Gelosia – parte 1

Vincere la timidezza…

Hikaru, steso sul divano a faccia in giù, non riusciva a smettere di singhiozzare continuando a chiedersi con che faccia sarebbe tornato dal fratello, dato che quella patetica scusa di cercare qualcosa da mangiare che gli aveva rifilato avrebbe retto ancora per poco. Difatti non sapeva neanche quanto tempo era passato da quando era sceso, la cosa certa era solo una: quei singhiozzi non volevano proprio passare e lui non poteva farci nulla. Tuttavia nemmeno il fratello riusciva a non piangere e la cosa peggiore non era solo sentire che il gemello stava facendo lo stesso in quanto i suoi gemiti, sebbene trattenuti, riecheggiavano per la casa vuota, quanto che, nonostante lo sentisse, non aveva la forza di stargli vicino. Kaoru infatti, ancora sdraiato sul letto, non riusciva a muoversi. Si sentiva scosso da tremori dovuti all’agitazione ma, cercando di calmarsi, facendo appello a tutta la sua forza d’animo non volendo sopportare oltre quella situazione si alzò e, con le lacrime che ancora gli rigavano le guance, si decise a scendere.

‹‹Non voglio lasciarlo da solo!›› si disse e, silenziosamente, si diresse in salotto sicuro di trovarlo lì e difatti aveva ragione.

Vedendolo steso sul divano, gli si avvicinò lentamente mormorando il suo nome ma Hikaru non rispose poiché, udendo quella voce, cercò di trattenere il fiato nella speranza che i propri lamenti si interrompessero. L’altro, ormai arrivatogli affianco, non poté che inginocchiarsi per terra visto quanto gli tremavano le gambe e, dopo averlo guardato per una frazione di secondo rammaricandosi del suo dolore, istintivamente allungò una mano per prendere quella del fratello che, a quel gesto, non riuscendo a trattenersi oltre, buttò fuori tutta l’aria fino ad allora faticosamente trattenuta riprendendo a singhiozzare. A quella reazione Kaoru cercò, seppure con fatica, di sollevarsi e, salendo sul divano, si allungò per abbracciarlo. Rimase in quella posizione per qualche secondo, dopo di che, facendogli posare il viso sulla propria spalla, disse:

“Ti prego basta, non piangere più! Calmati, sono qui con te e non ti lascio… Non lo farò mai! Lo senti quello che provo per te?” mormorò stringendolo.

“Mi vergogno…mi vergogno da morire…” singhiozzò in risposta il gemello.

“No ti prego non devi, è una cosa naturale quello che è successo. Se te lo avessi fatto io sarebbe stato così diverso? No! Quindi ti prego, smettila di tormentarti a questo modo…”.

‹‹Sarebbe stata tutta un’altra cosa…›› pensò impulsivamente l’altro ma non disse niente, non avrebbe potuto neanche se lo avesse voluto poiché le parole stesse si rifiutavano di uscire dalla sua bocca e così continuò a piangere senza poter fare nulla, in quanto ora che il fratello era sceso si era agitato ancora di più.

Kaoru, dal canto suo, non sapeva più come confortarlo e siccome ogni cosa che diceva sembrava lo facesse stare solo peggio, decise di lasciar perdere le parole e cercare di dimostrare con i fatti i suoi sentimenti. Velocemente gli prese quindi il viso tra le mani e lo baciò con foga ma a quel gesto inaspettato Hikaru si staccò di botto.

“Che fai?” gli domandò incredulo.

“Quello che avrei dovuto fare prima, sta zitto e baciami” rispose attirandolo di nuovo a sé.

“Smettila…” disse il gemello pensando che lo stesse facendo solo per tranquillizzarlo e lui non voleva certo che si forzasse.

“No non la smetto, non voglio hai capito?”.

