Gelosia – parte 1

Natale insieme

Ebbene sì, dopo quasi un anno -se non di più- dall’ultima pubblicazione, rieccoci con l’attesissimo? CAPITOLO 21!!!!!

Grazie a KaoruHitachiin per averci fatto capire che questa fiction non era caduta nel dimenticatoio xD

Speriamo che il capitolo ti piaccia, e ci scusiamo in anticipo perchè non sappiamo quando arriverò il 22 XD

Un bacio e buona lettura a tutti

La notte volò e quando suonò la sveglia, come di consueto, i gemelli non vollero alzarsi, anche se furono costretti a farlo. Difatti entrambi sapevano che, se mai avessero ritardato il loro arrivo al club, si sarebbero sorbiti una bella lavata di capo dal re del buio, il quale era stato fiscale sull’ora dell’incontro quanto sul fatto che non avrebbe tollerato ritardi. Così, grazie a tale pensiero, ambedue si alzarono, lavarono, vestirono e, dopo aver fatto colazione, andarono in camera a prendere la busta che conteneva i regali dove Hikaru ci infilò il suo per Kaoru e questi, senza farsi vedere, fece altrettanto.

Una volta arrivati a scuola, trovando tutti i loro amici impegnati nelle ultime rifiniture, deposero in fretta i loro pacchi sotto l’albero e andarono da Kyoya, che fu ben felice di sommergerli di mansioni da dover svolgere nel più breve lasso di tempo possibile.

La giornata quindi passò in fretta tra ordini e doveri: sistemarono il buffet, apportarono gli ultimi ritocchi alla sala, prepararono i cd contenenti canzoni natalizie e da ballo che avrebbero messo, i giochi da tavola, consegnarono divise ai camerieri… Insomma, si assicurarono di far sì che tutto fosse perfetto nei minimi dettagli. Tuttavia, come quasi ogni volta che preparavano qualcosa di estremamente fastoso, nonostante fossero arrivati di primo mattino, si ritrovarono a doversi vestire in fretta e furia per non arrivare in ritardo alla festa.

In men che non si dica gli host indossarono le divise preparate appositamente per loro dalla mamma dei gemelli, diedero le ultime disposizioni agli innumerevoli camerieri presenti in sala, misero il disco con canzoni allegre e prettamente natalizie, ed infine aprirono il grande portone alle ragazze ed ai ragazzi della scuola che avevano voluto partecipare.

A quel gesto la sala si riempì di splendide fanciulle vestite con lussuosissimi abiti da sera, con tanto di diademi e collier, che vedendo i membri dell’host in alta uniforme si misero ad urlare concitate; e di ragazzi in frac e gemelli di diamante.

Erano tutte così appariscenti, seducenti ed affascinanti, che persino Haruhi rimase di sasso chiedendosi, forse per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola, come avesse fatto Tamaki a innamorarsi di lei, che continuava ad indossare abiti ordinari e a vestirsi da uomo. Ebbe però poco tempo per stare dietro alle sue riflessioni poiché fu subito risucchiata dal vortice della festa. Difatti, quando iniziò la celebrazione vera e propria, i dischi furono prontamente sostituiti dall’orchestra, che esordì con un walzer dietro l’altro per permettere agli host di eseguire più giri di danze con diverse fanciulle. Poi, al termine dei balli, i ragazzi presero ad intrattenere le proprie ospiti in vari modi; il Lord con le sue frasi ad effetto che, come di consueto, le facevano arrossire. Kyoya con racconti e leggende sull’origine e le usanze del Natale. Honey e Mori con il loro fascino, ed i gemelli spostandosi in un’ala della sala dove avevano preparato svariati giochi da tavolo.

In tutto ciò, ovviamente, decine di camerieri camminavano continuamente avanti e indietro per portare vassoi pieni di prelibatezze e soprattutto di dolci per il tenero Honey che, circondato dalle principesse, ingozzandosi esultò:

“Waaaaaaaaa adoro il nataleeeeeeeeeee”.

“Sì, è davvero bello, e vedervi vestiti a questo modo è il miglior regalo che potessimo desiderare” assentì entusiasta una ragazza.

“Concordo… siete magnifici” rincarò un’altra che, nonostante fosse al tavolo degli Hitachiin, essendo lì vicina l’aveva sentita.

“Anche voi siete un vero incanto per i nostri occhi…” rispose Hikaru sorridendo.

Tuttavia le fanciulle, ampiamente gratificate da quel complimento, non fecero in tempo a rispondere poiché Kyoya, avendo lasciato il suo gruppo, era salito su un piccolo palco in fondo alla sala e aveva preso a parlare al microfono, attirando l’attenzione di tutti dicendo:

“Ragazze, un po’ d’attenzione prego… Tra poco si terrà un torneo di carte al tavolo dei gemelli, vi consiglio di partecipare dal momento che la vincitrice riceverà un dolcissimo bacio sulla guancia dall’host di sua scelta”.

A tale rivelazione la sala fu pervasa da un frastuono assordante, dato che tutte le ragazze avevano urlato eccitatissime prima di precipitarsi al tavolo da gioco per partecipare, mentre il Lord interdetto, visto che non ne sapevano assolutamente nulla, presagendo già il peggio, a quelle parole con Haruhi al seguito silenziosamente si diresse verso Kyoya. Senza farsi notare lo prese da una parte e poi, assicurandosi che nessuno degli invitati li stesse guardando, con tono leggermente alterato gli domandò:

“Cosa ti passa per la testa? Perché non mi hai avvertito?” difatti, essendo lui il preferito del gruppo, era preoccupato che potessero sceglierlo e non voleva ferire i sentimenti della sua ragazza baciandosi, anche se solamente sulla guancia, con un’altra davanti a lei.

“Guarda che l’ha detto prima che scendessimo, non l’hai sentito?” intervenne proprio quest’ultima, a cui non era sfuggito il tono contrariato.

“Appunto, ma chissà in quali fantasticherie a occhi aperti ti eri perso per non avermi sentito ed avermi detto fa’ quello che vuoi…” rispose impassibile l’interpellato.

“Tamaki, qual è il problema?” domandò Haruhi.

“Ma come… vuoi dire che non ti interessa se dovessero scegliere me?” domandò il Lord rivolto alla ragazza, ignorando il re delle tenebre.

“Beh, è solo un bacio sulla guancia, giusto? O dovrei forse preoccuparmi?” chiese lei innocente, mentre Kyoya si allontanava sorridendo.

“Certo che no… però pensavo che ti desse fastidio… Beh, comunque non è detto che scelgano me, no?” rispose, pregando mentalmente che non accadesse.

“No, infatti. Potrebbero anche scegliere me non credi?” scherzò Haruhi facendogli l’occhiolino.

