Gelosia – parte 1

Dubbi

Kaoru si fece una tazza di the caldo e si mise a berla sul divano guardando anche lui fuori dalla grande vetrata della sala, ammirando la stessa luna che stava osservando il fratello.

‹‹Devo parlargli! Aspetterò che si svegli e lo farò…si, ho deciso!›› si disse.

Intanto nella stanza, dato che ormai erano le due e Kaoru non tornava, Hikaru si convinse sempre di più del fatto che il gemello non volesse stargli vicino e, esasperato, alla fine tirò le somme ‹‹non so né come né quando, visto che siamo stati sempre insieme, ma si sarà di sicuro confidato con Kyoya e lui gli avrà detto di lasciar perdere, di starmi lontano, ne sono sicuro…›› così, con questo pensiero ormai concretizzatosi nella sua mente, senza riflettere prese il cellulare e compose il numero dell’amico aspettando che rispondesse. Il ragazzo, che data l’ora stava dormendo, svegliato dalla melodia del suo cellulare meccanicamente allungò un braccio per prenderlo e, senza neanche vedere chi fosse, ringhiò:

“Spero ci sia una buona ragione per svegliarmi a quest’ora”.

“Cosa gli hai detto?”.

“Senti non ho voglia di scherzare, parla chiaramente” rispose iniziando a perdere la pazienza.

“Ti ho chiesto, cosa gli hai detto!” urlò Hikaru fuori di sé.

“Detto cosa a chi? E poi tu chi sei?” sibilò minaccioso.

“Cosa hai detto a Kaoru per far si che non mi rivolga quasi più la parola?” gridò ancora più forte.

“Stammi bene a sentire, non mi interessa nulla dei vostri litigi, vedetela da voi, non mettetemi in mezzo! E poi se hai qualcosa da chiedere io sono la persona sbagliata!” esclamò riattaccando il telefono.

‹‹Cosa? Ma come osa?›› pensò mentre ricomponeva il numero e quando rispose urlò a pieni polmoni “non permetterti mai più di attaccarmi il telefono in faccia! È colpa tua, e se non mi dici subito che diavolo gli hai detto, giuro che vengo a casa tua e te lo faccio sputare con la forza!”.

Kyoya, senza neanche rispondere, chiuse di nuovo la conversazione e poi spense il cellulare… l’indomani gliene avrebbe cantate quattro a quel cretino….come poteva essergli venuta in mente un’idiozia del genere? Si, l’indomani gliela avrebbe fatta pagare.

Hikaru provò a richiamare per la terza volta e, sentendo il telefono staccato si irritò ancora di più, poggiò l’apparecchio sulla scrivania e si diresse all’armadio deciso, ora più che mai, ad andare a casa dell’amico ma in quel momento la porta della camera si aprì lasciando entrare un Kaoru perplesso che gli chiese:

“Hikaru, con chi stai urlando a quest’ora della notte? Ti ho sentito fin da giù…”.

Ma il gemello, infuriato com’era, non lo stette neanche a sentire. Velocemente si infilò i pantaloni e la camicia scaraventandosi verso le scale diretto all’uscita, era davvero fuori di sé.

Kaoru, dopo averlo rincorso e raggiunto, lo prese per una spalla e cercando di trattenerlo esclamò:

“Fermati dove vai? Si può sapere che stai facendo, sei forse impazzito?”.

“Vado da Kyoya!”.

“Da Kyoya? A quest’ora? E a fare cosa?” chiese stupito.

“È da quando hai parlato con lui che sei strano…voglio sapere che accidenti ti ha detto per turbarti in questo modo!”.

“E non credi sarebbe più semplice parlare con me piuttosto che andare da lui? Quindi era con lui che parlavi prima? Accidenti a te…chiamarlo nel cuore della notte e urlargli contro a quel modo…devi proprio esserti bevuto il cervello!”.

“Non posso aspettare fino a domani…non ce la faccio, devo sapere cosa ti ha detto” .

