Detective Conan

Cosa fareste, se qualcuno, con uno strano incantesimo, vi facesse ritornare indietro di 10 anni riportandovi, fisicamente ma non mentalmente, all’età in cui ancora frequentavate le elementari e per voi gli unici problemi erano i compiti scolastici o qualche sgridata dalla maestra?

Ma se per passione e qualche volta anche per amore della giustizia vi trovaste sempre a dover affrontare pericolosi assassini o boss mafiosi occupati a nascondere delitti o traffici di droga, le vostre ridotte dimensioni potrebbero compromettere le vostre missioni, facendovi rischiare la pelle.

Ed allora cosa fare?

Si potrebbe chiedere l’aiuto di un amico che vi ospiti e raccontare invece tutto ad una persona fidata che mantenga il segreto sulle vostre condizioni e vi aiuti a cavarvela anche nelle situazioni più critiche. Ma se quell’amico a cui avete chiesto ospitalità, fosse un’amica e voi ne foste profondamente innamorati, le cose si complicherebbero e allora sarete costretti a giocare carte false per nascondere al vostro amore, l’ imbarazzante condizione in cui vi trovate, nell’attesa che tutto si risolva per il meglio.

Questa è la situazione in cui si trova il diciassettenne Shinichi Kudo, protagonista dell’Anime tratto dal manga “Detective Conan“, (Meitantei Conan in Giappone) creato da Gosho Aoyama e trasmesso per la prima volta in Giappone nell’agosto del 1996 e di cui sono stati fatti ben 5 film di grande successo nelle sale nipponiche.

Shinichi è un ragazzo fantastico: ha una spiccata intelligenza e un acuto senso dell’osservazione che ne fanno un buon investigatore, e grazie a queste sue doti riesce ad aiutare l’ispettore di polizia locale, Megure, suo amico, a risolvere anche i casi più intricati ed apparentemente senza soluzione. A scuola è il migliore giocatore di football del club scolastico e questo, oltre alla sua fama investigativa, ne fa un’idolo di tutte le ragazze del suo liceo, che non fanno altro che decantarne le doti continuamente. Ma il cuore di Shinichi batte solo per un’unica ragazza, Ran Mouri, figlia di un investigatore privato di nome Kogoro, anch’esso amico ed ex collaboratore dell’ispettore Megure, e campionessa di karate, sua amica fin dall’infanzia.

Kogoro è contrario al rapporto tra Shinichi e sua figlia, poiché Shinichi, con la sua fama investigativa, ha messo in crisi la sua attività. Naturalmente Ran non da ascolto al padre e, cercando di spronare il padre a migliorare le sue doti investigative poiché si è sempre rivelato, e continuerà a rivelarsi, un investigatore davvero mediocre, continua a frequentare Shinichi.

Un giorno, durante una sua uscita con Ran in un Luna Park, Shinichi incontra due strani uomini vestiti di nero con in mano una strana valigetta, e, subodorando qualcosa di losco, decide di inseguirli per vedere se i suoi sospetti sono veramente fondati. Ran, però, sente che Shinichi sta per cacciarsi in un guaio più grosso di lui e cerca di fermarlo, ma non ci riesce, lasciandola così in preda ad una forte preoccupazione, che poi, in seguito alla sua scomparsa, si trasformerà in una forte determinazione a ritrovarlo per averlo di nuovo accanto a sé. Il fiuto di Shinichi non ha fallito. Infatti non appena riesce a raggiungerli nei giardini del Luna Park, Shinichi, nascosto dietro un muretto, vede che quei due uomini in nero(che in seguito scopriremo chiamarsi Gin e Vodka) stanno consegnando quella valigetta ad un uomo, forse anch’esso parte della misteriosa organizzazione di cui Shinichi, casualmente, ha scoperto i loschi traffici. Scoperta che però gli costerà cara. Molto cara.

Infatti, nel bel mezzo della contrattazione viene scoperto e immobilizzato da quei due loschi individui, che per eliminarlo, gli somministrano un veleno in via di sperimentazione, che però, fortunatamente, invece di ucciderlo, lo fa rimpicciolire, facendolo ritornare bambino. Quando Shinichi riprende i sensi è già notte, e due poliziotti, di ronda al Luna Park, lo trovano ed avvisano la centrale.

Shinichi scappa sotto una fitta coltre di pioggia che da poco ha incominciato a cadere sulla città, e quando, riflesso in una vetrina, vede che il suo aspetto è quello di un bambino delle elementari, capisce di essere veramente in un mare di guai.

Confuso ed anche un po’ spaventato, corre verso casa, dove incontra il suo vicino di casa, il professor Agasa, uno scienziato un po’ folle, autore di tante invenzioni che in seguito aiuteranno Shinichi a cavarsela anche nelle situazioni più critiche.

Agasa all’inizio non riconosce Shinichi e lo crede un semplice ragazzino con tanta voglia di prendersi gioco di lui, ma grazie ad alcuni suoi gesti inconfondibili e ad alcune deduzioni su quello che il professor Agasa aveva fatto prima di raggiungere casa sua (infatti riesce a dirgli persino cosa e dove ha mangiato grazie alle macchie di sugo sui baffi e da che direzione è ritornato dalle macchie di fango sui pantaloni) finalmente riesce a riconoscerlo e a condurlo nella propria abitazione.

Una volta nello studio del padre di Shinichi, il professore consiglia a lui di non rivelare a nessuno la sua vera identità per non finire in ulteriori guai, ma proprio mentre i due stavano discutendo su questa questione, Ran irrompe nello studio chiedendo informazioni su Shinichi e, fortunatamente, non lo riconosce nella sua nuova “versione ridotta”.