Il fratello a quella secca risposta rimase letteralmente spiazzato poiché non si aspettava quel comportamento, lo aveva lasciato così di stucco che, nonostante le lacrime ancora gli scorressero sulle guance, i singhiozzi erano spariti. Così, dopo un attimo di esitazione, senza dire nulla lo abbracciò dato che era l’unico modo che gli venne in mente per fermarlo, e stavolta lo strinse con tutte le sue forze. Kaoru ricambiò l’abbraccio ma non smise ciò che aveva iniziato e, tra un bacio e l’altro, ansimò:

“Non hai capito vero? Stavolta si va fino in fondo….” e per impedirgli di replicare gli passò rapidamente la lingua sulle labbra, carezzandogliele, e poi la introdusse nella bocca andando a cercare la sua gemella.

“Mhh…” mugolò Hikaru che tentò di sottrarsi spingendolo per le spalle.

Tuttavia Kaoru non lasciò la presa e continuò a baciarlo, sapeva che il fratello lo voleva, doveva solo riuscire a convincerlo che anche per lui era lo stesso ma Hikaru, dimenandosi, finalmente riuscì a staccarlo e, con tutto il fiato che aveva in gola in quel momento, che era abbastanza poco, gridò:

“Finiscila!”.

“Perché? Hai forse cambiato idea e non mi vuoi più?” urlò l’altro di rimando.

“No…non smetterò mai di desiderarti ma so che non sei pronto, non ora almeno! Non affrettare i tempi, non intendo fare qualcosa di cui poi tu ti possa pentire. Voglio che quando sarà il momento tu sia davvero sicuro e non dettato dall’impulso di dimostrarmi qualcosa. Smettila ti prego o non riuscirò a controllarmi…ed io non voglio questo…” gli disse sforzandosi.

“E io invece si, lo voglio! Hai capito? Desidero farla finita con questa storia e superare le mie paure una volta per tutte! Ti prego, ora che ho trovato il coraggio, non mi respingere…”.

Hikaru sentendo tali parole non riuscì a replicare, non voleva che si sentisse rifiutato e comunque era certo che si sarebbe fermato ancora…sperava solo di riuscire a trattenersi quando questo fosse avvenuto. In più decise che non lo avrebbe toccato vista la precedente reazione del gemello quindi, sapendo che il problema era quello, pensò di poter stare tranquillo. Rassicurato dai suoi stessi pensieri anche se un po’ a fatica si lasciò andare e, traendolo a sé, lo incitò a sdraiarsi sopra di lui iniziando a baciarlo con passione. A quel gesto Kaoru non poté fare a meno di esultare anche se solo dentro di sé e, ora che finalmente era riuscito a convincere il fratello delle sue reali intenzioni, non avrebbe sprecato quell’unica occasione che gli avrebbe permesso di dimostrargli quanto lui stesso lo desiderasse nonostante le sue paure. Difatti ricambiò quei baci carichi di sentimento iniziando ad accarezzargli il viso e successivamente risalendo sui capelli che strinse tra le dita. Poi come a voler giocare, si staccò ed iniziò a sfiorargli le labbra con la lingua, prima lungo il contorno esterno ed in seguito avvicinandosi lentamente ai bordi che delimitavano l’ingresso alla bocca. Notando che il gemello non si ribellava continuò a leccarla per un po’ fino a che non decise di introdurre quella punta umida e calda nella cavità cercando nuovamente il contatto con l’altra. Intanto le sue mani erano scivolate in basso ad aprire i bottoni della giacca del pigiama per potergliela sfilare e lasciarlo così a petto nudo. Hikaru era sorpreso, il fratello non era mai stato tanto audace prima, ma lo assecondò restando fermo e beandosi di quel meraviglioso gioco. Infatti quando l’altro ebbe slacciato fino all’ultimo bottone, si lasciò sfilare la camicia restando a torso nudo e, nel momento in cui sentì le sue dita carezzarlo, un brivido di piacere gli percosse la schiena. Istintivamente portò le proprie mani sulle braccia del gemello iniziando a lisciarle e la cosa più bella fu che il tutto avvenne senza mai staccare le labbra da quelle del compagno che continuava a baciare avidamente. Anche se non lo dava a vedere nel compiere quei gesti Kaoru si sentiva un po’ impacciato, non sapeva bene come toccarlo né come fare a dargli piacere ma stavolta era deciso a non fermarsi. Per non farsi sopraffare dall’imbarazzo stabilì che si sarebbe lasciato guidare dall’istinto, così lasciò vagare le mani su quel petto liscio e caldo soffermandosi un attimo a giocherellare con i capezzoli, scendendo poi ad accarezzargli il ventre. Sentendosi stimolare a quel modo Hikaru mugolò sommessamente, tutto ciò lo stava facendo impazzire, avrebbe voluto che non si fermasse, che i suoi gesti si facessero più decisi e approfonditi ma lui, nonostante il suo respiro diventasse sempre più intenso ad ogni tocco, continuò solo a sfiorargli le braccia. Kaoru, incitato dai lamenti del fratello, decise di lasciare la sua bocca per baciargli il collo senza però smettere di accarezzarlo, anche lui si sentiva molto eccitato sebbene il gemello gli sfiorasse soltanto le braccia. Ora che le labbra non erano più impegnate, i gemiti di Hikaru uscivano più acuti nonostante cercasse di soffocarli e sentendosi succhiare sul collo, mentre impulsivamente iniziava a muoversi, mugolò:

