Gelosia – parte 1

Il primo premio

Hikaru si alzò barcollando e tutte le ragazze lo guardarono speranzose, Minami compresa.

‹‹Non importa chi sceglierà, mi basta che sia qui, ancora vivo…mentre guardavo la gara sentivo che sarei morto se gli fosse successo qualcosa… L’importante è che stia bene, del resto non m’importa›› pensò Kaoru guardando l’adorato fratello con ancora le lacrime agli occhi.

Hikaru diede un’occhiata al gemello e con un sorriso disse:

“Ebbene… Nonostante l’host club sia pieno di adorabili fanciulle, io non potrei mai scegliere tra una di loro, ed è per questo che intendo trascorrere tutta la serata e l’intera giornata di domani con la persona per me più importante, colei per la quale ho vinto questa sfida… Mio fratello Kaoru!” e nel dirlo gli si avvicinò e lo abbracciò dandogli un bacio sulla guancia.

Quelle parole ebbero come risultato che tutte le ragazze urlarono eccitate per la toccante scena a cui avevano appena assistito, mentre i membri dell’host club tirarono un sospiro di sollievo.

“Hikaru…” balbettò Kaoru completamente scioccato dalla dichiarazione del gemello.

“Beh credo sia ora di rientrare, si sta facendo tardi” intervenne tempestivo Kyoya.

E così le clienti fecero ritorno all’hotel mentre i ragazzi alla villa. Hikaru per tutto il tempo era stato sorretto dal fratello che non lo aveva voluto lasciare solo un secondo. Una volta in casa lo fecero accomodare sul divano con la gamba stesa, Mori si offrì anche di cambiargli la fasciatura, ma lui disse di non averne bisogno e che lo avrebbe fatto dopo una volta tornato in camera. In realtà non voleva far vedere agli altri in che razza di modo fosse conciato il suo ginocchio. Tutti si accomodarono sui divani e le poltrone lì intorno, avevano molto di cui parlare e il primo a farlo fu Honey che chiese in modo angelico:

“Kyoya ma come ti è venuto in mente di piazzare delle telecamere senza dircelo?”.

“Vedi, l’atteggiamento di Akane mi aveva indispettito sin dalla prima volta al club quando baciò Kaoru, così ho fatto delle ricerche su di lei e da ciò che ne è uscito ho dedotto quali fossero le sue vere intenzioni. Ero sicuro che sarebbe arrivata a commettere delle scorrettezze pur di vincere, per questo ho piazzato le telecamere…per poterla smascherare di fronte a tutti. Era quello che si meritava visto come cercava di manipolare Kaoru… Certo noi siamo degli host ma non per questo qualche ragazza deve permettersi di trattarci come giocattoli” rispose questi con calma.

“Un piano degno di te” disse Haruhi.

“Si mi fa davvero paura…” confermò Tamaki nascondendosi dietro di lei.

“Beh si, ma queste sono cose a cui dovresti pensare tu visto che sei il presidente, no?” affermò gelida lei e tutti risero nel vedere la reazione di Tamaki che aveva iniziato a frignare per essere stato sgridato dalla sua adorata bambina.

“Comunque sia è andata bene così anche se tu, Hikaru, hai rischiato davvero troppo!” disse Kaoru guardandolo.

“Non potevo certo permettere che quella vipera si approfittasse di te no? E siccome tu non sei in grado di difenderti da solo ci devo pensare io…”.

“Guarda che non ho bisogno della balia, me la so cavare benissimo anche da me” replicò l’altro.

“Si, si è visto…” ridacchiò in risposta.

“Che vuoi dire?” chiese indispettito.

“Su ragazzi non ricominciate…” li interruppe Haruhi.

“Hai ragione…e poi sono stanco… Kaoru accompagnami in camera…” era ora di riscuotere il suo premio, in fondo se lo era sudato.

“Mhh va bene” assentì questi frenando l’irritazione che sentiva montargli dentro e andando verso di lui per aiutarlo.

