Gelosia – parte 1

Dichiarazione

Come promesso il giorno dopo fu un continuo susseguirsi di richieste: prendimi l’acqua, voglio il gelato, mi annoio, gioca con me, coccolami, parlami, ho fame, non voglio questo ma quell’altro… Hikaru ce la stava mettendo davvero tutta per far impazzire il gemello. Infatti Kaoru era giunto al limite, non aveva scherzato quando gli aveva detto di essere pronto a tutto ma stavolta stava decisamente esagerando così alla fine, sfinito, sbottò:

“Hikaru ti vuoi decidere? Cosa vuoi? Ti avverto che sto veramente perdendo la pazienza!”.

“Ok, ok ho deciso! Fammi il bagno!” rispose.

“Va bene, ti preparo l’acqua e ti ci porto” disse felice poiché finalmente aveva scelto qualcosa.

L’altro, seduto sul letto, aspettò ridacchiando dato che la faccia esasperata del fratello lo divertiva alquanto. Al suo ritorno si lasciò accompagnare e, una volta entrato nella vasca, vendo che il gemello se ne stava andando esclamò:

“Dove vai?!”.

“Di là, oppure vuoi che ti faccia compagnia mentre fai il bagno?”.

“Certo che si! E poi devi lavarmi la schiena…”.

“A-anche?” esclamò Kaoru sentendo i muscoli delle guance fremere.

“Non vuoi?” gli domandò Hikaru guardandolo con gli occhioni lucidi.

“Va bene, ma ti ripeto…stai per oltrepassare il limite” e nel dirlo si avvicinò alla vasca arrotolandosi le maniche della maglietta. Poi prese la spugnetta e, dopo averci versato sopra del sapone, iniziò a lavarlo come gli aveva chiesto “soddisfatto?”.

“Si…” rispose dandogli un bacio sulla guancia.

“Mmmhhh” mugugnò l’altro pur continuando a lavargli la schiena e, una volta finito, chiese “ora posso andare o ti serve altro?” ma si pentì di quella domanda nel momento stesso in cui l’aveva formulata.

“Non vuoi proprio restare eh? D’accordo vai non ti trattengo” disse riprendendosi la spugna.

“Non è che non voglia…ma sai com’è…è da quando ci siamo svegliati stamattina che non faccio altro che correre per andare a prenderti qualcosa o portarti da qualche parte, sono un po’ stanco e, sinceramente, mi piacerebbe stendermi” disse leggermente infastidito.

“Hai ragione…vai pure” rispose. In fondo era vero…se fosse stato al suo posto si sarebbe già mandato a quel paese da un pezzo.

“Quando hai fatto chiamami che vengo ad aiutarti ok?” disse, dopo di che uscì per andare finalmente a godersi un po’ di meritato riposo.

Hikaru lo guardò andar via poi, una volta restato solo, poggiò la testa al bordo della vasca e chiudendo gli occhi si rilassò. Restò ammollo per almeno un’ora e, quando finì, non se la sentì proprio di chiamare il fratello visto che, come gli aveva fatto notare, lo aveva praticamente costretto a correre tutto il santo giorno a destra e a manca solo per stuzzicarlo, decise quindi di uscire da solo. Tolse il tappo dalla vasca e, quando si fu completamente svuotata, afferrò il braccio della doccia per sciacquarsi. Poi un po’ a fatica si alzò facendo attenzione a non scivolare e si protese in avanti per prendere l’accappatoio. Nel frattempo l’altro, che si era beatamente steso sul letto e aveva acceso la televisione per distrarsi un po’, non sentendosi chiamare iniziò a preoccuparsi.

‹‹È passato parecchio tempo da quando l’ho lasciato in bagno, non mi fido…meglio andare a vedere che sta combinando›› si disse alzandosi dal letto e, spenta la tv, vi entrò proprio nel momento in cui Hikaru si stava allungando per afferrare l’accappatoio. Di fronte a quella scena restò un momento a fissarlo tra l’attonito e l’incredulo, chiedendosi come diavolo poteva essergli venuto in mente di sollevarsi e sporgersi a quel modo, tuttavia tornando in sé fece un profondo respiro e poi tuonò:

“Ma sei scemo?! Cosa fai in piedi?!” e nel dirlo si precipitò per avvolgerlo nell’accappatoio e a prenderlo tra le braccia portandolo in camera di peso.

“Mi volevo asciugare…” rispose cercando di opporre un’inutile resistenza.

“Non ti avevo forse detto di chiamarmi una volta finito, eh? Che pensavi di fare? Finire l’opera forse?” continuò a rimproverarlo Kaoru arrabbiatissimo poggiandolo però sul letto con grande delicatezza.

