Quello che provo

Quello che provo

Ecco a voi la mia nuova crezione a capitoli! Ultimamente scrivo solo su Naruto! ^^ Stavolta è una NarutoXHinata, mi piace tanto questa coppia! **
Spero possa piacere pure a voi! Buona lettura!
Anche se via via che scrivo sta diventando anche una
?XSakura (Sorpresa… non vi dico chi sarà l’altro!) XD

Disclaimers: I personaggi non sono miei ma del sensei Masashi Kishimoto il cui detiene tutti i diritti…

Poggiata su una panca di cemento si trovava la giovane Hinata, i suoi occhi cristallini erano posati sul volto di un ragazzo della sua età, dai biondi capelli sbarazzini, occhi azzurri come il cielo e delle strane cicatrici che ricordavano dei baffi di gatto.

La ragazza dalla pelle candida come la neve e le iridi dello stesso colore osservava una scena, spesso ricorrente nell’ultimo periodo: Naruto, il biondino ribelle stava allegramente saltellando attorno a Sakura Haruno che gli rispondeva in malo modo infastidita dal comportamento giocoso di Uzumaki.

Lui non dava peso ai bruschi modi di fare della ninja, gli bastava starle accanto per far sì che la sua allegria aumentasse, era davvero cotto della ragazza dai capelli rosei, ma lei sembrava non accorgersene nemmeno.

Da un lato le dispiaceva vedere che i duri sforzi del giocoso ragazzo non venivano ricambiati, ma dall’altra la metteva di buon umore. Pensava che in quel modo aveva qualche chance per conquistarlo, dato il disinteresse di Sakura, aveva campo libero.

Ma avrebbe mai avuto il coraggio di confidarglielo un giorno? Scosse debolmente la testa, facendo si che i neri capelli le ondeggiassero sulle spalle, se avesse continuato ad essere così chiusa e timida, sarebbe stata ben lontana dal suo obiettivo.

‘Vorrei essere più espansiva. Vorrei riuscire ad avvicinarmi un po’ a lui, ma per quanto mi sforzi non ce la faccio. È come se la gola mi si seccasse improvvisamente quando mi è vicino, non posso fare altrimenti.’.

Si voltò lentamente e si incamminò verso il centro del villaggio, dove incontrò il suo caro amico Kiba Inuzuka che le andò incontro sorridendole, era davvero un caro ragazzo, col passare del tempo aveva scoperto in lui un grandissimo amico, che la faceva sentire importante.

“Ehy Hinata!” il ragazzo dai lineamenti canini le si avvicinò salutandola, con l’inseparabile Akamaru al seguito.

Kiba non si separava mai dal cucciolone bianco, erano cresciuti insieme ed erano parte l’uno dell’altra. La palla di pelo si era molto affezionato alla giovane ragazzina che ogni qual volta lo vedeva lo riempiva di coccole, guadagnandosi lo scodinzolio soddisfatto del cane.

“Ciao Kiba, che fai in giro?” la voce melodica della Hyuuga si disperse nell’aria come fosse il canto di una sirena, che aveva il potere di destare attenzione a chiunque l’ascoltasse, era un peccato perdere una sola tonalità della sua gentile parlantina.

“Facevo una passeggiata con Akamaru. E tu? Non dirmi che come al solito ti sei messa ad osservare quell’idiota di Naruto?” le guance della ragazza presero immediatamente colore, al solo sentire il nome del ninjia che le faceva battere il cuore avvampava.

Con imbarazzo abbassò la testa, facendo sì che la liscia frangetta le coprisse il volto e con le dita si stropicciava la maglietta. Kiba conosceva bene quel comportamento, lo adottava sempre quando si parlava di Uzumaki, era così tenera quando era sovrastata dall’imbarazzo.

“Hinata, sveglia! Non puoi reagire così ogni volta!” disse trattenendo una piccola risata provocata dall’atteggiamento buffo che la moretta aveva assunto. Dal canto suo lei alzò lo sguardo e rivolse un sorriso insicuro all’amico.

