Cap 05
Ci sono momenti nei quali le persone si fanno un esame di coscienza.
Pensano a tutto quello che hanno fatto nella loro vita, alle loro azioni e agli errori che hanno commesso: tutti trovano almeno qualcosa di sbagliato nel loro passato, a meno che non siano così superbi da credere di essere perfetti. E quando ciò accade, quando si rendono conto di cosa avrebbero e di cosa non avrebbero dovuto assolutamente fare, alcuni preferiscono passarci sopra, tentando di far finta che non sia mai successo. Altri, invece, usano punirsi, naturalmente non in modo grave: sviluppano solo una sottile vena di masochismo, che li porta a rendersi la vita più o meno impossibile, a seconda del dolore che hanno causato o degli sbagli fatti. O, come viene più comunemente detto, si sentono in colpa.
Il rimorso, si sa, è una brutta cosa: è quel sentimento che ti tiene sveglio la notte, che ti fa stringere lo stomaco e che ti fa sentire, in qualunque situazione e qualunque cosa tu stia facendo, l’essere più bastardo, infame e più indegno di vivere su questa Terra.
Sasuke Uchiha si sentiva precisamente così: era ormai una settimana che ogni santa notte doveva stare anni a rigirarsi nel letto prima che Morfeo si decidesse a portarselo nel mondo dei sogni per almeno qualche ora, giusto per non farlo sembrare uno zombie il giorno seguente. Dopotutto aveva una reputazione da risollevare, o no?
Questo, almeno secondo lui (un po’ meno per i suoi antenati, ma forse anche loro si erano ormai rassegnati al “leggero calo di popolarità” della casata Uchiha), era uno dei problemi minori, se non vogliamo proprio dire l’ultimo delle sue preoccupazioni. La sua preoccupazione principale, tanto per precisare, aveva capelli biondi, occhi azzurri così belli da mozzare il fiato, pelle leggermente abbronzata e un fisico perfetto che sotto quei vestiti doveva essere davve-
Ops scusate, il qui presente Scoiattolo si diverte a rubarmi la tastiera. Credo sia un po’ arrabbiato per il finale dell’ultimo capitolo… Ma questi sono affari suoi.
Come dicevo, il chiodo fisso di Sasuke si può riassumere in un semplice nome e cognome: Naruto Uzumaki. Eh sì, oramai il nostro moretto si tormentava giorno e notte per quello che aveva fatto al volpacchiotto, non riuscendo a scacciare dalla mente l’immagine di lui che piangeva, prima di rientrare in casa di Neji e scomparire. Quella sera non l’aveva più visto, e nemmeno i due giorni seguenti, finchè il terzo giorno non si era presentato ad allenamento dopo l’arrivo di Kakashi (e questo dice già tutto) facendo lo stupido come al solito e girando intorno a Sakura peggio di un’ape con un vasetto di miele. Aveva gli occhi gonfi e si vedeva benissimo che nei due giorni precedenti non doveva aver fatto altro che piangere. Ma il peggio era che non aveva degnato Sasuke di un singolo sguardo, nemmeno un cenno che indicasse che si era accorto della sua presenza. Per tutto il giorno l’aveva ignorato, anche se non nel modo in cui lo faceva quando si arrabbiavano di solito, mettendo su il broncio e guardandolo storto.
Non l’aveva minimamente calcolato, e se proprio era stato costretto a guardarlo i suoi occhi non avevano mostrato la benché minima emozione… Erano freddi, distaccati, privi del loro solito calore in un modo che quasi spaventava Sasuke. Naruto non si era mai arrabbiato in quel modo, e lui sapeva di aver combinato la più grossa cavolata del secolo baciandolo e poi reagendo in quel modo. Dalla reazione che aveva avuto, era logico che Naruto provava per lui andava oltre il semplice rapporto di amicizia che li legava da un po’ di tempo a quella parte, ma la cosa più sorprendente era stato scoprire quanto fossero strani e complicati i sentimenti che lui provava verso il biondino. Ci aveva riflettuto a lungo, seduto sul letto mentre tentava (inutilmente) di imparare il nome e lo svolgimento di una qualche tecnica. I primi giorni aveva cercato in tutti i modi di non pensarci, gettandosi a capofitto nell’allenamento e facendo in modo di tornare a casa così distrutto da non riuscire a formulare un pensiero sensato se non quello che voleva dormire; cosa peraltro inutile, dato il senso di colpa che lo tormentava pure nei sogni.
