Cap 01

Cap 05

“Ehi, ehi voi!” mi avvicinai correndo, seguito da Rinoa, rimasta in silenzio, senza sbracciarsi o fare cose imbarazzanti. Che fosse offesa?

“Squall… ma se sono mostri? Intendo…” finalmente parlò, anche se la interruppi, avevo capito dove voleva arrivare.

“Bè, per questo abbiamo Protect e Shell no? Dai… EHI, VOI!” mi voltai nuovamente avanti, arrivando a pochi metri da quelle due figure che ora prendevano contorno e dettagli: un uomo, non più grande di venticinque anni, con il volto serio e le mani in tasca, a braccetto con un ragazzino più basso (addirittura più di Rinoa… ridotto male…) e con i capelli fucsia, la faccia dai lineamenti morbidi. Due maschi… mh.

“Che volete?” il primo a parlare fu il biondo, mentre l’altro mi rivolse un’occhiataccia.

“Bè, niente di serio… noi vi abbiamo visto e…” non riuscii a finire la frase. Quello coi capelli fucsia saltò avanti ed iniziò ad urlarmi contro.

“E VI ABBIAMO DATO FASTIDIO? EH?! DAI! DILLO CHE VUOI DARCI FASTIDIO, EEEH?!” si avvicinò a me col pugno chiuso ed una faccia terribilmente buffa, come a volermi picchiare.

“S-shuichi… ma perchè devi fare sempre le figuracce…” il biondo si mise una mano in faccia mentre l’altro si girava verso di lui.

“Cooosa?! Figuracce?! Questi due vogliono darci fastidio! Perchè siamo due maschi! Aaahhh, io li…” ma la cosa assurda è che lo disse convinto, mentre devo ancora capire cosa me ne doveva fregare a me.

Ma cosa stai dicendo…” quasi lo sussurrai, ma evidentemente il ragazzino sentì, visto che si voltò nuovamente, di scatto, verso di me, guardandomi con la faccia tutta rossa.

“Bè?! Vorresti dire che non sei venuto qua per darci fastidio?! Vuoi rimangiarti tutto, eh? Dai, CODARDO!”

“Ma se non ho detto nulla… non capisco cosa dovrei rimangiarmi. E sopratutto di cosa sono codardo.” risposi già seccato, quel ragazzino era anche peggio di Rinoa…

“B-bè… ecco, È OVVIO CHE VOLETE DARCI FASTIDIO! Ecco perchè dovete vergognarvi!” da rosso di rabbia, quel ragazzo così strano, dai capelli fucsia, diventò bordeaux di vergogna, come se iniziasse a capire la PICCOLA incomprensione che c’era stata.

“… Rinoa, parlaci te con questo qua…” non posso farci niente… con la gente esasperante non riesco a parlarci.

“Eh? Ah… ehm… ciao!” mi voltai per non guardare quella scena raccapricciante che stava evolvendosi: due idioti a confronto.

“Tsk… ciao piccoletta.” per la prima volta, dopo tanto tempo, mi ritrovai a sorridere: un nano che dà della piccoletta ad un’altra nana… assurdo.

“Guardato mai allo specchio razza di fungo rosa? Oppure esiste il centimetro…” apposto. Rinoa inacidita. Si salvi chi può…

“Sì, eee senti, se vuoi offendere evita di farlo col vestitino azzurro dell’asilo, ok?”

“Sempre meglio che andare in giro con la cuffia per fare la doccia in testa…” mi passai una mano sul volto. Ma perchè… perchè deve sempre rispondere…

“Cuffia da doccia? Dici i capelli? I MIEI CAPELLI NON SONO UNA CUFFIA, STUPIDA!.” buttai uno sguardo esasperato verso il biondo, sperando di riuscire a riprendere la missione, diventata quella cosa patetica. L’uomo aveva uno sguardo misto a sorpresa ed imbarazzo. Mi avvicinai lentamente, cercando di non curarmi dei rumori da cane rabbioso che venivano dai due, che si guardavano atrocemente.