“Hai ragione Kiba, ma è difficile…” una nota di tristezza distorse l’ipnotica voce angelica e Inuzuka non poté far altro che accarezzarle dolcemente i capelli.

“Ma sai, non è colpa tua. Quel Naruto è cieco, chiunque nota quello che provi nei suoi confronti.” il tono con cui si esprimeva risultò scocciato, non gli piaceva vedere l’amica che si dava tanta pena nel tentare di rivolgere parola al biondo e questo non si rendeva conto di niente, mettendo sempre al primo posto gli occhi smeraldini della bella Sakura.

Se solo Hinata non fosse stata così cotta del ragazzo volpe, probabilmente le avrebbe rivelato i suoi segreti sentimenti, sì, perché il brunetto provava una certa attrazione per quella dolce fatina. Aveva sempre preferito tenerglielo nascosto e mettere avanti a tutto la forte amicizia che avevano instaurato, non voleva metterla in imbarazzo in alcun modo.

“Fatti forza Hinata, vedrai che prima o poi riuscirai ad esprimerti con lui. Sei fortunata che lui sia un tipo espansivo! T’immagini se al suo posto c’era Sasuke o che so, Shino?” disse lui cercando di ironizzare il più possibile. Per fortuna ebbe effetto e una risata candida si stagliò nell’aria, incantando il ragazzo che lei aveva di fronte a sé.

Presto si separarono, si era fatta l’ora di cena e la moretta dopo aver dato una veloce carezza al cane e aver salutato Kiba si diresse verso la casata principale degli Hyuuga, dove ad attendere il suo ritorno, seduto su una pietra dinnanzi ad una fontana c’era suo cugino Neji, pronto per un allenamento serale. Spesso il ragazzo dai lunghi capelli si fermava a cena per poi aiutare la ragazza negli esercizi col chakra.

Il ragazzo dai capelli castani le rivolse un saluto regale, al quale lei mise su un lieve broncio. Non le piaceva il fatto che lui la trattasse in quel modo tanto formale, erano cugini ed ora, differentemente dal passato, andavano d’accordo, Neji aveva messo da parte la sua invidia nei confronti di Hinata, ma nonostante ciò rispettava sempre la posizione che la sua parente aveva nel clan.

“Buonasera Neji. Quante volte devo dirti che mi mettono in imbarazzo le formalità? Siamo cugini.” il brunetto sorrise impercettibilmente, ma lei lo notò.

Insieme si diressero nella sala da pranzo, dove li aspettavano i genitori della Hyuuga.

Fu una delle solite cene in silenzio, dove la tensione era alta. Il padre di Hinata era sempre serio, soprattutto si dimostrava così quando aveva di fronte il nipote. Voleva far vedere la sua posizione nel clan a un componente della casa cadetta. Non aveva molta simpatia per Neji e ciò lo dava a vedere molto bene.

Arrivò il momento dell’allenamento serale fra cugini, quella sera fu più duro del solito. Il ragazzo iniziava sempre con la dovuta calma e tranquillità, ma la ninja lo pregava sempre di impegnarsi seriamente, senza darle alcun vantaggio. Sapeva anche da sola che in future missioni avrebbe dovuto combattere con persone al pari di Neji, se non più forti, perciò non le andava che il cugino trattenesse la sua forza.

Per far sì che migliorasse non doveva certo abbassare il suo livello, così ogni volta gli allenamenti risultavano molto duri e stancanti, quella sera particolarmente.

Si fermarono quando Hinata fu veramente allo stremo delle forze, ma ugualmente non aveva perso la determinazione nello sguardo.

“Per oggi basta Hinata.” disse il ragazzo riprendendo fiato, doveva ammettere che sua cugina era davvero migliorata nel corso degli anni e un po’ lo metteva in difficoltà. Lei dal canto suo, col fiatone lo guardò e annuì.

“Grazie Neji-kun…” lui annuì di rimando e dopo poco si alzò congedandosi da lei, era molto stanco dato un duro allenamento che aveva svolto nel pomeriggio oltre a quello serale.

