Gelosia – parte 1

Ti voglio…

Il giorno dopo i due fratelli si svegliarono di buon ora e, al contrario della mattina precedente, poterono fare una ricca colazione al termine della quale si diressero a scuola e, una volta finite le lezioni, corsero all’host club. Appena arrivati aprirono la porta e Hikaru, vivace come se fosse ancora la prima ora, esclamò:

“Giornoooo!”.

Tutti si scambiarono i consueti saluti e anche un po’ di battute su quella nuova coppia che si era creata tra di loro poi Kaoru, sorridendo ancora per l’ultima frecciatina fatta al Lord, disse:

“Kyoya ma allora quest’anno cosa organizziamo per la festa di natale?”.

“Pensavo di prenotare il salone principale della scuola il 24 sera e ornarlo a sala da ballo in modo da aspettare lo scoccare della mezzanotte tutti insieme, cosa ne dite?”.

“Magnifico…sapevo di poter contare su di te” disse Tamaki che, erroneamente, già si immaginava Haruhi vestita da principessa tra le sue braccia.

“E faremo anche un albero?” chiese Honey tutto saltellante.

“Ma certo e poi dobbiamo pensare agli abiti, all’orchestra, al buffet…ci sono parecchie cose da organizzare…” rispose prontamente Kyoya con il suo inseparabile taccuino già pronto a prevedere quanto gli sarebbe costato.

“Veramente per i vestiti avevo già pensato a qualcosina…” disse Hikaru che, vedendo che tutti lo guardavano interessati, continuò “per noi host delle divise bianche, stile principesco, mentre per le ragazze degli abiti da sera neri o bianchi a seconda del gusto delle fanciulle…che ne dite?” chiese.

“Si, direi che va bene. Kaoru, Hikaru come al solito possiamo contare su di voi per i nostri vestiti, vero?” chiese Kyoya che, certo della risposta affermativa, con un ghigno per aver risparmiato qualcosa, spuntò quella voce dall’elenco. Infatti il suo motto era ottenere il massimo con il minimo dispendio, quindi quando riusciva ad ottenere sconti o cose gratis era sempre compiaciuto.

“Ma ovviamente” risposero in coro.

“Che belloooo! Doni, dolci, ragazze e coccole…sarà un natale meraviglioso…a proposito devo pensare ai regali!” disse Honey tutto frizzante “Mori domani andiamo a fare compere!” dichiarò guardando il ragazzo che annuì con un sorriso.

“Perfetto…sarà una festa in grande stile!” affermò Tamaki “ah mi raccomando Kyoya fai fare dei volantini degni della magnificenza della festa”.

“Ma certo me ne occuperò oggi stesso” rispose questi senza alzare lo sguardo dal quaderno.

“Allora è deciso… non preoccupatevi, non c’è bisogno che prendiamo le misure per gli abiti, abbiamo ancora quelle prese in occasione della recita, stasera parleremo con nostra madre e cercheremo un modello adatto” disse a quel punto Kaoru.

“Perfetto… Mori apri le porte e accogliamo le nostre principesse” dichiarò sorridente Tamaki che si andò a sedere su una lussuosissima poltrona, accavallando le gambe e assumendo un’aria degna della sua fama, The King.

“Si…” mormorò il ragazzo che, senza aggiungere altro, fece quanto gli era stato chiesto.

Una volta che ebbero libero accesso all’aula di musica n°3, le clienti entrarono e, come di consueto, si accomodarono ognuna vicino al proprio beniamino. Quel giorno i ragazzi avevano prelevato dei libri dalla biblioteca e ogni gruppo leggeva ad alta voce storie d’amore, d’avventura, di fantascienza, di cucina e di botanica a seconda dei gusti delle principesse. Fu davvero un piacevole pomeriggio, veramente tranquillo ma, una volta conclusosi, tutti si dileguarono rapidamente avendo degli impegni da sbrigare e così, mentre scendevano le scale, Kaoru guardando il fratello disse:

“Che ne dici se andiamo in ufficio dalla mamma a vedere qualche modello per gli abiti?”.

“È un’ottima idea…poi è felice quando andiamo a trovarla perché può pavoneggiarsi con le sue amiche e colleghe” sghignazzò Hikaru.

“Già siamo veramente bellissimi…” rise Kaoru che lo prese per mano mentre continuavano a camminare.

Usciti dalla scuola, dopo essere entrati in macchina, dissero all’autista di dirigersi all’atelier della madre e, una volta arrivati, entrando nel suo ufficio dissero unanimi:

“Ciao mamma…”.

“Ragazzi ma che bella sorpresa, come mai qui?” chiese la donna alzandosi dalla poltrona tutta sorridente e contenta che i suoi due preziosi tesori fossero andati a trovarla.

“Perché? Non possiamo far visita alla nostra adorata mammina?” domandò beffardo Hikaru.

“Vi conosco troppo bene mie piccole pesti…” disse abbracciandoli “allora avete bisogno di qualcosa?”.

“Oh, non le si può nascondere nulla…” disse di nuovo Hikaru guardando il gemello.

A quella battuta tutti ridacchiarono e poi Kaoru iniziò:

“A natale faremo una festa con l’host club e volevamo vedere dei modelli per dei vestiti”.

“Pensavo ad una divisa bianca, con dei fronzoli dorati ed uno spadino stile guardie reali dell’800” intervenne prontamente il fratello che aveva già le idee ben chiare.