“Kaoru…”.

Si stava infervorando notevolmente e, percependo il suo basso ventre reagire, cercò di controllarsi, anche se il fratello non glielo permetteva. Questi infatti sentendolo muoversi, iniziò a farlo anche lui, così che i loro bacini iniziarono a sfregare l’uno contro l’altro aumentando maggiormente l’eccitazione che li pervadeva. Il ragazzo, il cui nome poco prima era riecheggiato nella stanza, in quel momento sentiva mille scariche elettriche attraversargli il corpo ed ora era deciso più che mai a voler donare le stesse intense sensazioni anche al suo amore. Scese quindi a baciargli il petto, leccando quella pelle liscia mentre iniziava ad abbassagli i pantaloni del pigiama e a sfiorarlo da sopra i boxer. Hikaru, notando che anche il gemello aveva iniziato a muoversi, ebbe un tremito e, quando sentì quella lingua calda lambirlo, si infiammò ancora di più per poi avvampare completamente quando si sentì toccare tra le gambe. Istintivamente lasciò la presa dalle braccia ed iniziò a lisciargli i capelli con una mano mentre con l’altra prese a sfiorargli la schiena.

Kaoru a quel punto ebbe un momento di incertezza che lo portò a mordicchiarsi le labbra, ma non per questo smise di toccare il fratello se non altro per non fargli intuire il suo disagio momentaneo. Non sapeva bene come fare, si sentiva d’un tratto inadeguato e goffo ma le mani che lo carezzavano lo spinsero a continuare, non poteva permettersi di fermarsi proprio ora. Doveva vincere le proprie paure o sicuramente il rapporto con Hikaru si sarebbe guastato così, per darsi coraggio, lo baciò nuovamente sulle labbra mentre con le dita gli abbassava i boxer ed esponeva all’aria la sua nudità che iniziò ad accarezzare. L’altro, sentendo la sua mano sul proprio membro, strinse la presa sui capelli ed ansimò ancora più forte, era bellissimo, nulla di paragonabile a ciò che aveva fatto poco prima nel bagno. Tuttavia sapeva che il gemello si stava sforzando e voleva fermarlo, afferrargli il polso per bloccarlo, dirgli che era sufficiente ma il piacere che stava provando era troppo e tutto ciò che riuscì a fare fu solo aprire di più le gambe e muoversi più intensamente. Kaoru staccò le labbra da quelle del fratello e lo guardò, era bellissimo con gli occhi chiusi e quell’espressione di piacere sul viso tutto arrossato. Anche se per lui era difficile decise di andare comunque avanti e, cercando di non pensare all’imbarazzo che stava provando, iniziò a massaggiarlo piano timoroso di fargli male.

