Lucca Comics 2022: Press Café con Atsushi Ōkubo

Nanodiane e nanodiani, buongiorno a voi e, come vi avevo promesso sui social, iniziamo a pubblicare un po’ di articoli riguardo agli eventi tenutisi a Lucca Comics & Games 2022.

Se siete stati a Lucca quest’anno, spero che questa serie di articoli, oltre a stuzzicarvi, possa farvi tornare alla mente a quei giorni felici e frenetici, mentre se non ci siete stati, spero di farvi provare un po’ della magia che si prova ogni anno tra le mura della ridente città toscana.

Come sempre, andrò in ordine cronologico per la pubblicazione, quindi il primo evento trattato è il Press Café con Atsushi Okubo, autore di Soul Eater e Fire Force, entrambe serie pubblicate da Planet Manga.


Perché ha scelto di disegnare un manga sui pompieri?

Ci sono tanti manga shonen, ma volevo scrivere qualcosa di nuovo. Ci sono tantissimi shonen con i protagonisti più strani e svariati, ma la mia intenzione era quella di trovare un personaggio che potesse essere anche vicino alla nostra realtà. Visto che non c’erano manga che parlassero di Vigili del Fuoco, ho deciso di usare questa figura per delineare i protagonisti della serie. Anche perché mi piacciono molto le loro uniformi.

È stato influenzato in qualche maniera dalla situazione attuale ecologica in questa scelta?

Ovviamente i problemi ambientali sono tantissimi, come il surriscaldamento globale o gli incendi, il che è una cosa che fa paura. Una persona che prende fuoco è qualcosa di terribile e fa davvero paura, ma allo stesso tempo nella mia opera ho scelto di utilizzare le fiamme anche come qualcosa di positivo, per combattere il fuoco.

Sia in Soul Eater che in Fire Force, riesce a combinare atmosfere dark e ironia e questo mix si riflette bene nei personaggi. Come riesce a creare immaginari visivi così ricchi e variegati? Da dove viene la sua ispirazione?

Direi che ci sono dei punti di riferimento, come Dragon Ball o Dr. Slump & Arale del maestro Akira Toriyama, ma il mio obiettivo resta quello di divertire il pubblico, sfruttando al meglio la componente comica, quella sexy e quella dark.

In Fire Force il fuoco è un potere che consuma ma che allo stesso momento salva. Ci ho visto un po’ una metafora della posizione del mangaka, dove si possono creare dei mondi diversi, ma in questa esperienza ci si può consumare. Ci può parlare un po’ della sua esperienza del lavoro, dei lati positivi e negativi e di come è cambiato il lavoro del mangaka dal suo debutto a oggi?

Dal debutto a ora più o meno non è cambiato molto. Quando mi sveglio vado a lavoro, disegno, poi torno a casa e dormo. Questa è la mia routine quotidiana. In certi momenti capita di pensare di non potercela più fare. Tanti colleghi so che si distruggono a causa del lavoro, ma visto che io non riesco a sostenere un ritmo simile, quando sento di dovermi riposare lascio il pennino per cui mangio, dormo e mi riposo.

Credo che in questo caso Lucca stia contribuendo a questo riposo. Questa esperienza la considera più un lavoro o un momento di riposo?

Fa ovviamente parte del riposo. Mi sto divertendo molto.

Atsushi Ohkubo
Il sensei Atsushi Ohkubo

Nelle sue opere vediamo spesso il tema della follia al centro dell’universo narrativo. Può dirci qual è la sua definizione di follia?

Principalmente si tratta di insicurezza. Anche se si parla di shonen manga, non ci si riferisce solo a una fascia di giovani lettori, ma anche a donne e uomini.

Quindi il tema più che la follia è “l’animo agitato dei bambini” o l’insicurezza giovanile che c’è nelle persone.

Qualche anno fa ha dichiarato che Fire Force sarebbe stata la sua ultima opera come mangaka. Ci conferma il suo ritiro o se ha qualche altro piano per il futuro?

Adesso sono indeciso. Anche dopo Soul Eater c’è stato un momento in cui dopo aver dato il massimo ho pensato di lasciare.

Al momento penso di poter intraprendere nuovi progetti. Poi al giorno d’oggi ci sono dei sistemi che creano praticamente manga da soli, quindi magari potrei ripensarci.

Nel corso della scrittura di Fire Force, si è fatto condizionare da Soul Eater? Quanto è stato complicato passare da uno scenario all’altro?

Sì, sono stato sicuramente condizionato da Soul Eater.

Quando ho disegnato Soul Eater, il tema principale era quello dell’importanza della vita, un gioco della morte in cui i personaggi prendono le anime.