Ran, nota però che quel ragazzino e Shinichi si somigliano molto e gli chiede di presentarsi.

Il professor Agasa sta al gioco e dice a Ran che quel ragazzino altri non è che il cugino di Shinichi, venuto in visita da lui poiché i genitori, a causa di un grave incidente, non possono occuparsi di lui. Quando Ran chiede al piccolo Shinichi di presentarsi, egli si trova di spalle alla libreria, e così sbirciando due dei tanti libri che il padre, scrittore di gialli, teneva conservati lì nella sua collezione, inventa la sua nuova identità: Conan Edogawa (Da Sir Arthur Conan Doyle, l’inventore di Sherlock Holmes, e Ranpo Edogawa, famoso scrittore di gialli del Giappone contemporaneo) (Curiosità: Edogawa Ranpo è un nome d’arte che riconduce al suono della pronuncia giapponese di Edgar Allan Poe, nd Vultus). Ran prende molto a cuore il piccolo Conan e così decide di ospitarlo a casa sua, nell’agenzia investigativa.

Mentre Ran accompagna Conan-Shinichi a casa sua, incomincia a lodare Shinichi e a dire che gli vuole molto bene e che lo ama. Naturalmente potete immaginare di che colore sia diventato il povero Shinichi nel sentirsi dire indirettamente queste cose dalla ragazza che anche lui ama disperatamente!!

E così da quel giorno per Shinichi inizia una nuova vita che non differisce molto da quella adulta tranne che per qualche difficoltà che comporta la sua piccola statura e la sua apparente età: insieme a Ran e al padre Kogoro, ora ritornato in attività grazie alla scomparsa di Shinichi, Conan si troverà nuovamente in mezzo a casi di presunto omicidio o furti misteriosi con conseguenti omicidi, ma impotente ad agire nonostante la sua arguzia investigativa lo porti sempre alla risoluzione dei casi.

Cosa fare allora perché tutti sappiano la verità, che sfugge sempre a quel tontolone di Kogoro?

Anche qui Conan non si perde d’animo, e sfruttando le invenzioni che il Professor Agasa ha ideato per lui, un orologio spara-anestetico e un farfallino capace di modificare la sua voce a piacimento, addormenta Kogoro e usandolo come una specie di burattino, comunica tutti la soluzione del caso usando la sua voce. Naturalmente in questo modo Kogoro, che svegliandosi e trovando sempre tutto risolto non capisce mai nulla di quello che è accaduto, acquista nuova fama agli occhi della polizia e della figlia Ran, a discapito del povero Conan-Shinichi, che, poverino, ha lavorato sodo perché tutto si risolvesse per il meglio e il colpevole venisse arrestato.
Per dare ancora meno nell’occhio, Shinichi accetta, suo malgrado, di farsi iscrivere alla scuola elementare dove, insieme ai suoi più tre cari amici, Ayumi,Genta e Mitsuhiko, fonda il gruppo dei giovani detective.

Riuscirà Shinichi a ritornare normale per poter riabbracciare Ran, oppure sarà lei a scoprire il segreto di Shinichi per prima?

O, ancora, sarà Shinichi a cedere e a raccontarle tutto?

Per quanto riguarda l’adattamento e il doppiaggio, il mio giudizio è in parte positivo e in parte negativo. Negativo perché i doppiatori (che la Mediaset in 20 anni non ha ancora cambiato) rispetto a quelli giapponesi, non rendono bene i personaggi, facendoli sembrare sempre molto infantili. Come di consuetudine, ci sono anche doppiaggi aggiunti, che rovinano sempre tutto e sono illogici perché delle volte si vede benissimo che il personaggio non parla.

L’adattamento è in parte buono poichè i nomi originali sono stati conservati e, finalmente, appare anche qualche carattere giapponese originale (senza sottotitoli però, forse per permettere agli adattatori di rigirare la frittata a loro piacimento e omettere o cambiare i particolari alcune storie, come ad esempio nascondere traffici di droga chiarissimi a chi ha visto la scena in cui Conan, vedendola per terra vicino al luogo in cui era nascosta, la assaggia e fa la faccia strana perché ha scoperto tutto, sostituendo ad essa, qualche innocente microfilm e confondendo le idee a chi guarda, poiché molti poi si chiederanno cos’era allora che Conan aveva assaggiato, forse polvere?!

Forse lo hanno fatto per paura che i ragazzini imitino Conan e inizino a sniffare?

Però in loro sfavore gioca il chiaro taglio degli episodi (in molti episodi si ha infatti un senso di incompletezza poiché manca del tutto la fine) e le, purtroppo, immancabili censure di tutti i tipi, (nelle scene più cruente usano o lo scolorimento o gli immancabili fermo-immagine) che però sembrano un po’ meno rigorose di una volta, poiché, qualche goccia di sangue stanno iniziando a farla vedere.

Insomma la Mediaset si è ravveduta solo in parte, e la strada per vedere un’Anime in tutta la sua integrità su quest’emittente è ancora lontana. Nessuno sa come andrà veramente a finire tra Ran e Shinichi, poiché forse, solo i giapponesi che hanno visto per intero l’Anime, ne conoscono veramente le sorti, ma la mia speranza, e credo anche quella di tutti i fan italiani del nostro piccolo-grande detective, sia che finalmente Shinichi torni alla normalità potendo così riabbracciare Ran per continuare a vivere con lei la loro intensa e singolare storia d’amore tra le ombre e le luci di Tokyo.

Recensione di Alessandra “Saeko” Rossi