Il Napoli Comicon 2023 si è concluso da poco e siamo ancora reduci da quella splendida atmosfera magica tipica delle fiere di un certo livello. Ovviamente, potevamo tornare a mani vuote visto che c’erano due ospiti del calibro di Miki Yoshikawa e Aki Irie? Grazie agli amici di Star Comics siamo riusciti a ottenere un piccolo ritaglio di tempo per una Intervista a Miki Yoshikawa Miki Yoshikawa, con cui avevamo già parlato durante Lucca Comics & Games 2013.
Sensei Yoshikawa, bentornata in Italia, mi fa piacere rivederla dopo 10 anni per poter nuovamente chiacchierare con lei. Iniziamo con la classica domanda per rompere il ghiaccio: durante questi anni difficili dove il mondo è stato colpito dalla pandemia del Covid-19, come è cambiata la sua routine di lavoro?
10 anni fa, quando stavo lavorando su Yamada-kun, non ero ancora abituata al disegno digitale ed è stata dura cominciare. Quando ho iniziato a serializzare A Couple of Cuckoos, è esplosa la pandemia quindi ho dovuto lavorare totalmente in digitale. Sono cambiate molte cose da allora.
La partenza di una delle sue ultime serializzazioni, A Couple of Cuckoos (Kakkō no iinazuke), è iniziata proprio all’inizio del difficile 2020. Ci sono stati problemi durante la pubblicazione causati dalla pandemia?
Come dicevo prima, quando ho iniziato a serializzare A Couple of Cuckoos ero già abituata a lavorare in digitale, la cosa più complicata è stata trovare degli assistenti che sapessero lavorare in digitale, per poter farli lavorare da casa.
La base di partenza della serie è piuttosto divertente. Due coppie scoprono che i rispettivi figli sono stati scambiati alla nascita. Come mai ha voluto partire proprio da una situazione simile?
Il setting iniziale era di utilizzare due personaggi protagonisti uno di famiglia ricca e l’altro di famiglia povera. Poi ho sviluppato meglio l’idea, mi sono chiesta come potevo metterli in relazione e li ho legati tramite il fatto di essere stati scambiati alla nascita.
Nagi Umino è un tipo serio e studioso, che vuole fare colpo sulla prima del suo istituto. Com’è stato concepire in personaggio così diverso dai precedenti protagonisti delle sue serie principali (Yankee- kun & Megane-chan e Yamada-kun e le 7 Streghe)?
Di solito non creo i personaggi arbitrariamente ma li adatto all’ambientazione. Sia Yankee che Nagi sono nati allo stesso modo e non ho dovuto sforzarmi per creare le loro personalità e per il fatto che sono diversi.
Come decide i nomi dei personaggi di una sua serie? Prova a immaginare come suonano o cerca nomi i cui kanji abbiano determinati significati?
Nel caso di Nagi ed Erika c’era la questione dello scambio, quindi ho scelto per loro cognomi facili da sbagliare che si somigliano: Umino e Amano. Per Nagi ho usato il carattere che indica il mare in bonaccia (umi no nagi), che ricorda la sua personalità calma. Sachi invece indica l’abbondanza del mare, i frutti di mare (umi no sachi). Invece per Erika ho pensato a un nome che suonasse come una signorina di buona famiglia, un po’ una principessina.
La serie non ha molta azione, ma in compenso è piena di gag meravigliose ed intrecci sentimentali. Quale di questi due aspetti preferisce ideare e disegnare?
Sì, infatti mi piacciono le commedie romantiche. La commedia rispecchia di più il mio stile, ma questa volta ho deciso di impegnarmi anche nella creazione di una storia d’amore. Sono più abituata allo stile comico e non è che abbia voluto testare le mie abilità con qualcosa di diverso, ma fare sempre la stessa cosa è noioso quindi questa volta ho inserito il lato romantico in modo da ottenere una novità.
Un altro elemento classico che utilizza è il fatto che la sorella minore di Nagi, Sachi Umino, è vagamente innamorata di lui. Al pubblico piace, ma pensa sia possibile che fra un fratello e una sorella cresciuti assieme, anche senza legami di sangue, possa nascere l’amore?
