Blocco interiore
Quella situazione si stava dimostrando insostenibile, anche Shuichi cominciava a pensare che non poteva andare avanti così, infatti, pian piano iniziò a rilassarsi godendo delle dolci carezze del proprio ragazzo, il respiro era ancora molto affannoso, ma le lacrime avevano cessato di scendere e il tremore che poco prima scuoteva il suo esile corpo si era affievolito notevolmente.
Ryuichi sospirò, non gli piaceva vedere l’amante in quello stato di disperazione, ma soprattutto non sopportava il fatto che si sentisse impotente non sapendo come riuscire a tranquillizzarlo, le parole non servivano, l’unica cosa che poteva fare era coccolarlo per allentargli la tensione.
Il vocalist dei Bad Luck alzò lo sguardo mostrando i suoi bellissimi occhi che si erano arrossati e gonfiati e il suo volto era completamente umido per via delle lacrime. Con lo sguardo stava cercando di chiedere scusa al partner per averlo fatto preoccupare, ma lui, avendo capito si limitò ad asciugargli il viso con una manica della felpa e scompigliargli gentilmente i morbidi capelli.
“Non devi piangere… lui non lo merita affatto.” il tono della sua voce era dolce, ma la sua espressione era seria, come forse non lo era mai stata.
Stettero ancora un po’ abbracciati fino a che Shuichi scansò gentilmente l’altro per poi alzarsi in piedi, stiracchiandosi leggermente e andare a sedersi su una sedia lì vicino. Sakuma lo guardava attentamente, sì, si era calmato, ma chissà cosa gli passava per la testa in quel momento?
“Shu-chan… ti chiedo scusa, non so perché ma in queste situazioni mi sento impotente, vorrei fare qualcosa per te…” disse con voce ferma e angosciosa, ma l’altro scosse la testa “No Ryuichi. Tu stai facendo tanto. Già il fatto di sopportare questa situazione è molto per me.” si bloccò un attimo e poi riprese a parlare “Avevo detto che non ci pensavo più, invece ti sto dimostrando il contrario! Sono proprio uno stupido!” con rabbia tirò un pugno al piccolo tavolino di legno situato vicino a lui, aprendosi una ferita sulle nocche, grande quel tanto che bastava da far colare una goccia di sangue che cadde sul pavimento rompendo il breve silenzio che si era creato fra i due.
Ryuichi si avvicinò al ragazzino prendendogli delicatamente la mano portandosela alla bocca e disinfettare il piccolo graffio leccando via il rivoletto che scorreva lungo il dorso di essa, alzando poi la testa per guardarlo dritto negli occhi.
“Shu-chan… è vero, tu avevi detto che non ci pensavi più ma… quando lui non era qui era un’altra storia. È logico che trovarselo davanti è diverso, chiunque penso che avrebbe reagito come te, non preoccuparti.” “Grazie…” “Forse è meglio andare a cercare un cerotto, che dici?” Shuichi annuì alzandosi dalla seggiola.
“O preferisci che vada io?” disse improvvisamente l’altro non avendo pensato all’eventualità che avrebbero potuto incontrare Yuki, ma Shindou per tutta risposa lo prese per mano e iniziò a camminare verso l’uscita.
Appena i due aprirono la porta, si ritrovarono di fronte tutti i loro amici che stavano fissando Shuichi con volto preoccupato e lui cercò di rassicurarli con un debole sorriso. Gli dispiaceva che si fossero tutti allarmati a causa sua, ma non aveva potuto fare altrimenti.
Lasciò per un attimo la mano del suo amante e si fiondò direttamente fra le braccia del suo migliore amico Hiro, che lo strinse forte a sé, era sollevato dal fatto che stava un po’ meglio rispetto a come l’aveva lasciato.
Quando sciolsero quel contatto che conteneva una gran quantità d’affetto, Hiroshi si accorse della piccola chiazza di sangue che gli aveva sporcato la maglietta ed ebbe timore che fosse qualcosa di più grave che un semplice graffietto.
