Dragon Ball GT

Dragon Ball GT è stata concepita per rimettere in gioco il personaggio di Goku da bambino; l’evento principale della storia, infatti, è proprio questo:
Pilaf trova delle sfere del drago “alternative” e, per sbaglio, esprime il desiderio di far tornare Goku piccolo. Il problema è che le sfere utilizzate stavolta sono maledette, e una volta esaurita la loro funzione si disperdono non sulla Terra, bensì nell’universo. Nel caso in cui il desiderio espresso non venisse annullato (ergo nel caso in cui Goku non dovesse tornare adulto) entro un anno, il pianeta in cui le sfere sono state utilizzate esploderebbe.

Per evitarlo, Goku, in compagnia di Trunks e di Pan (figlia di Gohan e Videl), partono a bordo di un’astronave della Capsule Corporation alla ricerca delle sfere. Durante il tragitto, naturalmente, incontreranno qualcun altro con il loro stesso obiettivo…

L’idea di far tornare Goku bambino per fargli vivere avventure leggere ed umoristiche, ha fatto storcere il naso a non pochi fan della serie, unitamente al fatto che stavolta Akira Toriyama non ha partecipato alla produzione. In Giappone la serie, dopo aver avuto pessimi ascolti, ha cambiato rotta ed è tornata all’azione ed ai combattimenti degli episodi Z. Si è così potuto assistere addirittura alla trasformazione di Goku in Super Saiyan 4 (coi capelli neri, il pelo rosso e la coda…) e ad una serie di combattimenti “epici”.

Dragon Ball GT è composta da 64 episodi e da uno special TV che non so se vedremo in Italia.

Gli episodi dall’1 al 40 sono incentrati sulla ricerca delle sfere del drago ed il combattimento con Baby, un potentissimo androide in grado di possedere le persone, mentre il resto delle puntate sarà dedicato ad una saga che vedrà il ritorno di tutti i nemici sconfitti da Goku & company, che non si sa come torneranno dall’Inferno…

Le premesse per dei momenti di azione avvincente ci sono tutte, direi.

Ci troviamo di fronte ad una serie TV del ’96: il livello qualitativo è abbastanza alto, le animazioni sono ben fatte ed anche il character design è ottimo.

Naturalmente ci troveremo ad assistere più volte a sequenze ripetute per risparmiare, ma è una cosa assolutamente normale (qualche volta succede anche in Evangelion, figuratevi).

Le musiche non sono eccezionali, ma fanno bene il loro lavoro.

Il doppiaggio si rifà all’adattamento italiano, per fortuna senza ritoccare i nomi, e con dialoghi sicuramente “rimaneggiati”, ma nei limiti della decenza.

In conclusione, si tratta di una serie che i fan di Dragon Ball non possono lasciarsi sfuggire: poco impegnativa, per metà piena d’azione e per metà di situazioni divertenti.

Il prezzo, poi, è assolutamente conveniente, e anche se le copertine sono in cartone, la qualità della visione è piuttosto buona.

Recensione di Manga