Tutti ma non lui
Quel corridoio sembrava infinito e più camminava, più l’agitazione gli saliva alle stelle, non voleva neppure immaginare come poteva sentirsi il ragazzino dai capelli fucsia in quel momento, la sua ossessione era tornata e sperò con tutto se stesso se ne andasse via presto via presto.
Finalmente si trovò davanti alla porta della stanza riservata ai Nittle Grasper e aprì senza curarsi di bussare, trovandosi davanti ad una scena che aveva dell’inverosimile. Chiunque non conoscesse l’aspetto infantile di Sakuma Ryuichi ne sarebbe restato sconvolto, ma Hiroshi tra la rabbia e il fatto che ormai a quelle gag c’era abituato, senza scomporsi iniziò a camminare verso il cantante.
Il giovane vocalist se ne stava seduto placidamente su una sedia con l’inseparabile Kumagoro fra le mani mentre si divertiva a lanciarlo in aria e riacchiapparlo al volo emettendo suoni che ricordavano quelli di un bimbo di quattro anni alle prese col suo giocattolo.
“Sakuma-san!” il ragazzo per la sorpresa si sbilanciò dalla sedia e cadde, rialzandosi subito dopo sotto lo sguardo esterrefatto della sua amica Noriko, probabilmente non le erano bastati tutti quegli anni passati con lui per farci l’abitudine.
“Oh. Hiro-kun?” la sua espressione mostrava incredulità nel vederlo lì, solitamente si salutavano appena, così gli si avvicinò a passo lento esibendo il suo coniglietto e intonando una dolce vocina “Kumagoro vuole sapere cosa ci fai qui!”.
Al solo pensiero che di lì a poco quel bel sorriso fanciullesco gli sarebbe scomparso dalla faccia, Hiroshi sisentì un po’ in colpa, ma la priorità cadeva sull’amico e pensò che comunque anche Sakuma avrebbe preferito sapere ciò che stava succedendo al suo piccolo amante.
“Sakuma-san, devo parlarti.” Il tono era talmente tanto grave che il giovane si fece serio tutto d’un colpo, nascondendo dietro di sé il pupazzo, esortando poi colui che aveva di fronte a parlare, era terrorizzato all’idea che ciò che stava per dirgli riguardava Shuichi, perché in cuor suo lo sapeva che gli avrebbe parlato di lui.
Lentamente anche Noriko si avvicinò ai due ragazzi per ascoltare quella conversazione che doveva ancora avvenire, curiosa e preoccupata al tempo stesso.
“Vedi, ciò che sto per dirti penso che ti farà andare su tutte le furie ma…” nella mente del trentunenne si formarono le immagini di Shindou che lo tradiva, quelle parole dette a quel modo gli facevano pensare a quello, ma Nakano continuò il suo discorso smentendo le sue visioni.
“…oggi Shuichi ha rivisto Yuki.” forse per il ragazzo il tradimento su cui aveva fantastico gli avrebbe fatto meno male di ciò che era appena uscito dalla bocca del chitarrista, non voleva crederci, avrebbe voluto chiedere mille cose però dalle sue labbra non usciva niente, come se le parole gli si fossero bloccate nella trachea, ma fu la giovane tastierista a dar voce alle sue domande.
“Quando è successo? Dov’è successo?” anche lei era molto allarmata “Poco fa. Nessuno sapeva della sua presenza, altrimenti glielo avremmo fatto evitare. Comunque sia, anche io ne so poco, so solo che Shuichi era uscito un attimo per prendersi un caffé e quando è tornato era sconvolto. Di Yuki l’ho saputo da Fujisaki che l’ha visto, ed entrambi abbiamo immaginato che stesse così perché si erano incontrati.”.
Nell’aria aleggiò un lungo silenzio, nel quale Ryuichi si era inginocchiato per terra tentando di fare ordine nei suoi pensieri, provando a mantenere la razionalità dentro di sé, evitando di andare a cercare Eiri e spaccargli la faccia. Il suo respiro era affannoso ma stava tentando in ogni modo di regolarizzarlo e calmarsi, però era tutto inutile.
“Ryu-chan, calmati.” “Mi dispiace Sakuma-san, io… sono venuto qua per avvertirti e per chiederti di stare vicino a Shuichi.” Già, Shuichi, chissà come si sentiva? Voleva vederlo, aveva bisogno di averlo accanto.
‘Quando tutto sembrava andare per il meglio… ecco che quel bastardo torna!
Ha deciso non solo di rovinare la vita a Shu-chan, ma anche a me, a noi.