“Va bene allora ne parleremo adesso contento? Non posso certo lasciarti andare, questa è la volta buona che ti uccide sennò!” e così dicendo lo prese per mano riportandolo in camera.

Hikaru aveva il fiatone e sapere che avrebbero discusso gli fece salire il cuore in gola.

“Cosa è successo?”.

“Sediamoci. Innanzitutto Kyoya non c’entra proprio nulla, quindi domani la prima cosa che farai sarà fargli le tue scuse…sperando che bastino a calmarlo, intesi?” disse accomodandosi sul letto.

“Non mi importa di lui! No che non mi siedo…ti prego dimmi cosa diavolo sta succedendo!” gli urlò. Sentiva che non avrebbe retto ancora molto e che presto le lacrime, faticosamente trattenute fino a quel momento, sarebbero scese a rigargli le guance.

“Ecco…semplicemente oggi è venuto a dirmi che c’era una cliente che mi aspettava in giardino, e quando sono sceso ho trovato….” si interruppe aveva la gola secca.

“Non dirmi che era Akane!”.

“No, no era Minami!” sorrise amaro.

Hikaru lo guardò strano, tutto si aspettava tranne che fosse lei. Lo fissò con aria interrogativa dato che ora era ancora più confuso di prima.

“Ecco…lei voleva parlarmi con calma, senza nessuno che ci disturbasse, per questo ha chiesto a Kyoya di farmi andare lì, capisci?”.

“No, che voleva?”.

“Emh…voleva dirmi che in realtà lei ci distingueva perfettamente e che si era innamorata di te”.

“Cosa?!”.

“Si hai capito bene, anch’io mi sono stupito parecchio soprattutto perchè stava dicendo a me certe cose e non a te. Mi ha confessato che avrebbe rinunciato a conquistarti perchè ha capito di non avere speranze contro il sentimento che ci lega e, prima di andarsene, mi ha chiesto di prendermi cura di te. È veramente una ragazza molto dolce e gentile, sai?” disse sorridendo tristemente.

“Si molto ma…perché non me lo hai detto subito?”.

“Perchè tutto questo mi ha dato da pensare…ed è il resto che non so come spiegarti”.

“Pensare a cosa?” chiese anche se non era sicuro di voler sentire la risposta.

“Ecco…mi chiedevo se fosse giusto amarti e tenerti solo per me, che forse saresti più felice frequentando una donna. In fondo io sono un ragazzo e per di più tuo fratello…ecco non so, sono confuso” rispose mettendosi una mano sugli occhi e abbassando il capo.

Hikaru sentì le lacrime rigargli le guance, quello che aveva temuto si stava avverando.

“Lascia decidere me se è giusto o meno” disse con voce strozzata.

“Non lo so…io ho paura di sbagliare…”

“Sbaglieremmo in due…non sei l’unico a provare certi sentimenti…”.

Kaoru a quelle parole alzò la testa di scatto e vide le lacrime dell’altro.

“Perdonami, sono solo riuscito a farti piangere”.

Il gemello a quelle parole si portò una mano al viso e si toccò la pelle bagnata. Non si era neanche accorto di stare piangendo, poi anche se con voce molto bassa mormorò:

“Non farmi questo…non lasciarmi solo con questo sentimento…”.

L’altro vedendolo così indifeso e fragile si alzò, andò ad asciugargli le guance passandogli una mano sul volto e poi disse:

“Scusami se ho dei dubbi, ma non vorrei sbagliare e magari correre il rischio di perderti per sempre”.

“Questo non accadrà mai! Non finché mi vorrai al tuo fianco” rispose abbracciandolo.

Kaoru lo strinse a sua volta e iniziò a baciare le sue lacrime salate mentre Hikaru gli allacciava le braccia intorno al corpo ancora più forte, aveva davvero temuto il peggio, difatti aveva ancora il cuore in gola e le gambe letteralmente paralizzate dalla paura. Il fratello lo sentì tremare leggermente così gli baciò la bocca con le labbra ancora umide per via dalle sue lacrime, ma il gemello non riusciva neanche a ricambiare. Lo guardava solo negli occhi e con la mano gli carezzava il viso come per accertarsi che non fosse un miraggio.

