Cap 04
“Squall…” ancora la tenevo per mano, tenendola così buona e ancora con gli occhi abbassati. A volte era così dolce… però era troppo bambina. Ma troppo sul serio, voi non vi rendete conto cosa fa quando si arrabbia per cose sue… inizia a sbattere i piedi per terra, ad agitare le mani, le braccia, a strillare che non le va bene niente e non so cosa altro. Dire che è fuori è poco.
“Sì… che c’è.”
“Scusa per prima…” mi girai impercettibilmente verso di lei. Scusa? Starà mica male?
“Intendi per la Quistis?”
“Sì…”
“Che ti dava fastidio mi avesse salutato?”
“Sì.”
“Che eri gelosa?”
“Sì! SQUALL, MA SEI CRETINO ALLORA!” eehhh… per una volta che scherzavo…
“Ok, ok, scusa… comunque perdonata.”
“Davvero?” e non ci credeva. Oh, ma guarda che…
“Sì.”
“Sul serio? Niente più arrabbiato?” e non ci credeva. Oh, ma guarda che…
“Niente più arrabbiato…”
“Grazie!” mi lasciò la mano e si fiondò con le braccia al mio collo, dandomi un bacio sulla guancia tutta contenta. Io l’ho detto… bambina, bambina, bambina.
“Missione… Rinoa… la missione. So che probabilmente in questo momento non te ne frega nulla, ma dobbiamo ancor… ehi, un attimo. E quello cosa diavolo sarebbe?” mi bloccai di botto, facendola quasi cadere. Davanti a noi c’era un’enorme buco bluastro che cambiava continuamente forma, si allungava, restringeva, alzava, abbassava, si deformava come più gli andava. E lentamente si stava ingrandendo. Istintivamente allontanai Rinoa e mi misi davanti a lei, tirando fuori il Gunblade. La sentii armeggiare per tirare fuori il Rising Sun ed allacciarlo al braccio.
“Devo dire che me l’aspettavo diverso…” sentii le sue parole lontane, come si stesse deformando lo spazio, il buco doveva essersi accorto di noi, tanto che si stava espandendo. Al di là della falla intravedevo l’acqua e gli alberi, per lo più oscurati dal taglio temporale. Si stava avvicinando velocemente a noi.
“E cosa pensavi di vedere? Un affettuoso cagnolino che ci veniva a leccare la mano e dirci che aveva messo a posto tutto lui?” retrocedei di qualche passo, non ancora pronto e per niente sicuro di cosa dovevo fare. Sembrava fosse un portale per qualche luogo, ma non so… aveva qualcosa di strano. E sopratutto: aveva inghiottito altre persone? Se sì, erano vive? C’era un modo per tornare indietro?
– – –
“Yuki…” ancora camminavamo mentre gli tenevo un braccio, a passo tranquillo, guardando i petali rosa svolazzare qua e là, come tante piccole rose.
“Mh?” che bella giornata!
“Se io morissi tu che faresti?” dai, che rispondi Yuki? Eh? Eh? Eh?
“…” ebbè?!
“Bè? Che faresti Yuki-yuki… piangeresti?” ora dice di sì, ora dice di sì, sìsì!
“…Shuichi…”
“Eh? Dimmi, dimmi!”
“… dove l’hai letta ‘sta cretinata?” ma… ma… MA COME DOVE L’HO LETTA! Aaahhh, cafonecafonecafonecafonecafonecafonecafone!
“Ehi! Ma come dove l’ho letta! È una domanda che ti faccio io!”
“Certo… come era l’indirizzo del sito su cui hai letto?” bè, devo dire che però ha una certa perspicacia… mh… ma rimane comunque cafone!
“Ma uffa… era un esempio che stava su kindai…” * ma uffa! Perchè, non potevo avergliela fatta io senza averla letta da nessuna parte?! Eh? MA COME NO! VI CI METTERETE MICA ANCHE VOI?!
“Ma leggi anche quella rivista? Ti troverai d’accordo con Mika sul gossip giapponese allora… oohhh… i vestiti giapponesi sono i più belli del mondo, oohhh…” ehi, ma dico io, mi paragonava davvero mica a sua sorella?! E mi stava pure prendendo in giro! Che bastardo!
“Bè, però l’articolo su quella Miss Universo tutta truccata era interessante! Quella ragazza è una vera…”
“Shuichi.” mi guardava letteralmente INCENDIANDOMI con gli occhi; misà che a lui proprio non interessano certe cose… mh. Devo dire però che mi era sembrato di vedere dell’interesse… vagamente… all’incirca.. vabbè. Capito. Non gliene frega nulla a nessuno.
“Ehmmm… sì, scusa!”