“Mmhh…credo di aver capito cosa hai in mente, venite di là così scegliamo” disse la madre portandoli in una grande stanza gremita di scaffali sui quali erano allineati moltissimi raccoglitori pieni di schizzi di modelli che presero a visionare per poi scegliere quello più elegante e sfarzoso.

“Ottima scelta, sarà veramente bellissimo ragazzi. Ma ditemi, le misure sono le stesse dell’altra volta, giusto?” chiese la donna estraendo il foglio dalla foderino di plastica.

“Si!” risposero come sempre in coro.

“Bene, allora cercherò di farveli avere al più presto, ci vediamo più tardi a casa” disse baciandoli per poi tornare al proprio lavoro.

I due soddisfatti uscirono e, durante il tragitto di ritorno, Hikaru non fece altro che sghignazzare sotto i baffi attirando non poco il la curiosità del gemello che, nonostante all’inizio non avesse detto nulla, dopo un po’, stuzzicato, si decise a chiedergli:

“Si può sapere cos’hai da ridacchiare come un matto?”.

“Sai…mi è venuta in mente una cosa davvero divertente…”.

“E cioè?”.

“Che sicuramente il Lord si sarà fatto mille idee su come starà bene la sua piccola Haruhi con l’abito da sera fantasticandoci sopra come solo lui sa fare e, dato che non succederà nulla di quanto si immagina, non vedo l’ora di osservare la sua faccia quando la vedrà con la divisa esattamente come tutti noi” e nel dirlo si figurò per l’ennesima volta la sua espressione sbottando quindi in una fragorosa risata alla quale però stavolta si unì anche il fratello.

“Ah siiiiiiii, me lo immagino…” esclamò Kaoru continuando a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi.

“Povero Tamaki…che spasso…” replicò spietatamente Hikaru che, tirando un sospirone per calmarsi, aggiunse “siamo arrivati”.

Appena entrati si cambiarono restando nella loro camera ma, nonostante cercassero di darsi un contegno, continuarono a ridere per tutto il resto del pomeriggio visto che non potevano fare a meno di non pensarci e questo avvenne anche una volta stesisi sul letto dove, abbracciati sopra le coperte, non riuscirono a trattenere qualche risatina.

“Eh si…non vedo proprio l’ora di vedere la sua faccia…” sospirò infine Kaoru che poi però aggiunse “anche se, più di tutto, non vedo l’ora di vedere te con quel vestito…sono sicuro che sarai bellissimo….”.

“La sai una cosa? Il modello l’ho scelto pensando a te…” gli sussurrò l’altro ora serio.

“Si?” chiese il gemello iniziando ad accarezzargli una guancia.

“Si…” annuì lui con la testa, dopo di che si allungò per dargli un bacio.

Kaoru ricambiò sentendosi al settimo cielo per la felicità visto che ultimamente le cose tra di loro andavano per il verso giusto ed Hikaru iniziò ad accarezzarlo ovunque. Difatti, come ogni volta che stavano da soli, si scambiarono piacere reciproco, toccandosi in posti intimi per dare all’altro momenti di pura estasi. Ovviamente anche Hikaru era al massimo della gioia. Quasi non gli pareva vero…nessuna litigata ed il fratello che sembrava essersi abituato ai suoi tocchi, il che faceva si che non vi fosse troppo imbarazzo tra loro ma soltanto pace e serenità. Se poi ci aggiungeva il fatto che, da lì a meno di quattro settimane, avrebbero passato una magnifica vacanza di due giorni da soli, gli sembrava di toccare il cielo con un dito. Era felicissimo, come da tempo non gli succedeva, eppure da qualche tempo qualcosa lo faceva fremere, non se ne spiegava il motivo ma sapeva che c’era e risiedeva dentro di lui. Tuttavia continuò a bearsi di quel momento, come aveva già fatto, senza soffermarsi a chiedersi cosa fosse realmente se non altro per non interrompere quella magia. Quando i genitori tornarono scesero a mangiare come se nulla fosse per poi tornare in camera e riprendere a coccolarsi fino a che non sopraggiungesse il sonno.

Fu in quella bellissima ma anche frenetica atmosfera causata da preparativi, compiti e principesse che arrivarono a tre giorni dalla vigilia di natale. Per organizzare la festa nei minimi dettagli, tutti si erano impegnati moltissimo impiegando ogni minuto di tempo libero nonostante fosse già abbastanza ristretto dato che, quando non erano all’host, il fine settimana dovevano passarlo a studiare e fu per quel motivo che, arrivati al ventuno, nessuno era riuscito a fare alcun regalo. Ma neppure uno di loro se ne lamentò perché ne era davvero valsa la pena. La sala, ormai pronta, era venuta davvero uno spettacolo. Senza badare a spese l’avevano addobbata con filamenti argentei e dorati, le tavole con tovaglie rosse ricamate e di pizzo mentre un albero alto due metri ricoperto di neve finta e con i rami pieni di palle di vetro soffiato di tutti i colori, pacchetti regalo finti, luci e fili colorati faceva la sua maestosa figura al centro della stanza. Sulle finestre, disegnati con lo spray, pupazzi di neve, babbi natale e pacchi con fiocchi e nastri si affacciavano ad ogni angolo libero dell’immensa sala. Bastava entrare in quella stanza per respirare aria di festa.