Insomma, alla fine Sasuke aveva dovuto mettere da parte il suo orgoglio e mettersi a pensare seriamente a quello che sentiva nei confronti del compagno di squadra: non era riuscito a dare una definizione esatta alla matassa ingarbugliata di sentimenti che si agitavano dentro di lui, però una cosa era sicura: Naruto lo attraeva, e anche molto. Ora ogni volta che lo vedeva provava il forte istinto di baciarlo di nuovo, magari approfondendo il contatto e magari facendo anche qualcos’altro, desiderio subito spento dalle occhiate gelide dell’altro. Inspiegabilmente, si era accorto che l’amico scatenava in lui anche uno strano senso di protezione, come se volesse tenerlo al sicuro, cancellando tutto il dolore e le sofferenze che aveva provato fino ad allora. Ma come poteva tentare di fargli dimenticare le ferite del passato se era lui a procurargliene sempre di nuove?
In più ci si metteva anche il suo stupidissimo orgoglio maschile: voleva chiedere scusa a Naruto con tutte le sue forze, facendo tornare tutto almeno come prima, ma una parte di lui si rifiutava categoricamente di accettare questi suoi sentimenti, trascinandolo in un continua lotta con sé stesso che lo faceva sembrare ancora più assorto e distaccato del solito.
Ormai però aveva deciso: l’indomani sarebbe andato a parlargli, e avrebbe trovato un modo per farsi perdonare. Ne era sicuro.
Questo gli permise, almeno per una notte, di fare sonni tranquilli.
Il mattino dopo si svegliò abbastanza di buon umore, cosa che lo rese tranquillo. Se si fosse svegliato con la luna storta sarebbe stato ancora più difficile riuscire a parlare con Naruto. Si alzò, fece colazione con un paio di onigiri e dopo essersi vestito uscì di casa a passo lento, dirigendosi verso il campo numero 7 dove usavano allenarsi, come se fosse stata una mattina come tutte le altre. Ma non lo era affatto, e il moro se ne rese conto quando arrivò al campo trovandovi non solo Naruto e Sakura, ma pure Kakashi che quel giorno aveva misteriosamente deciso di arrivare puntuale. Il primo non lo salutò nemmeno, limitandosi a fissare un punto imprecisato del bosco dietro di loro, mentre la piattola gli saltò praticamente addosso esclamando un “Ohayo, Sasuke-kuuuuuuuuuuuun!!!” così forte da rendere nullo il suo udito in tutte e due le orecchie, e provocandogli la nausea quando si accorse che era praticamente con il viso a 2 centimetri dal suo. Schifato la staccò immediatamente, chiedendosi se per mandarla via una pistola per cani avrebbe potuto funzionare, anche se ne dubitava.
-Ben arrivato, Sasuke.- Lo salutò Kakashi, rivolgendosi poi a tutti e tre gli allievi. -Oggi faremo un lavoro un po’ particolare, dato che non ci sono state affidate missioni: Sakura verrà con me per migliorarsi nel combattimento ravvicinato, dato che è il suo punto debole, mentre Sasuke e Naruto si alleneranno da soli, sempre in questo tipo di combattimento.-
La notizia ricadde nel silenzio più assoluto.
Sakura era delusa di poter stare con il suo adorato, Sasuke perché pensava che tanto mettersi urlare contro un maestro idiota non sarebbe comunque servito a niente e Naruto perché stava semplicemente per morire lì sul posto: ma come diavolo faceva Kakashi a essere così maledettamente stupido da non capire che lui e Sasuke non potevano essere lasciati soli per nessuna ragione al mondo? Non si era accorto che era una settimana che non si rivolgevano la parola e che nemmeno si guardavano?!
