Only for you

Capitolo 1

La Kira&Sunako production è lieta d presentarvi Only for you XDDDDDDD
Scherzi a parte…eccoci con una nuova fanfiction, questa volta i protagonisti sono Sasuke e Sakura…

Questa ff è nata una sera (come tutte xD) quando al tel non sappiamo che fare e scleriamo e quindi visto che ne abbiamo poche in corso ci siamo dette… Ma sasuke sta con porci e cani ma poraccia Sakura che è l’unica innamorata non se la fila di pezza…perché non le rendiamo giustizia? XDDDDDDD
E così ecco che in quattro e quattrotto abbiamo tirato su una fic (che abbiamo modificato mille volte soprattutto il finale XDDDD)
Che dire speriamo che vi appassioni fateci sapere ^^

Tutti i personaggi di questa fic non sono mia invenzione ma di Masashi Kishimoto di cui ne detiene tutti i diritti.

Sasuke, seduto sul letto della sua camera, per la prima volta dopo il massacro della sua famiglia, tremava. Quella reazione era dettata dal fatto che i ninja del quartetto del suono si erano introdotti in casa sua per proporgli di seguirli fino al covo di Orochimaru. Gli avevano offerto la possibilità di proseguire per quella strada che gli era stata aperta quando il sannin gli aveva lasciato il segno maledetto e, non appena avevano terminato quello che avevano da dire, se ne erano andati silenziosamente come erano venuti. Il giovane shinobi non era sicuro sul da farsi, quella visita l’aveva spiazzato, o meglio, se la aspettava ma non così presto. Così stava seduto a fissarsi come in trance le mani, quelle‹ mani che avevano stretto quelle di Naruto e Sakura i suoi amici, nonché compagni del team 7, e quelle che avevano anche inutilmente tentato di uccidere il suo più grande nemico, il temuto Itachi, ovvero suo fratello maggiore. I due si erano scontrati poco tempo prima e lui non era riuscito a ferirlo in alcun modo, nemmeno a lasciargli un graffio.

‹‹Non ho potuto fare nulla, sebbene lui sia la persona di cui mi voglio vendicare e a cui desidero far provare il mio stesso dolore, non sono stato in grado di fare niente…devo diventare più forte e batterlo›› e in quel momento gli tornò alla mente l’umiliazione subita ‹‹devo smetterla di tentennare e pensare solo alla mia vendetta›› si ripeté visto che per un momento aveva seriamente considerato la possibilità di non accettare quell’offerta ma, riflettendoci per convincersi definitivamente, si disse ‹‹stando qui a Konoha non diventerò mai più forte! Per questo devo andare da Orochimaru, perché lui è l’unico in grado di darmi la forza di cui ho bisogno e di insegnarmi a usare questo segno›› e, nel toccare il simbolo che aveva sul collo, pensò alla grande scarica di potere che aveva sentito scorrergli nelle vene quando l’aveva usato e a come il sannin gli era parso forte, non per niente era riuscito ad uccidere il Terzo Hokage. Ormai sicuro si alzò finalmente dal letto e, determinato più che mai nel voler portare a termine la propria vendetta ad ogni costo, dopo aver radunato poche cose e aver dato un ultimo sguardo alla foto del team 7 che teneva sul comodino, decise di andare.

Nel frattempo Sakura, la quale era molto preoccupata per lui e le sue condizioni, soprattutto mentali, dopo i recenti avvenimenti, si tormentava davanti casa dell’ Uchiha in quanto non sapeva come aiutarlo.

‹‹Dico sempre che sono innamorata di lui e rimprovero Naruto per la sua stupidità ma qui l’unica stupida sono io. Io, che sono così debole da dover essere sempre difesa dagli altri, sono così inutile…non riesco mai a fare nulla per aiutare le persone per me importanti…›› e con questi pensieri nella mente continuava a fissare il portone di quella casa, chiedendosi se doveva o meno bussare per portargli la cena che la madre l’aveva aiutata a preparare. Era a tal punto incerta che stava lì da talmente tanto tempo che ormai si era raffreddata, tuttavia fu grazie a quell’indecisione che lo vide uscire furtivo e, intuendo che c’era qualcosa di strano, decise di seguirlo ma Sasuke, nonostante fosse rapito dai propri pensieri, non ci mise molto ad accorgersi della presenza della ragazza. Scocciato per quella perdita di tempo e sicuro della lagna che gli avrebbe attaccato, decise di provare a seminarla però, quando vide che non demordeva per non farla allontanare troppo dal villaggio considerato che era notte e poteva essere pericoloso, si fermò e, voltandosi, con aria irritata le disse:

“Che vuoi?!”

