Cap 02
“Dunque. Vediamo se ho ben capito.” mi allungai sulla sedia, portandomi una mano al mento per ragionare su tutta la faccenda.
“Lei mi starebbe in pratica dicendo che il momento in cui noi siamo tornati nel nostro tempo, una nostra copia, di me e Rinoa intendo, avrebbe creato un buco temporale in… Giappone?” guardai per un secondo il preside Cid, cercando di capire come era finito un buco temporale in un posto così.
“Esatto. A quanto pare quando la Compressione Temporale ha dovuto calcolare la vostra presenza nella falla formatasi, ha creato una copia dei vostri corpi, spedendoli in un ipotetico futuro. Questo futuro però, perso nel reale flusso temporale – quindi in pratica inesistente – si è riversato sul nostro presente, dove ha creato un errore in – per puro caso – Giappone, precisamente a Tokyo. A quanto pare Artemisia aveva il controllo della Compressione Temporale, il quale senza qualcuno che la comanda, si limita a salvare le presenze che rivela nel suo mezzo. Voi e Rinoa eravate esattamente al centro del nulla, della Compressione, quindi…” mentre il preside gesticolava come suo solito mentre parlava, una mano si posò sulla mia spalla ed una voce interruppe quella di Cid.
“…quindi non ha registrato le nostre presenze nè nel futuro, nè nel presente – ed ovviamente – neanche nel passato, così ha duplicato le nostre vite in presente e futuro. Giusto?” mi voltai a guardare chi fosse, nonostante avessi riconosciuto la voce. Dopotutto come si dice… quando le cose non credi accadano, anche quando stanno succedendo, ti sembra di sognare. O semplicemente di essere preso in giro.
“Perfetto Rinoa. Ma hai sentito tutta la conversazione?” Cid si alzò per andare a stringere la mano a Rinoa e darle una leggera pacca dietro la schiena, sorridendole. Ahhh… hai capito il vecchiaccio…
“No, è che avevo formulato anch’io un’ipotesi simile. A quanto pare essere insonni per… colpa di QUALCUNO – sottolineò la parola annuendo quasi impercettibilmente verso di me – non è poi così grave.”
“Oh! E chi sarebbe ‘sto qualcuno eh? Lo devo menare? Lo conosco? Posso?” Zell insorse in mezzo al discorso e, come suo solito, saltellò dando pugni all’aria, facendo rimanere tutti in silenzio ed accorgendosi solo dopo parecchi minuti di aver fatto una figuraccia.
“Eh… scherzavo, che vi credevste… ahah, ah… ahah!” nonostante passino gli anni, quella sottospecie di ragazzo rimane sempre, solo ed unicamente un gallinaccio.
“Comunque… stiamo per arrivare. Sbarchiamo in fretta e vi dirigete immediatamente ai giardini Rikugien, dove è situata la falla.” il preside irruppe nel silenzio creatosi e si iniziò a frugare nelle tasche.
“Ma dove… accidenti ragazzi. Aspettate che non trovo la…” si voltarono tutti a guardare l’uomo, che si guardava insistentemente nelle tasche dei pantaloni e della camicia, passando poi un occhio sopra il tavolo e infine rivolgendosi a noi, con uno sguardo misto a stupore e dispiacere.
“Cavolo. Ho perso la mappa con il percorso segnato. Non capisco davvero come possa essere…”
“Ehm… preside…” due brevi colpi di tosse seguirono l’interruzione di Selphie, che arrossì sorridendo.
“Sì, Selphie?” Cid la guardò da dietro i suoi occhiali circolari con fare curioso. Lei tirò fuori dalla piccola tasca del vestito giallo che indossava, un foglio stropicciato e scarabocchiato.
“Bè, ecco… avevo trovato questo foglio per terra, sotto uno dei sedili e ho pensato… fosse un disegno dimenticato. Così, bè… ecco… l’ho usat..” Selphie, con ormai il volto in fiamme, si vide strappato da Zell il foglio che teneva tra le mani, iniziando a zompettare per recuperarlo, mentre il ragazzo si riparava con la schiena dai suoi pugni.
“Vediamo cosa c’è scritto, ohohoh! Irvine io e te tre metri sopra il cielo… forever insieme… ma che è ‘sta roba!!!” Selphie smise di dimenarsi e si portò due mani davanti la faccia, nascondendosi dagli sguardi di tutti e iniziando a scappare verso la porta, mentre Zell era impegnato a ridere come un matto sotto lo sguardo severo di Rinoa.
“Ahahah, oddio che storia… io e te… tre metri sopra il cielo, oddio, ma dove va… haha, torna qui Selphie, aspetta! Ah, preside, il foglio, scusi eh… hahaha!” mentre il preside cercava di trattenere le risate insieme al pilota del garden, io dovetti fermare Rinoa, che era partita per andare a “dare una lezione” – così mi aveva sussurrato velocemente con il volto paonazzo – al gallinaccio.
Vidi il biondino allontanarsi verso la porta, zoppicando dalle risate.
“Dunque… bè, ecco, dicevamo…” il preside si schiarì la voce e stirò il foglio con le mani, sul tavolo. Improvvisamente Rinoa si sedette con un tonfo vicino a me, essendo rimasto un piccolo spazio sul sedile rosso a due posti.
“Che nessuno si azzardi a farne parola con Irvine. Se scopro, o anche solo ho motivo di sospettare, che qualcuno ha riferito ad Irvine tutta questa cosa… vi riduco a polvere per portacenere.” parlò con gli occhi chiusi, le braccia incrociate e rigide. Effettivamente metteva la sua soggezione… ragazza pericolosa.