Hikaru sentiva che i suoi tocchi erano incerti, delicati e riteneva che tutto ciò rendesse quel momento ancora più stupendo, stavano esplorando insieme quel territorio sconosciuto e il pensiero che questa e tutte le altre prime volte del fratello sarebbero state sue lo colmarono di gioia. Poi sentendo che il gemello aveva cessato di baciarlo d’impulso aprì gli occhi e, rendendosi conto che questi lo stava fissando, arrossì maggiormente notando però che anche il compagno ebbe la stessa reazione. Sorridendo appena gli si avvicinò per riprendere ciò che avevano interrotto ma restando con gli occhi aperti stavolta, per potersi godere ogni istante e ogni espressone che si dipingevano sul suo viso. Inoltre, notando che i tocchi del fratello non aumentavano di intensità, portò una mano sopra la sua stringendogliela per fargli capire che poteva fare anche più forte. Kaoru si stupì non poco avvertendo la mano dell’altro posarsi sulla propria e vedendo che lo baciava continuando a guardarlo, ma lui, sentendosi nuovamente imbarazzato, chiuse gli occhi e si concentrò su quello che stava facendo dato che ormai si era imposto di portare a termine la faccenda. Aumentò quindi un po’ la stretta intorno a quel membro ed iniziò a muoversi più velocemente su e giù, dalla base fino alla punta turgida, e nel contempo pose fine al loro bacio per posargli nuovamente le labbra sul collo ed iniziare a leccarglielo. Con il crescere del ritmo però accrebbe anche il respiro affannoso del gemello che si sentiva bruciare sotto quei tocchi e, vedendo che l’altro non esitava più, lasciò la presa per tornare ad accarezzargli la schiena prima, e una gamba poi. Avrebbe voluto toccarlo anche lui tra le gambe ma, non sapendo se fosse il caso, preferì non farlo e fece semplicemente riscendere la mano che teneva tra i suoi capelli al viso per carezzarlo però, via via che il piacere aumentava, i suoi movimenti si facevano più lenti a causa dell’estasi che il fratello gli stava donando. Kaoru lo sentiva mugolare e contorcersi sotto alle sue carezze e questo gli procurava, oltre che a una certa dose di eccitazione, anche un’enorme soddisfazione. Dal collo risalì all’orecchio e, mentre aumentava la velocità del suo movimento, mordicchiandoglielo gli sussurrò:

“Ti amo…”.

Hikaru a quelle parole sentì un tuffo al cuore e dal viso salì nuovamente ai capelli che strinse forte.

“A-anch’io…” riuscì a gemere.

Poi sentendo che non si sarebbe trattenuto ancora a lungo, lasciò la presa dalla folta chioma e fece riscendere il braccio fino al suo basso ventre afferrandogli nuovamente la mano, ma per fermarlo stavolta dato che non voleva sporcarlo. Sarebbe stato troppo per quella sera. Kaoru però vedendo che lo voleva bloccare, con la mano libera spostò quella del fratello e contemporaneamente sussurrò:

“No… Ho detto che andavamo fino in fondo, ricordi?” ora che aveva deciso non voleva tirarsi indietro, così continuò a massaggiarlo con maggiore intensità.

“Ka-Kaoru ti prego…” mormorò trattenendosi.

“No” rispose senza fermarsi e leccandogli il torace.

“Kaoru…” gemette ancora.

Questi, sentendolo, alzò la testa dal suo petto e, guardandolo in viso, sussurrò con voce bassa:

“Lasciati andare…lo voglio” e iniziò a leccargli i capezzoli.