“La scusi… è fatta così.” lo guardai negli occhi, freddi e di un colore molto strano…

“Se… scusa Shuichi, piuttosto. Quando si mette in testa una cosa è… vabbè. Cosa volete?” volsi lo sguardo verso terra, cercando le parole giuste e tentando di non creare doppi sensi.

“Ah, sì… bè, volevamo sapere se siete di qualche Garden o solo semplici civili. La zona è attualmente sotto investigazione da parte del Garden di Balamb.” mutò il suo sguardo in una sorta di faccia scettica e allo stesso tempo rassegnata, come se ne avesse già abbastanza di tutte quelle cose. Da una parte…

“Garden… Balamb… ma stai bene?” tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette. Con una semplice battuta di sarcasmo già mi aveva fatto innervosire.

“Senta, questa zona, i giardini Rikugien intendo, hanno subito una conseguenza della Compressione Temporale. Potrei stare a spiegarle tutto, ma sai com’è… se non ci muoviamo rischiamo di venire risucchiati come le cannucce, quindi: vuole collaborare o devo buttare via a calci lei e il suo ragazzo?” incrociai le braccia, aspettando una sua risposta. Lui si bloccò e mi rivolse un’occhiata spaventosa.

“Fa come ti pare. Una sola cosa… evita di minacciarmi.” rimise la sigaretta nel pacchetto, rimettendo questo nella tasca. Lentamente iniziò ad avvicinarsi.

“Ah, già… va contro le regole del Garden… bè, allora mi scusi. Semplicemente siete in pericolo e non sappiamo cosa può succedere. Inoltre, per quanto ho capito, siete civili. Quindi dovete allontanarvi.” mi guardai un secondo intorno, mettendo una mano sul grilletto del Gunblade, pronto a tirarlo fuori. Avevo un brutto presentimento.

“Quindi anche a casa tua conoscono le buone maniere… bene, ora sentiamo la tua storiella per il quale siamo in pericolo. Siamo invasi dagli alieni? O forse mostri sputafuoco che conoscono le mosse di karate più letali del mondo vogliono sterminarci per dominare l’universo? Magari è colpa di uno stregone potentissimo… ma sì, che controlla il tempo e mette in pericolo la vita della donzella, fiamma dell’eroe… oh, che romantico.” a quelle parole lo gelai con gli occhi. Tirai fuori il Lionheart e glielo puntai in faccia. Non fece una sola smorfia.

“La cosa più assurda è che l’ho lasciata parlare finora. Andrò contro le regole del Garden, ma le ordino di rimanere in silenzio ed allontanarsi.”

“E se dicessi no?” feci girare il caricatore, fermandolo sulla pallottola del Renzokuken. C’era qualcosa che…

“Lontano di q… ABBASSA LA TESTA!” mi buttai verso di lui, facendolo cadere ed evitando la grossa sfera di Antima che era stata lanciata dall’alto. Vidi la gigantesca palla ingrandirsi sempre di più, colorandosi di segni demoniaci e scatenando piccoli fulmini sul terreno, che si sgretolava ovunque la magia si posasse.

“MA COSA DIAVOLO… YUKI!” sentii una voce lontana e vidi a malapena il ragazzo con i capelli fucsia e Rinoa sbalzati più lontano, con lei che attivava Levita su tutti e due, rimanendo così sospesi in aria e muovendosi, cercando di evitare i filamenti oscuri. Riuscii ad intravederla mentre faceva dei segni per dirmi che andava tutto bene, dopodichè la grossa sfera di Antima esplose, sbalzando via me e il biondo, facendoci perdere i sensi.

– – –

“Cosa… cosa è successo?!” ma io… cioè, era tutto tremendamente assurdo! In pratica si erano presentati due antipatici, avevamo parlato, poi all’improvviso era esplosa una palla gigantesca, tutta nera, con strani segni sopra, DAVANTI A ME, ma vi rendete conto?! Robe da film o videogiochi!

“Stai calmo! E fermati, rischi di perdere l’equilibrio e cadere!” la piccoletta mi aveva preso per un braccio ed ora sembrava correre sull’aria. Una… una magia?

“Ma… ma… COSA STA SUCCEDENDO! SPIEGAMELO!”