Sbuffò impercettibilmente, cercando di mantenere quel poco autocontrollo che gli era rimasto. Stare da solo con Sasuke era la cosa che meno desiderava in quel momento, ma non voleva dargli la soddisfazione di farglielo capire. Dopo tutto quello che gli aveva fatto era arrivato all’unica conclusione che riteneva sensata, e cioè che il moretto ci provava gusto a farlo star male; quando credeva di essere finalmente riuscito a diventare suo amico lo aveva abbandonato, l’aveva baciato e poi si era giustificato dicendo di aver fatto uno sbaglio, respingendolo nuovamente. Non gliene fregava niente di quello che provava, del dolore che sentiva crescere e dilaniargli il cuore ogni minuto che passava. E il ricordo del suo abbraccio, delle carezze dolci che Sasuke gli aveva fatto non facevano che aumentare quella tortura. Poteva sinceramente affermare di non essersi mai sentito così male, nemmeno quando era piccolo e tutti lo isolavano senza fargliene capire il motivo. Era peggio, infinitamente peggio. Ogni volta che rientrava in casa le lacrime cominciavano a scendere quasi automaticamente dai suoi occhi, senza curarsi del suo orgoglio ormai nullo, che però veniva ancora ferito da quelle piccole stille argentee che gli colavano lentamente sul viso. Ma adesso non poteva pensarci: aveva deciso di cancellare qualunque sentimento provasse per l’Uchiha, e anche se la cosa non era per niente facile doveva riuscirci, non poteva più andare avanti così, voleva smetterla di soffrire una volta per tutte. Nonostante tutti questi bei pensieri che gli frullavano per la testa, quando Kakashi decise di andarsene e lui rimase da solo con il moro, mantenere la sua consueta maschera di indifferenza si rivelò più difficile del previsto. Sasuke gli faceva ancora un certo effetto, e se una grossa parte di lui lo voleva praticamente morto, in un angolo della sua anima sentiva il sentimento verso di lui crescere di giorno in giorno, incontrollabile. Era come se qualcosa di piccolo e soffice lo riscaldasse da dentro, cercando di cancellare la rabbia e il senso di tradimento che provava. Ma quando Sasuke si parò davanti a lui con la sua solita espressione indifferente (che gli faceva venire una voglia matta di prenderlo a schiaffi) si riprese, ignorandolo palesemente anche se stava ad un metro di distanza. Il nostro moretto non comunque era in condizioni migliori: al solo pensiero di quello che doveva fare si sentiva lo stomaco andare su e giù peggio che un trenino delle montagne russe, corredato da tanti piccoli omini che gli ballavano in gola, rendendogli faticoso perfino deglutire. Pensò che stava impazzendo, decisamente. Meglio risolvere la questione al più presto.
-Naruto, dobbiamo parlare.- Esordì deciso, ma il biondino parve non sentirlo, troppo concentrato a studiarsi le unghie della mano destra.
-Smettila di ignorarmi. Ti devo dire una cosa seria, quindi potresti anche ascoltarmi.- Ritentò, leggermente irritato. Sospirò, pensando che Naruto aveva le sue buone ragione per trattarlo così, anche se gli stava facendo fare la figura dell’idiota. L’altro fece finta di niente, come se la cosa non lo toccasse.
-Cosa vuoi, che mi inginocchi davanti a te e ti preghi di ascoltarmi? Dovrai aspettare un bel po’ perchè non lo farò mai, capito baka?.- Naruto rimase impassibile, però ora la mano che prima si stava studiando era chiusa a pugno, stretta così forte che sentiva le unghie penetrargli nella carne. Nella sua mente c’era solo un pensiero: ancora una parola, e Sasuke avrebbe fatto una brutta, brutta…
-Usurantonkachi, ti decidi a darmi retta sì o no?!-
…fine.
Senza nemmeno rendersene conto aveva colpito il moro con un pugno dritto in faccia, prima di cadergli addosso per il troppo slancio; scivolarono per terra, Sasuke sotto incavolato nero e Naruto sopra che respirava a fatica, fissandolo finalmente negli occhi, furibondo. Ci fu un momento si stallo, nel quale si guardarono senza dire niente, cercando di nascondere i loro sentimenti sotto una coltre di rabbia, in modo che l’altro non ne venisse mai a conoscenza. L’odio per quella situazione, la frustrazione, le troppe notti passate insonni da entrambi non poterono che sfociare in una sola cosa: una rissa, da sempre la loro valvola di sfogo preferita.
E come se non bastasse, mentre si tiravano calci e pugni volavano pure gli insulti.
-Ma che diavolo ti è preso, idiota che non sei altro?- Esclamò Sasuke ribaltando le posizioni e finendo così sopra il biondino.
-Questi non sono affari tuoi! E smettila di darmi dell’idiota!- Naruto scalciò con tutte le sue forze, cercando di colpire il “punto basso” dell’altro in modo che si levasse.
