Gelosia – parte 1

Panico ed euforia

Udendo la voce della madre annunciare, come un fulmine a ciel sereno, che lei e il padre erano rincasati, i due ragazzi si arrestarono di colpo.

“Accidenti!” mormorò tra i denti Hikaru che in tutta fretta si alzò sorvolando sul fatto che il fratello non aveva risposto alla sua ultima affermazione poi, tirandosi su i pantaloni e recuperando il maglione per infilarselo, chiese “sono solo le sei e mezzo che ci fanno a casa? Non dovevano tornare stasera?”.

“Così avevano detto! Aaahhh, proprio ora dovevano arrivare?! Io sono tutto nudo” si lamentò l’altro chiaramente agitato alzandosi a sedere sul letto.

“Sbrigati a vestirti…o vuoi che ti trovino così?” lo rimproverò il gemello che al suo contrario, fortunatamente, era già pronto.

“No mi muovo, tu intanto apri un po’ la finestra” disse e, ancora nel pallone, non ricordandosi dei vestiti che il fratello poco prima aveva lasciato sulla sedia, corse all’armadio per tirare fuori la prima cosa che gli capitò sotto mano senza preoccuparsi di perdere tempo con la biancheria.

Hikaru, vedendolo tremendamente nervoso, senza menzionare gli abiti sulla sedia per non perdere ulteriore tempo, fece quanto gli era stato chiesto e, tornando nuovamente a guardarlo, disse:

“Io scendo altrimenti rischiamo che ci piombano in camera…” e si avviò ma prima di aprire la porta, come per un ripensamento, si voltò nuovamente verso il gemello e continuò “tu però vedi di metterti un paio di boxer…” e, senza aspettare la risposta, uscì urlando un “bentornati!”.

Kaoru però, data la fretta, ovviamente non gli diede retta e sbuffando, sbrigandosi più che poteva, si infilò i vestiti che aveva tirato fuori. Così, non appena fu un minimo presentabile, gli corse dietro scapicollandosi prima fuori dalla camera poi giù per le scale e, atterrato al fianco del fratello, immediatamente gli circondò il collo con un braccio. Non voleva neanche immaginare lo spavento che la mamma si sarebbe presa se non li avesse visti insieme. Conoscendola di certo si sarebbe preoccupata moltissimo e avrebbe pensato a chissà quali catastrofi fossero successe per averli separati durante la sua assenza, dato che da quando erano nati non si erano divisi un secondo.

“Ciao ragazzi…siete stati bene?” domandò la donna guardandoli un po’ perplessa, dato che entrambi avevano il fiatone e parevano piuttosto vivaci anzi, per meglio dire, più del solito.

“Ma certo! Voi invece…” iniziò Kaoru dissimulando il fiato corto.

“…come mai già a casa?” concluse Hikaru.

“Cos’è non siete contenti? O magari ne stavate combinando una delle vostre ai domestici e vi abbiamo rotto le uova nel paniere?” chiese e, divertita, fece l’occhiolino al marito.

“Ma mamma! Lo sai che non lo facciamo più” strillarono all’unisono facendo scoppiare a ridere entrambi i genitori.

“Piuttosto…”cominciò Kaoru.

“…vi siete divertiti? Cosa ci avete portato?” continuò Hikaru.

“Ahhh è per questo che vi siete precipitati allora!” disse il padre.

“Ovviamente” affermarono in coro beneficiandoli di un immenso sorriso.

“Ah, ecco cos’era tutta quell’impazienza… Eh si! I nostri ragazzi sono cresciuti e i dispetti li fanno solo al povero Tamaki…” disse la donna, divertita al pensiero delle numerose torture che i figli infliggevano a quel povero ragazzo ma poi, vedendo le loro espressioni semi imbronciate dalle quali tuttavia sbucava un ghigno beffardo, continuò: “suvvia non fate quelle facce e guardate qui…” iniziò e, aprendo la piccola valigia al suo fianco, tirò fuori due completi identici formati da dei pantaloni scozzesi, due camice bianche, un paio di gilet e altrettanti baschi “che ne dite?”.