Questa è una situazione più immaginaria che non reale. Ai lettori spesso capita di pensare “sarebbe bello se questa ragazza fosse mia sorella”, insomma è il sogno segreto di ogni ragazzo.
L’altra protagonista della serie, Erika Amano, è una ragazza molto alla moda e attiva sui social, che immagino molti lettori apprezzeranno e in cui molte lettrici si immedesimeranno. Che ne pensa del modo in cui i giovani d’oggi usano i social e l’impatto che hanno sulle nostre vite?
Volevo che Erika fosse una specie di influencer, un tipo di personaggio molto attuale opposto a Nagi. I ragazzi di adesso sono spesso sui social ed ero certa che avrebbero trovato Erika un personaggio più vicino a loro.
Parlando di social media e innovazioni, ultimamente va molto l’Intelligenza Artificiale che disegna e credo ne esistano alcune che creano dei veri e propri manga da zero. Che ne pensa del recente utilizzo di AI per disegnare? Potrebbero dare una mano ai mangaka o un giorno potrebbero prenderne il posto?
Le IA sono interessanti da questo punto di vista, ma non saprei. Anche se si trasmettono le abilità per la creazione di manga nelle IA, non penso che sarebbero in grado di crearne uno come lo può fare un mangaka.
Devono più temere gli assistenti a questo punto?
Sì, gli assistenti forse lo potrebbero fare, ma dubito che un’ IA riuscirebbe.
I suoi personaggi sono interessanti e ben caratterizzati, ma se dovesse scegliere tra i due protagonisti, in quale famiglia avrebbe preferito crescere? In quella ricca ma un po’ distante degli Amano o in quella povera ma così unita degli Umino?
Da mangaka avrei preferito nascere nella famiglia Amano, perché potrei lavorare tranquillamente e per pranzo ci sarebbe un cuoco o una governante che mi fa trovare il piatto pronto. In casa Umino c’è troppa confusione.
Ma anche a casa Umino si trova il pranzo pronto, visto che hanno un ristorante.
Ma chiederebbero di aiutare al ristorante
La sua serie ha avuto così tanto successo da attirare nuovamente l’attenzione di studi di produzione per un adattamento animato. Cosa ha provato quando le hanno chiesto di animare A Couple of Cuckoos?
Quando ho ricevuto la proposta iniziale, la serializzazione era iniziata da poco, per cui non pensavo ci fosse già abbastanza materiale. Non sapevo ancora come continuare la storia. In ogni caso ero curiosa di vedere come l’avrebbero fatto e come sarebbe venuto dal punto di vista di qualcun altro. Come spettatrice non vedevo l’ora uscisse.
Mi sono piaciute molto entrambe le sigle iniziali… lei ha seguito la serie? Ha avuto modo di fare richieste particolari allo studio di produzione?
Da parte mia non ho fatto grandi richieste. La serie animata è più focalizzata su tutta la famiglia e gli intrecci tra loro e meno sulla storia d’amore.
Oltre a una commedia romantica scolastica come A Couple of Cuckoos, so che sta lavorando anche a Hiiragi-san Chi no Kyuuketsu Jijou, una commedia dai tratti un po’ horror dove il protagonista viene adottato da una famiglia di vampiri. Come le è venuta l’idea per questa serie? Ha preso ispirazione da qualche manga o film famoso?
In realtà, prima di iniziare la serializzazione di Yamada-kun avevo intenzione di creare un manga con elementi fantastici come sette streghe o tre sorelle vampire, ma poi ho deciso per le streghe. Volevo usare le storie che non avevo usato nelle opere precedenti e l’ho fatto per scrivere Hiragi-san.
L’ultima volta che ci siamo visti dieci anni fa mi aveva detto che sognava di vivere all’estero, magari proprio qui in Europa. È riuscita a realizzare il suo sogno o pensa che ci riuscirà?
Il mio sogno è sempre quello. Amo l’Italia è un paese splendido e lo sono anche le persone che ho conosciuto qui dieci anni fa.
Allora ci vediamo tra dieci anni?
Magari anche prima!
Ringraziamo Star Comics per questa intervista a Miki Yoshikawa e Marianna Ceolato per l’aiuto con la traduzione dal giapponese.