Sprofondare nella tristezza

Incomprensioni

Dato che Shuichi era solo ne approfittò per rilassarsi completamente iniziando da una doccia calda, godendo del tepore dell’acqua tiepida.

Si spogliò del tutto lasciando i vestiti in giro per casa, si diresse in bagno e aprì l’acqua mentre intanto tornò in camera per scegliere i vestiti che avrebbe indossato quel pomeriggio. Voleva stare comodo per muoversi in libertà durante le prove, sentiva che quel giorno aveva bisogno di liberarsi di tutto, sentiva la necessità di fare tanto movimento mentre cantava.

Scelti gli abiti tornò in bagno e si immerse sotto il getto rigenerante stando fermo a godere delle gocce che cadevano sul suo corpo snello, massaggiandolo di tanto in tanto con le mani.

In quel momento gli tornò in mente ciò che era successo quella mattina con Yuki, sapeva che avrebbe dovuto dirlo a Ryuichi ma non sapeva come spiegargli il fatto che era restato immobile mentre l’altro lo leccava con passione. Come poteva fargli credere che non se n’era reso conto perché stava pensando ad altro?

Scosse la testa e prese il bagnoschiuma iniziando ad insaponarsi e successivamente si dette anche lo shampoo seguito dal suo balsamo alla fragola che gli avrebbe reso i capelli morbidi e profumati allo stesso tempo.

Dopo un po’, finita quell’operazione uscì dalla doccia e si asciugò il corpo umido sentendosi finalmente del tutto rilassato andando poi a sdraiarsi nel letto provando libidine per via dell’aria fresca.

Guardò l’orologio, a momenti il suo ragazzo sarebbe rincasato e si chiese quanto tempo aveva passato sotto l’acqua dato che era già l’ora del rientro del suo compagno.

Fece spallucce e si vestì velocemente, voleva uscire prima di incontrarlo.

Andò in cucina per lasciare un biglietto con scritto che era uscito prima del solito perché doveva incontrarsi con Hiro e varcò la porta perdendosi nuovamente nei suoi pensieri domandandosi per quale motivo non riusciva a smettere di pensare al biondo dagli occhi profondi.

Mentre camminava non si rese conto della presenza che gli stava andando in contro, era Ryuichi, che non sembrava essere molto allegro come suo solito, beh comprensibile.

“Shu-chan?” il ragazzo si riscosse e appena lo vide abbassò lo sguardo, gli doveva delle scuse ma l’altro non gli dette neppure il tempo per guardarlo negli occhi che si era buttato fra le sue braccia stringendolo forte a sé con fare possessivo.

Anche da quello si poteva capire benissimo il suo stato d’animo, era geloso marcio di Yuki, aveva una paura matta che gli portasse via il suo tesoro più caro.

“Ryuichi, se tornato prima da lavoro…” “Già, ma tu dove vai? Non è presto?” sorridendogli debolmente sciolse l’abbraccio “Devo vedermi con Hiro, ho un appuntamento con lui…” l’altro annuì, notò subito che c’era qualcosa di strano nel suo ragazzo e che gli stava nascondendo qualcosa.

“Capisco, beh… vado a casa ok?” disse Sakuma iniziando a camminare senza salutare Shuichi che dal canto suo non si aspettava quella reazione frettolosa, così decise di riacchiapparlo per dargli un bacio.

“Non mi saluti?” “Ah… scusami, è che sono molto stanco, sai?” il cantante dei Grasper gli diede un fulmineo bacio sulle labbra e scappò verso casa, neppure lui ce la faceva ad affrontare il ragazzino. La situazione non era delle migliori.

Nella mente di entrambi si formarono gli stessi pensieri, tutti e due avevano paura che quello era il modo sbagliato di reagire e sapevano che se avrebbero continuato così sarebbe andata a finire male, ma dato che quella crisi era appena iniziata si promisero di mettersi d’impegno per far sì che niente del genere accadesse.

Ryuichi appena entrò in casa si sdraiò sul divano chiudendo gli occhi, lasciando che le lacrime iniziassero a scorrergli lungo il viso, non voleva che il partner lo lasciasse, aveva una paura fottuta che ciò accadesse ma lui era impotente, la decisione spettava a Shuichi.

‘Stava andando tutto così bene.

Era perfetto…

E ora… le cose stanno venendo da sole…

Anche se non ne parliamo si nota benissimo un netto distacco fra noi due.

Soprattutto dopo stamani, nessuno dei due aveva il coraggio di guardarsi negli occhi.

Stiamo scappando l’uno dall’altro, ma perché?

Stasera voglio parlarne con lui, anche se non servirà a molto, ma abbiamo bisogno di chiarirci.’

Le lacrime non accennavano a fermare il loro corso, le tempie avevano ricominciato a pulsargli come il giorno precedente ed era tutta colpa di quella maledetta tensione che lo opprimeva.

Finché non si sarebbe messo apposto qualcosa il mal di testa non gli sarebbe andato via, era sempre stato così, quando era agitato gli veniva l’emicrania, troppi pensieri nella mente.