“Se accade Kyoya fa una brutta fine …” affermò serio il biondino.

“Ma smettila di fare il geloso… dai andiamo” sdrammatizzò la ragazza pratica come sempre.

Nel frattempo, al tavolo poco distante da loro, i due Hitachiin avevano il loro bel da fare per stare dietro alle giocatrici che, quella sera, erano veramente accanite. Difatti, dopo quel comunicato, tutte giocavano esclusivamente per vincere. Tra loro però Kaoru riconobbe Minami, e se ne stupì un poco visto quanto si erano detti l’ultima volta che si erano incontrati tuttavia, quando incontrò il suo sguardo, le sorrise tranquillamente.

Fu una gara memorabile, e alla fine vinse proprio quella dolce fanciulla che fu subito invidiata da tutte le altre alla quale però Tamaki, tirando un sospiro di sollievo sapendo che era una fan dei gemelli, con uno smagliante sorriso sulle labbra, chiese:

“Brava principessa… allora? Chi è il fortunato?”.

“Ecco io…” balbettò lei alzando nervosamente lo sguardo su Kaoru, il quale capì le sue paure e le fece un segno d’assenso con la testa, commosso dalla purezza e dalla semplicità di quella ragazza che, ormai completamente rossa e grazie al suo assenso, riuscì a mormorare “Hikaru…”.

Il nominato, sapendo che la fanciulla provava qualcosa di assai profondo per lui e che per di più aveva parlato col fratello, prima di muoversi rivolse il suo sguardo proprio a quest’ultimo per capire se quel gesto in qualche modo potesse dargli fastidio ma, vedendolo sorridere ed acconsentire con la testa, piano si diresse verso Minami e, afferrandola per la vita, le sussurrò:

“Buon natale principessa” e quindi le diede un tenero ma casto bacio sulla guancia, tra le urla di tutte le altre fanciulle che, nonostante l’invidia che provavano, non riuscirono a trattenere l’entusiasmo.

“Anche a te” mormorò questa sentendosi al settimo cielo.

Conclusosi quel dolce momento, la festa riprese fino alla mezzanotte, quando tutti si scambiarono gli auguri. Poi, dopo aver stappato lo champagne e trascorso un’altra ora in allegria, le principesse e gli altri ospiti se ne andarono e, a quel punto, i membri dell’host ne approfittarono per aprire i propri regali. Difatti, chiuse le porte, volarono sotto l’albero e lì ognuno si affrettò a prendere i propri.

Il tutto fu un continuo di scambi e scartamenti tra esclamazioni di stupore ed abbracci reciproci e alla fine Hikaru, felice, avendo preso quello di Kaoru, volendoglielo dare personalmente, si avvicinò al fratello dicendo:

“Spero davvero che ti piaccia”.

“Sicuro, e spero che anche il mio ti piaccia” rispose questi che aveva avuto la medesima idea e porgendogli quindi il proprio pacco, per poi iniziare a strappare la carta del suo, lanciando un urlo di gioia vedendo di cosa si trattasse: la serie dvd completa di Bleach, più il pupazzetto di Abarai Renji, il suo personaggio preferito “ma è fantastico!!!”.

“Davvero? Sono contento!” esultò l’altro felice di quel risultato che poi, con ancora il sorriso sulle labbra, si affrettò a scartare la scatola che aveva in mano, e quando la aprì gridò a sua volta “waaaaaaaaaaaaaa mi hai fatto l’ipod!!! È stupendo!” e nel mentre gli saltò letteralmente addosso, stringendolo fortissimo.

“Sì, sono felice che ti piaccia… ma anche il tuo è stupendo!” affermò Kaoru ricambiando la stretta.

‹‹E non hai ancora visto nulla…›› pensò Hikaru al settimo cielo “era proprio quello che volevo, grazie, grazie, grazie” disse ma, preso dall’euforia e soprattutto dall’immagine del gemello una volta che sarebbero tornati a casa e avesse ricevuto il suo vero regalo, si scordò di essere all’host club e si staccò per dargli un bacio sulle labbra. Gesto che stupì non poco quest’ultimo, il quale rispose per un attimo ma che poi si scostò delicatamente, cercando di non dare nell’occhio, sperando che gli altri non li avessero visti. Certo, gli amici erano abituati alle loro effusioni però nel limite del consentito, ed un bacio, per quanto casto fosse, dato in quel modo poteva creargli non pochi problemi. Tuttavia, accorgendosene, Hikaru, che aveva agito impulsivamente e che si era accorto di quanto aveva fatto solo dopo, sapendo come la pensava il fratello divenne rosso e, abbassando lo sguardo, sussurrò:

“S-scusa… mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo…”.

“Fa niente, tranquillo” lo rassicurò Kaoru intenerito e pensando ‹‹come potrei arrabbiarmi… sei così carino!››.

Sentendo quelle parole l’altro sorrise, gli diede un ultimo bacio sulla guancia e poi scattò verso i compagni per vantarsi del regalo che il gemello gli aveva fatto. Il suo primo bersaglio ovviamente fu il Lord che però, non essendo da meno, con un immenso sorriso di trionfo mostrò la mano di Haruhi sulla quale, al dito medio, spiccava una bellissima fedina d’oro bianco.

“E questa?!” urlarono tutti i presenti sbigottiti da tale rivelazione, per poi aggiungere “ma è bellissima!”.

“Sì, l’ho fatta fare apposta per lei” rispose tutto soddisfatto Tamaki che poi, con aria trasognante, continuò “e questo è niente, quando la riaccompagno a casa la riempirò di coccole…”.

“Come sei dolce Lord… quasi più dei pasticcini che si mangia Honey…” lo prese in giro Hikaru.

“Tamaki finiscila” disse invece Haruhi paonazza per l’imbarazzo mentre tutti scoppiarono a ridere.

“Ma perché? Almeno a loro lascia che dimostri tutto il mio amore per te” piagnucolò l’interessato.

“Sì, ma c’è modo e modo…” ribatté lei che non si era ancora abituata a tutte quelle attenzioni, figurarsi se esibite davanti ad altri, sebbene si trattasse sempre e solo dei loro amici del club.

“E dai lascialo fare, in fondo è raro vederlo innamorato” la punzecchiò Hikaru sghignazzando.

“Su smettila, non vedi com’è imbarazzata?” gli sussurrò Kaoru all’orecchio, cercando di non scoppiare a ridere.

“Beh, ragazzi credo proprio sia ora di andare” intervenne a quel punto Kyoya, provvidenziale come sempre.

