Sprofondare nella tristezza

Un passo in avanti e tre indietro

Il tremendo trillare della sveglia, lo svegliò, e lentamente Shuichi aprì gli occhi, desiderando con tutto se stesso di spaccare quell’oggetto tanto insopportabile quanto assordante.

Quello era solamente il secondo giorno che sarebbe stato a casa, e sarebbe durato moltissimo, come del resto i restanti giorni. Non ne poteva già più di stare a casa senza fare nulla.

Si alzò dal letto per poi dirigersi in bagno e concedersi una doccia per svegliarsi del tutto. Perlomeno, oltre a svegliarsi si sarebbe rilassato, e goduto una sana doccia ristoratrice, perdendosi nel piacere del tepore dell’acqua che scorreva sulla sua pelle.

Sperava vivamente che qualcuno si ricordasse di lui anche quel giorno. Non aveva la benché minima voglia di starsene da solo.

Mentre era sotto la doccia, sentì suonare il campanello, così, borbottando uscì dal bagno, infilandosi velocemente un accappatoio e andò ad aprire alla porta, ritrovandosi di fronte un sorridente Ryuichi, che non appena si rese conto dello stato attuale del ragazzo arrossì.

“Ehm… ciao Shu-chan!” il diciannovenne stette in piedi con un’espressione del tutto indescrivibile. Davanti a lui c’era Sakuma, e lui, era in accappatoio, e non si sarebbe mai aspettato di trovare lui al di là della porta.

“Forse è meglio che passi un’altra volta! Ehehe!” Shuichi si riprese dal suo stato di shock e scosse la testa “No no! Entra! Scusami se mi vedi in questo stato, mi sono appena svegliato e… ENTRA!”.

Si sentiva imbarazzato, ci stava facendo la figura dell’idiota, ma dal tronde, non era certo colpa sua.

“Accomodati, io vado a vestirmi!” detto questo, il ragazzino si dileguò velocemente lasciando un Ryuichi in preda a una tachicardia solo in salotto. Lentamente si lasciò cadere sul divano, sospirando e ringraziando chiunque gli avesse impedito di saltargli addosso. C’era mancato davvero poco che ciò non accadesse.

Mentre cercava di pensare ad altro, l’oggetto dei suoi pensieri, spuntò dalla porta della camera, sorridendo per nascondere l’imbarazzo.

“Eccomi… scusa se ti ho fatto aspettare! Come mai qui? Non sei al lavoro?” “No, oggi Tohma ha da fare come presidente della NG, perciò è saltato tutto!” Shindou annuì e si sedette accanto a lui.

“Ti ringrazio per essermi venuto a trovare. Proprio poco fa speravo che qualcuno mi tenesse compagnia!” “Non devi ringraziarmi, se l’ho fatto è certamente perché mi fa piacere.” Shuichi sorrise, non capì perché, ma tutto ciò lo rallegrava tantissimo. Sapere che Sakuma-san gli voleva bene, in un modo più grande rispetto ad un semplice amico, ma come un amico di cui non poteva farne a meno.

“Shu-chan! Scommetto che non ce la fai più a startene a casa, vero?” “Già! Per niente! Ma soprattutto vorrei essere alla NG, e recuperare la popolarità che sta andando via via a svanire. Se ciò è accaduto, è colpa mia. Devo rimediare, e guarda che diavolo mi è accaduto! Uffa!” Ryuichi gli mise una mano sulla spalla, stringendola lievemente fra le sue dita affusolate “No Shuichi. Non darti le colpe. È stato inevitabile. Non potevi certo avere la testa per impegnarti, ma non solo per i Bad Luck, per qualsiasi cosa. Dico bene?” “Si, è vero. Però mi sento in colpa comunque.” Ryuichi gli sorrise e si appoggiò allo schienale del divano chiudendo gli occhi.

“Si vede che tu tieni molto alla tua band. Questa è una bella cosa. Sai, ti invidio! Alle volte ho pensato di lasciar perdere tutto.” Shuichi serrò le labbra, restando a guardarlo con gli occhi spalancati.

“Ma… che stai dicendo?” “Ora non ci penserei neanche, però mi è capitato. È anche per questo che per un periodo non si è più saputo nulla dei Nittle Grasper. Spero che a te non accada mai. Anche se dubito, il tuo spirito di gruppo mi piace un sacco!” “Grazie… infatti non ho mai pensato a lasciare tutto…” Sakuma gli sorrise di nuovo “Ed è anche grazie a te che i Grasper sono tornati! Quel giorno, quando sono venuto a vedere il tuo primo concerto, vedendoti così determinato, mi è tornata la voglia di cantare insieme a Tohma e Noriko! È solo grazie a te Shu-chan!” “Questo non me lo avevi mai detto!” disse lui esibendo un sorriso immenso.

