Capitolo 1

Capitolo 1

Premesso che non so se riuscirò a postare nel modo giusto la fanfic, ricordo che i personaggi (tranne miryam, la nostra dolce protagonista) sono dell’autrice.
Che dire? Ho scritto questa (che è la mia prima ) fanfic per “realizzare” il sogno della mia amica miry-chan, anche lei pazza di Gravitation (ha visto tutte le puntate in una sola volta!), e cotta del dolcissimo Hiro, uno dei personaggi ai quali viene dedicato poco spazio (ha il ruolo di far ragionare Shuichi, ma cosa sappiamo di lui? Solo che forse si mette con Ayaka!)…
Miryam fa un viaggio in Giappone, senza nulla sapere dei Bad Luck e conosce il dolce Hiro… Posto solo la prima parte (sempre se lo so fare), ancora devo finirla, prima fatemi sapere che ne pensate!
Miryam ti voglio troppo bene, grazie della tua pazienza con me!

Ovviamente mandatemi i vostri commenti, sennò che pubblico a fare?

Miryam si destò improvvisamente da quello che le era sembrato un lungo sogno: era già arrivata a destinazione. I treni in Giappone erano davvero veloci, altro che quelli che lei prendeva ogni giorno per andare all’università, lenti, sporchi e soprattutto sempre in ritardo. Che ci faceva lei là? Stava inseguendo un sogno o semplicemente cercando di fuggire dalla realtà? Strano modo di fuggire, avrebbe potuto scegliersi un paese più vicino, ma lei sentiva che la sua strada era lì, in Giappone, luogo completamente diverso da quello in cui era nata e cresciuta. Il suo istinto di solito non sbagliava mai, anche questa volta ci avrebbe azzeccato, si disse Miryam, e in fondo era una vita che desiderava andare in Giappone, risparmiare i soldi per il biglietto era stato faticoso, e dire che i suoi genitori l’avevano aiutata non poco, forse sperando così che la loro unica figlia “avrebbe potuto finalmente ritrovare sé stessa” come aveva detto loro la ragazza per convincerli a lasciarla partire e a contribuire alla spesa del viaggio.

“Scusa poetica e filosofica!” l’unica verità era che Miryam aveva solo bisogno di staccare un po’ la spina e aveva voglia di fare un bel viaggio.

Arrivata in albergo, un po’ a gesti, un po’ col suo giapponese rudimentale, frutto di tre anni di studio, riuscì a farsi indicare la sua stanza dalla ragazza che stava alla reception, e andò subito a farsi una doccia. Ne aveva proprio bisogno dopo tante ore di volo, sarebbe sicuramente servita a restituirle il buonumore e la capacità di sorridere.

Subito dopo essersi sistemata, Miryam decise di accendere la televisione della sua stanza, era troppo stanca per pensare di uscire e mettersi subito a girare per la città, aveva altri quattordici giorni per farlo. Si sedette sulla poltrona piazzata di fronte alla tv e la accese, anche se sapeva che non avrebbe capito molto di ciò che avrebbe visto, nonostante avesse frequentato per tre anni un corso privato. Aveva portato con sé un dizionario per capire le cose fondamentali, ma in tv parlavano troppo veloce per pensare .

“Ma che ci faccio qui?” si chiese, mentre in televisione un tizio con lo smoking stava probabilmente pubblicizzando una marca di pantofole, Miryam lo capì da fatto che le stesse indossando e che la telecamera le inquadrasse ogni due secondi.

Cambiò canale e subito ciò che vide la attrasse: non aveva mai sentito quella canzone, però era come se la conoscesse. Un concerto live, peccato che in Italia non ne trasmettano, fu il suo primo pensiero, mentre cercava di battere il tempo della musica. Miryam ascoltò qualche altro secondo, poi senza un motivo ben preciso, cominciò a sentirsi strana. Non era mai successo che una canzone riuscisse a farla sentire così, forse si trattava solo di stanchezza, forse era meglio andare a dormire. Miryam si addormentò improvvisamente seduta in poltrona, mentre dalla tv usciva ancora la musica di quella canzone.

“I WANT A NEW WORLDDDD!” Shuichi finì di cantare e poi ringraziò il suo pubblico che continuò ad urlare il nome dei Bad Luck a squarciagola costringendoli al bis. Shuichi era felice. Il suo sogno, il suo più grande sogno si era finalmente realizzato, era diventato un cantante di successo, e non importava dover dormire tre volte alla settimana in albergo e viaggiare per gli altri quattro giorni, finalmente lui e Hiro, suo migliore amico da sempre, avevano raggiunto la meta.

Gli mancava Yuki, ma lui gli aveva promesso che gli avrebbe telefonato una volta finito il concerto, lo faceva sempre, per dirgli com’era andato.

– Ehi, pollo, andiamo a prenderci una birra?- gli chiese Hiro, mentre riponevano gli strumenti.

– Non posso! Yuki ha detto che mi avrebbe telefonato!

– Oh, Yuki, Yuki! Non sai dire altro? Guarda che se non ti trova può sempre richiamarti più tardi…- lo prese in giro Hiro.