Hikaru gli si aggrappò letteralmente, l’effetto della pomata stava svanendo e il ginocchio gli faceva un male tremendo. Ci misero dieci minuti solo per salire in camera e, quando finalmente furono arrivati, prima si fece aiutare a svestirsi poi una volta in biancheria si adagiò sul letto.

“Ahi!” mugolo quando il fratello gli alzò la gamba.

“Ma cosa hai combinato! Sei stato un pazzo a gareggiare con il ginocchio in questo stato, guarda com’è gonfio! Potevi rovinarti per sempre e tutto questo per cosa poi? Per non darla vinta a una sgualdrinella?” lo rimproverò Kaoru preoccupato e arrabbiato.

“E io che ho gareggiato per te…bel ringraziamento…” mugugnò a denti stretti trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire per il dolore.

“Si ma guarda come ti sei ridotto…e se ti fossi fatto veramente male nella gara? Se quella fosse riuscita a farti cadere tu…ora…non capisci che non me lo sarei mai perdonato?” disse esasperato.

“E tu non capisci che per te sarei disposto a tutto?”.

“E tu non credi che lo sarei anch’io? Avrei anche passato una giornata con quella pur di non vederti in queste condizioni!” gridò.

“No! Piuttosto mi sarei spaccato un ginocchio!” ribatté.

“E perchè? Eri preoccupato che potesse succedere qualcosa tra noi? Ti ricordo che per farlo bisogna essere in due a volerlo!” disse fissandolo negli occhi.

“Sei davvero uno scemo quando ti ci metti, lo sai?” rispose e, senza aggiungere altro lo scansò cercando di alzarsi per andare a prendere le bende.

“Io scemo? E stai fermo, non devi muoverti o peggiorerai solo. Se ti serve qualcosa dimmelo che ci penso io!”.

“Lascia stare…” borbottò mogio.

“Va bene stai buono qui mentre vado a prendere qualcosa per medicarti” disse e uscì dalla stanza.

Hikaru aspettò il ritorno del fratello. Sapeva che avrebbero litigato ma sperava di riuscire a fare pace in fretta, in fondo che aveva fatto di male lui? Nulla.

Kaoru, nel frattempo, tornò con l’occorrente. Si diresse in bagno, riempì una bacinella d’acqua e, tornato in camera, si abbassò dinanzi al gemello. Con una spugnetta gli deterse con delicatezza la gamba, applicò dell’altra pomata, fece una fasciatura e gli diede una pasticca e un bicchiere d’acqua con cui mandarla giù.

“Tieni è un antinfiammatorio, ti farà bene, se vuoi lavarti dimmelo che ti faccio delle spugnature non è proprio il caso di fare una doccia visto che non puoi stare in piedi” disse.

“Quanto sei premuroso… No voglio solo che, come d’accordo, tu stia con me” mormorò facendogli segno con la mano di sedersi al suo fianco.

“Beh non serve certo un accordo per farci stare insieme, o no?” chiese Kaoru andandogli vicino e facendogli una carezza sulla guancia.

“Tu dici? Eppure ultimamente ho come l’impressione che mi eviti…”.

“Ma no, che dici? Solamente voglio che tu sia libero di fare quello che desideri realmente, non voglio che la mia presenza ti sia d’intralcio” rispose mettendosi a sedere un po’ più distante.

“Come puoi pensare certe cose? Mi pare di essere stato chiaro nel dirti che non voglio starti lontano…o sei forse tu a non volermi più tra i piedi?”.

“Certo che no!” esclamò l’altro sorpreso “solo che volevo fossi tu ad esserne sicuro e come potevi esserlo se ti stavo sempre appiccicato?…Ecco ho pensato questo…” mormorò guardandosi i piedi imbarazzato.