“Volevo solo farti riposare ancora un po’… Oggi ho esagerato così, vedendo quanto fossi stanco, ho pensato che dopo un’ora ti fossi addormentato e, semplicemente, non volevo svegliarti…non sarebbe successo nulla…”.

“Senti un po’! Se ti ho detto che venivo a prenderti, sarei venuto ok? Non importa quanto io sia stanco, non permetterò certo che tu corra il rischio di farti male…sono stato chiaro? Asciugati ora” disse serio guardandolo negli occhi, quindi gli diede le spalle e si diresse verso l’armadio per prendergli un pigiama pulito.

Nel frattempo Hikaru, per non farlo arrabbiare ulteriormente, fece come gli era stato detto e quando il fratello gli passò gli abiti iniziò a vestirsi. Prese la biancheria e fece per infilarla, ma non vi riuscì poiché non poteva piegare bene il ginocchio.

“Fermo, non sforzarlo, ti aiuto io” lo ammonì Kaoru che, vedendolo in difficoltà, si chinò per fargli passare le gambe nei boxer e, una volta messi, lo fece alzare e glieli tirò su ma nel farlo lo sfiorò accidentalmente nel suo punto più sensibile.

Il fratello sentendosi toccare sobbalzò.

“Lascia stare faccio da solo” rispose imbarazzato poiché era avvampato di colpo.

“Ho detto fermo” replicò l’altro deciso e, appena ebbe finito, prese i pantaloni.

Hikaru sentendo il tono ubbidì stringendo i denti dato che, nel tirarglieli su, lo sfiorò per la seconda volta portandolo a irrigidirsi ancora di più. Kaoru, dal canto suo, non badò minimamente alle reazioni del gemello mentre lo vestiva poiché era ancora troppo arrabbiato per via della sua stupidità così, dopo avergli messo i pantaloni, gli infilò anche i calzini e la maglia. Quando il fratello finì di vestirlo, Hikaru tirò un sospiro di sollievo e, appena si fu ripreso, non perse tempo e disse:

“Vieni a sdraiarti accanto a me?”.

L’altro senza dire una parola fece come gli era stato chiesto, si adagiò sul letto al suo fianco e Hikaru, notando dal suo atteggiamento che era ancora alterato, decise di non stuzzicarlo oltre. Si mise sotto le coperte, prese il telecomando, accese la televisione e si soffermò su un programma di intrattenimento. Kaoru, invece, si appoggiò alla spalliera, incrociò le braccia dietro la testa e, sebbene non gli interessasse, la guardò in silenzio. Restò così per vario tempo, tuttavia dopo un po’ allungò un braccio, circondò il collo del fratello e lo tirò più vicino per abbracciarlo. Hikaru da quel comportamento capì che lo aveva perdonato e piano lo strinse a sua volta, felice che gli fosse passata così in fretta. Kaoru aveva agito in quel modo ma in realtà era ancora un po’ arrabbiato dato che gli aveva fatto prendere un bello spavento e, non avendo ancora digerito quello dell’altro giorno, come poteva mandar giù questo! A volte si domandava se non glielo facesse apposta, ciò nonostante aveva deciso di non mostrarsi scontroso poiché, negli ultimi tempi, era davvero raro riuscire a passare del tempo tranquillamente in sua compagnia! Continuò quindi a guardare la televisione stringendolo forte e facendogli appoggiare la testa sulla propria spalla sulla quale Hikaru vi posò un bacio prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare al sonno. Kaoru lo osservò addormentarsi, poi spenta la TV, gli diede un bacio sulla fronte, lo lasciò delicatamente coprendolo fino al volto e, senza fare rumore, uscì. Non passò molto tempo che Hikaru, sentendo la parte del fratello vuota, si svegliò e non vedendolo accanto a sé lo chiamò. Notando che non gli rispondeva si preoccupò e, per quanto poteva, scese velocemente dal letto per andarlo a cercare. Fece le scale e a fatica si diresse in salone…vuoto. Poi andò in cucina…nulla.

‹‹Dove diavolo sarà finito?›› si domandò e, improvvisamente gli venne in mente la serra.

Sapeva che il fratello adorava rifugiarsi lì dentro, ci si diresse subito ed infatti eccolo lì…sotto l’archetto intento a leggere un libro, circondato dalle rose e dalla sottile luce dorata dei raggi solari che rendeva la sua pelle ancora più luminosa e bella di quanto già non fosse. Avrebbe voluto chiamarlo ma non ci riuscì, dalla sua bocca non emerse nessun suono. Rimase quindi a fissarlo come imbambolato finché Kaoru, sentendo un rumore, non alzò lo sguardo e notò il gemello appoggiato ad un albero. Vedendolo scattò subito in piedi e lo raggiunse.