“Sì, sì è ora di andare” sghignazzò Hikaru che nel dirlo prese per mano il fratello, si avvicinò ad Haruhi, le diede il solito bacio sulla guancia per far indispettire il povero Tamaki e poi, scappando verso la porta, urlò “ciao a tutti, ci vediamo dopo il trentuno e voi due fate i bravi mi raccomando!” e quindi uscì ridendo.

“Sei terribile…” rise Kaoru camminando verso la macchina che li aspettava.

“Che posso farci? Mi diverte troppo stuzzicarli…” si giustificò l’altro.

“Non si era capito per nulla, comunque… veramente bella quella fedina, anche se penso che nulla possa battere il tuo regalo” affermò il gemello una volta salito a bordo e non staccando gli occhi dalla confezione che teneva stretta tra le mani.

“Mhh io penso che qualcosa ci sia…”.

“Dici?” chiese Kaoru che, nel mentre, pensò ‹‹speriamo gli piaccia la sorpresa che ho lasciato a casa››.

“Sì…”.

“E cosa potrebbe mai essere?”.

“Mhf, non te lo dico…” rispose Hikaru malizioso.

“Uffa! E va bene, non importa, sono felicissimo di questo!” dichiarò il fratello mettendo su un finto broncio.

Quella reazione tuttavia fece divertire non poco il gemello, che lo abbracciò chiedendogli scusa e facendosi così perdonare. Poi una volta tornati a casa, dato che i genitori non c’erano, salirono subito in camera dove Hikaru, dopo essersi spogliato e messo il pigiama, si buttò sul letto dicendo:

“Che stanchezza! È stata una festa bellissima, ma decisamente sfiancante!” e nel mentre osservava Kaoru che, dopo essersi cambiato a sua volta, invece di andare subito al suo fianco, si era diretto alla scrivania. Lì lo vide prendere un piccolo pacchetto che poi gli porse una volta che gli fu davanti, ignorando lo sguardo interrogativo che gli rivolgeva per dire:

“Spero ti piaccia…”.

A quel sussurro che riecheggiò nella stanza, tiratosi a sedere, il fratello iniziò a scartarlo e, una volta tolta la carta, rimase senza fiato nel trovarsi tra le mani una piccola scatolina, all’interno della quale trovò una collana con appeso un ciondolo in oro bianco del kanji raffigurante la parola amore. Restò a guardare quel ciondolo senza riuscire a proferire parola per molti minuti, che ai due sembrarono secoli; non vi erano parole che esprimessero i suoi sentimenti in quel momento. Come poteva esprimere cosa provava sentendo il petto gonfiarsi di gioia, l’adrenalina scorrere nelle vene e la felicità invadere il suo intero essere? Non poteva! E così, con voce leggermente tremante e le lacrime agli occhi, riuscì solo a balbettare:

“È… è bellissimo, io… io… grazie!” dopo di che, rimase a fissarlo per qualche altro istante finché, come ridestato, senza badare al tremore delle mani si apprestò a metterselo e quindi, guardandolo, chiese “come mi sta?”.

“Benissimo…” rispose Kaoru senza aggiungere altro, non ce n’era bisogno. Capiva perfettamente perchè il fratello aveva avuto quella reazione, cosa quel simbolo rappresentasse per lui e così si apprestò a terminare la sorpresa. Aprendo la propria mano, mostrò un ciondolo uguale a quello che il gemello aveva appena indossato e, solo a quel punto, arrossendo spiegò quanto entrambi già sapevano, dicendo “io ne ho uno uguale. Sai, avevo pensato a degli anelli ma poi ho visto questi e mi sono piaciuti molto di più, ti piace come idea? Questi ciondoli saranno il pegno della promessa di amarci che ci siamo scambiati…”.

Durante quel breve discorso Hikaru non gli staccò un momento gli occhi di dosso. Kaoru lo aveva fatto commuovere, quel regalo era stupendo, non se lo sarebbe mai aspettato ma, soprattutto, ancora una volta avevano avuto quasi la stessa idea, e difatti mormorò:

“È stupendo. Io non trovo le parole per esprimere i miei sentimenti davvero… ma per suggellare definitivamente il nostro amore manca ancora una cosa” e così dicendo fece cenno all’altro di seguirlo, si diresse all’armadio e dalla giacca estrasse anche lui un pacchetto dicendo “tieni, spero ti piaccia” e poi rimase ad aspettare che lo scartasse.

Stupito, il fratello tolse velocemente la carta che avvolgeva quel pacchetto tanto simile al suo e, come poco prima era accaduto al compagno, anche lui si ritrovò tra le mani una piccola scatolina di velluto. Senza indugio, nonostante un lieve tremolio delle mani, l’aprì e, al suo interno, vi trovò due bracciali uguali. Erano composti da un cinturino nero con in mezzo una striscia più spessa d’oro bianco, sopra alla quale vi erano incisi due simboli giapponesi.

Vedendoli Kaoru rimase letteralmente senza fiato: non solo il gemello gli aveva fatto un altro regalo, ma aveva pensato anche lui a qualcosa che potesse rappresentare l’unione dei loro cuori.

“Hikaru… ma, ma è meraviglioso, mi sembra tutto troppo bello” balbettò mettendoselo al braccio “e quest’incisione…?”.

“Sì, è il kanji di fedeltà… Sai, dato che l’altra volta hai dubitato dei miei sentimenti ho deciso di imprimerli sopra qualcosa che indosserai sempre, affinché tu non possa scordarlo. Spero che questo ti faccia capire che io sono tuo e basta…” gli spiegò mentre indossava il proprio.

A quelle parole Kaoru lo guardò commosso, non avrebbe potuto chiedere nulla di più visto che gli sembrava di toccare il cielo con un dito.

Poi cercò di parlare per ringraziarlo ma, come era accaduto all’altro, non gli veniva in mente nessuna frase in grado di esprimere tutto l’amore che provava nei suoi confronti, quindi gli buttò le braccia al collo e lo baciò con passione, deciso a farglielo capire con i gesti. Gesto che fu più esplicativo di quanto ogni parola sarebbe mai potuta essere e che rese immensamente felice Hikaru, il quale lo ricambiò con lo stesso trasporto e, quando si staccò, stringendolo forte disse:

“Mi sembra di capire che ti sia piaciuto “.

“Non esistono termini che io possa usare per farti capire quanto…” affermò Kaoru ancora a fior di labbra.

“Ed allora passiamo direttamente ai fatti….” mormorò di rimando l’altro che, mettendogli una mano sul petto, lo fece lentamente indietreggiare sino a fargli toccare con il retro delle ginocchia il letto sul quale, successivamente, lo spinse. Poi, quando vi fu caduto sopra, dato che il gemello aveva spalancato le braccia per accoglierlo, si abbassò su di lui e, una volta che se le sentì strette attorno al collo, lo trascinò sino al cuscino dove, facendoglici poggiare la testa, iniziò a baciarlo intensamente. Dire che era felice era un eufemismo. Era in camera, con il suo Kaoru, con cui si stava baciando e con il quale si era scambiato il simbolo del loro amore eterno; ormai non vi erano dubbi.

