Sprofondare nella tristezza

Non era un addio

Era mattino e il suono assordante della sveglia destò Shuichi dal suo sonno interrompendo così anche il sogno che stava facendo. Stette qualche minuto ancora sotto le coperte per poi alzarsi e dirigersi a passo lento verso il bagno.

Sopirò, imprecando contro il tempo che era volato in quegli ultimi due giorni ed era nuovamente il momento di tornare al lavoro avrebbe voluto passare un’altra giornata da solo con Ryuichi ma quest’ultimo era già uscito di casa.

Si lavò viso e denti, si spazzolò velocemente i capelli e tornò in camera per vestirsi e uscì senza toccare cibo, non aveva tempo per fare colazione, altrimenti avrebbe fatto tardi come al solito e non aveva la minima voglia di sentire la vocetta stridula di Suguru che si lamentava.

Odiava andare a lavoro di mattina, sentire il suono della chitarra e della tastiera appena sveglio gli disintegrava i nervi facendolo stare di pessimo umore per gran parte della giornata.

Arrivò alla NG e senza salutare nessuno si diresse nella piccola sala prove sperando che ancora non fossero arrivati né Hiro né Fujisaki, ma purtroppo non fu così.

“Buongiorno Shuichi!” “Non è un buon giorno…” disse con tono acido “Svegliato male?” “No. Svegliato e basta!” Hiro scosse la testa, era davvero insopportabile il ragazzo di prima mattina, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.

Senza proferir più una parola, Hiro intonò le note di ‘Blind game again’ seguito da Suguru che non vedeva l’ora di muovere le dita sulla sua tastiera e dopo poco anche la voce di Shuichi echeggiò nella stanza.

Non stava andando tanto bene, il cantante aveva ancora la voce assonnata, ma presto si sarebbe ripreso e avrebbe cantato perfettamente come al solito, bisognava solo dargli un po’ di tempo.

Dopo aver fatto un paio di canzoni si fermarono per prendersi una piccola pausa anche se Fujisaki non era molto d’accordo dato che avevano appena iniziato, però Shuichi aveva davvero bisogno di ancora un piccolo intervallo per svegliarsi del tutto.

“Shuichi? Possibile che tu non abbia ancora imparato che devi alzarti prima? Lo sai benissimo che la tua voce fa schifo appena sveglio!” “Hiro! Lo so! Ma non ho voglia di svegliarmi presto!” “Mamma mia… sei proprio insopportabile quando fai così!” Shuichi si scusò e decise di andare a prendersi un caffé, ne aveva davvero bisogno.

S’incamminò per i corridoi dell’edificio fermandosi alle macchinette, selezionò la bibita mentre il rumore del macchinario gli perforava il cervello.

Poco dopo prese la bevanda e si sedette, non amava quel sapore amaro, ma controvoglia lo bevve, aveva bisogno di darsi una svegliata e la caffeina era un ottimo modo.

Si alzò dalla sedia e iniziò a correre per raggiungere gli altri quando improvvisamente urtò qualcosa che lo fece cadere.

“Ma che diavolo…?” le parole gli morirono in gola quando riconobbe la figura che aveva davanti a sé, mai avrebbe dimenticato quello sguardo “Ne è passato di tempo Shuichi!” cosa ci faceva lui in Giappone? Perchè era tornato? “Yu…ki?” la voce gli tremava incredibilmente, come del resto il suo corpo.

Si alzò lentamente e sorpassò il biondino che aveva davanti lasciando che le lacrime gli scorressero sul volto. Ma perchè doveva sempre ferirlo? Era quasi riuscito a dimenticarlo, era quasi sparito dai suoi pensieri e adesso se lo era ritrovato di fronte.

‘Maledetto. Proprio adesso dovevi tornare?

Hai deciso di rovinarmi la vita?

Pensavo di averti dimenticato, invece no.

Se così non fosse non piangerei…

Mi fa male vederti.

Vorrei che tu sparissi per sempre, ma sembra non sia possibile.

Devo calmarmi, non posso farmi vedere così dagli altri.

Non posso farmi vedere così da Ryuichi.’

Dopo essersi calmato un po’ rientrò nella sala e prese subito il microfono in mano esortando gli altri a sbrigarsi, aveva bisogno di distrarsi e cantare gli sembrava la soluzione migliore, doveva smettere di pensare a lui.

Iniziò a provare le canzoni, ma pian piano il tono della sua voce si abbassò fino a spegnersi, gli si era formato un groppo alla gola che gli impediva di produrre i suoni.

“Shuichi? Che c’è?” il ragazzino scosse la testa sedendosi sul pavimento e fissando lo sguardo su di esso, sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a continuare quel giorno. Aveva voglia di andarsene.

“Uffa, Shuichi! Abbiamo appena fatto una pausa e…” “Suguru… aspetta un attimo.” Hiro sapeva cosa significa l’espressione di Shindou, l’aveva già visto altre volte e sperò con tutto se stesso che non fosse dovuto a ciò che pensava.

