Sprofondare nella tristezza

Friendly

Un assorto Shuichi si trovava sdraiato sul letto a contemplare il soffitto. Sorridendo un poco, ricordò con piacere di aver chiarito con Ryuichi. Finalmente quella freddezza se n’era andata… e anche se era durata poco, per lui era durata un’eternità. Poteva riconoscere quanto fosse gentile quel ragazzo. Ogni volta lo ascoltava senza proferir parola. Lo aveva sempre ascoltato e consolato, e ora che ci pensava, non aveva mai ricambiato in nessun modo. Voleva sdebitarsi. Ma come?

Era proprio per quel motivo che era così assorto, stava pensando ad un modo carino per ringraziarlo.

Non stava pensando a Yuki, e quello era già un passo avanti. Nella sua mente, prendeva posto solo Ryuichi.

Si alzò dal letto e si tolse i vestiti restando in boxer. Prese il suo lettore cd, inserendo un cd dei Nittle Grasper e si risdraiò sul letto, rilassandosi con la voce melodica di Sakuma. Pensò alla sua voce… era così bella e coinvolgente… tutto questo lo fece sorridere di nuovo. Che strana la vita! Un tempo non vedeva altro che lui, era un sogno per lui poterlo vedere solo sul palco mentre cantava. Mentre adesso gli era pure amico.

Dopo poco, spense il lettore cd, posandolo sul comodino e spense la luce, addormentandosi. Era davvero stanco, tutto quel piangere poi, gli faceva venire ancora più sonno.

La mattina seguente, si alzò presto. Era in tempo per farsi una doccia, così, si diresse in bagno e dopo essersi spogliato, si infilò nella doccia, godendosi il tepore dell’acqua che gli scivolva sulla pelle.

Pensò per un attimo a Yuki, ma subito cercò di toglierselo dalla mente.

Uscì dalla doccia, si mise i primi vestiti che tirò fuori dall’armadio e andò a far colazione.

Dopo aver finito, si diresse alla NG, camminando con calma, tanto non aveva fretta. E stranamente, era in anticipo.

Sicuramente quel giorno, non avrebbero fatto nulla di importante. Le registrazioni erano finite, e quel giorno, K avrebbe letto loro i programmi per la settimana. Interviste, concerti, e quant altro. Sperava non ci fossero molte interviste in programma, si era accorto di odiarle, nessuno si faceva mai gli affari suoi, e come al solito gli veniva chiesto di lui e Yuki, di come mai si erano lasciati e via dicendo.

Tutto questo gli metteva una tristezza infinita, ma non si era mai piegato a piangere di fronte alle telecamere, riusciva a metterci tutto l’impegno pur di trattenere quelle lacrime così pungenti che minacciavano di uscire.

Ben presto, fu alla casa discografica, dove immediatamente si diresse nella sala dei Bad Luck. Ancora mancava Hiro… strano! Solitamente l’ultimo ad arrivare era sempre lui.

“Ciao Shuichi!” “Ciao…” come al solito il tono della sua voce era molto grave… e il giovane Fujisaki, non sapeva mai come comportarsi, l’unica cosa che faceva era cercare di coinvolgerlo parlando di qualsiasi cosa gli venisse in mente.

“Senti… oggi K ci leggerà il programma della settimana… secondo te come sarà?” “Non lo so… spero non ci siano interviste!” “Già… capisco… beh, si, sono davvero noiose!” “Mh…” la sua espressione si faceva sempre più triste.

Suguru si avvicinò a lui, posandogli doocemente una mano sulla spalla. Il suo sguardo si fece comprensivo… sapeva benissimo perchè si era rattristato ancor di più. Parlare delle interviste, gli faceva sempre ricordare quelle domande private.

“Shuichi… mi dispiace…” si sentiva in colpa per averglielo ricordato… per avergli fatto pensare a Yuki… “Non è colpa tua… ci pensavo già da prima…” il ragazzo dai capelli fucsia si buttò sulla sedia, fissando il vuoto, mentre Fujisaki si sedette nella sedia accanto a lui, con la testa appoggiata al muro, perdendosi in un’espressione di amarezza.

Stettero in silenzio a lungo, un silenzio imbarazzante e pungente, finchè non arrivò Hiro seguito da K e Sakano-san.

“Salve ragazzi!” i due risposero al saluto, e si ricomposero, attendendo che il manager li informasse del programma. Non tardò a cominciare, anche se prima, si posizionò difronte a loro, esibendo un enorme sorriso.