Difatti era sicuro che, quanto si erano dati quella sera, erano simboli materiali di una promessa d’amore eterna. Ma Hikaru non era l’unico a provare tali sentimenti, anche Kaoru sentiva il cuore scoppiargli per la gioia. Il fratello gli aveva dimostrato, una volta di più, di amarlo con la sua stessa intensità, e lui aveva intenzione di donargli tutto se stesso senza più riserve. Voleva fondersi con lui, in modo che da quell’unione le loro anime diventassero una cosa sola che non sarebbe stata divisa nemmeno dal più bieco dei destini. E, per far capire al gemello quanto grande fosse il suo amore, mentre alcune lacrime di gioia gli scivolavano sulle guance, piano sussurrò:

“Hikaru ti amo, e se un giorno smetterò di farlo sarà solo perché il mio cuore avrà smesso di battere…”.

“E lo stesso vale per me… ora e sempre… non smetterò mai di farlo” rispose fermo l’altro che, al contempo, con il pollice tirò via alcune gocce che gli rigavano il viso.

A quelle parole Kaoru, sentendo il proprio battito accelerare ancora di più, riprese a baciarlo con foga e nel mentre face scendere le proprie mani sotto la sua maglia per togliergliela e poterlo accarezzare liberamente. Quella era la sua risposta a quella stupenda dichiarazione ed Hikaru, che aveva perfettamente percepito l’intensità dei suoi sentimenti, lo lasciò fare godendosi ogni attimo di quel momento. Eppure, nel frattempo, anche lui lo spogliava piuttosto velocemente, perchè voleva sentire il calore del suo corpo, toccare la sua pelle chiara, vedere e baciare il suo petto nudo ed ogni altro centimetro del suo corpo.

In poco meno di due minuti gli tolse tutti i vestiti lasciandolo solo in biancheria, al contrario di Kaoru che, notando la velocità con cui il fratello lo aveva svestito, ancora più impaziente di lui gli tolse tutto, lasciandolo completamente nudo. Il ragazzo, infatti, si sentiva bruciare da una frenesia che non aveva mai sentito prima di allora. Aveva voglia di toccarlo e, soprattutto, di sentire le mani dell’altro sfiorare ogni angolo del suo corpo. Cosa che accadde molto presto: infatti ad Hikaru non era certo sfuggita la sua impazienza ma, mentre soddisfa quella muta richiesta, ancora sopra di lui non poté fare a meno di fissarlo intensamente per qualche istante.

Era stupendo come sempre, ed il desiderio che leggeva nei suoi occhi lo eccitava tantissimo. Tuttavia, dopo averlo contemplato per qualche istante che ai due sembrò durare un’eternità, abbassandosi prese a baciarlo sul collo e, al contempo, mentre lo carezzava iniziò a strusciarsi sul suo corpo, sussurrandogli:

“Hai davvero un buon profumo” difatti, sebbene lo avesse baciato spesso in quel punto prima d’allora, non aveva mai fatto caso a quanto fosse dolce e delicato l’odore della sua pelle.

“Anche il tuo lo è, sono sicuro che lo riconoscerei tra mille” mugolò sommessamente Kaoru a causa di quelle attenzioni, e mentre lo diceva iniziò anche lui iniziò a far vagare le sue mani sul corpo del gemello, passandogliele febbrilmente tra i capelli, facendole riscendere successivamente sul collo, sulla schiena e quindi soffermarsi a stuzzicare i capezzoli, già duri come due sassolini. Gesti che fecero fremere Hikaru, il quale non aveva smesso un momento di baciarlo e strusciarsi, e lo portarono a mormorare:

“Mi fai impazzire…”.

“È quello che voglio…” rispose il fratello sollevandosi appena e spingendolo leggermente di lato, in modo da poter ribaltare le posizioni, così da metterglisi sopra e, una volta che si fu imposto, prese a baciarlo dove, fino a poco prima, c’erano state le sue mani facendolo mugolare. Gli piaceva terribilmente sentirlo, e gli piaceva ancora di più il fatto che il gemello lo assecondasse in tutto. Lentamente scese sino alla sua virilità, avvolgendola con la propria bocca e, quando questo avvenne, Hikaru allargò le gambe e, a differenza di qualche sera prima, non provò neanche a fermarlo.

Difatti quest’ultimo, essendo venuto a conoscenza dei desideri del gemello, ed essendosi lasciato alle spalle la paura di perdere il controllo, poté gustarsi ogni singolo atto d’amore che compievano. Gli piaceva da impazzire quello che il suo amato stava facendo, ad ogni movimento sentiva il proprio respiro farsi più intenso ed i versi che gli uscivano dalla bocca farsi maggiormente acuti. Tuttavia, quando il piacere salì ancora, istintivamente gli mise una mano sulla testa, affondando le dita sottili tra i suoi capelli, cercando però di non stringere troppo la presa per non fargli male. Dolore che Kaoru non avrebbe avvertito neanche volendo perchè troppo appagato da quel risultato. Il pensiero di riuscire a dare tutto quel piacere al fratello lo eccitava terribilmente, tanto che l’erezione che aveva tra le gambe iniziò a dolergli e dovette abbassarsi i boxer che, l’altro non gli aveva ancora tolto, per impedire vi premesse contro. Ma a quel punto Hikaru, che stava arrivando all’apice del piacere, sentendo di stare per venire strinse di più la presa ansimando:

“Kaoru… b-basta…”.

A quelle parole, capendo il perchè, il gemello si arrestò e, risalendo, avvicinandosi all’orecchio del fratello vi sussurrò:

“Hikaru, ti prego…” e, per fargli capire cosa intendesse, gli prese una mano portandosela nella fessura tra le natiche.

“Kaoru io…” balbettò l’altro restando di sasso a quel gesto inaspettato, ritirandosi leggermente

ma, vedendo l’espressione decisa e allo stesso tempo implorante del compagno, decise di non fermarsi. Tuttavia precisò “però non andrò oltre questo…” dopo di che ritrasse la mano, per portarsela alla bocca e, dopo essersela ben inumidita, la riportò tra le gambe del fratello dove, stuzzicata la sua entrata, piano iniziò ad inserire un dito cercando di carpire ogni singola reazione per vedere se gli facesse male. A differenza della prima volta però, Kaoru provò solo in leggero fastidio a quell’intrusione. Difatti era troppo su di giri per provare dolore, ed inconsciamente iniziò a strusciarsi sul corpo caldo che era sotto di sé. Rifuggendo quando quel dito andava a fondo, eppure andandogli incontro quando faceva per uscire, mentre con le labbra gli baciava il collo anche se Hikaru, data la propria eccitazione, dovette sussurrargli:

“K-Kaoru… non muoverti così…”.