“Shuichi…?” disse alternando lo sguardo dall’amico alla casacca, ma il ragazzino non si scompose “Tranquillo, è solamente un graffio, non preoccuparti! Stavo giusto andando a cercare un cerotto.” il chitarrista tirò un sospiro di sollievo e lo esortò ad andare a disinfettarsi.
Così, riprendendosi per mano, i due amanti si diressero verso la piccola infermeria dell’edificio, lasciandosi alle spalle una scia di inquietudine. Entrambi erano molto provati dalla vecchia presenza che aveva fatto il suo ritorno e insieme dovevano affrontare quell’ostacolo.
Dopo pochi metri di cammino raggiunsero la piccola stanza e Shuichi si sedette sulla sedia, lasciando che Ryuichi prendesse disinfettante e cerotti iniziando a ripulire la ferita con cura.
“Come sei delicato Ryu-chan… non preoccuparti, non mi fa male!” il ragazzo dagli occhi blu alzò lo sguardo facendo una linguaccia al ferito e continuò il suo lavoro “Ti è andata bene che ci sono io a disinfettarti, non hai idea di come sia poco attento Kumagoro!” dicendo quelle parole assunse la sua solita vocetta infantile che tanto piaceva al piccolo vocalist dei Bad Luck, che sorrise di cuore.
“Ah, allora non vorrei mai trovarmi con Kuma-kun in queste situazioni! Preferisco di gran lunga il mio infermiere personale.” disse strizzandogli l’occhio per poi ammirare la dolcezza che Sakuma metteva nel curarlo e di conseguenza si rattristò notevolmente.
‘Dio, sono proprio uno stupido!
Devo avere i prosciutti negli occhi per non rendermi conto di quanto sia inutile piangere ancora per quel bastardo.
Ho accanto a me una persona meravigliosa e spesso me ne dimentico.
Devo piantarla di pensare a Yuki, a che serve?
Sono un autolesionista, se continuo a pensarci mi ferisco da solo.
Solo io posso decidere dei miei pensieri e lui non deve rientrare tra quelli.
Ryu-chan fa tanto per me…
Io invece cosa faccio per lui?
Lo ripago pensando e deprimendomi su Yuki.
Uff… basta.
Mi sto odiando, è bene che questa situazione finisca e subito!’
Una piccola lacrima solcò la candida guancia del diciannovenne che cadde sulla mano dell’altro e non appena quest’ultimo se ne accorse alzò subito lo sguardo intristendosi di colpo a quella visione, dunque stava ancora pensando all’incontro di poco fa… Beh, comprensibile, ma questo gli faceva una rabbia!
“Shu-chan? Non piangere più, ti prego…” adesso era la voce del cantante dei Grasper ad essere spezzata dal pianto, non reggeva quella situazione.
Il ragazzino si accorse subito del tono grave che aveva assunto quella splendida voce, così gli prese il volto fra le mani e gli posò un bacio sulla fronte chiedendogli scusa per tutto quello che gli causava.
“Perdonami Ryu-chan. Ma credimi, questa lacrima non era per Yuki. Ma per te… tu faresti qualsiasi cosa per me ed io non riesco a ricambiarti.” “Non devi, mi basta averti accanto.” “Sei troppo indulgente con me, per quello che faccio dovresti mandarmi a quel paese!” il tono di Shuichi dimostrava disprezzo per se stesso “No! Non lo farei mai. Tu hai bisogno di affetto e sostegno, se ti abbandono come fai a superare i tuoi problemi? Non è da solo che li risolvi! Io sarò sempre pronto a tenderti la mano per darti l’aiuto a rialzarti!” “Così mi fai piangere…” più andava avanti col tempo, più si rendeva conto di quanto fosse importante per lui, anche se c’era sempre Eiri di mezzo, purtroppo.