“Stai meglio, ti sei calmato ora?” chiese Kaoru preoccupato.

“Si…” mentì per non farlo inquietare.

“E allora vieni, mettiamoci sotto le coperte” disse ma vedendo che l’altro non si muoveva e rimaneva immobile a tremare al centro della stanza lo sollevò delicatamente tra le braccia e lo depose sul letto. Gli tolse i pantaloni e la camicia e si alzò per prendergli il pigiama ma quando glielo porse Hikaru lo scansò con la mano.

“Non preoccuparti dormo così” disse mettendosi sotto le lenzuola, voleva riuscire a calmarsi almeno un po’, in fondo le paure del fratello erano anche le sue, solo che lui le aveva tenute sigillate nel proprio cuore per non dovercisi scontrare.

“Va bene, come vuoi” disse l’altro mogio, stava male a vederlo così e la colpa era solo sua, e meno male che solo qualche ora prima aveva promesso di prendersene cura! Si infilò a letto e si avvicinò al gemello per abbracciarlo ma questi sobbalzò letteralmente a quel contatto e girandosi verso di lui lo guardò negli occhi chiedendogli:

“E’ così sbagliato amarti?”.

“Spero di no, altrimenti sarei proprio in un bel guaio anch’io visto che ti amo” rispose cercando di sorridere.

Hikaru gli sorrise a sua volta e gli sfiorò le labbra mentre Kaoru gli metteva una mano dietro la nuca per non farlo spostare baciandolo molto più profondamente. A quel gesto l’altro gli circondò il corpo con le braccia, lo strinse forte e avvicinandosi ancora di più, infilò una gamba tra le sue, intanto la mano che Kaoru gli teneva sulla testa scese andando a posarsi sul suo bacino per tirarselo più vicino. Il fratello ebbe un brivido di piacere a quel contatto e come la sera prima sentì qualcosa smuoversi nel suo basso ventre, ma cercò di non dargli troppo peso spostando poi la propria mano sulle gambe dell’altro per carezzarle. Nel frattempo Kaoru continuava a baciarlo sulle labbra e sul collo soffermandosi a succhiare leggermente quest’ultimo e iniziando ad accarezzargli la schiena. A quel delicato contatto il gemello si sentì avvampare, quelle dita gli davano brividi di estasi e gli facevano il solletico allo stesso tempo, decise allora di farlo adagiare sulle spalle per introdurgli comodamente la mano nei pantaloni del pigiama e iniziarlo a sfiorarlo da sopra l’intimo. Kaoru lo lasciò fare ma quando sentì le sue dita farsi audaci sussultò.

“Hikaru…” balbettò.

Questi non disse nulla e riprese a baciarlo insinuando stavolta la mano dentro i boxer iniziando a toccarlo proprio tra le cosce e, vedendo che all’altro si mozzava il respiro e mugolava sommessamente stringendo il lenzuolo tra i pugni serrati, decise di continuare. Prese a massaggiarlo delicatamente, voleva fargli sperimentare lo stesso piacere che stava provando lui…anzi voleva amplificarlo al massimo. Kaoru strinse i denti, stava facendo esperienza di sensazioni nuove e così intense da stordirlo, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che un’emozione così bella non poteva essere sbagliata. Intanto anche il fratello iniziava a sentirsi affannato e, vedendo che l’altro non riusciva a stargli dietro con i baci, per lasciargli un po’ di respiro scese a sfiorargli il collo con la lingua dato che non poteva baciare il suo petto poiché ancora coperto dalla giacca del pigiama. Poi fermò il suo movimento, giusto il tempo necessario per abbassargli ulteriormente i pantaloni e, trovandosi più comodo, riprese a massaggiarlo ma stavolta aumentò un po’ il ritmo. Sentendolo però Kaoru poco dopo lo prese per le spalle e, ansimante, mormorò:

“Fermati…per favore”.

Hikaru udendolo si arrestò e chiese:

“Non ti piace?”.

