vicino in quel modo. Piano gli mise una mano sul viso per carezzarlo mentre cercava di guardarlo a quella flebile luce lunare scorgendo i suoi occhi rossi e Sasuke, a quel gesto, le fece un lieve sorriso, era ogni giorno più bella e ogni volta gli si stringeva il cuore nel pensare che presto non avrebbe più potuto vederla…non voleva. Difatti, se prima la vendetta era la sua unica ragione di vita, da un po’ di tempo a quella parte le cose erano cambiate e spesso doveva trattenersi dallo stringerla tanto forte da farle male o dal mostrarsi triste e così per dissimulare quei mesti pensieri la baciava dolcemente, solo che in quel momento fu lei ad unire le loro labbra alla ricerca di un contatto più profondo con l’amato. Non era stupida e sapeva benissimo che quella situazione non poteva durare in eterno, ma che ogni giorno che passava li avvicinava sempre di più alla fine e per quello non voleva sprecare tempo prezioso.

I due si baciarono a lungo anche se l’Uchiha non osò toccarla poiché, dato che erano nudi, se si fosse eccitato quella volta non sarebbe stato facile fermarsi o nasconderglielo e così al termine ritraendosi disse:

“Rientriamo”.

Lei annuì leggermente delusa ma pensò che l’altro lo avesse detto perchè stare fuori dal covo la notte poteva rivelarsi pericoloso anche per loro e quindi, una volta in stanza, non appena chiusero la porta, lo abbracciò e baciò nuovamente. Ovviamente, essendo vestiti e nella loro camera, il compagno la ricambiò stringendola, mentre piano indietreggiava fino al letto dove si lasciò ricadere con lei sopra così che Sakura continuò a lungo come se non fosse mai sazia delle sue labbra, ma quando si staccò lo guardò negli occhi. Dolcemente prese ad accarezzargli i capelli mentre riscendeva a baciargli una guancia, il collo ed insinuava le mani sotto la maglia. Sasuke la lasciò fare, felice che nelle ultime volte si sentisse più rilassata e lui, nel frattempo, le sfiorava la schiena da sopra la canottiera fino a che, come al solito, volendo sentire la sua pelle, rassicurato dal fatto di portare i pantaloni e di poterla scostare ad eventuali reazioni, gliela tolse lasciandola solo con le mutandine visto che, essendo notte, dopo il bagno non si era rimessa né i fuseaux né tanto meno il reggiseno. Però a quel punto anche Sakura gli tolse la sua riprendendo poi a baciargli il collo e, per la prima volta, scese anche sul petto sperando di non sbagliare ed il ragazzo, sentendola, ebbe dei brividi di piacere e al contempo, dato che era sdraiata sopra di lui, dalla schiena scese a toccarle le gambe per poi risalire e carezzarle un fianco giocando con l’elastico della biancheria.

Intanto la compagna, vedendo che non la fermava e rinfrancata da quei gesti che le facevano capire che la cosa non gli dispiaceva affatto, continuò fino a baciargli un capezzolo che si era indurito proprio come succedeva ai suoi quando era l’altro a farlo mentre quei palmi caldi sulla sua pelle le provocavano come sempre dei fremiti. Tuttavia a causa di quel contatto Sasuke avvertì l’eccitazione iniziare a salire così la girò mettendosi sopra di lei staccando però il bacino, continuando ad accarezzarla sulle gambe e poi, vedendo che non si sottraeva e che al contrario lo assecondava, si fece più audace arrivando ad infilare la mano dentro la biancheria per carezzarle l’inguine.