“Waaaaa, sono fantastici….” risposero simultaneamente.

“Bene, ero sicura che vi sarebbero piaciuti… Ascoltate, che ne dite di provarli subito mentre noi andiamo a disfare i bagagli?” disse come sempre impaziente di vederli con addosso quegli abiti che aveva preso apposta per loro.

“Certo” affermarono prontamente.

“Perfetto allora ci vediamo tra poco a cena” e si avviò seguita dal marito al terzo piano della casa che era interamente riservato a loro, come il secondo lo era dei gemelli e la dependance dei domestici.

I due, non appena i genitori furono spariti, si diressero in salone e, una volta arrivati davanti al divano, ci si lasciarono cadere sopra per smaltire l’enorme spavento.

“Che paura…stavolta abbiamo davvero rischiato grosso” sussurrò Hikaru.

“Già, stavo per morire…” disse l’altro tirando un sospiro di sollievo e stringendogli la mano.

Quando finalmente si furono calmati però, ripensando a quanto dovevano essere apparsi comici agli occhi dei genitori e ai loro stessi mentre si preparavano presi dal panico, contemporaneamente si voltarono a guardarsi e, dopo un attimo di silenzio, scoppiarono a ridere. Non appena si placò quell’eccesso di euforia rimasero a fissarsi negli occhi e in quel momento ad Hikaru tornò in mente che il gemello poco prima non aveva risposto alla sua provocazione. Avrebbe voluto chiedergli se era stato a causa di quell’improvviso arrivo o se c’era sotto qualche altro motivo ma, decidendo che era meglio lasciar stare, gli strinse più forte la mano e sussurrò:

“Che dici? Andiamo a lavarci…?”.

“Si è il caso, poi ci proviamo i vestiti nuovi”.

Insieme si alzarono, salirono le scale, entrarono in bagno, e solo una volta che si furono tolti gli indumenti Hikaru si accorse che il fratello non aveva indossato i boxer. Leggermente irritato per non essere stato ascoltato ma al contempo eccitato nel vederlo così, gli si avvicinò dicendo:

“Ma sei matto a non indossare la biancheria?”.

“Eh!? Esagerato che sei… figurati se potevo mettermi a perdere tempo con quella roba” esclamò un po’ sorpreso per quella reazione non capendo dove fosse il problema.

“Esagerato eh? E se se ne fossero accorti?”.

“Ma dai…! Come avrebbero potuto? Non fare il paranoico adesso”.

“Come, dici? Beh sarebbe bastato che ti sfiorassi accidentalmente là sotto per scatenare reazioni indesiderate” e, per fargli capire cosa intendesse, gli si avvicinò ulteriormente sfiorandogli con la mano il basso ventre.

Kaoru a quel lieve contatto rimase un attimo senza fiato avvampando immediatamente e, balbettando, riuscì a rispondere solo uno stentato:

“Beh io-io non c-credo che mi toccheresti così di fronte a loro…”.

“Certo che no, per questo ho detto accidentalmente sciocchino…” gli disse con voce suadente.

“Ah! Beh ecco…sarà, sarà meglio sbrigarci…” mormorò l’altro cercando di chiudere il discorso non sicuro delle reazioni del proprio corpo.

“Scappi eh…” se la rise sotto i baffi il gemello.

“E smettila…muoviti piuttosto!” lo ammonì più rosso che mai entrando in doccia.

A quella reazione Hikaru se la rise il doppio, ma quanto gli piaceva stuzzicarlo? Tuttavia senza infierire ulteriormente si diresse verso il vano e, dopo essere entrato, iniziò a sciacquarsi a sua volta.

I due si lavarono velocemente e, quando uscirono, tutti contenti indossarono gli indumenti appena ricevuti che ovviamente gli calzavano alla perfezione. Dopo essersi ammirati e fatti i complimenti a vicenda, tornarono in salone per farsi guardare anche dai genitori che ormai disfatte le valigie erano scesi. Come al solito, nel vederli, la madre impazzì di gioia. Adorava i suoi “piccoli” e amava viziarli in tutto e per tutto, soprattutto nel vestiario in quanto aveva molto gusto, nonché classe, essendo stata una modella prima ed una stilista poi. Come ogni volta li riempì di complimenti promettendo loro che, nella nuova collezione, gli avrebbe dedicato degli abiti fantastici.

