Gelosia – parte 1

Ma allora sei geloso…!

I gemelli, una volta arrivati a casa, corsero dalla madre per raccontarle tutti i dettagli di quella recita grandiosa, vantandosi dell’enorme successo che aveva riscosso e di quanto fossero stupendi i costumi da lei realizzati. La donna li ascoltò estasiata ed orgogliosa, ma soprattutto contenta che finalmente fossero riusciti a stringere delle amicizie al di fuori della loro coppia, continuando a porgli domande e a ridere delle risposte che le davano anche durante la cena a cui si era unito il marito che era da poco rincasato. Dopo mangiato i due fratelli diedero la buonanotte e poi, saliti in camera, entusiasti com’erano, continuarono a parlare della recita.

“È proprio piaciuta, eh!? Specie il bacio tra Cenerentolo e la principessa… Allora sono o no un genio?” chiese Kaoru tutto sorridente.

Hikaru, sdraiatosi sul letto ed incrociato le braccia dietro la testa, rispose:

“Già, è stata spettacolare…spero di farne un’altra al più presto perché mi sono divertito tantissimo. Comunque si, sei stato bravo…” ma, mentre lo diceva, si ricordò di quanto fosse graziosa Haruhi con quel vestito ed i capelli raccolti così involontariamente arrossì.

“Chissà lei e il Lord che fine hanno fatto dopo…ehi ma a che stai pensando con quella faccia?” domandò l’altro.

“Saranno andati a parlare da qualche parte… Eh? Nulla, è solo che pensavo che oggi Haruhi fosse davvero carina, cioè…lei lo è sempre ma oggi lo era molto più del solito…era davvero bella” replicò ancora un po’ trasognato.

“Si hai ragione, era veramente fantastica! Vorrei davvero sapere cosa si sono detti…sono curiosissimo…” sghignazzò il gemello.

“Non saprei…” rispose appena in quanto l”immagine dell’amica non lasciava la sua mente ma poi continuò e senza accorgersene ripeté “non saprei proprio…l’unica cosa certa è che vederla così mi ha fatto un certo effetto. Ha davvero fascino… se solo volesse potrebbe far cadere ai suoi piedi qualsiasi ragazzo, persino uno come me”.

“Come scusa?” chiese Kaoru mentre il sorriso gli si congelava sul viso.

“Dico che è così carina da poter conquistare chiunque, se solo volesse. Ha un fascino tutto particolare…è davvero una ragazza intrigante…”.

“Si questo l’ho capito, intendevo cosa hai detto prima sul tuo conto?” domandò gelido.

“Che è così particolare che, se volesse, saprebbe come conquistare anche un tipo strano come me”.

“Capisco” disse asciutto Kaoru guardandolo torvo, dopo di che scese dal letto dirigendosi all’armadio per tirare fuori un pigiama e della biancheria pulita.

Hikaru, che ovviamente non si era reso conto del cambio d’umore del fratello, restò a fissare il soffitto aspettando che tornasse a letto ma questi, senza proferire una sola parola, uscì e andò in bagno. Il gemello, sconcertato dal suo atteggiamento in quanto solo un minuto prima era felice e quello dopo dava quasi l’impressione di essere arrabbiato, non poté fare a meno di chiedersi:

‹‹Che gli è preso?›› e nel mentre si mise a sedere sul letto visto che aveva deciso di aspettarlo.

Non avendo la certezza che si fosse irritato, più che altro non vedendone il motivo, sicuro che si fosse preoccupato per nulla e che il fratello volesse solo darsi una rinfrescata e cambiarsi, restò in quella posizione. Così facendo però non poté fare a meno di riprendere a pensare alla recita e con essa inevitabilmente ad Haruhi e Tamaki, pregustandosi il momento in cui li avrebbe visti e presi in giro.

Nel frattempo Kaoru, in bagno, stava fissando il proprio volto nello specchio sopra al lavandino con gli occhi che gli pizzicavano e le lacrime che gli ricadevano lungo le guance.