Le prove di Shuichi per fortuna non ebbero nessuna interruzione, il ragazzino era riuscito a mettere da parte tutti i pensieri per concentrarsi a dovere nel lavoro. Aveva addirittura riso e scherzato senza farsi alcuna paranoia.

Era passato così velocemente il tempo che il momento di andare a casa era arrivato in un batter d’occhio, si salutarono e ognuno andò per la sua strada mentre Hiro e Fujisaki avevano deciso di restare ancora un po’ a provare.

Shuichi camminava per i lunghi corridoi della casa discografica, scorse in lontananza la figura di Yuki che lo stava raggiungendo a passo svelto. Il vocalist si bloccò all’istante tenendo lo sguardo basso.

Non voleva affrontarlo di nuovo, ma ormai non poteva far altro che attenderlo lì e sentire ciò che aveva da dirgli, prima parlava, prima poteva togliersi da quella situazione alquanto scomoda.

Il biondo gli si fermò davanti. Con una mano gli accarezzò i capelli e con l’altra lo intimò ad alzare il volto per guardarlo, Eiri amava vedere quello sguardo completamente succube delle sue iridi glaciali.

“Io lo so che non puoi fare a meno di me. Te lo si legge negli occhi.”

Shindou odiava quella sicurezza che Uesugi aveva di se stesso, era proprio odioso. Se fino a qualche tempo fa non vedeva altro che i suoi pregi, adesso ne vedeva solamente i difetti, scoprendoli altamente irritanti.

“So anche che mi appartieni Shuichi. Ben presto lascerai quel deficiente di Sakuma per tornare con me.”

La rabbia stava iniziando a pulsare nelle vene del giovane cantante, come si permetteva di dire certe cose? Lui non sapeva niente di ciò che provava per il suo attuale ragazzo.

‘In fin dei conti non lo so neppure io che cosa provo per Ryuichi.

Se fino a pochi giorni fa ero quasi sicuro di amarlo…

Adesso non lo so più.’

“Perché non rispondi? Ho per caso ragione? Andiamo, ti sto offrendo la possibilità di venire con me in America, non l’hai capito?”

Quella richiesta il giovane ragazzo la percepì più come un’imposizione. Avrebbe voluto dirgli quanto lo detestasse e che non avrebbe mai accettato di seguirlo, perché non aveva alcun interesse a farlo. Tutto ciò che lo faceva sentire vivo si trovava in quella città e non negli Stati Uniti.

“Il gatto ti ha mangiato la lingua?”

Mentre disse quest’ultima parola con malizia, mentre avvicinava il volto a quello del ragazzino che non appena si rese conto di ciò che stava per accadere lo spinse via da sé assumendo uno sguardo disgustato.

Yuki, che non si aspettava quella reazione, non poté far altro che guardarlo con rabbia. Dopotutto era stato proprio Shuichi molto tempo prima a fare qualsiasi cosa pur di averlo e ora? Faceva di tutto pur di non averlo intorno, tutto per colpa di Sakuma Ryuichi.

“Lasciami stare…”

Parole sussurrate, ma che arrivarono comunque alle orecchie del biondo che con un ghigno gli si avvicinò di nuovo.

“Cosa? Io lasciarti stare? Shuichi… lo sai che appartieni a me.”

“No. Ti sbagli Yuki…”

Le parole tremavano, ma doveva assolutamente sputargli tutto ciò che pensava.

“Io sono di me stesso, hai capito? Non puoi pretendere di tornare qui ed essere sicuro che io ancora pensi a te. Non ci sei solo tu al mondo! Ci ho messo un po’ per capirlo, ma adesso ho imparato. Tu non puoi trattarmi come un oggetto di tua proprietà. Io adesso sto con Ryuichi, non mi interessa quello che pensi, conta quello che penso io.”

Yuki aveva percepito benissimo la nota di insicurezza nel tono della voce del cantante, forse non tutto era perduto, anzi, ne era sicuro. Però gli aveva fatto tanta rabbia, odiava sentirsi dire da lui che ora stava con Sakuma, non poteva tollerarlo.

Shuichi gli dette le spalle, ma il biondo lo fece voltare di nuovo per guardarlo dritto negli occhi, notando forse per la prima volta quanto fossero dannatamente belli.

“Tanto so che vuoi tornare da me. Tempo qualche giorno e sarai nuovamente mio.”

A quel punto il ragazzino, stancatosi dell’insistenza di Eiri, lo spintonò di nuovo ed iniziò a correre, non voleva più vederlo, non voleva più avere a che fare con lui, ma purtroppo sapeva bene che quando il biondo desiderava una cosa, la otteneva.

Però era felice… finalmente riusciva ad affrontarlo senza scoppiare in lacrime, era diventato molto forte negli ultimi tempi e questo lo doveva unicamente a Uesugi, per quanto gli scocciasse ammetterlo.

La situazione stava diventando insostenibile, se prima era un sacco che non aveva notizie del suo ex, adesso lo vedeva anche troppo spesso e la cosa non gli andava per niente.

Ci mise poco ad arrivare a casa, aveva tenuto un’andatura veloce per tutto il tempo da quando aveva terminato la conversazione con Yuki e ora si trovava a fissare la porta dell’appartamento, pensando che avrebbe dovuto vedere Ryuichi.