Estremamente soddisfatti per la riuscita dei loro progetti, nonostante fosse sabato, gli host erano andati al club per dare gli ultimi ritocchi e per provare gli abiti che i gemelli avevano portato affinché fosse tutto davvero perfetto. Quando tutti si furono cambiati, come le due piccole pesti avevano previsto, Tamaki fece una faccia buffissima vedendo che anche la sua amata Haruhi indossava la loro divisa.

“Ma- ma come? E il vestito da sera? E le scarpette col tacco? E gli orecchini? E i bei capelli sciolti che ti ricadono sulle spalle?” chiese infatti quasi con le lacrime agli occhi.

“Ma di che parli?” domandò la ragazza sconcertata.

“Lascialo perdere…è sicuramente uno dei suoi soliti sogni a occhi aperti” disse Kyoya mentre i due fratelli ridevano a crepapelle.

“M-ma…” balbettò sconsolato il Lord mettendosi in un angolino.

“E dai Tamaki…” cercò di dire Hikaru che però non ce la fece a finire la frase per le troppe risate.

“Gli passerà” sentenziò Kyoya “piuttosto venite qui che decidiamo la scaletta dei pezzi che l’orchestra suonerà, così avremo finito tutto e saremo liberi di andare” continuò ignorandolo bellamente.

“Si” risposero tutti avvicinandosi.

Tuttavia, nonostante la serietà e le occhiate fulminanti che il re delle tenebre gli lanciava, i due gemelli non riuscirono a smettere di ridere poiché era impossibile ignorare Tamaki che, sconsolato e deluso, era rimasto nel suo angolino a fare cerchietti in terra e a bofonchiare strane fantasie. Comunque sia, in un modo o nell’altro, riuscirono a risolvere anche quell’ultima faccenda e furono finalmente liberi. Mentre si cambiavano, essendo come al solito nello stesso camerino, non appena ebbero terminato Kaoru, guardando il fratello, chiese:

“Oh finalmente abbiamo finito… per lo meno ci restano due giorni di pace fino alla festa, che ne dici se passiamo da casa a cambiarci e poi andiamo un po’ in giro a fare i regali?”.

“Si” rispose questi entusiasta.

Così uscirono e, dopo aver salutato gli amici, entrambi si avviarono lasciando gli altri ancora un po’ indaffarati, soprattutto Haruhi che doveva consolare Tamaki. Una volta arrivati a casa, mentre si spogliavano, Hikaru si avvicinò al gemello e, senza giri di parole visto che aveva poco tempo, gli domandò:

“Hai deciso cosa vuoi per regalo?”.

“Te l’ho già detto anche se, a quanto sento, non mi hai creduto…tu piuttosto?” chiese scegliendo dei vestiti dall’armadio.

“Non te lo dico se non mi dici prima cosa desideri davvero…” rispose rammaricato poiché quello che davvero bramava, non poteva dirglielo.

“Te lo ripeto, voglio T-E tutto per me…capito zuccone? Oddio…non so cosa mettere, fuori fa parecchio freddo” disse Kaoru continuando a fissare l’armadio e rimasto solo in biancheria.

“D’accordo…vuol dire che mi impacchetterò per bene” gli sussurrò all’orecchio, dopo di che lo abbracciò e, allungando una mano, tirò fuori una camicia “metti questa e sopra quel maglione di cashmere che ti ha regalato l’ultima volta la nonna”.

“Mmhh ok!” disse iniziando a vestirsi “hai pensato a qualcosa per mamma e papà?”.

“Per mamma una borsa, a papà un bel ferma cravatta”.

“Si mi piace, andiamo sei pronto?”.

“Aspetta metti la sciarpa o passerai il capodanno a casa, altro che terme” e nel dirlo l’afferrò e gliela avvolse attorno alla gola.

“Grazie, cosa farei senza di te…” sospirò sorridendo.

Hikaru ricambiò il sorriso e così uscirono. Girarono molti negozi e comprarono non solo i regali per i genitori ma anche per i loro amici, i membri dell’host club. Tuttavia Hikaru non trovò nulla che potesse andare bene per il fratello e questo lo rattristò parecchio visto il poco tempo che avevano, stava addirittura per chiedere nuovamente al gemello cosa volesse ma questi lo anticipò dicendogli:

“Senti ci vediamo tra una un’oretta qui davanti al negozio di dischi, che ne dici?”.

“Eh? E per quale motivo?” chiese l’altro stupito.

“Perché non puoi vedere il regalo che sto per fare, ecco perché. Allora a tra poco, ok?”.

“Uffa…e va bene” rispose sempre più sconsolato, dato che lui non aveva la più pallida idea di cosa regalargli e il fratello non lo aveva aiutato con nessuna richiesta.

Kaoru si allontanò sorridendogli, aveva in mente qualcosa che gli sarebbe piaciuto di sicuro e ora doveva solo recarsi nel luogo che aveva in mente. Al contrario suo Hikaru continuò a girare per i negozi che erano lì intorno ma non trovò nulla. Poi, alzando lo sguardo, vide un cartellone pubblicitario e allora gli venne in mente cosa regalare al fratello, certo era un po’ lontano ma poco importava se gli sarebbe piaciuto. Senza perdere altro tempo, visto che era già risicato, iniziò a correre tutto felice, finalmente anche lui sapeva cosa fare. Intanto anche Kaoru era riuscito a trovare esattamente quello che aveva in mente e, dato che fece abbastanza in fretta, invece di ritornare subito al luogo dell’appuntamento girò un po’ da solo, godendosi l’atmosfera natalizia e immaginandosi i bei giorni che avrebbe trascorso da solo col suo amore. Quando fu passata l’ora, tornato nel luogo dove dovevano incontrarsi, vide che non c’era traccia di Hikaru e quindi, armandosi di pazienza, si mise ad aspettarlo. L’altro infatti stava ancora nel negozio perché ovviamente era pieno di gente. Non appena un commesso si liberò, chiese ciò che cercava e, dopo essersi fatto fare un gran bel pacco regalo, schizzò fuori. Velocemente tornò dove poco prima si era lasciato col gemello e, quando arrivò, vedendolo da lontano che lo aspettava, gli corse incontro e, una volta che gli fu davanti, con il fiatone disse:

“Scusa…. C’era un sacco…. Di gente….”.

