Gelosia – parte 1

Prova d’amore

Kaoru, colto letteralmente alla sprovvista da quella richiesta inaspettata, sentì il cuore battergli, se possibile, ancora più forte di quanto già non facesse e la bocca farsi secca. Non si aspettava assolutamente una dichiarazione del genere. La sorpresa lo portò a tentennare per un istante, ma poi l’amore che provava per lui prese il sopravvento quindi si sollevò per posare le labbra su quelle leggermente tremanti del compagno dopo di che, sorridendogli teneramente, sussurrò:

“Va bene come risposta o devo essere più chiaro?”.

Hikaru a quelle parole sentì il cuore salirgli in gola. Quella frase gli era sfuggita e non si aspettava che il fratello acconsentisse, anzi se ne era pentito un secondo dopo averla detta. Con ancora un velo di stupore dipinto sul volto, lo abbracciò forte e, rotolandosi sul letto assieme a lui, prese a baciarlo sulla fronte, le guance, la bocca e nel mentre non faceva che ripetere:

“Ti amo, ti amo, ti amo….”.

A quella reazione assai esuberante il gemello sorrise e, contento di averlo reso tanto felice, si lasciò baciare ben volentieri ma nel frattempo non poté fare a meno di pensare che solo qualche minuto prima il fratello lo aveva fermato, al suo timore di essere inadatto a fare certe cose e alla rivelazione dell’altro che gli aveva invece confessato di aver paura di non controllarsi, tuttavia fu proprio quest’ultima a fargli avere un’improvvisa intuizione la quale lo portò a chiedere:

“È questo che non mi volevi dire e che mi tenevi nascosto prima?”.

A quella domanda Hikaru smise per un attimo di baciarlo e, alquanto imbarazzato, fece un segno d’assenso con la testa.

“E poi ti arrabbi quando ti do dello zuccone, eh? Lo sei!” rise Kaoru tirandogli una cuscinata.

Quel semplice gesto spezzò definitivamente quella punta di tensione che si era creata all’inizio e che era già stata smezzata dalla risposta affermativa e dall’esuberanza di Hikaru che però, nonostante avesse sorriso a sua volta, pensò:

‹‹Non sono io quello che si imbarazza per tutto›› ma ovviamente si guardò bene dal dirglielo poiché non voleva rovinare quel bellissimo momento con una delle sue uscite fuori luogo, difatti si limitò a saltargli addosso atterrandolo e, tornando serio, gli domandò “lo vuoi davvero?”.

“Se lo vuoi veramente anche tu, si…” rispose il gemello che al contempo pensò ‹‹per te farei qualsiasi cosa…››.

“Ho paura…soprattutto di farti male ma lo desidero più di ogni altra cosa. Voglio che tu sia mio e di nessun’altro” gli confessò guardandolo negli occhi.

“Quello lo sono già, non lo capisci? Non preoccuparti del dolore passerà, no?” sorrise Kaoru cercando di rassicurarlo.

“Si…però così sarebbe comunque diverso… Cioè…sarei io a sentirti completamente mio…non che ora non ti ci senta sia chiaro…non so se mi spiego…” disse arrossendo poiché non sapeva come spiegarsi ma, vedendo l’altro annuire, continuò “però se dovessi farti troppo male mi prometti che mi fermerai…?”.

“Va bene…” rispose incrociando le dita dietro la schiena un po’ timoroso per quanto stavano per fare.

Rassicurato da quella risposta Hikaru riprese a baciarlo molto lentamente, non sapeva da dove cominciare, o meglio, lo sapeva ma la pratica andava al di là delle sue fantasie e, non avendo notato che il fratello aveva incrociato le dita decise di iniziare. Essendo entrambi su un fianco, dal petto, che aveva ricominciato ad accarezzare, fece scendere piano la mano alla vita e poi ancora più giù, sino ad arrivare ai glutei sodi che carezzò andando verso l’interno dove, dopo aver stuzzicato la sua entrata, nonostante lo sentisse mugolare e rabbrividire appena per quelle carezze, si arrestò. Era molto stretta ed aveva capito che avrebbe dovuto prepararlo a dovere magari usando anche qualche lozione per non fargli male ma, siccome non sapeva che sarebbe stato proprio quel giorno quello in cui si sarebbero spinti sino a tal punto, non aveva nulla per farlo così, dopo averci pensato un momento, anche se timidamente, si staccò da quel bacio e si portò le dita alla bocca dove le infilò per bagnarle.