Chiacchierarono per tutto il tempo, raccontandosi di loro. Infondo, nessuno dei due sapeva molto dell’altro, e scoprirono molte cose l’uno dell’altro a cui non avrebbero mai pensato.

Ormai si era fatta l’ora di pranzo, e Shuichi invitò l’amico a restare a mangiare con lui, che accetto con piacere.

In tutto quel tempo che aveva passato con il ragazzino dai capelli fucsia, Ryuichi aveva provato un turbinio di emozioni. Il suo cuore non la smetteva di battere forte, nel suo stomaco si era formata come una specie di morsa e la sua voglia di baciarlo cresceva sempre di più. Non sapeva quanto avrebbe potuto resistere in quello stato, però sapeva di doversi trattenere ad ogni costo, non voleva rovinare ciò che si era creato tra loro.

“Insomma Sakuma-san, cosa vuoi mangiare? Ti avverto che io non so cucinare molto bene…” “Qualsiasi cosa per me va bene… davvero.” per il ragazzo bastava che fosse cucinato da Shuichi, dalle sue splendide mani.

“Dai, ti prego… dimmi qualcosa, non fare complimenti!” “Ma davvero! Per me va bene tutto!” “Ma… io non so cosa cucinare… dammi almeno un’idea…” “Ok, quand’è così… prepara qualcosa di veloce!” “L’unica cosa che mi viene in mente adesso di veloce è il riso…” “Va benissimo!” così, Shuichi mise a scaldare il riso nella pentola e tornò a sedersi accanto a Ryuichi, che l’aveva seguito in cucina, sedendosi su una sedia, prendendo già posto a tavola.

“Ti ho avvertito, non so quanto possa essere buono ciò che cucino, spesso fa schifo anche a me!” “Dai, non dire così! Non potrà mai essere peggio dei piatti cucinati da Noriko! Ahaha!” “Perché, lei cucina male?” “Sapessi! Solo a pensarci, mi viene la nausea!” Shuichi si mise a ridere.

Non passò molto che il riso fu pronto e pranzarono, tornando poi a sedersi sul divano e continuare a parlare.

“Sakuma-san?” aveva iniziato a detestare il suo cognome, odiava sentirsi chiamare così proprio dal ragazzino, però, fece finta di nulla… “Si?” “Ti va di leggere le canzoni che ho scritto?” Ryuichi annuì sorridendo, quello poteva essere un segno di fiducia, e si sentiva onorato a leggerle.

Così, i due ragazzi si diressero in camera, nella quale Shuichi prese i suoi testi e si buttò sul letto, seguito successivamente da Sakuma che si trovava in una situazione piuttosto imbarazzante. Lui sul letto insieme a Shuichi, che tra l’altro era anche a pochi centimetri da lui, ignaro dei sentimenti che provava l’amico.

Shuichi intanto stava rovistando tra i numerosi fogli che aveva tra le mani, cercando un ordine e poi glieli passo, per la gioia dell’altro che era felice di potersi distrarre con qualcosa. Poi però, il suo sguardo si rattristò molto. In quei testi si celava ciò che era racchiuso nel suo cuore. Aveva descritto alla perfezione lo stato di tristezza profonda in cui era caduto, rendendolo percepibile. Ai lati degli occhi di Sakuma si formarono delle lacrime, che cercò di trattenere con tutte le sue forze. Non immaginava che stesse soffrendo così tanto, si lo sapeva, ma non credeva in questa maniera così smisurata.

“S-Sakuma-san…” “Non sapevo che tu soffrissi così tanto… mi spiace…” “Non devi essere triste! Scusami, non avrei dovuto fartele leggere!” “Invece mi fa piacere che tu me le faccia leggere, vuol dire che ti fidi, che anche a te fa piacere rendermi partecipe di quello che provi…” “Si, certo…”.

A quel punto, Ryuichi non resisteva più, si sporse verso Shuichi e lo strinse fra le sue braccia, facendo uscire un gemito di stupore dalle labbra del ragazzino. Quel contatto per lui era fondamentale, finalmente aveva avuto il coraggio di farlo, almeno quello. Aveva bisogno di avere almeno un piccolo contatto fisico con lui, e a quanto pare, per Shuichi non era un problema, dato che ricambiò l’abbraccio e appoggiò la testa contro la sua spalla.

