Stai lontano da lui!
La sveglia suonò puntualmente all’orario prefissato da Ryuichi, erano le 7.30 di mattina, si sarebbe diretto da Yuki Eiri per dirgli ciò che pensava di lui e ricordargli che Shuichi ora non aveva più interesse per lui, che doveva stargli lontano.
Aveva inventato al compagno che doveva uscire presto quel giorno perché i Nittle Grasper avrebbero avuto un set fotografico per la copertina di una rivista musicale, banale, ma per fortuna credette a quella montatura dormendo con tranquillità.
Dopo qualche minuto dal trillo di quell’oggetto infernale, il ragazzo si alzò dal letto, scostando delicatamente il piccolo amante che dormiva accoccolato su di lui andando a vestirsi in fretta e furia, indossando le prime cose che gli erano capitate.
Quella volta non aveva avuto il tempo di preparare la colazione per l’altro, non poteva perdere tempo, neanche per il suo amore.
Si incamminò verso il centro della città, cercando di ricordare dove abitasse il suo rivale, per sua fortuna Shuichi ci aveva vissuto per molto tempo e quindi sapeva dove stava, se lo avesse chiesto a Tohma, non gliel’avrebbe mai riferito.
Cos’avrebbe pensato nel trovarselo davanti a quell’ora? Non gli importava sinceramente, prima gli parlava e meglio era per tutti, ma soprattutto si sarebbe tolto quel peso soffocante.
Dopo un po’, girando più volte nelle stesse viuzze, incappò in quella giusta e posizionandosi di fronte al campanello, lo suonò, appoggiandosi alla parete in attesa di essere ricevuto.
Sentì bestemmiare dall’altro lato del muro, ci aveva messo ben poco per aprire, dunque non stava dormendo. Appena si spalancò il portone, notò la sua espressione scocciata che cambiò improvvisamente divenendo rabbiosa avendo riconosciuto chi aveva di fronte.
“Sakuma Ryuichi…” dentro di lui c’era una grande voglia di sbatterlo fuori a calci, ma qualcosa lo fermò, curioso di sapere cosa diamine volesse da lui.
Il silenzio regnava in quell’istante, finchè Eiri sarcasticamente gli fece cenno di entrare e seguirlo nella grande sala che tanto aveva nominato Shuichi quando ancora erano semplici amici.
“Siediti pure.” Ryuichi lo fulminò con lo sguardo “No grazie. Preferisco restare in piedi!” “A quanto pare sarà una cosa breve…” sempre quel suo maledetto sarcasmo nel tono della voce, che tanto dava sui nervi a Sakuma.
Ci furono ancora lunghi attimi di silenzio, durante i quali Yuki riuscì a mettere l’altro in soggezione per colpa di quello sguardo e che Ryuichi non poteva negare fosse dannatamente sensuale.
“Sei venuto qui per osservarmi?” lo stava provocando “Certo che no. Devo parlarti e poi me ne vado.” chiudendo gli occhi, gli fece un gesto che nuovamente lo esortava a pronunciarsi “Ho saputo le tue intenzioni…” facendo finta di nulla il biondo si avvicinò al volto del cantante, fingendo perplessità “Come? Quali intenzioni?” “Non fare il finto tonto Yuki Eiri, sai benissimo a cosa mi riferisco!” pian piano la tensione precedente del trentunenne svanì, lasciando posto a determinazione “Ah… Così un uccellino ha cantato… beh, e quindi?” come ‘e quindi’? Quanto lo detestava quel bastardo! “Stagli lontano.” lentamente si accese una sigaretta, portandosela alle labbra con fare sensuale, provocando un lieve calore al basso ventre di Sakuma, che si irrigidì per ciò che gli stava accadendo, non poteva eccitarsi proprio con lui!