“Ah, a proposito di abiti…non è che potresti farci dei nuovi costumi?” domandò Hikaru.

“Certo…ditemi solo il tema e per quando vi servono”.

“Ecco, abbiamo deciso di inscenare Cenerentolo con il club, quindi abbiamo bisogno dei vestiti per lui, i fratellastri, il patrigno, la principessa, il fatino e il granduca…andiamo in scena tra due settimane. Domani prendiamo le misure a tutti, intanto che ne dici se pensiamo ai modelli?” chiese Kaoru.

“Certo! Ma ora sono curiosa…ditemi, chi interpreterà Cenerentolo?” domandò la madre ridendo.

“Ma ovviamente Tamaki…” sghignazzarono entrambi.

“Povero ragazzo…perché ho l’impressione che ci sia il vostro zampino sotto?” disse.

“Ma mamma…” protestarono in coro.

La donna, ancora più divertita dalla reazione indispettita dei figli, continuò a sorridere mentre il padre assistette a tutta la scena con un sorriso a fior di labbra ma senza partecipare attivamente alla conversazione. Era un uomo di poche parole ma molto gentile e premuroso che sapeva sempre cosa fare e non si lasciava mai prendere dal panico. Un vero e proprio modello per i gemelli che lo ammiravano moltissimo.

“D’accordo lasciate fare a me… Caro andiamo a mangiare così poi possiamo riposare?” chiese ora rivolta al marito.

“Volentieri…venite” rispose lui incitando gli altri due a seguirli.

Giunti a tavola naturalmente proseguirono il discorso, parlando dei modelli e delle stoffe che quest’ultimi avevano in mente e continuarono più o meno durante tutta la cena che, tuttavia, quella sera fu veloce e con cose molto leggere dato che i genitori erano notevole stanchi per via del viaggio. Poi, terminato il pasto, alzandosi entrambi dissero:

“Buonanotte ragazzi” e dopo aver dato loro un bacio se ne andarono.

I fratelli, ancora seduti, si guardarono e si sorrisero con complicità poiché finalmente erano di nuovo soli. Rimasero a fissarsi godendosi quell’attimo di calma finché Kaoru, ricordandosi che il gemello aveva comprato dei dolci, disse:

“Sbaglio o mi avevi portato dei dango?”.

“Si, sono ancora in camera ma temo che non siano più freschi come stamattina…vuoi che esca a comprartene altri?”.

“Ma no, figurati mangio quelli, dai che ho ancora fame, andiamo!” rispose esortandolo ad alzarsi e, saliti in camera, si sedette sul letto, prese il piattino che era poggiato al centro del comodino, iniziò a mangiare i dolcetti che conteneva ed infine disse “sono ancora buoni, ne vuoi?”.

“Volentieri…” affermò Hikaru che però, invece di prenderli, si sedette accanto a lui ed aprì la bocca. Kaoru, notando il suo atteggiamento, ridacchiò e, divertito, iniziò a imboccarlo così che l’altro tutto felice prima masticò il dango che il fratello gli aveva dato e, dopo aver deglutito, dichiarò:

“Hai ragione sono ancora buoni ma forse lo sono per il modo in cui me li stai dando…” e nel dirlo si avvicinò ancora per sussurrargli “te lo ho mai detto che mi piace tantissimo essere viziato da te…?”.

“Si? Allora continuo” e, così dicendo, prese una pallina del dolce tra i denti e si avvicinò alla sua bocca per poterla mangiare insieme.

Vedendolo Hikaru non se lo fece ripetere due volte. Allungando il capo ne morse un pezzettino e, richiudendo le labbra, gli diede un bacio. Lentamente masticò e inghiottì poi, dato che tutto ciò iniziava davvero a piacergli, disse:

“Ancora…”.