“Cosa ci fai qui? Sei sceso da solo?” chiese agitato e, sorreggendolo, lo fece sedere su un masso piatto lì affianco.

“Si perché quando mi sono svegliato, vedendo che non c’eri e non mi rispondevi mi sono preoccupato” disse con un filo di voce. Quando il gemello aveva alzato lo sguardo si era sentito mancare.

“Ma sei matto a fare questi sforzi? E poi preoccupato per cosa? Sempre in casa ero, no? Guardati sei pallidissimo!”.

“Si…scusa non so neanche io il perché” rispose abbozzando un sorriso ma poi continuò “guarda che le posso ancora fare due scale…”.

“Già, peccato che dopo averle fatte ci rimani secco! Guarda qui stai addirittura sudando…dai ti riporto a letto” affermò e, per la seconda volta in quel pomeriggio, lo prese in braccio dirigendosi in casa.

“Kaoru che fai? Mettimi giù…peso…”.

“E allora la prossima volta pensaci due volte prima di fare certe cose. Ora sta zitto e aggrappati al mio collo, ce la faccio benissimo” disse sorridendo.

Hikaru lo strinse fortissimo, si era davvero preoccupato non vedendolo al suo fianco. Una volta arrivati in camera il fratello lo adagiò sul letto ma Hikaru non ne volle sapere di lasciare la presa.

“Ehy siamo arrivati…” disse ma vedendo che l’altro non lo mollava continuò “se non vuoi lasciarmi almeno allenta un po’ la stretta o mi strozzi” e nella sua voce si sentiva un pizzico di umorismo.

“Mhh no…”.

“E allora cosa vuoi fare?”.

“Non te lo dico…” gli sussurrò all’orecchio iniziando a mordergli il lobo.

“E perchè non vuoi dirmelo?” chiese Kaoru lasciandolo fare.

“Altrimenti arrossiresti…” rispose malizioso.

“Devo forse preoccuparmi?” domandò ancora stringendolo forte.

“Mhh…solo se pensi che farò qualcosa che non vuoi…”.

“E tu credi che io non voglia quello che hai in mente?” chiese iniziando a passargli una mano tra i capelli.

“Non lo so…ma ho intenzione di scoprirlo…” rispose facendolo adagiare sul letto per potersi spostare così sopra di lui.

Kaoru lo guardò incuriosito, tuttavia decise di lasciarlo fare ed Hikaru, vedendo che non lo fermava, passò dal lobo al collo baciandolo e lasciandogli qualche leggero segno dato che ora stava anche succhiando delicatamente. Poi piano fece scivolare la mano verso il basso e la intrufolò sotto alla maglietta per potergli carezzare il liscio e caldo petto. Sentendo il tocco dell’altro sul proprio torace Kaoru inarcò la schiena e, senza dire nulla, gli buttò le braccia al collo inclinando la testa per poterlo baciare sulla bocca. Il fratello, che non si lasciò sfuggire quell’occasione, unì le labbra alle sue muovendole lentamente e, successivamente, introdusse la lingua nella sua bocca. Non gli sembrava vero…non solo non lo stava fermando, ma addirittura lo ricambiava. Era così felice che si sentiva quasi inebriato, toccarlo in quel modo infatti gli procurava sensazioni ed emozioni contrastanti, mai provate prima e oltre questo sentiva che ad ogni movimento il respiro di entrambi si faceva più intenso. In quel momento avrebbe voluto fermare il tempo così che quel turbine di meravigliose e piacevoli sensazioni non finisse mai. Delicatamente scese con la mano dal petto all’ombelico, sul quale prese a fare piccoli cerchietti con il dito. Kaoru, sotto di lui, gemeva sommessamente sentendosi carezzare il corpo, gli girava la testa per quelle forti emozioni ed istintivamente gli poggiò le mani sulle spalle stringendogliele forte per accertarsi che non fosse tutto un sogno. Hikaru continuava a toccarlo e sentendosi stringere decise di proseguire, fece scendere lentamente la propria mano fino all’inguine arrivando così a sfiorargli l’elastico dei pantaloni senza però smettere di baciarlo poiché non aveva ancora il coraggio di guardarlo in viso. Intanto Kaoru, cercando di superare la timidezza, iniziò a carezzargli le spalle che presto oltrepassò salendo al collo e superato anche quello finì per prendergli il volto tra le mani e, guardandolo negli occhi, anche se pieno d’imbarazzo disse:

“Baciami”.