‹‹Allora è così, da un giorno all’altro qualcuna potrebbe portarmelo via…anch’io penso che Haruhi fosse bellissima ma non potrei mai lasciarlo per lei, lui invece…›› pensò avendo frainteso le parole del gemello e, dandosi uno schiaffo piuttosto forte, continuando a fissarsi si urlò:

“Cretino! Sei stato un cretino a credere che potesse funzionare tra di voi!” poi, quasi strappandosi i vestiti di dosso, si gettò nella doccia in modo che il proprio pianto venisse lavato via dall’acqua, sperando che essa potesse avere lo stesso effetto anche sul suo dolore.

Hikaru, ancora in camera, vedendo che non tornava, iniziò a preoccuparsi, era impossibile impiegare tanto tempo per mettere un pigiama e così decise di andare da lui per controllare che tutto andasse bene. Alzandosi uscì, si diresse al loro bagno e, quando aprì la porta, trovandolo sotto il getto d’acqua fumante, si stupì non poco che non lo avesse chiamato. Si lavavano sempre insieme e, non capendo per quale motivo si fosse comportato in quel modo, sconcertato chiese:

“Perché non mi hai detto che volevi fare una doccia? L’avrei fatta anch’io con te”.

L’altro, che non lo aveva sentito entrare perché troppo preso dai propri pensieri, sobbalzò nell’udire la sua voce e così, dando le spalle alla porta del vano nel caso il gemello l’avesse aperta, sarcasticamente rispose:

“Eri così preso dalle tue fantasie che non ho voluto disturbarti”.

“Eh?! Quali fantasie?”.

“Che ne so io? Non sto mica in quella tua testaccia malata…magari stavi sognando di stare al posto del Lord” gli scappò detto per poi pentirsene all’istante.

“Cosa?!?” quasi gridò il fratello per la sorpresa nell’udire tali parole e aprendo la doccia.

“Richiudi subito! Che ti salta in testa?”.

Hikaru, come gli era stato ordinato, richiuse ma al contrario di quanto l’altro pensava restò dentro assieme a lui, bagnandosi così tutti i vestiti e, notando che il compagno continuava a dargli le spalle, urlò:

“E girati quando mi parli!”.

Kaoru, pur stupendosi nel sentire che questi era entrato in doccia vestito, non si voltò ed il gemello, vedendo che non lo ascoltava, afferrandolo per le spalle lo costrinse ad assecondarlo con la forza.

“Che ho fatto stavolta?” chiese.

Kaoru, che inizialmente aveva cercato di sottrarsi a quelle mani, siccome lo spazio nella doccia era molto poco, ovvero appena sufficiente per due, non poté fare molto per divincolarsi quindi a malincuore si lasciò girare ma non per questo alzò il viso, al contrario continuò a tenerlo basso per non guardarlo e alla fine mormorò:

“Che innocentino!”.

“Kaoru non ti capisco…perché ti comporti così?”.

“Come non capisci? Ma ti rendi conto di quello che mi hai detto prima parlando di Haruhi?” domandò cercando di trattenere altre nuove lacrime pronte a sgorgare dai suoi occhi lucidi.

Il fratello rimase immobile, non riusciva davvero a capire:

“Cosa ho detto di male? Ho solo affermato che è carina, anche tu lo dici sempre qual è la differenza?”.

“Che tu hai detto che una ragazza come lei potrebbe conquistarti facilmente ecco qual è la differenza!” disse mordendosi la lingua per crearsi un nuovo dolore che lo distogliesse da quello che gli attanagliava il petto.

“Non ho mai detto questo! Ho solo detto che una ragazza come lei potrebbe conquistare anche un tipo difficile come me…inteso come persona con il carattere complicato come il mio…Kaoru io non potrei mai stare con nessuno se non con te!”.

“Si adesso cerchi una scusa ma ho visto bene che espressione avevi mentre lo dicevi…esci di qui, lasciami solo”.

