Dragon Ball Z Movie N.1 – La vendetta divina

Che lo si ami o lo si odi, una cosa è certa: nelle edicole prima ed in seguito in TV, Dragonball è stato l’alfiere del manga-boom in Italia, quanto se non più di Hokuto no Ken.

Checchè se ne dica, nessuna recensione equa può prescindere da questa considerazione: i fan correranno comunque ad ingrassare il portafogli di mamma Dynamic e saremo tutti felici.

Nel caso in questione abbiamo per le mani il primo film cinematografico della saga, un “nonnetto” classe 1989. Come in tutti i film della saga, non esiste una vera attinenza con la trama del manga-serie TV: sulla base del manga vengono inserite vere e proprie saghe parallele, che col manga originale hanno in comune ambientazione e personaggi, più qualche generico intreccio con la saga principale.

In questo caso il film è cronologicamente collocato fra la fine del terzo torneo Tenkaichi e l’arrivo di Radish sulla Terra (i fan della serie avranno già capito), ed inserisce il personaggio di Garlick Junior (poi recuperato in una mini-saga all’interno della serie TV. Sono pazzi questi jap!), figlio del rivale di Dio al momento del passaggio di consegne fra un Dio e l’altro, deciso a vendicare l’umiliazione del suo “scartato “padre. E quale mezzo migliore dell’immortalità concessa dal Dio Drago? Peccato che per mettere le mani sulla quarta sfera, posta sul cappello del piccolo Son Gohan, il figlio di Goku, i suoi accoliti finiscano per rapire anche il piccolo Sayan, coinvolgendo un furioso Goku e Piccolo (Junior in TV) nella faccenda. Il resto è la solita dose di mazzate nel più sano dragonball-style, e forse già qui intravediamo un difetto comune un po’ a tutti i film della serie, ovvero una trama ridotta all’osso, ma andiamo con ordine.

Ho già detto che abbiamo a che fare con un film con più di due lustri sul groppone, ed ovviamente la cosa si fa sentire, e parecchio, nelle animazioni, che del resto già all’epoca non fecero gridare al miracolo.

La regia di Daisuke Nishio che, eccetto il quarto, dirigerà la serie di film fino al sesto (oltre ad un buon numero di episodi TV), non brilla inoltre nè per dinamicità nè per estro, banalizzando i non moltissimi combattimenti, che dovrebbero essere il cloù del film, con un’impostazione fin troppo “televisiva” delle scene d’azione e ben poco “sense of show”, che pure dovrebbe essere il motore della storia.

A giustificazione di questa quasi stroncatura va detto che all’epoca la saga non era ancora entrata nel vivo, ed i funambolici e spettacolari combattimenti erano ancora di là da venire.

Per il resto, discrete le musiche, mutuate dalla TV (il compositore, Shunsuke Kikuchi, è lo stesso) ed ovviamente ottimo,se vi piace il suo stile, il character design di Toriyama.

Per quanto riguarda l’edizione Dynamic, ottimo come sempre il doppiaggio, con una menzione di merito per Andrea Ward: Son Goku, e Piero Tiberi: Jun…eehm…Piccolo.

Concludendo, come ho già detto a inizio recensione, i fan non se lo lasceranno comunque scappare, è pur sempre Dragonball, mentre per gli altri resterà un prodotto meno che discreto, per gli estimatori dell’action al 100% con fattore cerebrale (leggasi: trama) pari a zero.

Recensione di Ivan