Notando quello che aveva appena fatto Kaoru lo osservò con un po’ di apprensione, il gemello non lo aveva mai toccato in quel punto e lui non sapeva esattamente cosa aspettarsi, né tanto meno aveva mai pensato di fare una cosa simile. Sentendo quel dito aveva provato una sensazione molto strana e l’agitazione aveva preso a farsi strada in lui ma, per tranquillizzarsi, si aggrappò alla fiducia e all’amore che provava per il fratello che gli dimostrò sussurrandogli:

“Ti amo…” e, abbassando lentamente le palpebre, si affidò completamente a lui.

Vedendolo Hikaru fu pervaso da un brivido, con quell’espressione angelica, le gote arrossate e gli occhi chiusi era a dir poco stupendo. Piano gli fece poggiare le spalle al materasso per poterlo guardare meglio in viso e, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra, lo baciò con estrema dolcezza poi, nonostante avesse già le gambe leggermente aperte, gli sussurrò:

“Allargale un altro po’…” la sua voce tremava quanto la sua mano.

Kaoru obbedì sentendo il cuore galoppargli nel petto ancora più furiosamente per l’emozione, la paura e quei delicati tocchi. Difatti l’altro, che stava facendo scendere il braccio, oltrepassato l’inguine con il palmo gli sfiorò il membro, poi i testicoli ed infine arrivò in mezzo alle natiche dove fece risalire un dito per poterlo penetrare. Piano iniziò a massaggiarlo per farlo abituare e nel mentre gli accarezzava i capelli avendo notato che era trasalito, sperando vivamente di non fargli troppo male. Non appena lo sentì rilassarsi, iniziò a spingerlo in lui inserendone poco meno di una falange per vedere la sua reazione in quanto, da quando aveva iniziato, non gli aveva tolto gli occhi di dosso e Kaoru, che pur con le palpebre serrate sentiva lo sguardo del gemello su di sé, si sforzò di non fare smorfie e di mantenere un’espressione il più neutra possibile. Tanto più che la cosa fino ad allora non era stata tanto difficile visto che aveva avvertito solo un leggero fastidio e così il compagno, notando che non si lamentava, lo spinse un altro po’. Kaoru, pur sentendo l’intrusione farsi più profonda, rimase immobile tuttavia quel comportamento mise in seria difficoltà Hikaru il quale, vedendo che non si muoveva, non capiva cosa provasse. Il suo viso non tradiva nessuna espressione, dalla sua bocca non uscivano versi né gemiti e così, pensando che se avesse sbagliato lo avrebbe fermato, decise si andare ancora più a fondo ma, a quel punto, Kaoru spalancò per un attimo gli occhi. Così facendo, poté vedere lo sguardo preoccupato dell’altro quindi, a dispetto del leggero fastidio, gli sfiorò la guancia e, nonostante il sorriso un po’ tremulo, lo rassicurò dicendogli:

“Calmo, va tutto bene”.

“Sei sicuro che non ti sto facendo male?”.

“Si, sta tranquillo. Te l’ho detto, se dovessi farmene ti fermerò”.

Hikaru annuì ma, nonostante quelle parole, era ancora un po’ titubante poiché non gli era certo sfuggita l’espressione dipintasi sul suo volto poco prima, tuttavia decise di fidarsi ed andare avanti così, dopo averlo spinto completamente al suo interno, iniziò a muoverlo molto lentamente per farlo abituare però, a quel punto, il fratello gli prese il viso tra le mani e se lo tirò vicino così da poterlo baciare per distrarsi e cercare di non pensare al fastidio sempre più intenso di quell’intrusione. Hikaru ovviamente lo ricambiò con passione, stando attento ad ogni minimo gesto finché, sentendolo comunque abbastanza rigido, piano si spostò di lato per potergli toccare anche i testicoli, sperando di donargli in quel modo almeno un po’ di piacere oltre al disagio che era sicuro gli stesse creando e, come per risposta, Kaoru iniziò a mugolare leggermente. Provava una sensazione molto particolare, era un misto tra piacere e fastidio ma non riusciva a spiegarsela completamente così decise di non pensarci e vi si abbandonò.

