Hand Maid May

E siccome di ragazzine Kawaii non ne abbiamo mai abbastanza, ma perché non miniaturizzare proprio una di queste pulzelle, con tutte le sue belle cosette al loro posto e metterla nella mani di un ragazzo, come sempre un pò sfigato, sfornandone una bella serie di 10 episodi con un undicesimo OAV conclusivo?

Eccola qui Hand Maid May, una serie che si accentra su un personaggio troppo carino per non conquistare già dal primo sguardo… ma che purtoppo si perde in una produzione mediocre ed eccessivamente banale.

Kazuya Saotome studia all’Osza no Mizu Industries University, un’importante istituto universitario tecnico. Il nostro ragazzo non è dotato di grandi capacità e in aggiunta è anche abbastanza sfigato con le donne (caratteristica abbastanza classica ormai, non trovate?) tanto da essere continuo oggetto di scherno della sua vicina Kazumi (alquanto prosperosa…). Nonostante questo, Nanbara, amico di Kazuya durante tutta l’infanzia, è profondamente geloso di lui, tanto da diventarne vero e proprio rivale, antagonista da sfidare in ogni performance. E dire che l’unica dote di Kazuya è solo un’enorme propensione alla distrazione…

In un uno dei tanti tentativi di “eliminare” il proprio rivale, Nanbara rifila a Kazuya un virus per computer: il risultato è che il ragazzo viene connesso automaticamente ad un sito Internet a lui sconosciuto, quello di una ditta di vendita per corrispondenza, la Cyber Dine (se provate a connettervi al sito hand-maid.net, esiste davvero ^__^ , ma dubito che potrete ordinare una bambolina come May). Continuando il discorso, il virus dilapida i risparmi di Kazuya, facendo un ordine automatico nel sito: una Cyberdoll!

Con una velocità di consegna a cui noi italiani difficilmente verremo abituati, il pacco viene recapitato a casa di Kazuya. Il corriere è un’altra Cyberdoll di nome Sara che, golosissima di Ramen, per inseguire un venditore ambulante di questa pietanza, combinerà il casino che darà vita alla storia, cioè dimenticherà di farsi firmare la ricevuta di consegna di May.

E da qui in avanti ci sarà una catena di eventi su eventi con l’arrivo di nuovi personaggi, tutti caratterizzati dall’essere robot prodotti dalla Cyber Dyne che hanno come unico scopo il recupero di May dalle mani dello sfigato Kazuya che in realtà da tutta questa vicenda trarrà solo vantaggi (come la presenza di May nella sua vita e l’affetto di tutti i robot che faranno restare la ditta in grossa crisi finanziaria)

Ma abbiamo detto che May è una Cyberdoll. Cosa significa?
La piccolina non è altro che un sofisticato androide alto una trentina di centimetri, penso, programmato per essere un cameriera tuttofare. In aggiunta May ha anche tutti i vantaggi del caso di essere un robottino, tipo il suo simpaticissimo “colpo segreto” che non è altro che la mossa per accendere il televisore.

Insomma un colpo di fortuna migliore di questo non poteva capitare allo sfigatissimo Kazuya, per il quale prima dell’arrivo di May nella sua vita, l’unica soluzione per avere un pò di compagnia era stato quello di costruirsi una calamaro robot..

Come anticipavo prima, Hand Maid May è una serie televisiva di 10 episodi, a cui è stato aggiunto un undicesimo episodio conclusivo distribuito nel solo mercato dell’home video.

La sceneggiatura è chiaramente ironica, poco impegnata e improntata ad un pubblico che cerca fondamentalmente fan service.
Purtroppo presenta troppi spunti abbastanza banali, in breve la trama è un insieme di luoghi comuni e si caratterizza di molti elementi di “già visto” e personaggi più che sperimentati in diverse altre serie.

La serie non economizza certo sul Fan Service (anzi… unico motivo ispiratore). La “prosperosità femminile” è messa molto in evidenza e i giochini d’inquadrature su May e Kazumi ci vengono proposti con molta soddisfazione da Shinichiru Kimura, il regista. Scena rappresentativa è senz’altro quella in cui Kazuya dovrà spogliare May “scollegata” per trovare dov’è ubicata la presa per il colegamento USB sul suo ben modellato corpicino. Evito di descrivere, perché sarebbe superfluo…

Il lato tecnico di questa serie spicca senz’altro per un’ottima realizzazione. Disegni accurati e animazioni fluide ne rendono la visione davvero piacevole. L’unico appunto lo farei sul protagonista, eccessivamente somigliante al Keitaro di Love Hina. In ogni caso, ribadisco un’eccellente realizzazione sia per il disegno che per la colorazione.

Anche dal punto di vista musicale dobbiamo segnalare la sigla iniziale, ritmata e melodica, cantata dal gruppo J-Pop delle P-Chicks.

EDIZIONE DVD
Hand Maid May viene proposto in un’edizione basata su caratteristiche standard, quelle adeguate per il tipo di produzione a voler essere onesti.

La sezione video può basarsi su dei master relativamente nuovi e perfettamente conservati. L’immagine così gode di un’ottimo contrasto e una resa dei colori pulita e cristallina. Praticamente assente rumore video o eventuali artefatti da compressione.

L’audio ci propone due tracce Dolby Surround 2.0, Italiana e Giapponese, entrambe senza troppe pretese nella resa, data la prevalenza di dialoghi su cui si basa la serie. A tal proposito bisogna dire come la versione originale sia molto più apprezzabile rispetto al doppiaggio italiano che, stranamente, rende meno i momenti divertenti della serie.

Nei contenuti speciali compresi nei due DVD di cui si compone la raccolta, troviamo le schede dei vari personaggi, la sigla di ending in doppia versione textless, spot e trailers.

Tirando le conclusioni, Hand Maid May è una serie di quelle leggere, piacevoli e divertenti, da vedere per tirare su il morale senza impegnarsi più di tanto nel seguire una trama complessa. La protagonista non può che conquistare per il suo “essere Kawaii”, il suo aspetto e le sue peripezie con “le cose di casa” che deve gestire nonostante la sua piccolezza.

Sicuramente una serie assolutamente non adatta al pubblico femminile che non avrà grande interesse per il molto fan service sparso tra gli episodi…

Recensione di Stefano Poggioli