Darkside Blues

In un futuro dove una singola società detiene ormai il 90 per cento delle terre emerse, gli esseri umani sono considerati come dei parassiti. La Persona Century (la società in questione) tollera la loro presenza, ma fa della Terra ciò che vuole, distruggendo zone abitate e punendo brutalmente ogni tipo di resistenza. Un esercito, robots e satelliti killer sono gli strumenti repressivi nei confronti dei pochi uomini rimasti sulla superficie della Terra.

Diversi gruppi di terroristi e ribelli combattono per la difesa dell’ultimo 10 per cento della terra rimasto ancora libero, fra questo (guarda un pò) c’è la città di Tokyo, dove si svolgeranno le vicende del film, in particolare nella zona di Darkside (appellativo del quartiere Shinjuku).

Darkside è anche il misterioso, strano, vagamente Victoriano “protagonista” del nostro anime.

Darkside è un elemento vago: compare all’improvviso da un’altra dimensione, appare ogni tanto, porta gli altri protagonisti in momentanee dimensioni oniriche, li sostiene mentalmente nei combattimenti e combatte lui stesso.

Ma chi è Darkside?

Perché è stato tenuto prigioniero in quella dimensione?

Come ha fatto a liberarsi?

E poi.. Come possono dei piccoli ribelli opporsi ad una compagnia così potente?

Da dove deriva la Persona Century?

Ecco, in questa e altre domande sta proprio l’essenza di questo anime.

Darkside Blues è tratto da un romanzo di Hideyuki Kikuchi (Il vento dell’amnesia, Wicked City) e come tale deve essere preso.

Un’atmosfera contemplativa lo pervade, unita a scontri tra potenze diverse, scontri a volte armati e a volte incentrate principalmente su poteri particolari. Ma la cosa più importante è che Darkside Blues è principalmente un convogliatore di significati: non è da vedere, è da interpretare. La stessa fine potrebbe deludere (in effetti poteva essere fatta meglio, è un po’ banale), ma nel suo caso quel che conta è il significato, non la forma.

Delle varie domande che vi porrete, non avrete nemmeno una risposta.

Se volete un anime con cui passare un’oretta d’intrattenimento puro, con combattimenti, belle donne e robottoni, allora lasciate perdere.

Darkside Blues ha bisogno che vi immergiate in un’ottantina di minuti di attenzione e meditazione, non di divertimento, ma questo è il suo bello.

Passiamo al lato tecnico:
bello, veramente bello.

Tecnicamente è uno dei migliori OAV che abbia potuto vedere. I disegni sono molto particolari, curati e dettagliati, con un uso dei colori che per certi versi ricorda un film cinematografico (soprattutto per i fondali). È molto bello anche l’uso dei chiaroscuri.

Una nota di plauso va alle stupende musiche: naturalmente tutto blues (con ogni tanto un’occhiatina di jazz), ben suonato e messo al posto giusto. Sentito con un buon impianto Hi-Fi è davvero uno spettacolo, ve l’assicuro.

Cosa dirvi come ultimo commento?
Mi sono ripetuto, è un film molto particolare e potrebbe non piacervi (un vero protagonista non c’è, la storia è indefinita, un’atmosfera onirica pervade tutto il film, in pratica è tutto un mistero); la realizzazione tecnica è molto buona; potrebbe essere fonte di meditazione.

Due sono i risultati: o vi annoia o vi affascina.

Recensione di Stefano Poggioli