L’altro sentendolo tentennò. Non voleva fermarsi, anzi, desiderava farlo impazzire e fargli perdere il controllo così che non si arrestasse una volta finito però, capendo che glielo aveva detto perché prossimo all’orgasmo, decise di assecondarlo. Così diminuì l’intensità dei suoi movimenti fino a fermarsi, ma a quel punto Hikaru ne approfittò per sfilare il dito da dentro di lui e piano lo fece girare. Poi, una volta che lo ebbe messo con le spalle al letto, gli si mise sopra e, allargandogli le gambe, riportò la mano dov’era, scese verso il basso con il viso e, senza fermare il movimento delle dita, afferrò il suo membro tra le labbra ed iniziò a muoversi. Voleva fargli provare un piacere immenso, cosa in cui riuscì alla perfezione. Difatti a quei gesti Kaoru prese ad emettere dei gemiti piuttosto forti, ed essi accrescevano di intensità man mano che il gemello aumentava il ritmo:

“Hikaru… è… bellissimo….” ansimò sbalordito dalle sensazione nuove che stava provando, donando a quest’ultimo un’immensa gioia. Non solo Kaoru si era lasciato andare, stava addirittura provando piacere!

Tuttavia sentire quei lamenti lo fece infervorare più di quanto già non fosse e, senza quasi accorgersene, le sue dita andarono più a fondo e il suo movimento con la bocca si intensificò, aumentando al contempo le sensazioni che il fratello provava. Però, nonostante il suo corpo fosse squassato da brividi sempre più forti per l’immenso piacere, con uno sforzo quest’ultimo spostò la testa del gemello ansimando:

“Voglio di più da te…”.

“Lasciami finire allora…” rispose Hikaru che, detto ciò, si riportò tra le sue gambe.

“No” affermò deciso l’altro, sicuro che se gliel’avesse permesso, dopo sarebbe finito tutto “lo voglio ora!”.

“Non essere impaziente….” mormorò allora il compagno in tono malizioso, sperando che così lo lasciasse finire.

“E invece per una volta lo sarò…” replicò risoluto.

Parole che fecero sì che Hikaru si fermasse e lo fissasse piuttosto intensamente, indispettito per essere stato fermato, ma soprattutto perché sapeva cosa voleva dire il fratello con quelle frasi. Frasi dette nonostante sapesse che lui non voleva andare oltre, visto che glielo aveva detto chiaramente, e che lo portarono a chiedersi per quale motivo il gemello dovesse insistere a quel modo. Tuttavia, avendo avvertito il suo tono e non volendo farlo sentire nuovamente respinto come era già successo, restò un momento a pensare a come uscirne e quindi, altrettanto serio, disse:

“Va bene, se vuoi di più…. ma sappi che devi essere tu a prendertelo, ti ho detto che non voglio infliggerti nuovamente quel dolore. Se vuoi andare oltre per me va bene, però sarai tu a dovermi prendere, così forse poi capirai perché non ho intenzione di farlo!”.

“No! Ti ho detto che voglio che tu lo faccia, ti ho detto che lo desidero, che altro devo dirti per convincerti? Ti prego…” lo implorò Kaoru fissandolo negli occhi.

“È questo il punto, non devi convincermi. Lo so che lo fai perché pensi che voglia di più, sono io che ti sto dicendo che mi basta questo… perché non puoi fidarti per una volta?” chiese.

“Ma io mi fido, solo che non capisci che anch’io lo desidero? Sei tu che non ti fidi di quello che ti dico”.

“Io… Scusa, sono un egoista. Prima ti forzo a farlo, ora ti dico che non voglio… Sono un vero cretino, non tengo mai in considerazione i tuoi sentimenti…” mormorò l’altro con voce mogia e spostandosi. Era confuso, non sapeva neanche lui quello che doveva fare.

Certo voleva fare l’amore con lui, ma ripensare a quanto gli avesse fatto male lo faceva inorridire. Sentiva, dentro di sé, due forze contrastanti: una gli diceva di prenderlo, l’altra di continuare come avevano sempre fatto. Aveva un peso immane sul cuore, e la cosa peggiore era che in tutto ciò non riusciva a trasmettere quei sentimenti al gemello il quale però, vedendogli quell’espressione confusa dipinta sul viso, gli si avvicinò nuovamente dicendo:

“Ti prego non fare così, vogliamo entrambi la stessa cosa, ma se… se non te la senti lo capisco. Non voglio che stai male per questo! Io voglio solo renderti felice….” e poi aprì le braccia aspettando che l’altro si decidesse ad abbracciarlo.

Gesto al quale Hikaru rispose lanciandosi verso di lui e stringendolo. Rimasero in quel modo per qualche minuto, godendo e traendo conforto l’uno della presenza dell’altro, ma alla fine fu proprio quest’ultimo ad interromperlo mormorando:

“Io lo voglio, ma ho così paura di farti male… E la cosa che più mi spaventa è che tu non me lo dica. Continuo a pensare che se l’altra volta non me ne fossi accorto… Non me lo sarei mai perdonato” e nel dirlo una lacrima gli scese lungo il viso.

“Oh, Hikaru… Ti ho promesso che non lo farò mai più, no? E poi lo sai anche tu che un po’ di dolore è il prezzo da pagare e che non mi spaventa, fidati di me…” rispose leccandogli via quella lacrima solitaria.

“Non era un po’ di dolore…” affermò l’altro guardandolo male, anche se poi lo abbracciò e lo fece ricadere sul letto dicendo “io mi fido di te…”.

“Dimostramelo allora…” sussurrò Kaoru sorridendogli dolcemente ma, a tale risposta, il fratello deglutì.

Sapeva bene che quella volta non poteva tirarsi indietro, e così senza dire nulla lo baciò, gli afferrò nuovamente il membro che prese a massaggiare piuttosto energicamente sin da subito per farlo venire e, quando questo avvenne, fece scendere la mano tra le gambe. Arrivato alle natiche introdusse per la seconda volta un dito in lui, muovendolo lentamente prima e velocemente poi, fino a quando, sentendolo pronto, ne inserì un secondo riproducendo le stesse mosse di poco prima mentre Kaoru, sotto di lui, era rimasto letteralmente senza fiato. Non si sarebbe mai aspettato che il gemello si decidesse per il sì, vista la titubanza. Anche se colto alla sprovvista, cercò di prepararsi e di rilassarsi il più possibile, tuttavia quando sentì quella seconda intrusione farsi strada dentro di sé avvertì un po’ di fastidio ma, mettendogli le mani sulle spalle per farlo abbassare, sensualmente disse:

“Baciami”.