“Tranquillo, non serviva che corressi così. Riprendi fiato…anzi, che ne dici di andarci a bere una bella cioccolata calda?” propose.

“Beh non volevo farti aspettare… Andiamo a quel bar?” chiese indicandolo con la testa.

Guardandolo Kaoru sorrise dolcemente e poi, senza dire nulla, lo prese per mano dirigendosi nel lussuoso locale dove, appena entrati, Hikaru sentì le guance andargli in fiamme per il caldo che faceva lì dentro al contrario di fuori. Avvistato un tavolino un po’ più appartato, si tolsero le giacche e le sciarpe, dopo di che si sedettero ed ordinarono. Quando gli portarono le bevande calde, mentre le gustavano, fu Hikaru a riprendere nuovamente la parola:

“Stasera ti va di cenare in camera?”.

“Come no! Così stiamo anche belli al calduccio sotto le coperte” rispose Kaoru tutto felice per quella proposta.

“Bene” sorrise e, finito di bere, continuò “ci avviamo?”.

“Si, andiamo subito a casa? Gli acquisti abbiamo finito di farli, no?”chiese aspettando che gli riportassero la carta di credito per poi uscire.

“Mhh penso di si…speriamo di non aver scordato nessuno” rispose ridendo.

“No, mi sembra di no….brrr accidenti, dopo essere stati nel locale mi sembra che faccia ancora più freddo di prima qua fuori!” esclamò Kaoru rabbrividendo e strofinandosi le braccia attorno al torace.

A quella reazione Hikaru avrebbe voluto abbracciarlo ma sapeva fin troppo bene come la pensasse il fratello sugli scambi di affetto in pubblico, così si limitò a sorridere e rispondergli:

“Già…sbrighiamoci” e, prendendolo per mano, si diresse verso la strada dove fermò un taxi.

Appena arrivati a casa andarono subito in camera così da poter posare tutte le buste coi regali che erano davvero un bel mucchietto sostanzioso e, mentre le sistemava, Kaoru chiese:

“Vai a dire tu al maggiordomo di portarci la cena qui?”.

“Si, ma tu non sbirciare il tuo regalo” lo prese in giro Hikaru posando il sacchetto con i pacchetti per lui nell’armadio.

“Guarda che non sono mica io quello impaziente” rispose facendogli una linguaccia.

Sghignazzando l’altro uscì dalla stanza, scese in cucina, chiese al maggiordomo di portargli la cena in camera e poi tornò dal gemello che nel frattempo aveva finito di riordinare.

“Speriamo che piacciano a tutti quello che abbiamo comprato…” mormorò pensoso fissando i doni.

“Ma si…sta tranquillo” lo rassicurò Hikaru dandogli un bacio sulla fronte “poi quello che mi importa è che a te piaccia il tuo”.

“Sono sicuro di si…” rispose Kaoru abbracciandolo.

“Sai, ancora non te lo ho detto ma…eri davvero bello con quella divisa oggi. Sei andato oltre la mia immaginazione” disse il fratello guardandolo in viso.

Difatti quando lo aveva visto aveva avuto l’impulso di saltargli addosso e spogliarlo. Lo desiderava come non mai e, inspiegabilmente, quello che facevano sempre non gli bastava più, ormai aveva capito cos’era a farlo fremere, lo voleva sentire suo in tutto e quello era un bel problema, poiché, secondo lui, era più opportuno non dirglielo. Sapeva bene quanto il gemello fosse chiuso su certe questioni e non voleva certo rovinare tutto ora che finalmente si era un po’ sciolto. Intanto Kaoru, che non si poneva affatto il problema né tanto meno aveva capito cosa gli frullasse nella mente, udendo quelle parole e ricordando il sentimento d’ammirazione che lo aveva pervaso osservandolo quel pomeriggio, sorridendogli affermò:

“Anche tu eri semplicemente fantastico” e nel mentre pensò ‹‹eh si sono davvero innamorato…non credo che vorrò mai nessun altro al mio fianco oltre a lui››.

Felice che l’amato avesse provato le sue stesse emozioni, Hikaru si avvicinò per baciarlo ma, purtroppo per lui, in quel momento bussò il maggiordomo e quindi si ritrasse per andare ad aprire la porta.

“Grazie…” disse prendendo il vassoio e poi, per evitare di essere nuovamente interrotto, cordialmente aggiunse “non preoccuparti per dopo, quando abbiamo finito ci pensiamo noi a portare via tutto”.

“Si” rispose il domestico che, richiusa la porta, si ritirò.

Così il ragazzo portò il vassoio sul letto ed insieme al fratello, dopo aver scoperchiato i contenitori, iniziarono a mangiare la zuppa calda. Ad interrompere il silenzio che si era creato nella camera, calato a causa della degustazione di quella prelibatezza, però fu Kaoru che, soffiato sul cucchiaio bollente, emettendo l’ennesimo mugolio di piacere commentò:

“È veramente ottima”.