‘Ma cosa sto facendo?

Perché sono indeciso se entrare o no?

Ho per caso paura di affrontare Ryu-chan?

O forse è perché non ce la faccio più a parlare di questa situazione?

Lo so che lui vorrebbe parlare, anche io lo vorrei.

Il fatto è che non me la sento adesso.

Forse domani.’

Aveva deciso che avrebbe ignorato l’argomento, così entrò in casa e si diresse immediatamente in camera dove trovò Ryuichi che era sdraiato sul letto ad occhi chiusi. Shuichi si domandò a cosa stesse pensando, era così bello con quell’espressione. Lentamente si avvicinò a lui e gli posò un bacino sulla fronte, riportando così il ragazzo alla realtà.

Sakuma si specchiò negli occhi del partner, avrebbe tanto voluto che le cose andassero in un altro modo, gli faceva tanto male sapere che Eiri era in città.

“Shu-chan…”

Il ragazzino gli sorrise e sperò con tutto se stesso che non parlassero della loro situazione.

“Ma sei tornato prima?”

“Si Ryuichi. Abbiamo finito presto oggi.”

Il ragazzo più grande si mise seduto e abbracciò l’amante, stringendolo forte a sé. Aveva tanto bisogno che gli stesse accanto, nonostante qualche ora prima lo aveva ignorato, adesso sentiva il bisogno di stare insieme a lui.

“Shuichi. Ho bisogno di te. Non abbandonarmi, ti prego.”

Avrebbe voluto dirgli: ‘Tranquillo, non lo farei mai.’ ma le parole non volevano uscire, perché non ne era sicuro neppure lui. Si limitò solamente a stringerlo forte e posargli un bacio sulle labbra, che aveva svolto come fosse un gesto automatico. Sakuma se ne accorse subito, perciò sciogliendo l’abbraccio lo guardò intensamente e iniziò a parlare.

“Shuichi senti, posso chiederti che cosa pensi? Voglio dire, è tornato Yuki e mi pare che le cose fra me e te stiano degenerando.”

Shuichi sbuffò, tanto se lo aspettava che sarebbero finiti in quel discorso.

“Ryu-chan, ho avuto una giornata pesante oggi.”

Il trentunenne si stupì del tono di sufficienza che aveva usato il ragazzo, possibile che non gli importasse come sentiva? Decise di non arrendersi, voleva avere una risposta.

“Mi piacerebbe sapere che cosa ti passa per la testa.”

“Te l’ho detto, ho avuto una brutta giornata oggi. Per favore, non chiedermi più niente che abbia a che fare con questa situazione.”

Adesso era Ryuichi che iniziava ad arrabbiarsi, ma come poteva trattarlo così! Si sentiva messo da parte, da quando Yuki era tornato non lo aveva più fatto partecipe dei suoi pensieri, ma soprattutto non gli stava dimostrando che teneva alla loro storia.

“Senti Shuichi, io ho bisogno di una risposta! Capisco che tu stia male se Yuki Eiri è tornato, ma come ben sai io sono innamorato di te e vorrei sapere se della nostra storia te ne frega ancora qualcosa o no.”

“Ma certo che me ne frega! Ti ho solo detto che non ho voglia di parlarne! Possibile che tu non capisca?”

“Sei tu quello che non capisce! Sembra che pensi solo a te stesso!”

A quel punto il ragazzino, si alzò di scatto. Quello che aveva detto il compagno lo aveva lasciato senza parole, come poteva credere che pensasse solo a se stesso! Non era un egoista e non era vero che non pensava alla loro storia, aveva solo detto che non aveva voglia di parlarne, tutto qui.

“Forse è meglio che per stasera io non ci sia.”

Ma perché le cose stavano andando così male fra loro? Perché non potevano convivere in pace senza essere freddi l’uno con l’altro o addirittura litigare?

“Shuichi, aspetta!”

“No, visto che penso solo a me stesso, ho deciso che andrò a dormire fuori!”

“Non andrai mica da Yuki, vero?”

Shuichi si domandò se il ragazzo fosse stupido o lo facesse apposta, come poteva pensare che sarebbe andato da quel bastardo! Non aveva ben chiara la situazione.

“No che non vado da lui. Secondo te sarei capace di farlo?”

Ryuichi era seriamente preoccupato per l’altro, avrebbe voluto lasciar perdere tutto e dirgli di restare, ma forse era meglio se per quella notte fossero stati separati.

“D-Dove vai?”

“Da Hiro. Ci vediamo, ciao.”

“Ciao.”

Non si erano salutati con un bacio come facevano sempre, era logico visto che avevano litigato, ma a tutti e due era mancato quel contatto. Entrambi però, speravano di chiarire al più presto non sta meglio, perché non volevano rovinare ulteriormente il rapporto.

Shuichi si dette dello stupido, si era reso conto di aver trattato molto male il suo compagno. Si promise di chiedergli scusa il giorno seguente, anche perché se fosse tornato indietro avrebbe finito per litigarci di nuovo.

*Owari 21*