“Se devi piangere per causa mia la smetto subito. Però, promettimi una cosa.” Shindou annuì per esortarlo a proseguire il discorso “Devi promettermi che qualora tu avessi bisogno di sfogarti o di piangere, me lo dirai. Così potrò aiutarti, ok?” “Va bene!” scambiandosi poi un sorriso pieno di sentimento e un caloroso abbraccio.
Sakuma sciolse quella stretta per mettere il cerotto sulla ferita del suo partner posandovi un tenero bacio in un secondo momento.
“Andiamo a casa, ti va?” il ragazzo più giovane annuì ed insieme uscirono dalla stanza per andare ad avvertire gli altri che sarebbero tornati alla loro abitazione per riposarsi.
Stettero zitti per gran parte del tragitto, poi Ryuichi preoccupato del silenzio dell’altro decise di distrarlo in qualche modo, ci pensò su un attimo e improvvisamente lo prese in braccio iniziando a correre, mentre l’amante per la sorpresa soppresse un gridolino.
“Ryu-chaaan! Ma che fai? Sei impazzito?” l’ilare ragazzo senza fermarsi iniziò a ridere “Ma come? Non sapevi che ero pazzo? Altrimenti perché parlo ai conigli di peluche, secondo te?” Shuichi fece una smorfia “Si, effettivamente!”.
Dopo pochi minuti arrivarono davanti casa, si fecero un sacco di risate nel notare le facce dei passanti che li guardavano in maniera strana, chiedendosi forse se fossero normali o erano già ubriachi sin dal pomeriggio.
Fin tanto che non furono entrati nell’appartamento il ragazzo più grande non aveva intenzione di lasciarlo scendere, si tolse le scarpe frettolosamente e si diresse nella sala dove si lanciò sul divano con ancora Shuichi fra le braccia, tempestandolo poi di baci.
Godendo di quelle dolci attenzioni il ragazzino si lasciò andare rilassandosi completamente e con le mani iniziò ad accarezzare il corpo del suo amore, provocandogli brividi di piacere.
“Come farei senza di te Ryu-chan? Forse mi ripeto ma… non sai quanto io abbia desiderato questi momenti quando ancora non ti conoscevo, tu per me eri irraggiungibile!” Sakuma lo strinse più forte fra le sue braccia “Beh, come vedi non ero poi tanto irraggiungibile! Io invece penso di essermi preso subito una sbandata per te, quando ti aiutai col tuo primo concerto, non l’ho fatto solo perchè ti vedevo in difficoltà, ma perché mi sei piaciuto sin da subito e volevo assolutamente fare qualcosa per te e… farmi notare da te! Mi ha colpito subito quella tua espressione solare, ma quando ti sei intristito non ho saputo resistere.” lo sguardo di Shindou si incupì “Già… mi ero intristito sempre per colpa di Yuki… sono sempre stato senza speranza!” a quelle parole l’altro gli schioccò un tenero bacio sulle labbra “Non pensarci, ok? Non voglio vedere nemmeno una lacrima scendere dai tuoi occhi…” “Non preoccuparti, non era mia intenzione farlo!” così a sua volta dette un bacio al partner, per poi scendere sul collo solleticandolo con la sua linguetta dispettosa.
Il maggiore dei due chiuse gli occhi perdendosi in quelle sensazioni stupende, lasciando che l’altro facesse di lui ciò che voleva e sorrise nel constatare quanto fosse magico ogni momento passato con l’amato gli bastava averlo accanto per sentirsi felice.
Mentre continuava a rilassarsi con la ruvida linguetta del ragazzino, Ryuichi insinuò una mano sotto la sua maglietta iniziando ad accarezzargli quella pelle vellutata, era un vero piacere al tatto.
Dal ventre passò alla schiena, scendendo piano piano sino ad arrivare ad accarezzargli i glutei da sotto i boxer, poi con l’altra mano si perse nella morbida chioma dei suoi capelli, scoprendo anch’essi lisci come la seta.