Yuki sembrava aver lieve cambiamento nello sguardo dell’altro e ne fu soddisfatto “Stargli… lontano? Perché?” “Lui è il mio ragazzo adesso, sei arrivato tardi.” “Può darsi, ma sono sicuro di essere sempre in tempo per portarmelo a letto. Ho sempre suscitato una grande attrazione verso quel bocconcino… Shuichi sarà sempre nelle mie mani.” “Guarda che non è un oggetto! E ti assicuro che non ti asseconderà!” Yuki si avvicinò all’altro, divenendo troppo vicino per i suoi gusti “Io credo di si. Sono capace di ottenere sempre ciò che voglio, ma soprattutto sono in grado di farmi desiderare da chiunque.” disse quella frase con un sussurrò che provocò un brivido lungo la schiena a (di) Sakuma “No, non direi. Sei troppo sicuro di te.” una risata risuonò nella stanza “Non dovrei? Pensi non mi sia accorto della tua insolita reazione? Non mi sembri tanto indifferente al mio modo di fare…” il volto del vocalist prese colore per l’imbarazzo, se n’era accorto, non gli sfuggiva proprio niente. Uno a zero per Yuki Eiri. La rabbia di Ryuichi salì notevolmente, rendendolo più aggressivo.
“Resta il fatto che non devi azzardarti ad avvicinarti a Shuichi! Lui sta con me, non devi neppure sfiorarlo con un dito, bastardo!” “Dì quello che vuoi Sakuma!” “Io non ti permetto di…” le sue parole furono troncate dal trillo del campanello.
Con non curanza il biondo si avviò all’ingresso per aprire all’inatteso ospite, sotto lo sguardo rabbioso dell’altro detestando il fatto che quel borioso ragazzo lo avesse ignorato, preferendo considerare chiunque ci fosse dall’altra parte della porta.
Dopo aver aperto l’uscio, sul volto di Yuki si formò un ghigno sarcastico, si voltò verso Sakuma Ryuichi e si spostò per permettergli di vedere chi fosse arrivato.
Davanti ai suoi occhi era comparso l’oggetto dei loro discorsi, se prima aveva un’espressione tesa mista a rabbia, non appeva vide il suo ragazzo si trasformò in sorpresa, ignorando il fatto che il cantante dei Grasper si trovasse lì.
“R-Ryuichi?” non sapeva cosa dire, si era reso conto di avergli mentito “Shuichi! Che ci fai qui?” “…e tu?” c’era in imbarazzo nell’aria, entrambi si sentivano in colpa per aver nascosto le loro vere intenzioni.
“Me ne stavo giusto andando, vieni?” Eiri a quel punto si intromise “Ma come? Non lo fai riposare un attimo? È appena arrivato…” “Non ha bisogno di restare qui.” “Lo fai andar via senza farlo parlare? Penso non sia venuto qui per niente… non credi?” “No, non credo!” “Lasciamoglielo decidere a lui, eh?” disse allora Uesugi avvicinandosi sensualmente al ragazzino che restò pietrificato dai movimenti del suo ex.
Ryuichi non ci vide più e si lanciò addosso ad Eiri, prendendolo per il colletto della camicia per allontanarlo dal suo Shuichi, non poteva permettere che si avvicinasse troppo al suo cucciolo.
“Ryu-chan, no!” Sakuma lo lasciò andare voltandosi verso l’amante “Perché?” “Non ne vale la pena… e… io devo parlare con lui. Quindi… resto.” mai le parole gli avevano fatto male come in quel momento.
Il ragazzo più grande annuì sconfitto, si avvicinò a Shuichi posandogli frettolosamente le labbra sulle sue per salutarlo uscendo poi da quell’inferno che lo stava facendo impazzire, sotto lo sguardo mortificato di Shindou e quello soddisfatto di Yuki Eiri.
Gli dispiaceva averlo lasciato andar via solo, ma doveva assolutamente chiarire la situazione con l’ex compagno e dirgli definitivamente addio.