“Si…ci voleva proprio” assentì l’altro.

“Già…e pensare che la mamma voleva che uscissimo a cena fuori con lei e papà, non mi andava proprio! Sono felice di stare qui” disse finendo di mangiare.

“Vero, mille volte meglio stare a letto…” iniziò a dire il gemello lasciando la frase in sospeso mentre spostava il vassoio ormai vuoto sul comodino e, una volta fatto, continuò “…con te!”.

“Concordo” sorrise.

Data la reazione, senza aggiungere altro, Hikaru si abbassò per riprendere quello che il maggiordomo aveva poco prima interrotto e, ovviamente, Kaoru ricambiò con entusiasmo quel dolce e appassionate bacio passandogli le braccia intorno al collo. A quel punto, come di consueto, Hikaru con una mano iniziò ad accarezzargli i capelli mentre l’altra la portò al ventre alzandogli il maglione per avere un contatto diretto con la sua pelle e poi, piano, scese ai pantaloni che sbottonò. Ormai non vi era più imbarazzo a fare quelle cose e quindi agiva senza esitazione. Lentamente glieli sfilò insieme alla maglia e alla camicia, aspettando che il fratello facesse lo stesso e, dato che ormai anche Kaoru non provava più paura o vergogna come le prime volte, dopo essere rimasto in biancheria iniziò togliendogli il pullover e poi sbottonandogli la camicia, baciando la sua pelle liscia mano a mano che la scopriva e continuando a quel modo anche mentre gli levava i pantaloni. Hikaru, a cavalcioni sopra di lui, si lasciò spogliare e poi, ricoprendo entrambi con il lenzuolo, scese ad accarezzargli le gambe finendo per posargli la mano sull’interno coscia e, a quel dolce quanto provocante contatto, Kaoru si sentì fremere poiché quella era una zona molto sensibile per lui. Decisamente soddisfatto da quella reazione, delicatamente Hikaru risalì e, arrivato al cavallo, gli abbassò la biancheria iniziando a massaggiargli i testicoli. Quel semplice gesto fece si che il gemello mugolasse sommessamente e questi, ormai decisamente eccitato, iniziò a leccargli sensualmente il collo, facendogli sentire la lingua calda ed umida che tracciava delle piccole scie invisibili sulla sua morbida pelle nonché il respiro che si faceva sempre più affannoso. Intanto Hikaru continuava ad accarezzarlo nello stesso punto, gli piaceva da matti sentirlo ansimare e il contatto della sua lingua lo spronava ad andare avanti così, dopo un po’, si spostò leggermente di lato per massaggiargli più comodamente il membro in modo da amplificare il piacere che l’altro provava e nel mentre si avvicinò al suo orecchio iniziando a mordicchiargli il lobo.

Kaoru lo lasciò fare ma poi gli prese il viso tra le mani e, carezzandogli le guance, guardandolo dritto negli occhi sussurrò:

“Ho bisogno ora e per sempre che tu esista qui con me…” e, detto questo, lo baciò cercando di trasmettergli tutti i sentimenti che provava per lui.

A quelle parole, Hikaru provò un vero e proprio tuffo al cuore, come poteva controllarsi se il fratello gli diceva certe cose? Semplicemente non poteva. Così lo baciò con immensa passione, aumentando il movimento della sua mano e Kaoru continuò a ricambiarlo mentre iniziava ad accarezzargli la schiena scendendo poi con la bocca a leccargli i capezzoli, mordicchiandone delicatamente uno.

Dal canto suo Hikaru sentiva l’eccitazione salire ad ogni loro gesto, ogni sguardo e ogni respiro perciò iniziò a gemere e a strusciare il suo bacino contro la gamba del compagno che, sentendo la sua erezione, fece scendere la mano per afferrargliela e accarezzarla mentre più in alto continuava a mordere e leccare il capezzolo, ormai induritosi, con più insistenza. Per quelle stimolazioni Hikaru mugolò intensamente ma non smise il suo movimento anzi, se possibile, lo fece diventare ancora più intenso.

“Hikaru…..” ansimò il gemello chiudendo gli occhi.

La sua eccitazione era al massimo, si sentiva non solo il volto ma tutto il corpo in fiamme così smise di baciare il petto dell’altro e si umettò le labbra, ormai diventate secche, con la lingua umida mentre continuava ad accarezzargli il membro tuttavia, capendo che ormai era al limite, Hikaru si abbassò, interrompendo in quel modo entrambi i movimenti, per accogliere il sesso del fratello tra le labbra, dopo di che riprese a muoversi. Kaoru, nonostante provasse ancora un po’ di imbarazzo per quella cosa, essendo troppo vicino all’estasi lasciò scivolare via ogni parvenza di imbarazzo e, poco dopo, venne mugolando il nome del gemello il quale, trovandosi con quel seme caldo in bocca, lo deglutì per poi staccarsi. Dolcemente gli baciò l’inguine che prese a carezzare con la mano e piano risalì al petto che sentì rovente. Lo desiderava tantissimo ma doveva assolutamente calmarsi altrimenti, preso com’era dall’eccitazione, avrebbe sicuramente commesso qualcosa di avventato e così, per non farlo, gli poggiò la testa sul torace e, ascoltando i battiti del suo cuore ora più veloci che mai, si domandò:

‹‹Perché non può bastarmi quello che stiamo già facendo? Per quale motivo devo provare queste pulsioni?››.