Hikaru non voleva ma non riuscì a resistere oltre così, emettendo un gemito più forte degli altri e inarcando la schiena, si lasciò andare nella sua mano e, fortunatamente, essendo già venuto poco prima non lo sporcò molto. Quando tutto fu finito si abbandonò con le spalle sui cuscini del divano e, ansimando pesantemente, con un filo di voce disse:

“Io… Non avrei dovuto…”.

“Perché dici così? L’ho voluto io” rispose Kaoru deciso e sicuro di sé, continuando a stargli sopra.

Hikaru non rispose, difatti era ancora convinto che il fratello avesse agito in tal modo solo per non farlo stare male ma non potendo certo dirglielo, lo guardò negli occhi, gli prese il viso tra le mani e, dopo avergli dato un bacio a stampo, si drizzò a sedere tirando automaticamente su anche il gemello che era sopra di lui e ricomponendosi gli sussurrò:

“Aspettami qui…” e detto questo si alzò per andare in cucina.

Kaoru guardandolo allontanarsi, invece di ascoltarlo, dopo pochi istanti lo raggiunse e ne approfittò per sciacquarsi le mani al lavello chiedendogli con voce tremante:

“Perché non mi hai risposto?” non riusciva a capire il suo comportamento, avrebbe dovuto essere felice e invece non lo pareva affatto.

“Ma come? Ti avevo detto di aspettarmi… Ero venuto a prenderti un fazzoletto…” e per rispondere alla sua domanda disse “è solo che…ho pensato che fosse troppo…”.

“Se non me lo dici…non pensare ma ascoltami bene: Lo volevo” rispose scandendo quelle ultime parole.

Hikaru si avvicinò, gli porse il fazzoletto, e quando l’altro si fu asciugato, lo abbracciò sussurrando: “Ti amo…”.

Il compagno a quelle parole si sentì enormemente sollevato in quel momento tanto che, pensando che ormai tutto fosse risolto, posandogli un leggero morsetto sulla spalla gli rispose:

“Anch’io, scioccone…”.

Hikaru fu felice di essere riuscito a chiudere quella conversazione, tuttavia non si staccò da quell’abbraccio poiché aveva come l’impressione che se lo avesse fatto tutto quello che era successo e che aveva provato sarebbe svanito in un istante e lui non voleva. Desiderava trattenere quel momento, quelle emozioni tanto intense il più a lungo possibile, così senza accorgersene lo strinse più forte. Kaoru era contento nel sentire che l’altro aumentava la stretta ma improvvisamente percepì che c’era qualcosa di sbagliato e si ricredette a proposito di quello che aveva appena pensato.

“Hikaru…tutto bene?” mormorò iniziando a temere di aver sbagliato, magari facendo qualcosa che lo aveva infastidito.

“Restiamo così ancora un po’…”.

“Si certo…” rispose cercando di non fargli capire che era preoccupato e stringendolo a sua volta.

“Va tutto bene, voglio solo stringerti ancora un poco…mi piace farlo” disse per calmarlo.

“Va bene” acconsentì ma sentendo iniziare a serpeggiare in lui una sensazione di inquietudine.

Passarono così alcuni minuti al termine dei quali il compagno si risolse a staccarsi e guadandolo gli chiese:

“Andiamo a letto?”.

“Si” rispose, dopo di che si avviarono.

Giunti in camera si misero sotto le coperte e, come sempre, Hikaru si avvicinò al fratello per abbracciarlo ma questi era sempre più inquieto e alla fine decidendo che non poteva restare con il dubbio di aver fatto qualcosa di inopportuno iniziò a dire:

“Hikaru…” ma poi si bloccò in quanto si rese conto di non essere in grado di spiegare quel sentimento negativo che lo pervadeva.

“Cosa c’è?” sussurrò questi alzando lo sguardo ed incrociandolo con il suo.

“Ecco io…non so come dirlo… Vedi, ho come l’impressione che tu…si insomma, che tu sia un po’ arrabbiato con me, che non sia felice” mormorò con molta fatica e sentendo gli occhi iniziare a pizzicargli.