Il fratello senza esitazione gli diede ciò che gli chiedeva e scendendo ancora di più, iniziò ad accarezzargli l’interno coscia. Kaoru trattenne il respiro nel sentire la sua mano muoversi così in basso, ma non la scostò, non avrebbe potuto…stava provando delle sensazioni troppo belle per poterlo fermare, così Hikaru continuò e con l’altra prese a sfiorargli i capelli e il viso. Poi dall’interno coscia decise di spostarla e farla risalire in modo da sfiorarlo delicatamente proprio in mezzo alle gambe, anche se da sopra i pantaloni. Kaoru per quel tocco, anche se leggero, ebbe un lieve sussulto e come per ammonirlo gli diede un piccolo morso alla lingua.

“Mhh” mugolò l’altro che in risposta continuò ad accarezzarlo.

Nel frattempo sentiva che anche il suo corpo stava reagendo poiché il fratello, muovendosi, anche se involontariamente strofinava la gamba sul suo basso ventre e, sebbene lo toccasse appena, questo lo faceva leggermente eccitare. Cercò di non badarci, fece risalire ancora la mano, e la introdusse nei pantaloni per carezzarlo da sopra i boxer. I suoi tocchi erano leggeri…era la sua prima volta e non sapeva ancora né come muoversi, né come procurare piacere all’altro, in più aveva continuamente il timore di essere fermato. In fondo stava osando e rischiando tutto in quel momento. Kaoru, che ce la stava mettendo tutta per rilassarsi, trasalì sia nel sentire quella mano farsi più ardita, sia per via della reazione che avvertì tra le gambe del gemello, infatti percepiva chiaramente qualcosa di duro sfiorargli la coscia. Avrebbe voluto fare qualcosa ma era tremendamente imbarazzato, non capiva bene cosa stesse succedendo o meglio, non comprendeva se era perchè entrambi provassero gli stessi sentimenti o se per il fratello fosse solo una semplice curiosità. Ma non poteva restare nell’incertezza, doveva saperlo, così si fece forza e con un filo di voce mormorò:

“Hikaru…”.

“Cosa c’è?” sussurrò questi fermandosi.

“Io…lo sai quello che stiamo facendo, vero?” sibilò.

“Si…vuoi che mi fermi?”.

“Io…no…si…ecco, perché lo stai facendo? Voglio saperlo” rispose con la bocca fattasi all’improvviso secca.

“Per lo stesso motivo per cui tu non mi stai fermando” rispose.

“No, non fare così!” urlò disperato Kaoru mettendosi in ginocchio sul letto e battendo i pugni stretti sulle proprie cosce “ti prego dimmi quello che provi veramente…io…non posso sopportare di rimanere con questo dubbio…”.

A quella reazione Hikaru sussultò, ritrasse istintivamente la mano e si ritrovò, suo malgrado, scaraventato di lato. Restò un momento a guardarlo, non sapendo bene cosa fare ma poi disse:

“Non pensi che anche io abbia delle difficoltà? Che anche io abbia bisogno di essere rassicurato?”.

“Si ma…sono io quello che ti viene sempre a cercare, che dice “ti voglio bene”, che ti abbraccia…mentre tu non lo fai quasi mai…voglio sentirtelo dire, ne ho bisogno” mormorò a denti stretti cercando di reprimere le lacrime che stavano per sgorgargli.

“Il problema è che…io non ti voglio solo bene…provo qualcosa di più profondo…e…ho paura. Paura che tu non lo accetti…per questo non te lo dico. So che vorresti farmi staccare da te, ma io non ce la faccio…e oggi l’impulso è stato così forte da non riuscire a trattenermi…”.

Kaoru a quelle parole alzò il viso e piangendo si slanciò per abbracciarlo.

“Hikaru…Hikaru…io, ti prego dillo! Lo voglio sentire…io…anche io…” singhiozzò dando ormai libero sfogo alle sue lacrime.

“Io credo di essermi innamorato…anzi penso di esserlo sempre stato… Ti amo Kaoru!” affermò.

“…anch’io, anch’io ti amo” disse questi guardandolo con gli occhi pieni di lacrime di felicità questa volta.

A quelle parole anche ad Hikaru si rigarono le guance e senza dire più nulla lo abbracciò fortissimo, affondando la faccia nei suoi capelli profumati. Mai aveva udito parole tanto belle uscire da quelle labbra, ancora una volta avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. Kaoru aveva appena affermato di amarlo e, anche se non sapeva se si trattasse dello stesso sentimento che provava anche lui, poco gli importava. Era felice, così felice che non riusciva a mollare la presa nonostante quella posizione gli procurasse un forte dolore al ginocchio. Infatti se fosse stato per lui sarebbe rimasto così all’infinito. Intanto Kaoru sentiva che il cuore stava per scoppiargli dalla gioia, lo stringeva più forte che poteva ma questo non gli bastava e quindi iniziò a tempestargli il viso di baci. A quell’inaspettato gesto l’altro non disse nulla, finalmente era il fratello che lo baciava, e così si limitò a stringere di più la presa sdraiandosi con le spalle appoggiate alla testiera e facendo stendere il fratello sopra di sé il quale continuò passando dalle guance alle labbra per poi scendere al collo.