Nel frattempo Kaoru, ignaro di quanto avvenisse nell’animo del fratello e steso a braccia spalancate, continuava ad ansimare. Non riusciva a fermarsi, quella volta era stata ancora più intensa delle altre e l’unica cosa che desiderava era poter dare al gemello le stesse sensazioni che lui gli aveva donato, ma doveva prima calmarsi un attimo in quanto non riusciva nemmeno a sollevare le braccia tanti erano i brividi che sentiva ancora scorrergli per le membra. Intanto Hikaru gli carezzava la pancia per farlo quietare e, soprattutto, per cercare di calmarsi a sua volta. Difatti aveva l’intenzione finirla lì per quella sera, desiderava togliersi certi pensieri dalla testa per non fare cose di cui si sarebbe pentito così, delicatamente, si sollevò e piano disse:

“Scusa, sono stato più impetuoso del solito…”.

“Me ne sono accorto, non che mi sia dispiaciuto intendiamoci…” rispose l’altro incurvando maliziosamente le labbra in un sorriso per poi, finalmente ripresosi, mettersi in ginocchio di fronte a lui e posargli le mani sulle spalle, riprendendo a baciarlo sentendo così il proprio sapore nella bocca del fratello.

“Kaoru no! Lo sai che non voglio che mi baci dopo che…beh lo sai…” disse scansandolo.

“Se tu puoi fare quella cosa, io posso benissimo baciarti in bocca dopo…” ribatté e, abbracciandolo stretto in modo che non si spostasse, gli sfiorò di nuovo le labbra.

“Ahhhh no è diverso!” protestò ancora Hikaru.

“Ok, allora per stavolta non ti bacio….” acconsentì il gemello ma, al contempo, iniziò a mordicchiargli il lobo dell’orecchio, riscendendo poi a baciargli e leccargli il collo mentre le sue mani correvano più in giù carezzandogli il petto e il ventre su cui i muscoli tesi spiccavano nettamente.

“Mhh” mugolò l’altro che però gliele fermò e, per non insospettire il gemello, disse la prima cosa che gli venne in mente ovvero “fammi andare a sciacquare”.

“No di qui non ti muovi…” affermò il compagno deciso mettendogli una mano sulla spalla e spingendolo per farlo stendere mentre, per quella volta, gli saliva lui sopra.

“Ehhhh?!”.

Kaoru, pensando che stesse giocando per stuzzicarlo, non gli badò quindi continuò baciandogli il petto e succhiandogli i capezzoli intanto che la sua mano si muoveva più in basso accarezzandolo tra le gambe.

“Ka-Kaoru aspetta…” balbettò Hikaru, il quale non aveva assolutamente intenzione di provocarlo e al contrario non voleva andare avanti, non quella sera e non con certi pensieri in testa.

Tuttavia questi, come poco prima, non lo ascoltò anzi scese a baciargli il ventre leccando l’ombelico e, facendosi coraggio e lasciando come poco prima la timidezza alle spalle, arrivò ancora più in basso posando le labbra dove, fino a poco prima, c’era stata la sua mano ma a quel punto Hikaru non si controllò e, vedendo che con le parole non riusciva a frenarlo, passò ai fatti e quindi lo spinse via.

“Eeehh?!? Perché fai così?” chiese il fratello alquanto sconcertato.

“Scusa io…non volevo scostarti così bruscamente…”.

“Si ma per quale motivo l’hai fatto?” ripeté, era rimasto ferito dal suo gesto.

Hikaru non sapeva cosa rispondere, non poteva certo dirgli che se avesse continuato a quel modo lui gli sarebbe sicuramente saltato addosso, né che non voleva che facesse certe cose e, tanto meno, che voleva di più. Non poteva assolutamente rivelargli che desiderava fare l’amore con lui, possederlo, quindi quasi a forza disse:

“Perché…perché…non mi va ecco!”.

A tale risposta Kaoru rimase letteralmente di pietra. Non trovando altre spiegazioni, immaginò che fosse colpa sua che non era capace e, rammaricandosi da morire per questo, a capo chino mormorò:

“Scusa”.

“No, no, aspetta…perché mi chiedi scusa? È colpa mia, sono io non tu…” affermò l’altro sentendosi uno schifo poiché, in un modo o nell’altro, aveva comunque rovinato ogni cosa. Non se l’era sentita di dirgli la verità e con le bugie lo aveva ferito.

Impotente, si mise a stringere le lenzuola in attesa di una sua parola che però non arrivò in quanto il gemello in quel momento stava pensando:

‹‹Perché ho capito quello che tu non hai avuto il coraggio di dirmi…›› così non disse nulla, non avrebbe potuto nemmeno volendo, infatti gli si era chiusa la gola.

“Kaoru ti prego, parlami…” lo implorò, non sapeva cosa gli stesse passando per la testa ma, conoscendolo, immaginava che si stesse dando la colpa per sbagli inesistenti.

“Che devo dirti?” sussurrò questi con voce strozzata scendendo dal letto e sentendosi un vero idiota per aver preso quell’iniziativa.

“Quello che pensi” rispose stringendo i denti.

“Che sono sudato, ho bisogno di una doccia…” e si diresse verso la porta.

A quella risposta, vedendo che voleva andare via, Hikaru scattò giù dal letto e, afferrandolo, lo girò per metterlo con le spalle alla porta gridando:

“Non è vero!”.