Ovviamente Hikaru fu ben felice di accontentarlo, e non mancò di farlo con quanta più passione poteva mentre, più in basso, continuava il suo movimento per farlo abituare gradualmente. Infatti, al contrario della prima volta, continuò a lungo, dosando la pressione delle dita e la profondità con cui le faceva affondare in lui. Grazie agli intensi gemiti di poco prima aveva capito dove e come toccare per dargli piacere, e ciò gli dava un minimo di sicurezza, quel tanto che bastava a farlo andare avanti e non fermarsi.

‹‹Stavolta deve essere tutto perfetto›› pensò mentre, sotto di lui, Kaoru mugolava sommessamente.

Quei movimenti avevano preso a fargli riprovare quello strano piacere, estremamente diverso da quello che saggiava abitualmente, quando il fratello si limitava a toccarlo all’esterno e, senza neanche accorgersene, quando la libidine raggiunse i picchi più alti, prese a muovere il bacino seguendone il movimento impostato dal gemello che, quando se ne accorse, senza fermarsi, gli sussurrò:

“Ti piace?”.

“Sì…” riuscì a mugolare tra i gemiti.

A quella risposta Hikaru sorrise. Sapeva che era così poiché sentiva il suo membro duro sfregarsi sul suo addome, ma gli era piaciuto sentirglielo dire: lo eccitava più di quanto già non fosse.

Così continuò ancora finché, sicuro di averlo preparato abbastanza ed essendo ormai anche lui al limite, ritrasse le dita, si alzò leggermente e, guardando il suo amore dritto negli occhi, asserì:

“Stavolta voglio la verità…”.

“Sì… non preoccuparti” ansimò l’altro accarezzandogli una guancia.

Gesto che intenerì molto Hikaru, il quale flesse appena il volto baciandogli il palmo prima di alzargli delicatamente le gambe per portargliele al petto, come aveva fatto la volta precedente, e dopo un momento di esitazione si afferrò il sesso per poggiarlo sulla sua entrata e, piano, iniziare a penetrarlo dando libero accesso solo alla punta, facendo trattenne il respiro a Kaoru per quella intrusione. Questi infatti, al contrario di poco prima, avvertì un po’ più di un leggero fastidio visto che un glande era più grosso di due dita, ma poiché era sopportabile aspettò che il fratello continuasse e Hikaru, vedendo che non si lamentava, entrò ancora.

Ovviamente non gli staccò gli occhi di dosso un solo istante per assicurarsi che fosse tutto a posto ma, vedendo che era tutto rosso e con gli occhi luminosi, non poté fare a meno di pensare che aveva un’espressione davvero bellissima. Lo amava da impazzire, e ad ogni minuto che passava si convinceva sempre più che nessun altro gli avrebbe provocato tali emozioni. Tuttavia, a causa di quella lentezza causata principalmente dall’incertezza, avendo paura che si fermasse, Kaoru lo incitò ad andare avanti.

A quelle parole Hikaru fece un cenno di assenso ed entrò ancora emettendo un flebile mugolio, ma a quel punto il gemello chiuse gli occhi poiché avvertì del dolore, cosa di cui l’altro si accorse e quindi si arrestò chiedendo:

“Ti sto facendo male?”.

“Un po’, ma non preoccuparti. Riesco a sopportarlo, continua e non fermarti se non te lo dico io” lo rassicurò Kaoru.

La sua voce bassa e appena tremante però gli fecero guadagnare uno sguardo assai titubante da parte di Hikaru, certo vedeva che non era come la prima volta, ma era cosciente che stesse provando dolore e ciò gli bastava per farlo sentire in colpa tuttavia, essendo quasi a metà e volendosi fidare del fratello, decise di non fermarsi. Lentamente continuò ad entrare in lui fino a che, arrivato quasi in fondo, non diede l’ultima spinta un po’ più forte per penetrarlo completamente, e non prolungare ulteriormente quella dolce ma pur sempre pena.

Quella mossa inaspettata però fece mozzare il respiro a Kaoru che, non trattenendosi, buttò fuori in un colpo solo tutta l’aria che aveva trattenuto nei polmoni fino a quel momento, aggrappandosi al contempo alle spalle del gemello che, sentendosi stringere tanto forte, esclamò:

“Kaoru?!”.

“Ferma… fermati un attimo…” boccheggiò l’altro, il dolore infatti si era fatto man mano che si faceva strada in lui più forte ed era arrivato al culmine con quell’ultima spinta.

“Sì, certo” annuì e, sentendosi impotente, fece l’unica cosa che gli venne in mente: prese ad accarezzargli la guancia.

Intanto, sotto di lui, Kaoru cercava di respirare normalmente anche se era difficile. Quel dolore sembrava pervadergli le membra rendendogli difficoltoso persino quel gesto, ma fortunatamente a poco a poco si calmò e, quando riaprì gli occhi, vedendo che il fratello lo guardava con espressione assai preoccupata, gli sorrise. Voleva rassicurarlo, sentiva la sua mano tremare leggermente ed il suo sguardo angustiato parlava da solo, e così gli prese la mano facendogli un piccolo cenno di assenso con la testa visto che non si fidava della propria voce. Gesto che divise letteralmente Hikaru in due. Da una parte si sentiva straziare non sapendo come alleviare quel dolore, ed impotente dato che poteva solamente accarezzarlo. Dall’altra sentiva il cuore rigonfio d’amore e di gioia per quella persona che gli stava donando tutta se stessa. Lo vedeva tremendamente fragile, eppure estremamente forte allo stesso tempo. Lo ammirava profondamente, ed in quel momento più che mai capì che dei due Kaoru era sicuramente il più forte, non c’erano dubbi.

Così continuò ad toccarlo dolcemente e poi, quando notò che il suo respirò si era fatto più normale, l’unica cosa che riuscì a dirgli fu:

“Come va?”.

“Meglio” rispose il gemello sfiorandogli a sua volta una guancia, felice che gli riservasse tutte quelle attenzioni “puoi continuare…”.

“No, voglio che ti abitui prima…” affermò l’altro che, lasciandogli le gambe affinché gli ricadessero lungo i fianchi, piano si avvicinò con il petto al suo e, sdraiandosi sopra di lui, lo baciò sulle labbra.