Incapace di ribattere, Hikaru, restò a guardarlo a denti stretti. Infatti non aveva pensato neanche lontanamente che il gemello avrebbe potuto fraintendere le sue parole o mai le avrebbe pronunciate ma

l’altro, vedendo che non usciva, avvertendo che non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime ancora per molto, di scatto allungò un braccio per aprire la porta della doccia mentre con la mano libera lo spinse a forza urlando:

“FUORI! HO DETTO FUORI!”.

Hikaru, che a tale violenza non osò opporre resistenza, si trovò sbattuto all’esterno del vano completamente fradicio dalla testa ai piedi e, osservando il fratello che richiudeva la porticina, restò immobile a fissarla tuttavia, capendo che era davvero arrabbiato, decise di lasciarlo solo. Ancora tutto bagnato, scese le scale e si allontanò andando in giardino. Difatti non voleva tornare in camera visto che presto o tardi il gemello sarebbe uscito dal bagno e non aveva alcuna intenzione di andare nella stanza degli ospiti. Una volta arrivato si sedette sulla panchina all’interno del gazebo e, portandosi le mani al volto, si chiese:

‹‹Perché non sto mai zitto?››.

Nel frattempo, in casa, Kaoru restò a lungo sotto l’acqua a piangere e solo quando fu sicuro di essersi calmato uscì. Con estrema lentezza si asciugò, si mise il pigiama e poi, alzando lo sguardo, colse nuovamente la sua immagine riflessa nello specchio sul lavandino. Aveva gli occhi gonfi, sulla guancia spiccava ancora l’impronta dello schiaffo che si era dato prima e, a quello spettacolo, scosse la testa quasi disgustato. Sconsolato uscì dal bagno sospirando e, una volta in corridoio, vedendo che per terra c’erano ancora le macchie di bagnato lasciate dal fratello e notando che, stranamente, invece di andare verso la loro stanza portavano alle scale, incuriosito le seguì e alla fine si ritrovò all’esterno, in giardino. Qui si guardò un po’ intorno poi vide una sagoma nota sotto al gazebo e, avvicinandosi di corsa, lo sgridò urlandogli contro un:

“Brutto pezzo di cretino che ci fai qui?! Vuoi prenderti una polmonite bagnato come sei e con questo freddo?! Torna dentro muoviti!”.

“Lasciami in pace…tornaci tu dentro, io non ho voglia” rispose Hikaru quasi in un sussurro.

“E invece ci torni! È dicembre, senti che freddo che fa e tu hai i vestiti zuppi” disse prendendolo per un braccio e cercando di alzarlo.

“Lasciami!” quasi urlò strattonando via l’arto “che ti importa se mi ammalo? Me lo merito, no? Ti ho fatto soffrire…ancora una volta non ho pensato prima di parlare e ti ho ferito…lasciami stare, vattene via, non volevi restare solo?” disse rabbrividendo per la rabbia, per ciò che aveva precedentemente detto ed il freddo.

“Che centra che mi hai fatto arrabbiare con il rischiare una bronchite? Nessuno si merita una cosa del genere! Guardati tremi tutto…sembri un pulcino bagnato! Ti vuoi muovere? Ti ricordo che anch’io sono solo in pigiama e se non ti sbrighi fai ammalare tutti e due” lo rimproverò bonariamente riafferrandogli il braccio.

“Ti prego lasciami stare…” mormorò, il fatto di provare tanto freddo in qualche modo lo aiutava, sicuro che quanto aveva provocato al gemello doveva essere assai più doloroso vista la cinquina che si era stampato sulla guancia.

“No non ti lascio, vieni dentro con me” disse dolcemente questi inginocchiandoglisi a fianco e carezzandogli i capelli fradici.

“Non volevo ferirti…non mi piace Haruhi, non mi piace nessuna, io ho occhi solo per te” singhiozzò Hikaru a quel dolce gesto mentre delle lacrime gli scorrevano lungo le guance.

“Si va bene, vieni ne parliamo dentro” rispose l’altro cercando di farlo alzare di nuovo.