Hikaru si avvicinò ancora e, spostandosi con il busto verso di lui, gli prese il viso tra le mani e gli diede un bacio sulle labbra aspettando di vedere la sua reazione che non tardò ad arrivare. Infatti, a quel gesto, inizialmente Kaoru rimase piuttosto spiazzato senza sapere che fare, ma poi sentendo che le calde labbra del fratello si muovevano sulle sue ricambiò così che l’altro, vedendo che il gemello non opponeva resistenza, decise di spingersi leggermente oltre ed iniziò ad accarezzargli i morbidi capelli. Kaoru, a quei dolci tocchi, sentì la testa iniziare a girargli leggermente ma stavolta non era certo per qualche malessere… poi avvertendo che gli accarezzava i capelli gli mise un braccio intorno al collo e lo trasse più vicino a sé. Hikaru fu felice che il fratello non lo avesse scostato, ma voleva essere sicuro che lo volesse senza nessun fraintendimento così si staccò appena e, poggiando la fronte sulla sua, a fior di labbra gli sussurrò:

“Hai detto che certe cose vanno fatte in due…quindi, dato che non mi respingi, vuol dire che lo vuoi anche tu?”.

“M-ma che dici?” chiese Kaoru imbarazzato.

Hikaru sorrise e, guardandolo maliziosamente, dopo averlo afferrato per la maglia si lasciò cadere all’indietro portandoselo appresso.

“Solo che non mi stai fermando, ecco cosa dico” rispose.

Kaoru, ritrovatosi in un secondo sopra al gemello, appoggiò una mano sul materasso e una sul suo torace nudo.

“No infatti!” affermò sempre più imbarazzato ma deciso a non arrestarsi.

Hikaru riprese a baciarlo facendo aderire i loro petti e prendendo ad accarezzargli la schiena, finalmente aveva un contatto col fratello e non se lo sarebbe certo lasciato sfuggire tanto facilmente! Quindi riprese ad insinuare dolcemente la lingua nella sua bocca per gustarsi ogni attimo di quel tenero bacio. Kaoru rimase senza fiato quando sentì la lingua dell’altro cercare la propria, ma fu una sensazione meravigliosa che lo travolse e mentre se ne beava iniziò a passargli una mano tra i capelli. Hikaru continuò, ora le sue mani erano scese a cercare l’orlo della maglietta del fratello e quando lo trovarono gliela alzò carezzandogli la pelle liscia e morbida della schiena. Erano così presi l’uno dall’altro che scattarono quando sentirono bussare alla porta.

“Chi- chi è?” domandarono in coro, cercando di trattenere il fiatone provocato da quello che stavano facendo e lo spavento.

“Ragazzi sono Tamaki, volevo sapere come sta Hikaru, posso entrare?”.

“Emh si un attimo solo” rispose Kaoru abbassandosi la maglia e facendo mettere l’altro sotto le coperte “entra”.

“Tutto bene? Domani era prevista una gita, ma vista la situazione abbiamo deciso di annullare il tutto e di rientrare prima, volevo sapere se eravate d’accordo…”.

“Si credo sia la cosa migliore, così posso portare Hikaru dal dottore per fargli dare un’occhiata alla gamba se non dovesse migliorare” rispose Kaoru estremamente sollevato al pensiero di tornare a casa.

“Cosa? Non voglio andare dal dottore!” protestò il fratello a quelle parole.

“Se il ginocchio stanotte non si sgonfia ci devi andare, vorrai mica rischiare dei danni permanenti no?” gli rispose ben deciso a non transigere su quel punto.

Hikaru incrociò le mani sul petto e mise il broncio. Odiava i medici.

“Ti ringrazio per la gentilezza Tamaki. Ah a proposito…non è che potresti far portare la cena in camera per Hikaru? Sai non vorrei che si alzasse e sforzasse il ginocchio” chiese Kaoru senza badare al gemello.

“Ma certo, chiederò che vi siano servite le migliori pietanze” rispose uscendo.

Poco dopo, come promesso, portarono una cena degna di un re, con tanto di vassoi d’argento.