A quel gesto Sakura gemette e sentì un piacere molto più forte del solito invaderla, non credeva che quelle carezze potessero dare sensazioni tanto intense e così, senza neanche accorgersene, prese ad ansimare più pesantemente sotto quei bellissimi tocchi. Sasuke, vedendo che non lo fermava, desiderandola come non mai, fece scendere ancora la mano toccandola in quella parte che fino ad allora aveva ritenuto proibita, sentendo che ad ogni affondo dentro di lei la ragazza gemeva più forte e, avvertendo una sua gamba sfiorarlo in mezzo alle proprie, si eccitò più di quanto già non fosse. Intanto sotto di lui, quando aveva sentito le sue dita in quel punto, a Sakura si era mozzato il fiato in gola, aveva provato un leggero fastidio ma non voleva che smettesse perché, ad ogni suo movimento, si rendeva conto che le cresceva dentro una smania che la portava a desiderare sempre di più così, per incoraggiarlo, mormorò dolcemente il suo nome stringendolo più intensamente. L’altro, sentendola e capendo che voleva che andasse avanti dato che non lo aveva allontanato e che al contrario lo assecondava, continuò spostandosi leggermente di lato visto che quella posizione era diventata un po’ scomoda ma, così facendo, dato che si era abbassato, premette il bacino, e quindi la propria eccitazione, contro la coscia della compagna che, seppure nel turbinio di tutte quelle emozioni, l’avvertì distintamente e quindi, sebbene si vergognasse da morire, fece scendere fin lì la mano con cui gli stava accarezzando il petto per iniziare a sfiorarlo da sopra i pantaloni tremando un po’ sia per il piacere che provava, sia per l’imbarazzo. Sasuke a quei tocchi così incerti e leggeri prese a baciarla intensamente, quella sera era ancora più focosa ed intensa delle altre e quello che stava provando era meraviglioso tuttavia a quel punto Sakura, incoraggiata dalla sua reazione, cercò di farsi più coraggio e così intrufolò quella mano nei suoi pantaloni oltrepassando i boxer. Toccando la sua virilità calda e pulsante, colta dal panico, per un attimo rimase bloccata ma, sentendo il piacere che lui le stava donando, decise di fare lo stesso. Piano iniziò a muoverla e così non ci volle molto prima che entrambi arrivassero all’orgasmo, ritrovandosi ansimanti e rossi. In quel momento Sasuke scoprì una volta di più di non aver mai provato nulla di tanto bello ed intenso in vita sua ma, vedendo l’imbarazzo della compagna nel ritrovarsi la mano bagnata, ritirando la propria dalla sua biancheria, prese la maglia che l’altra gli aveva levato poco prima e gliela pulì dopo di che l’abbracciò sussurrandole:

“È stato bellissimo”.

Sentendolo la ragazza, ancora stupita dall’aver fatto certe cose con la persona che amava da una vita e a cui aveva sempre pensato come una meta irraggiungibile, lo ricambiò poi, ancora col fiatone, disse:

“Si, ma solo perché sono con te”.

L’Uchiha a quelle parole la strinse ancora di più, era bellissima, non riusciva a vedere nessuna come vedeva lei e mai avrebbe pensato che ci sarebbero stati certi sviluppi quando l’aveva seguito.

“Si” mormorò poi sdraiandolesi sopra.

“Sasuke io….” iniziò bloccandosi nel rendersi conto di quello che stava per dirgli.

“Cosa c’è?” chiese alzando la testa per poterla guardare come era solito alla flebile luce delle candele.

“Io…io voglio che tutte le mie prime volte siano con te, non voglio nessun altro” rispose anche se non era quello che stava per uscirle prima, ma dicendogli comunque una cosa che pensava.

Il ragazzo udendo quella frase sentì il proprio cuore scaldarsi, tutta la sua indifferenza e la sua freddezza davanti a quella soave creatura si scioglieva come neve al sole. Nessuno era stato così affettuoso con lui dalla morte dei genitori, a nessuno aveva permesso di avvicinarsi perché nessuno doveva guardarlo con pietà, distoglierlo dalla sua missione ma lei…nei suoi occhi c’era puro amore e dalle sue labbra uscivano solo dolci suoni. Lei che non pretendeva nulla ma che in quegli anni gli aveva donato tutta se stessa. Lei che giorno dopo giorno scopriva di ammirare sempre di più. Lei che era diventata tutta la sua vita…

“Lo saranno…” disse carezzandole il viso, le avrebbe dato qualsiasi cosa finché gli fosse stato possibile.