Rimasta sola la moretta alzò lo sguardo al cielo, notando le prime stelle che facevano capolino nella grande distesa blu scuro che era il cielo. Restò affascinata a quella vista, le piaceva rilassarsi e osservare quei piccoli puntini luminosi, godendo della leggera brezza che soffiava e le accarezzava la pelle.

Decise di uscire dalla grande casata per andare alla solita panca di cemento e perdersi nei suoi pensieri, sempre osservando le stelle, sperando di poter vedere qualche stella cadente.

Lei non esprimeva mai i desideri quando ne scorgeva qualcuna, non ci aveva mai creduto a quell’assurdità, ma stranamente, senza rendersene conto quella sera lo fece. Aveva desiderato di riuscire a comportarsi con più scioltezza al cospetto di Naruto, ma dopo poco sbuffò e si dette della stupida per aver solo sperato in una cosa simile.

Forse era una coincidenza, ma quella sera la panchina in pietra accolse un’altra persona oltre all’onnipresente Hinata.

Infatti, dopo un lungo istante di rilassamento, la moretta udì dei passi e in lontananza scorse un’ombra che riconobbe immediatamente: era Naruto. Che ci faceva lui lì a quell’ora?

Appena lui la riconobbe le andò incontro sorridendo e la ragazza avvampò immediatamente, cercò però di mantenersi più tranquilla possibile per quanto le fosse difficile.

I tremori che le scuotevano il corpo le aumentarono ad ogni passo che il biondo faceva verso di lei, l’imbarazzo cresceva a dismisura, le veniva quasi da piangere da quanto era nervosa.

“Buonasera Hinata, cosa ci fai qui?” certo che kiba aveva ragione, era davvero semplice instaurare un discorso con Naruto vistala sua espansività, se non altro perché era lui stesso ad iniziare un discorso.

La guardò un istante come per chiederle il permesso di sedersi e lei gli fece posto spostandosi più a lato, badando bene di tenere lo sguardo fisso sul suolo mentre con un piede giocherellava con un sassolino.

“Vieni spesso qui?” lei istintivamente alzò la testa per poi riabbassarla di scatto non appena incontrò le sue iridi blu, così belle e profonde, quanto rassicuranti. Ma non per lei, la timidezza la sovrastava sempre.

“S-Si… ogni sera.” Naruto si mise in una posizione più comoda, incrociando le gambe sulla panca e la osservava attentamente e pensò che forse quella era la prima volta che si trovavano a parlare da soli. Quella timida ragazza gli risultava misteriosa, voleva sapere che cosa le passava per la testa. Si sapeva che al biondo piaceva scoprire a fondo le persone e il fare riservato della ragazza lo incuriosiva.

“Ti piace guardare le stelle? Oppure stai qui solo per godere del vento fresco? Ah… è così piacevole!” disse chiudendo gli occhi per assaporare a fondo quella sensazione di freschezza.

Hinata alzò nuovamente lo sguardo al cielo e per la prima volta riuscì ad esprimersi senza essere interrotta dalla sua insicurezza.

“Entrambe le cose che hai detto. È bello osservare le mille luci che compongono il cielo, sembra quasi un dipinto… mi suscita una miriade di emozioni, ma soprattutto mi sento tranquilla e rilassata. Scarico così la tensione che accumulo durante gli allenamenti o le missioni. Perdendomi ad osservare questa bellezza e godermi questo dolce soffiare del vento. Oh, ti chiedo scusa, probabilmente ti ho annoiato…” iniziò a torturare il lembo della maglietta per via della timidezza che l’aveva travolta di nuovo.

“No, non è vero. Sono io che te l’ho chiesto. E poi è bello sentire la tua voce… non capita spesso…”.

Le guance pallide della Hyuuga presero improvvisamente colore, quell’affermazione l’aveva resa felice. Ora sapeva che a Naruto piaceva ascoltarla. Si sforzò al massimo per trovare qualcosa di intelligente da dire.