Contatto che Kaoru ricambiò con estremo trasporto intrecciandogli le braccia attorno al collo e passandogli le mani tra i capelli, che strinse forte. Però, nonostante il dolore fosse diminuito e non fosse più soverchiante come poco prima, era consapevole del fatto che non sarebbe sparito finché non fosse tutto finito così, staccandosi, incitò nuovamente il fratello a continuare. Ancora una volta lo rassicurò dicendogli che andava tutto bene, e questi lentamente iniziò a muovere il bacino ondeggiando sopra di lui con grazia, affinché si abituasse, ma nel mentre non smetteva di baciarlo e accarezzarlo.

Era bellissimo, stava provando una sensazione mai saggiata prima, e avrebbe voluto che anche il suo Kaoru provasse le stesse cose. Sì, lo stesso immenso piacere che stava provando lui in quel momento, ma purtroppo il compagno era ben lontano dal provare piacere. Ogni spinta, per quanto fosse delicata, era un supplizio che gli procurava piccole e ripetute fitte, ma non volendo fermarsi si fece coraggio e, ricordandosi della propria intenzione di esaudire i desideri del gemello, riuscì a resistere. Il piacere sarebbe arrivato anche per lui, doveva solo attendere che si abituasse. Ad una spinta più profonda delle altre però non riuscì a controllarsi e, senza volerlo, morse con forza la spalla di Hikaru che, preso alla sprovvista, gemette:

“Ahhh!”.

“Scusami, non l’ho fatto apposta” mormorò il fratello contrito.

“Non preoccuparti…” rispose l’altro diminuendo l’energia delle spinte, gesto che non servì a molto.

Kaoru infatti continuava a sentirsi lacerare da quelle spinte, tuttavia seguitava a tener duro. Avrebbe fatto di tutto per il suo amato, e così si portò una mano alla bocca mordendosi un dito continuando nell’intento di rilassarsi il più possibile. Hikaru però, notando che il fratello non si muoveva, si staccò per guardarlo in volto e, così facendo, notando che si stava mordendo il dito, portò la mano sulla sua e quindi spostandogliela ansimò:

“Ti… ti fa… ancora male…?”.

“Un po’, ma non preoccuparti… è sopportabile” rispose il gemello cercando di sorridere il più naturalmente possibile.

A quella risposta però Hikaru si incupì, aveva perfettamente capito che il suo piacere era il dolore del fratello e lui non voleva quello. Ovviamente ciò accadeva perché non sapeva come muoversi essendo alla sua prima esperienza, in più il sapere che Kaoru stava male lo faceva andare completamente nel pallone.

Per un momento pensò di fermarsi, ma quell’idea lo abbandonò nel momento stesso in cui pensò a quanto l’altro stava sopportando per lui e così, ormai al limite, fece quello che avrebbe dovuto fare fin da subito: afferrò il membro del compagno ed iniziò a massaggiarlo, sperando che almeno così potesse provare un minimo di sollievo e potessero raggiungere l’orgasmo entrambi. E difatti la reazione di Kaoru non tardò ad arrivare, sentendo la mano del fratello iniziare a dargli piacere mugolò e, poco a poco, la soglia del dolore scese di qualche altra tacca mentre l’eccitazione saliva di pari passo. Tanto che, mentre cominciava a muoversi lentamente cercando di seguire le spinte, iniziò ad ansimare il suo nome ed Hikaru, felice di sentirlo, gemette:

“Sì…” quei movimenti lo rassicurarono e lo invadevano di mille sensazioni al tempo stesso. Si sentiva bruciare dalla passione e, senza volerlo, riprese a spingere piu forte e a toccarlo piu intensamente sino a che, giunto al limite, sussurrò “cosa devo fare?”.

Tuttavia a quella domanda Kaoru, non certo di averne afferrato il senso visto che più di una volta in quel rapporto il gemello gli aveva chiesto se fosse stato il caso di andare avanti o fermarsi, come sempre rispose:

“Continua….” mentre a ogni spinta sentiva il dolore e il piacere fondersi ed alternarsi, salendo e scendendo quasi fosse una marea.

Hikaru a tali parole si lasciò andare dentro di lui, gemendo fortissimo ed inarcando la schiena e Kaoru, sentendo il suo seme caldo riversarsi dentro di lui, sgranò gli occhi non perdendosi nessuna delle molteplici espressioni che si dipinsero sul volto del fratello. Le quali, unite alla sensazione del piacere dell’altro, lo commossero e lo colmarono di un’eccitazione assoluta, che in fondo era stato lui stesso a provocare. Senza neanche accorgersene, a quell’ondata di estremo piacere, si mosse un po’ più velocemente e, poiché anche il gemello prese ad accelerare i movimenti della mano, poco dopo venne anche lui ansimando forte e sporcandosi il ventre. Il tutto sotto lo sguardo appagato e lussurioso di Hikaru, il quale lo aveva fissato per tutto il tempo imprimendosi a sua volta ogni espressioni del gemello, che finalmente sembravano esprimere solo piacere. Poi, avendo anche lui raggiunto l’orgasmo, lasciò la presa sul membro del gemello e delicatamente si lasciò ricadere sul suo petto, ormai esausto; erano durati tantissimo per essere la prima volta. Tuttavia, così facendo, sentì il suo basso ventre bagnarsi del piacere dell’altro, il proprio cuore battere dieci volte piu forte del normale, e il respiro che non accennava a voler tornare normale. Ma la cosa bella era che sentiva che anche il fratello era nelle sue stesse condizioni, e questo lo rassicurava. Avrebbe voluto restare così per sempre. E mentre lo pensava si concentrò sugli ansimi che Kaoru non riusciva a frenare per potersi calmare. Si sentiva distrutto. Tuttavia, quando Hikaru si mosse per sistemarsi meglio e il suo membro scivolò fuori, non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo, aveva provato parecchio dolore e ancora non si era del tutto calmato. Ma nonostante ciò non rimpiangeva di aver insistito tanto per fare l’amore, infatti già solo il vedere le espressioni dipinte sul volto del compagno, lo ripagava di ogni sforzo. Al contrario di Hikaru, che comunque aveva non pochi sensi di colpa e che, accortosi del suo sospiro, spostandosi di lato per non gravargli ulteriormente gli diede un bacio sul petto sussurrando:

“Mi dispiace, avrei voluto che fosse più piacevole”.

“Non dire così, per me lo è stato ed anche di più… ” disse Kaoru girando la testa per guardarlo negli occhi dato che non ce la faceva a muoversi, per poi continuare chiedendo “tu piuttosto? Cosa mi dici? Come è stato?”.

“Bello…” rispose solo abbassando lo sguardo, vergognandosi a dire che era stato bellissimo e che non aveva provato nulla di così piacevole in tutta la sua vita, soprattutto perché sapeva che per l’altro era stato molto doloroso.

“Non esagerare con l’entusiasmo, eh!” lo prese in giro Kaoru.

“Scusa…” disse ancora piu imbarazzato.