“No…io…non è che non mi piace è che…stavo…” si bloccò troppo imbarazzato per continuare.

“Lasciati andare…” disse baciandolo e riprendendo a muoversi piano per rassicurarlo.

“Ma io…mi…vergogno” rispose senza riuscire a guardarlo in faccia.

Hikaru si intenerì.

“Ti confido un segreto…anche io” gli sussurrò all’orecchio stringendo la presa e riaumentando un po’ il ritmo.

Per il ragazzo il piacere era troppo, provò a resistere mordendosi le labbra ma non ce la fece e così venne tenendosi stretto al fratello. Questi sentì un gemito, poi la sua mano bagnarsi quindi lasciò la presa e restò a fissarla.

“Aaahhhh scusami, scusami” esclamò Kaoru imbarazzatissimo.

“Non devi sono stato io a volerlo….è bellissimo…tu sei bellissimo”.

“Si ma io ecco….” fece l’altro vergognoso.

Hikaru gli diede un bacio sulle labbra, tutto ciò era meraviglioso, il gemello non lo aveva lasciato e al contrario aveva ribadito di amarlo. Ora si sentiva più tranquillo. Con questi pensieri lo fissò negli occhi e alzandosi disse:

“Vado a sciacquarmi, torno subito”.

Una volta in bagno si lavò le mani e, guardandosi allo specchio, vedendo che aveva dei segni rossi sul collo arrossì lievemente, era stato meraviglioso. Continuò a contemplarli fino a che, abbassando leggermente lo sguardo, divenne completamente rosso nel notare i boxer rigonfi sul davanti.

Kaoru intanto si era sdraiato sul letto esausto e aveva affondato il viso nel cuscino, certo era stato bellissimo ma aveva provato molto imbarazzo, non era affatto a suo agio in quelle situazioni mentre Hikaru sembrava molto più tranquillo. Quest’ultimo in bagno stava cercando di darsi una calmata, non appena vi fu riuscito tornò in camera e, vedendo il gemello con la faccia nel cuscino, si avvicinò e sdraiandosi chiese:

“Tutto a posto?”.

“Si” mugolò con il volto ancora affondato nel guanciale e le mani premute sulla nuca.

Hikaru gli carezzò la schiena e poi i capelli.

“Sei sicuro?”.

“Mhhh” mugolò nuovamente.

L’altro sospirò, forse si era spinto troppo oltre…probabilmente era troppo presto per quello. Si accostò all’orecchio e gli sussurrò:

“Perdonami se non mi sono fermato quando me lo hai chiesto…”.

“Eh…no…io…no, non dire certe cose, è stato bellissimo….” disse alzando la testa e guardandolo negli occhi.

Hikaru sorrise e ne approfittò per baciarlo a stampo sulle labbra.

“Così va meglio” affermò malizioso.

“È che non so come comportarmi in certe situazioni, mentre tu mi sembri molto più sicuro di te…”.

“Non farti ingannare…anche io sono imbarazzato….solo che vedere la tua faccia prima…e sapere che quell’espressione era data dal piacere che io ti stavo procurando…beh è stato magnifico!”.

“Si, ma…” si bloccò non riuscendo a continuare, come poteva dire certe cose tranquillamente?

Il gemello vide il suo viso farsi bordeaux.

“Scusa più parlo e più peggioro le cose…mettiamoci a dormire” disse mettendosi giù.

“È che anche io vorrei fare qualcosa per te ma sono troppo imbarazzato” disse tutto d’un fiato stringendo i pugni.

Hikaru ci restò di stucco.

“Tu non devi fare nulla….avverrà quando te la sentirai…” rispose baciandolo sulle labbra “e poi…quello che mi hai fatto provare stasera è stato già molto…”.

“Mmhhh” mugolò seppellendosi sotto le coperte.

Il fratello vedendolo così e non sapendo più che altro dire per rassicurarlo, prese a fargli il solletico punzecchiandolo per un fianco, sperando che almeno quello servisse a spezzare l’imbarazzo che si era creato.