“Tu non mi dici mai quello che pensi, allora perché dovrei farlo io?!” urlò allora l’altro ritrovando d’un tratto la voce per la rabbia che provava nel sentirsi così imbranato e inadeguato.

‹‹Perché quello che provo molto probabilmente ti impaurirebbe›› si disse il fratello che, abbassando il tono, rispose “perché te lo sto chiedendo…”.

“Una risposta te l’ho data”.

A quell’affermazione Hikaru mollò la presa e lo abbracciò difatti, pur non essendo a conoscenza di ciò che pensasse, ovvero aver creduto di essere stato fermato per la sua incompetenza, sapeva di averlo ferito tantissimo, glielo leggeva negli occhi e non aveva la più pallida idea di come rimediare, per questo, l’unica cosa che riuscì a dirgli fu:

“Perdonami”.

Tuttavia, pur sentendo la sua voce triste e addolorata, Kaoru si sentiva diviso da due sentimenti contrastanti. Non sapeva cosa fare, se allontanarlo e scappare per poter dare sfogo alla sua frustrazione oppure abbracciarlo. Avrebbe voluto fare entrambe ma alla fine rimase semplicemente inerte tra le braccia del compagno il quale, sentendo che non ricambiava, non si trattenne ed incominciò a piangere. Non voleva che succedesse tutto quello, non voleva fermarlo ma aveva seriamente paura di non controllare le proprie reazioni e quello sarebbe stato ancora peggio. Incapace di fare qualunque altra cosa, strinse la presa al suo collo e, tra le lacrime, continuò a chiedere il suo perdono .

“Smettila di chiedermi scusa, non devi! Non è certo colpa tua se io…se io non…non sono capace di darti piacere quindi smettila, capisco perché mi hai allontanato” balbettò Kaoru dando così voce ai suoi pensieri.

Ma a tali, quante false parole, Hikaru inorridì e a quel punto urlò:

“No! Non è così! Non è per quello che ti ho fermato! Tu… Tu mi dai anche troppo piacere è per questo …”.

“Cosa vuol dire che ti do troppo piacere, non capisco!” strillò il gemello a quel punto esasperato.

“Io ho paura…paura di non controllarmi…” disse con un filo di voce.

“Ma che dici?”.

“Non voglio forzarti ora che finalmente ti sei lasciato andare… Perdonami, ti scongiuro di non pensare quelle sciocchezze”.

“Forzarmi? Hikaru se faccio qualcosa è unicamente perché lo voglio, non farti problemi dove non ci sono…ti prego…” rispose non avendo capito ciò che l’altro realmente intendesse.

“Lo so… Sono io che ho paura di andare oltre”.

“Ma non puoi nemmeno comportarti in questo modo prendendo le decisioni per me! Hai idea di quanto io mi sia sentito ferito vedendomi rifiutare così bruscamente?”.

“Scusami non volevo davvero…”.

“Quanto sei sciocco…” disse abbracciandolo e lasciandosi sfuggire delle lacrime per il sollievo.

“Torna sul letto con me…non te ne andare” lo supplicò riabbracciandolo.

“Non me ne voglio andare” lo rassicurò seguendolo.

Hikaru se lo trascinò letteralmente verso il letto e, una volta raggiunto, vi si lasciò cadere di spalle facendoselo finire sopra per poi allacciargli nuovamente le braccia attorno al corpo e cingerlo forte così che Kaoru, con il cuore assai più leggero, lo strinse a sua volta e, avvicinandosi al suo orecchio, gli sussurrò:

“Allora posso baciarti ora?”.

“Certo!” rispose dimenticandosi di quando e del perché l’avesse fermato, troppo spaventato di dire qualche altra cosa sbagliata per negarglielo.

Ovviamente Kaoru, che al contrario suo si ricordava le storie che aveva fatto solo qualche minuto prima, non si lasciò sfuggire l’occasione ed iniziò a baciarlo con passione intrecciando la lingua con la sua e mordicchiandogliela delicatamente mentre gli accarezzava prima i capelli, poi il petto soffermandosi a giocherellare, ancora una volta, con i capezzoli. Nel sentirlo Hikaru sobbalzò, l’eccitazione gli era passata ma se il fratello continuava gli sarebbe presto tornata. Tuttavia ora sapeva quello che doveva fare infatti, a suo avviso, controllarsi era l’unico modo che aveva per non ferirlo ulteriormente. Doveva tenere a bada le proprie voglie senza per questo impedirgli di fare ciò che voleva e così lo lasciò fare carezzandogli i capelli e cercando di non irrigidirsi troppo. Però, nonostante i suoi sforzi, Kaoru lo conosceva troppo bene e non gli ci volle molto per capire che si stava trattenendo ma, nonostante quello, non si fermò anzi iniziò anche a strusciare il bacino contro quello del gemello mentre, per cercare di rassicurarlo, gli sussurrava all’orecchio:

“Lo capisci quanto ti voglio zuccone?”.

Hikaru avvampò, più faceva così e più lo eccitava, la voglia di fare l’amore con lui saliva ogni secondo di più ma, non sentendosela di chiederglielo, si lasciò scappare:

“E allora prendimi…”.

A tale richiesta Kaoru, troppo ingenuo per capirne il vero significato, lo abbracciò stretto stretto e poi, sorridendogli dolcemente, disse:

“Preso…e non ti lascio più!”.

