Cap 01

Cap 01

Ebbene,rieccomi qui con un’altra mia follia stavolta,visto che l’idea si è ingrandita un po’ rispetto a ciò che doveva essere all’inizio,ho deciso di farvi leggere una “fan-fic”,se così si può definire premetto che mi sembra una bestialità fare una cosa del genere,ma ho deciso di mettere una sorta di “commedia”,fondendo un gioco ed un cartone assolutamente slegati tra loro.Immagino che forse non piacerà,sia perchè sono due cose slegatissime,sia perchè forse per cercare di dare senso alla trama ho finito per fare delle brutture grammaticali che Dario Fo verrebbe prendermi a schiaffi finchè non sputo sangue bè, provate a godervela 😛

CrossOver: FinalFantasy VIII /Gravitation

“È una bella giornata di sole oggi, vero Yuki?” ho guardato il sole mattutino dalla finestra sopra il letto e mi sono stiracchiato, aaahh, che bello! Mi accecava gli occhi!

“Mh-mh…” Yuki non mi sembrava particolarmente interessato però… si era messo la testa sotto il cuscino.

“Uh? Da quando in qua dormi così tanto? Eh Yuki-Yuki?” infilo una mano sotto il lenzuolo e gli faccio il solletico, scommetto che si sveglia ora!

“Mmmhhh… leva la mano. Gnnn… MA ALLORA!” oh! Si era svegliato. Anche se si era alzato sobbalzando e si era messo a sedere sul letto, guardandomi con quei suoi occhi ancora mezzi insonnoliti che cercavano di assumere un aspetto serio già di prima mattina. Però rimaneva il fatto che si era alzato!

“Razza di moccioso… la gente si sveglia con calma, gentilezza… ragazzino.” e come ogni mattina si gratta la testa dandomi del ragazzino. È così dolce quando chiude gli occhi e si ributta sul cuscino voltandosi dall’altra parte per non guardarmi e sentirmi!

“Ma dai, Yuki! È una bella giornata! Si potrebbe anche uscire no? Daaaai, fallo per meee…” ed ora la mia tattica più cattiva: l’abbraccio coccoloso! Letale.

“Mmhhh… che fastidio, stanotte io ti faccio dormire per terra…” non pensate male! Non è strano che dica così, non sarebbe stata la prima volta che dormivo per terra… una settimana prima mi aveva anche chiuso fuori dalla sua stanza perchè mi ero addormentato mentre lui voleva fare “quelle cose”… ma che devo farci se dopo i concerti sono distrutto?! Mica è facile essere un’importante star, acclamata dal pubblico che riempie i locali dove una stella della musica come m… vabbè, la smetto.

“Dove dobbiamo andare poi, sentiamo…” vedete che le coccole funzionano? Sotto sotto il mio Yuki è un teneroneeee!

“Oh, ecco… io avevo pensato di andare al monte Fuji! A vedere i ciliegi in fiore, eh Yuki? Daiii, ci andiamo? È tanto romantico!” li avete mai visti i ciliegi in fiore? Sono bellissimi! E poi sarebbe stato così romantico passeggiare mano nella mano con Yuki sotto gli alberi, uuhhhh!

“No.” ma come no!

“Ma… ma dai Yuki!” alla fine mi dirà di sì, mi sono accoccolato un altro po’ ed ero sicuro che mi avrebbe detto di sì, uhuh!

“Ho detto di no.”

“E perchè no?! Sei cattivo, crudele, malvagio, insensibile, senza cuo…”

“Ho detto che non andiamo al monte Fuji! È chiaro?! Tutti i posti! Tranne il monte Fuji!” si girò di scatto, urlando e penetrandomi con i suoi occhi sottili e freddi. È brutto quando mi guarda così, vuol dire che ho fatto qualcosa di male. Tanto tanto male.

“Scusa… Yuki…” mi allontano un po’ da lui, di solito gli da fastidio anche che gli sto intorno quando faccio così…

Invece mi ha preso per un fianco e mi ha riavvicinato a lui, stringendomi e avvicinando il mio viso al suo. Ha uno sguardo così affascinante…

“Ora subirai una punizione.” avvicina un altro po’ il volto e appoggia la sua bocca sopra la mia, istintivamente lo abbraccio e lo bacio con la lingua, salendogli sopra.

“Eddai Yuki… Prometto che dopo essere usciti, quando torniamo a casa… eee, ti do la ricompensa! Però io voglio uscire un po’, daiii!” mi osserva per qualche istante, poi si arrende e sbuffa, ributtandomi sul letto e alzandosi, probabilmente per andarsi a prendere qualcosa da bere e mangiare.