“Ah ah ah dai smettila lo sai che non resisto al solletico” rise l’altro iniziando a dimenarsi.

“No…non finché farai il broncio” disse ridendo a sua volta.

“Va bene mi arrendo, mi arrendo” esclamò con le lacrime agli occhi per il riso.

“Ecco! Missione compiuta” rispose abbracciandolo stretto.

“Mmhh, si!” sospirò Kaoru felice di trovarsi tra le sue braccia.

“Approfitta di stasera perché domani Kyoya mi uccide” gli disse sarcastico.

“Già, la prima cosa da fare domani è andare a chiedergli scusa. E tu vuoi cercare di essere meno impulsivo una volta tanto?” lo sgridò bonariamente.

“Ahhhh ma che ne potevo sapere io…” si lamentò. Aveva davvero paura “gli chiederai scusa per me?” domandò facendo gli occhioni.

“Lo faremo insieme, non sognarti nemmeno che ci vada da solo spacciandomi per te” protestò, lo conosceva fin troppo bene.

“E se mi uccide? Che farai senza di me, eh?”.

“Appunto per questo lo faremo insieme, e poi sai che Kyoya non lo farebbe mai…è troppo difficile coprire le tracce di un delitto” scherzò.

“Si, ma una mente come la sua ci riuscirebbe alla perfezione”.

“Non insistere, ho detto che lo faremo insieme…dai ora è tardi dormiamo o domani non ci arriveremo nemmeno a scuola” disse sdraiandosi.

“Va bene ma se mi uccide ricorda che ti ho amato ” replicò scoppiando a ridere.

“Umph, e smettila di fare il melodrammatico…mi sembri il Lord”.

Hikaru se la rise di gusto.

“Buonanotte” disse dandogli un bacio a stampo

“Buonanotte” rispose abbracciandolo più comodamente.

Non passò molto che i gemelli sprofondarono in un profondo sonno ricco di bellissimi sogni.

“Hikaru, Hikaru ma insomma ti vuoi svegliare?” disse Kaoru spazientito, dato che erano già cinque minuti che lo scrollava per la spalla “e dai muoviti non possiamo fare tardi proprio oggi, alzati per l’amor del cielo!”.

“Lasciami dormire…non voglio venirci oggi a scuola” protestò raggomitolandosi tra le lenzuola.

“NO! Non se ne parla, oggi dobbiamo andarci per forza. Devi scusarti con Kyoya non puoi rimandare, lo sai che altrimenti sarà soltanto peggio, sarà già abbastanza furioso così…” disse strappandogli le coperte di dosso.

“Ma io ho paura…” piagnucolò “sei cattivo, mi vuoi mandare tra le fauci del leone…e se mi uccidesse? Ci hai pensato? Chi ti bacerebbe la sera?”.

“Che esagerato che sei, ti ho già detto che stai iniziando ad assomigliare al Lord? Muoviti, sai benissimo che non farebbe mai una cosa simile, al massimo ti sgriderà ben bene” rispose e saltò giù dal letto tirandolo per una gamba.

Hikaru lo guardò male tuttavia scese e si diresse in bagno, dove una volta svestito, fece una veloce doccia durante la quale non poté fare a meno di pensare a quanto era accaduto la sera precedente e avvampare. Appena ebbe finito si portò un asciugamano alla vita e tornò in camera per vestirsi.

Kaoru si era già lavato dato che si era svegliato prima e stava finendo di allacciarsi la camicia quando il fratello entrò e rimasero un istante a fissarsi, consapevoli che i pensieri di entrambi erano volati a quello che era successo tra loro. Kaoru si fece rosso, si girò e continuò ad abbottonarsi anche se ora con le mani che gli tremavano non era più un compito molto semplice e per dissimulare l’imbarazzo disse:

“Sbrigati o non faremo in tempo a fare colazione”.

“Si…” rispose Hikaru che aveva notato la sua voce tremante. Prese la divisa e una volta messa gli andò vicino, lo abbracciò da dietro, gli diede un bacio sulla guancia e sorridendo gli

disse “lumaca…”.