Hikaru si lasciava coccolare, sentendosi in paradiso, restò per molto tempo in quella posizione finché alla fine disse:

“Mi piace stare così, non smettere”.

“No non la smetto….” rispose Kaoru sorridendogli, si sentiva il cuore così leggero anche se gonfio di gioia che avrebbe potuto volare fino a toccare qualche nuvola… era talmente preso da quel momento che solo dopo un bel po’ si accorse di stare appoggiato sul ginocchio ferito del fratello.

“AAhhh ti ho fatto male?” esclamò tirandosi su a sedere di scatto.

“Un dolore sopportabile visto le carezze che ricevevo in cambio” rispose sogghignando.

“Si ma non voglio certo che peggiori, devi guarire!” disse dandogli un bacio sulla guancia.

Hikaru lo guardò maliziosamente mormorandogli:

“Guarisco prima se mi coccoli”.

“E allora, vediamo di farti stare bene in tempi di record!” esclamò prendendolo tra le braccia e facendogli appoggiare la testa sul proprio petto. Rimasero così a scambiarsi dolci frasi d’amore e tenere carezze finché a un certo punto non si sentì lo stomaco di Hikaru brontolare “forse è meglio se ci occupiamo anche della tua pancia…” ridacchiò Kaoru.

“Si… aiutami a scendere per favore” rispose ridendo a sua volta.

“No rimani qui, vado a prenderti la cena e te la porto” disse alzandosi e andando in cucina.

Hikaru sbuffò, non gli andava di restare da solo ma pensando che avrebbero cenato assieme e soprattutto a letto si riprese attendendo quietamente il ritorno dl fratello e, quando questi entrò reggendo in mano un vassoio, dopo essersi sistemati adeguatamente iniziarono a mangiare. Appena ebbero finito di cenare, Kaoru posò i piatti sulla scrivania dopo di che si infilò il pigiama e gli si sdraiò a fianco abbracciandolo.

“Non mi sembra ancora reale quello che è successo, non è stato un sogno vero?” chiese guardandolo negli occhi.

“Certo che no…ti sembro forse incorporeo?” lo prese in giro l’altro.

“No, ma ecco…volevo dire…ora, ora siamo una coppia, no? ” domandò facendosi rosso.

“Mhh…fammi pensare…” rispose Hikaru con fare ambiguo “non lo siamo sempre stati?”.

“Si, però…ora…” balbettò virando verso nuove sfumature del bordeaux.

“Ma certo… Kaoru tu sei il mio migliore amico, mio fratello ma da oggi in poi sarai anche il mio amante”.

Kaoru nel sentire quell’ultima parola ebbe voglia di sotterrarsi ‹‹ma perchè gli ho fatto una domanda del genere?›› si chiese, “emh…si, ok…” mormorò.

“Che c’è non ti piace la parola amante? Preferiresti compagno?” lo prese in giro.

“Ti prego smettilaaaa, non prendermi in giro! La mia era una domanda seria e invece tu, tu….”

“Guarda che lo sono anche io”.

“E allora smettila di prenderti gioco di me!”

Hikaru, senza dire nulla, si avvicinò alle sue labbra e gli diede un bacio, si divertiva troppo a stuzzicarlo. Kaoru a quel gesto lo fissò un attimo perplesso, certo aveva molta voglia di ricambiare ma non capiva perchè doveva sempre finire per metterlo in imbarazzo, si divertiva forse? Alla fine però chiuse gli occhi e si lasciò baciare dal fratello che, vedendo che si era lasciato andare, intrufolò la lingua nella sua bocca e quando si staccò sorridendo gli disse:

“Ti amo!”

Kaoru sentì gli occhi inumidirsi di lacrime, gli buttò le braccia al collo tirandoselo sopra e sussurrò con la voce rotta dall’emozione:

“A-anch’io ti amo…”.

I due ragazzi continuarono a coccolarsi fino a che Hikaru non diede uno sguardo all’orologio e vide che erano le due. Non si era scordato della giornata infernale che gli aveva fatto passare, certo alla fine aveva raggiunto il suo scopo ma pensando che il gemello doveva essere davvero esausto lo fermò e, carezzandogli il viso, gli disse:

“È tardi…e sei stanco, dormiamo. Non vorrei che per colpa mia domani non ti reggessi in piedi”.

