Lucca Comics: Press Café con Mazakazu Katsura

Ed eccomi qui a esporvi il secondo attesissimo incontro del Press Café al quale ha presenziato il maestro Katsura, che per numero di partecipanti è stato spostato direttamente all’interno del Teatro del Giglio.

Ecco le domande che potrete anche ascoltare nel video a fondo pagina.


Ho letto in diversi momenti della mia vita Video Girl Ai e non la trovo mai una storia generazionale, ma una storia che riesce a raccontare a varie età. In fase di creazione di Video Girl Ai ha pensato alle generazioni future?

Katsura: Non ho pensato alle generazioni future. Dopo tutto questo tempo, non ho nemmeno tanti ricordi di quel periodo. In realtà si tratta di una storia sui sentimenti umani, forse è proprio questo a renderla sempre attuale.


In ogni sua storia rimane sempre in sottofondo una vena di violenza, presente anche in Video Girl Ai e molto presente in Zetman. È un suo modo drendere più dinamica la storia o pensa che questo sia piuttosto un aspetto intrinseco della vita?

Katsura: In realtà non me ne ero reso conto. Anche riguardo a Video Girl Ai, mi chiedo “perché”? Potrebbe essere semplicemente un modo per enfatizzare la malvagità dei personaggi cattivi e di conseguenza mettere in risalto il protagonista e il suo lato eroico. Anche in Zetman c’è la giustizia opposta al male, per cui la violenza rende la storia più funzionale. Comunque anche nella vita reale è presente la violenza.

Sia in Video Girl Ai, che in I”S e in Zetman sono presenti evidenti elementi ecchi, un po’ erotici, ed ha anche scritto un volume, M che ha una storia di genere erotico. Quant’è importante l’elemento di nudo nelle storie che scrive e nel manga in generale?

Katsura: In generale non è essenziale nei miei lavori, a volte viene fatto più per i fan come su I”S, in altre storie come Video Girl AiZetman è più una cosa funzionale alla storia. In Zetman in particolare non è tantissimo presente, anche se c’era una parte in cui ce n’era davvero tanto, ma perché era funzionale alla storia.


Ha lavorato durante il periodo d’oro di Shounen Jump. Che ricordi ha di quel periodo nel lavoro del mangaka e che differenza c’era rispetto ad oggi?

Katsura: Intendi il periodo di Dragon Ball? A dire il vero le mie storie sono virate in una direzione più seinen, poi. Se penso al Jump di oggi so che ci sono One PieceNarutoBleach, ma non so molto altro. Lavorativamente parlando, comunque, adesso mi sono dato una calmata rispetto a quando, anni fa, lavoravo più come un forsennato.


Tutte le fanzine italiane degli anni novanta parlavano di Video Girl Ai. È consapevole di essere stato un capostipite del manga in Italia?

Katsura: Non lo sapevo… ma perché vi è piaciuto così tanto?


Eravamo già emotivamente legati ai cartoni animati ma nel vedere la copertina di Video Girl Ai si rimane folgorati. Ti viene da pensare “lo devo leggere a tutti i costi!” E’ stato un po’ come passare da un bianco e nero a un prodotto a colori, e in più tridimensionale. Una sorta di esplosione.

Katsura: Io volevo veicolare un senso di emotività alla storia. Sono contento che questa sensazione sia giunta così lontano fino a voi.

Ci sono riferimenti reali nei suoi personaggi? Sono molto legato al personaggio di Iori, che sembra così tanto reale che dici a te stesso “peccato che non sia una ragazza reale”.

Katsura: Soprattutto per Iori no, posso confermare che non ci sono ragazze così in Giappone. In realtà quando scrivo pensando a dare un sento di realtà. Ma per I”S, sono molto contento che sia piaciuta, perché è una storia molto radicata sull’attualità giapponese.

Per quanto riguarda il tratto nelle sue opere, ci sono linee molto rotonde e altre molto squadrate. A cosa si ispira per il suo tratto?

Katsura: No, non mi sono mai ispirato a nulla in particolare. In realtà è semplicemente il mio modo di mettere in immagini quel che ho in mente. Vale un po’ per l’equilibrio della storia, come se il lettore guardasse uno schermo, per cui è un po’ il mio stile.


Stiamo raccontando tutti quello che ha rappresentato lui per noi e cosa ci ha colpito. Ma cosa ne pensa delle sue opere? Qual è quella che ritiene più soddisfacente o incisiva?