“Sai… a volte quando mi sento triste guardo il cielo e ritrovo il sorriso. Non so, mi mette serenità…” che assurdità stava dicendo? Imprecò mentalmente, cosa poteva importare a Naruto di che effetto gli faceva guardare le stelle?

Indugiò per un istante e finalmente il suo sguardo riuscì a posarsi sul volto di Uzumaki, che teneva ancora gli occhi chiusi, era così bello, quanto avrebbe voluto dare voce ai suoi pensieri…

I suoi lineamenti ancora di bambino risaltavano a contrasto con la luce della luna, lei sorrise a quella vista che considerava splendida.

“Anche a me capita a volte sai?” Hinata non riuscì a trattenersi, sopraffatta stavolta dalla curiosità.

“Dici sul serio?” Naruto rise.

“Si… a volte mi chiedo se anche Sasuke, in qualsiasi posto si trovi lo stia guardando… insieme a me…” le labbra del ninja si incresparono in un piccolo broncio, quando parlava dell’Uchiha si rabbuiava sempre.

“Ti deve mancare molto, vero?”

“Chiaro… Sasuke era il mio migliore amico…” cambiò nuovamente posizione e con le braccia si circondò le gambe, appoggiando la testa sulle ginocchia. La Hyuuga lo guardò dispiaciuta, si era sentita in colpa, era stata lei ad esprimere i suoi pensieri sulla tristezza, così lui l’aveva ricollegato al moro.

Naruto appena notò lo sguardo affranto della ragazza si ricompose, balzando in piedi e sfoggiando uno dei suoi enormi sorrisi, che solo lui era capace di rendere così radiosi.

“Oh, ma adesso sto bene. Mi manca, questo è certo, ma se penso a quanti cari amici ho intorno la tristezza se ne va. So che un giorno riuscirò a riportarlo indietro, per adesso non mi resta che pensare a voi… sì, i miei cari amici…”.

Aveva detto voi? Allora anche lei era inclusa fra le sue amicizie! Sì, sapeva di essere sua amica, ma non credeva di essere fra le più importanti.

“So che siete tutti meravigliosi, anche se molti di voi vi conosco appena. Anche tu Hinata, forse questa è la prima volta che parliamo sul serio e sinceramente mi fa piacere…”.

Se continuava a dirle cose così carine rischiava di sciogliersi, già il cuore aveva preso a batterle furiosamente nel petto, non voleva certo svenirgli dinnanzi. Che pessima figura avrebbe fatto.

La Hyuuga si alzò in piedi per sgranchirsi un po’ le gambe e portò per l’ennesima volta lo sguardo al cielo, senza accorgersi che lo sguardo del genin non si era mai staccato da lei. La stava osservando in ogni minimo particolare e notò quanto fossero delicati i suoi lineamenti.

“Spesso mi dimentico che attorno a me ho tante persone, ma io mi focalizzo sempre sulle stesse…” si interruppe un attimo lasciando andare un sospiro e poi continuò il discorso “A volte mi rendo conto di pensare solamente a Sasuke o a Sakura-chan e mi do dello stupido perché in realtà so bene che attorno a me ci siete anche tu, Kiba, Shikamaru, Gaara e tutti gli altri ragazzi… sono proprio stupido vero?”.

Finalmente anche la timida Hinata si era sciolta, quel ragazzo era davvero rassicurante.

“No Naruto, non sei stupido. O per lo meno, se lo sei tu, lo sono pure io… Anche io penso sempre alle stesse persone, nonostante queste non si accorgano di me…” in quell’occasione aveva vinto, era riuscita ad esprimere una parte dei suoi pensieri.

“Davvero? Allora mi sento sollevato.” disse scoppiando in una fragorosa e calda risata che però mise tristezza nel cuore di Hinata, perché Naruto non aveva capito a cosa si riferiva lei.

“…a volte può far male…” un sussurro, un debole sussurro, ma che il biondo udì perfettamente.

“Che vuoi dire?” la ragazza avvampò, aveva pensato a voce alta, così scosse energicamente la testa e fece per allontanarsi, ma il ragazzo volpe la fermò, tenendola stretta per un polso.