“Co-cosa? No…perché? Cosa ho fatto stavolta?”.

“No, n-niente è solo una sensazione, però, ecco…pensavo saresti stato più contento tutto qui. Invece mi sembri non so, triste?” rispose arrossendo.

“No…sono felice, davvero…ahhhhh scusa ho rovinato tutto!” esclamò buttandoglisi al petto e stringendolo ‹‹non voglio che pensi queste cose…già si è sforzato e ora anche questo›› si disse, tuttavia iniziò a fare “scusa, scusa, scusa” in tono lagnoso, cercando di fare lo scemo.

“Ma, no non dire così, io voglio sapere solo quello che realmente provi, che pensi…non voglio delle scuse”.

Hikaru si staccò e tornando serio dichiarò:

“Mi sembrava di avertelo detto…ti amo e non ho parole per descrivere quanto è stato bello quello che è successo stanotte…”.

“Allora non mi devo preoccupare che tu mi stia nascondendo qualcosa vero? Sii sincero te ne prego” gli domandò guardandolo negli occhi, voleva essere certo che non ci fossero fraintendimenti tra di loro,

“Tu sei felice?”.

“Si” affermò deciso visto che era quello che provava.

“Allora lo sono anche io!”.

“Non è una risposta leale” disse mettendo il broncio.

Hikaru a tale reazione si mise a ridere, lo abbracciò e continuando affermò:

“Si che lo è!” dopo di che lo baciò sulle labbra.

“No che non lo è invece brutto imbroglione” rispose staccandosi da quel contatto ma continuando tuttavia a stringerlo.

“Si!” e gliene diede un altro per dispetto.

Kaoru per “vendicarsi” invece di accontentarsi gli diede un bacio molto più profondo muovendo le labbra su quelle dell’altro con foga ed introducendogli la lingua nella bocca. Il compagno ricambiò finché, senza fiato, si staccò e, ansimando, sussurrò:

“Di un po’… Stasera hai deciso di sfinirmi?”.

“Qualche obiezione?” chiese malizioso.

“Figurati…” rispose “ma non pensare che io ti lasci agire senza fare nulla…” disse salendogli sopra.

“Eeehh?” esclamò leggermente stupito, viste le sue resistenze di poco prima.

Il gemello lo guardò, poi sorridendo dichiarò:

“Guarda che scherzavo…” e ridacchiando si spostò.

“Ah” mormorò leggermente deluso perché l’altro si era allontanato

Hikaru sorrise:

“Hai avuto paura eh..?”.

“Eemmhh no, veramente no” rispose, vergognandosi un istante dopo per aver detto una cosa simile.

“Ma davvero…? Eppure la tua faccia rossa dice il contrario” lo prese in giro.

A quell’affermazione Kaoru si girò e gli diede le spalle, non sapeva se essere contento o no che il fratello si fosse sbagliato sul motivo del suo rossore, sapeva solo di sentirsi piuttosto imbarazzato.

Hikaru gli si avvicinò e abbracciandolo nuovamente, facendo in modo che il suo petto si unisse alla sua schiena, gli mormorò:

“Sei bellissimo quando fai quella faccia”.

“Umpf” sbuffò.

Notando che continuava a fare il sostenuto il gemello decise di dargli un bacio sulla nuca per poi sussurrare ancora:

“Non vorrai continuare a darmi le spalle? Potrei anche prendermela sai…”.

Ma Kaoru per tutta risposta sbuffò un’altra volta e non si mosse da quella posizione.

“Uffa fa come ti pare” sbottò Hikaru vedendo la sua reazione e, lasciandolo, si girò a sua volta.

“Cretino” mormorò l’altro iniziando a mordersi un’unghia.

“Cosa?”.

“Niente” rispose continuando a tormentarsi il dito.

“Ti odio quando fai così”.