Tuttavia, nonostante in quelle parole e in quei gesti non vi fosse più alcuna traccia di irritazione, il fratello non accennò a muoversi e, al contrario, continuò a ripetere solamente:

“Scusa…”.

Esasperato nel vedere che non ne voleva saperne di tirarsi su, Kaoru fece l’unica cosa possibile per portarlo in casa, gli passò le braccia intorno al corpo e lo issò di peso soffocando un gemito nel sentire quanto fosse gelato. Quando fu sicuro che non gli sarebbe scivolato, cercò di rientrare il più velocemente possibile con l’intenzione di metterlo sotto l’acqua calda mentre Hikaru, che sentendosi sollevare si era aggrappato al suo collo, continuò imperterrito a fargli le sue scuse. Non appena arrivarono in bagno, Kaoru lasciò il gemello facendogli appoggiare i piedi sul tappeto e poi, senza perdere tempo, aprì i rubinetti della vasca. Quando questa si fu quasi riempita lo guardò e, con voce intransigente, disse:

“Avanti spogliati”.

Hikaru che era restato immobile, notando il tono e l’espressione arrabbiata del fratello, ancora una volta non osò controbattere e, senza dire una parola, iniziò a spogliarsi ma dal tremore non riuscì a sbottonare la camicia così che l’altro, vedendo che non ce la faceva, desiderando solo che si togliesse al più presto quegli abiti fradici di dosso, avvicinandosi dichiarò:

“Lascia stare faccio io” dopo di che lo svestì completamente e una volta nudo continuò “ora entra dentro sbrigati, hai le labbra blu”.

Hikaru immerse un piede ma l’acqua bollente a contatto con il suo corpo freddo gli creò delle piccole fitte di dolore e quindi ci mise un po’ per far adattare ogni parte del suo corpo a quella temperatura ma, una volta che si fu abituato, entrò completamente e, mettendosi seduto, si portò le ginocchia al petto e successivamente ci poggiò il mento. Tuttavia, nonostante l’acqua calda gli avesse dato sollievo, il freddo non gli era passato e per questo non riuscì a smettere di tremare e Kaoru, felice che si fosse immerso, essendosi finalmente tranquillizzato, non riuscì a trattenere uno starnuto. Infatti portando il gemello dentro anche lui si era tutto bagnato e per questo anche infreddolito.

“Ora ti ho fatto prendere anche il raffreddore…” mugugnò Hikaru abbattuto.

“Ma no basta solo che mi tolga questa roba umida di dosso, vado a cambiarmi tu fatti il bagno intanto” rispose cercando di rassicurarlo.

Il fratello ovviamente lo lasciò andare ma, appena fu scomparso, non si trattenne ed uscì in tutta fretta dalla vasca asciugandosi a malapena e, dopo essersi messo un asciugamano intorno alla vita, gli andò dietro. Entrato in camera vedendolo di spalle, senza pensarci due volte, gli si lanciò addosso e, prendendolo da dietro, lo abbracciò strettissimo.

“Che fai qui? Dovresti essere a fare il bagno… sei ancora tutto freddo!” protestò l’altro.

“Non mi importa, voglio stare con te! Non ho bisogno di nient’altro se ci sei tu con me…”.

Kaoru rimase molto colpito da quelle parole, tuttavia non riuscì a fare a meno di chiedersi se poteva crederci o se rischiava di esserne ferito nuovamente, così piano gli chiese:

“E allora perché hai detto quelle cose prima?”.

“Perché sono uno stupido…per quale altro motivo se no? Davvero, non pensavo che potessi fraintendere… In più, nonostante stessi parlando di me solo inteso come esempio di una qualsiasi persona, ho dato per scontato la frase ‹se non ci fossi stato tu nel mio cuore…›”.

A tale affermazione Kaoru, rimasto senza fiato, si impose che non avrebbe mai più dovuto dubitare dei suoi sentimenti e, ora che l’equivoco era stato risolto ed il suo cuore alleggerito, dolcemente si girò, l’abbracciò forte ed infine gli sussurrò all’orecchio:

“Scusami tu, non avrei dovuto travisare”.

