Sprofondare nella tristezza

Piccolezze…

I Bad Luck, stavano suonando da ormai un’ora e Shuichi era più carico che mai. In quel momento ce la stava mettendo tutta per far tornare il suo gruppo in cima alle classifiche.

Finalmente, oltre che ai pensieri tristi, aveva nella mente anche pensieri stupendi. Ora stava con Ryuichi, la persona più dolce che avesse mai conosciuto e questo lo aiutava ad andare avanti e non cadere nella tristezza. Era un po’ di tempo che non pensava costantemente a Yuki, ogni tanto gli tornava alla mente, ma non cadeva in depressione come tempo prima. Si era accorto anche da solo che doveva reagire, e Sakuma lo stava aiutando molto. Standoci insieme avrebbe potuto passare serenamente le sue giornate e grazie a lui, dimenticare Yuki, sotterrare il passato dando via ad un presente più armonioso. Senza più lacrime, senza più rabbia, solo sorrisi.

K-san decise di far prendere una pausa ai suoi ragazzi, quel giorno si stavano impegnando a fondo ed era giusto che si riposassero un po’.

Hiro, stava accordando la sua chitarra e notò che Shuichi era appoggiato al muro e stava sorridendo. Cosa molto dtrana dato che ogni volta che lo vedeva era sull’orlo delle lacrime, così decise di avvicinarsi e chiedergli come mai avesse quello strano ghigno sulla faccia.

“Shuichi?” il ragazzino si voltò verso l’amico e gli sorrise “Cos’è che mi nascondi?” “…niente…” Shuichi fece finta di nulla, voleva tenerlo un po’ sulle spine “Ma che piaga che sei! Non racconti più nulla al tuo amico Hiro?” il vocalist sorrise malizioso e prese Hiro da una parte.

Con calma iniziò a raccontare ciò che era successo. Hiro stava attentissimo ad ogni parola e via via che Shuichi parlava, il voltò di Nakano iniziò a cambiare di espressione.

“CHE COSA?!” un urlo si levò in sala e tutti quanti si voltarono a guardare i due amici.

Shuichi mise una mano sulla bocca ad Hiro per farlo star zitto, non voleva che tutti sapessero ed era già abbastanza imbarazzato. Il chitarrista a quel punto prese Shuichi per mano e uscì dalla stanza portandoselo fino al terrazzo, in modo potessero stare un po’ più tranquilli.

“Com’è che Ryuichi Sakuma è il tuo ragazzo?” “Si… prima abbiamo parlato…” “Ma scusa Shuichi… sei sicuro di quello che stai facendo? Voglio dire, sappiamo entrambi di quello che Sakuma-san prova per te. È chiaro che il suo sentimento è diverso dal tuo. Sicuro che poi lo fai restare male?” “Ma… Hiro! Io voglio dimenticare Yuki!” Hiro scosse la testa “Lo so, e va bene. Ma tu sai benissimo che Ryuichi è innamorato di te, mentre a te, lui piace soltanto! E se poi ti accorgi che stai facendo un errore? Come glielo spieghi?” Shuichi abbassò per un attimo lo sguardo. Effettivamente il suo amico aveva ragione, però sentiva che quella era la cosa più giusta.

“Shuichi? Non è un rimprovero. Però, devi capire che ciò che ti sto dicendo è una cosa seria.” “Hiro… lo so. Ma credo di star facendo la cosa giusta, sai?” “Beh, è giusto che tu faccia quello che ti senti, però, stai attento a non ferire i suoi sentimenti. In fondo, lo sai benissimo come ci si sente!” Shuichi si stava iniziando a sentire un po’ in colpa e per la verità anche un po’ triste. Hiro gli stava facendo il terzo grado, anche se aveva ragione, ma perchè non lo capiva? Anche se lo faceva a fin di bene, però, si sentiva non capito.

“Hiro… te lo ripeto. Io credo che sia la cosa giusta! Sto bene con lui, mi fa sentire bene, mi diverto un sacco, non penso MAI a Yuki! CAPISCI?” Shuichi era disperato, si stava iniziando a innervosire.

“Shuichi calmati!” “No che non mi calmo. Sei mio amico, lo so che lo dici per il mio bene. Ma se ti dico che per me questa è la cosa giusta, lo è. Per favore…capiscimi. Non amo Ryuichi, ma è già un inizio essermi deciso a provare a dimenticare Yuki no?” Hiro si sentì in colpa e lo abbracciò.

“Shuichi… hai interoretato male le mie parole. Volevo solo dirti di stare attento con Sakuma-san. Non era un rimprovero, ma sembra che tu l’abbia presa così. Tranquillo, lo sai che ti appoggerò sempre. Fai ciò che ti senti, io ti starò vicino.” Shuichi ricambiò l’abbraccio scusandosi col ragazzo per essere scoppiato in quel modo.

“Su, è meglio che torniamo in sala. Certo, che vorrei proprio vedervi insieme, uno più bambino dell’altro!” Hiro sorrise sornione mentre si avviavano nella loro sala.

Provarono per altre due ore, fino a che, K-san decise che per quel giorno avevano fatto abbastanza e potevano tornare a casa a riposarsi.