Sakura, che si era nascosta dietro ad un muro, sussultò nel sentire quella voce poiché capì di essere stata scoperta così si mostrò e, guardandolo alla sola luce lunare, chiese:

“Stai andando via, vero?”.

“Se lo sai perché me lo chiedi?”.

La compagna di squadra si morse le labbra incerta su cos’altro dirgli ma poi, raccogliendo tutto il coraggio che aveva, continuò:

“Stai andando da lui? Da Orochimaru, giusto?”.

“Si” rispose laconico.

“Perchè vuoi farlo e abbandonare tutti noi?”.

“Perché restando a Konoha non otterrei mai la forza di cui ho bisogno”.

“E con lui invece si? Non puoi andartene e tradire il villaggio così!”.

“Ah no? E chi me lo impedirebbe? Tu?” domandò con un leggero ghigno dipinto sul volto.

“Ci proverò! Non posso permettere che tu te ne vada e ti metta in pericolo, non posso farlo…sei troppo importante per me!” disse abbracciandolo.

A quel gesto Sasuke si ritrovò tra le braccia quella ragazzina che lo stringeva con tutte le sue forze, e questo lo fece sentire un vero bastardo dato quello che stava per dirle, ma doveva essere lasciato o i quattro ninja del villaggio del suono se ne sarebbero andati e lui avrebbe perso la sua unica occasione quindi, con voce dura, affermò:

“Vedi di mollarmi, io so badare a me stesso e non ho certo bisogno che una mocciosa come te si metta in mezzo”.

Sakura a quelle parole alzò il capo, che gli aveva poggiato sul suo petto, e lo guardò con i suoi bellissimi occhi verdi che in quel momento erano pieni di lacrime e, con voce strozzata, chiese:

“Sei deciso ad andare?”.

Sasuke per un secondo si sentì stringere il cuore, sebbene la ragazza piangesse spesso, quelle lacrime erano cariche di una sofferenza che lui stesso le stava impartendo, ma non poteva permettersi di intenerirsi, non ora che aveva finalmente preso una decisione così, glaciale e conciso come sempre, rispose solo un secco:

“Si”.

“E allora portami con te, ti aiuterò, sarò la tua spalla…farò qualsiasi cosa ma ti prego non lasciarmi qui!” esclamò lei stringendolo con ancora più forza.

“Cosa?! No, non se ne parla neanche!”.

“Perché no? Te l’ho detto, farò qualsiasi cosa per aiutarti. Sarò buona, non mi lamenterò mai!” insisté per cercare di convincerlo.

“Ma come pensi che possa portarti con me? Sei una ragazza e quello è un covo di assassini, non ti permetteranno mai di rimanere e dato che non ti lasceranno di certo tornare qui ti uccideranno. Non sei abbastanza forte per restare al mio fianco, non ho bisogno di palle al piede” dichiarò, ci mancava solo che si mettesse in testa strane idee.

“Se è solo perché sono una donna il problema…” e mentre lo diceva si sfilò un kunai dalla sacca sulla coscia e si tagliò i suoi bei capelli, che dopo tanto le erano ricresciuti, in un sol colpo dopo di che continuò “…eccolo, risolto! Così non sembrerò una femmina e se sarà necessario mi travestirò. Lo so che non sono forte ma lo diverrò e inoltre non scordarti che ho già delle ottime basi per diventare medico, quindi come vedi non sono una palla al piede!” replicò decisa asciugandosi le guance bagnate ora che aveva smesso di piangere ‹‹devo mostrarmi forte››.

Il compagno di squadra rimase molto colpito da quel gesto, aveva sempre pensato che il sentimento che la ragazza provava nei suoi confronti fosse identico a quello di tutte le altre che si limitavano ad essere invaghite del suo bell’aspetto e del fatto che fosse così distaccato ma, a quanto pareva, Sakura andava ben oltre quelle che lui riteneva poco più che ragazzine viziate e così disse:

“Va bene…vai a casa e prendi quello che ti serve…io ti aspetto qui, però vedi di sbrigarti”.

“Te lo scordi! Così mentre vado tu scappi, vero?!” esclamò ” per chi mi hai presa?” chiese con un sorriso sulle labbra.

‹‹Maledizione…è più furba di quanto pensassi…›› ma senza scomporsi rispose “va bene, ma poi non voglio sentirti lagnare quando non avrai di che cambiarti” ‹‹ormai non posso fare altro che portarmela dietro…in fondo potrebbe risultarmi utile…ammesso che riesca a salvarle la vita…›› difatti, dopo quanto si erano detti, non se la sentiva di stordirla e lasciarla lì a terra in balia dei pericoli della notte.

“Non dirò nulla vedrai, fidati di me” rispose cercando di apparire il più forte possibile, anche se dentro di sé tremava dalla paura.