“Allora… sei tornato.” “Si, sono qui. Ma, posso chiederti cosa ci fai a casa mia, Shuichi?” il ragazzino prese un profondo respiro e dopo qualche secondo si espose “Perché… perché te ne sei andato? Perché non mi hai detto niente?” Uesugi non voleva rispondere, aveva solamente voglia di giocare, così tornò vicino al ragazzino e con una mano iniziò ad accarezzargli il collo, provocandogli dei piccoli brividi.
Shuichi non era in grado di protestare, si sentiva impotente di fronte a lui ed era sempre stato così. Eppure non capiva, era partito tanto convinto e determinato!
“Allora, non vuoi divertirti un po’?” domandò andando con l’altra mano ad accarezzargli il petto con fare esperto, mentre gli occhi del ragazzino erano persi nel vuoto. Non gli importava sinceramente del suo stato d’animo, era quello che voleva e lo stava ottenendo, non aveva dovuto neppure faticare per convincerlo, semplicemente lo stava lasciando fare.
In un secondo momento avvicinò le labbra al suo collo, spostò una mano sui suoi glutei ed iniziò a leccargli lentamente la pelle vellutata, che tanto gli era mancata, doveva essere sincero.
Si fermò un attimo ad ascoltare il suo respiro che era divenuto irregolare, così, con destrezza gli tolse la maglia, poggiando le labbra su suo roseo capezzolo, che pian piano cominciò ad indurirsi, donando sempre più soddisfazione a Eiri.
“Ti piace così, vero?” disse mordicchiando il petto del ragazzo, che gemette riprendendosi dal suo stato di semi-incoscenza, spingendo via il ragazzo da sé, realizzando che cosa gli stava facendo.
Stava quasi per tradire Ryuichi, doveva andarsene, altrimenti era sicuro che sarebbe successo qualcosa di irreparabile e non voleva. Le sue risposte le avrebbe avute un altro giorno, adesso non gli sembrava proprio il caso. Si rimise la maglia e si avviò in fretta verso l’uscita, dopodiché aprì la porta e iniziò a correre via da quella casa, senza curarsi di richiudere quest’ultima.
Yuki intanto sorrise soddisfatto, sapeva che prima o poi sarebbe tornato “Ti aspetto qui… la prossima volta riuscirò ad averti!”.
Le gambe andavano da sole, non volevano proprio fermarsi e mentre si precipitava chissà dove, iniziò a pensare a quello che era appena successo.
‘Stava per accadere…
Stavo per cedere all’eccitazione del momento.
Per fortuna me ne sono reso conto in tempo, prima di poter fare qualche sciocchezza.
Per fortuna che non l’ho assecondato!
Non me lo sarei mai perdonato.
So per certo però che presto dovrò tornare da lui…
Voglio le mie risposte e le avrò.
La prossima volta però non mi lascerò coinvolgere!’
Si fermò su una panchina del parco, non aveva ancora voglia di tornare a casa, non voleva incontrare lo sguardo dell’amante in quel momento, sapeva che si sarebbe agitato e la cosa non doveva accadere.
Lentamente riprese fiato per la breve corsa appena fatta, sospirò alzando gli occhi al cielo e si abbandonò sdraiandosi sulla panca, cercando di rilassarsi.
Immerso nel suo silenzio, dopo poco udì la voce di qualcuno che lo chiamava e tornando in sé scorse il volto del suo amico Fujisaki Suguru, che probabilmente era già da un po’ che cercava di attirare la sua attenzione.
“Suguru?” “Oh, finalmente! Ciao Shuichi, che ci fai qui a quest’ora del mattino?” il ragazzino dai capelli fucsia lo fissò per qualche istante, poi gli rispose “Ah… ehm… niente di particolare, sono uscito per prendere una boccata d’aria… tu invece?” il tono usato dal ragazzo non convinse affatto il giovane tastierista, ma decise di lasciar perdere “Stavo andando al negozio di musica, sai, devo ricomprare la tastiera, la mia inizia a dare i numeri!” Shuichi restò un attimo a guardarlo, quel ragazzino aveva come pensiero fisso il gruppo, riflettendo su quello si sentì in colpa pensando a tutte le volte che aveva interrotto le prove per i suoi problemi, lasciando che la delusione prendesse possesso dell’amico.