“Il Lord deve sempre esagerare…” dichiarò Hikaru mettendosi una mano sulla fronte.

“Eh si, altrimenti non sarebbe lui! Ora da bravo mangia” lo incitò Kaoru sorridendo.

“Non ho fame di cibo…” fece l’altro malizioso.

“E cosa vuoi allora? Guarda che devi mangiare, con tutti gli sforzi che hai fatto oggi devi riacquistare un po’ di energie” disse Kaoru leggermente confuso.

“Non riesci proprio ad immaginare di cosa ho voglia?”.

“Emh…no, altrimenti non te l’avrei chiesto”.

Hikaru sospirò, prese le bacchette e iniziò a mangiare pensando che il gemello avesse ancora molto da imparare su certe cose. Questi, dal canto suo, lo guardò un attimo perplesso, poi vedendo che non gli rispondeva iniziò a mangiare anche lui…era tutto squisito!

“Sono davvero sazio…” esclamò Hikaru al termine del pasto porgendo il piatto al fratello.

“Si anch’io” disse l’altro poggiando i piatti vuoti sul vassoio per poi stendersi sul letto massaggiandosi la pancia “eh si, non mi entrerebbe più nemmeno uno spillo!”.

“Davvero?” sorrise Hikaru carezzandogliela “eh si…è proprio piena” confermò scoppiando a ridere.

“Ehy guarda che anche la tua lo è!” rispose Kaoru dandogli un buffetto sulla testa e mettendosi a ridere anche lui.

“Già…vieni più vicino che io non posso muovermi” gli disse.

Kaoru si avvicinò e si stese al suo fianco poggiando le spalle contro la testiera del letto e incrociando le braccia dietro la testa così che Hikaru, a quel punto, poggiò la fronte al suo petto e sussurrò:

“Mi spiace di averti fatto preoccupare oggi…”.

“Oh basta non parliamone più ti prego, se ripenso allo spavento che ho preso mi sento di nuovo morire” rispose abbracciandolo.

Hikaru, felice, si lasciò stringere e alzò il viso dandogli un veloce bacio a stampo sulle labbra.

“D’accordo” e nel dirlo si riappoggiò a lui chiudendo gli occhi, poi dato che la giornata era stata molto faticosa, nel giro di pochi minuti si assopì.

Kaoru stette un bel pezzo a contemplarlo, aveva avuto una tale paura di perderlo quel giorno…poi sistemò per bene le coperte, spense le luci e si addormentò tenendolo stretto.

Il mattino seguente Hikaru si svegliò felice poiché era ancora tra le braccia del fratello ma con un fortissimo dolore al ginocchio. Cercò di alzarsi senza fare troppo rumore ma non ci riuscì, infatti Kaoru che stava ancora dormendo beatamente al suo fianco, si svegliò sentendo qualcosa che si dimenava nel letto. Aprì gli occhi e vedendo che era il gemello biascicò:

“Cosa c’è? Stai male?”.

“Scusa non volevo svegliarti…no, no, figurati…volevo solo andare in bagno…” mentì per non farlo preoccupare.

“Allora ti aiuto, sicuro che non sia il ginocchio?” chiese ormai perfettamente sveglio e lucido.

“Non ce n’è bisogno…resta a letto” rispose, voleva vedere se si fosse ulteriormente gonfiato e, se così fosse stato, il fratello gli avrebbe sicuramente fatto una ramanzina quindi voleva andare da solo.

“Ma sei matto? Ieri non riuscivi a stare in piedi e oggi vuoi arrivare fino al bagno da solo!? Poche storie ti accompagno!” replicò Kaoru leggermente stizzito.

“D’accordo…” rispose tranquillo e, poiché aveva una carta di riserva, si fece accompagnare poi una volta giunti dentro disse “beh ora puoi andare…”.

“Non mi sento affatto sicuro a lasciarti, e se perdessi l’equilibrio e cadessi? No, mi spiace, non posso… non dopo quello che ho patito ieri nel vederti gareggiare mentre io ero lì impotente, a poter solo pregare che non ti succedesse nulla” replicò affannato torcendosi le mani.