Kaoru a quella richiesta prese un’altra pallina ma stavolta, quando l’altro l’afferrò, con la lingua la spinse facendola ricadere dolcemente nella bocca dell’amato che rimase colpito nel constatare quanto fosse piacevole nonché stuzzicante quel gioco. Nel frattempo il gemello, avendo la bocca ormai libera, ne approfittò per leccargli le labbra che a quei gesti si erano sporcate di salsa ed Hikaru, sentendo la sua lingua umida carezzarlo, arrossendo lo lasciò fare. Ora si che era davvero felice visto che tutto sembrava andare per il verso giusto e, sentendo la contentezza aumentare ogni minuto di più, per non essere da meno, sfilò una polpettina dallo stecchino, la prese tra i denti e, avvicinandosi al fratello, la inserì nella sua bocca spingendola con la lingua che poi usò a sua volta per pulirlo come aveva fatto l’altro con lui poco prima. Quando ebbe finito però invece di prendere l’ultima pallina rimasta nel piatto, poggiò entrambe le mani sulle spalle del compagno, lo spinse facendolo così ricadere sul letto e, salendogli sopra, dichiarò:

“Ora voglio mangiare te…”.

Kaoru, che a tale affermazione non oppose alcuna resistenza, guardandolo divertito sussurrò dolcemente:

“Ah si?”.

“Si!”rispose e così dicendo scese a baciargli il collo che passò prima a leccare tracciando delle piccole linee immaginarie e poi a mordicchiare delicatamente. Sentendo che il gemello sotto di lui a quei gesti fremeva, continuò spostandogli un po’ la maglia e, facendo scivolare la lingua sulla clavicola, andò oltre arrivando alla spalla che però morse più energicamente. Infatti a quel contatto Kaoru non poté trattenersi e sobbalzando gemette:
“Ahi!”.

Hikaru sentendolo si staccò e, guardandolo negli occhi, mormorò:

“Scusa…” dopo di che prese a baciarlo appassionatamente finché, senza fiato si staccò e, senza smettere di fissarlo, maliziosamente affermò “ora posso dire con assoluta certezza che sei molto più buono da baciare piuttosto che da mordere…”.

“Ma davvero…? Allora dovrò vedere come sei tu prima o poi” ridacchiò il fratello allacciandogli le braccia al collo.

“Non vedo l’ora” ribatté sorridendo a sua volta poi, appoggiandosi con la testa al suo petto, sussurrò “sono felice…”.

“Anch’io…” rispose l’altro senza smettere di stringerlo e iniziando ad accarezzargli i capelli.

“Da domani non avremo un minuto libero…” sospirò Hikaru che si stava iniziando ad appisolare sotto quei delicati tocchi.

“Già…non vedo l’ora di cominciare le prove, ho già in mente qualche scherzetto per il Lord” sogghignò tutto contento.

“Davvero? Allora poi mi dirai…”.

“Si” assentì Kaoru, ma vedendo che l’altro stava per addormentarsi disse “dai mettiamoci il pigiama e dormiamo”.

“Mhh…ma io voglio restare ancora un po’ così…” protestò visto che non voleva lasciarlo.

“Dai che sennò poi mi tocca spogliarti, ti abbraccio di nuovo dopo” dichiarò il gemello cercando di alzarsi.

“Uffa e va bene…” e così dicendo si sollevò.

Entrambi si infilarono il pigiama e, una volta che si furono messi sotto le coperte, come promesso Kaoru lo riprese tra le braccia.

“Buonanotte” sussurrò Hikaru

“Buonanotte” mormorò di rimando il fratello strofinando la guancia contro la sua.

Entrambi crollarono praticamente subito e dormirono come angeli fino al giorno dopo quando, suonata la sveglia che ricordava loro di dover andare a scuola, dopo essersi alzati si lavarono, si vestirono in tutta fretta e poi scesero a far colazione. Non appena finirono salutarono i genitori e, correndo, si diressero alla macchina che li accompagnò a scuola. Fortunatamente per loro, la giornata volò e, finite le lezioni, senza perdere tempo si diressero all’host club dove una volta entrati, con il loro solito sorriso, urlarono:

“Giorno”.