-Non sono affari miei eh? E allora non tirare pugni senza motivo!-
-Da quando in qua ti frega del perché faccio le cose?!-
-Da quando ti metti a picchiare la gente, scemo!-
Rotolarono per terra, Sasuke colpì Naruto con un pugno nello stomaco e questi, perdendo completamente il controllo, non gli risparmiò una ginocchiata in mezzo alle gambe. Così, mentre il moro cercava di trattenere un gemito riuscì a riportarsi in posizione “dominante”.
-Ti ho detto di finirla di insultarmi! Te ci provi gusto, non è vero? Ti piace vedermi stare male per colpa tua!- Gli urlò in faccia, i loro visi ancora vicini, deformati dalla furia cieca che li aveva investiti. Sasuke a quelle parole si bloccò, guardandolo intensamente: non credeva che Naruto lo odiasse fino a quel punto, fino a crederlo capace di farlo soffrire per divertimento. Ferito profondamente smise di lottare, abbandonandosi contro il suolo e ritornando a nascondersi dietro la sua solita faccia inespressiva. Non aveva intenzione di lottare ancora con lui, a questo punto non c’era niente da fare. Naruto gli aveva sbattuto in faccia ciò che pensava realmente di lui, quindi non aveva più senso tentare di parlargli. Adesso aveva capito. La cosa che gli faceva più male era sapere che non avrebbe rivisto il bellissimo sorriso del biondino. Da quel momento per lui ci sarebbero stati solo sguardi di odio e rancore. Ed era solo colpa sua.
Si alzò in piedi scansandolo bruscamente, spolverandosi i vestiti con la mano per tentare di levare la polvere, prima di dirigersi in silenzio verso l’uscita del campo. Voleva solo andarsene a casa.
Naruto di fronte a quella reazione era rimasto completamente immobile, non se la sarebbe mai aspettata da uno orgoglioso come Sasuke. Sembrava quasi offeso da quello che gli aveva detto… Be’, in ogni caso se lo meritava. Si rialzò sbuffando, senza curarsi minimamente dello sporco che gli macchiava i vestiti. Decise di andare a casa, tanto per quel giorno l’allenamento si poteva dire più che concluso. Camminava verso casa immerso nei suoi pensieri, del tutto ignaro di quello che stava per succedere…
-Coff, coff…-
-Tenga signore, deve prendere questa finchè il suo corpo non si sarà abituato.- Il ragazzo porse una tazza all’uomo (se così si poteva ancora definire) seduto sulla grande sedia di legno, unico oggetto in quelle stanza piene di provette e contenitori che dimostrava di avere una certa età. Le sue parole strascicate, intrise di un servilismo subdolo e che sfiorava l’ossessione, scivolarono lente e quasi in udibili nella penombra della grande stanza, prima di dissolversi come la polvere che lì ricopriva ogni cosa.
-Lo so benissimo, Kabuto. Ma so che hai cose molto più…- la lingua saettò fulminea fuori dalla bocca. -…interessanti da riferirmi.-
Il giovane medico si prese il tempo per rispondere, quasi assaporasse fino in fondo l’idea di tenere per sé quelle informazioni di vitale importanza per il suo padrone. -Sasuke Uchiha è stato riammesso al Villaggio della Foglia, e pare che questo sia stato tutto merito di una certa volpe che lei conosce bene. A quanto pare il loro legame è più forte del previsto…- Una vena maliziosa nella voce. -E questo è deleterio per il suo progetto futuro.-
-Per quanto forte sia un legame, esso può sempre venire spezzato. Bisogna solo toccare il tasto giusto… E noi lo faremo.- L’uomo si alzò, facendo forza sulle gambe leggermente tremanti. Al diavolo il nuovo corpo.
-Allora lei ha proprio deciso…E’ sicuro di riuscirci con quel corpo?-
-Non sono uno stupido Kabuto, ho già fatto i miei calcoli. Se Sasuke non vuole venire da noi- Un sorriso sadico solcò il volto serpentino.- Saremo noi a costringerlo, puntando a dove fa più male.-
Kabuto ghignò, prima di andare nella stanza attigua e preparare velocemente due sacche: il viaggio verso Konoha non era lungo, e sapeva che Orochimaru detestava aspettare.
woow…. allora la continuazione ????? stiamo aspettando !!!!!!
belloooooooo *O*
uuuuuuhhh!!!! bellooooo *o*
noooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!narutooooooooooooooooooooo sei un bakaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!xkeeeeeeeeeeeeee
voglio la continuazioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!