“Ma come posso cadere se sono seduto sulla tazza…avanti non rompere esci…mi vergogno!” quasi urlò sperando che stavolta gli desse retta.

“Mmhh…va bene però sto qui dietro la porta” disse ansioso e uscì.

Hikaru sospirò, ora che il fratello finalmente lo aveva lasciato solo poteva vedere in che stato fosse il ginocchio. Dopo aver abbassato la tavoletta si sedette, appoggiò la gamba a terra e sciolse la fasciatura. Quando l’ebbe tolta tutta vide con orrore che al posto del ginocchio aveva una vera e propria palla nera, lo toccò e a stento trattenne un urlo di dolore. Quella maledetta Akane, con quello sgambetto aveva solo peggiorato la situazione.

‹‹Beh poteva andarmi peggio…potevo anche rompermelo in effetti…›› pensò sarcastico.

A fatica si alzò per prendere la crema dall’armadietto sopra al lavandino così che, una volta messa, se lo sarebbe potuto rifasciare e tornare dal fratello dato che non gli era certo sfuggita la sua espressione preoccupata ma non fece in tempo a finire il pensiero che, all’improvviso, la porta del bagno si spalancò facendo entrare un Kaoru agitato.

“Lo sapevo che non volevi farmi vedere il ginocchio!” esclamò “siediti che ti medico io, che scemo a voler fare tutto da solo!”.

L’altro restò di sasso ma obbedì, quando però il gemello iniziò a mettergli la pomata non riuscì a trattenere le lacrime per il dolore.

“Scusami, sto cercando di essere il più delicato possibile. Dopo colazione prendi un’altra pasticca di antinfiammatorio e appena arriviamo a casa andiamo dal medico a farlo vedere ok? Non voglio sentire proteste, non possiamo mica rischiare qualche danno più serio no?” disse Kaoru dolce ma fermo. Poi finì di spalmargli la crema e gli cambiò la fasciatura “vuoi tornare a stenderti? Chiedo di portarti la colazione in camera ok?”.

“Va bene…” rispose Hikaru asciugandosi le guance “si accompagnami a letto…” poi quando si fu seduto sibilò “però non lasciarmi solo…resta qui accanto ti prego”.

“No, certo che non ti lascio, sono qui!” disse stendendosi accanto a lui e abbracciandolo “che c’è? Hai paura?”.

“Un po’… Akane potrebbe essere ancora in giro” rispose arrabbiato e stringendolo.

“E sai chi se ne frega di quella? Può tramare quanto vuole ma nulla al mondo riuscirà a cambiare quello che io provo per te” affermò dolcemente guardandolo negli occhi.

“E cosa provi?” lo stuzzicò.

“Sei e sarai sempre la persona più importante della mia vita, lo sai bene!”.

“Già…” e gli diede un bacio sulla guancia, non era la risposta in cui sperava ma decise di farsela bastare.

Tuttavia Kaoru quella mattina non aveva intenzione di accontentarsi di così poco e prendendogli il viso tra le mani lo baciò sulla bocca lasciando un Hikaru letteralmente spiazzato.

‹‹Che voglia continuare quello che abbiamo interrotto ieri sera?›› pensò quest’ultimo, e così pian piano iniziò a muovere le sue labbra con dolcezza chiudendo gli occhi e assaporandosi quel bellissimo momento, ma come la volta prima furono interrotti da qualcuno che batteva alla porta.

“Chi è?” domandarono all’unisono.

“Sono Honey…la vostra macchina è arrivata”.

” Oh grazie…scendiamo subito” risposero.

“Dai sbrighiamoci, ti aiuto a vestirti” disse Kaoru.

Dopo aver aiutato il fratello, chiuse le valigie e aiutato da Mori le portò giù mentre Kyoya e Tamaki sostenevano Hikaru che scendeva le scale scortandolo fino all’auto.