Restarono a lungo in quella posizione, nessuno dei due si muoveva, la situazione si era fatta alquanto difficile e la Hyuuga dovette lottare con tutta se stessa per non lasciare che le lacrime solcassero il suo viso delicato.

“Hinata… che cosa volevi dire? C’è qualcuno che ti fa soffrire?” ormai quella parte gli stava stretta, non ne poteva più di mentire, ma non fece nient’altro che continuare a guardare i lunghi capelli corvini con riflessi blu della ragazza, successivamente la vide annuire debolmente.

Il silenzio venne rotto dalla voce di Naruto, che iniziò a pronunciare alcune parole che sorpresero la dolce ninja.

“Guarda che… io me ne sono accorto… solo che… ho voluto far finta di nulla.” un duro colpo, intenso e doloroso, stavolta Hinata non riuscì a tener ferme le lacrime, le lasciò scivolare dai suoi occhi cristallini.

Quello che aveva detto il ragazzo l’aveva trafitta, aveva finto di non sapere nulla per tutto quel tempo, ma quello che più la faceva star male era il fatto che continuava a corteggiare Sakura davanti ai suoi occhi.

Con forza la moretta ritrasse la mano e dopo un attimo di esitazione iniziò a correre, lontano dalla persona che più amava e che più di tutto era riuscito a ferirla. Poteva udire il rumore dei passi di Uzumaki che pestavano il suolo per raggiungerla, ma per sua fortuna era abbastanza veloce da riuscire a tenere una certa distanza da lui.

Continuava a correre a gran velocità, quando improvvisamente sentì che le forze la stavano abbandonando ed era costretta a rallentare l’andatura. Inutile dire che l’altro la raggiunse e la fermò di nuovo, costringendola a voltarsi a guardarlo negli occhi. Alla vista delle lacrime Naruto si sentì tremendamente in colpa, ma come poteva non fingere? Non voleva ferirla… ma in quel caso aveva reso la situazione peggiore.

Non avrebbe voluto farlo, ma fu costretto a rivelarle quello che si celava nella sua mente. Di solito il ragazzo non parlava mai di cose che per lui erano incerte, anzi, finché non era davvero sicuro teneva tutti all’oscuro dei suoi pensieri, ma in quel caso avrebbe dovuto farlo.

“Hinata… ti prego… mi prometti che ascolterai quello che ho da dirti?” la Hyuuga esitò, ma poi annuì non potendo più sfuggire al suo sguardo.

Uzumaki prese un lunghissimo respiro per poi iniziare a parlare, il tono della sua voce era affranto, ma cercò di essere il più calmo possibile tentando di creare un po’ d’atmosfera.

“Hinata… quello che voglio dirti è che… è difficile parlare di cose che per me sono ancora incerte, non so se riesci a capire…” la ragazza annuì esortando l’altro a continuare.

“Vedi… io sapevo dei tuoi sentimenti, ma ho voluto fingere di esserne all’oscuro perché non volevo ferirti… Tu sai bene quello che provo per Sakura-chan ed è proprio per questo che mi è stato difficile capire…”.

“C-Che cosa? C-Cosa dovevi capire?” era titubante ma ugualmente riuscì a formulare la sua domanda, aveva un gran bisogno di conoscere i pensieri del ragazzo che amava.

“Devo capire se quello che provo per Sakura può essere paragonabile a ciò che provo per un’altra ragazza. Come ti ho detto prima, essendomi concentrato su poche persone, non conosco bene il carattere dell’altra gente che mi sta attorno, ma una persona di queste in particolare ha attirato la mia attenzione… ma non essendo sicuro volevo starmene zitto. E quel che meno volevo era ferirla… capisci Hinata?”.

La ragazza stette in silenzio cercando di ricollegare tutto ciò che era uscito dalle labbra del ninja, non voleva credere a quello che aveva appena pronunciato, era troppo impossibile per essere vero.

“Hinata, non sai quanto tempo sono stato con questo dubbio atroce… non sai quanto tempo sono stato in silenzio… sono due anni che lo so, ma in due anni non sono riuscito a capire quello che sento…”.