“Dove vai Yuki-Yuki? Ooohhh, è un sì questo?!” si infila una vestaglia e se ne esce dalla stanza senza rispondermi, che cafone!

Mi ero messo a sedere sul letto, guardando per un po’ la porta chiusa. A volte Yuki è tanto strano… chissà cosa gli passa per la testa… forse ha ancora tanti ricordi del passato. E probabilmente ha qualche ricordo legato al monte Fuji… vabbè! Alziamoci intanto!

Scatto in piedi, faccio due esercizietti per stendermi, mi infilo le ciabatte e hop! Si vola verso il salone!

“Yukiii!” in cucina non c’era.

“Yuki! Daiii, dove ti sei nascosto!” nel salone e nello studio neanche, in camera ovviamente no, quindi…

“Ah-ah! Ti ho trovato Yuki!” spalanco la porta del bagno, e lo trovo seduto sul water. Aveva una faccia poco rassicurante e una mano chiusa a pugno intorno a una bottiglietta.

“Ma sai cosa vuol dire privacy?! Esci immediatamente fuori! Fuoriiiii!” ahio! Mi ha tirato la bottiglietta in fronte! Ma perchè, mica si sarà vergognato…

“Ahio! Ma lo sai che mi hai fatto male?! Esco, esco… ma se ti vergogni mentre vai al bagno puoi dirlo!” l’avevo visto prendere di scatto una seconda bottiglietta, stavolta chiudo e scappo, via!

Mi sono andato a preparare un buon caffè, ovviamente messo nella mia tazza personale di quel manga famoso! L’avete mai letto voi? È la storia di un ragazzo che vuole cantare e conosce poi uno scrittore e… vabbè, non vi interessa…e vabbene. Ho capito,ho capito, mi vado a preparare il caffè e me ne sto zitto.

– – –

Mmmhhh, il sole… che brutta cosa. Ti sveglia anche se ci metti le tende davanti e poi è troppo luminoso. No, non è cosa per me.

Toctoc. Già bussavano alla porta…

“Capitano Squall? È sveglio? Il preside Cid la vuole!” una voce giovanile provenne da dietro la porta di legno della mia stanza. Probabilmente era uno degli schiavetti di Cid del primo anno. Ma non avevo voglia di rispondergli.

“Capitano Squall! Mi risponde? Ho qui una lettera di convocazione dal preside Cid che dev…” la voce si interruppe di botto, sentii un bisbigliare sommesso e poi un bussare alla porta diverso, più leggero.

“Squall, muoviti, su che è ora di alzarsi! Svegliati e vai da Cid, che t’aspetta! Avanti, forza, andiamoooo!” una femmina mi ordina di alzarmi, ma che grazioso risveglio. Questa che aveva parlato sarebbe Rinoa, la ragazza che ho cercato di proteggere da Artemisia e che mi ha salvato durante la fine della Compressione Temporale. Mora, occhi marrone scuro, lineamenti leggeri e sempre con il sorriso sulle labbra. A quanto pare l’aver affrontato tutti questi problemi insieme ed averla abbracciata per proteggerla ci qualifica ufficialmente come fidanzati… vabbè…

Comunque mi alzai, mi infilai velocemente i miei vestiti soliti: maglietta bianca, pantaloni neri, cintura, giacca e gettai poi uno sguardo al Gunblade messo dentro la custodia. Rifeci il letto alla meno peggio e mi diressi verso la porta.

Fuori non si sentivano più rumori, forse se ne erano andati… abbassai la maniglia, aprii ed uscii.

“Buongiornooo! Capitano Squall c’è posta per lei!” era un agguato. Rinoa mi si buttò con le braccia al collo e mi diede il bacio del buongiorno, porgendomi una lettera. Il ragazzino si era dileguato.

“Sì, sì… ‘ngiorno.” gli strappai letteralmente la lettera via dalle mani, volevo vedere per cosa mi chiamava il preside Cid.

“Squall! Ma dico… ma che modi! Comunque… cosa dice la lettera?” non ero riuscito neanche ad aprirla ancora e lei già si era appoggiata sulla mia spalla per vedere meglio.

“Me la fai almeno aprire o dobbiamo usare i raggi-x?” levai la ceralacca rossa – che lusso – e aprii la lettera. Poche righe e tanto significato.