Possibile che non possa sparire del tutto?
Perché non ci lascia in pace?
È così… Shuichi non l’ha mai dimenticato, devo farmene una ragione.
Forse, devo lasciar perdere tutto, tanto io non farò mai parte del suo cuore.
Maledetto Yuki Eiri, vorrei che tu morissi.
Non ho mai augurato la morte a nessuno, ma con te è inevitabile.
Ti odio. Ti odio. Ti odio.
Sei l’unica persona che mi porta a fare certi pensieri.’
Con sguardo vitreo il ragazzo si alzò da terra e come un automa si diresse fuori da quella stanza, desiderando con tutto se stesso di non incontrare Eiri Uesugi o non aveva idea di ciò che sarebbe potuto accadere.
Intanto Shuichi era ancora nella stessa posizione di prima, accovacciato per terra con le lacrime che gli rigavano il volto per la milionesima volta e il povero Suguru cercava di calmarlo in tutti i modi possibili, ma invano.
“Ti prego Shindou-san… calmati.” Si sentiva stupido, non c’era mai stato un buon rapporto tra loro, in quel momento desiderava essere stato più intimo con Shuichi, così da poter riuscire a cavargli qualche parola, perché il ragazzino era convinto che il cantante non si fidasse di lui
Poi finalmente dalla sua bocca uscì qualche parola, seppur sconnessa, che non sfuggì all’udito attento di Fujisaki, aveva detto che odiava Yuki, comprensibile.
“Shindou-san… anzi, Shuichi! Lui non merita le tue lacrime lo sai? E poi… sbaglio o c’è Sakuma-san con te? Penso che lui ti abbia dato molto più amore rispetto ad Eiri-san, non trovi? Anche tu sai bene quanto ti ami, lascia perdere quel bastardo, ok?” vide il ragazzo annuire e Suguru capì che gli aveva dato ragione, anche se le lacrime non accennavano a fermarsi.
L’unica cosa che fu capace di fare il disperato vocalist fu quella di aggrapparsi all’esile corpo del suo amico, che ricambiò la stretta cercando di confortarlo sorridendogli, era bastato solo quel gesto per capire quanto Shuichi gli voleva bene cercando sollievo tra le sue braccia amiche.
“Sì Shuichi, ricordati che oltre a Sakuma-san ci siamo anche io ed Hiro che ti vogliamo bene, che ti stiamo accanto. Non badare a me quando dico che non ti sopporto, ok?” il diciannovenne si strinse ancor di più al ragazzo, che iniziò a cullarlo dolcemente, non gli era mai capitato di consolare qualcuno.
A breve nella stanza irruppe Ryuichi con un’espressione inquieta, il solo vedere l’amato in quelle condizioni gli strinse il cuore, si avvicinò a lui e Fugisaki si fece da parte ma non prima di sussurrare all’amico che era arrivato qualcuno di speciale e per la prima volta, dopo quel lungo periodo di tempo, il ragazzino alzò lo sguardo per incontrare quello preoccupato del partner.
“Avanti piccolo, stai tranquillo, ci sono io adesso.” quanto avrebbe voluto che la smettesse di versare lacrime per quell’orribile uomo, non sopportava quella situazione, ma ora l’importante era tranquillizzare il suo amore, avrebbe pensato in un secondo momento ad imprecare contro Yuki.
Suguru si allontanò silenziosamente raggiungendo Hiro chestava fuori dalla porta assieme a Noriko, tutti e tre avevano lo sguardo intristito e pensavano le stesse cose.
“Credo che dopo parlerò con mio cugino.” “Per dirgli cosa, Suguru?” “Per dirgli che poteva avere un minimo di buon senso e avvertirci dell’arrivo di Yuki Eiri!” il ragazzino era pieno di rabbia, ma la ragazza gli posò una mano sulla spalla scuotendo la testa “Dubito che Tohma lo sapesse… anche lui sa bene quanto tutto questo faccia male a Shuichi, ma soprattutto vuole bene a Ryuichi e sa quanto soffra a vedere il suo ragazzo triste, penso che avrebbe fatto il possibile per tenerlo lontano da qui, forse Eiri-san non lo ha avvertito.” Suguru lasciò andare un sospiro.
Nell’ufficio di Tohma i due uomini stavano parlando di come avesse passato i giorni Yuki in America.