“Bene ragazzi allora ci vediamo tra qualche giorno a scuola…”.

“Perché tra qualche giorno?” chiese candidamente Honey.

“Bhè…immagino che Hikaru non verrà certo conciato in questo modo e Kaoru non lo lascerà mai da solo…quindi….buon viaggio ” rispose il lord con un sorriso smagliante.

“Ben detto, allora ci vediamo tutti tra qualche giorno, ciao!” esclamò Kaoru allegro e dopo aver aiutato il gemello a salire in macchina vi si accomodò anche lui. Non appena partirono tirò un sospiro di sollievo, non vedeva l’ora di tornare a casa!

“Sei comodo?” chiese.

“Si…” rispose l’altro accoccolandosi sul suo petto.

“Bene, allora riposati un po’, sarai ancora stanco per ieri immagino” disse abbracciandolo.

“Grazie…si…un po’…” e non fece in tempo a dirlo che si addormentò.

Il viaggio continuò senza alcun intoppo e per ora di pranzo i due ragazzi erano già arrivati a casa dove, una volta giunti, il maggiordomo aiutò Kaoru a portare il fratello in camera e poi gli servì un pranzo leggero.

“Ho chiamato il dottore prima, ha detto di andare da lui oggi pomeriggio, quindi poco dopo mangiato usciamo. Ho sentito anche mamma e papà, volevano tornare subito dal loro viaggio d’affari ma gli ho detto di stare tranquilli e che ci pensavo io a te” disse Kaoru strizzando l’occhio.

“Grazie…chi se li sarebbe sentiti altrimenti? Soprattutto mamma che è super apprensiva” sorrise “ma non voglio andare dal medico però…” mugolò sconsolato.

“Non fare il piagnucolone, ci andiamo su questo non si discute minimamente” disse l’altro deciso iniziando a mangiare.

Hikaru sapeva che era inutile controbattere, così appena finì il pranzo si fece aiutare ad alzarsi e si diressero allo studio medico. Il dottore lo visitò accuratamente e gli fece anche una lastra per sicurezza. Alla fine li rassicurò dicendo loro che non era nulla di grave, solo una leggera distorsione, sarebbero bastati qualche giorno di riposo e delle compresse di antinfiammatorio per guarire del tutto. I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo a quelle parole e tornarono a casa molto più sereni.

“Non stavi mentendo stamattina vero? Resti a casa con me questi giorni?” domandò Hikaru appena entrati.

“Certo, se ti lasciassi da solo faresti impazzire il maggiordomo” sghignazzò l’altro.

Hikaru scoppiò in una risata. Finalmente aveva il fratello tutto per sé! In fondo era quasi contento di essersi fatto male.

“D’accordo allora se la metti così l’unico a cui darò filo da torcere sarai tu…”.

“Va bene, tanto io ci sono abituato!” disse felice scompigliandogli i capelli.

“Che vorresti dire?” chiese mettendo il broncio.

“Che ti conosco e sono abituato ai tuoi capricci” rispose con una linguaccia.

“Ah si, eh ?” e lo spinse sul divano per poi sedersi piano accanto a lui.

“Allora preparati perché sarò insopportabile”.

“Va bene, non vedo l’ora” rise stringendolo.

“Mhh allora comincio subito…accompagnami in camera…”.

“Si, andiamo” disse, poi lo abbracciò per sostenerlo mentre camminava e lo portò fino al letto.

“E ora scegli un bel film…”.

“Che ne dici di ‹Intervista col vampiro›?”.

“Ottima idea…” rispose ghignando.

Kaoru mise il dvd nel lettore e poi si andò a sdraiare vicino al fratello per gustarsi quel film che entrambi adoravano. Prima di sedersi, Hikaru gli aveva fatto chiudere la finestra e, una volta accomodato, gli si era messo a fianco poggiando la testa sulla sua spalla. A metà filmato però decise di stuzzicarlo e alzando la testa iniziò a dargli bacetti sul collo che presto si trasformarono in veri e propri morsetti.