– Oppure può sempre trovarsi un diversivo per passare il tempo!- intervenne ironicamente Ryuichi, stringendo forte il suo pupazzo Kumagoro. I Bad Luck e i Nittle Grasper, dietro suggerimento di Seguchi Tohma si erano ritrovati insieme per una tournee che stava riscuotendo un grandissimo successo, come dimostrava il tutto esaurito di ogni sera.

Alle parole di Ryuichi, gli occhi del povero Shuichi si riempirono di lacrime, come se stesse per scoppiare a piangere. Hiro gli accarezzò la testa e l’amico gli chiese:

– Tu non aspetti una telefonata da Ayaka?

– No, io e lei abbiamo rotto prima che io partissi per la tournee!- rispose Hiro con aria indifferente, anche se si capiva che non aveva voglia di parlarne- Allora, andiamo o no?

– Ma sì! Mi hai convinto! Meritiamo di festeggiare il successo dei Bad Luck!

Miryam si risvegliò dolorante, avendo passato tutta la notte nella poltrona davanti alla tv. Non le era mai successo di addormentarsi sdraiata su una poltrona, nemmeno a casa, quando i suoi la costringevano a guardare noiosi dibattiti politici. Eppure la sera prima era davvero troppo stanca e si era addormentata senza rendersene conto. Sulle prime non ricordava nemmeno dove si trovasse e la stupì molto vedersi in una stanza diversa dalla sua. Dopo qualche attimo realizzò di essere esattamente dall’altra parte del mondo rispetto alla sua casa, e decise di andare a fare colazione, anche perché era molto affamata.

Si cambiò i vestiti, poi uscì in corridoio, diretta verso l’ascensore. Mentre aspettava che questo arrivasse, sentì uno strano rumore dietro di lei. Si voltò e vide un tizio dall’aspetto abbastanza normale, che però sulla spalla destra aveva un coniglio di pezza.

“E questo chi è?” si chiese sconvolta.

– Ciao, io sono Sakuma Ryuichi e lui è Kumagoro! Tu chi sei, na no da?

“Na no da? Ma questo è matto?” pensò Miryam, squadrandolo dalla testa ai piedi. Era indecisa se rispondergli o mandarlo a quel paese, ma alla fine si decise per un diplomatico silenzio.

– Ryuichi?- chiamò qualcuno con voce allegra.

Ai due si avvicinò un ragazzo dai capelli rosa, che indossava una felpa arancione. Vedendolo Ryuchi abbandonò ogni interesse per Miryam e corse ad abbracciarlo.

– Shindou-san, ciao! Hai dormito bene?

– Come un angioletto, Ryuichi! E tu?

– Io bene, ma il povero Kumagoro ha mal di pancia, na no da!

Shuichi notò che Miryam li guardava cercando di non mettersi a ridere e le disse, porgendole calorosamente la mano:

– Ciao, io sono Shindou-san, il famosissimo cantante dei Bad Luck! Tu chi sei?

– Mi chiamo Miryam, ma non credo di conoscere i…

Miryam venne interrotta dalla voce di un ragazzo che urlò a Shuichi:

– Pollo, c’è Yuki al telefono per te!

– Yuki, Yuki!- gridò Shindou-san, con un tono di voce che fece immediatamente ricredere Miryam su ciò che aveva pensato di lui.

“Ma sono finita in un manicomio?” si chiese la ragazza sempre più sconsolata.

Chiamò per la terza volta l’ascensore e , quando stava per entrare, una voce profonda disse:

– Ehi, stai andando al ristorante dell’albergo?

Si trattava dell’amico di capellirosa, così lo aveva ribattezzato Miryam, quello che lo aveva chiamato per dirgli che un certo Yuki lo desiderava al telefono.

– Sì, ho una fame… Ieri sera mi sono addormentata sulla poltrona della mia stanza…- rise lei.

– Possiamo andarci insieme, se ti va… Posso offrirti un caffè, o una fetta di torta, tutto quello che vuoi…

– Sei un tipo normale?- chiese lei, guardandolo negli occhi- Voglio dire non parli con un coniglio di pezza o…

– Ti riferisci a Ryuichi? Beh, sì, in effetti non sembra poi tanto normale, ma è simpatico, te lo posso assicurare… Comunque no, non parlo con i conigli di pezza…

– Meno male!- sospirò lei.

– Ho superato il tuo test sulla mia sanità mentale?

– Sì, direi proprio di sì…

– Allora dai, andiamo a mangiare qualcosa, sto morendo di fame… A proposito, il mio nome è Hiro, e tu sei…

– Miryam… Ma dimmi, anche tu fai parte di quella band del tuo amico, i Bad…

– Sì, i Bad Luck! Suono con loro! Siamo piuttosto famosi, strano che tu non ci conosca…

– Non sono giapponese, vengo dall’Italia!

– Allora sei giustificata! Ma solo fino a stasera! Ti procurerò un biglietto per il nostro live, così dopo non potrai più dire di non conoscerci, siamo intesi?

Aveva un bellissimo sorriso, pensò Miryam, che da quel preciso istante decise che sarebbe diventata una delle più grandi sostenitrici dei Bad Luck.