“Se riusciamo a scappare dall’esplosione forse riuscirò a dirtelo. Forse.” l’ho guardata in faccia, ed aveva un’espressione molto brutta, come se dovesse concentrarsi per camminare, io mi limitavo a scivolare, tirato da lei. Cavoli… stavo volando però eh!

All’improvviso poi, ho sentito un boato dietro di me, e mi sono girato per vedere se riuscivo a intravedere Yuki, per sapere se stava bene. Però uno strattone al braccio mi ha convinto a dare più importanza, per il momento, alla ragazza che stava tentando di farsi sentire sopra il boato di rimando dell’esplosione.

“Non preoccuparti per loro! Squall sa cavarsela da sè, e sa difendere anche gli altri! Tranquillo, il tuo ragazzo non morirà!” l’ho osservata, un po’ sorpreso ed un po’ ansioso, come se mi avesse convinto, ma poco… c’era qualcosa che mi faceva preoccupare…

“Tieniti pronto, l’effetto di Levita sta per finire!” Levita..? E che roba sarebbe?

“LevitAAAHHH, CADOOOOOO!” bella roba. Io una botta pazzesca per terra col sedere, mentre lei cosa? Un po’ di polvere sugli stivali. Io… mah. Odiosa.

“Te l’avevo detto…” ma mica poco odiosa…

“E che ne potevo sapere io di che era Levita?! Cretina!” mi massaggiai la schiena ed il fondoschiena, pulendomi anche dalla polvere. Che casino…

“Al massimo qui il cretino che non sa che sta succedendo sei tu.” era acida, antipatica, cattiva, e sopratutto… odiosaaa!

“E come faccio a saperlo?! Mi hai detto nulla te?!”

“No. E manco ti dico niente.” oh, ma, ma… io la… la… ma perchè doveva capitare a me? Eh?

“Ma chissenefrega! Antipatica che non sei altro. Mpf.” mi sono pulito anche i pantaloni dalla polvere ed ho iniziato a camminare in avanti, anche se non sapevo dove andare, visto che il paesaggio sembrava completamente cambiato. Oltretutto davanti a me, in lontananza, sorgeva una fittissima foresta di alberi da cui provenivano rumori inquietanti, ed era tutta buia.

“Bè, perlomeno io non sono fin…” fortunatamente per lei non ha finito la frase.

“Fin… cosa?”

“Non te lo dico.”

“Ok, allora se io sono “fin” tu sei “put”, tz… ignorante ed antipatica.” oh, ma le stava bene, uffa!

“Put?”

“Sì, put, allora?”

“Tsk… antipatico e acido, ecco cosa sei. No fin, quella è anche una cosa bella, ma antipatico e acido, ecco. Tsk.” l’ho guardata bene sapete? No, dovevo capire quanti anni aveva… era strana eh, ma tanto!

“Ma… ma… hai iniziato tu oh!” eh! Uffa…

“Sì, sì, certo, certo, lo dicevo anchio… adesso prendi questo.” mi ha passato una specie di bracciale… ma strano… tutto pieno di quadratini e numeri, poi con tre bottoncini in alto: uno rosso con una S scritta sopra, un altro verde con una A sopra, e poi un bottoncino blu con scritto C.

“Siccome non so che cosa c’è qui intorno, ti cooonsiglio… quindi un consiglio, poi se vuoi morire ammazzato fai…”

“Smettila e vai avanti!” ma non è che ci odiavamo… è che… boh? Sì, mi sà che c’odiavamo, sapete?

“… dicevo… siccome non so cosa c’è qui intorno, è meglio se lo metti al polso, ogni numero corrisponde ad un’evocazione di guardiani. Il bracciale ha un’autonomia di massimo una chiamata per G.F., insomma quei “cosi” – per adesso chiamali così senno ti si impappina il cervello – che ti aiutano. Se ti trovi in difficoltà us… EHI, COSA FAI?! NO! MATTO, FERMOOO!!” che carino! Il bracciale sbrilluccicava tutto e avevo spinto solo l’otto, che beeeello! Stava venendo fuori una specie di… mmm, direi cactus?