Si avvicinò all’amico inginocchiandosi accanto a lui per guardarlo bene in faccia e notò che stava piangendo, ormai era un po’ che non lo vedeva in quelle condizioni.

“Shuichi? Hai per caso litigato con Sakuma?” ma l’altro scosse il capo.

Hiroshi era consapevole che non avrebbe parlato, così, sospirando si alzò in piedi e disse a Fujisaki che non era in grado di cantare, suscitando la rabbia nel ragazzo che se ne andò stizzito sbattendo la porta.

Non sapeva neppure lui dove sarebbe andato, ma aveva voglia di camminare e calmarsi imprecando contro il cantante che si faceva sempre prendere dai problemi personali, interrompendo così il lavoro.

‘Non lo sopporto quando fa così!

Non c’è mica solo lui!

Perchè pensa sempre a se stesso?

Anche io e Hiroshi facciamo parte dei Bad Luck!

Che rabbia!

E poi sono io l’unico ad arrabbiarmi, perchè Hiro non perde mai la calma con lui?

Gli ci vorrebbe proprio! È troppo comprensivo!

Maledetto Shindou, prima o poi giuro che lo faccio fuori!’

Mentre camminava si accorse di essere arrivato nei pressi dell’ufficio di suo cugino e dentro di esso sentì le voci di Tohma e di qualcun altro che non riconobbe, ma gli parve familiare, così incuriosito restò ad ascoltare.

Non gli veniva assolutamente a chi poteva appartenere quella voce e gli dava fastidio, era troppo curioso, così, si abbassò per guardare dal buco della serratura. Sussultò appena vide il ragazzo biondo che parlava di fronte al cugino, non credeva che lo avrebbe rivisto, ma soprattutto ora capiva per quale motivo Shuichi non aveva la forza per cantare.

Si sentì tremendamente in colpa per aver fatto quella scenata, così decise che appena si fosse calmato, sarebbe andato da lui per scusarsi, sapeva bene quanto gli faceva male pensare a Yuki Eiri e ora che se l’era ritrovato davanti chissà come si sentiva! Doveva ammettere che ancora non sapeva se il motivo era davvero quello, ma era l’unica cosa plausibile, si sarebbe però informato da Hiroshi, che probabilmente gli avrebbe tirato fuori il motivo di quelle lacrime.

Pensò anche a Sakuma-san e a come avrebbe reagito appena avesse saputo del rientro di Eiri in Giappone, immaginava quanto odio potesse provare per lui dato che il suo compagno era stato disperato per un sacco di tempo a causa sua.

Suguru decise di tornare dai suoi amici per vedere se il ragazzo si fosse un po’ ripreso, voleva sapere come stava, era davvero preoccupato per lui.

Entrò di corsa nella stanza, ma il cantante era nella stessa posizione di quando lo aveva lasciato, non aveva smesso di piangere neppure un istante e sicuramente Hiro non era riuscito a tirargli fuori le parole.

“Hiro? Puoi venire un attimo qui?” “Suguru, non posso. Non vedi la situazione?” disse il ragazzo scocciato pensando che Fujisaki volesse riprendere a suonare “Ti prego, devo dirti una cosa molto importante!” a quella frase il ragazzo dai lungi capelli rossi sospirò ed acconsentì raggiungendolo, per poi uscire con il tastierista dalla stanza.

“Insomma, che c’è?” “Credo di sapere perchè Shuichi fa così…” “Ah si?” “Ho appena visto Yuki Eiri nell’ufficio di mio cugino!” “COSA? Aspetta… sei sicuro di aver visto bene?” “Si, più che sicuro!”.

Hiroshi si irrigidì, la rabbia iniziava a esplodergli nelle vene e l’odio che provava verso il ragazzo si fece strada dentro di lui, lo avrebbe volentieri preso a calci in quel momento.

‘Per quale motivo è tornato?

Maledetto Yuki!
Perchè proprio adesso che Shuichi sembrava essere felice?

Se me lo trovo davanti non so cosa può accadere…

Oh, Shuichi… allora non l’hai dimenticato ancora?’

Pensò che la cosa migliore da fare era avvertire Sakuma, forse il ragazzino aveva bisogno del suo compagno accanto in quel momento, così si diresse in cerca di Ryuichi a passo svelto.

“Hiro?” “Suguru, per il momento stai con Shuichi! Tornerò in un attimo!” disse senza voltarsi affrettando il passo, sperò che il cantante dei Nittle Grasper potesse fare qualcosa per il suo amico, non ce la faceva a vederlo in quello stato.

Hiroshi pensò che probabilmente Ryuichi ne sarebbe rimasto ferito al solo sapere che il suo ragazzo stava ancora male per Eiri, ma doveva assolutamente stargli vicino.

*Owari 16*

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