“No, rimaniamo così ancora per un po’… non voglio lasciarti” protestò stringendolo ancora di più.

Hikaru a quella risposta appoggiò la testa al suo petto prendendolo a baciare da sopra la giacca del pigiama, mentre con la mano riprese ad accarezzargli il ventre slacciandogli gli ultimi bottoni dell’indumento. Kaoru si rilassò nel sentire il fratello contro di sé e, nonostante le sue parole, piano a piano si addormentò in quella posizione.

Hikaru lo guardò divertito ‹‹ quando te lo dico io no eh ?›› e nel pensarlo lo fece sdraiare così che stesse comodo.

Lo aveva davvero sfinito. Gli carezzò il viso dandogli un bacio sulla guancia, poi gli riabbottonò il pigiama, coprì entrambi e si accoccolò tra le sue braccia addormentandosi a sua volta. Il mattino dopo, quando i ragazzi si svegliarono, guardandosi negli occhi vissero nuovamente le emozioni della sera precedente e, dopo un attimo di imbarazzo, si sorrisero sentendosi felici e appagati come non mai. Finalmente si erano chiariti, dichiarati, e questo apparentemente li faceva stare più tranquilli.

I giorni che seguirono furono veramente perfetti. Non si lasciarono un attimo intenti com’erano ad assaporare quella nuova gioia e, anche se non ci fu nulla più di qualche bacio, al momento erano troppo felici così per pensare ad altro. In breve tempo il ginocchio di Hikaru guarì alla perfezione così che poterono tornare a scuola e, il mattino del loro rientro, furono letteralmente subissati dagli elogi e dalle domande di quasi tutto l’istituto. Chi voleva sapere come stavano, chi si complimentava per la gara, chi voleva sparlare di quello che aveva fatto Akane…non ebbero un momento libero fino a che non iniziarono le lezioni al termine delle quali non persero tempo e si riunirono con gli altri componenti dell’host club.

“Accidenti che giornata infernale!” esclamò Kaoru lasciandosi cadere su una poltrona.

“Beh ve lo dovevate aspettare con tutto quello che è successo! Bene questo sicuramente farà aumentare il numero delle clienti” disse Kyoya felice.

“A proposito di clienti…non è che mi ritrovo quella ragazzina infernale tra i piedi vero?” domandò Hikaru preoccupato riferendosi ad Akane.

“Non l’hai saputo? Si è ritirata da scuola, del resto dopo quello che ha fatto, come avrebbe potuto continuare a venirci tranquillamente?” rispose Kyoya.

“No, non ho sentito…beh meglio così! Una scocciatura in meno…” dichiarò guardando soddisfatto il fratello.

“Già…almeno così possiamo stare più tranquilli” rispose questi.

Ci fu un attimo di silenzio che però ebbe vita breve in quanto venne interrotto subito da Tamaki che, volteggiando con leggiadria per la stanza, disse:

“Preparatevi…è ora! Le nostre principesse stanno per arrivare” e accomodandosi su una poltrona fece cenno a Kyoya di aprire le porte dell’host club e quando questi lo fece non appena le vide enunciò “buonasera dolci fanciulle…potreste onorarmi con la vostra compagnia?” a quelle parole subito tutte iniziarono ad urlare ed ad andare nella sua direzione.

A poco a poco arrivarono le altre ragazze e ognuna si diresse verso il suo host prediletto, tra di loro c’era anche Minami che naturalmente si era seduta vicino ad Hikaru.

“Sei sicuro di stare bene? La gamba è completamente guarita?” gli chiese preoccupata.

“Certo! Non preoccuparti principessa. E tu? Passato lo spavento? Spero che quest’incidente non ti abbia lasciato dei traumi” disse alzandosi per versarle un po’ di the.

“No, no io sto bene, ero solo molto preoccupata per te…sai ti ho pensato molto in questi giorni…” rispose facendosi rossa.

“Non dovevi…Kaoru non mi ha lasciato un momento…mi ha servito e riverito. Un principe non sarebbe stato meglio” scherzò non intuendo il doppio senso della frase e girandosi verso il gemello che era in piedi lì accanto per dargli un bacio sulla guancia.

A quel gesto le ragazze attorno a loro urlarono mettendosi le mani sulle guance:

“Che cariniiiiiiiiiiiiii!”.

Tutte tranne ovviamente Minami che, vedendoli in quel modo, capì definitivamente di non avere speranze quindi stringendo le mani in grembo disse:

“Sono veramente felice per te! Ora perdonami ma devo andare via, stammi bene”.