A tale affermazione, prima di ripensarci, Sasuke, senza aggiungere altro, si girò e riprese a correre verso il luogo del suo appuntamento. Aveva notato benissimo il pallore dell’amica, segno che sapeva bene cosa significasse seguirlo, ma quello era uno dei motivi per cui aveva deciso di portarla. Lui lasciava il maestro e Naruto, mentre la compagna si lasciava alle spalle tutto. La famiglia, gli amici, i compagni, la sua vita e solo per seguire lui che non poté fare a meno di pensare:

‹‹Quando ti accorgerai dell’errore che stai commettendo sarà troppo tardi per tornare indietro, lo sai? Ma fortunatamente per te io già un piano… Te la caverai dicendo che ti ho rapito… Si perché sono sicuro che tra qualche giorno ti mancheranno tutte quelle persone… Non potrai mai avere quello che vuoi da me, non proverò mai amore per te. Nel mio futuro c’è posto solo per la vendetta e, quando te ne renderai conto, tornerai al villaggio››.

Non appena raggiunsero gli altri quattro, Tayuya, l’unica ragazza del gruppo, vedendo che Sasuke non era solo sbottò:

“E lei che cazzo ci fa qui? Dove ti credi di andare? Ad una scampagnata?”.

“Lei viene con me…non intendo aggiungere altro” affermò lui serio.

Dato il tono e lo sguardo del ragazzo, la kunoichi decise di non ribattere anche perché gli ordini di portarlo erano stati più che chiari e non aveva certo voglia di incombere nell’ira del sannin, per questo disse:

“Va bene, farai i conti con Orochimaru-sama, ora andiamo e tu ragazzina vedi di muovere le chiappe e di non restare indietro” rispose girandosi e, senza aspettare risposta, gli fece strada.

Sasuke sospirò, la prima parte era superata, ora bisognava vedere la seconda ma era sicuro che pur di averlo con sé Orochimaru avrebbe accettato. Difatti aveva avuto paura che quei quattro avrebbero creato storie ma, visto che pur di non disubbidire non se l’erano sentita di affrontarlo, ormai era sicuro che sarebbe andata liscia. L’unico problema si sarebbe presentato una volta che Sakura avesse voluto far ritorno a casa e a come attuare il suo piano, ma a quello avrebbe pensato dopo. Seguendoli badò che la ragazza non restasse troppo indietro e, una volta arrivati nei pressi del loro villaggio, furono subito portati da Orochimaru.

Il covo in cui alloggiava infatti si trovava nella foresta, poco lontano dal Suono così che l’uomo potesse mantenerne agevolmente il controllo. Lì vicino infatti vi era una grande montagna ed il sannin, dopo aver constatato che sarebbe stata un ottimo rifugio, aveva deciso di farne il suo nascondiglio, così aveva fatto scavare una grande grotta nella roccia e successivamente l’aveva illuminata con delle candele. Le stanze erano venute ampie e spaziose, dotate di letti e armadi ma senza corrente elettrica, né sanitari e quindi per lavarsi gli occupanti usavano il ruscello lì vicino o andavano al villaggio.

Entrati nella grotta i sei oltrepassarono un lungo corridoio, al termine del quale, vi era situata la stanza in cui tenevano le riunioni con Orochimaru. Questi, accomodato su una sedia al centro della camera fiocamente illuminata, era completamente bendato dato che il suo corpo doveva ancora rigenerarsi dopo aver effettuato una delle trasmigrazioni che da lì a qualche anno avrebbe fatto nel corpo del ragazzo che ora gli si parava di fronte con la schiena diritta, senza mostrare alcuna esitazione. Il sannin lo stava squadrando voluttuosamente ma così si avvide della ragazzina che gli stava dietro e, con la voce ancora più sibilante del solito, disse:

“Benvenuto nel mio nascondiglio Sasuke, ti aspettavo con impazienza…ma non credevo che portassi compagnia”.

Sasuke rabbrividì per un istante poi, col suo solito tono freddo e distaccato, deciso a non farsi intimorire da quell’essere, affermò:

“Lei è con me”.

“Oh-oh non erano questi i patti, cosa dovremmo farci con lei? Me la ricordo bene da quella volta nella foresta all’esame di selezione dei chuunin ed era un’inetta, quindi cosa dovrebbe starci a fare qui?” chiese minaccioso.

“Lei resta che ti piaccia o no…a meno che tu non decida che anche io non ti serva più” disse sfacciatamente “e poi se me la sono portata dietro c’è un motivo…in questo tempo ha studiato le basi per diventare una ninja medico con Tsunade, potrebbe migliorare ed esserci molto utile, pensaci bene” e, nonostante il suo tono freddo e distaccato, sentiva il sangue gelarglisi nelle vene.

Orochimaru lo squadrò sempre più compiaciuto da quello che vedeva.