Capendo che non gli dispiaceva il gemello continuò quei dolci movimenti finché, quando pensò che fosse pronto, iniziò ad inserire anche un secondo dito aspettando di vedere la sua reazione che non si fece attendere. Kaoru infatti sobbalzò leggermente poiché, a quel gesto, aveva iniziato ad avvertire un po’ di dolore ma strinse le palpebre continuando a baciare il fratello per non fargli capire quello che provava. Questi però, nonostante il compagno avesse gli occhi chiusi, avvertì il cambio d’intensità con cui lo baciava e, senza smettere di dargli piacere tra le gambe e non essendo fermato, continuò il suo movimento spingendosi sempre di più il lui fino a che non lo ebbe inserito del tutto e solo allora si staccò dal bacio, lasciò la presa ai testicoli, fece risalire il braccio per potergli accarezzargli il viso e quindi gli chiese:

“Te la senti di continuare?”.

“Certo” ansimò l’altro facendogli un sorriso dolcissimo e guardandolo con occhi adoranti.

A quelle parole Hikaru lo fissò intensamente, lo amava da impazzire e se possibile gli sembrava ancora più bello del solito. Istintivamente gli passò il palmo della mano ancora leggermente tremante su una gota rossa e calda e, riprendendo a baciarlo, riprese anche a muovere le dita fino a che non le sentì scorrere senza nessuna difficoltà, o almeno così credeva a causa della propria inesperienza ed al fatto che comunque il fratello era stato abbastanza rigido sin dall’inizio non dandogli così un criterio di giudizio completo. A quel punto quindi iniziò a massaggiarsi il sesso per crearsi eccitazione, che a causa della preoccupazione gli era passata, per poterlo possedere. Quando fu pronto ritrasse la mano e delicatamente gli divaricò ulteriormente le gambe portandogliele al petto e si fermò a guardarlo ancora una volta titubante ma, vedendo che gli faceva un segno d’assenso, messa la punta sulla sua entrata, iniziò a introdursi in lui. Dal canto suo Kaoru, nonostante poco prima avesse assunto un’aria decisa per rassicurare il gemello, provava un po’ di paura, stavano per fare qualcosa che non aveva mai creduto possibile fino a qualche tempo prima ma, mentre aveva annuito, si era detto che quanto stava accadendo avrebbe potuto farlo solo con lui e nessun altro. Così aveva chiuso gli occhi e, non appena l’altro aveva iniziato a penetrarlo, a dispetto del leggero dolore avvertito, strinse le labbra e resistette così Hikaru, nonostante quella smorfia, poiché il fratello gli aveva assicurato che lo avrebbe fermato qualora avesse sentito troppo dolore, entrò ancora. Ovviamente non sapeva che il compagno stava soffrendo in silenzio difatti questi, pur avendo iniziato a sentire un male pazzesco, non si lasciò sfuggire neppure un gemito e per dissimularlo girò la testa di lato cercando di nasconderla un po’ tra le lenzuola ma Hikaru, vedendolo, non se la sentì di ignorarlo come aveva fatto poco prima con le dita e quindi si arrestò chiedendo preoccupato:

“Ti ho fatto male?”.

A quella domanda Kaoru, non volendo che si fermasse, strinse i denti e, cercando di fare una voce il più possibile normale, disse:

“Continua”.