“Ciao ragazzi…” risposero gli altri.

“Passato un buon fine settimana?” chiese Tamaki.

“Ottimo” risposero in coro.

“Dai non perdiamo tempo, venite qui che dobbiamo prendervi le misure per i costumi! Ah, Kyoya hai preparato i copioni?” chiesero i due tutti entusiasti arrivando subito al dunque.

“Certo, uno a testa per tutti” disse questi porgendo ad ognuno il suo.

“Evviva!” esultò Hikaru.

“Su, su ragazzi…so che non vedete l’ora di iniziare ma avremo tutta la sera per questo…ora pensate solo ad accogliere come si deve le nostre principesse” disse Tamaki cercando di placare l’entusiasmo troppo elevato dei gemelli. Per sua esperienza personale infatti quando quella coppia faceva così significava solo una cosa: guai!

“Su lasciaci fantasticare…vedrai che ci divertiremo” disse Honey che saltellava attorno a Mori.

‹‹Sarà…›› pensò a quelle parole un Haruhi ormai rassegnata.

“Si, si ….ma prima il dovere…” rispose Tamaki.

Nel frattempo Hikaru, vedendo che l’amica era un po’ giù le si avvicinò per consolarla.

“Anche tu non fare quella faccia…vedrai che ci sarà da divertirsi…pensa solo al Lord schiavizzato da me e Kaoru e Honey vestito da fatino buono…” le sussurrò per non farsi sentire da entrambi.

“Beh in effetti…” sorrise la ragazza “ma perché io la principessa?”.

“Preferivi forse fare la matrigna?”.

“No, ma non vorrei che Tamaki si montasse la testa più di quanto già non faccia!” sospirò.

“Perché ti dispiacerebbe così tanto? Dai ammettilo che ti fa piacere averlo intorno” intervenne a quelle parole Kaoru.

“Ma che dici?” lo rimproverò il fratello e poi, rivolgendosi nuovamente a lei, ghignando, continuò “fidati, Tamaki non avrà tempo di farsi strane idee…”.

“Infatti io non stavo parlando delle idee del Lord….” affermò Kaoru sorridendo e poi maliziosamente aggiunse “non preoccuparti Haruhi c’è un tempo per tutto, ora andiamo che stanno arrivando le clienti” e si allontanò lasciando la ragazza completamente rossa e un Hikaru un po’ spiazzato.

‹‹Chissà cosa intendeva dire›› pensò perplesso questi ma non fece in tempo a chiederglielo poiché Mori aprì le porte dell’host club ed un’orgia di fanciulle fece capolino nella sala assalendoli.

Tuttavia quel giorno i gemelli non interpretarono nessuna scenetta incestuosa, anzi entrambi si dedicarono ad un gruppo diverso di ragazze, soprattutto perché sarebbero diventati rossissimi dato che, se lo avessero fatto, quasi certamente gli sarebbe tornato alla mente quanto avvenuto i giorni prima. Così il pomeriggio trascorse tranquillamente e senza troppi colpi di scena, a parte qualche geniale trovata di Tamaki. Non appena l’host chiuse i due fratelli si trattennero per prendere le misure di ognuno e, tra le lamentele del Lord a cui non stava bene nulla e l’esuberanza di Honey che non era riuscito a stare fermo un momento per l’infelicità di Mori che dovette correre dietro a lui ed al suo coniglietto per tutto il tempo, terminarono dopo tre quarti d’ora abbondanti. Haruhi, essendo l’unica ragazza, ovviamente si misurò da sola e, quando ebbero finito di appuntare il tutto, si erano ormai fatte le sette passate.