In Fire Force, ho cercato di creare un mondo completamente diverso, ma complementare, proprio come la presenza della Luna e del Sole.

Nel primo si prendevano le anime, nel secondo invece si salvano vite umane.

È stato per certi versi facile spostarmi sul tema opposto, nonostante il passaggio a un tema completamente diverso.

Quali sono state le maggiori difficoltà nello strutturare Soul Eater e Fire Force? Quali sono i suoi personaggi preferiti?

Le parti che sicuramente mi è piaciuto disegnare di più sono state lo scontro tra Black Star e Mifune in Soul Eater e quello tra Arthur e Dragon in Fire Force.

Credo che i miei personaggi preferiti siano proprio Black Star per Soul Eater, mentre per Fire Force Arthur e Benimaru, perché hanno un modo di fare molto diretto e schietto.

Non ricordo onestamente quali siano stati i momenti più duri, perché tendo a dimenticare le cose brutte, ma posso dire che la cosa più semplice sia disegnare i combattimenti.

Tra i nemici principali di Fire Force c’è una sorta di culto religioso che nasconde le proprie intenzioni dietro a messaggi di speranza e amore. Si è ispirato a fatti o eventi del mondo reale per idearlo?

L’idea di usare una schiera di nemici collegati a una religione è per via del fatto che di solito nei manga vengono utilizzati spesso le divinità, ovviamente non solo quelle giapponesi, ma quelle egiziane (Yughioh) o greche (Saint Seiya).

In realtà non sono stati fatti contemporanei ad avermi spinto ad utilizzare un culto o una setta come punto di partenza.

Qualche anno fa, verso il sedicesimo volume, aveva dichiarato che aveva un’idea per il finale di Fire Force, ma non era tutto scolpito sulla roccia.

Ora che il manga è finito e abbiamo visto che era un prequel di Soul Eater, volevo chiedere come ha ideato e sviluppato il finale e se era proprio quell’idea di cui aveva parlato.

In realtà non ricordo bene di questa dichiarazione.

Ho sempre avuto l’intenzione di collegare Fire Force a Soul Eater, ma non avevo un’idea chiara e devo ammettere che è maturata man mano che continuavo a disegnare.

Volevo creare un mondo che si trovasse a cavallo del nostro presente attuale e il mondo di Soul Eater.

A questo punto B Ichi dove si colloca? Fa parte dello stesso mondo o no?

B Ichi l’avevo concepito come una parte di questo toto.

Alcuni cosplay di Fire Force
Cosplayer di Fire Force accanto al furgone dei Vigili del Fuoco! XD

Il mio personaggio preferito di Fire Force è Tamaki Kotatsu, che ha una storia seria alle spalle, ma è un personaggio molto comico e un po’ ecchi. Ci può raccontare come è nata?

È complicato. Tamaki è simile alle persone comuni se la mettiamo a confronto con personaggi come Arthur o Shinra, dei personaggi molto forti, quasi supereroi.

Tamaki invece no, quando combatte è come un essere umano, per cui un po’ mi ritrova nel personaggio di Tamaki.

Ricollegandomi alla domanda sulla follia, volevo sapere è affascinato dalla follia? Pensa che un pizzico di follia serva a ognuno di noi?

In tutti noi c’è un po’ di follia, soprattutto nel momento in cui ci arrabbiamo si risveglia in noi l’istinto di voler fare del male agli altri o persino di uccidere.

Credo che serva almeno un briciolo di follia nella vita, infatti in Soul Eater c’è questo rapporto tra la follia e il coraggio.

Se non ci fosse un po’ di follia in noi, probabilmente moriremmo.

Qualche tempo fa un ragazzo ha sventato un incendio e ha dichiarato che era grazie all’anime di Fire Force.

Le fa piacere scoprire che l’impatto della sua opera ha salvato delle vite umane?

Sì, mi fa davvero piacere aver scritto un manga che sia servito ad aiutare vite umane.

Prima ha parlato di Toriyama, per cui c’è qualche autore contemporaneo a cui guarda con interesse o qualche stile attuale?

No, perché in questo campo sono tutti miei rivali.

Di tutti i personaggi di Soul Eater, uno dei più buffi e folli è Excalibur. A cosa si è ispirato durante la sua creazione?

In soul eater le armi sono esseri umani e se parliamo di armi leggendarie la più famosa è Excalibur.

Mi piaceva già prima di inserirla nel manga, anche per via di Dragon Quest.


Ringraziamo Lucca Comics & Games e Planet Manga/Panini per averci dato l’opportunità di partecipare al Press Café di Atsushi Ohkubo e conoscere meglio il sensei, quindi ci sentiamo prossimamente per altri interessanti Press Café.

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