Hikaru era incerto, aveva sentito il tremolio della sua voce però nonostante quello sapeva che gli avrebbe provocato un po’ di dolore, quella parte del corpo non era mai stata violata e sentiva quanto fosse stretta, in più poteva solo immaginare cosa provasse visto che anche lui avvertiva un leggero fastidio in quanto era la sua prima volta. Per quel motivo cercò di fidarsi e riprese ad affondare molto lentamente in lui ma il gemello sentendolo entrare ancora, seppure con delicatezza, credette di impazzire dal male. Era un tipo di dolore strano, mai provato prima, era totale, paralizzante e, senza accorgersene nemmeno, iniziò a mordersi la lingua mentre stringeva spasmodicamente il lenzuolo tra i pugni fino a sbiancarsi le nocche. Intanto Hikaru che, sprofondando nel suo corpo, aveva chiuso gli occhi a causa dell’immenso piacere, riaprendoli, si arrestò di colpo nel vedere una lacrima scendere furtiva dal viso del suo amore e quindi, con tono alterato e soprattutto angosciato, esclamò:

“Perché mi menti? Ti sto facendo malissimo”.

Tuttavia quella volta Kaoru non rispose, non sapeva cosa dire ma anche se lo avesse saputo non sarebbe riuscito a dirglielo per quanto aveva stretto la mascella, così cercò di fare un cenno di diniego con la testa ma Hikaru, giunti a quel punto, non volle sentir ragioni. Si era fidato ed ecco il risultato, il fratello non riusciva neanche a parlare per il dolore che gli stava infliggendo. Piano si ritrasse e nel farlo lo vide, se possibile, aumentare ancora di più la stretta sul lenzuolo mentre il gemello, sotto di lui, nemmeno si accorse che era uscito. Infatti la sua mente era concentrata unicamente sul dolore che provava e nemmeno quello che sentiva alla lingua che si era morso riusciva a distrarlo.

Nel frattempo Hikaru, stesosi di lato, prese a sfiorargli il viso e, sentendo che era rigidissimo, gli sussurrò:

“Perdonami…”.

Avvertendo quei tocchi Kaoru aprì gli occhi e, vedendo che il fratello si trovava al suo fianco, gli si buttò tra le braccia nascondendo il viso sul suo petto e questi immediatamente iniziò ad accarezzargli i capelli ma nel mentre lo rimproverò anche se cercando di mantenere un tono estremamente dolce:

“Sei uno sciocchino, non dovevi tenerti tutto dentro ma fermarmi appena hai avvertito un po’ di dolore”.

“Scusami…io…non volevo…desideravo farcela…per te…” singhiozzò sentendosi tremendamente in colpa.

Hikaru, a quelle parole, si sentì intenerito e grato, in fondo lo aveva fatto per lui e quindi, per fargli capire che non era arrabbiato, gli sussurrò:

“Lo so…però non devi….non voglio che mi menti, se mi dici una cosa deve essere quella, d’accordo?”.

Il gemello annuì mentre le lacrime continuavano a rigargli le guance, anche se l’altro era uscito continuava ad avvertire parecchio dolore e non sapeva cosa fare per trovare sollievo, così alla fine si rassegnò al pensiero che probabilmente doveva solo aspettare che passasse. Però Hikaru, che era non poco preoccupato, soprattutto perché persisteva a piangere e non parlava un po’ agitato chiese:

“Ti fa ancora male?”.

Incapace di mentirgli un’altra volta Kaoru annuì ed il fratello sospirando continuò ad accarezzarlo, non aveva la più pallida idea di come aiutarlo ma non voleva che stesse in quella maniera così, dopo qualche minuto, disse:

“Ci facciamo una doccia tiepida?”.

“Magari dopo…” rispose con un filo di voce il compagno che già provava un terribile dolore a stare fermo, non riusciva ad immaginare cosa sarebbe successo se si fosse mosso.

“Hai ragione scusa…è che mi sento così impotente…” replicò sconsolato l’altro sentendosi un vero cretino per avergli fatto quella domanda..

“Tranquillo” sussurrò accoccolandosi ancora di più tra le sue braccia avvertendo il dolore diventare lentamente sopportabile ma a quel punto si accorse di avere uno strano gusto dolciastro in bocca ‹‹accidenti mi deve essere uscito del sangue quando mi sono morso la lingua›› pensò.

Intanto Hikaru, vedendo che si era rannicchiato e pensando che volesse più coccole, si avvicinò al suo viso e lo baciò prima sulla fronte, poi sulle guance ma, quando intrufolò la lingua quasi a forza nella sua bocca, poiché ovviamente l’amato non voleva che se ne accorgesse, si accorse di uno strano sapore. Così si staccò e, notando che il gemello aveva le labbra imperlate di sangue, si arrabbiò moltissimo.