‘Quanto vorrei stare sempre così…
Quanto vorrei che ci fosse solo lui nel mio cuore…
Insieme a lui sento di poter fare tutto…
Grazie a lui dimenticherò finalmente Yuki…
Ah, Yuki…
Possibile che anche quando sono in intimità col mio ragazzo debba sbucare nella mia mente?
Finiamola Shuichi! Questo capitolo deve chiudersi definitivamente!’
Strinse forte gli occhi come per cancellare quei pensieri e iniziò a muoversi sul corpo del suo amante che gradì notevolmente assecondando i suoi movimenti, fino a trovare il giusto ritmo .
Pian piano le mani di Sakuma andarono a slacciare i pantaloni dell’altro che si interruppe per alzarsi e spogliarsi restando nudo e tornare a fare ciò che aveva lasciato a metà.
Adesso il ragazzo più grande con una mano andò ad accarezzare il membro del suo ragazzo, provocandogli un piacere immenso. Aveva bisogno di sdraiarsi, così si lasciò andare sul piccolo divano, trascinando il compagno con sé in modo che gli stesse sopra.
Non passò molto dacché i due si ritrovarono completamente nudi a muoversi l’uno su l’altro, godendo di quei sensuali strusciamenti che facevano crescere la loro eccitazione, finché Ryuichi non resistette più e allargò le gambe al ragazzino.
Lubrificò la piccola entrata con la saliva, ma quando arrivò a posizionarsi fra le sue gambe in procinto di spingersi in lui, Shuichi scattò improvvisamente spalancando gli occhi.
“N-No!” ci fu un lungo momento di silenzio, cosa c’era che non andava? “Scusa, ti ho forse fatto male?” il ragazzo più piccolo cercò di non incontrare lo sguardo dell’amante, neppure lui capiva che cosa gli fosse preso “No… è che… scusa. Non me la sento.” quelle parole resero il vocalist dei Nittle Grasper molto cupo, adesso Yuki gli impediva anche di fare l’amore? Era arrivato al punto di instaurare un blocco nella mente del suo Shu-chan, ma perché?
“Perché Shuichi? Spiegamelo…” non voleva mostrarsi così, ma il tono della sua voce era freddo e l’altro non sapeva bene cosa rispondergli “Scusami. Scusami. Non so cosa mi stia succedendo…” “Ancora lui?!” la risposta era troppo ovvia, infatti il ragazzino annuì timidamente.
Sakuma a quel punto preso dalla rabbia si alzò e si rivestì, doveva calmare la sua collera. Non ce l’aveva con Shuichi, però non poteva fare altrimenti, nemmeno lui sarebbe più riuscito a continuare dopo ciò che aveva detto.
“Ryu-chan…” non arrivò alcuna risposta, il trentunenne si limitò ad abbandonare la stanza per rifugiarsi nella camera, aveva bisogno di piangere tutte le sue lacrime di esasperazione.
Shindou, ritrovandosi solo in quella stanza, lentamente indossò i boxer e si lasciò cadere sulle ginocchia dandosi dello stupido per ciò che aveva combinato, era chiaro che il ragazzo era rimasto amareggiato dal suo comportamento, però era anche vero che non era sua intenzione, gli era venuto d’istinto, non se la sentiva.
Sospirando, dopo alcuni minuti si decise a raggiungere Ryuichi e chiedergli nuovamente scusa, così quando arrivò nella stanza lo vide sdraiato nel letto col viso nascosto dalle braccia.
Si avvicinò cautamente e si posizionò vicino a lui, scoprendo che si era addormentato. Gli accarezzò dolcemente i capelli, restando per un lungo istante a guardarlo.
Dopo poco lo circondò con le braccia e gli si sdraiò sopra, restando ad ascoltare il battito del suo cuore e cullato da esso cadde tra le braccia di Morfeo, che lo colse dopo pochi attimi.
*Owari 18*
Lascia un commento