Shuichi, camminava per i corridoi della casa discografica in cerca di Ryuichi, poi, cambiò idea dato che sicuramente stava provando e andò a sedersi sulle poltroncine all’ingresso dell’edificio.

Nonostante fossero passati solamente dieci minuti, non ne poteva più di aspettare, aveva voglia di baciare Sakuma. Solo al pensiero di accarezzare quelle morbide labbra gli vennero i brividi, poteva ancora sentire quel dolce sapore sulla sua bocca.

Mentre pensava, iniziò a giochicchiare con una ciocca dei suoi capelli, avvolgendosela fra le dita e mentre lo faceva, pensò a Ryuichi e a quando gli accarezzava i capelli.

“SHU-CHAN NANODA!” improvvisamente si sentì schiacciato dal peso di qualcosa, o qualcuno che nel frattempo gli aveva addirittura rotto un timpano e lo stava stritolando da quanto forte lo stringeva a sè.

Sorrise, nonostante il lieve dolore che stava provando in quel momento. Finalmente Sakuma aveva finito di provare e poteva passare con lui tutto il resto del pomeriggio.

“Shu-chan! Kumagoro ha detto che ha voglia di un gelato! Lo accompagnamo?” Shuichi iniziò a ridere. Era troppo divertente vedere Ryuichi che dava tante attenzioni a quell’assurdo pupazzetto, come se fosse un coniglietto vero. Com’era tenero quando aveva quegli atteggiamenti da bimbo innocente.

Si alzarono dal divanetto e si diressero fuori dall’edificio in cerca di una gelateria. Non che a Shuichi andasse il gelato, però, lo faceva per accompagnare Ryuichi e non distruggere quel bellissimo sorriso che aveva sul volto.

Shuichi non sapeva bene come comportarsi con Ryuichi, in fondo, quando stava con Yuki, erano state poche le volte in cui erano usciti insieme e di certo non si erano mai comportati come fidanzati. Tante erano state le volte in cui Shuichi avrebbe voluto prenderlo per mano, baciarlo o semplicemente parlarci tranquillamente senza aver paura di infastidirlo. Yuki gli diceva sempre che la gente giudicava, lo sapeva bene anche lui, però non gli dava tanto peso come invece faceva lui e per questo, c’era sempre rimasto male.

“Shu-chan? Come mai sei così silenzioso? A cosa pensi?” Shuichi lo guardò negli occhi, il suo viso pian piano iniziò a prendere colore e le sue guance si arrossarono “Shu-chan? Hai la febbre?” “No… sto bene!” non sapeva cosa dirgli, si sentiva in imbarazzo.

“Non vuoi dirlo nemmeno a Kuma-kun?” Shuichi sorrise “Ma guarda che sto bene… è che… pensavo…” Ryuichi divenne un attimo serio “Shu-chanP Non è che hai cambiato idea?” ecco, ora si che si sentiva in colpa.

“Ma no! Figurati! Non è così, non pensarlo!” “Mi sembri un po’ strano e triste. E se tu sei triste anche Ryu-chan è triste…” eccola lì la sua espressione da bimbo. Per istinto Shuichi si buttò fra le sue braccia, fregandosene di ciò che avrebbe potuto pensare la gente che passava di lì.

Ryuichi ricamciò quell’abbraccio e pensò che Shuichi doveva tirare fuori quello che pensava.

“Shu-chan… che cos’hai?” a quel punto Shuichi si decise a confidargli ciò che gli frullava in testa, solo che si sentiva un po’ in imbarazzo “Vedi… il fatto è che non so come comportarmi…” Sakuma assunse un’espressione interrogatova, non capiva quale fosse il problema “Shu-chan… non capisco…” “Vedi, quando stavo con Yuki era diverso…” il cuore del vocalist dei Grasper mancò un battito solo a sentir pronunciare quel nome “…lui, non voleva che gli stessi vicino quando eravamo fuori. Ma ora? Con te come devo comportarmi? Mi chiedo se dovrei prenderti la mano quando camminiamo…” il ragazzo sorrise, quant’era carino Shuichi, era solamente imbarazzato, tutto qui.

Alle parole di Shuichi, il ragazzo lo prese per mano sorridendogli, scatenandogli così un tirbinio di emozioni. Shindou sorrideva a quel gesto, quella era una cosa nuova per lui e lo faceva sentire così bene.

“Shu-chan? Mi aspetti qui?” “Dove vai?” Ryuichi gli fece il gesto di sedersi sulla panachina e aspettarlo lì, sarebbe tornato da lui in pochi minuti. Infatti, dopo poco lo vide arrivare con due coni gelato in mano, uno alla fragola e l’altro alla menta.

Shuichi non poteva crederci. Ryuichi era stato così gentile da offrirgli il gelato? Poteva sciogliersi al solo pensiero.

“Grazie Ryuichi! Sei molto gentile!” “Per te questo ed altro piccolo!” il ragazzo dette un piccolo bacio a fior di labbra al ragazzino di fronte a lui per poi allontanarsi e porgergli il cono gelato. Si sedette accanto a lui, avvolgendogli la vita con un braccio e iniziando così a gustarsi quella delizia che aveva lo stesso sapore delle labbra di Shuichi, la fragola.