“Ho avuto paura che mi lasciassi solo” ammise l’altro.

“Non lo farei mai a meno che non fossi tu a volerlo…”.

“Allora staremo insieme per sempre” dichiarò, dopo di che lo fece indietreggiare e, arrivati ai piedi del letto, ce lo spinse sopra.

“Si, per sempre” sorrise il gemello.

Hikaru, ora che il fratello era steso, gli salì sopra e, avvicinandosi al suo viso, carezzandogli la guancia, quasi in un soffio chiese:

“Posso baciarti?”.

A quella dolce richiesta Kaoru non disse nulla, semplicemente poggiò la propria bocca sulla sua ed Hikaru lo baciò dolcemente, muovendo piano le labbra per assaporare meglio quelle del suo adorato compagno, lisciandogli i capelli fino a che, rimasto senza fiato, non si staccò e, guardandolo negli occhi, incredulo domandò:

“Ma come puoi essere geloso di Haruhi?”.

“Perché ho sempre paura che tutto questo svanisca, ecco perché” ammise molto semplicemente.

“Non accadrà mai capito? Mai! Nessuno mi farebbe provare le emozioni che provo quotidianamente standoti vicino, mi toccherà come lo fai tu, mi guarderà allo stesso modo. Nessuno potrebbe mai prendere il tuo posto”.

Kaoru sgranò gli occhi sorpreso da quelle dichiarazioni così esplicite che gli scaldarono il cuore e, in uno slancio di felicità, cingendogli il collo con le braccia, disse:

“Allora tienimi stretto e non lasciarmi andare mai”.

“Si” rispose il gemello, dopo di che lo abbracciò ed iniziò a baciargli il collo mordendolo delicatamente ogni tanto per gustare il sapore della sua morbida pelle che aveva pensato di non poter più toccare.

Kaoru sospirando si lasciò andare alle dolci attenzioni del fratello tuttavia, passandogli le mani tra i capelli ancora umidi, piano sibilò:

“Ma sei ancora tutto bagnato…”.

“Lascia stare…non ha importanza…” mormorò a sua volta continuando a baciarlo e prendendo ad accarezzargli il petto da sopra il pigiama che iniziò a sbottonare.

“Va bene, allora vuol dire che ti scalderò io per non farti prendere freddo” gli sussurrò dolcemente all’orecchio iniziando a mordicchiarglielo e lambirlo con la lingua.

Hikaru, sentendolo, mugolò e, visto che il gemello aveva ancora le braccia intrecciate attorno al suo collo, lo trascinò fino a portarlo al centro del letto riprendendo, non appena gli ebbe sbottonato la camicia, a baciarlo e a leccarlo mentre Kaoru iniziò ad accarezzargli la schiena passando prima la mano su e giù per la spina dorsale poi massaggiandogli lievemente le spalle. L’altro, sentendolo, si adagiò sopra di lui e piano iniziò a strofinare il basso ventre contro quello del fratello, senza smettere di baciarlo ovunque ma soffermandosi sui capezzoli ormai divenuti duri. Kaoru, che si stava eccitando non poco a causa dei suoi gesti, fece scendere lentamente la mano fino a sfiorargli il fondoschiena per levargli l’asciugamano che lo avvolgeva e, continuando a toccare i suoi glutei sodi, strofinò anche lui la propria erezione, ancora racchiusa dalla stoffa, contro la sua per fargli perdere la testa e Hikaru, vedendo che lo assecondava, si strusciò più intensamente. Dopo un po’ anche lui fece discendere il braccio per potergli sfilare i pantaloni e il compagno, intuendo le sue intenzioni, cercò di assecondarlo sollevando leggermente il bacino dal materasso così Hikaru, anche se impacciatamene, glieli abbassò insieme alla biancheria e poi, sempre aiutato dal gemello che si dimenava sotto di lui, glieli tolse definitivamente.