Seguchi cercò di mantenere i nervi saldi, il solo sapere che poche stanze più in là c’era Shindou lo metteva in ansia, chissà come avrebbe reagito se avesse saputo della presenza del suo ex? Beh, ma il presidente non aveva la minima idea che c’era già stato un incontro fra i due, anche se a momenti lo avrebbe scoperto.
“Ma insomma Eiri-san, come mai di ritorno?” “Sono qui semplicemente per una vacanza e sono venuto a trovarvi. “Ah. E quanto conti di restare?” “Ehi Seguchi, mi pare che tu non sia molto felice di avermi qui, cos’è non vedi l’ora che me ne vada?” “No, ma cosa vai a pensare?” “O forse hai il terrore che la mia presenza possa turbare qualcuno?” aveva marcato quell’ultima parola volutamente, cosicché l’altro sussultò “Sai… ho pensato anche a lui in questo ultimo periodo, forse ho sbagliato a lasciarlo così, in fondo, mi divertiva.” Tohma pensò che fosse meglio dirgli le ultime novità “Eiri-san, tu credi che lui voglia rivederti? Pensi che ti accetterebbe senza farsi problemi?” “Non ho mai detto questo, ma forse gli farebbe piacere passare una notte con me, un’ultima notte.” un ghigno si fece strada sul volto di Yuki “Non penso che accadrà.” “Ne sei sicuro Seguchi? Da cosa ti viene tanta certezza?” l’uomo prese un lungo respiro “Perché Shuichi ti ha già rimpiazzato, ecco cosa.” quelle parole fecero uno strano effetto al ragazzo, in fondo gli bruciava, gli rodeva il fatto che il suo ex-amante non fosse più suo come credeva.
“E con chi di grazia?” pensò di essersi mantenuto impassibile, ma il tono della sua voce lo tradì per via del tremore che l’accompagnava “Sakuma Ryuichi.” Quel nome gli provocò una potente fitta allo stomaco, tutti, ma non lui.
“Che cosa? Che c’è se la fa con i ragazzini?” “Eiri-san, calmati.” “Non ho davvero parole, perché lui?” “Eiri-san…” “No, forse stai scherzando…” “Eiri-san, è tutta colpa tua, lo capisci? Se non te ne fossi andato non sarebbe arrivato a questo punto!” quella frase gli fece riacquistare un po’ di lucidità “Ah, adesso ho capito. Sakuma è solamente un rimpiazzo come hai detto prima.” “Non è così.” “Pensala come ti pare, ma sono sicuro che se ne avesse l’opportunità non rifiuterebbe di venire a letto con me!” Tohma per la prima volta provò disprezzo per quel ragazzo.
“Ti prego Eiri-san, non andare da lui, tornatene in America, non voglio che vi incontriate…” quella era una supplica “Spiacente, ma è troppo tardi, ci siamo incontrati prima e comunque… da quando ti preoccupi per lui? Mi pare che qualche tempo fa tu lo detestassi…” “Si, hai ragione, ma forse ho imparato anche io a conoscerlo. Le cose cambiano e adesso se non ti dispiace vado a farmi due passi.” Yuki sorrise e lo lasciò andare senza dire una parola.
‘Sakuma Ryuichi eh?
Spiacente, ma metterti contro di me non è molto saggio.
Vedrai di cosa sono capace.‘
A quel pensiero si accese una sigaretta e uscì dalla stanza per abbandonare l’edificio, avrebbe pensato più tardi a cosa inventarsi per il suo prossimo incontro con il suo piccolo cantante.
Nel frattempo Tohma aveva raggiunto gli altri che erano tutti riuniti fuori dalla porta iniziando a spiegare ciò che aveva detto Yuki, lasciando tutti di sasso.
“No, io non glielo permetto!” “Nakano-san, calmati. Nessuno di noi farà in modo che quei due si incontrino, dobbiamo stare attenti.” “Soprattutto dobbiamo stare attenti a Ryu-chan, credimi Tohma, non l’avevo mai visto così arrabbiato, penso che sarebbe capace di fare qualsiasi cosa. Quando si tratta di Shuichi da di matto, lo sai.” “Lo so purtroppo, ma in fin dei conti non ha tutti i torti.”.
Dovevano aiutarsi l’un l’altro per evitare che Yuki facesse qualcosa che avrebbe compromesso la storia che si era appena creata fra i due vocalist, ma soprattutto per evitare che Shindou soffrisse più del dovuto e che Ryuichi commettesse pazzie.
Era un momento critico, ma se ce la mettevano tutta, forse avrebbero impedito qualsiasi azione da parte di Yuki Eiri.
*Owari 17*
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