Molte persone si fermavano a guardarli, allontanandosi inorriditi dalla scena, ma a nessuno dei due importava, tutto ciò che facevano era mangiarsi il gelato chiacchierando fra di loro.

“Shu-chan! Senti… ti va di venire da me stasera? Mangiamo qualcosa insieme e magari ci guardiamo un film…” “Certo. Mi farebbe molto piacere… davvero…” “Uffa!” Shuichi spalancò gli occhi, non capiva a cosa si riferisse il suo ragazzo con quell”uffa’ “Sei troppo formale! E a Ryu-chan non piace! Ecco!” nell’aria si diffuse il suono di una risata “Scusa Ryuichi! Hai ragione!” l’espressione accigliata non se ne andò dal volto di Ryuichi “Chiamami Ryu-chan!” altro sorriso “Va bene. Ryu-chan!” e finalmente sul viso di Sakuma apparve un sorriso.

Erano quelle le piccolezze di cui aveva bisogno Shuichi, gli bastava poco per affrontare una storia in tutta serenità. Gli bastava tenere per mano il suo ragazzo, abbraccarlo, baciarlo, ridere con lui per stare bene.

“Se vuoi andiamo adesso a casa mia!” “Si, che bello!” Ryuichi portò un dito sul naso di Shindou, togliendogli un piccolo residuo di menta col quale si era sporcato e portandoselo alla bocca lo leccò via, facendo arrossire il piccolo vocalist.

Sakuma si alzò mettendosi di fronte al suo ragazzo e gli tese le mani, che prontamente afferrò alzandosi anche lui. Iniziarono a camminare verso casa di Ryuichi mentre si tenevano per mano.

“Sai una cosa Shu-chan?” “Cosa?” “Non ti farò mai soffrire come ha fatto Yuki Eiri… questa è una promessa.” Shuichi si bloccò improvvisamente e si accasciò a terra coprendosi il viso con le mani. Lo avevano commosso quelle parole, le lacrime che ora uscivano dai suoi bellissimi occhi color porpora erano per via della felicità, ma Ryuichi non l’aveva capito, così preoccupato si accucciò di fronte a lui abbracciandolo.

“Shu-chan! Scusami, forse non dovevo toccare quel tasto…” Shindou si strinse ancora più forte al corpo del ragazzo “No… invece mi hai reso felice con quelle parole! Grazie Ryu-chan…” il suo cuore si era riempito di felicità, finalmente dopo tanto tempo.

Dopo che il ragazzino dai capelli fucsia si fu calmato, si alzarono e si diressero a casa di Ryuichi, dove appena arrivarono si posizionarono sul divano. Si abbracciarono e stettero un tempo indefinito in quella posizione, con Shuichi che accarezzava i capelli a Sakuma, che allo stesso tempo accarezzava la schiena a Shindou, provocandogli piccoli brividi.

“Non voglio perderti Shuichi… non ora che ti ho trovato… preferirei morire piuttosto!” stavolta trattenne le lacrime “Ryu-chan… grazie a te sto dimenticando Yuki. Pian piano non ci penserò più…” “Questo è il mio obiettivo e stai sicuro che riuscirò a togliertelo dalla testa! Perchè nella tua testolina DEVE esserci solo Ryu-chan… e Kuma-kun… sennò si offende!” Shuichi salì sopra le sue gambe avvicinando le labbra a quelle di Ryuichi, che si sentì un po’ a disagio in quella posizione. In fondo, anche lui era un uomo e stare così a contatto con lui, gli provocava strani sensi di piacere.

Quanto avrebbe voluto fare di più? Ma ancora era troppo presto, terribilmente presto. Avrebbe aspettato ancora un po’ prima di proporgli qualsiasi cosa, avrebbe aspettato fino a che Shuichi non fosse stato pronto.

Shuichi si staccò dalle labbra del suo ragazzo e sorridendogli gli chiese che cosa avrebbero mangiato per cena. Ryuichi stette un po’ a pensare, quando dopo poco, ammise che non aveva molta voglia di cucinare.

“Allora cucino io!” Shuichi ai fornelli non era molto bravo, però voleva provare a cucinare qualcosa mettendoci tutto se stesso, voleva farlo come per ringraziare il ragazzo per tutta quella gentilezza.

Così, appena Ryuichi accettò la proposta, il ragazzino si allontanò verso la cucina e iniziò a rovistare nel frigo per decidere cosa cucinare.

Ryuichi si alzò dal divanetto e lo raggiunse, sedendosi al tavolo mentre lo osservava con un’espressione beata in viso. Era proprio carino. Aveva un corpicino così minuto che gli faceva venire voglia di prenderlo e non lasciarlo più.

“Shu-chan? Vuoi una mano?” “No no! Faccio tutto io!” Ryuichi inziò a spazientirsi, ma non perchè aveva fame, ma perchè non vedeva l’ora di coccolare il suo Shu-chan.

Chissà quanto avrebbe ancora dovuto aspettare… in quel momento per lui anche cinque minuti sarebbero stati un’eternità.