“Ti va di accompagnarmi?” il cantante annuì e insieme si avviarono verso il centro del paese in direzione del negozio musicale parlando del più e del meno e Suguru cercò di evitare l’argomento Yuki in ogni modo per non far intristire il ragazzo che quel giorno sembrava molto sereno.
Shindou dal canto suo, aveva preso quell’uscita come occasione di distrarsi dai suoi pensieri su ciò che era accaduto qualche ora prima a casa del suo ex.
Poi gli tornò in mente di quello che aveva fatto per lui il giovane ragazzo dai capelli verdi, gli era stato accanto e lui non lo aveva neppure ringraziato, così, si voltò a guardarlo aspettando il momento giusto.
“Suguru…” “Si?” “Senti… ehm… vorrei ringraziarti per quello che hai fatto ieri per me. Sei stato gentile, in fondo io interrompo sempre le prove per colpa dei miei problemi personali, scusami…” Fujisaki gli sorrise comprensivo “Non preoccuparti Shindou-san, lo so che non è colpa tua. Se sei triste e non te la senti di cantare, non c’è niente di male. E scusami tu per non averlo mai capito in passato…” “Grazie Suguru… e… ho un favore da chiederti.” “Se posso…” il vocalist gli rivolse un enorme sorriso “Potresti chiamarmi Shuichi? Ieri lo hai fatto, credo per la prima volta. Mi piace quando lo fai… e poi, siamo amici no?” “Certo. Va bene, lo farò!” dato che erano entrati nell’argomento, il tastierista azzardò una domanda.
“Ma tu come stai adesso?” “Insomma… se sapessi quello che è successo stamani…” così gli raccontò i fatti avvenuti quella mattina, mentre l’altro ascoltava interessato e pian piano divenne rosso dall’imbarazzo.
“C-Cosa? Davvero lui ti ha…” “Si Suguru… e quello che mi lascia sconvolto è che lo lasciavo fare, capisci? Non me n’ero nemmeno accorto…” “Shuichi, non puoi fartene una colpa. A parte il fatto che non te ne sei accorto, però, anche se fosse penso sia normale. Sei sempre stato attratto da lui ed è chiaro che non ti sarebbe dispiaciuto…” “Si, probabilmente… però io ho Ryuichi, non posso permettere di farmi trascinare così!”.
Continuarono a parlare di quell’argomento e Fujisaki notò che l’amico era abbastanza tranquillo, si era ripreso alla grande dal giorno precedente e a quel pensiero sospirò di sollievo, adorava vederlo sorridere, non era lo stesso quando era triste.
Arrivarono al negozio, dove fecero tutto in fretta dato che il ragazzino vide subito la tastiera che avrebbe comprato in seguito, così stettero ancora insieme fino all’ora di pranzo in seguito stettero ancora insieme fino all’ora di pranzo e poi Suguru accompagnò il cantante a casa.
“Allora ci vediamo oggi, oppure pensi di restare a casa?” Shuichi rimuginò un po’ a quella domanda, ma sorridendo gli assicurò che ci sarebbe stato quel pomeriggio, doveva assolutamente smetterla di interrompere quelle benedette prove, così si salutarono.
Il ragazzino dai capelli fucsia entrò nell’abitazione e notò che il suo compagno non era ancora rincasato, pensando che i Nittle Grasper avessero le prove e sarebbe tornato quando lui doveva andar via.
Sospirò, di solito odiava gli orari messi in quella maniera perchè preferiva passare la giornata con lui, ma quella volta ne fu sollevato, non aveva voglia di affrontarlo.
*Owari 20*
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