‹‹Quello scemo! Non dovevo fidarmi…›› si disse sentendosi in colpa prendendo a fissarlo con sguardo severo.

E così Kaoru, capendo che si era irritato, nonostante gli occhi ancora lucidi di lacrime, sostenne l’occhiataccia mormorando:

“Non guardarmi così male…”.

“Sei uno stupido….” disse Hikaru serio “però ti amo…” ammise abbracciandolo di nuovo.

Sollevato il fratello sospirò, pensando che per sentire certe parole avrebbe affrontato anche di peggio e con un sorriso dichiarò:

“Scusami vedrai che la prossima volta ce la farò!”.

“Prossima volta? Sei matto? Non voglio assolutamente che ci sia una prossima volta!” affermò l’altro più serio che mai.

“Perché dici così?”.

“Perché si! Non voglio certo infliggerti questo dolore per la seconda volta. Mi basta ciò che facciamo ed averti vicino a me. Non ho bisogno di nient’altro”.

“Non è vero, l’hai ammesso tu stesso prima che volevi di più…e poi ti ho detto che per me andava bene e te lo ridico di nuovo, quindi non fare così!” protestò Kaoru con veemenza.

“Non mi fido di ciò che dici…avevi promesso che mi avresti fermato se avessi sentito molto dolore ed invece guarda….” replicò il gemello toccandogli le labbra con le dita che si tinsero leggermente di rosso “ti sei morso la lingua a sangue pur di tacere… Quello che ho detto non conta, avevi ragione tu, non ho bisogno di arrivare a questo per sapere che sei mio”.

“Ma io…” sussurrò Kaoru cercando di continuare ma le parole gli morirono in gola e gli occhi si riempirono di nuove lacrime che scesero silenziosamente su quelle guance ormai pallide.

“Non piangere… Io sono felice, quello che hai fatto, anzi ciò che hai sopportato per me oggi è qualcosa che va oltre la mia immaginazione. Non voglio farti male cerca di capirmi…” gli disse il fratello asciugandogliele.

“Si, ma io…io volevo sul serio fare l’amore con te…” rispose mogio.

“Ma che dici? In fondo quello che facciamo tutte le sere non è forse fare l’amore?”.

“Si ma….” ripeté ‹‹ non è quello che desideri realmente tu›› avrebbe voluto dirgli.

“E allora niente ma… Non fare il testardo… per una volta accontentami”.

“Guarda che io lo faccio sempre…” borbottò.

‹‹È questo il problema….›› pensò ma con un sorriso rispose “e allora non avrai problemi a farlo anche stavolta no?”.

“Non è giusto però alla fine ce l’hai sempre vinta tu!” protestò Kaoru.

Hikaru sorrise sapendo bene che fosse la verità ed infine disse:

“Allora ce la facciamo questa doccia?”.

“Va bene, però cambi sempre discorso tu, eh!?” rispose l’altro facendo la faccia un po’ imbronciata.

Il compagno ovviamente non replicò e, facendogli la linguaccia, si diresse in bagno mentre il gemello lo seguì più lentamente visto che provava ancora un po’ di dolore il quale si acuiva camminando. Nel frattempo Hikaru, già sotto la doccia, si guardò le dita con cui lo aveva penetrato pensando a cosa dovesse aver provato l’amato e alle proprie sensazioni dicendosi:

‹‹È stato bellissimo ma il prezzo da pagare è troppo alto…›› .