“Io eh? Senti chi parla…” lo prese in giro e gli strinse forte le mani, in un attimo tutto l’imbarazzo si era dissolto.

Hikaru approfittò della stretta per avvicinarlo ulteriormente e dargli un veloce bacio a stampo.

“Si tu…che ti sei alzato prima e hai finito dopo di me…” ma non gli diede tempo di replicare che se lo trascinò letteralmente dietro iniziando a correre.

Kaoru si mise a ridere mentre volava giù per le scale col fratello, si sentiva bene e nemmeno la prospettiva di doversi scusare con Kyoya riusciva a deprimerlo! I due fecero colazione in fretta e riuscirono ad arrivare in orario a scuola.

“Dai abbiamo dieci minuti prima che inizino le lezioni andiamo subito da lui” disse Kaoru.

“Non possiamo farlo dopo scusa?”.

“No meglio subito, almeno ci leviamo il pensiero, su!” e lo prese per mano dirigendosi verso la 2A incontrando il ragazzo proprio nel corridoio.

“Kyoya…ah…emh buongiorno” lo salutò Kaoru.

Questi si fermò dove si trovava e li squadrò, dopo di che affermò:

“Buongiorno? Non direi proprio!”.

Hikaru a quella risposta si nascose dietro le spalle del gemello, il vice-presidente era l’unico a riuscire ad incutergli veramente paura.

“E vieni fuori non fare il codardo…” bisbigliò Kaoru.

“Ma non hai visto che sguardo?” .

“Si, ma dato che la colpa è tua perchè agisci senza riflettere, ora affronti le conseguenze, e non ti preoccupare non mi muovo sto qui con te! “.

“Beh? Avete finito di bisbigliare voi due? Avete qualcosa da dirmi o no?” disse l’altro spazientito.

A quel punto Hikaru uscì da dietro la schiena del fratello e mormorò:

“Si volevo scusarmi per quanto è avvenuto stanotte…ho perso il controllo…e questo mi ha portato ad agire senza riflettere”.

“Bene, spero che una cosa del genere non si ripeta più…non preoccuparti siamo intesi? A più tardi ragazzi” rispose e se ne andò in classe sorridendo.

“Sbaglio…o non ha detto nulla?” chiese Hikaru guardando il gemello incredulo.

“Già, forse l’ha presa meglio del previsto! Dai andiamo anche noi” rispose ‹‹chissà cos’ha in mente›› pensò mentre camminava al suo fianco.

La mattinata trascorse tranquilla e dopo la fine delle lezioni, come sempre, si ritrovarono tutti all’host club.

“Salve ragazzi” esultò Tamaki col suo solito sorriso abbagliante.

“Ciao…” risposero gli altri all’unisono.

“Indovinate un po’ cosa succede oggi?!”.

Tutti lo guardarono con uno sguardo preoccupato.

“Kyoya ha deciso di far fare un giro alle nostre principesse…”.

“Come un giro?” esclamarono gli altri simultaneamente.

“Si per oggi avevo organizzato una visita al museo d’arte contemporanea e avrei dovuto guidare io le ragazze…ma siccome stanotte non ho riposato bene, ora mi sento molto stanco quindi ho pensato che Hikaru potrebbe essere un ottimo sostituto! Mi raccomando dovrai essere un bravissimo cicerone con tutte le nostre ragazze, eh?” disse questi sorridendo e sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Cosa?” esclamò Hikaru sbalordito.

“Qualche problema forse?”.

“No, no, chi io? Figurati….sarà una bellissima giornata!” rispose sentendosi fulminare dal suo sguardo.

“Immaginavo che saresti stato entusiasta dell’idea! Devo avvertirti …a questo giro parteciperanno tutte le nostre clienti e tu sarai l’unico accompagnatore, mi raccomando! Giù nel cortile ci sono delle macchine già pronte che vi porteranno a destinazione, buon divertimento!” gli spiegò Kyoya con un enorme sorriso.

Kaoru, nel frattempo, guardava dispiaciuto il fratello ‹‹poverino, Kyoya è stato veramente cattivo, da solo con tutte quelle ragazze…›› pensò.