Il fratello sospirò, aveva avuto l’ennesima conferma dell’innocenza del gemello. Senza dire nulla lo strinse forte e, sorridendo, affondò il volto tra i morbidi capelli odorandone il dolcissimo profumo. Rimase in quella posizione qualche secondo poi, rivoltandolo di spalle, gli salì sopra in quanto quello, in fondo, era un modo semplice ed innocente per bloccarlo.

“Ed ora come la mettiamo?” chiese staccandosi appena per guardarlo.

“Che mi hai preso tu, no?” sorrise Kaoru felice passandogli le braccia attorno al collo.

“Si e non ti lascio…” rispose mentre si abbassava per baciarlo.

“Infatti non lo voglio….” gli sussurrò fissandolo negli occhi per poi posare le labbra sulle sue dapprima con delicatezza, solo sfiorandole poi iniziando a leccargliele e mordicchiarle ed infine schiacciandole con le proprie con forza e facendo intrecciare le lingue.

Hikaru rispose al bacio stringendolo forte e riprendendo ad accarezzarlo con una mano lungo i fianchi, scendendo successivamente sulle gambe mentre Kaoru lasciava la sua bocca ed iniziava a tracciare con la lingua delle piste dal suo collo al torace, sul quale si soffermò a succhiare per lasciargli così dei piccoli segnetti rossi. Il fratello a quel punto si rigirò portandoselo sopra e passò ad accarezzargli la schiena sentendo il suo stesso respiro farsi sempre più pesante per il piacere che l’altro gli procurava. Intanto Kaoru osservava le sue reazioni e fu soddisfatto nel notare che la sua respirazione accelerava, finalmente si stava lasciando andare e così tranquillizzato iniziò ad accarezzarlo sul petto e sul ventre, facendo poi seguire le mani dalla lingua . In particolare si soffermò a leccargli l’ombelico, dandogli piccoli morsetti mentre con la mano gli toccava i testicoli. Hikaru sobbalzò a quel contatto ed istintivamente aprì di più le gambe, a causa di tutte quelle carezze e della sensualità del gemello, il piacere lo aveva pervaso e la sua mente ne stava venendo offuscata. Automaticamente si portò un dito alla labbra prendendolo a mordere delicatamente mentre dalla sua bocca iniziavano ad uscire non solo ansimi ma anche mugolii e poco dopo iniziò ad invocare il suo nome:

“Kaoru….”.

Questi, sempre più soddisfatto del risultato, abbassò la testa baciandolo tra le cosce per poi spostarsi sul suo membro eretto sperando vivamente che il fratello non lo rifermasse, altrimenti non pensava che avrebbe trovato il coraggio di farlo un’altra volta. Sentendolo Hikaru gli poggiò una mano sulla testa con l’intenzione di stringergli dolcemente i capelli per fargli capire che voleva che risalisse ma, ricordandosi della sua espressione ferita e di quanto gli aveva detto, glieli strinse solo dolcemente mentre, con quella libera, prese a stringere il lenzuolo. Era bellissimo e quella sensazione unica lo fece presto andare in estasi, la sua mente non riusciva a pensare ad altro che a quella meravigliosa emozione così, senza neanche accorgersene, iniziò a dimenare leggermente il bacino, agevolando i suoi movimenti.

Kaoru rimase stupito dal comportamento del gemello poiché poco prima aveva cercato di fermarlo in tutti i modi, ma non gli dispiacque e al contrario cercò di assecondarlo anche se si sentiva un po’ impacciato in quanto era la prima volta che faceva una cosa del genere. Continuò a muoversi sperando di non fargli male e di donargli lo stesso piacere che l’altro era in grado di procurargli grazie a quel gesto, ignaro che le sue paure fossero del tutto infondate visto ci stava riuscendo. Hikaru infatti stava provando delle sensazioni bellissime ed immaginabili ma, quando arrivò all’apice del piacere, gli strinse più forte i capelli e, con voce più ansimante che mai, sussurrò:

“Kaoru fermati…”.

Ma quello non desistette, voleva andare fino in fondo e fargli sentire tutto ciò che provava anche lui così il fratello strinse di più la presa ma alla fine si lasciò andare inarcando la schiena e gemendo piuttosto forte. In un attimo Kaoru sentì il seme dell’altro invadergli la bocca e istintivamente inghiottì, facendo una piccola smorfia fugace nel sentire quel sapore strano mentre Hikaru non riuscì neanche a chiedergli scusa per quanto aveva il fiato corto. Aveva paura che da un momento all’altro il cuore gli sarebbe scoppiato nel petto per come batteva velocemente. Il gemello staccandosi si leccò le labbra per togliersi ogni traccia e poi si stese appoggiando la testa sul torace dell’amato sorridendo nell’avvertire il suo battito accelerato, esattamente come succedeva a lui. Sentendolo sopra di sé Hikaru gli prese la testa e, abbassandosi, lo baciò sulla bocca assaporando così anche lui il suo stesso seme e, quando il bacio finì, Kaoru si sistemò meglio sopra di lui e, poggiandogli la testa nell’incavo della spalla, gli sfiorò con le labbra il collo sopra l’arteria che pulsava visibilmente a occhio nudo. Fu così che Hikaru, ancora sconquassato dall’enorme piacere, dalla voglia del fratello e dalle forti emozioni che questi gli donava, non si controllò e, avvicinandosi al suo orecchio senza riflettere, con un filo di voce vi sussurrò:

“Voglio fare l’amore con te…”