Ormai i loro corpi nudi si sfioravano, si strofinavano ma Hikaru voleva di più, intendeva fargli capire che c’era solo lui nel suo cuore così dal petto risalì al viso e, guardandolo dritto negli occhi, gli diede un dolce bacio sulle labbra per poi, senza dire una parola, riscendere lentamente lungo il collo, sul torace, al basso ventre ed infine arrivare all’inguine. Kaoru ormai notevolmente eccitato, sentendo le labbra dell’amato tanto in basso, trasalì imbarazzandosi un po’, non era abituato a quel genere di cose così cercò di spostargli la testa ma l’altro non ne aveva nessuna intenzione. Stavolta voleva farlo, nulla lo avrebbe fermato quindi scese ancora ed iniziò a baciargli il sesso e il fratello, nell’avvertire ciò che faceva, gemette piuttosto forte mordendosi un labbro per cercare di soffocare altri versi che quel gesto gli stava procurando. Hikaru intanto, sentendolo, sicuro che gli piacesse ma che si stava trattenendo perché si vergognava non si fermò e, dopo qualche altro istante, lo avvolse completamente iniziando a muoversi molto piano dato che era inesperto e non voleva certo fargli male. Kaoru, vedendo che non risaliva e al contrario andava avanti, allungò una mano per cercare di fermarlo ma alla fine riuscì solo a posargliela su una spalla che strinse forte a causa di quel gran piacere nuovo che provava ed il gemello, notando che non lo aveva bloccato, leggermente più sicuro di sé, iniziò ad aumentare il ritmo di quel movimento. A quel punto Kaoru gettò la testa all’indietro ansimando e inarcando la schiena per i brividi che gli scorrevano nel corpo in tutte le direzioni mentre Hikaru, nell’udire quei piccoli lamenti e il suo corpo che nel rispondere alle sue stimolazioni si dimenava sotto al proprio, si eccitò moltissimo. Tutto ciò lo estasiava poiché quelle sensazioni era lui, e nessun altro, a procurargliele quindi continuò a muoversi sentendo la presa sulla spalla aumentare sempre di più ma Kaoru, comprendendo però di essere al limite, cercò di bloccarlo. Non voleva certo venirgli in bocca tuttavia, dato che l’altro non desisteva e lui non riusciva più a trattenersi, tra un gemito e l’altro riuscì a mormorare:

“Fermati….io….io sto…”.

Hikaru sapeva benissimo per quale motivo gli stava dicendo di smettere ma non gli importava, aveva deciso di andare fino in fondo, di dimostrargli che esisteva solo lui e così continuò nonostante la stretta del fratello, che si faceva via via più intesa, fino a sentire un liquido caldo invadergli la bocca. Solo allora si staccò e d’istinto deglutì. Kaoru, che per tutto il tempo aveva mormorato il nome del gemello, venendo cercò di non urlare e dopo qualche attimo, rendendosi conto di ciò che aveva fatto, spalancando gli occhi e diventando completamente rosso per l’imbarazzo, balbettò:

“S-scusami…io…”.

Hikaru si pulì le labbra con il dorso della mano poi fissandolo, intenerito dalla sua aria più che impacciata, disse:

“Lo ho voluto io quindi ti prego non vergognarti…dimmi solo, ti è piaciuto?”.

“Si, è stato…non trovo le parole per descriverlo” ammise.

A tali parole ad Hikaru si illuminò il viso e, abbracciandolo forte, baciandogli il collo disse:

“Sono felice” .

Kaoru sorrise un po’ esitante per tutto l’imbarazzo che ancora provava ma, dopo un bel respiro profondo, gli passò un braccio intorno alle spalle mentre con l’altra mano gli sollevava il viso e ne baciava le labbra facendo una piccola smorfia a quel sapore strano che avvertì intrufolandogli la lingua in bocca.

“No…” si ritrasse istintivamente Hikaru.