“Grazie Sakuma-san… mi fa piacere sapere queste cose…” il ragazzo sorrise e con esitazione, portò la mano fra i capelli del ragazzino, accarezzandoglieli dolcemente, con fare gentile. Percepiva chiaramente che si stava rilassando a contatto con quelle dolci carezze. Entrambi desideravano che quel momento non finisse mai. Per Ryuichi era chiaramente perché era innamorato, e per Shuichi, era solamente perché stava bene fra le braccia del suo amico, del quale ormai si fidava ciecamente.

Nella stanza regnava il silenzio, si poteva udire solamente il respiro dei due ragazzi e il ticchettio della sveglia appoggiata sul comodino.

Lentamente Shuichi, si lasciò cadere all’indietro, facendo sì che Ryuichi si sdraiasse sopra di lui, provocando un brivido alla sua schiena, sapeva benissimo, che se fossero restati a lungo in quella posizione, non avrebbe più avuto la mente lucida per ragionare. Però, allo stesso tempo, non aveva alcuna intenzione di sciogliere quel contatto tanto ambito quanto piacevole.

“Posso chiederti un favore, Shuichi?” “Certo…” restò un attimo in silenzio e poi parlò “Potresti smetterla di chiamarmi Sakuma-san? Ormai, siamo amici, non vedo perché continuare a chiamarmi così, non credi?” “Si, ho capito, farò come hai detto… Ryuichi…” “Bene… ora va meglio!” entrambi sorrisero, il loro rapporto si stava saldando ancora di più.

“Sto bene così…” quelle parole erano uscite istintivamente dalla bocca di Shuichi, e l’altro, ebbe nuovamente un brivido lungo la schiena. Tutto ciò lo faceva sentire così bene, ma allo stesso tempo gli metteva tristezza. Era chiaro che per Shuichi, era solo un fatto di amicizia, e di nient’altro.

“Anche io… molto…” Ryuichi appoggiò i gomiti sul letto e si sollevo, giusto appena per guardarlo negli occhi. Dio, quant’era bello. Ora che gli era così vicino, poteva sentire il calore del suo respiro fondersi con il suo, e una sensazione strana, come se fosse un invito a baciarlo.

Lentamente, si avvicinò alle sue labbra. Shuichi restò immobile, non aveva neppure la forza per muoversi in quel momento, e ormai era conscio di ciò che stava per accadere.

Il contatto fra le due labbra, fu uno dei più dolci. Ryuichi aveva quasi paura di romperlo, e fece tutto con cautela. Shuichi, ricambio quel bacio, così tenero. Yuki non aveva mai usato così tanta dolcezza con lui, c’era sempre una punta di violenza nei suoi baci, e con Sakuma era diverso. Le mani di Shuichi, afferrarono la schiena del ragazzo, accarezzandola lievemente per poi ricadere sulle lenzuola, non riusciva più a muoversi, si stava perdendo del tutto in quel bacio, che sembrava non finisse mai.

Con un leggero movimento, Ryuichi, si voltò di schiena, facendo sì che il ragazzino stesse sopra di lui, per poterlo accarezzare più liberamente. Ormai le sue mani vagavano per tutto il suo corpo, passarono dai capelli, alla schiena per poi sfiorare il sedere e soffermarsi sulle sue esili gambe.

Shuichi provò delle strane emozioni, gli sembrava di non essersi mai sentito così bene, e quasi aveva dimenticato quanto fosse bello baciare una persona. Era ormai un sacco di tempo che non succedeva, e quello era stato un ottimo modo per ricominciare, anche se… forse non stava facendo la cosa giusta?

Con calma, si staccarono da quel bacio, con malavoglia e si guardarono un attimo negli occhi, per poi distogliere lo sguardo da un’altra parte. L’imbarazzo stava tornando, ed entrambi, non sapevano cosa dire, nonostante gli fosse piaciuto a tutti e due, non sapevano i pensieri dell’altro.

Stettero per molto tempo zitti, con lo sguardo rivolto chi verso il muro, chi verso la finestra, pensando che quel silenzio era davvero snervante. Entrambi speravano che qualcuno dicesse o facesse qualcosa.

Improvvisamente, Ryuichi si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta e sussurrando qualcosa a se stesso, per poi prendere fiato e rivolgersi a Shuichi.

“Scusa… non dovevo farlo! Sono stato preso dal momento! Fai finta che tra di noi non sia accaduto nulla!” questa frase gli costò moltissimo, ma non poteva fare altrimenti. Nonostante Shindou lo avesse assecondato, sapeva benissimo che era innamorato di Yuki Eiri, perciò era inutile sperarci.