‹‹Lo sapevo che me l’avrebbe fatta pagare in un modo o nell’altro…›› si disse Hikaru che a malincuore si diresse verso l’uscita.

Arrivato in cortile tutte le ragazze lo accolsero calorosamente e, dopo qualche frase di rito, salirono sulle auto dirigendosi al museo dove il giovane dovette stare dietro ad ognuna di loro rispondendo alle numerose domande come meglio poteva, visto che non si era minimamente preparato a quell’uscita. Per sua fortuna era un appassionato d’arte e le sue nozioni in quel campo non erano certo indifferenti ma lo fecero correre a destra e a sinistra, ognuna voleva la sua attenzione e ovviamente faceva di tutto per ottenerla. Finita la visita alla chiusura del museo non vollero saperne di lasciarlo andare via ed infatti lo costrinsero ad andare in un locale lì vicino a bere qualcosa. Il ragazzo riuscì a liberarsi, o forse sarebbe stato più corretto dire dileguarsi, solo dopo le nove e, chiamato un taxi, tornò a casa letteralmente a pezzi. Kaoru intanto aveva cenato da solo dato che i genitori erano partiti per un viaggio d’affari in Italia, ma era comunque un’abitudine che non rincasassero frequentemente per via di qualche serata di lavoro o di gala. Sdraiato sul divano con la TV accesa, in realtà fissava l’orologio chiedendosi quando l’altro sarebbe tornato e come se la stesse cavando. Hikaru finalmente arrivato alla porta la aprì e stanco morto disse solo un flebile:

“Sono a casa…”.

Il gemello, a quelle parole, balzò giù dal divano correndo verso l’ingresso per accoglierlo e non appena lo vide si slanciò ad abbracciarlo.

“Finalmente! ” esclamò.

Hikaru tra le sue braccia si sentì subito meglio.

“Ti sono mancato?”.

“Si! E poi ero preoccupato per te, come te la sei cavata? Perchè sei stato fuori fino ad adesso? Hai mangiato?” chiese frenetico.

“È stato terribile…mi hanno trascinato per tutto l’edificio chiedendomi cose assurde…poi una volta finito il giro al museo mi hanno costrette ad andare in un locale. No non ho cenato, ma non ho fame…voglio solo coricarmi sono stanco morto…”.

“Poverino, che ne dici se prima ti preparo un bel bagno rilassante?” chiese mentre salivano le scale.

L’altro annuì grato, gli avrebbe fatto sicuramente bene!

“Allora vado a preparartelo, tu intanto spogliati” disse e si diresse verso il bagno dove riempì la vasca d’acqua calda e aggiunse del bagnoschiuma al profumo di arancio e zenzero ‹‹ecco qui, così si rilasserà e poi dormirà meglio›› si disse mentre il fratello entrava in bagno “è pronto, ti aspetto in camera” e nel dirlo si diresse verso la porta.

“Mhh che buon profumino….d’accordo grazie” rispose Hikaru, era solo in boxer e appena il gemello uscì si tolse anche quelli e si accinse ad entrare nella vasca. Non appena fu completamente immerso lanciò un sospiro di beatitudine, era stata davvero una giornata frenetica, poi rifletté su come lo aveva accolto il fratello ‹‹allora ti sono mancato eh…›› pensò soddisfatto.

Restò nell’acqua per molto tempo, anzi troppo dato che la stanchezza e il vapore caldo erano talmente forti che pian piano iniziò a perdere lucidità e ad abbandonarsi al sonno. Kaoru in camera si mise il pigiama e si accoccolò sul divanetto a leggere aspettando che l’altro finisse ma dopo un bel po’ alzò gli occhi dal libro e guardando l’orologio sul comodino, notò che era passata quasi un’ora.

‹‹ Ma che starà combinando? Meglio che vada a vedere›› pensò e si diresse in bagno. Una volta entrato notando che l’altro si era appisolato con la testa appoggiata al bordo della vasca, gli andò vicino e scuotendolo delicatamente per una spalla mormorò “Hikaru, svegliati vieni a letto a dormire, dai”.