Kaoru non ribatté e, al contrario, come suo solito si chiuse in un silenzio ostinato nel quale però si stava letteralmente distruggendo l’unghia, tanto che dopo un po’ iniziò ad uscirgli del sangue. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti che ai due parvero ore fino a che Hikaru, vedendo che non si girava, stufo di quell’opprimente silenzio, lo afferrò per le spalle, gli fece aderire la schiena al materasso e salendogli sopra urlò:

“Perché non riesci mai a capire quando scherzo?”.

Poi, notando che aveva la bocca leggermente imperlata di sangue, si sentì tremendamente in colpa. Preoccupato lo scrutò per cercare di capire dove si fosse ferito, ma nonostante lo osservasse attentamente, inizialmente non riuscì a comprendere da dove gli fosse uscito visto che non aveva tagli visibili sul labbro. Poi l’occhio gli cadde sulla mano e, capendo che si era ferito un dito, allentò la presa e rammaricato esclamò “perché non sto mai zitto…?!” e nel dirlo si spostò. Anche se lui scherzava il fratello lo aveva preso sul serio e, ancora una volta, aveva rovinato tutto.

“Scusami, è che prima ero serio, per una volta non mi andava di scherzare, perdonami…” disse Kaoru contrito e ricacciandosi il dito ferito in bocca.

Hikaru non disse nulla così che il gemello, vedendo che l’altro taceva, gli si avvicinò e, posandogli una mano sulla spalla, ripeté:

“Scusa, non volevo rovinare tutto”.

A quelle parole il fratello scosse la testa.

“No, sono io che non ho capito… Non imparerò mai a tenere a freno la lingua…”.

“Me lo dai un bacio?” chiese sorridendo dolcemente.

Ma nonostante quella tenera richiesta l’altro non lo baciò bensì gli prese la mano e se la portò alle labbra per mettersi il dito ferito in bocca iniziando a leccarlo per pulirlo.

“Ma no, che fai?” protestò il gemello.

“Sta zitto… Guarda cosa ti sei fatto” rispose interrompendo per un attimo ciò che stava facendo per poi riprendere subito dopo tenendolo fermo, visto che stava cercando di ritirare la mano.

Kaoru ubbidì ma senza volerlo iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore dato che con quel contatto stava provando delle sensazioni tutt’altro che sgradevoli, tuttavia Hikaru, che in quel momento aveva alzato la testa, vedendolo e non capendo che invece se le stava mordendo per il piacere lo ammonì:

“Ma lo fai apposta? Vuoi ferirti anche quelle?”.

“Eh?” esclamò confuso il ragazzo, non si era reso conto di essersi morso il labbro in quanto lo aveva fatto inconsciamente trasportato da quelle piacevoli emozioni.

“Le mie parole ti feriscono, i miei comportamenti ti feriscono, anche se ti tocco ti ferisco…dovrò erigere una barriera anti-Hikaru” disse questi lasciandogli il dito ed alzandosi per andare a prendere un cerotto.

“No mai, ti prego non farlo mai!!” gridò Kaoru che, balzando giù dal letto, lo abbracciò convulsamente “non te ne andare, non mi lasciare”.

Hikaru rimase spiazzato, se non altro perché non si aspettava che lo prendesse sul serio, così per rassicurarlo dolcemente disse:

“Guarda che sto andando a prenderti un cerotto…non sto partendo…”.

“Non lo voglio il cerotto! Voglio che rimani qui” gemette senza mollare la presa.

“Non fare il bambino…” sussurrò carezzandogli i capelli.

“Non sto facendo il bambino! Quello che provo…non sono certo cose da bambini”.

“E va bene allora vieni con me” e si avviò fino al bagno trascinandosi dietro il fratello che, aggrappato alla vita, sembrava non avere la minima intenzione di mollare la presa. Una volta arrivato con un po’ di fatica aprì il mobiletto sopra il lavandino, prese una scatola e da essa ne estrasse un cerotto. Poi visto che l’altro continuava a non staccarsi disse “non è che mi lasceresti andare un attimo e mi daresti il dito così te lo medico?”.