“Ma cosa ho fatto di ma… ehi, un attimo. Ma non siamo già passati da qui?” mi sono guardato intorno, riconoscendo lo stesso ponte poco lontano di prima. Effettivamente…
“Ma senza accorgercene avremo girato in tondo Yuki-yuki, dove sta il problema?”
“Che abbiamo seguito il sentiero senza mai spostarci.” ops…
“Oh… e, e quindi… AAAHHHH! AIUTO, SIAMO MORTI E NON CE NE SIAMO ACCORTI YUKI, È COME QUEL FILM DOVE LORO MUOIONO E SI RITROVANO A GIRARE SEMPRE NEGLI STESSI POSTI COI MOSTRI, AIUTOOOO, YUKIIIII!” terribile! Veramente orrendo! Non sapevo neanche più come mi chiamavo, rendetevi voi conto quanto ero spaventato… oh, uffa. E non prendetemi in giro, cattivi…
“… almeno puoi tirare i TUOI capelli invece di strapparli a me? Mi fai male.” ooops… piccola svista.
“Ok, ok, ok… manteniamo la calm… la cal… la… YUKIIII, SIAMO MORTI, MA TE NON HAI PAURA, SCUSA EH! E se adesso ci scappano fuori i mostri da dietro gli alberi e ci divorano?! E…”
“Shuichi! Ma porca miseria! Ma secondo te ci possono essere mostri in un giardino pubblico?! No, dai, dimmelo…” mi ha guardato esasperato, passandosi poi una mano sulla faccia e prendendo le sigarette. Ahhh… quando fuma è arrabbiato…
“M-ma il film…”
“… ora forse ti sconvolgerò la vita. Indovina quale è la verità dietro i film coi mostri?” che cattivo, cafone proprio… crudele!
“Che è tutto finto..?” ho abbassato gli occhi per non doverlo guardare in faccia. Quando mi prende in giro è proprio cattivo…
“Uh, fantastico. Risposta esatta. Quindi se ce la fai ad evitare di stritolarmi la maglietta e ti calmi, è più probabile che capiamo cosa succede. Ok?” mh… avete visto però no? È tanto buono con me, il mio Yuki-yuki! È troppo dolceeeeeeeeee!
“Ok… però sei cattivo, mi hai detto tante cose brutte.”
“…”
“Vedi? E continui a prendermi in giro! Cattivocrudeleinsensibilesenzacuoremaltrattatore e… e… Yuki?” eh, voi non ci crederete, ma aveva buttato la sigaretta spenta, senza neanche averla messa in bocca, e mi aveva preso il viso con le mani, e piano piano si avvicinava, senza mai chiudere gli occhi, senza sbattere le palpebre e mi aveva azzittito con un bacio. Ma non può cavolo… non può daiii! Si fa perdonare sempre tutto così… bastardooo!
“Ed ora stai zitto e cammina vicino a me. Chiaro?” era così serio tutto d’un tratto… di sfuggita notai il paesaggio rabbuiarsi, diventando leggermente blu. Stava succedendo qualcosa di brutto… molto brutto…
“Chiarissimo.”
– – –
“Faccio strada io, ok? Attiva Shell e Protect, Rinoa. Non sappiamo minimamente quello che c’è dentro.” mi avvicinai leggermente alla falla che ora si spandeva anche per terra. Tastai la terra ricoperta dal colore bluastro con il piede e poi entrai, cauto, come se mi aspettassi qualche mostro o chissà quale schifezza, spuntare da qualche parte.
– Divine forces… wounds of nature… take my soul and protect me from the darkness – with a gathering magic – give way to him… for me –
Sentii un sussurrare come in preghiera, prima di veder comparire delle piccole barriere gialle e blu avvolgermi e poi avvolgere lei. Non percepii molto della sua preghiera, ma era la prima volta che la vedevo pregare prima di lanciare una magia per proteggere me, e lei. Era tutto così strano questa volta…
In ogni caso, impugnai saldamente il Gunblade con due mani ed iniziai ad avanzare in quel colore bluastro, apparentemente innocuo. Rinoa mi seguì a passi lenti, in silenzio. Potevo sentire la sua tensione da come respirava: affannosamente e facendo molto rumore.
Guardandomi intorno finii per avvistare due esili figure lontane, nascoste appena dagli alberi. Mi bloccai ed iniziai a studiarle.
“Squall! Cosa è successo? C’è qualcuno?!” il suo sussurrare agitato mi convinse ad avanzare di qualche passo, così da iniziare a distinguere meglio i colori dei loro capelli. Un casco di capelli tra il rosa ed il fucsia, ed un altro di capelli biondi.
“Forse sono delle vittime… direi di andare a vedere se sono delle loffe mutanti o che cosa altro… Artemisia è capace di stupirci anche da morta immagino…” reinfilai il Gunblade nel fodero ed iniziai a correre verso i due, seguito da Rinoa.
Note di fine capitolo:
* sito di una famosa rivista Giapponese
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