Questi sobbalzò:

“Cosa? Ah si…” disse assonnato. Poi fece per alzarsi ma era debolissimo “passami l’asciugamano per favore…”.

Kaoru notando che faceva fatica a reggersi in piedi, afferrò quanto chiesto, ce lo avvolse e lo prese in braccio.

“Grazie…” mormorò il fratello.

“Di nulla” rispose camminando.

Una volta in camera lo depose sul letto, lo asciugò e dopo averlo aiutato a infilare il pigiama lo fece mettere sotto le coperte.

“Vieni a fianco a me voglio coccolarti un po’…” disse Hikaru.

“Ma se crolli dal sonno…” lo prese in giro sdraiandosi vicino a lui.

“Non è vero!”.

“Ah no? Allora ero io quello che si è addormentato nella vasca?” ridacchiò abbracciandolo.

Hikaru non disse nulla ma, prendendosela, si girò dall’altra parte. Gli era mancato moltissimo e voleva davvero coccolarlo anche se era stanchissimo.

“Ehy ma dai, perchè ti sei girato? Ti sarai mica offeso? Ma stavo scherzando!” disse Kaoru che lo abbracciò nuovamente facendo aderire il proprio torace alla sua schiena.

“Si sono offeso e allora?” rispose beffardo.

“Mmhhh , se te la prendi e non ti rigiri come faccio io a farti le coccole, eh?” sorrise.

“Troverai di sicuro qualcosa…” disse malizioso.

Kaoru allora lo strinse più forte e iniziò a dargli dei piccoli bacetti sul collo. A quel contatto Hikaru trasalì, quei baci gli creavano dei piccoli brividi di piacere e dopo poco non resistette più e si voltò accusandolo:

“Giochi sporco…” e nel dirlo iniziò anche lui a posargli le labbra sul collo.

“Beh dovevo pur farti girare in qualche modo, no?” disse sorridendo e fremendo per quei baci.

Hikaru prese ad accarezzargli la schiena, era felice di essere finalmente lì con lui. Poi riportò le mani avanti, iniziando a carezzargli il petto prima da sopra la maglietta e successivamente intrufolandole sotto toccando così la sua calda pelle. Kaoru si sentiva bene, ma non appena il fratello gli infilò le mani sotto la giacca del pigiama si irrigidì leggermente, ma non volendolo preoccupare provò a fare finta di niente e cercò la sua bocca. Hikaru, non accorgendosi di nulla, continuò ad accarezzarlo scendendo fino all’inguine ma quando vi arrivò, si arrestò. Improvvisamente si era ricordato della reazione della sera precedente, non voleva forzarlo e così decise che non avrebbe fatto alcunché fino a che non fosse stato il fratello a fargli capire che era pronto. Fece risalire allora la mano, che gli portò dietro la schiena riprendendo ad accarezzarla.

Kaoru tirò un sospiro di sollievo dentro di sé quando sentì il braccio risalire, quello che era accaduto la sera precedente era stato certamente bellissimo ma lui non se la sentiva di ripetere la cosa, era molto imbarazzato e impaurito da questo aspetto della loro relazione. Hikaru lo sentì rilassarsi e capì di aver fatto la cosa giusta, continuò allora a coccolarlo per un po’ finché sfinito non appoggiò la testa al suo petto dicendo:

“Credo che non resisterò ancora per molto…”.

“Dormi, ne hai bisogno e anch’io. Ultimamente le nostre notti sono state un po’ agitate” disse passandogli una mano tra i capelli serici.

“Gia…ma a me piace passarle in questo modo…” rispose malizioso.

“Lo vedo, ora dormiamo però” disse e si allungò per spegnere la luce, poi riabbracciò il fratello e dandogli un bacio sulla guancia disse “buonanotte” .

“Notte” rispose il gemello dandoglielo sulle labbra dopo di che si addormentò e l’altro seguì immediatamente il suo esempio, anche lui era esausto.