“Nmhh” gli borbottò in risposta e, staccando il braccio con l’indice ferito glielo avvicinò, ma una volta che glielo ebbe medicato, lo riportò immediatamente dove stava.

Quando ebbe finito, Hikaru dovette trascinarlo per la seconda volta, dato che non aveva ancora intenzione di scollarsi e, quando arrivò in camera, quasi col fiatone mormorò:

“Prima fai lo scontroso e poi il koala… Una via di mezzo no?”.

“No” sorrise l’altro stringendolo ancora più forte e buttandosi sul letto portandoselo dietro così da ritrovarsi sdraiato sulla schiena col fratello sopra.

“Attento, così ti schiaccio” disse questi sorridendo. Poi si soffermò a guardarlo negli occhi e con tono rattristato aggiunse “scusami…”.

“Ma a che vai a pensare?” sorrise e se lo avvicinò ancora di più al petto.

Il gemello gli diede un bacio sulle labbra leggermente rincuorato dal fatto che almeno la tensione di prima fosse svanita e a quel gesto Kaoru gli mise una mano sulla nuca per fargli abbassare la testa e dargliene così uno molto più profondo e coinvolgente che il compagno ricambiò con la stessa passione. Tuttavia dopo poco si staccò da lui e, spostandosi di lato, timidamente dato che sapeva perfettamente di essere inopportuno, gli chiese:

“Domani ti va di andare al tempio?”.

“EEEEHHHH??? Cioè io ti stavo baciando e tu mi parli di templi?” esclamò l’altro sorpreso.

Hikaru si era interrotto perché, data la passione che ci stavano mettendo in quel bacio, aveva paura di non resistere e invece aveva giurato a se stesso di non toccare più il fratello fino a che non fosse stato sicuro che fosse pronto. In fondo le cose di prima ancora le pensava e se il gemello si comportava in quel modo non gli rendeva certo la vita facile.

“Beh ecco si…cioè, no…veramente…scusa…”.

“Sono senza parole, sul serio! Buonanotte” esclamò Kaoru mettendosi sotto le coperte e dandogli le spalle.

Hikaru ci rimase malissimo. Non voleva che se la prendesse ma non poteva neanche saltargli addosso, soprattutto perché aveva visto le sue reazioni e così mogio rispose:

“Buonanotte ” e si girò dall’altra parte ma dopo un po’ mormorò “Kaoru…?”.

“Che c’è?”.

“Abbracciami”.

Quest’ultimo a tale richiesta stava per rispondergli in malo modo un “fallo tu” ma, visto che avevano appena fatto pace e non voleva litigare un’altra volta, decise di girarsi e di accontentarlo, dicendo invece:

“Basta che almeno stavolta non ti scansi…”.

“Non lo farò” dichiarò stringendolo forte a sua volta .

“E sarebbe anche ora…”.

‹‹Stupido, io lo faccio per te›› pensò, ma mentiva, infatti lo faceva per se stesso. Così senza dire altro gli diede un bacio e successivamente sprofondò il viso nel suo petto.

“Dormiamo” brontolò Kaoru leggermente deluso che la serata si fosse conclusa in quel modo.

“Si…” e lo abbracciò più stretto.

L’altro seppur immobile rimase sveglio per un bel pezzo a rimuginare su quanto era successo quella sera ‹‹perché mi ha scansato, non capisco eppure è lui che di solito si fa avanti, che c’è di male se per una volta l’ho fatto io?›› si domandò fino a che, sfinito, non si addormentò ma il suo fu un sonno piuttosto agitato.

Al contrario, Hikaru, non pensando minimante che il fratello potesse essersela presa a quel modo per averlo fermato, si addormentò quasi subito.