Non voleva che sentisse il suo stesso sapore ma il fratello lo fece riabbassare e lo baciò con più forza, stringendolo forte per impedirgli di andarsene così che Hikaru non poté che ricambiare abbracciandolo a sua volta, sentendosi più eccitato che mai. Quando fu sicuro che l’altro non si sarebbe scostato, spostandosi di lato e facendo si che lo seguisse, Kaoru cominciò ad accarezzarlo dappertutto, iniziando dalle spalle, passando per la schiena, il petto i glutei ed infine l’inguine e qui iniziò passandogli un dito sulla punta turgida e lievemente umida fino alla base per poi risalire di nuovo. Il compagno a quel contatto intensificò la stretta al braccio che poco prima aveva preso a lisciare ed emise un gemito abbastanza forte e, così stimolato dai suoi mugolii, il gemello continuò ad accarezzarlo, questa volta avvolgendolo però con tutta la mano ed iniziando un movimento ritmico mentre, più in alto, non smetteva di passargli la lingua sul collo e sul petto.

“Kaoru…” mugolò Hikaru estasiato.

Questi, a quel dolce lamento, aumentò la velocità con cui lo massaggiava sentendo una grande soddisfazione nell’udire l’amato invocare a quel modo il suo nome. Infatti Hikaru stava provando un piacere incredibile, era in completa estasi e non riusciva quasi a contenere i gemiti e i versi di piacere che uscivano sempre più acuti dalla sua bocca. Arrivato al culmine si irrigidì e, inarcando la schiena, venne nella sua mano emettendo un mugolio più intenso degli altri per poi restare immobile aspettando che il respiro ed i battiti del suo cuore riprendessero un ritmo più normale anche se questi sembrava che non volessero saperne. Kaoru, facendogli aderire le spalle al materasso si stese su di lui e poi lo strinse con un solo braccio mentre cercava di allontanare l’altro per non sporcarlo col suo seme ed iniziò a dargli tanti piccoli baci sul collo sentendo sotto le sue labbra l’arteria pulsare violentemente.

“Guarda che se fai così non riesco a calmarmi…” lo ammonì bonariamente Hikaru poi, vedendo che aveva allontanato una mano da lui, allungò la propria e prese un fazzoletto.

“E allora?” sorrise facendogli una piccola linguaccia.

“E allora potrei saltarti addosso per la seconda volta…” disse porgendogli il pezzo di carta.

“Ma daiiiii, non ci credo, non ce la faresti!” lo prese in giro pulendosi.

“Ah no?” rispose scostandolo per salirgli nuovamente sopra.

“Ma smettila che sei anche più vecchio di me” lo stuzzicò cercando di mettersi a sedere ma l’oggetto della sua ironia non glielo permise e così continuò “su vecchietto fammi alzare…”.

Hikaru, che ormai era stato provocato, lo tenne giù, gli prese la mano, buttò il fazzoletto e gli tappò la bocca con un bacio che ovviamente Kaoru ricambiò ma, al termine del quale, sorridendo dolcemente, disse:

“Si va bene, ho capito che ce la faresti, non ti scaldare così tanto! Ora fammi alzare da bravo”.

“D’accordo…” assentì l’altro visto che era solo un gioco buttandosi di lato e ricevendo un ulteriore piccolo bacio dal fratello che poi si alzò prendendo della biancheria e due pigiami puliti per entrambi.

“Tieni. Ora però dormiamo o domani non andiamo a scuola e io non mi voglio perdere il Lord e Haruhi il giorno dopo il bacio” sghignazzò porgendoglieli i suoi.

“Si neanche io…” disse Hikaru ma inevitabilmente pensò ‹‹spero davvero che sia tutto apposto…non mi piace che abbia pensato certe cose…›› e dopo essersi vestito si mise sotto le coperte.

Kaoru si infilò rapidamente tutto, si stese al suo fianco e, abbracciandolo, gli diede un bacio al termine del quale disse:

“Buonanotte”.

“Buonanotte” rispose il gemello prendendo ad accarezzargli la testa affinché si addormentasse e, una volta che lo ebbe fatto, si lasciò andare a sua volta ed entrambi dormirono per tutta la notte come due angeli.