Hikaru notò che aveva gli occhi leggermente lucidi tuttavia pensò che non fosse conveniente correrle dietro. Probabilmente si era solo preoccupata troppo, eventualmente le avrebbe chiesto spiegazioni più tardi quindi strinse di più il braccio al collo del fratello e disse ridendo:

“E dovevate vedere quando l’ho fatto correre per tutta casa…”.

A quelle parole tutte scoppiarono a ridere e continuarono a lungo visto che il ragazzo narrò per filo e per segno ogni “angheria” che gli aveva fatto subire. Mentre lui era intento a raccontare Kyoya si avvicinò furtivamente a Kaoru e, senza farsi sentire da altri, gli sussurrò:

“C’è una cliente che ti aspetta nel giardino di rose, sbrigati a raggiungerla” e, riferito il messaggio, tornò dalle proprie.

Il ragazzo stupito si alzò dal divano, era la prima volta che succedeva una cosa del genere, tuttavia prima di andare disse rivolto alle principesse:

“Scusatemi ho una cosa urgente da sbrigare, tornerò appena posso” beneficiandole di un sorriso smagliante. Dopo di ché uscì e si diresse al posto indicato dove, seduta su una panchina vide Minami. Le si avvicinò e stupito le chiese “sei tu la cliente che ha chiesto di me?”.

“Si…” rispose la ragazza tremando e con lo sguardo rivolto a terra.

“Come mai proprio io? E perchè qui?” domandò Kaoru sedendosi.

“Beh…perché…” non riusciva a parlare, era più difficile di quanto immaginasse “volevo dirti una cosa, ma lontano da sguardi e orecchie indiscrete… è stato Kyoya a consigliarmi questo posto…”.

“Capisco, ti ascolto”.

“Io…non rinuncio ad Hikaru!” disse piano quasi in un sussurrò.

“Come scusa? Puoi ripetere?” chiese indispettito.

“Ero venuta a dirti questo…ma non ce la faccio…” rispose piangendo.

“Io…calmati, perché piangi?” domandò allarmato.

“Io sono davvero innamorata di lui…” affermò mettendosi le mani davanti agli occhi “vi osservavo continuamente e sapevo perfettamente chi di voi due fosse Hikaru e chi Kaoru ma non ho mai osato partecipare al vostro gioco. L’ho sempre guardato da lontano…si perché mi bastava vedere il suo sorriso e scambiarci qualche parola all’host club, ma in questi giorni…vedendo la confidenza che mi dava mi sono illusa, anche se in fondo l’ho sempre saputo che non potevo competere con te…lui mi guarda come guarda tutte le altre…mentre quando il suo sguardo si posa sul tuo viso la sua espressione…si illumina”.

“Per quale motivo non ti sei mai fatta avanti se sapevi chi era? E perché mi dici queste cose ora? Io non capisco…” era davvero confuso.

“Perché non mi avrebbe mai riservato quello sguardo…per lui ci sei solo tu… Ti ho chiamato perché volevo dirti di lasciarmelo, ma poi ho capito che non ho alcuna possibilità, che non dipende da te…voi siete troppo uniti. Perdonami, mi sento così stupida!”.

“No, non dire così. Non sei affatto una stupida” dichiarò Kaoru poggiandole una mano sulla spalla per confortarla.

“Ti prego prenditi cura di lui, stagli vicino e, anche se ti parrà una richiesta assurda, amalo anche per me” disse alzandosi.

“Io…certo che mi prenderò cura di lui” affermò ammirandola per lo sforzo che le stava costando dire certe cose.

“Non sono così buona sai? Se dovessi farlo soffrire te la farò pagare” lo minacciò scherzosamente cercando di ironizzare.

“Non ne ho nessun dubbio…” disse lui sorridendo”grazie”.

“Beh non credo ci vedremo molto presto, ma ogni tanto pensavo comunque di fare un salto al club…sempre che questo non ti crei problemi”.

“No certo che no, mi spiace che tu soffra così non te lo meriti, sai?”.

“Non preoccuparti…ci vediamo allora” e nel dirlo si girò lasciandolo da solo.

Kaoru restò seduto lì per un bel pezzo poiché non se la sentiva proprio in quel momento di tornare dagli altri, le parole di Minami lo avevano colpito e voleva riflettere con calma.