“Benissimo… siete pronti? Allora: lunedì, avrete ben due interviste a due stazioni tv. La sera, abbiamo una cena alla stazione tv ‘Seven channel’. Martedì sarà una giornata davvero piena! Ben tre interviste, una diretta alla stazione radio, un invito per cantare ‘The rage beat’ a ‘Security’ il programma musicale di ‘Tv Strawberry’ e la sera, un’altra diretta in tv. Mercoledì dobbiamo correre allo Zepp Tokyo! Dove vi scontrete con gli ASK. Il pomeriggio sarà libero. Giovedì altre interviste. Venerdì libero. Sabato avrete un live a ‘Hokkaido’ mentre Domenica un’intervista e una diretta radio!” Shuichi sbuffò… era davvero una settimana piena di impegni… e soprattutto di interviste! Fujisaki invece si era catapultato dalla sedia, adorava avere le giornate piene, mentre Hiro sorrideva soddisfatto… nonostante non fossero molto popolari ultimamente, ne avevano di cose da fare.

“E oggi che facciamo?” “Oh… non essere impaziente Fuji-kun…” “Mmm… ho capito ma…” “Tu hai sempre voglia di lavorare?” Shuichi… domanda secca… aveva ragione… alla fine tutto quello per cui si metteva sotto era il lavoro, non pensava mai ad altro. Però, era logico… doveva assolutamente mettercela tutta per dare il meglio, e più inviti ricevevano, più in fretta sarebbero tornati in vetta alle classifiche!

“Beh… si…” “Mah… io oggi non ne ho proprio voglia… scusate, vado in bagno!” “Shuichi!” tutti lo guardavano mentre si allontanava… faceva davvero effetto vederlo costantemente in quello stato. Non potevano neppure fare nulla, se non stargli vicino… doveva essere lui stesso a farsene una ragione!

Il ragazzino percorse la strada fino ai bagni con passi strascicati, a fatica, non aveva voglia di fare nulla, come una bomba gli erano tornati in mente i ricordi collezionati stando con Yuki.

Appena raggiunse il bagno, si guardò allo specchio e si sciacquò il viso con acqua fredda, doveva calmarsi, doveva riprendersi. Mentalmente si ricrdò di prendere lunghi respiri. Le mani gli tremavano in maniera impressionante, e dalla sua fronte scivolò una piccola gocciolina di sudore freddo.

‘Basta! Non posso continuare così! Mi sto distruggendo! Non ne posso più! Quel che è peggio è che qui l’unico che soffre sono io! A Yuki non gliene frega nulla di me… perchè devo stare a deprimermi per qualcuno che non si interessa minimamente a me?! Sono proprio uno stupido!’.

Lentamente il ragazzino si lasciò cadere per terra, ritrovandosi il pavimento contro la sua guancia… era così freddo… e tremendamente duro. Ma non se ne curò… datò che in quel momento ciò che più era duro, era la consapevolezza di non poter più avere Yuki per sè, di non poter più condividere nulla con lui. Mentre era afflitto da questi pensieri, chiuse gli occhi, finchè perse i sensi.

Nel frattempo, nella sala dei ‘Bad Luck’, gli altri attendevano il suo ritorno, mentre parlavano dei programmi che avevano per il pomeriggio.

“Mmm… perchè interviste? Non ne posso più…” “Ma Hiro! È lavor… ehm… forse ha ragione Shuichi… penso troppo al lavoro…” “Ma no… hai ragione… solo che… non ti annoia mai fare interviste su interviste? Dove ti chiedono sempre le solite cose?” “Mah… sinceramente no! Io adoro il mio lavoro! E le interviste fanno parte di esso! Quindi… mi esalta!” “Beato te! C’è qualcuno che non la pensa come te!” “Lo so… purtroppo… ma lo capisco, o per lo meno ci sto provando…” “Meno male… sei cambiato Suguru!” il ragazzino si sentì momentaneamente in imbarazzo. Ricevere complimenti da Hiro gli faceva una strana sensazione ogni volta.

Da un’altra parte nell’edificio, precisamente nel corridoio, Ryuichi si stava prendendo una pausa. Con lo sguardo cercava il ragazzino dai capelli fucsia… stranamente quel giorno non lo aveva ancora visto, e si rattristò un poco.

Si fermò di fronte alla porta del bagno e l’aprì, richiudendosela alle spalle. Appena fu dentro, sentì un brivido, che lo riscosse dai suoi pensieri.

“Kuma-kuuuun! Ci sono i fantasmiiii!” strepitò agitando a sè il piccolo coniglietto rosa, mentre con cautela si addentrò nel bagno. Ciò che vide lo lasciò senza fiato. Il ragazzino che occupava i suoi pensieri era steso per terra, senza sensi. Lentamente, tremando, si avvicinò a lui. Non riusciva a spiccicare parola, solo avvicinarsi.

Appena gli fu davanti, lo voltò sulla schina e lo drizzò a sedere, sorreggendogli la testa. Non si riprendeva… un senso di inquitudine si insinuò in lui. Lo scosse debolmente, ma niente.

“Shuichi…” la prima parola che riuscì a formulare… il ragazzino non rispondeva, non accennava a nessun movimento, così, per istinto, lo strinse a sè.

“Ti prego… svegliati…” che cosa mai gli era accaduto? Perchè era svenuto? Ma soprattutto perchè non apriva quei bellissimi occhioni color porpora? Perchè? “SHUICHIIIII!!”