Poco dopo Kaoru lo raggiunse e, una volta entrato nel box, si lasciò scorrere l’acqua calda sul viso traendone un gran sollievo per poi sciacquarsi anche la bocca notando che l’acqua che aveva sputato era rosata e Hikaru, vedendola, sospirò scuotendo la testa dopo di che prese il bagnoschiuma ed iniziò a lavargli le spalle. L’altro ovviamente lo lasciò fare stando immobile, si sentiva distrutto e quel getto caldo gli stava facendo provare un senso di torpore non indifferente così chiuse gli occhi assaporando quelle sensazioni. Il fratello, vedendolo così stanco, lo lavò massaggiandogli le spalle, i fianchi ed il collo, poi lo sciacquò facendo attenzione a non bagnargli troppo i capelli ed infine, dopo essersi dato una sciacquata a sua volta, uscì dalla doccia. Appena fuori prese due teli belli grandi e dopo essersi dato una veloce asciugata con uno, con il secondo avvolse il gemello ed incominciò a frizionarlo per asciugarlo però nel mentre non resistette e lo abbracciò, stringendolo forte, e l’altro ricambiò la stretta sussurrando un flebile:

“Grazie”.

Hikaru non mollò la presa per un bel po’, lo sentiva così fragile e, dopo ciò che aveva fatto, avvertiva di amarlo ancora di più nonostante l’arrabbiatura per il fatto che gli avesse mentito. Poi lo lasciò e lo portò in camera dove lo aiutò a mettere il pigiama, si infilò i boxer e, una volta pronto, si sedette sul letto ma, vedendo che il suo amore rimaneva in piedi, gli fece cenno di andare accanto a lui. Kaoru naturalmente non se lo fece ripetere due volte, sedendosi al suo fianco lo cinse per la vita e, guardandolo negli occhi, disse:

“Hikaru, sono felice”.

Questi sentendolo lo strinse fortissimo rispondendo:

“Anche io….e non hai idea di quanto…”.

“E comunque io rifarei tutto, capito? T-U-T-T-O…” replicò Kaoru sillabando l’ultima parola “anche se mi imbarazzo per un nonnulla, se mi sento sempre impacciato e mai all’altezza non rimpiango nulla di quello che abbiamo fatto stanotte e spero che anche tu cambierai idea”.

“Lo so…” rispose il fratello ‹‹io invece se tornassi indietro non te lo chiederei…anzi vorrei averti detto di volerti sentire dentro di me›› si disse ripensando a ciò che l’amato aveva sopportato solo per renderlo felice tuttavia, per non farlo preoccupare, continuò “ti amo e continueremo a fare l’amore come sempre, per me nulla è cambiato se non che ti amo ancora più di prima” e dandogli un bacio a fior di labbra “nessun rimpianto solo la certezza che sei qui vicino a me”.

Kaoru guardò il gemello con occhi adoranti, pensando a mille parole diverse per rispondergli ma alla fine decise che non ne esistevano di adatte per esprimere la profondità dei suoi sentimenti così lo strinse più forte sorridendogli dolcemente ed Hikaru lo ricambiò anche se con meno intensità. Essa però non era certo dovuta alla mancanza di sentimento ma solo al fatto che era molto stanco, difatti non vedeva l’ora di addormentarsi ma, prima di lasciarsi andare, voleva accertarsi che il fratello stesse davvero bene così, guardandolo negli occhi, chiese:

“Va meglio?”.

“Certo!” lo rassicurò prontamente questi sebbene continuasse a sentire un po’ di dolore al fondoschiena specialmente se, come allora, ci si sedeva direttamente sopra e la lingua si fosse un po’ gonfiata, ma erano tutte cose trascurabili a suo giudizio, così si sdraiò aspettando che il gemello facesse altrettanto.

Hikaru lo guardò cercando di capire se gli stesse dicendo l’ennesima bugia o se stavolta dicesse la verità tuttavia, vedendo che si coricava, gli si mise a fianco e abbracciandolo gli sussurrò:

“Non mi stai mentendo, vero?” .

“Certo che no!” rispose Kaoru accoccolandosi meglio al calduccio tra le sue braccia.

A quelle parole Hikaru lo strinse nuovamente e poi, avvicinandosi al suo orecchio, gli bisbigliò:

“Non mentirmi più…ti prego”.

“Si, ma tu nemmeno mi devi più nascondere nulla”.

“Si…” mormorò chiudendo gli occhi.

E così Kaoru, che si sentiva al sicuro nella cerchia delle sue braccia, a poco a poco si addormentò soddisfatto mentre Hikaru dal canto suo con una mano prese ad accarezzargli la testa fino a che il sonno non sopraggiunse anche per lui.