‹‹Si, è proprio degno di essere il mio contenitore›› pensò entusiasta per poi girare la testa verso destra per guardare le due persone lì vicino “cosa ne dici Kabuto?” chiese al ragazzo con gli occhiali che stava in piedi al suo fianco. Questi era il suo ninja medico personale, oltre che fidato collaboratore, l’altro invece era Kisuke Kurosaki, il secondo ninja medico di cui disponeva, che però prendeva prevalentemente parte alle missioni essendo prima di tutto un ottimo guerriero delle cui arti mediche il sannin si avvaleva esclusivamente quando il primo era troppo impegnato con i suoi esperimenti.

“Posso metterla alla prova, ma se mi crea problemi…” rispose Kabuto senza finire la frase ma lasciandone intendere il significato.

L’interpellata nel frattempo si sentiva la gola secca e le gambe tremanti nell’udire quei due parlare di lei a quel modo e istintivamente pensò:

‹‹Ma che mi è venuto in mente di lasciare il villaggioCODE–›› ma poi, spostando lo sguardo sul compagno che aveva un’espressione dura e decisa e che aveva rischiato non poco portandosela dietro, si ravvide immediatamente ‹‹ no, scema! Certe cose non devi neppure permettere che ti sfiorino la mente, sei qui per Sasuke, per aiutarlo, ecco per cosa! Devi essere forte, non dovrai mai vacillare in modo da poterlo sempre sostenere e…››.

Tuttavia il suo pensiero fu interrotto dalla voce di Orochimaru che affermava:

“Va bene, in fondo potrebbe esserci utile un altro medico ma posso essere sicuro che non mi tradisca?”.

Sasuke a tali parole fece un segno d’assenso con la testa e quindi aggiunse:

“La sorveglierò io”.

“Ah si? Puoi essere sicuro di farlo ventiquattro ore su ventiquattro?” chiese l’altro sarcastico e divertito.

Il ninja rimase alquanto interdetto da quella domanda ma poi, senza esitazione alcuna, rispose:

“Si!”

“E sia… Allora alloggerete insieme, tanto più che non avevo alcuna intenzione di sprecare un’ulteriore camera solo per lei, cosa ne dici?” sogghignò.

‹‹Cosa?! Maledizione ci mancava solo questo…›› pensò ma, vista la situazione, non poté fare altro che accettare.

“Bene! Kabuto, accompagnali. Sai domani mattina inizieremo gli allenamenti e tu potrai mettere alla prova la nostra nuova arrivata” disse ridendo grottescamente e facendo venire la pelle d’oca alla ragazza “ed ora uscite”.

Dopo averli congedati il sannin rimase con Kisuke che doveva cambiargli le fasciature mentre i quattro ninja che li avevano accompagnati si dirigevano nei propri alloggi e i due, come ordinato, seguirono l’uomo con gli occhiali che si era apprestato a fargli strada e, una volta arrivati a destinazione, questi affermò:

“Sei fortunato…Orochimaru ti ha riservato una delle stanze più confortevoli che avevamo…” dopo di che gli accese una delle lampade ad olio che c’erano e, richiusa la porta, se ne andò.

I ragazzi si guardarono intorno, constatando che effettivamente quella camera era abbastanza grande e che possedeva un letto ampio con tanto di armadio e comodini. Sasuke, per niente allettato alla prospettiva di doverla condividere con una mocciosa, sospirando disse:

“Per stasera dormo per terra, domani chiederò una branda”.

“N-non serve, per-per me non è un problema dividere il letto” balbettò lei col cuore in gola pensando a quanto la aspettava ma anche che si sarebbe coricata insieme al suo amore.

“Fa come ti pare ma vedi di stare dalla tua parte…mi hai già creato abbastanza problemi” e, gettato lo zaino in terra, si sdraiò sul materasso.

“S-scusami” riuscì solo a mormorare non potendo controbattere.

Poi, un po’ demoralizzata, andò verso il tavolo su cui c’era una brocca d’acqua e un catino per sciacquarsi il viso e le mani. Le veniva da piangere ma era più che decisa a controllarsi.

Nel frattempo il ragazzo, nonostante sapesse di essere stato notevolmente brusco, senza dire nulla si girò su un lato e chiuse gli occhi per riuscire a dormire mentre Sakura, appena ebbe finito di lavarsi, si sedette sulla sua parte di letto e, dopo essersi tolta le scarpe, si stese a sua volta anche se non era certa di riuscire ad addormentarsi a causa di tutti i pensieri che le turbinavano in testa.

Quel posto era orribile, Orochimaru e il suo compare viscidi e spaventosi e Sasuke…Sasuke era il suo amore ma ora si chiedeva cosa potesse fare per aiutarlo…