– Squall, sono Cid. So di disturbarti e tirarti giù dal letto, ma ho bisogno di un tuo consiglio. E poi c’è quel tuo amico qui, Dincht, un biondino iperattivo. Sta combinando guai dappertutto! Ecco! Ha toccato anche la leva per far aumentare la velocità al Garden. Muoviti, vieni ai comandi del Garden a prendere e portare via questo scatenato insieme a quell’altra ragazzina con le treccine, stava ballando sul sedile del posto di guida prima. Te lo chiedo da superiore ovviamente, Capitano.

Cid.

Richiusi la lettera e la re-infilai nella busta, riconsegnai tutto a Rinoa che mi guardò con occhi curiosi e mi incamminai verso l’ufficio.

“Ehi! Non sono una segretaria sai? Tieni!” ovviamente, mi infilò la busta con tutta la lettera – appallottolata – dentro la tasca. Ma io non ho capito… sto tanto bene da solo, perchè devo stare con delle ragazzine…

“Comunque… ho letto che Zell sta combinando guai insieme a Selphie, devo portarli via, fuori dal Garden?” la guardai un attimo, a volte faceva delle facce così buffe che mi convincevano anche ad essere un po’ più loquace del solito. A volte cambiavo per colpa sua e me ne accorgevo solo dopo un bel po’.

“Sì… quel gallinaccio sta giocando con i comandi e non mi stupirei se tra poco naufraghiamo come il Titanic, effettivamente se li porti fuori da qui insieme ad Irvine mi faresti un piacere…” sentii i suoi passi rallentare fino a fermarsi, e mi voltai a guardarla. Aveva una faccia mista tra l’arrabbiato e l’offeso.

“Ma Irvine è un pervertito! Non ho voglia di girare con quello lì io!” incrociò le braccia e si voltò a guardare il giardino con la fontana rotta, la battaglia tra Galbadia e Balamb aveva lasciato evidenti segni.

“Andiamo… sei insieme a Selphie e Zell, e poi lo sai che lui ha una cotta per le ragazzine, tu non sei così tanto ragazzina poi…” si girò di scatto verso di me, fissandomi per qualche secondo stupita, quasi shockata. Poi tutta offesa iniziò a camminare velocemente davanti a me, sorpassandomi senza dire una parola.

“Ehi, Rinoa… aspetta. Che succede, che ho det…”

“Cafone! Stammi lontano!” ma… che avevo fatto?

“Ma sei offesa?” la vidi stringere i pugni e correre via, lasciandomi lì. Mah… chissà che le era preso… le donne.

A passi lenti arrivai fino all’ascensore salutando, strada facendo, tutti i SeeD di grado A, promossi a vari ranghi speciali per aver combattuto contro Galbadia. Scesi di sotto ed arrivai ai comandi del Garden, dove mi aspettava l’allegra comitiva.

“Preside, ma è sicuro che Squall possa risolvere anche questo problema?” la porta scorrevole si aprì senza fare rumore, così che nessuno notò la mia presenza finchè non arrivai dietro a Selphie, intenta a dare consigli su come guidare l’edificio mobile ad un altro SeeD. Durante il breve corridoio tra i sedili avevo avuto tempo per ascoltare la conversazione.

“Suvvia, è un ripiego della Compressione Temporale, se siete tornati vivi da quella, questo sarà una passeggiata. E non toccare i pulsanti!” il preside Cid, un uomo sulla cinquantina, brizzolato e quasi sempre con un golfino senza maniche sopra una maglietta, cercava di fermare le mani di Zell, intente a zompettare felici da un bottone all’altro, facendo accendere misteriose spie bianche. Zell Dincht, soprannominato “Gallinaccio” da Seifer per via dei suoi capelli a cresta “da gallo” era un biondino dai lineamenti giovanili, con un tatuaggio nero su quasi tutta la faccia e sempre pronto a fare a pugni o esercizi per i muscoli. La maggior parte delle volte si dimostrava un ragazzino, per quello che diceva e da come si comportava.

“E vabbè… comunque io n… oh! Squall!” tutti, meno il pilota del Garden, si voltarono a guardarmi. È terribile essere sotto l’attenzione di tutti, essere considerato importante ed essere famoso è una sensazione bruttissima che non auguro a nessuno. Non mi è mai piaciuto mostrarmi e mai mi piacerà.

“Buongiorno a tutti… Preside – feci un piccolo inchino – eccomi qui.”

“Oh, non serve l’inchino… devo affidarti una missione. Un compito che ha a che fare con un buco temporale in Giappone. Tra qualche ora arriveremo, per ora siamo nella baia di Yellow Sea. Ma siediti, ti spiego tutto con calma.” feci un cenno di saluto a tutti e mi misi seduto di fronte al preside, pronto ad ascoltare tutto ciò che aveva da dirmi.