“C-certo… ma ovvio che non parliamo noi! – il preside sussurrò qualcos’altro tra sè e sè, del tipo “Anche perchè non ho così tanta voglia di crepare…” – Quindi… se abbiamo finito con questi romanzi Harmony gradirei dirvi che la mappa è ancora utilizzabile.” Cid spostò lo sguardo da noi al foglio, finendo nuovamente su di noi.
“Oh, bene. Quindi quella linea rossa semi-trasparente sarebbe il percorso?” azzardai la domanda.
“No… quella è una curva del cuore che sta disegnato dietro…”
“Ah.” rimasi a braccia conserte, cercando di rimanere impassibile.
“Ecco, la do a te Squall, che sei il capitano della squadra di recupero. La linea verde indica il percorso consigliato, se trovate problemi o qualcuno vi fa domande strane, prendete il percorso blu, più lungo ma più sicuro. Se c’è qualche problema avvertite il Garden, come al solito. Tutto chiaro?” presi il piccolo foglio stropicciato cercando di trattenere la voglia di girare il pezzo di carta per vedere cosa c’era scritto. Tentai di concentrarmi sui percorsi piuttosto.
“Tutto chiaro.” mi alzai, congedandomi insieme a Rinoa ed uscendo in silenzio dalla stanza, avvertendo in lontananza alcuni lamenti del preside.
“Eehhh… giovani d’oggi… ai miei tempi individui come quel Dincht e Selphie non sarebbero esistiti per più di cinque minuti… beata gioventù.”
– – –
“Yuki! Ti ho preparato il caffè, guarda! È anche fumante ancora, sbrigati a berlo prima che si raffreddi…” soffiavo sul caffè bollente che avevo appena fatto, apposta per bere insieme a lui. Invece quello che fa? Prende la tazza e si va a mettere sul divano! Ed ancora senza dire niente!
Ho lasciato la tazza sul tavolo e mi sono alzato lentamente per seguirlo fino alla sala.
“Comunque scusa per prima… non volevo essere noioso…” mi fermo sulla soglia della porta, mentre lui si butta sul blu scuro del divano.
“Prendi la tazza e vieni qui vicino a me o vuoi inchiodarti addosso al muro per scusarti?” quanto è stato bello! Mi aveva chiesto di andare vicino a luiii, stupendissimo! No, davvero, ero troppo felice, tanto che mi veniva da lacrimare dalla gioia! Sono volato in cucina prendendo la tazza e sono corso sul divano, mettendomi vicino a lui a bere in silenzio.
“Yuki…” soffio un’altra volta sul caffè. Ancora scottaaa…
“Eh?” lui invece beveva tranquillo. Come se fosse freddo di frigorifero.
“Bè… pensavo no… uhm, si potrebbe andare ai giardini Rikugien! Dopotutto non c’è tanta gente… e poi voglio stare un po’ su quel prato semi-nascosto che ho trovato quando ero piccolo!” sapete… da piccolo andavo spesso ai giardini con i miei amici, a guardare le cerimonie del tè e stare nei vari chioschetti a cantare le canzoni del momento, oppure a fare spettacoli per far divertire chi beveva il tè. E poi il bello era che se qualcuno dava fastidio aveva tanto spazio per scappare, yeeee!
“Immagino tu non sappia cosa sono i divieti, vero?” i miei ricordi vennero interrotti dal suo sguardo esasperato. Mi iniziai a chiedere che tipo di divieti intendesse.
“Eh? Ma come i divieti, quali dici Yuki-yuki?” bevvi l’ultimo sorso di caffè ed appoggiai la mia bella tazza sul mobiletto vicino il divano, prendendo anche quella di Yuki, che me la stava porgendo.
“… non possiamo stare sull’erba come fosse un prato qualunque. Ma…” eheh, si è sbrigato ad avvicinarmi con il braccio a lui e ad aggiungere in fretta il “ma”, dopo che ha visto che mi ero tutto rattristito. Eeehhh… su, sono troppo puccio,dai… ma me lo dico addirittura da solo, su!
“… possiamo sempre andare a vedere i ciliegi che fioriscono ai giardini, ti va bene uguale, Shuichi?” mi sono accoccolato a lui, sentendo una sua mano in mezzo ai capelli, facendomi tornare di nuovo felice. Dopotutto non saranno belli come quelli del monte Fuji, ma comunque anche ai giardini Rikugien ci stanno i ciliegi!
“Vabbene! Però possiamo stare un altro po’ così Yuki..? Mi piace che mi acc… ehi!” ho alzato la testa per capire perchè non sentivo più la sua mano e cosa ho visto? Lui che entrava in camera per vestirsi! Ma vi rendete conto?! E io che mi sono ritrovato ad abbracciare l’aria! Cafonecafonecafonecafonecafoneee!
“Yukiiiii, aspettaaa! Perchè ti sei levato eh?! E non chiudere a chiave la portaaa, devo vestirmiii! Yukiii!!!” niente da fare… mi aveva proprio chiuso fuori la camera! Mi sono appoggiato con la schiena alla porta e mi sono messo ad aspettarlo, che altro dovevo fare…
“Eh… il mio Yuki-yuki…”
Lui è uscito poco dopo, ci mette sempre poco per vestirsi… sono io che per colpa dei capelli ci metto sempre tantissimo… comunque gli diedi un bacio al volo ed entrai in camera per vestirmi, pronto per una romanticissima – o almeno speravo – giornata solo soletto con il mio Yukiii!
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