La brezza aveva iniziato a soffiare più intensamente e l’aria si era rinfrescata notevolmente, tanto che la Hyuuga venne percorsa da un brivido. Naruto allora si tolse la felpa e gliela avvolse attorno alle spalle con gentilezza. Mentre la copriva con l’indumento continuò a parlare.

“Sai, sinceramente non è stato un caso incontrarti stasera, ti ho seguita Hinata, per capire meglio… e… finalmente sono arrivato ad una conclusione…” lei venne percorsa da un altro brivido, ma stavolta non per il freddo serale.

“L’incertezza sta scomparendo, ma credo che per esserne davvero certo devo fare un tentativo. Non posso continuare a farmi inutili domande…” dalla bocca dell’Uzumaki non uscì più niente, entrambi potevano udire solo il suono regolare dei loro respiri che si fondevano con il soffiare del vento.

Hinata si sentì cingere dolcemente dall’abbraccio del genin e lì dove lui la stava toccando iniziava a sentire calore e benessere, non era mai stata a contatto con lui prima di quel momento.

Lui la guardò cercando una risposta in quegli occhi puri come la neve, esitò un attimo e poi avvicinò cautamente la bocca a quella tremante di lei, poi finalmente il dolce contatto, le labbra che si accarezzavano, le lingue che timidamente si intrecciavano e le mani che si congiungevano in una forte stretta che dava sicurezza.

Il cuore di Hinata pareva scoppiare, Naruto aveva sia il potere di annientarla che di renderla al massimo della vitalità, anche con un solo sguardo ci sarebbe riuscito.

La Hyuuga si perse in mille pensieri e arrivò alla conclusione che se anche quella fosse stata l’ultima volta che avrebbe avuto quello stretto contatto con lui, non gli sarebbe importato. Gli sarebbe rimasto impresso nella mente per sempre.

Passarono veloci i minuti e infine sciolsero quel contatto per riprendere fiato. Lei non era più imbarazzata come ogni volta che lo aveva di fronte, anche se un lieve rossore le aveva colorato il viso.

Naruto sorrise e lei lo assecondò facendo la stessa cosa, era al massimo della felicità, quella sera le sarebbe restata marcata a fuoco nel cuore e nella mente. Istintivamente alzò gli occhi al cielo, lasciando che Naruto esprimesse di nuovo i suoi pensieri.

“Sai Hinata… ho sbagliato ad aver atteso tutto questo tempo. Non ti posso assicurare che ora ci sia solo tu nei miei pensieri, ma sono sicuro che con l’andare del tempo ci sarai solo tu nel mio cuore… se vuoi aiutarmi a dimenticare definitivamente Sakura, sappi che tu sei l’unica che può riuscirci…”.

Quello che aveva detto non significava che la ragazza era un rimpiazzo per l’Haruno, oh no, le stava dicendo che finalmente aveva deciso di buttarsi a capofitto in quell’occasione perché Hinata gli faceva lo stesso effetto che gli faceva la ninja dai capelli rosei e la Hyuuga lo aveva capito.

“Certo Naruto… io ti aiuterò…” era riuscito a dargli il vero sorriso.

Naruto non poteva resistere alla dolcezza che esprimeva il sorriso della dolce genin che aveva davanti a sé, lo faceva sentire bene, lo faceva sentire immensamente amato e ben presto anche lui avrebbe potuto chiamare quel sentimento amore, gli bastava che lei stesse al suo fianco.

“Tu però insegnami ad essere più sicura di me… me lo prometti Naruto?” bastò un semplice sguardo per rassicurarla, ma il biondo volle dimostrarglielo maggiormente, posandole un tenero bacio a fior di labbra.

“Contaci Hinata… per te questo ed altro…” da quel momento il silenzio non venne più interrotto, perché a volte il silenzio a più valore delle parole e in quel momento erano gli occhi che parlavano per loro.

Era così bello scambiarsi le coccole sotto la protezione del cielo stellato e rinfrescati dalla leggera brezza che soffiava sulla loro pelle.

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