“Ehy che fai? Mi vuoi mordere anche tu? Mica sei un vampiro!” lo prese in giro Kaoru.

“Ah no? E chi lo dice…” rispose continuando.

“Ah beh, non mi sembrava proprio che lo fossi…dai mi fai il solletico” ridacchiò.

“Ed invece si…” replicò continuando ancora per provocarlo maggiormente, gli piaceva troppo quel gioco.

Kaoru iniziò ad agitarsi, quello non era più uno scherzetto…non riusciva però ad allontanare il fratello che sentendolo lo stuzzicò ulteriormente:

“Ti stai agitando?”.

“Ne ho motivo?” domandò serio.

“Non lo so…” sussurrò sensuale mordendolo più intensamente sulla spalla.

“Eeehhhhh!? Che vuoi dire?” chiese irrigidendosi e cercando di allontanarsi un po’.

“Solo che sei in imbarazzo…” rispose guardandolo negli occhi e sorridendo maliziosamente.

“Questo lo so anche da me, non mi serve che me lo dica tu”.

“Ora ti domando… Perché?”.

“Perchè cosa?”.

“Perché sei in imbarazzo stupido!” disse Hikaru staccandosi.

“Aaahhh…beh…mmhhh….ecco io non so, scusa” rispose Kaoru diventato ora completamente rosso.

‹‹Ma quanto sei scemo…›› pensò l’altro.

Poi scorgendo il rossore sul suo viso si intenerì…era davvero carino, gli faceva venire voglia di saltargli addosso ma sapeva di non poterlo fare, così senza dire nulla si appoggiò alla spalliera e riprese a vedere il film.

‹‹Che scemo! Ma come mi è saltato in mente di rispondere in quella maniera? Devo essergli sembrato un vero e proprio decelebrato! E ora che faccio? Innanzitutto devo calmarmi, mi sto comportando come una femminuccia isterica›› pensò Kaoru che si appoggiò anche lui alla testiera cercando di rilassarsi e concentrarsi sul film che però aveva oramai perso per lui ogni attrattiva.

Hikaru però, vedendolo in difficoltà, decise di spezzare quel momento imbarazzante dicendo la prima cosa che gli passò per la testa:

“Cosa mangiamo per cena?”.

“Emh non so, se vuoi vado a chiedere al cuoco”.

“Mhh si sarà meglio….” rispose ridacchiando.

“Va bene vado” disse alzandosi.

Poco dopo il fratello tornò e gli fu servita la cena in camera. Portarono sushi, verdure alla piastra e al vapore. Quando ebbero finito di mangiare Hikaru, già a letto, si tirò le coperte al collo e disse:

“Ci mettiamo a dormire?”.

“Si, però voglio fare un bagno prima, se vuoi dormire subito fallo pure, non serve che mi aspetti”.

“D’accordo…allora buonanotte” rispose abbracciando il cuscino.

Kaoru si diresse in bagno e una volta pronta si immerse nella vasca piena di acqua bollente, ne aveva proprio bisogno erano stati dei giorni molto stressanti e quel pomeriggio certo non era stato molto semplice.

‹‹ Se tutti i giorni sarà così come oggi io muoio›› pensò.

A poco a poco iniziò però a rilassarsi e si godette il bagno. Intanto Hikaru nel letto pensava a come rendergli la vita impossibile il giorno dopo. Voleva stuzzicarlo e farlo cedere ma sarebbe stata dura, così dura che si sarebbe divertito solo a farlo impazzire probabilmente. Non vedeva l’ora di scorgere ancora la sua faccia imbarazzata e con questi pensieri si assopì. Dopo un’oretta Kaoru uscì dal bagno ristoratore ed entrò in camera. Vedendo il fratello addormentato tirò un sospiro di sollievo e dopo essersi infilato il pigiama si mise a letto e scivolò nel mondo dei sogni quasi subito.