“Non scusarti, non ce n’è bisogno” sorrise allungando un braccio per scompigliargli i capelli, ricevendo in cambio un forte abbraccio, seguito da un:

“È solo che vorrei davvero che avessi provato piacere”.

“Ma l’ho provato, non te ne sei forse accorto?” chiese malizioso.

“Sì…” sospirò, non voleva certo finire col litigare e rovinare quel momento così gli poggiò la testa sulla spalla e prese a carezzargli il petto, scendo poi alle gambe e facendo sospirare il gemello a quei tocchi leggeri. Il quale dopo un po’ piano iniziò a muoversi per cercare di mettersi più comodo, ma nel farlo avvertì qualcosa di vischioso colargli in mezzo alle natiche e che lo fece mugolare di disappunto. Capendo cosa fosse, imbarazzassimo, non seppe cosa fare né come dirlo all’altro che, udendolo e vedendolo arrossire di colpo, stava per chiedergli cosa fosse accaduto ma, poiché quel movimento fece sì che la sua mano gli finisse tra le gambe, sentendo che erano bagnate senza dire una parola si girò, prese un fazzoletto, e delicatamente lo asciugò.

“I-io… grazie” balbettò Kaoru al colmo della vergogna, desiderando solo di potersi sotterrare.

“Non vergognarti, sono io che non avrei dovuto…” mormorò il fratello.

“Ma no… non dire così….” bisbigliò non sapendo bene nemmeno lui cosa dire.

“Te la senti di alzarti e fare una doccia?”.

“O-ok” rispose un po’ titubante, fosse stato per lui non si sarebbe mai mosso, ma venendo si era sporcato tutto il ventre ed era meglio pulirsi. Se la madre fosse entrata in camera per svegliarli la mattina… beh, non sapeva proprio cosa sarebbe successo, e non aveva intenzione di scoprirlo.

“Bene” asserì Hikaru alzandosi, aspettando che anche l’altro facesse lo stesso.

“Vai a preparare la doccia, io arrivo subito” disse però il gemello, vedendo che lo aspettava.

“D’accordo” assentì l’altro avviandosi.

Entrato in bagno si guardò allo specchio, e l’occhio gli cadde subito sul bellissimo ciondolo regalatogli da Kaoru che brillava sul suo petto. Lo osservò a lungo, con il sorriso sulle labbra, ne toccò i contorni leggermente appuntiti, ma alla fine spostò lo sguardo sul proprio viso e notò che c’era qualcosa di diverso in lui. Non sapeva bene cosa, eppure qualcosa c’era. Si sentiva diverso, ma non riuscendo ad identificare il cambiamento restò a fissarsi mentre il fratello, nell’altra stanza, si alzava dal letto con estrema lentezza e senza trattenere più nessuna smorfia visto che non c’era il compagno a fissarlo. Poi, con la stessa lentezza, si avviò verso il bagno dove una volta entrato, trovando il gemello ancora intento a fissarsi allo specchio, rimase a guardarlo. Era veramente una visione magnifica completamente nudo.

Intanto Hikaru, che non si era accorto minimamente della presenza dell’altro poiché troppo immerso nei propri pensieri, continuava a contemplarsi. Era tutto uguale, solo qualche leggero segno rosso sparso tuttavia Kaoru, capendo di non essere stato udito, si avvicinò e lo abbracciò da dietro

facendolo sobbalzare.

“Scusa ho scordato di aprire l’acqua” sorrise Hikaru vedendo la faccia del gemello riflessa nello specchio e girandosi verso di lui, mentre il suo cuore cercava di riprendere un battito naturale dato lo spavento.

“Tranquillo, piuttosto cosa stavi fissando così intensamente?”.

“Il mio riflesso…”.

“E come mai? Mica è la prima volta che ti vedi, anzi, si può dire che lo fai di continuo guardando me..” sorrise Kaoru divertito da quella risposta.

“Sì, ma stavolta è diverso… non so, mi vedo differente… Come se qualcosa fosse cambiato, non so spiegartelo…” disse un po’ in difficoltà.

“Credo sia solo una tua sensazione…”.

“Mhh… forse hai ragione” rispose girandosi e guardandosi un’altra volta.

“Dai facciamoci questa doccia, mi sento stanchissimo” lo esortò il fratello, conducendolo nella doccia.

Una volta dentro il vano Hikaru prese il manico della doccia e, regolata l’acqua, iniziò a bagnare il fratello stando attento a non fare lo stesso con i capelli, si bagnò a sua volta e, preso il sapone, cominciò a lavare le spalle del gemello che chiuse gli occhi e si lasciò detergere da quelle mani gentili. Si sentiva così stanco che avrebbe addirittura potuto addormentarsi sotto l’acqua.

Quando ebbe finito, Hikaru lo sciacquò, fece lo stesso su di sé, richiuse l’acqua e, una volta usciti, lo avvolse in un grande asciugamano col quale prese a frizionarlo per asciugarlo. Lo vedeva spossato, e non voleva che muovesse neanche un muscolo ma il fratello, ripresosi un po’ dal torpore in cui era caduto, prendendogli il panno disse:

“Lascia, faccio io, tu pensa ad asciugarti o ti viene un malanno. Mica vorrai partire per le terme ammalato, no?”.

“No, ma lasciami finire che voglio coccolarti un po’! E comunque qua dentro fa talmente caldo che non potrei ammalarmi neanche se volessi” rispose ridendo e riacchiappandogli l’asciugamano.

“Va bene” concesse, in fondo non dispiaceva mica essere vezzeggiato in quel modo visto che solitamente era lui a prendersi cura dell’altro.

Hikaru, soddisfatto, riprese a frizionarlo con il sorriso sulle labbra poi, dopo averlo asciugato per bene, si avvolse a sua volta in un altro telo per fare lo stesso. Una volta finito gli prese la mano, se lo trascinò in camera, gli mise il pigiama e, quando ebbe finito, esclamò:

“Ora sei perfetto!”.

“Cosa farei senza di te?” sussurrò commosso Kaoru sorridendogli e abbracciandolo stretto.

“Tante cose in meno…” sghignazzò malizioso Hikaru, infilandosi anche lui i pantaloni e la maglia, guadagnandosi una linguaccia da parte del gemello che, stendendosi sotto le coperte, sdraiandosi su un fianco disse:

“Domani arriva la nonna”.

“Già, sono contento. È da quest’estate che non la vediamo” rispose l’altro sbadigliando ed andandogli accanto.

“Sì, chissà quanti bei regali ci porterà…” biascicò il fratello, abbracciandolo.

“Mhh…” mugolò Hikaru chiudendo gli occhi che non riusciva più a tenere aperti, per poi mormorare un buonanotte e crollare entrambi.