Esausti per l’intensa giornata tutti i membri si salutarono per dirigersi ognuno alle proprie abitazioni e, quando anche i gemelli finalmente riuscirono ad arrivare a casa, la prima cosa che fecero fu correre dalla madre per consegnarle il taccuino contenente le misure e i rispettivi modelli. Dopo una leggera cena si congedarono e salirono in camera dove, stesi sul letto, iniziarono a leggere il copione. Ambedue lo lessero tutto d’un fiato ma il primo a finirlo fu Hikaru che subito dopo interruppe il silenzio e con entusiasmo affermò:

“Ahhh è stupendo! Kyoya ha fatto davvero un ottimo lavoro!”.

“Già, non vedo l’ora di iniziare le prove domani” disse l’altro sogghignando.

“Si…” rispose il fratello tutto eccitato. Poi, però, ricordandosi di quanto successo quel pomeriggio, disse “Kaoru…cosa intendevi dire oggi ad Haruhi?”.

“Beh…il Lord ne è ovviamente innamorato ma non credo che lei sia da meno, non l’avevi notato?” chiese un po’ stupito dato che per lui era chiaro come il sole.

“Di Tamaki si…ma Haruhi…credi che anche lei sia interessata?” domandò meravigliato.

“Secondo me si, forse non ne è ancora del tutto consapevole, però hai visto com’è arrossita quando le ho detto quelle cose?” sghignazzò divertito ripensando alla sua espressione.

“Mhh…se davvero è come dici, allora per quale motivo lo tratta così male…?” gli chiese incrociando le gambe e infilandoci le braccia in mezzo, non riusciva davvero a capire.

“Perché comunque non è abituata a ricevere tante attenzioni e ciò la mette in difficoltà…per questo si comporta così, e poi devi ammettere che a volte il Lord è parecchio strambo ma ha un cuore enorme e questo Haruhi lo apprezza” rispose sorridendo anche se un po’ gli dispiaceva ammetterlo visto che era molto affezionato alla ragazza.

“Capisco…” rispose Hikaru pensieroso.

“Beh vedremo come andrà a finire per il momento pensiamo a dormire che è tardi” disse il gemello afferrandolo e tirandolo verso di sé per farlo sdraiare ed abbracciarlo.

“Ahh che faiiiii?!?” urlò l’altro sentendosi trascinare.

“Mi sembra evidente, no?” rise.

Il fratello lo abbracciò, dopo di che disse:

“Potevi almeno avvertire però”.

“Mmmhh no è stato più divertente così” lo prese in giro.

“Cosa?! Cattivo!” e si mise a ridere.

Kaoru ancora più divertito da quella reazione ridacchiò dopo di che gli posò un bacio sulla tempia, gesto che però non piacque molto al compagno il quale, infatti, facendo finta di mettere il broncio lo ammonì dicendo:

“E questo lo chiami bacio….? Almeno fatti perdonare!”.

“Fammi vedere tu come si fa, no?” lo stuzzicò.

Hikaru a quelle parole lo guardò un momento dopo di che gli saltò al collo per baciarlo e, una volta risalito, posate le sue labbra su quelle del gemello, iniziò a muoverle lentamente per non perdersi un singolo istante di piacere e Kaoru, soddisfatto, iniziò ad accarezzargli la schiena ricambiando con altrettanta passione. I due si baciarono a lungo fino a che, dopo un po’, staccandosi Hikaru maliziosamente chiese:

“Hai imparato bene?”.

“Non so…tu che dici?”.

“Fammi vedere”.

A quella provocazione, Kaoru, passandogli un braccio intorno al collo gli carezzò lentamente le labbra con le proprie e poi intromise la lingua nella sua bocca. Il fratello contraccambiò e, quando si separarono, sorridendo affermò:

“Pare proprio di si…” e nel dirlo si staccò da lui.

Lasciandosi cadere di lato, mettendosi un braccio dietro la testa, con l’altro trascinò l’amato al suo fianco facendogli poggiare il capo sul suo petto per potergli carezzare il viso ed i capelli così che Kaoru, ben felice di tutte quelle coccole, a poco a poco si rilassò fino ad addormentarsi profondamente ed Hikaru, vedendo che si era assopito, si lasciò andare a sua volta.