Shuichi non riuscì a proferir parola, e dopo poco, sentì i passi in lontananza dell’altro, e il tonfo della porta che si chiudeva. Se n’era andato, e era sicuro di aver visto disperazione nei suoi occhi.

Shuichi si buttò a peso morto sul letto, iniziando a contemplare il soffitto, avvolto da un turbinio di pensieri. Chissà per quale motivo era accaduto? Perché Sakuma-san lo aveva baciato? E soprattutto perché si era sentito di assecondarlo? Era consapevole che l’aveva voluto, altrimenti avrebbe interrotto il bacio, però sentiva di aver sbagliato.

E ciò che lo fece rattristare, era il fatto di non aver saputo dire di no. Se per Ryuichi non era stato solamente un semplice bacio, ma qualcosa di più? Se quel gesto era dettato dal suo cuore? Lo aveva illuso, perché sapeva di amare Yuki.

Sperò con tutto se stesso che non fosse così, ma solamente un attimo di debolezza, che non significa nulla per lui. Si sarebbe sentito tremendamente in colpa altrimenti.

Ora non sapeva davvero come comportarsi, avrebbe dovuto comportarsi come sempre? O evitarlo del tutto?

Passarono alcuni giorni dall’accaduto, e Shuichi, era finalmente tornato alla NG. Forse finalmente non era la parola giusta. Aveva paura ad affrontare Sakuma.

Si infilò velocemente nella sala dei Bad Luck, dove venne accolto da sorrisi e abbracci, e senza dire nulla, si posizionò davanti al microfono. Voleva iniziare subito, voleva evitare di pensare.

Nonostante tutti i pensieri che gli affollavano la mente, riuscì a dare tutto se stesso nelle canzoni, senza sbagliare niente. Questa era una cosa alquanto positiva.

Dopo aver provato per circa un’ora e mezza, decisero di prendersi una pausa, durante la quale, Shuichi ne approfittò per andare in bagno. Durante il tragitto si guardava attorno per assicurarsi che non ci fosse Ryuichi in giro, e la strada sembrava libera.

Si sentì chiamare, ed era una voce femminile: Noriko. Sospirò di sollievo, e come si voltò, notò la figura di Sakuma Ryuichi accanto a lei, che aveva lo sguardo rivolto sul pavimento. Sentì una scossa lungo la schiena, dunque voleva evitarlo facendo così?

Sakuma gli aveva chiesto di approfondire l’amicizia, e guarda in che situazione si erano trovati? Non andava per niente bene.

“Ciao Shuichi!” “Ciao Noriko…” “Come stai? Ti sei ripreso?” “Si, non ho più avuto svenimenti… per fortuna…” il timbro della sua voce era un po’ giù di tono, ma la ragazza non ci fece molto caso, e sembrava non sapere niente di ciò che era successo.

“Sono contenta tu stia bene!” “Beh, io devo tornare dagli altri! Eheh! Ci vediamo in giro, ciao!” “Ciao…” Noriko restò un po’ interdetta. Che comportamento strano aveva quel giorno! Ma soprattutto, lui e Ryuichi non si erano neppure rivolti la parola, che strano! Voleva indagare, ma non in quel momento, dato che Ryuichi sembrava già abbastanza abbattuto per conto suo.

Infatti, stava pensando proprio al ragazzino. Si stava tormentando, chiedendosi che cosa mai l’avesse spinto a ricambiare quel bacio. Un motivo c’era, ce n’è sempre uno quando si fanno le cose, ma non riusciva ad ipotizzare nulla.

Si sentiva terribilmente giù di corda, gli era passata la voglia di fare tutto. L’unica cosa che voleva era chiarire la situazione, ma non sapeva come intraprendere il discorso e soprattutto come creare la situazione.

Sospirò. Aveva fatto chiaramente un passo avanti quel giorno, scoprendo un sacco di cose sul suo conto, instaurando un rapporto più profondo. Ma dal momento del bacio, ne aveva fatti tre indietro di passi, ricavando solamente l’indifferenza e l’imbarazzo.

Quella situazione era davvero snervante e insopportabile. Doveva parlarci al più presto, ma aveva una gran paura di peggiorare le cose. Si sentiva davvero troppo in esperto nel campo amoroso, aveva bisogno di un consiglio, decise infatti di parlarne a Noriko quando avrebbero avuto un po’ di tempo per stare tranquillo. E poi, sapeva benissimo che la ragazza aveva intuito qualcosa.