“Nooo! Spingi il bottone blu, QUELLO BLU, NON QUELLO VERDE, BLU, BLU! CRETINO!!!” uhm, però devo dire che a vederlo non sembrava una cosa pericolosa…

dopotutto il cactus si stava solo gonfiando ed iniziando a riempirsi di aghi… cioè, non mi sembrava terribile come cosa… no?

“Wall!” la ragazza ha urlato, formando una fitta barriera di quadrati luminosi tutta intorno a me e lei. Feci appena in tempo a vedere il muro di luce brillare, visto che poi si riempì all’istante di aghi, che si infrangevano sui quadrati, incrinandoli. Erano tanti davvero…

“Guarda cosa hai fatto! Sai che hai evocato? Kyaktus! Un G.F.! Visto che ormai l’hai chiamato ti è inutile, ma in teoria lui attacca-…-va con diecimila aghi, affilatissimi. E adesso spera solo che la barriera regga fino alla fine del suo attacco! Cretino!” ma io che potevo farci? Sono curioso… cioè, è inutile prendersela con me, uffa…

“B-bè… ma scusa… MA POTEVI DIRMELO PRIMA CHE FUNZIONAVA DA SUBITO PERÒ NO?!” non ho ragione? Eh?

“… dimmi che stai scherzando.”

“No! Potevi dirmelo prima! E basta!” oh, ma uffa! Che ne potevo sap… no, no, non è vero che ho fatto una cretinata… cioè, ah sì? Cretino? Allora basta. Non parlo più. Ecco.

“Sono con un deficiente.” ha fatto pure la faccia strana, come a dire “aiuto, è proprio stupido”… che odiosa, CHE ODIOSAAA…

“Ehi… ci sarai…”

“E stai zitto almeno!”

“O-ok…”

“La barriera, cavolo, la barriera sta cedendo, vieni qui vicino e prendimi la mano!” eh? Matta?

“Perchè..?”

“Vieni qui e dammi la mano ti ho detto!” mi sono avvicinato, le ho preso la mano ed ho sentito una sensazione… come dire… strana. Come se qualcosa mi entrasse dentro il polso, risalendo il braccio ed arrivandomi in testa. La stessa cosa successe sull’altro braccio e le gambe, che si appesantirono, come senza più forza.

“Cosa staresti… facendo, Rinoa?” sinceramente ancora devo capire come ho fatto a sapere il suo nome, visto che mi è sembrato di sentirlo a malapena da quel brutt… bè, no, tanto brutto no… cioè, sì, era brutto perchè ha detto cose bruttissime, però… oh. Insomma. Il ragazzo che stava prima con lei. Ebbasta.

“Niente di pericoloso… sto trasferendo qualche unità di Wall dentro la tua testa. Ora concentrati semplicemente sul desiderio di rimanere dentro questa cupola, al sicuro, per… per tornare dal tuo ragazzo, ecco! Fai così, e sbrigati! Veloce!” bè, non avevo capito bene come fare, però le sue parole mi hanno fatto pensare al fatto che se fossi morto poi non avrei più rivisto il mio Yuki… e lui sarebbe stato tanto triste, e anchio… perchè non potevo più abbracciarlo e…

“Devo gridare Wall come te?”

“Dipende, se ti serve per concentrarti, fallo.” bè, per sicurezza l’ho urlato, non volevo finire ammazzato da quel coso/cactus gigante, insomma…

“Ok, ci provo. W-Wall! Wall! Waaall! Wa…”

“Ehi, ehi, basta! La barriera è venuta, calmo, su… sai che sei tutto rosso in faccia?” ma ci credete che stava trattenendosi dal ridere? Ma poi perchè? Eh, perchè?

Vabbè… alla fine comunque ci siamo salvati tutti e due da quel coso verde, che appena ha finito di attaccare s’è rimpicciolito ed è sparito facendo un piccolo “pop”. Io ero distrutto, così mi sono appoggiato per terra con le ginocchia e, un po’ per la stanchezza e un po’ per il fatto della preoccupazione per Yuki mi sono buttato a pancia in su sulla terra.

Mamma miiiia che giornate…