“Sasuke….ti amo” sussurrò dicendogli finalmente quello che si teneva dentro da tanto, troppo tempo e sentendo gli occhi inumidirsi per l’emozione.

Il ragazzo rimase a guardarla per qualche secondo, toccato nel profondo e poi si abbassò per baciarla, quelle tre parole erano una dolce melodia in quella stanza tanto triste, mentre Sakura gli passò le braccia attorno al collo stringendolo fortissimo, felice che non la respingesse o la deridesse per quanto aveva appena dichiarato ma soprattutto di essere riuscita a dirglielo in tempo, prima che fosse troppo tardi e accadesse l’inevitabile. Sasuke la abbracciò a sua volta e poi, avvicinandosi al suo orecchio, sussurrò:

“Grazie, grazie per essere qui… Per aver tenuto viva in me una parte di umanità, per essere la mia compagna, l’unica di cui possa fidarmi”.

Ma a quel punto lei gli mise le mani tra i capelli lasciando che le lacrime scorressero. Quelle parole erano meravigliose, un balsamo capace di lenire qualsiasi ferita che le era stata inflitta da quando se ne erano andati.

“Grazie a te per non avermi lasciato indietro, per aver preso quella folle decisione di portarmi con te” sussurrò di rimando.

Udendola il ragazzo la strinse ancora più forte, molte volte si era domandato cosa ne sarebbe stato di lui se quella sera fosse scappato da solo e la risposta era sempre la stessa: sicuramente avrebbe perso ogni briciolo di umanità che era in lui trasformandosi in una macchina assassina fino a che non sarebbe stato completamente divorato dall’odio e, dopo aver ucciso il fratello, sarebbe morto senza conoscere cosa fossero l’amore, la fiducia, la preoccupazione e la gelosia, tutte emozioni che aveva imparato grazie a lei. Tuttavia sapeva di non meritare tali parole poiché, a quel tempo, se le aveva permesso di seguirlo era stato solo perché pensava che gli sarebbe potuta essere utile. Inoltre sapeva che non solo l’aveva fatta soffrire in passato ma che l’avrebbe fatta patire anche in futuro, quando il suo allenamento sarebbe finito e avrebbe portato a termine la sua vendetta quindi non poté fare a meno di dire:

“Già folle ed egoista decisione… Lo sai che ti farò stare male”.

“Non mi importa cos’è stato se questo è il risultato, e non mi importa nemmeno cosa mi riserverà il domani se mi sarai accanto ma… il giorno che non ci sarai più, allora lì si che soffrirò veramente e vorrò seguirti un’ultima volta….oh Sasuke, non voglio che tu muoia!” esclamò sentendo il cuore lacerarsi anche solo nell’immaginare una cosa simile.

Però, sentendo quelle parole, il compagno inorridì e mettendosi seduto, tornando glaciale, disse:

“Non dirlo, non provarci nemmeno… Tu devi vivere”.

“Anche tu! Non puoi, non puoi lasciarmi sola dopo quello che mi hai detto!”.

“Io non ho altra scelta, tu invece si”.

Sakura a quelle parole non riuscì a reprimere altre lacrime ma di dolore quella volta e così si mise le mani sul viso come a volerle nascondere, come poteva dirle una cosa del genere?

Vedendola Sasuke gliele tolse ma poi riuscì a mormorare soltanto:

“Perdonami”.

Sakura non rispose nulla e lo strinse solo forte, se era veramente quello che voleva non l’avrebbe ostacolato ma dopo lei lo avrebbe seguito, non importava cosa dicesse lui al riguardo, l’unico modo che aveva per impedirglielo era vivere con lei. Continuò a piangere ancora un po’ tra le sue braccia mentre il compagno la stringeva a sua volta e poi, quando si fu calmata, rimanendo in quella posizione chiuse gli occhi e dopo un po’, essendosi nel frattempo sdraiati nuovamente, nonostante tutti i pensieri entrambi si addormentarono.