Hikaru, nel frattempo, non vedendolo rientrare si allarmò. Andò da Kyoya e gli chiese dove avesse mandato il fratello ma questi non aprì bocca se non per dirgli che aveva un impegno e che doveva aspettarlo buono intrattenendo le ragazze. L’altro visto il suo atteggiamento non poté fare altro che tornare seduto e, anche se controvoglia, a riprendere le conversazioni. Infatti vista la situazione non aveva altra scelta che chiedere spiegazioni direttamente al gemello non appena lo avesse visto ma Kaoru, sentendo il bisogno di stare da solo, decise che non sarebbe tornato subito a casa, quindi andò in classe a prendere le proprie cose. Per schiarirsi le idee decise che la cosa migliore era fare due passi, così si apprestò ad uscire senza avere però una meta precisa e, per non far preoccupare il fratello, lo avvertì con un sms scrivendogli che si sarebbero visti direttamente più tardi a casa. Hikaru rimase perplesso, non era da lui comportarsi a quel modo. Aveva paura che Kyoya gli avesse detto qualcosa su di loro e che lui se la fosse presa a male o…magari riguardava ancora Akane. Una cosa era certa, non ce la faceva a restare all’host club con quei pensieri così appena venne chiuso si diresse di corsa a casa sperando che fosse rientrato ma le sue aspettative furono deluse. Infatti quando chiese al maggiordomo questi gli rispose che non era ancora tornato. Mogio si diresse verso la loro stanza e si sdraiò sul letto mettendosi a pensare dove diavolo fosse finito.

‹‹Che se la sia presa perché oggi l’ho preso in giro?›› pensò ‹‹oddio…non avrà ripensamenti su di noi…accidenti ma dove sta?›› non si dava pace.

Continuò a tormentarsi con domande a cui non poteva dare una risposta fino a che, stremato, non si addormentò. Kaoru, nel frattempo, vagava per le vie del centro anch’esso tormentato dai suoi pensieri, finché ad un certo punto non guardò l’orologio e, accorgendosi che era già passata da un po’ l’ora di cena, fermò un taxi e rincasò. Una volta giunto a destinazione entrò e si diresse in bagno, poi andò in camera e, vedendo che il gemello dormiva, cercò di spogliarsi al buio senza fare rumore. Hikaru però, sentendo dei fruscii, si destò. La stanza era molto scura e per questo ci mise un po’ ad abituare gli occhi ma, non appena ci riuscì, vedendo una figura poco distante dal letto, accese la luce.

“Oh…finalmente sei tornato. Ma che ore sono?”

Kaoru sobbalzò per lo spavento visto che, pensando che stesse dormendo, lo aveva preso alla sprovvista.

“Si, torna a dormire non volevo svegliarti” disse mettendosi il pigiama.

Visto che non aveva risposto il fratello guardò l’orologio e, vedendo che erano le nove passate, gli chiese:

“Dove sei stato?”.

“Da nessuna parte in particolare, ho passeggiato” rispose infilandosi a letto.

Una volta che fu sotto le coperte Hikaru si avvicinò e lo abbracciò. Kaoru si lasciò stringere, ma lui mise le mani dietro la testa fissando il soffitto, voleva dire al compagno quello che pensava ma non sapeva da che parte iniziare. L’altro vedendo che non ricambiava l’abbraccio si scostò e lo guardò dritto in viso.

“Cos’hai?”.

“Sono un po’ giù…vorrei dirti delle cose ma non so da che parte cominciare” sospirò.

“Delle cose?” ripeté con voce tremante.

“Beh si ecco…che ne dici se ne parliamo domani? Ora sono troppo confuso”.

“Va bene” deglutì cercando di placare il tremito della sua voce.

“Scusami” disse e si girò dall’altra parte.

Hikaru sentì un tuffo al cuore vedendolo voltarsi e dargli le spalle. Aveva seriamente paura che gli dicesse di averci pensato e che quello che era accaduto quella notte era sbagliato. Che la loro era e doveva restare una recita e nulla di più, che se li avessero scoperti sarebbero stati guai seri per tutti. Era letteralmente terrorizzato poiché era sicuro che fosse quello il motivo di tanta freddezza. Ma…pensandoci bene era da quando aveva parlato con Kyoya che si comportava così. Era sicuramente colpa sua!

‹‹Se ha osato mettere bocca…lo distruggo›› già sapeva che quella sarebbe stata una nottata passata in bianco.

Si girò anche lui dall’altra parte e cercò di non sospirare troppo almeno finché non fosse stato certo che l’altro si fosse addormentato. Anche Kaoru non riusciva a prendere sonno, era troppo agitato così ad un certo punto, sicuro che il gemello stesse dormendo, si alzò e scese nel salone dato che rimanere a letto era una vera tortura. Hikaru che invece era sveglio lo sentì uscire. Tutto ciò aumentava solo i suoi sospetti.

‹‹Perché fa così?›› si domandò sedendosi sul letto, in più non aveva cenato e lo stomaco iniziava a brontolargli.

Sospirò e, prendendosi le gambe tra le braccia, girò il volto verso la grande finestra notando che fuori c’era una bellissima luna piena. Istintivamente restò a fissarla, incantato, e a fare mille ipotesi sullo strano comportamento del fratello.