Katsura: È una domanda difficile. In realtà non me ne piace nessuna. Probabilmente è una cosa che pensano un po’ tutti gli autori, ma quando si vuole realizzare un’opera, alla fine non riesci mai ad essere soddisfatto di come viene fuori. Una cosa che mi piace di Video Girl Ai, anche se non so come sia stata tradotta in italiano, ma ci sono delle parti poetiche, come quando appare Ai per la prima volta.


Leggendo Zetman, si capisce come il sensei s’è divertito a cambiare genere. Quali sono le fonti di ispirazione per l’iconografia dell’eroe?

Katsura: Se inizio a raccontarlo andrà un po’ per le lunghe, va bene lo stesso? Per quanto riguarda Zetman, il titolo doveva essere Zetman e il personaggio aveva molte caratteristiche tipiche dell’eroe. In realtà la storia doveva essere un confronto tra due personaggi con background diversi tra loro, che poi s’incontrano e poi lo sviluppo del loro rapporto e della loro crescita. Inoltre, si ha la parvenza che io mi sia ispirato ai comics americani, ma in realtà non ne leggo, guardo film, quindi può capitare che vedendo un film vedo qualche personaggio che assomigli ai miei. Mi piace il Batman dell’89 di Tim Burton, e ci sono delle caratteristiche simili, però nella mia storia cerco altro. Il centro sono i personaggi. Inoltre la storia parla di giustizia, per cui quando si ha un eroe che combatte per la giustizia, alla fine i temi con altre storie finisce per assomigliarsi. Mi spiace che quando ho iniziato a serializzare Zetman uscì anche Batman Begins, e avendo un tono molto scuro si assomigliavano parecchio. Beh, è un caso e ne sono rimasto stupito anch’io; ma dato che il film è stato un grande successo, dico di essermi ispirato anche se non è così.


L’abbigliamento dei suoi personaggi femminili passa dal casual documentato alla perfezione sulla realtà giapponese, allo strano costume indossato da Ai con elementi decorazioni un po’ strani.
A cosa si ispira?

Katsura: Per Video Girl Ai sono partito da una base classica giapponese, quella del kimono, cui ho aggiunto degli elementi fantasy. Non trovo che sia un bel vestito, personalmente, però questa fusione di elementi è proprio l’intento cui volevo giungere.


L’ispirazione le arriva da manga del passato o dai film del cinema?

Katsura: Non leggo tanti manga. Sicuramente film di Hollywood degli anni ’80.

In Zetman c’è una profonda spaccatura sociale. Palazzi dove i ricchi vivono attorno al grande grattacielo dell’Amagi e attorno la città prostrata dal passato cataclisma, fatta di slum e zone malfamata. Vuole essere una critica sociale al Giappone?

Katsura: Non sono sicuro che in Giappone ci sia questo contrasto.

Editor: C’è eccome.

Katsura: Non voleva essere una critica sociale, anche perché non avevo idea di una cosa simile, più che altro rappresentano gli ambienti dei personaggi, accentuando il contrasto tra la crescita dei due personaggi, quello che cresce nella parte ricca e quello che cresce nella parte povera.


In Italia non si è ancora conclusa la prima parte di Zetman, che dovrebbe essere divisa in due parti dall’ultima news dal Giappone. Quando dovrebbe iniziare la seconda parte e quanto si protrarrà ancora in Giappone la seconda? E ha un’idea per un prossimo lavoro?

Mari: In Giappone la pubblicazione si è conclusa a Luglio e il volume 20 è uscito qualche settimana fa. In Italia uscirà a Marzo 2015.

Katsura: Fosse per me inizierei anche subito questa seconda parte, ma da Shueisha ho ricevuto diverse richieste per altri lavori, quindi ci vorrà ancora un po’. Dopo Zetman, ho già in mente qualcosa, ma non vi posso rivelare nulla.


Cosa ne pensa del fenomeno dei cosplayers dei suoi personaggi? Quando ne crea di nuovi, pensa mai a questo mondo riproposto dai fan nel mondo reale?

Katsura: Ne sono molto contento, che la gente si vestisse in cosplay dei miei personaggi. Quand’ero più giovane mi piaceva il tenente Colombo e lo interpretavo. Ma quando creo personaggi non penso a questo, perché così finirei per  disegnare solo ragazzine carine e non più uomini di una certa età.


E allora che ne pensate di questo press café?

Ci vediamo domani con l’ultimo appuntamento con il maestro BOICHI!!!